More stories

  • in

    Tripudium 2016, 20 anni dalla sua prima vendemmia

    Tripudium
    Era la fine di settembre del 2001 quando le Cantine Pellegrino decisero di effettuare una vendemmia di uve rosse da destinare alla creazione di un nuovo vino che, grazie all’attenta attività di selezione, di tecniche di vinificazione innovative e il lungo affinamento in botti, sarebbe divenuto nel tempo uno dei vini rossi più importanti dell’isola. L’idea era quella di creare un grande vino rosso, importante e contemporaneo, di spiccata personalità e piacevolezza, slegato dai classici concetti di cultivar o di vigneti specifici, ma che rappresentasse ogni anno la migliore espressione della vendemmia. Un vino dell’Enologo dunque, frutto della selezione delle migliori rese della vendemmia per creare il suo vino, ogni anno differente, ma capace di rappresentare la specifica annata meglio di qualunque altro. E il progetto sembra riuscito, visti i riconoscimenti ottenuti nelle diverse annate dalle più importanti Guide di settore, tra cui più volte il Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
    Ma eccoci al nuovo Tripudium vendemmia 2016, in uscita in questi giorni a vent’anni esatti dalla prima vendemmia. È un grande nero d’avola in purezza, il principe dei vitigni siciliani, coltivato nei vigneti a tessitura argillosa ubicati nella Sicilia occidentale, in provincia di Trapani. La vendemmia viene eseguita nella prima decade di settembre e in cantina vengono poi adottate tutte le tecniche di vinificazione volte a esaltare le qualità intrinseche delle uve. Questo processo si conclude con l’affinamento, prima in vasca e poi in botti di rovere, per almeno 24 mesi. Tripudium 2016 è un vino di colore rosso intenso, elegante ed equilibrato, che conquista per i piacevoli sentori di frutti rossi e le delicate note speziate.
    – Advertisement –
    “Il 2016 – afferma Benedetto Renda, presidente delle Cantine Pellegrino – è stato caratterizzato in Sicilia da una stagione estiva con clima mite, intervallato da poche perturbazioni e senza picchi eccessivi di calore. Dopo un inverno caratterizzato da scarse precipitazioni, con il 40% in meno di pioggia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la stagione primaverile è iniziata con temperature mediamente fresche, anche durante la fioritura, e si è chiusa con alcune precipitazioni nei mesi di maggio e giugno, che hanno apportato all’incirca 80-90 mm d’acqua. Questo quadro meteo-climatico ha sicuramente agevolato la fase vegetativa e la situazione fitosanitaria. Un percorso sostanzialmente regolare con le uve che sono arrivate all’inizio dell’invaiatura in salute, grazie all’attenzione e alla cura costante dei vigneti. Grazie infatti all’impegno dei viticoltori nel controllo dei vigneti, la resa è stata meno importante dell’anno scorso in termini quantitativi, ma di sicuro di ottima qualità. Tripudium 2016 è un vino di grande personalità, profondo e persistente, caratterizzato da sentori di prugna e ciliegia nera, avvolti da note balsamiche in un vero e proprio tripudio per i cinque sensi”.
    Il versante occidentale della Sicilia, dove nasce il Tripudium, è un incredibile e sorprendente mosaico di colori, profumi e luci. Riserve naturali, città dalla storia millenaria, mare cristallino e siti archeologici immersi nel verde. In questo scenario d’impareggiabile bellezza, sono dislocate le tenute della Pellegrino. Il rapporto tra la famiglia e il suo territorio affonda le sue radici nel 1880, data di fondazione dell’azienda. Da allora le generazioni di questa storica famiglia del vino siciliano hanno saputo valorizzare la terra insieme al suo paesaggio. Qui la luce intensa, il clima secco e asciutto, i terreni freschi, i venti provenienti da sud, le forti escursioni termiche, creano le condizioni ideali per la produzione di vini di qualità. Inoltre ogni scelta adottata per il miglioramento qualitativo della produzione enologica, tiene sempre conto della tutela del paesaggio e del tessuto economico e sociale. LEGGI TUTTO

  • in

    Wine Web Seminar COME ORGANIZZARE UN WINE CLUB. LE ESPERIENZE ITALIANE E CALIFORNIANE

    DOCENTE: Letizia Sebregondi, Founder at Gr@pes
    DATA e ORARIO: 16 e 17 NOVEMBRE, 17.00 – 19.30
    PIATTAFORMA: Zoom
    Durante i due incontri verranno analizzati gli aspetti salienti della creazione di un Wine Club efficace e proficuo, che trasformi l’enoturista da un cliente una tantum ad ambasciatore dell’azienda vinicola. Allungare la life-time value dell’enoturista e instaurare una relazione diretta e duratura con il cliente finale si traducono in numerosi benefici tra cui l’aumento della marginalità, la differenziazione del rischio e la raccolta di dati chiave sul comportamento d’acquisto.Inizialmente si definiranno le opportunità che il Wine Club offre alle aziende. Quindi verranno discussi i fattori chiave del successo del Wine Club in termini strategici e operativi. Infine verranno esaminati gli strumenti a disposizione delle cantine per il set-up e la gestione del Wine Club.Completeranno il webinar differenti best practice italiane e californiane per approfondire gli aspetti operativi, le criticità e le esperienze di operatori del settore.Al termine del corso le conoscenze acquisite permetteranno di definire la strategia e di implementare tutte le fasi per il lancio e la gestione del proprio Wine Club.
    TESTIMONIANZE:
    Mazzei Wine Club, Lapo Mazzei – Castellina in Chianti (Siena)
    Poggio Leano Wine Club, Alessandro Prestifilippo – Temecula (California)
    Cesani Roots Wine Club, Letizia Cesani – San Gimignano (Siena)
    Larner Wine Club, Michael Larner, – Los Olivos (California); è prevista la traduzione in italiano
    Vinora, Stefano Di Piazza
    DESTINATARI:
    Imprenditori e manager di aziende vitivinicole
    Professionisti del settore vitivinicolo
    Giovani interessati a specializzarsi nel settore vitivinicolo
    COSTO DEL CORSO (5 ore):
    180€ (IVA compresa)
    130€ (IVA compresa) per chi si iscrive entro il 31 ottobre
    FORMAZIONE FINANZIATA: i Corsi sono finanziabili con le risorse dei Fondi Interprofessionali. WineJob favorisce l’accesso e l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dai Fondi Interprofessionali per i dipendenti delle aziende iscritte.
    CLICCA QUI PER ISCRIVERTI LEGGI TUTTO

  • in

    Gabriele Alessandroni: L’importanza del Wine English

    Nella comunicazione del wine business, ogni manager deve conoscere la lingua inglese ed essere a proprio agio con tutti i termini tecnici che riguardano la viticoltura, l’enologia e la degustazione.
    Gabriele Alessandroni, wine educator per la WSET School di Londra e docente del MIV, ci spiega come viene affrontato questo argomento nelle sue lezioni del corso in marketing internazionale del vino di WineJob.
    [embedded content] LEGGI TUTTO

  • in

    Architettura: alla nuova cantina Masseto il Premio In/Architettura Toscana 2020

    La nuova cantina di Masseto, un capolavoro di architettura plasmato nell’argilla blu e casa del celebre vino Masseto, si è aggiudicata il prestigioso Premio In/Architettura Toscana 2020 conquistando il riconoscimento per migliore “intervento di nuova costruzione superiore ai 5 milioni di euro” e il Premio Speciale Willis Towers Watson nella categoria “nuova costruzione”.
    La premiazione si è tenuta venerdì 16 ottobre nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Urbino e a ricevere il premio sono stati l’Arch. Hikaru Mori dello studio progettista ZITOMORI, il committente Masseto, rappresentato dal suo direttore Axel Heinz, e l’impresa Target Costruzioni. La cantina Masseto è stata ideata da ZITOMORI, unità di progettazione formata dagli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito, grande protagonista dell’architettura italiana, ed è stata inaugurata a Bolgheri (LI) in aprile 2019: è un edificio interrato che ricorda i templi sacri dell’antichità e il cui impatto tecnologico è stato ridotto al minimo.
    – Advertisement –
    La cornice architettonica della cantina è stata realizzata con calcestruzzo gettato in opera. All’interno predominano linee nette in vetro e acciaio, bilanciate da lunghe file di botti di rovere. Le vaste superfici ruvide e intagliate sono il simbolo del processo estrattivo da cui è nata l’opera, mentre le aperture nelle pareti lasciano intravedere i profili verticali dell’inconfondibile argilla blu che contraddistingue il suolo di questo vigneto. Nel cuore della struttura, ovvero nel Masseto Caveau, riposano i vini della tenuta.
    Qui, in condizioni perfette, sono conservate bottiglie di ogni annata dal 1986, ciascuna sorretta dalla propria ‘culla sospesa’ in rete in acciaio inox. Una creazione in perfetta simbiosi con le colline e il vigneto circostanti. Come vincitore del Premio In/Architettura Toscana 2020, il progetto andrà a concorrere al Premio Nazionale In/Architettura 2020.

    Masseto è il nome di un mito contemporaneo: un vino, un vigneto, una tenuta. Il potenziale del pendio dove oggi sorge l’omonima vigna Masseto, sulla costa toscana, è stato intuito all’inizio degli anni ’80, quando, a dispetto di ogni pronostico, consiglio e tradizione locale, vennero piantate le prime viti. L’intuizione è stata ripagata. L’argilla blu, le fresche brezze costiere e l’ottima rifrazione della luce garantita dal Mar Mediterraneo contribuiscono all’intrigante mix di potenza, eleganza e complessità che contraddistingue il vino della tenuta. Il Masseto è stato acclamato a livello internazionale fin dalla sua nascita nel 1986. 
    Masseto, dalla vendemmia 2017, è accompagnato dal secondo vino Massetino. Entrambi nascono sulla collina di Masseto in 11 ettari fittamente vitati, entrambi si trasformano da preziosi chicchi d’uva in desiderate bottiglie di vino nella cantina della tenuta progettata dallo studio Zito Mori e inaugurata in Aprile 2019. Da qui i due vini partono verso il mondo, ogni autunno, tramite la Place de Bordeaux. 
    Il team dell’azienda è composto da sei appassionati professionisti: Axel Heinz, Estate Director, Eleonora Marconi enologa, Tim Banks, Sales & Marketing Director, Vianney Gravereaux e Susanne Weber, rispettivamente Global Sales Manager e Brand Manager ed Elena Oprea, Communication Manager. La tenuta Masseto fa parte del gruppo controllato dalla famiglia Frescobaldi. LEGGI TUTTO

  • in

    Cembra Cantina di Montagna: Vigna delle Forche, culla di una viticoltura eroica a 872 m

    Medaglia d’Oro per il Vigna delle Forche 2018 al “Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau 2020”. Un premio a un vino che in ogni annata dimostra nuove sfaccettature ed esprime la sua personalità unica. Cembra Cantina di Montagna affonda i propri valori nell’autenticità del territorio e nell’indissolubile legame con i propri conferitori. A fine settembre, sul tetto della viticoltura eroica trentina, si è conclusa la vendemmia delle uve Müller Thurgau a Vigna delle Forche: cru identitario della valle di 1.5 ha situato a 872 metri s.l.m. dove da generazioni la famiglia Piffer culla questo Müller Thurgau d’altura.
    Quella della Val di Cembra, è una viticoltura eroica: i terreni scoscesi e le pendenze che spesso superano il 40% obbligano i viticoltori a svolgere manualmente tutte le operazioni in vigna, con tempi di lavorazione che superano le 900/1.000 ore per ettaro. Sono loro, gli Eroi del vino, che ogni giorno quando le prime luci dell’alba fanno capolino dalle creste montuose, realizzano i desideri di una viticoltura esigente per conferire a Cembra Cantina di Montagna uve sane e di qualità.
    – Advertisement –
    Un giorno di vendemmia a Vigna delle Forche
    Vigna delle Forche è un vocato appezzamento incastonato tra gli scoscesi declini boschivi: un piccolo angolo di paradiso di 1.5 ha sito a 872 m s.l.m. che domina dall’alto il paese di Cembra. Qui, nonostante l’altitudine, il Müller Thurgau trova perfetta dimora. Da tre generazioni la famiglia Piffer è custode di Vigna delle Forche: Nicola Piffer e tre coraggiose vignaiole eroiche, Annamaria, Lorena e Francesca portano avanti insieme il lavoro e la memoria di Italo, l’anima della vigna scomparsa tre anni fa.
    Ogni anno la vendemmia di Vigna delle Forche si svolge in un’unica giornata: i conferitori raccolgono con il “Lorel” i preziosi grappoli e si inerpicano lungo i ripidi versanti per conferire il frutto di un anno intenso di lavoro. Il trattore guidato da Nicola sale e scende tutto il giorno con un carico di uva di 400 kg per ogni viaggio, trasportandola dai quasi 900 metri di altitudine del vigneto fino alla cantina, per un dislivello di 250 metri. Per Cembra Cantina di Montagna la vendemmia è un momento conviviale e ricco di felicità, in cui la famiglia si allarga e con un sorriso si ricordano i momenti felici del presente e del passato.
    All’ora di pranzo qui, sotto la pergola del Bait delle Forche, il pane viene passato di mano in mano e nell’aria si diffonde il profumo dello spezzatino e della polenta di Annamaria, cotta come da tradizione nel paiolo di rame. Con orgoglio e spirito di appartenenza i conferitori rinnovano le promesse nei confronti di Cembra Cantina della Montagna, scegliendo di dare anima e corpo alla viticoltura e alla realizzazione di nettari straordinari.
    L’annata che verrà
    “L’annata appena trascorsa si è caratterizzata per un’estate con temperature lievemente al di sotto della media degli ultimi anni”, afferma Ezio Dallagiacoma, Direttore Tecnico di Cembra Cantina di Montagna, “Nonostante le piogge estive abbondanti, le uve in Valle di Cembra a fine agosto si presentavano sane e con un ottimo grado zuccherino. Condizioni queste, che lasciavano ben sperare per la vendemmia imminente”. L’obiettivo dello staff tecnico in cantina è quello di dare voce all’unicità del territorio e di giocare con il tempo, creando un vino identitario con ottime prospettive di evoluzione ed invecchiamento anche nel lungo termine.
    Vigna delle Forche
    Medaglia d’Oro al “Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau 2020”
    Il Vigna delle Forche 2018 è stato recentemente premiato con la Medaglia d’Oro al “Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau 2020”, all’interno della 33° edizione della rassegna “Müller Thurgau: Vino di Montagna”, organizzata dal Comitato Mostra Valle di Cembra con il supporto di Trentino Marketing e il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino.
    Il Müller Thurgau Vigna delle Forche: emblema del territorio
    Nel Müller Thurgau Vigna delle Forche, la montagna emerge in ogni sorso. Quando scivola nel bicchiere questo vino di altura ammalia la vista con un colore giallo paglierino e invita all’assaggio con le sue note di fiori bianchi, sambuco e frutta a pasta gialla che, con il passare degli anni, lascia spazio a note di pietra focaia e cappero salato. La fresca acidità e il finale lungo, verticale e persistente, conquistano il palato.
    Cembra Cantina di MontagnaCantina di La Vis e Valle di Cembra scaViale IV Novembre, 72 38034 – Cembra Lisignago (TN)info@cembracantinadimontagna.comwww.cembracantinadimontagna.it  LEGGI TUTTO

  • in

    Tinata e Monteverro 2015 sfumature d’autunno nel bicchiere

    Photo Credits: Leif Carlsson
    Mentre l’autunno sta lentamente “colorando” le nostre giornate, il tepore di una coperta e un libro letto con calma sul divano magari sorseggiando un calice di vino si trasformano in una sorta di guscio, un caldo e rassicurante abbraccio che accompagna l’animo verso l’inverno. L’autunno è il momento in cui si comincia ad apprezzare il tepore di casa – oggi in questo clima di incertezza più che mai – si iniziano a stappare i rossi importanti, vini strutturati dal carattere deciso. E l’atmosfera che si crea è subito magica!
    Aromi che raccontano antiche storie e tradizioni di territori, come il Tinata 2015 di Monteverro, un tripudio di profumi che caratterizzano la macchia mediterranea, sottolineati da sentori di petali di rosa. Perfetto accompagnamento per un menù di carne, soprattutto di cacciagione, uno dei piatti tipici della tradizione toscana che in questo periodo si trovano sulle tavole in accompagnamento a funghi e verdure di stagione. L’aromaticità e la struttura del Tinata ben si coniugano, infatti, con il carattere ricco e intenso di queste carni, come il cinghiale, regalando al contempo una bella nota di freschezza all’abbinamento. Un vino rosso intenso ma brioso, sensuale e affascinante, da degustare subito o da lasciare “invecchiare”: gli anni di affinamento non faranno altro che esaltarne l’eleganza innata.
    Acini piccoli e concentrati, ricchi di aromi, hanno caratterizzato la vendemmia 2015 facendo di Monteverro, un rosso vellutato, dalla sfumatura rubino, che al naso regala sentori di frutti di bosco e spezie che si avvicendano a note di cioccolato e tabacco. Un vino complesso e intrigante che racconta un’annata speciale e da sempre icona di questa Cantina, boutique di vini eleganti, raffinati, che lasciano il segno. Il Monteverro è infatti la migliore espressione che il terroir di Capalbio possa esprimere. Prodotto in quantità limitate, deve la sua struttura vellutata, la complessità inconfondibile e l’incredibile poliedricità del suo bouquet alla particolare attenzione rivolta ad ogni singola fase del processo produttivo. Da solo di fronte al camino o, sempre per rispettare i prodotti della stagione, è perfetto da degustare con un taglio nobile di carne di manzo con funghi, come i finferli.
    Una stagione che regala frutti preziosi, ricca di fascino, bellezza e un po’ di malinconia: l’autunno non smette mai d’incantare! E se Ungaretti ne esalta l’incertezza – Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie –, noi preferiamo la versione più dolce e impertinente che ci racconta Emily Dickinson: Sono più miti le mattine/e più scure diventano le noci/e le bacche hanno un viso più rotondo./ La rosa non è più nella città. L’acero indossa una sciarpa più gaia. La campagna una gonna scarlatta, /Ed anch’io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello!
    Per maggiori su Monteverro: www.monteverro.com LEGGI TUTTO

  • in

    Fratta di Maculan: una bottiglia speciale celebra le quaranta candeline del signore dei Bordolesi

    Fratta, il taglio bordolese emblema di Maculan in Italia e nel mondo, compie quarant’anni e l’azienda lo celebra con una bottiglia speciale. La prima annata risale al 1977, figlia dello studio e dell’estro dell’allora giovane enologo Fausto Maculan, deciso a realizzare un ambizioso progetto: creare un grande rosso in grado di competere e proporre una nuova voce nel panorama delle eccellenze internazionali, tra Super Tuscan e Premiers Cru di Bordeaux.
    Angela e Maria Vittoria Maculan, figlie di Fausto, per celebrare l’anniversario hanno scelto di ripercorrere gli inizi, realizzando un’edizione limitata di 3.298 bottiglie, il medesimo numero del 1977, usando la stessa bottiglia borgognotta e un’etichetta che riproduce l’originale, al tempo rivoluzionaria perché riportava tutte le informazioni relative alla vendemmia, alla lavorazione delle uve e alla produzione del vino.
    “Il nostro desiderio era quello di realizzare una bottiglia speciale per onorare la dedizione, i sacrifici, i successi e le soddisfazioni che in quarant’anni Fratta ci ha regalato – spiegano Angela e Maria Vittoria – Un’etichetta che è entrata fin da subito nelle carte dei vini dei migliori ristoranti ed è stato riconosciuto dalla critica come uno dei grandi rossi italiani, in grado di raccogliere consensi indipendentemente dalle evoluzioni che negli anni lo hanno coinvolto”.
    Il primo Fratta prese vita da uve Cabernet raccolte in un vigneto delle colline di Breganze, in via Fratta, appunto. Vendemmia in cassette, selezione oculata di ogni grappolo, un leggero appassimento e una sola settimana dedicata a fermentazione e macerazione, l’affinamento in barrique di rovere francese. “Il risultato è stato come speravo – ricorda Fausto Maculan – un vino rosso, intenso ed elegante, moderno e classico allo stesso tempo, ma soprattutto un vino che suscitasse emozioni”.
    Nel 1997 Fausto decide di aggiungere il Merlot al Cabernet per conferire maggiore rotondità e morbidezza. Anche l’ultima annata che viene lanciata ora sul mercato, la 2017, è il risultato del matrimonio tra queste due varietà. L’uva Cabernet Sauvignon proviene da un vigneto di 10.000 esemplari per ettaro messi a dimora nel 1984 sulle colline breganzesi, mentre i grappoli di Merlot sono raccolti in un vigneto piantato più recentemente, nel 2008, in un terreno tufaceo sulla sommità della collina in Via Fratta, dove tutto è cominciato. LEGGI TUTTO

  • in

    Assegnate 18 Medaglie d’oro al Concorso Müller Thurgau

    Tutti i vini premiati hanno ottenuto un punteggio superiore agli 86,4 punti, segno della grande qualità delle etichette in concorso. Nel medagliere, 12 cantine trentine, 3 altoatesine e 3 tedesche. Dei 18 “best”, 12 sono produzioni 2019, 5 sono del 2018 e 1 del 2017, a conferma delle potenzialità della varietà.
     Si è svolta venerdì 16 ottobre, la premiazione della 17° edizione Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, in concomitanza con la 33° edizione della rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna, organizzata dal Comitato Mostra Valle di Cembra con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, e il sostegno di Consorzio Vini del Trentino.
    Presenti alla cerimonia, Mirko Bisesti, Assessore alla Cultura della Provincia di Trento; Michele Passerini, Vicesegretario generale della Camera di Commercio di Trento; Pietro Patton, Presidente del Consorzio Vini del Trentino; e Rosario Pilati, Presidente Comitato Tecnico Territoriale Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Nel corso degli interventi tutti hanno voluto ricordare l’importanza di un evento come questo organizzato, in completa sicurezza, proprio grazie alla caparbietà che contraddistingue le genti di montagna, la stessa che rende possibile la coltivazione sugli arditi pendii della Valle di Cembra. È inoltre stato sottolineato come questo cambio necessario di formula, con le degustazioni a Palazzo Roccabruna di Trento, anziché a Cembra, si sia rivelata una bella occasione per uscire fuori dai confini della valle e far conoscere al meglio il prodotto e quello che si nasconde dietro ad esso, come l’impegno di 800 ore lavoro per ettaro che è molto maggiore rispetto a quello di altre zone più meccanizzate anche per i problemi legati al mantenimento dei muretti a secco, patrimonio dell’umanità Unesco. Difficoltà che rendono però il paesaggio unico, come dimostra la recente iscrizione della Valle nel Registro dei Paesaggi Storici Rurali d’Italia.
    Dei 60 vini in gara – di cui 51 italiani, provenienti da Trentino e Alto Adige e 9 stranieri, provenienti da Germania e Ungheria –  ben 18 hanno ottenuto la Medaglia d’Oro grazie ad un punteggio superiore agli 86,4 punti.
    “Una eccezionalità che avevamo registrato solo nel 2018 – ha commentato Renzo Folgheraiter, Presidente del Comitato Mostra Valle di Cembra – che attesta gli elevati standard qualitativi dei vini in concorso. In realtà – ha specificato – avrebbero meritato la medaglia molte più etichette ma per regolamento il numero di premiati non può superare il 30% di quelli partecipanti. Spiace non aver potuto svolgere la consueta degustazione dei vini vincitori – ha concluso – ma possiamo già dirci soddisfatti di essere riusciti a superare le difficoltà del Covid e ad aver raccolto una risposta così importante dalle aziende ritengo premi il lavoro svolto negli ultimi anni”.
    Dei 18 premiati con Medaglia d’Oro, 12 sono vini trentini: San Rocco IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Azienda Agricola Casimiro; San Lorenz DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Bellaveder; Lavis Classici DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantina La Vis; Cortuta DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cantina Rotaliana di Mezzolombardo; Casata Monfort DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantine Monfort; Musivum DOC Trentino Superiore Cembra Müller Thurgau 2017 di Cantine Mezzacorona; IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Cantine Simoni; Bottega Vinai DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cavit; Vigna delle Forche DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cembra cantina di montagna; DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Fondazione Mach; DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Gaierhof; Pietramontis DOC Trentino Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau 2018 di Villa Corniole.
    A questi si aggiungono 3 altoatesini, ovvero DOC Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau 2019 di Cantina Bolzano; Graun DOC Alto Adige Müller Thurgau 2018 di Cantina Kurtatsch e DOC Alto Adige Val Venosta 2019 di Castel Juval, e 3 tedeschi, Deutscher Qualitateswein Pfalz Rivaner Trocken Edeshelmer Ordensgut 2019 di Anselmann; Mardorfer Deutscher Müller Thurgau Trocken 2018 di Winzerverein Hagnau; e Deutscher Qualitateswein Rivaner Trocken 2019 di KK-Weine.
    I punteggi sono stati assegnati da una commissione di qualità composta da 18 membri suddivisi in enologi, sommelier – in rappresentanza delle diverse associazioni – e giornalisti della stampa di settore, attraverso degustazioni alla cieca in cui ogni vino è stato analizzato nel suo complesso, prendendo in considerazione vista, olfatto, gusto e gusto-olfatto e calcolando la media dopo aver eliminato i risultati più alto e più basso.
    Al termine della degustazione, si è potuto constatare tutta la potenzialità del Müller Thurgau non d’annata, infatti i millesimi 2018 e 2017 hanno ottenuto significativi punteggi, a conferma dell’ottimo lavoro svolto dalle cantine nel corso degli ultimi anni.
    Foto di Rocco Lettieri. LEGGI TUTTO