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    (Brexit) Alleanza cooperative, per il vino la parola d’ordine resti semplificazione

    La Commissione Europea ha deciso di prorogare al 30 aprile 2021 l’applicazione provvisoria dell’Accordo sugli scambi e la cooperazione siglato il 24 dicembre 2020 per regolare i rapporti fra Europa e Regno Unito e la cui applicazione, in attesa della ratifica, era prevista fino al 28 febbraio 2021. Si tratta di un’estensione tecnica per concedere il tempo necessario al completamento della revisione giuridico-linguistica dell’accordo e per permetterne l’esame a Parlamento e Consiglio in funzione della ratifica.
    È stata questa una delle novità discusse e approfondite dall’Alleanza Cooperative Agroalimentari che ha organizzato un momento di confronto con tutte le cantine associate, al fine di chiarire il contesto normativo e regolamentare ed i principali spazi di discussione che interessano i nuovi rapporti e gli scambi commerciali con il Regno Unito.
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    “Auspichiamo che anche dopo la fase transitoria e la progressiva applicazione di regole più stringenti – commenta Luca Rigotti, Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative – sia comunque garantita una adeguata flessibilità delle operazioni doganali e che la parola d’ordine resti quella della semplificazione, necessaria per consentire una fluida gestione dei transiti in dogana, pur in presenza di maggiori controlli”.
    Nell’accordo si legge, in particolare per quanto riguarda il vino, la volontà di mantenere un’apertura rispetto alla dinamicità degli scambi commerciali, anche considerando che gli inglesi importano il 98% del vino che bevono. D’altra parte, i dati Ismea confermano che il Regno Unito rappresenta il terzo mercato di destinazione del vino Made in Italy: soltanto nel 2019 gli inglesi hanno bevuto 2,8 milioni di ettolitri di vino italiano, per un valore di circa 763 milioni di euro. Un mercato quindi assolutamente strategico che, nonostante l’impatto dell’emergenza sanitaria – che ha causato un calo delle vendite pari a -3,20% nel periodo gennaio-ottobre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – è tra i primi partner commerciali del comparto vitivinicolo italiano.
    L’incontro organizzato dall’Alleanza, dal titolo “Brexit – Dogane e Scambi commerciali – Nuovi adempimenti per i vini Made in Italy”, ha visto la partecipazione di Gabriella Migliore, Direttrice dell’Help Desk Brexit dell’Agenzia ICE e di Paola Paliano e Gualtiero Cultrera dell’Agenzia delle Dogane, che hanno illustrato le novità previste dall’accordo, specie in merito all’allegato relativo agli scambi commerciali dei vini, nonché gli adempimenti utili per esportare nel Regno Unito, fornendo indicazioni rispetto all’applicazione della normativa doganale e fiscale applicata ai prodotti vitivinicoli destinati al mercato britannico.
    Un aspetto di particolare rilievo che è stato discusso è quello relativo alle Indicazioni geografiche dei vini: quelle registrate nell’UE alla data del 31 dicembre 2020 continuano ad essere protette nel Regno Unito senza riesame mentre per le altre sarà necessario presentare una nuova domanda in base alla nuova procedura nazionale. LEGGI TUTTO

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    L’ascesa dei Wine Club: Cantina Ruggeri pioniere

    Molto diffuso nel Nuovo Mondo, il fenomeno Wine Club si sta facendo strada anche nel Vecchio Continente. Questo strumento accorcia le distanze e permette di consolidare il legame con gli appassionati attraverso esperienze su misura in cantina che possono essere rivissute con lo stesso entusiasmo anche una volta tornati a casa. Forte del suo spirito pioneristico, Cantina Ruggeri ha lanciato il suo Wine Club.
    Il fenomeno Wine Club: dalle origini all’esperienza targata Ruggeri
    Le origini del primo Wine Club risalgono ai primi anni ‘70, quando Paul Kalemkiarian fondò il Wine of the Month Club negli Stati Uniti. Ogni mese Paul proponeva ai suoi clienti un vino bianco e uno rosso, recapitandoli per posta alle loro dimore. Complice l’evoluzione digitale che ha caratterizzato il mondo negli ultimi decenni, oggi i Wine Clubs rappresentano il luogo virtuale dove gli appassionati di una particolare cantina o denominazione possono fruire di un’esperienza a 360°.
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    Con spirito di innovazione, Cantina Ruggeri ha lanciato il Ruggeri Wine Club, nato per creare un rapporto diretto con chi ama i vini e la filosofia della storica Cantina di Valdobbiadene. Nel Ruggeri Wine Club è possibile accedere a servizi esclusivi, che comprendono la possibilità di acquistare i vini, anche in edizioni e formati speciali, a un piano fidelizzante dedicato e alla possibilità di ricevere in anteprima le novità della cantina. Tutto questo, avvalendosi dei consigli del Wine Club Manager, un ‘consulente’ che guida i soci in una sorte di enoteca virtuale e li accoglie nella grande Famiglia Ruggeri. Una famiglia che presto diventerà ancora più numerosa ed internazionale: da marzo infatti Ruggeri aprirà il Wine Club anche agli appassionati di Europa e del resto del mondo.
    Nuove soluzioni in un mondo in costante evoluzione
    Quello di Ruggeri rappresenta un esempio di wine marketing contemporaneo: la storica cantina di Valdobbiadene è riuscita infatti a coniugare l’ascesa di nuovi strumenti digitali con i canali tradizionali come l’Horeca, di cui da sempre Ruggeri è fiero ambasciatore.
    Il Wine Club funge da collegamento tra il mondo reale e quello digitale, facendo vacillare stanche e consolidate strutture che ad oggi sono costrette a rinnovarsi oppure scomparire. “Sebbene questo scenario possa intimorire, in realtà il Direct to Consumer rappresenta una soluzione aggiuntiva nonchè una solida promessa per il futuro vitivinicolo grazie ad un’esperienza di acquisto su misura che conduce ad un aumento della relazione tra la cantina e gli appassionati, sia essa tramite Wine Club o altri canali riservati ai consumatori”, afferma la direzione di Cantina Ruggeri.
    “Il Direct to Consumer è una realtà in costante crescita. La nostra volontà era avvicinarci a questo canale mantenendo gli stessi valori che caratterizzano la storia di Ruggeri. Volevamo uno strumento che valorizzasse la figura del wine lover e creasse sinergia con gli altri canali tradizionali, contribuendo al rafforzamento del marchio e al rapporto con il cliente” afferma la direzione. “Con il Wine Club abbiamo creato la naturale continuazione dell’esperienza che l’appassionato può fare in cantina e nel nostro Wine Shop oppure incontrando i nostri vini in altre occasioni. Coltivare i rapporti e instaurare legami duraturi è da sempre un obiettivo comune a tutte le nostre attività”
    Per informazioni: wineclub.ruggeri.it LEGGI TUTTO

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    Ornellaia 2018 “La Grazia”, Jan Fabre per Ornellaia Vendemmia d’Artista

    Axel Heinz, Giovanni Geddes da Filicaja e Ferdinando Frescobaldi
    “L’annata 2018 ha dato luce a vini di particolare armonia” commenta il direttore della tenuta bolgherese Axel Heinz, “in cui la sinergia e l’interazione tra i diversi terroir della tenuta hanno creato proporzione e complessità. Un vino dalla struttura morbida e setosa in cui tutti gli elementi si fondono in un’espressione di grazia e bellezza.” E in onore a questo senso di proporzione e simmetria, Axel Heinz ha definito “La Grazia” il carattere di Ornellaia 2018.
    L’artista chiamato ad interpretare tale carattere è il belga Jan Fabre, personalità eclettica e innovativa del panorama artistico internazionale. Alla continua ricerca di convergenze tra discipline diverse, Fabre propone un’inedita e personale interpretazione dell’arte visiva, coadiuvata da teatro e letteratura oltre a una ricca simbologia.
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    “La Grazia” di Ornellaia 2018 è il frutto di un’annata foriera di grande equilibrio. Dopo stagioni calde e secche sopra la norma, finalmente la terra ha ricevuto la pioggia e il freddo invernali necessari per un riposo e ripristino del ciclo vegetativo delle piante. La primavera si è tinteggiata di piogge che hanno dato nuova vita al manto della vigna, mentre l’estate è andata ad asciugare e stimolare la formazione dei frutti, culminando con l’invaiatura nelle giornate terse e soleggiate di fine luglio. Alla vendemmia, avvenuta tra il 31 agosto e l’8 ottobre, i grappoli erano sani e ben bilanciati tra acidità e zuccheri.
    Ispirandosi a “La Grazia” di Ornellaia 2018 come “dono divino della natura ed equilibrio di simmetrie e proporzioni”, Jan Fabre ha utilizzato il suo linguaggio e il prezioso oro rosso del golfo di Napoli, il corallo, per le sculture che sormontano tre Salmanazar (9 litri): A Candle of Mercy, The Crown of Kindness, The Heart of Virtue. “Credo che l’arte debba conciliare valori etici e principi estetici.” spiega l’artista belga. “Per questo motivo ho deciso di usare forme come il cuore, la corona, la candela e le ali nelle sculture per Ornellaia 2018. Sono simboli di passione, virtù e purezza, che prendono vita attraverso i piccoli rami e le perle di corallo rosso; e in “A Candle of Mercy” o “The Heart of Virtue” si sciolgono, come la grazia fondente del vino di Ornellaia.”
    Oltre ai preziosi 111 grandi formati di Ornellaia che verranno messi in vendita, Jan Fabre ha anche disegnato un’etichetta speciale per le bottiglie da 750ml, e infine creato un’opera site-specific per l’Orciaia dell’azienda: una serie di disegni ispirati alle sculture e alla medesima simbologia.
    Una delle tre Salmanazar di Ornellaia 2018 “La Grazia” intitolata dall’artista “The Crown of Kindness” sarà battuta – insieme ad altri grandi formati – all’asta online di Sotheby’s che si svolgerà a settembre del 2021. Collezionisti di tutto il mondo potranno aggiudicarsi i preziosi lotti e li riceveranno direttamente dalla suggestiva cantina di Bolgheri. Per il terzo anno consecutivo il profitto verrà devoluto a sostegno del progetto “Mind’s Eye” creato dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim.
    Jamie Ritchie, Worldwide Head di Sotheby’s Wine racconta: “Questa è la nostra 13esima partnership con Ornellaia per l’annuale appuntamento di Vendemmia d’Artista, ed è un evento molto speciale per noi perché sostiene cause artistiche di valore e combina gli eccellenti vini della tenuta con il genio degli artisti che vi partecipano. Con un’enfasi sui sensi, il progetto Mind’s Eye è stato il beneficiario ideale in questi ultimi tre anni. Attendiamo impazienti l’apertura dell’asta sul nostro sito, che avverrà più avanti nel 2021, con la selezione di bottiglie dell’annata 2018 “La Grazia” illustrata da Jan Fabre, e capitanata come sempre da una Salmanazar unica. Come negli anni precedenti, ci aspettiamo un vasto gruppo di offerenti internazionali desiderosi di acquistare bottiglie esclusive e godere di esperienze uniche”.
    Le donazioni raccolte attraverso Vendemmia d’Artista consentono di estendere il progetto a tutti i musei della constellation Guggenheim e far sì che la sua eccellenza continui a guidare la programmazione museale in diverse parti del mondo. “Con il continuo supporto di Ornellaia, abbiamo avuto la possibilità di ampliare la disponibilità e la risonanza del programma Mind’s Eye” ha commentato Richard Armstrong, direttore del Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation. “Ornellaia ci ha aiutato a rimanere connessi con i nostri visitatori attraverso programmazioni ad accesso esteso e la creazione di una nuova guida sensoriale che amplifica l’esperienza dell’essere al museo con un pubblico globale in continuo aumento. Parliamo per conto dei numerosi beneficiari della generosità di Ornellaia quando esprimiamo profonda gratitudine“.
    Giovanni Geddes da Filicaja, AD della tenuta bolgherese, ha dichiarato: “Dalla nascita di Vendemmia d’Artista nel 2009 abbiamo raccolto oltre 2 milioni di euro. È un’immensa soddisfazione veder crescere il progetto e sapere che il lavoro che stiamo facendo dà la possibilità alle persone non vedenti o ipovedenti di scoprire l’arte contemporanea attraverso l’uso dei sensi. Allo stesso tempo, il programma Mind’s Eye offrirà presto la possibilità di estendere lo stesso modello non solo in altri musei della fondazione Guggenheim, ma anche in altre istituzioni d’arte nel resto del mondo, e rendere così l’arte accessibile a sempre più persone”. LEGGI TUTTO

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    AIS Veneto: ampliata l’offerta formativa per il 2021

    AIS Veneto potenzia la propria offerta formativa abbinando ai nuovi corsi in presenza, in partenza nel mese di aprile, anche dei corsi online. AIS Veneto prosegue così il percorso intrapreso nel 2020 per rendere più flessibile e accessibile la propria proposta didattica. I nuovi corsi online sono studiati per ottimizzare i tempi senza rinunciare alla qualità della formazione che da sempre contraddistingue AIS. Al fascino delle degustazioni dal vivo si aggiungono i vantaggi della tecnologia, per dare vita a una più completa e sicura esperienza formativa.
    Dei 27 corsi in partenza per formare appassionati e operatori ben 15 si svolgeranno in modalità online. Al corso di primo livello, a partire da quest’anno si aggiunge anche il 2° livello nella stessa modalità, con le voci dei docenti protagonisti direttamente dalle più importanti zone vitivinicole d’Italia. L’offerta formativa online si completerà con il 3° livello che si terrà a settembre con una nuovissima full immersion nel mondo dell’abbinamento cibo-vino. È infatti prevista una serie di cene guidate nei ristoranti, che trasformerà il corso in una vera e propria esperienza nel mondo della gastronomia. Per chi invece desidera la formula tradizionale in presenza, sono previsti 12 corsi con posti limitati, in tutte le province del Veneto.
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    A partire dalla fine di febbraio, inoltre, tutti i primi livelli sospesi a novembre 2020 verranno chiusi con una degustazione online alla quale ha già aderito più del 90% dei corsisti iscritti ai corsi precedenti. I partecipanti verranno divisi in 3 gruppi che affronteranno il tasting in 5 incontri ognuno, in modo tale da permettere loro di proseguire il percorso didattico col livello successivo.
    “Verrà messa in campo un’operazione logistica senza precedenti – afferma Marco Aldegheri, Presidente AIS Veneto – che permetterà a oltre 600 persone di ricevere un kit di 20 bottiglie di diversi formati, tra vini, birre e distillati. I corsisti potranno stappare, tra le proprie mura domestiche, un numero di bottiglie complessivo confrontabile a quello che viene aperto in un anno in tutti i corsi del Veneto. Grazie al supporto professionale di Comunian Vini, 12 mila bottiglie saranno recapitate in tutta la Regione”.
    Numeri che non spaventano AIS Veneto “Siamo organizzati e abituati a gestire al meglio i tanti soci che accedono alla nostra formazione – prosegue Aldegheri – Ogni anno sono 55 i corsi realizzati mediamente, 400 i Sommelier che concludono il percorso formativo con una qualifica, 1200 le persone in formazione permanente, 11 mila le bottiglie aperte nei nostri corsi di formazione in cui sono coinvolti 60 docenti dal Veneto e dal resto del Nord Italia insieme a 30 direttori di corso, tutor e a 80 assistenti di corso. Senza dimenticare che, già dallo scorso anno, consegniamo tutto il materiale didattico a domicilio prima dell’inizio dei corsi”.
    Tutte le informazioni relative ai corsi e all’iscrizione sono disponibili sul sito: www.aisveneto.it/corsi LEGGI TUTTO

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    Vino, pacco solidale per la ripartenza

    “9×9=47. Pacco solidale per la ripartenza”, il progetto per riaccendere la speranza.

    Il pacco della ripartenza

      Nove giovani aziende, quarantasette ristoratori e un’immagine forte e carica di speranza: una vite sradicata e piegata, legata saldamente da tanti fili rossi ad una struttura metallica. “Sebbene sferzati da venti impetuosi siamo già pronti a ricominciare”, si legge nella lettera che accompagna una scatola contenente 9 bottiglie di vino, provenienti dalle cantine degli autori dell’iniziativa, che in queste ore viene consegnata nelle mani dei ristoratori: “tra i più colpiti in questi mesi, coloro che contribuiscono a dare valore ai vini artigiani. Un gesto per far sentire la nostra vicinanza.”
    Un anno, il 2020, che ci ha privati del piacere e della gioia di sedere nei nostri ristoranti preferiti, tuttora nell’incertezza di ciò che potrà accadere, ma senza abbandonarci allo sconforto, nutriamo la speranza che al più presto si potrà tornare a lavorare con impegno e dedizione.
    Da qui l’idea di regalare a quarantasette ristoratori sparsi in tutta Italia, scegliendo tra tutti quelli localizzati nelle province più piccole e disagiate a causa del lockdown, nove bottiglie di vino, le più rappresentative di ciascuna delle nove aziende, inserite in una scatola a forma di cubo, simbolo di pienezza, solidità e stabilità.
    “Gli stessi valori dei quali abbiamo ora bisogno più di sempre, dopo un 2020 terribilmente brutto e un 2021 ancora pieno di incertezze”, commentano i giovani produttori. Ed è per questo che al cubo è stata associata una pianta di vite, simbolo di vita, di adattamento, di resilienza. Un pacco solidale, che porta con sé un auspicio di ripartenza: soltanto uniti i vignaioli e i ristoratori si può ripartire.

    Villa Maiella a Guardiagrele (Chieti)

    I giovani produttori partecipanti all’iniziativa “9×9=47. Pacco solidale per la ripartenza” e i vini nella scatola sono:
    Luigi e Valentina Di Camillo – Tenuta i Fauri Abruzzo DOC Pecorino (Abruzzo) – ideatori e coordinatori del progetto –
    Paolo Bertani, Leonardo Di Vincenzo, Alfredo Colangelo, Manfredi La Barbera, Marianna Pastore, Loreto Lamolinara, Michael Opalenski – Masseria La Cattiva “Riposata” vino Rosso (Puglia)
    Davide Fasolini e Pierpaolo Di Franco – Dirupi Grumello Riserva Valtellina Superiore DOCG (Lombardia)
    Alessandro e Felicia Palombo – Luiano Chianti Classico DOCG (Toscana)
    Marco Cirese – Noelia Ricci “Il Sangiovese” Predappio Romagna DOC (Emilia-Romagna)
    Luca Baccarelli – Cantina Roccafiore “Fiorfiore” Umbria Grechetto IGP (Umbria)
    Alessandra Quarta – Sanpaolo Claudio Quarta “Totó Rosso” Campania IGP (Campania)
    Diletta Tonello – Tonello “ioTeti” Lessini Durello Metodo Classico (Veneto)
    Rocco Vallorani – Vigneti Vallorani “Polisia” Piceno Superiore DOC (Marche)

    Tags: #ripartenza LEGGI TUTTO

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    Perché investire su una strategia di brand sul digitale?

    Oggi più che mai sappiamo che il digitale è uno strumento fondamentale da tenere in considerazione nella comunicazione dell’azienda vitivinicola.
    Solo in Italia più dell’83% della popolazione usa internet per una media di circa 6 ore al giorno e oltre il 65% degli italiani usano i social media abitualmente, il 98% di questi da mobile.
    Questi dati sono lo specchio di un cambiamento determinante nel mercato e implicano la necessità delle aziende vitivinicole di capire e sfruttare le potenzialità del nuovo panorama digitale.
    Se da una parte abbiamo a disposizione un nuovo ventaglio di opportunità, dall’altra risulta necessaria una presenza professionale fatta di pianificazione e pensiero strategico.
    Come WineJob abbiamo da sempre impostato il nostro osservatorio sul mondo del vino per metterci al servizio delle aziende vitivinicole per aiutarle e guidarle verso l’innovazione, ecco perché crediamo che sia importante investire tempo e energie in una pianificazione strategicamirata al rafforzamento del brand e alla promozione dei propri vini.
    Ci sono quattro motivi per cui è fondamentale, prima di impostare la presenza sul digitale, definire una strategia per il proprio marchio:
    ValoreAttribuire valore al brand permette di costruirne la consapevolezza al pubblico, di aumentarne la riconoscibilità e di comunicarne l’unicità e la qualità.
    SignificatoI migliori brand rappresentano qualcosa che sia condivisibile dalle persone: un’idea, una posizione strategica, un set di valori o una voce fuori dal coro.
    DifferenzaMigliaia di brand competono per l’attenzione del pubblico. Non basta essere diversi, è necessario dimostrarlo e renderlo facile da capire.
    LongevitàAvere le idee chiare permette di rimanere flessibili e aperti davanti all’imprevedibilità e al cambiamento del mercato.
    Questi punti sono tra di loro sequenziali, in quanto il consumatore non potrà dare un significato ad un vino se questo non è prima rappresentativo di un valore o di un’identità, come non si può trovare un punto di diversità rispetto ai propri concorrenti, se a un determinato territorio vinicolo, ad esempio, non è attribuito un significato da parte dei suoi visitatori e abitanti.
    Comprese quindi le motivazioni che spingono ad approcciare un lavoro strategico, qual è quindi l’approccio e l’attitudine giusta da perseguire?
    AutenticitàPer definire i punti di forza e il proprio posizionamento l’azienda deve aver ben chiari i propri obiettivi, il target di riferimento, i mercati in cui opera e i valori aziendali alla base.
    CoerenzaQuando il consumatore si interfaccia con il brand e con i propri prodotti, deve sentirsi a proprio agio e deve aspettarsi in ogni momento quello che l’azienda comunica e dice di essere. Basta un elemento fuori posto per instaurare una sensazione di sfiducia e poca autenticità.
    FlessibiiltàDefinite delle pietre angolari del proprio brand, un’azienda di vino deve voler lavorare verso una strategia di marketing in continua evoluzione che vede nel cambiamento la chiave verso l’innovazione e il successo.
    VisioneUna visione concreta, articolata, un leader appassionato, e un sogno in cui credere sono le fondamenta e l’ispirazione dei migliori brand.
    Arrivati a questo punto diventa naturale volere trovare una risposta alle domande “Che cosa vuol dire creare un marchio? Perché è importante? I canali digitali ci possono aiutare?”Vogliamo rispondere con esempi concreti e con la giusta professionalità, ecco perché abbiamo creato l’ultimo corso sulla strategia digitale in collaborazione con Wellcom, agenzia di comunicazione che da anni si occupa della promozione internazionale del vino italiano e che collabora con successo con eccellenze italiane nel settore vitivinicolo e agroalimentare.
    É grazie alla expertise di Wellcom che durante il corso sarà possibile ascoltare le testimonianze e confrontarsi con aziende che hanno approcciato il cambiamento digitale con professionalità e competenza: Masi, Rivetto, The Grand Wine Tour sono alcune delle best practice di un settore in trasformazione.
    Durante il corso comprenderemo le fondamenta di una strategia di comunicazione vitivinicola, con l’obiettivo di permettere ai partecipanti di chiarire gli elementi di unicità su cui imperniare la comunicazione e le logiche della pianificazione digitale. LEGGI TUTTO

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    Come costruire una wine experience efficace intorno al cliente.

    Quali sono i meccanismi che permettono la fidelizzazione di chi viene in contatto con un’azienda vitivinicola?
    Valerie Benvenuti, Hospitality and D’Wine Club Manager presso Dievole, ci parla dell’argomento della sua lezione all’ultimo weekend del MIV, il corso in marketing internazionale del vino di WineJob, e di come sia necessario trasmettere la filosofia del brand attraverso tutti i suoi touchpoints, per creare un contatto duraturo e positivo con i propri clienti.
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    Il “Super Master” per manager dell’enoturismo, in Live Streaming dal 26 febbraio

    Donatella Cinelli Colombini
    La 24ORE Business School con il patrocinio di Assoenologi, Città del Vino, Federvini, Movimento Turismo del Vino e Unione Italiana Vini presentano il “Super Master” Enoturismo e firmano un accordo su un progetto di formazione enoturistica nazionale coordinato dall’Avvocato Marco Giuri e diretto da Donatella Cinelli Colombini. Un corpo docente interdisciplinare di altissimo livello formato da professionisti, accademici ed esperti di provenienza aziendale con l’obiettivo di creare i manager delle cantine turistiche e dei territori wine destination di tutta Italia.
    “L’obiettivo è di innalzare velocemente la qualità dell’offerta turistica di cantine e territori del vino per trasformarli in locomotori di sviluppo per le loro aziende, i loro territori e tutto turismo italiano” ha detto il coordinatore del progetto Avvocato Marco Giuri che da 22 anni si occupa di diritto vitivinicolo e consulenza legale per cantine di tutta Italia.
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    Dal 2016 l’Avv. Giuri segue la formazione del settore wine per la 24ORE Business School e in questa veste ha guidato il primo Master in Wine Hospitality nel 2019 a Firenze. Nel 2020 sempre Giuri ha dato vita al primo Corso online per il Consorzio di Bolgheri-Sassicaia.
    Esperienze che hanno messo in luce i bisogni formativi anche degli addetti alla wine hospitality e di quanti pensano al settore enoturistico per il loro futuro.
    Un settore cresciuto in poco più di vent’anni, che riguarda in Italia, dalle 25 alle 30.000 cantine aperte al pubblico e almeno 200 distretti enologici a forte vocazione turistica per i quali non esistono ancora figure professionali specifiche. “Si tratta di un comparto da oltre 2,5 miliardi di business, strategico per il nostro Paese, soprattutto con l’attuale crisi del turismo causata dal covid” ha spiegato Giuri sottolineando che “l’enogastronomia è la prima attrattiva verso l’Italia per i viaggiatori stranieri e i luoghi del vino sono gli unici immediatamente pronti a trasformarsi in destinations”.
    La creazione di un progetto formativo per manager e addetti al settore finalizzato ad innalzare velocemente l’offerta enoturistica nazionale ha mosso alla costituzione di una cabina di regia, la cui direzione scientifica è stata affidata a Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della Giornata Cantine aperte e prima paladina dell’enoturismo italiano.  La lettera di intenti, che formalizza il tavolo di lavoro che indicherà i bisogni formativi e i modi per soddisfarli, è stata firmata il 2 febbraio da Paolo Castelletti per Unione Italiana Vini, Nicola D’Auria per Movimento Turismo del Vino, Ottavio Cagiano de Azevedo per Federvini, Paolo Corbini per Città del Vino e Paolo Brogioni per Assoenologi.
    Il Master, in avvio il 26 febbraio in Live Streaming, ha dunque precisi ed ampi obiettivi e intende perseguirli usando un corpo docente di altissimo livello e contemporaneamente attento alla quotidianità aziendale, ma anche capace di proiettare in avanti l’offerta enoturistica italiana. Un approccio didattico che coinvolge figure molto diverse: dal primo firmatario del dispositivo di legge agli attori che insegnano il linguaggio del corpo, all’esperto di neuromarketing che spiega come sollecitare sensi diversi dalla vista dando ai futuri manager della wine hospitality gli elementi per creare le esperienze enoiche richieste dai nuovi visitatori delle cantine.
    Alle lezioni frontali si uniscono virtual tour nelle più importanti cantine del territorio.
    Per informazioni sul Master 24ORE BS contattare:Rita Grazianorita.graziano@24orebs.com LEGGI TUTTO