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    Chronicon Cerasuolo d’Abruzzo DOC: l’essenza del rosato abruzzese

    Da oltre quarant’anni, Zaccagnini è protagonista nella valorizzazione del patrimonio vitivinicolo e culturale abruzzese. Le uve autoctone del territorio e e le loro diverse espressioni rappresentano il cuore della sua produzione, dove il Montepulciano si rivela in tutte le sue sfumature.Tra queste, il Cerasuolo d’Abruzzo, primo rosato in Italia a ottenere, nel 2010, una DOC dedicata, è una delle espressioni più autentiche e distintive. Un vino che incarna perfettamente l’anima del Montepulciano in versione rosa: un equilibrio armonioso tra freschezza, fruttuosità e struttura, che lo rende immediatamente riconoscibile, anche per la sua inconfondibile tonalità. Il suo nome deriva dal latino cerasum (ciliegia), da cui anche cerasa in dialetto abruzzese, un chiaro riferimento al colore intenso che lo rende unico all’interno di questa categoria di vini.
    Il Cerasuolo è legato alla tradizione contadina abruzzese di metà Novecento, quando veniva presentato con orgoglio per arricchire le tavole conviviali. In un’epoca in cui la vinificazione si basava su conoscenze tramandate oralmente e strumenti rudimentali, questo vino rappresentava una sfida, richiedendo attenzioni particolari sia in vigna che in cantina.
    Oggi, Zaccagnini raccoglie questa eredità e la reinterpreta con la sua visione enologica, dando vita al Chronicon Cerasuolo d’Abruzzo, di cui l’annata 2024 è ora disponibile sul mercato.
    Il nome Chronicon è un omaggio al Chronicon Casauriense, un’importante raccolta di cronache medievali dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, redatta nel XII secolo e oggi conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
    Chronicon, il Cerasuolo d’Abruzzo custodito dalle montagne
    Le uve destinate alla produzione di Cerasuolo d’Abruzzo DOC provengono esclusivamente da vigneti situati su terreni vocati, in zone collinari. Per questa etichetta, Zaccagnini ha selezionato il vigneto Chronicon, antistante la cantina, situato nella Valle di Casauria. Qui, le viti di Montepulciano crescono su terreni argillosi di medio impasto, protette dalle montagne Majella, Morrone e Gran Sasso, che le riparano dalle perturbazioni garantendo una costante ventilazione e forti escursioni termiche che favoriscono maturazioni equilibrate e profili aromatici intensi e complessi.
    Dopo la vendemmia, nel mese di settembre, le uve selezionate vengono diraspate e pigiate. Successivamente, il mosto fiore viene estratto tramite pressatura soffice sottovuoto e sottoposto a un periodo di stabulazione a freddo di 10 giorni. L’affinamento sui lieviti avviene in vasche di acciaio inox fino al momento dell’imbottigliamento.
    Alla vista, si presenta con un intenso rosa cerasuolo dai riflessi brillanti. Al naso emergono note di fragola, ciliegia e frutta rossa matura. Al palato è avvolgente, con la freschezza e la salinità a trainare l’aromaticità di frutti di bosco verso un lungo finale.
    Grazie alla sua grande versatilità, Chronicon Cerasuolo d’Abruzzo si abbina perfettamente ad antipasti, salumi, primi piatti al pomodoro, zuppe di pesce saporite e carni bianche. LEGGI TUTTO

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    Menhir Salento diventa Menhir Marangelli

    La storica cantina Menhir Salento annuncia una nuova fase della sua evoluzione: nasce Menhir Marangelli. Un cambiamento di nome che non è solo un passaggio formale, ma il segno di una crescita naturale e consapevole, profondamente legata al territorio della Terra d’Otranto e alla visione del suo fondatore, Gaetano Marangelli.Un nuovo nome, un nuovo logo. Al posto dello storico scudo oggi compare il tarassaco, una pianta spontanea che rappresenta perfettamente la filosofia dell’azienda: resilienza, rigenerazione e capacità di espandersi nel tempo e nello spazio. Un segno di libertà e di connessione con la natura, con radici ben salde nel territorio e semi destinati a volare lontano, portando con sé il valore dell’autenticità.
    Dalla cantina alla Masseria: un progetto di enoturismo e accoglienza
    La produzione di Menhir Marangelli continua nella moderna cantina di Bagnolo del Salento, inaugurata nove anni fa, dove nascono le etichette che hanno fatto conoscere la cantina in tutto il mondo. Ma la grande novità è la recente apertura della Masseria Marangelli, un luogo che rappresenta il nuovo cuore pulsante dell’ospitalità aziendale.
    Situata nelle campagne di Palmariggi, Masseria Marangelli è il risultato di un importante progetto di recupero di una masseria storica, immersa tra vigneti, macchia mediterranea e il prezioso Orto-Vigneto. Questo spazio è pensato per offrire un’esperienza enoturistica autentica, in cui il vino diventa protagonista di un racconto che intreccia storia, paesaggio e cultura.

    La Masseria Marangelli è il luogo dell’Hospitality e delle Wine-Experience, pensato per accogliere appassionati e viaggiatori desiderosi di immergersi nella cultura vitivinicola della Terra d’Otranto. Qui, i visitatori possono partecipare a degustazioni guidate, passeggiate nei vigneti, esperienze sensoriali nella macchia mediterranea e percorsi dedicati alla scoperta dell’agricoltura sostenibile e della biodiversità.
    Ad arricchire l’esperienza c’è anche Origano, l’osteria del gruppo Menhir. L’orto della Masseria Marangelli è la sua speciale dispensa: da qui provengono le principali materie prime, seguendo il ritmo naturale delle stagioni e garantendo ingredienti sempre freschi e genuini. Origano è un luogo in cui la cucina pugliese tradizionale incontra una visione contemporanea, con piatti che valorizzano le materie prime locali e stagionali. La filosofia culinaria è semplice e raffinata: ingredienti freschi, selezionati con cura, e una proposta che esalta il legame tra terra e cucina.
    Gaetano Marangelli: “Prendersi cura della terra e investire sull’autenticità”
    “Il nostro lavoro è più di un mestiere: è un atto di cura verso la terra e un investimento sull’autenticità. Abbiamo voluto dare una nuova identità alla nostra azienda senza perdere il legame con le nostre radici, ma anzi rafforzandolo. Il nome Menhir Marangelli rappresenta non solo la nostra storia, ma anche il nostro futuro: un’azienda che produce vino con consapevolezza, rispettando il territorio e offrendo esperienze capaci di raccontarlo nella sua essenza più profonda” – Gaetano Marangelli, fondatore di Menhir Marangelli.
    Con questo nuovo percorso, Menhir Marangelli non cambia solo nome, ma rafforza la propria missione: produrre vini che siano espressione autentica del territorio, accogliere chi desidera scoprirlo e condividerlo, e tracciare un cammino in cui innovazione e tradizione si fondono in un’unica visione. LEGGI TUTTO

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    Il Consorzio Morellino di Scansano lancia il “Vinometro”

    Il Consorzio Morellino di Scansano annuncia l’introduzione di Vinometro all’interno del portale VisitMorellino, uno strumento innovativo e gratuito progettato per promuovere esperienze enoturistiche sicure, equilibrate e conformi alle nuove normative.
    Progetto dall’azienda Enoturistica di Simone Nannipieri, VINOMETRO si basa sul metodo di Widmark ed è ottimizzato per le esigenze del turismo enologico, permettendo di calcolare in tempo reale il Tasso Alcolemico Potenziale (BAC) e fornendo un Quality Score, indicatore che valuta la qualità e la sicurezza complessiva delle degustazioni proposte. Lo strumento considera variabili fondamentali come il numero di vini degustati, le quantità consumate, la presenza di abbinamenti gastronomici e la durata dell’esperienza, offrendo a cantine e visitatori un approccio responsabile alla scoperta del Morellino di Scansano. Le aziende vinicole possono così analizzare l’affidabilità e il bilanciamento delle proprie proposte, identificando eventuali aree di miglioramento per offrire esperienze sempre più curate e in linea con le aspettative di un pubblico consapevole.
    “La nostra missione è promuovere il territorio e le eccellenze del Morellino di Scansano, garantendo esperienze che siano memorabili ma anche responsabili” afferma il presidente del Consorzio, Bernardo Guicciardini Calamai. “Con VINOMETRO, forniamo un tool nuovo e accessibile a tutti per migliorare la sicurezza e la qualità del turismo del vino, aiutando le nostre cantine e gli operatori a progettare percorsi di degustazione che rispettino le esigenze dei visitatori.”
    La piattaforma VisitMorellino, punto di riferimento per la promozione del Morellino di Scansano, accoglie già VINOMETRO, rendendolo facilmente accessibile sia ai visitatori sia agli operatori. Lo strumento, intuitivo e gratuito, si propone come una risorsa chiave per il territorio, contribuendo alla costruzione di un modello di enoturismo moderno, responsabile e sostenibile.
    Il Consorzio conferma il proprio impegno nella promozione del territorio del Morellino di Scansano e del suo patrimonio enologico, attraverso attività di enoturismo sempre al passo con i tempi, dove pianificazione e conoscenza sono elementi centrali per garantire un’esperienza memorabile al visitatore.
    VINOMETRO è disponibile gratuitamente su: www.visitmorellino.com/vinometro LEGGI TUTTO

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    Premio Maculan: torna la competizione per i migliori abbinamenti di vini dolci e piatti salati

    Il 2025 vede il ritorno del Premio Maculan – l’ultima edizione, la 2020, era stata annullata a causa del Covid –, iniziativa della storica azienda agricola di Breganze (Vicenza) dedicata alla valorizzazione del miglior abbinamento di una portata salata a un vino dolce.La competizione è rivolta sia a cuochi professionisti che ad appassionati di cucina ed enogastronomia, dai 18 anni in su, che potranno inviare la loro proposta salata inedita, pensata per un vino dolce dell’azienda Maculan, entro il 13 aprile 2025.
    “A partire dagli anni ‘80 abbiamo scelto di studiare e interpretare a modo nostro l’antica arte produttiva dei vini dolci – spiega Fausto Maculan –, una nicchia tanto sfidante quanto affascinante per un vignaiolo, così come per un cuoco. Da sempre ci interroghiamo sul miglior modo di raccontare la nostra selezione, scegliendo sì le parole giuste ma anche accostamenti gusto-olfattivi ed emotivi capaci di spaziare dall’immediatezza della concordanza allo stupore dei contrasti. Ecco che la sfida che lanciamo ai partecipanti è proprio questa: decostruire per costruire insieme il presente e il futuro del vino dolce”. ​
    I partecipanti potranno elaborare la loro ricetta in abbinamento a una delle etichette di Maculan: il Torcolato, primo ambasciatore, inconfondibile per la tecnica di appassimento dei grappoli di vespaiola attorcigliati e appesi in fruttaio; il raffinato Acininobili, prodotto dalla medesima varietà autoctona intaccata dalla muffa nobile; il Dindarello a base di moscato giallo; il Madoro, vino passito rosso prodotto con marzemino e cabernet sauvignon.
    Le proposte potranno essere inviate attraverso il form sulla pagina dedicata presente nel sito aziendale e saranno valutate in prima battuta da un comitato tecnico che selezionerà i quattro finalisti.​​I cuochi saranno protagonisti della serata finale in programma lunedì 19 maggio 2025 in azienda per preparare il loro piatto di fronte a una giuria di qualità che, al termine dell’evento, decreterà il vincitore. Presidente della commissione sarà Daniel Canzian, chef e patron dell’omonimo ristorante nel cuore del quartiere milanese di Brera, che a livello internazionale ricopre il ruolo di Presidente europeo dell’associazione JRE – Jeunes Restaurateurs. Nato a Conegliano (Treviso), da principio lavora in illustri cucine d’Italia e Francia, fino al decisivo incontro con Gualtiero Marchesi che lo nominerà Executive Chef del suo gruppo. La cucina di Canzian si contraddistingue per la proposta gastronomica innovativa, che si fonda su ricerca, semplicità e stagionalità degli ingredienti, capace di attualizzare i piatti della tradizione con una particolare attenzione al patrimonio regionale veneto. Un legame con la terra di origine coltivato nel tempo e che si riflette nel sostegno al Premio Maculan.
    Per info, visitare il sito: www.maculan.net
    Per candidarsi, compilare il modulo al seguente link: https://forms.gle/Bz68jdZUcyZ5iUS88 LEGGI TUTTO

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    Curiosità enologiche dalla Basilicata. Tre vini e un tris di amori ardenti

    Tre etichette, tre cuori, tre passioni ardenti e delicate musiche di un’altra epoca, nella settimana che celebra la canzone italiana: sono i vini della linea Top che Cantina di Venosa dedica a tre personaggi nobili legati alla storia e al passato di questo borgo alle pendici del Vulture, in Basilicata.Sono il principe Gesualdo da Venosa, che fu tra il ‘500 e il ‘600 un grande compositore di madrigali, opere liriche e polifoniche caratteristiche del periodo barocco e rinascimentale; e artista a cui il cantautore Franco Battiato intitolò uno dei suoi testi, nel ’95, dal titolo “Gesualdo da Venosa”.
    Il vino Gesualdo è un Aglianico del Vulture inebriante, profondo e strutturato, che ammalia, dal calice rosso rubino intenso, che unisce delicati sentori di viola e ribes a liquirizia e riverberi minerali. Al palato è asciutto, pieno, intenso e piacevolmente tannico, perfetto per arrosti di carni bianche, primi piatti saporiti e formaggi speziati.
    Il secondo personaggio è la moglie Maria d’Avalos, nobildonna napoletana, a cui Cantina di Venosa dedica il d’Avalos, un bianco paglierino tenue ottenuto da uve Greco in purezza da vigne giovani (10-20 anni). Un vino aromatico, gioviale e avvolgente che si distingue per freschezza e il suo bouquet colmo di fiori e frutta; perfetto con crostacei e piatti di mare, meglio se profumati di erbe aromatiche della cucina mediterranea.
    L’Incòmodo è, infine, il rosato dedicato all’amante della nobildonna, il Duca di Andria, Fabrizio Carafa, che in etichetta appare strabico ma in realtà ha un occhio per la bella Maria e uno vigilante rivolto al marito Gesualdo. Ottenuto da uve Merlot, sembra interpretare alcuni versi che Battiato scrisse proprio nel testo dedicato al Gesualdo madrigalista (… “scocca la sua nota, dolce come rosa…”); non un vino di mezzo, ma un rosato seduttivo, elegante, dai chiari sentori di ciliegia e lampone, di grande equilibrio e da tutto pasto: antipasti di verdure o mare, minestre, zuppe di legumi, risotti, pesce, carni bianche, formaggi freschi.

    Fondata nel 1957 da 27 soci, Cantina di Venosa è una cooperativa di 350 viticoltori (oltre il 50% giovani) e 800 ettari di vigne. Complessivamente produce 2 milioni di bottiglie – su un potenziale di 5 milioni – in 21 le etichette, in maggioranza di Aglianico del Vulture Doc e Superiore Docg. Al prossimo Vinitaly belle novità. LEGGI TUTTO

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    Wine Paris, Sandro Bottega presenta in contemporanea 4 diverse annate di Prosecco

    In occasione di Wine Paris, fiera di riferimento del settore, in programma a Parigi dal 10 al 12 febbraio, Sandro Bottega introduce una novità epocale nel mondo del Prosecco, presentando in contemporanea 4 annate diverse del noto vino spumante. Bottega è la prima cantina di Prosecco a cimentarsi in una sfida di grande spessore nel segno della qualità assoluta, che è risultato di studio e di ricerca, oltre che di lunghe sperimentazioni, a cui per oltre 3 anni si sono dedicati gli agronomi e gli enologi dell’azienda di Bibano di Godega (TV).In questo contesto espositivo parigino vengono infatti lanciate 4 diverse annate: 2021, 2022, 2023 e 2024. L’obiettivo è di cogliere e valorizzare appieno le potenzialità di un vitigno, la Glera, che può esprimere non solo freschezza e aromaticità, ma anche struttura e complessità. Si tratta di vini di grande stoffa con le caratteristiche di una vera e propria Riserva che, già prima che la legge riconosca questa tipologia per il Prosecco, Bottega ha iniziato a produrre con fermentazione di 12 mesi in autoclave. Ne derivano profumi complessi, persistenza al palato e sapidità.
    Queste caratteristiche elettive, unitamente alla longevità, rendono pertanto questi spumanti affini, se non superiori a tanti affermati Champagne. Nel dettaglio sono caratterizzati da peculiarità uniche che ne elevano a 360° la qualità: Selezione di singoli vigneti nelle parcelle più vocate tra le Colline Patrimonio Unesco; Uve Glera coltivate all’insegna della sostenibilità e vendemmiate solo manualmente al momento della loro perfetta maturazione; Criomacerazione prefermentativa, per salvaguardare appieno la carica organolettica dell’uva; Affinamento in nuove autoclavi “orizzontali”, frutto della più avanzata ricerca tecnologica applicata all’enologia di qualità; Lunghi tempi di fermentazione, per ottenere vini con espressioni organolettiche differenti a seconda delle singole annate e dei diversi cru.
    Sono tutti vini spumanti Extra Brut, adatti ad abbinamenti importanti, non solo aperitivo, ma anche primi piatti gustosi e carni bianche o addirittura selvaggina. L’idea, nata alcuni anni fa e perseguita con lungimiranza, si propone di dare al Prosecco una nuova immagine e di costituire uno stimolo alla formazione di nuove generazioni di imprenditori, in grado di produrre anche cru d’eccellenza che verranno richiesti in ogni parte del mondo e serviti nei migliori ristoranti, stellati e tradizionali, ma tutti di alta classe.
    Il top di gamma della linea “Prosecco Premium Vintage Collection Bottega” sarà il Gold Stardust, annata 2021, ancora in fase di maturazione (250 € prezzo retail a bottiglia). Intanto è già pronta da una settimana un’altra release, annata 2021. Si tratta di Black Stardust (119 € prezzo retail a bottiglia). Riguardo al packaging la superficie esterna della bottiglia è arricchita da 3.000 cristalli neri, posizionati a mano per dare un effetto polvere di stelle. Si tratta un’inedita finitura total black impreziosita ulteriormente dall’etichetta e dalla capsula glitterate. In pochi giorni le prime 4.000 bottiglie sono già state vendute. LEGGI TUTTO

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    Coevo 2021 è unione di due terroir: Chianti Classico e Maremma in un’icona senza tempo

    Coevo, il vino icona di Famiglia Cecchi, celebra un nuovo capitolo con l’annata 2021. Questa edizione speciale, prodotta in 3.000 bottiglie, di cui circa 600 grandi formati, rappresenta una contemporanea espressione dell’esperienza vitivinicola in Toscana, un percorso iniziato da Luigi Cecchi nel 1893 con la fondazione dell’azienda a Castellina in Chianti. A diciotto anni dal debutto, Coevo evolve il proprio blend nel rispetto della sua identità originaria, mantenendo il legame con due delle aree più significative per Famiglia Cecchi: il Chianti Classico e la Maremma.Coevo nacque nel 2006 come omaggio a Luigi Cecchi, terza generazione e figura centrale per l’espansione dell’azienda, e inizialmente univa diverse varietà, tra cui Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, per esprimere la ricchezza dei terroir toscani. Con l’annata 2021, la visione di Coevo evolve verso una sintesi più precisa: un blend di uve Sangiovese dal vigneto Ribaldoni, nella tenuta Villa Rosa a Castellina in Chianti, e Merlot da Poggio La Mozza, parte della tenuta Val delle Rose in Maremma.
    “Questo è un vino che ha segnato, per così dire, la mia ‘svolta enologica’, – sostiene Andrea Cecchi – dandomi lo spunto per avvicinarmi al vigneto ed al vino con rinnovata dedizione e con il preciso intento di interpretare ogni annata al massimo della sua espressività. È quindi anche grazie a Coevo che ho compreso con chiarezza il percorso da intraprendere con la nostra azienda”.
    Coevo non è un vino qualunque: nato con l’intento di esprimere il genius loci di questi territori, rappresenta il dialogo tra le due zone produttive di eccellenza. Il risultato è un equilibrio capace di donare finezza, ampiezza e intensità al vino, originato da due cru prestigiosi ed emblematici per Famiglia Cecchi.
    “Coevo si presenta come una fusione di caratteristiche uniche: suoli antichi e complessi quelli del Chianti Classico, da dove provengono le uve di Sangiovese, che si connettono con quel microclima delicato dell’area della Maremma, fortemente influenzato dal mare, dove nascono le uve di Merlot. L’idea è quella di creare un vino che parli al nostro tempo, ma che sia anche capace di raccontare storie oltre il presente, proiettandosi verso nuove prospettive enologiche.” – spiega Miria Bracali, Enologa di Famiglia Cecchi.
    Il nome stesso, Coevo, evoca l’idea di contemporaneità e di connessione tra tempi diversi: è un vino che racchiude l’anima del passato ma che ha anche il potenziale di evolvere nel futuro, tramandando la storia dell’azienda e delle sue radici toscane.
    Annata 2021
    L’annata 2021 si è rivelata particolarmente favorevole, con un andamento climatico ideale per una maturazione lenta delle uve. L’inverno mite e piovoso ha garantito una buona riserva idrica, mentre la primavera fresca ha favorito la regolare fioritura e allegagione. L’estate asciutta e le piogge di fine agosto hanno permesso una maturazione ottimale, seguita da una vendemmia eseguita nelle giornate soleggiate di settembre e ottobre.
    “Coevo 2021 è figlio di una stagione che sembra essere scorsa con ritmi antichi, lenti e pazienti, espressione di un’annata che nel suo complesso potremmo annoverare tra le migliori di sempre.” – commenta l’enologa Miria Bracali.
    Vinificazione
    La raccolta manuale delle uve è stata seguita da una doppia selezione dei grappoli e da una pigiatura soffice. La fermentazione alcolica e la macerazione si sono svolte in acciaio, mentre l’affinamento è stato di 18 mesi in tonneaux di rovere francese, con ulteriori 10 mesi in bottiglia.
    Distribuzione
    Coevo 2021 verrà distribuito nei mercati chiave come l’Italia, gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e il Giappone, raggiungendo le migliori tavole del mondo.
    Luca Stortolani, Direttore Commerciale Italia di Famiglia Cecchi, commenta “Coevo rappresenta la nostra bandiera, il nostro biglietto da visita per tutti coloro che amano i vini capaci di grandi potenziali espressivi. Fin dalla sua prima annata, la 2006, Coevo ha incarnato il trait d’union tra la nostra azienda e l’alta ristorazione internazionale, che ha riconosciuto in questa etichetta il connubio tra le nostre eccellenze produttive del Chianti Classico e della Maremma. Stante la limitata disponibilità di bottiglie, lavoriamo con assegnazioni contingentate per Paese, dimostrazione dell’apprezzamento e dell’attesa riservate a questa nostra icona enologica.” LEGGI TUTTO

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    Coevo 2021 è unione di due terroir: Chianti Classico e Maremma in un’icona senza tempo

    Coevo, il vino icona di Famiglia Cecchi, celebra un nuovo capitolo con l’annata 2021. Questa edizione speciale, prodotta in 3.000 bottiglie, di cui circa 600 grandi formati, rappresenta una contemporanea espressione dell’esperienza vitivinicola in Toscana, un percorso iniziato da Luigi Cecchi nel 1893 con la fondazione dell’azienda a Castellina in Chianti. A diciotto anni dal debutto, Coevo evolve il proprio blend nel rispetto della sua identità originaria, mantenendo il legame con due delle aree più significative per Famiglia Cecchi: il Chianti Classico e la Maremma.Coevo nacque nel 2006 come omaggio a Luigi Cecchi, terza generazione e figura centrale per l’espansione dell’azienda, e inizialmente univa diverse varietà, tra cui Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, per esprimere la ricchezza dei terroir toscani. Con l’annata 2021, la visione di Coevo evolve verso una sintesi più precisa: un blend di uve Sangiovese dal vigneto Ribaldoni, nella tenuta Villa Rosa a Castellina in Chianti, e Merlot da Poggio La Mozza, parte della tenuta Val delle Rose in Maremma.
    “Questo è un vino che ha segnato, per così dire, la mia ‘svolta enologica’, – sostiene Andrea Cecchi – dandomi lo spunto per avvicinarmi al vigneto ed al vino con rinnovata dedizione e con il preciso intento di interpretare ogni annata al massimo della sua espressività. È quindi anche grazie a Coevo che ho compreso con chiarezza il percorso da intraprendere con la nostra azienda”.
    Coevo non è un vino qualunque: nato con l’intento di esprimere il genius loci di questi territori, rappresenta il dialogo tra le due zone produttive di eccellenza. Il risultato è un equilibrio capace di donare finezza, ampiezza e intensità al vino, originato da due cru prestigiosi ed emblematici per Famiglia Cecchi.
    “Coevo si presenta come una fusione di caratteristiche uniche: suoli antichi e complessi quelli del Chianti Classico, da dove provengono le uve di Sangiovese, che si connettono con quel microclima delicato dell’area della Maremma, fortemente influenzato dal mare, dove nascono le uve di Merlot. L’idea è quella di creare un vino che parli al nostro tempo, ma che sia anche capace di raccontare storie oltre il presente, proiettandosi verso nuove prospettive enologiche.” – spiega Miria Bracali, Enologa di Famiglia Cecchi.
    Il nome stesso, Coevo, evoca l’idea di contemporaneità e di connessione tra tempi diversi: è un vino che racchiude l’anima del passato ma che ha anche il potenziale di evolvere nel futuro, tramandando la storia dell’azienda e delle sue radici toscane.
    Annata 2021
    L’annata 2021 si è rivelata particolarmente favorevole, con un andamento climatico ideale per una maturazione lenta delle uve. L’inverno mite e piovoso ha garantito una buona riserva idrica, mentre la primavera fresca ha favorito la regolare fioritura e allegagione. L’estate asciutta e le piogge di fine agosto hanno permesso una maturazione ottimale, seguita da una vendemmia eseguita nelle giornate soleggiate di settembre e ottobre.
    “Coevo 2021 è figlio di una stagione che sembra essere scorsa con ritmi antichi, lenti e pazienti, espressione di un’annata che nel suo complesso potremmo annoverare tra le migliori di sempre.” – commenta l’enologa Miria Bracali.
    Vinificazione
    La raccolta manuale delle uve è stata seguita da una doppia selezione dei grappoli e da una pigiatura soffice. La fermentazione alcolica e la macerazione si sono svolte in acciaio, mentre l’affinamento è stato di 18 mesi in tonneaux di rovere francese, con ulteriori 10 mesi in bottiglia.
    Distribuzione
    Coevo 2021 verrà distribuito nei mercati chiave come l’Italia, gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e il Giappone, raggiungendo le migliori tavole del mondo.
    Luca Stortolani, Direttore Commerciale Italia di Famiglia Cecchi, commenta “Coevo rappresenta la nostra bandiera, il nostro biglietto da visita per tutti coloro che amano i vini capaci di grandi potenziali espressivi. Fin dalla sua prima annata, la 2006, Coevo ha incarnato il trait d’union tra la nostra azienda e l’alta ristorazione internazionale, che ha riconosciuto in questa etichetta il connubio tra le nostre eccellenze produttive del Chianti Classico e della Maremma. Stante la limitata disponibilità di bottiglie, lavoriamo con assegnazioni contingentate per Paese, dimostrazione dell’apprezzamento e dell’attesa riservate a questa nostra icona enologica.” LEGGI TUTTO