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    Sistema Prosecco: un anno di battaglie in difesa del nome

    Sono state oltre 135 le azioni legali portate avanti da Sistema Prosecco nell’anno che sta per chiudersi. Un numero davvero rilevante di vere e proprie battaglie condotte in decine di Paesi dei vari continenti, tutte con il comune denominatore della protezione del nome Prosecco in Italia e all’estero.
    Nato nel 2014 grazie alla volontà dei tre Consorzi che rappresentano il “Mondo Prosecco” (Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, Consorzio di Tutela della Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco e Consorzio di Tutela della Docg Asolo Prosecco), Sistema Prosecco ha implementato nel corso degli anni il numero di attività legali e le strategie volte alla difesa della notorietà del Prosecco, delle realtà che lo rappresentano e dei consumatori di tutto il mondo.
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    Asolo Prosecco più forte del Covid: +10% rispetto al 2019

    L’Asolo Prosecco chiude il 2020 a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate, con un incremento del 10% rispetto al 2019, quando le certificazioni erano ammontate a 17 milioni di bottiglie. Nonostante la congiuntura dettata dalla pandemia, le vendite dell’Asolo Prosecco si sono mantenute costantemente al di sopra dei livelli dell’anno precedente per tutto il 2020: in ottobre e novembre si è registrata un’ulteriore impennata, con 2,5 milioni di bottiglie certificate in ciascuno dei due mesi, così come si è confermato in accelerazione il mese di dicembre, che ha segnato una crescita del 34% rispetto all’ultimo mese del 2019.
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    Caviro chiude l’anno con un fatturato di 362 milioni di euro (+10%)

    E’ stato approvato questa mattina dall’assemblea dei soci il bilancio 2020 del Gruppo Caviro. Il fatturato consolidato ha raggiunto quota 362 milioni di euro (+10%), l’utile di esercizio è di 4,4 milioni di euro e il patrimonio netto si è assestato a 89,2 milioni di euro. A trainare le performances economiche sono state le vendite in GDO, l’Export e la produzione alcol di Caviro Extra. Nella stessa assemblea Carlo Dalmonte è stato confermato per altri tre anni alla guida del Gruppo.
    È un bilancio ben sopra alle aspettative quello approvato questa mattina dai soci del Gruppo Caviro per l’assemblea annuale. Agli ottimi risultati raggiunti dalle vendite di vino in GDO e all’estero si è infatti sommata la crescita del comparto di produzione e vendita di alcol, effetto direttamente collegato all’ondata pandemica che ha imposto igienizzazioni su piccola e grande scala, cui Caviro ha risposto in maniera tempestiva e proattiva. Gli investimenti effettuati nel corso degli ultimi due anni negli ambiti della ricerca e sviluppo, della tecnologica e della qualità del prodotto, hanno infatti permesso di fare la differenza soddisfando da un lato la domanda di prodotto da parte del consumatore finale e, dall’altro, garantendo il servizio e l’attenzione anche in momenti in cui l’approvvigionamento di materie prime, era un’esigenza reale e urgente.
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    «Lo scenario macroeconomico nazionale e internazionale è stato fortemente condizionato dalla pandemia – ha evidenziato Carlo Dalmonte, Presidente del Gruppo Caviro. – Le società e le attività del nostro Gruppo hanno subìto in forma diversa gli effetti dell’emergenza: se da un lato abbiamo dovuto prendere atto del rallentamento del mercato del vino nel canale Horeca, dall’altro abbiamo constatato l’incremento e le ottime performances di quelle indirizzate alla GDO, all’Export, alla produzione di igienizzanti e ai servizi per la filiera agroindustriale».
    Il fatturato consolidato del Gruppo nell’esercizio chiuso al 31 agosto 2020 ha raggiunto una quota di 362 milioni di euro. L’Ebitda sfiora i 27 milioni di euro, con una incidenza del 7,4% sul fatturato, mentre l’utile di esercizio è di 4,4 milioni di euro. Il patrimonio netto registra 89,2 milioni di euro la posizione finanziaria netta passa da 53,6 milioni di euro a circa 51,2 milioni di euro, grazie alla riduzione del circolante operativo. La composizione dei ricavi del Gruppo è così suddivisa: vino 69%; alcol mosti e acido tartarico 21%; energia e ambiente 10%. Gli investimenti ammontano a 24,5 milioni di euro.
    L’emergenza sanitaria cambia lo stile di consumo
    Sin dalle prime fasi dell’emergenza, in Italia si è registrato un trend positivo per il consumo di vino in casa. La Grande Distribuzione ha registrato diversi cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, molte categorie di base hanno evidenziato trend positivi e tra queste figura il vino confezionato. Nei 12 mesi (dal 31 agosto 2019 al 31 agosto 2020) i consumi di vino sono cresciuti del 3,8% a volume, mentre il dato di fatturato alle casse ha registrato un +4,4%.
    In questo contesto, Caviro ha confermato la propria posizione al vertice per quota di mercato a volume e a valore, registrando una crescita significativa specialmente nelle vendite dello storico marchio in brik Tavernello, cresciuto del 4,2% rispetto all’anno precedente, attestandosi su una quota di mercato pari al 35,1% del segmento brik.
    Quanto alle esportazioni, che incidono per un 28% sui ricavi totali del Gruppo, Caviro è riuscito ad invertire la tendenza negativa registrata dall’intero Paese e, più in generale, da tutti i grandi esportatori, segnando nel mondo vino B2C un significativo + 18% rispetto al pari periodo precedente.
    L’alcol di Caviro Extra
    I risultati positivi del Gruppo sono dovuti anche al buon andamento di Caviro Extra, la società controllata che si occupa della produzione di alcol, mosti e acido tartarico. Dal mese di marzo 2020 la pandemia ha infatti reso l’alcol prezioso e introvabile e Caviro Extra è riuscita ad aumentare rapidamente e significativamente la propria produzione, trasformando così un momento di difficoltà in occasione di resilienza e solidarietà verso la comunità.
    «Tale “reazione” – spiega Dalmonte – ci ha permesso di rispondere alla fortissima domanda ma anche di contribuire direttamente con donazioni alle farmacie del territorio, alla Protezione Civile e ad altri enti e associazioni locali».
    Una risposta non solo immediata ma anche innovativa quella di Caviro, che ha lanciato sul mercato un liquido detergente e igienizzate con formulazione specifica per le mani: un prodotto ottenuto dai sottoprodotti della filiera vitivinicola e agroalimentare.
    La sostenibilità, un valore coltivato dal Gruppo
    L’impegno nella sostenibilità contraddistingue da sempre l’operato Caviro. Tra i passi più significativi del 2020 c’è il raggiungimento dello standard Equalitas, un’importante Certificazione di Sostenibilità assegnata da Valoritalia che attesta l’efficacia del modello di economia circolare realizzato dalla Cooperativa in tutte le fasi della filiera produttiva.
    Contemplando in un unico strumento la dimensione ambientale, sociale ed economica, questo standard ha attestato l’impegno del Gruppo su tutti i tre livelli, attraverso l’applicazione di pratiche sostenibili e a basso impatto ambientale, la valorizzazione del prodotto dei soci e la tutela dei fondamenti etici (come confermato anche dall’ottenimento della certificazione SA8000, standard internazionale sulla responsabilità sociale d’impresa).
    «La sostenibilità – ha affermato il Direttore Generale SimonPietro Felice – è la capacità di resistere nel lungo periodo, di essere resilienti ai peggiori eventi, di esserci anche domani. Per noi di Caviro è un obiettivo coltivato in modo concreto e lungimirante, che aggiunge valore a ogni tassello dell’attività del Gruppo con lo sviluppo di progetti e processi sempre innovativi e coerenti. Non a caso sono ben 7 gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazione Unite per uno Sviluppo Sostenibile che abbiamo deciso di perseguire concretamente».
    Il Direttore Generale ha poi concluso: «Uno dei principali progetti strategici del triennio 2020-2022 è consolidare il posizionamento del Gruppo quale voce autorevole e di riferimento nell’ambito della sostenibilità. Lo scopo è far comprendere a tutti i clienti delle nostre aziende che Caviro non è solo un’azienda solida e affidabile ma anche, e soprattutto, una realtà etica e virtuosa, il cui modello d’impresa si dimostra vincente, capace di generare valore reale e condiviso: per le persone, per il territorio, per il pianeta». LEGGI TUTTO

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    Nasce WeTaste.Wine, la piattaforma per scoprire le piccole cantine d’Italia

    Tra i filari dei colli veronesi nasce WeTaste.Wine, startup specializzata in percorsi di degustazione di vini, prodotti da piccole cantine italiane.Scopo della nuova realtà digitale è quello di esplorare e condividere l’Italia del vino, quella delle realtà vitivinicole locali, attraverso una piattaforma semplice e rivolta sia ad un pubblico italiano che internazionale.
    Un viaggio ‘nel gusto’ che consente a tutti gli appassionati del mondo del vino di conoscere ogni mese una cantina diversa, attraverso una wine box dedicata, in coerenza con il territorio che si sta esplorando e le caratteristiche della stagione in corso. Un’avventura enologica che passa attraverso attività a conduzione familiare, storie di generazioni impegnate a lavorare e a preservare i vigneti, ma anche tanta innovazione e nuove realtà pronte a interpretare il vino ‘Made in Italy’ nelle sue molteplici sfaccettature. Dietro al progetto un team di esperti provenienti da diversi settori, dal marketing alla degustazione, composto da Matteo Sassano, Elena Tregnaghi, Annamaria Finarelli e Roberto Zanini.
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    Una guida esperta e tre percorsi
    Le etichette dei vini presenti sul mercato sono migliaia e spesso scegliere quella giusta diventa un’impresa, soprattutto online, in particolare se non si hanno conoscenze di base sul vino e sulle sue caratteristiche. Allo scopo di rendere la vita più ‘facile’ a chi decide di approcciare questo mondo, WeTaste.Wine propone dei percorsi di degustazione scelti da un team di Sommelier, una squadra tutta al femminile.
    Tre i percorsi proposti al momento del lancio ovvero Discovery, Magnificent e Nature, una scelta che varia tra vini di qualità superiore, vini importanti e vini sposati con la sostenibilità. Un aspetto rilevante è quello relativo alla scelta delle etichette: rivelate e raccontate soltanto a spedizione ricevuta. Quello che gli utenti sapranno in anticipo saranno informazioni relative al territorio e al tipo di vino, focus primario del progetto. Altri elementi di scelta da parte dell’utente sono la durata del percorso (se in abbonamento potrà essere interrotto in qualsiasi momento), la quantità di bottiglie e la possibilità di regalare uno dei percorsi.
    Un progetto ‘slow-commerce’: la fretta è nemica del vino
    Realizzare un buon vino è un progetto che impiega tempo, pazienza e risorse, per questo motivo le spedizioni di WeTaste.Wine avvengono una volta al mese. Una scelta sostenibile e fatta nel rispetto del vino, dei suoi tempi e di chi lavora in questo mondo, lontana dalla frenesia delle consegne rapide, del last minute e di quelle offerte al ribasso che sminuiscono il prodotto.
    “Nonostante il periodo complesso e incerto, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche, utilizzare e combinare le nostre esperienze lavorative, ma soprattutto intendiamo valorizzare la grande ricchezza che ci circonda, quella del vino”, spiega Matteo Sassano, Founder di WeTaste.Wine. “Partiamo proprio da qui, dalle vallate a cavallo tra Verona e Vicenza, terre di Garganega e Durella, la prima tappa di una serie di percorsi che si svilupperanno in base alla stagione e al territorio. Ogni mese vogliamo condividere un piccolo scorcio d’Italia, quella immersa nella cultura del vino, quella fatta di passione, costanza e qualità”.
    WeTaste.Wine – Il vino a casa tua
    Azienda italiana nata nel 2020, Wetaste srl ovvero WeTaste.Wine, è una piattaforma digitale specializzata nella vendita online di percorsi di degustazione di vini italiani. Esplorare l’Italia del vino e far conoscere cantine di medie e piccole dimensioni agli appassionati del vino è lo scopo principale dell’attività, che si concretizza in diversi percorsi di degustazione – Discovery, Magnificent, Nature – nella possibilità di scegliere durata dell’abbonamento, quantità di bottiglie e l’eventuale opzione regalo. Ogni mese una wine box, ogni volta una cantina da scoprire. Per maggiori informazioni www.wetaste.wine/it LEGGI TUTTO

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    Cantina Tollo chiude il bilancio in positivo

    Cantina Tollo chiude il bilancio con risultati positivi: l’azienda in relazione all’esercizio 2019-2020 ha redistribuito oltre 20 milioni di euro tra valore del conferimento dei soci, redistribuzione e indotto delle aziende locali. Una grande soddisfazione per il Presidente di Cantina Tollo Tonino Verna che, tracciando le linee guida per il futuro, ha comunicato la nomina di Andrea Di Fabio a Direttore Generale. La nuova carica si è resa necessaria alla luce della costante crescita della realtà teatina, che si configura oramai come gruppo di aziende. Figura di riferimento di Cantina Tollo, Di Fabio mantiene anche la posizione di direttore commerciale e marketing che ricopre da sei anni. In precedenza era stato direttore amministrativo del gruppo abruzzese.
    “La sfida che ho raccolto è oltremodo stimolante – spiega Andrea Di Fabio – il miglioramento dell’efficienza della struttura e l’ampliamento del business, in un periodo complicato come questo, pesantemente colpito dall’irrisolta problematica Covid, saranno i punti cardine del mio incarico. La gestione di Cantina Tollo sarà indirizzata al perseguimento di alcuni obiettivi che ritengo fondamentali nella conduzione aziendale e che dovranno permeare tutta l’organizzazione: dinamicità, determinazione e proattività saranno parole imprescindibili per ciascuna attività che andremo a porre in essere, ad ogni livello ed in ogni contesto”.
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    Continua anche il trend positivo dei vini biologici, che in un esercizio così difficile segnano una crescita a valore del 20% e a volumi del 19%. La quota di vino biologico in bottiglia raggiunge ormai il 9% del fatturato complessivo di Cantina Tollo. Ciò conferma anche il riconoscimento da parte del mercato della qualità e della distintività delle linea green del gruppo. Anche la Grande Distribuzione Organizzata continua il suo trend positivo incrementando il proprio fatturato a valore dell’11% e a volumi del 12%: una performance specifica del canale che si pone in continuità con gli ultimi due esercizi di bilancio e che evidenzia altresì una tendenza del consumo daily in ulteriore crescita. Il fatturato relativo all’imbottigliato, inoltre, risulta in linea con i dati registrati nel 2019. Un altro risultato importante raggiunto nello scorso anno dal gruppo Cantina Tollo è il debutto dei vini della DOCG Tullum, denominazione riconosciuta nel 2019 e messa in commercio nel 2020.
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    Cantina Tollo è oggi tra le più importanti e consolidate realtà del settore vitivinicolo italiano. Commercializza 13 milioni di bottiglie all’anno, vanta circa 700 soci e 2.700 ettari coltivati in un territorio da sempre vocato alla produzione vitivinicola. I vigneti di Cantina Tollo si estendono dalle colline del litorale fino alle pendici della Maiella, in un clima tipicamente mediterraneo, contraddistinto da escursioni termiche notevoli. La produzione è concentrata sui vitigni tipici e autoctoni del territorio (Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cococciola), coltivati tradizionalmente a pergola, con una spiccata vocazione alla sperimentazione in campo e in cantina. Le bottiglie Cantina Tollo sono distribuite in tutte le regioni italiane, in quasi la totalità dei Paesi dell’Unione Europea, in particolare Germania, Paesi Bassi, Francia, Danimarca e Regno Unito e, oltreoceano, in Giappone, Stati Uniti, Canada. Cantina Tollo guarda anche ai nuovi mercati emergenti come Russia, India e Cina. LEGGI TUTTO

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    Giuseppe Bursi riconfermato presidente della cooperativa Cantine Settesoli

    Giuseppe Bursi, presidente della cooperativa vitivinicola siciliana Cantine Settesoli
    Giuseppe Bursi, già presidente di Cantine Settesoli per il triennio 2017 – 2020, è stato nuovamente confermato dell’Assemblea dei Soci alla guida dell’azienda vitivinicola fino a dicembre 2023. Su un numero complessivo di soci aventi diritto di voto pari a 1584, i votanti effettivi sono stati 960; il presidente uscente si è aggiudicato il risultato straordinario di 700 preferenze, seguito da uno dei due vicepresidenti in carica, Antonino Scirica, con 656 voti, e da Giuseppe Antonio Bilà con 642 preferenze.
    La rielezone di Giuseppe Bursi è un importante segno di apprezzamento, nel segno di una continuità manageriale che ha portato importanti risultati sotto il profilo gestionale, economico e d’immagine. È, quello della continuità, un aspetto fondamentale per questa azienda vitivinicola che, fondata nel 1958, raggruppa oggi 6000 ettari di vigneto gestiti da 2000 soci che coltivano 34 varietà di uve nazionali ed internazionali: una enorme responsabilità sociale che deve essere necessariamente supportata da una visione chiara e a lungo termine, nella direzione della valorizzazione dell’ambiente, del turismo (è recente la partnership con il tour operator siciliano Aeroviaggi) e della gestione biologica dei vigneti.
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    Afferma Giuseppe Bursi: “Nonostante la pesantissima situazione pandemica, il piano di azione messo in atto dal Consiglio di Amministrazione ha permesso di poter affrontare questa crisi. Il nostro obiettivo è stato e sarà quello di dare riconoscibilità e valore ai marchi aziendali Settesoli, Mandrarossa e Inycon, costruendo una familiarità con i brand e facilitando le dinamiche di vendita. Saremo fedeli ai quattro presupposti fondamentali che hanno orientato le nostre scelte in questo passato triennio, e che si sono rivelate vincenti: sostenibilità e rispetto per l’ambiente, eccellenza, accessibilità, importanza della coltivazione biologica dei vigneti”
    L’efficacia di questo approccio è confermata dai dati di bilancio (1 luglio 2019 – 30 giugno 2020), presentati ieri all’Assemblea dei Soci. I dati di vendita di Cantine Settesoli per il periodo sopra citato registrano un consolidamento del fatturato dei brand aziendali nei canali della distribuzione organizzata, con un incremento costante del prezzo medio rispetto allo scorso anno.
    Gli effetti della pandemia da Covid 19 hanno di contro bloccato le vendite nel canale Ho.re.ca sia in Italia che nel mondo con una riduzione del fatturato da marzo a giugno 2020; le perdite sono state arginate con le vendite on line e con l’utilizzo di piattaforme e-commerce per la commercializzazione in Italia e nel resto del mondo. Sui mercati internazionali si è consolidato il fatturato dello scorso anno. La crescita registrata è stata qualitativa, coerentemente alla missione aziendale, con buoni risultati raggiunti per i marchi Settesoli e Inycon.
    Continua Giuseppe Bursi: “L’azienda sta focalizzando le proprie risorse ed il proprio impegno per cogliere tutte le opportunità offerte dal buon andamento delle vendite nel canale Off Trade sia in Italia che all’estero, in particolare nel mercato dei vini biologici e dei vini di alta qualità: siamo infatti convinti che queste attività ci garantiscano una migliore allocazione della produzione ed un più adeguato riconoscimento del valore alle uve conferite dai soci. Per raggiungere questi risultati il managemet dovrà rimanere fedele al proprio percorso,  che deve puntare a tre obiettivi principali: il rafforzamento  della competitività,  cercando di conquistare nuove posizioni di mercato a prezzi più remunerativi; il controllo della dinamica dei costi aziendali, attuando più incisivi processi di razionalizzazione delle spese di gestione; la continuità nell’orientamento  dei nuovi piani varietali, al fine di raggiungere un giusto equilibrio tra esigenza produttive e remunerazione riconosciute dal mercato”.
    Questo il programma del nuovo Consiglio di Amministrazione a partire da primi mesi del 2021:
    Lo sviluppo di nuovi progetti legati all’enoturismo e alla valorizzazione del territorio: sono conclusi da pochi giorni i lavori per la realizzazione della nuova Mandrarossa Winery, una magnifica cantina affacciata sul mare di Menfi dedicata esclusivamente alla produzione dei vini appartenenti al top brand di Cantine Settesoli
    Lo sviluppo di una nuova rete vendita per i vini Mandrarossa sull’intero territorio nazionale
    Un’attenzione particolare all’incremento delle vendite sul mercato USA che, per i vini Mandrarossa, verrà affidato ad una figura professionale dedicata
    Un forte e condiviso impegno ad investire risorse per l’aumento degli ettari di vigneto a conduzione biologica, perché la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono  – e sempre più saranno –  i valori  che orientano le scelte di Cantine Settesoli
    Un nuovo progetto dedicato al varietale Vermentino, vitigno dalle grandissime potenzialità che può dare risultati eccellenti nell’area di Menfi.
    “Ringrazio tutti coloro che hanno rinnovato la fiducia all’intero consiglio e a chi, al suo interno, ha scelto di prestare la propria opera per il bene comune”, dice il presidente Giuseppe Bursi. “I nostri soci viticoltori hanno premiato una gestione efficace, vicino alle loro esigenze concrete ma anche strategicamente orientata al futuro, con forti valori fondanti e una grande volontà di raggiungere traguardi di rilievo sotto il profilo della produzione, della vendita, dell’immagine. La forza di Cantine Settesoli è quella di essere una grande comunità con radici storiche profonde e un patrimonio ambientale e culturale unico al mondo; e noi consiglieri abbiamo scelto di fare la nostra parte per salvaguardare, valorizzare e far fruttare ciò che di più prezioso e incontaminato abbiamo ricevuto in eredità: la nostra terra”
    Questa la composizione del Consiglio di Amministrazione 2021 – 2023:
    Giuseppe BURSI Presidente
    Antonino SCIRICA Vice Presidente
    Giuseppe Antonio BILÀ Vice Presidente
    Vincenzo VETRANO Consigliere
    Salvatore LOMBARDO Consigliere
    Giuseppe PIAZZA Consigliere
    Antonino CRESPO Consigliere
    Liborio MARRONE Consigliere
    Carlo ARGIROFFI Consigliere LEGGI TUTTO

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    Antonella Corda e il vermentino di Serdiana

    Antonella Corda

    Un periodo della nostra esistenza molto complicato ci sta privando del piacere del viaggio fisico e dell’incontro con i vignaioli nella loro terra, nella loro casa. Certo la bottiglia è un vettore e, grazie l’assaggio, possiamo cogliere l’essenza del frutto di quelle vigne e del lavoro del viticoltore, ma per i luoghi, al momento, possiamo solo accontentarci del viaggio virtuale. Digitando Serdiana su Google, paese sardo dove ha sede la cantina di Antonella Corda, ho scoperto che a 4 km dal paese si trova un bacino di acque delicatamente salmastre denominato Su Stani Saliu. Le cronache narrano che, specialmente d’estate, per effetto dell’evaporazione, grazie al suo substrato argilloso, si assiste alla formazione di strati di sale. Non solo, le rive dello stagno sono ricche di tamerici, di giunchi e di erba corallina, tutti profumi che è facile ritrovare nei vini di Antonella e in particolare nel vermentino di Sardegna. Antonella Corda è figlia e nipote d’arte, suo nonno è quel gigante di Antonio Argiolas. Per tutta l’infanzia ha respirato mosto e pratiche di cantina e dopo la laurea in scienze e tecnologie agrarie presso l’Università degli Studi di Sassari, si specializza in Trentino-Alto Adige in gestione del sistema viti-vinicolo con un master presso la Fondazione Edmund Mach. Al suo ritorno in Sardegna, nel 2010, Antonella decide di mettere a frutto i suoi studi e le sue competenze iniziando a imbottigliare con il suo nome. In cantina si avvale della consulenza di un grande enologo che non ha certo bisogno di presentazioni, il toscano Luca D’Attoma.
    Il vermentino di Sardegna di Antonella Corda – degustazione verticale
    Si dice, e io sono pienamente d’accordo, che il miglior vermentino sardo sia proprio quello di Serdiana. I vini di Antonella vengono prodotti con uve derivanti dal cru vigneto Mitza Manna, vigneto prediletto del nonno di Antonella, Antonio Argiolas, che si estende per 6 ettari e si trova a 200 metri slm (sopra il livello del mare). È caratterizzato da varietà di uva autoctona a bacca bianca quali vermentino e nuragus. Il terreno è sabbioso, argilloso e limoso. La forte presenza di calcare esalta in questi vini la loro naturale freschezza e florealità. L’altro cru aziendale è il vigneto Mitza S’ollastu, situato al confine con il comune di Ussana, è coltivato con uve autoctone di vermentino e cannonau. Gli elementi del suolo, sabbia, limo, argilla e la forte presenza di ciottoli, sono in perfetto equilibrio per donare a questi vini un carattere deciso e genuino.

    Ziru 2018
    Ziru è un è un vino ottenuto da varietà locali a bacca bianca tra cui il vermentino e viene affinato in anfore di terracotta e prodotto in quantità davvero limitate, per l’annata 2018 solo 2000 bottiglie. I grappoli vengono raccolti manualmente a fine agosto e fatti macerare sulle bucce per venti giorni, per poi passare al successivo affinamento di 24 mesi in anfore di terracotta. Nessuna filtrazione prima dell’imbottigliamento.  Il nome Ziru è un antico termine sardo utilizzato per le anfore in ceramiche che servivano per conservare l’olio e il vino.
    Il naso è di una complessità unica, frutta matura con note dolci di uva passa e marzapane in evidenza, poi litchi, biancospino e camomilla. In bocca gioca sugli equilibri, espressivo e intenso ma nello stesso tempo molto delicato.
    Vermentino di Sardegna 2019
    È il vino della verticale che più di tutti ha reso vivido il pensiero di Su Staini Saliu di cui dicevo prima, proprio per la delicatezza salmastra. Al naso troviamo agrumi, fiori bianchi, una leggera nota di salvia. In bocca è caldo e avvolgente, di bella sapidità e con una freschezza incisiva.
    Vermentino 2018
    Il naso si fa più complesso rispetto all’annata 2019, virando su leggere note di idrocarburi accompagnate a frutta tropicale e zafferano.  In bocca però non è però espressiva come al naso, tuttavia è sorretto da una bellissima acidità.
    Vermentino 2017
    Eccolo il gioiello di Antonella, anch’esso accomunato dal tratto distintivo che accumuna il vermentino di Antonella, ma qui è tutto perfetto. Al naso anice stellato, finocchietto e agrumi, delicate note di idrocarburo. In bocca è pieno, elegante e persistente. Se proprio vogliamo cercare un paragone, di sicuro il Riesling è il vino al quale potremmo affidarci. Fulgido esempio di dove può arrivare il vermentino di Serdiana.
    Vermentino 2016
    La prima annata prodotta da Antonella Corda. Non ha la classe e la perfezione del 2017 ma permette di capire da dove è iniziato e dove potrà arrivare il percorso di Antonella Corda. Al naso la frutta tropicale diviene più matura, poi camomilla e un sentore netto di idrocarburi. In bocca è grasso e salmastro ma mantiene una discreta acidità, vino di fascino.
    Tags: antonella corda, antonio argiolas, cannonau, luca d’attoma, Mitza Manna, Mitza S’ollastu, nuragus, serdiana, su stani saliu, vermentino di sardegna, ziru LEGGI TUTTO