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    Fermento Milano, un modo nuovo per parlare di vino

    Milano, 11 Ottobre 2020 – Una location prestigiosa, una selezione di cantine da tutta Italia e il rispetto delle norme previste per garantire la sicurezza e il distanziamento interpersonale. Questi sono gli ingredienti di Fermento Milano, l’evento giunto alla sua 4a edizione, dedicato a tutti gli enoappassionati che offrirà la possibilità di degustare vini di piccole e autentiche realtà vitivinicole e apprenderne origini, filosofia e curiosità, guidati da relatori F.I.S.A.R.
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    La ripartenza del Lugana parla tedesco

    Gli impegni internazionali del Lugana ripartono dalla Germania. Non poteva essere altrimenti per la DOC che da sempre vede i tedeschi come i maggiori appassionati al mondo e che esporta nei paesi di lingua germanica circa il 40% del totale della produzione. A partire da lunedì 7 settembre, per una settimana, il Consorzio sarà protagonista di 4 appuntamenti che faranno tappa ad Amburgo, Monaco e Vienna.
    “La scelta di focalizzarsi sul mercato interno e sul centro Europa è dettata non solo dagli evidenti limiti imposti agli spostamenti internazionali, ma dalla effettiva potenzialità che risiede nei mercati di prossimità che hanno dimostrato, negli anni, una grande continuità e fidelizzazione – afferma il Direttore del Consorzio Andrea Bottarel –. E’ necessario continuare a presidiare i mercati esteri, intercettando i mutamenti in atto anche in paesi come la Germania, mercato storicamente “conservatore”, molto orientato al valore e a prezzi convenienti, dove invece si registra un’accelerazione alla tendenza verso marchi più ambiziosi e rivolti al consumatore, promossi sui social media e venduti attraverso l’ e-commerce, come emerge da una recente indagine di Wine Intelligence. Abbiamo perciò bisogno di innovare la nostra comunicazione, integrando gli eventi dal vivo con il digital, come prevede la strategia del Consorzio e promuovere una più profonda conoscenza della Denominazione in primo luogo fra la stampa e il trade”.
    Il primo degli appuntamenti che vedranno protagonista il Consorzio si terrà il 7 settembre presso il Se7en Oceans di Amburgo, in collaborazione con la prestigiosa rivista Vinum. 22 Lugana di annata 2019 saranno protagonisti di una degustazione alla cieca riservata agli abbonati della rivista, che potranno esprimere una votazione con punteggi da 1 a 20. La stessa tipologia di evento, sempre sotto l’egida di Vinum, sarà riproposta anche il 9 settembre al Pure Wine & Food a Monaco.
    L’8 settembre ad Amburgo, presso Villa Verde, centrale location di eventi e seminari sul vino in città, si terrà una Masterclass dedicata principalmente alla stampa condotta da Steffen Maus, wine journalist e Lugana Ambassador con una profonda conoscenza del vino italiano. La Masterclass proporrà in degustazione 4 Lugana DOC e 4 Lugana Riserva di differenti aziende, per dimostrare il potenziale espressivo delle due tipologie di Lugana che più vengono apprezzate all’estero e che da sole rappresentano circa il 98% della produzione.
    La trasferta si concluderà il 14 settembre a Vienna, con un’altra Masterclass in collaborazione con Wein&Kultur. L’obiettivo della manifestazione è proporre il Lugana al pubblico austriaco con un approccio più divulgativo e di presentarlo anche in abbinamento al cibo. La manifestazione sarà divisa in due momenti. Dalle 14:30 alle 18:00 c/o Augustiner Keller si terrà prima una Masterclass condotta da Walter Kutscher (Vice-Presidente Associazione Sommelier Viennese), a seguire un abbinamento cibo & vino (assaggio di tre pietanze per sperimentare l’abbinamento con il Lugana) ed infine un open tasting. Dalle 19:00 alle 22:00 il Consorzio insieme a Christian Bauer, altro Lugana Ambassador e firma di spicco della stampa enologica austriaca, proporrà invece una degustazione riservata su invito nel ristorante italiano O’ Sfizio. Anche in questo caso si presterà particolare attenzione al pairing, oltre che alla proposta dei vini in purezza. LEGGI TUTTO

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    Mirabella presenta i due nuovi volti fermi del pinot in Franciacorta

    Maniero Pinot nero e Palazzina Pinot bianco sono i due nuovi vini di Mirabella, che potenzia l’attenzione per queste varietà tanto da inaugurare la sua prima linea da vitigni vinificati fermi e in purezza. Una scelta nata dalla volontà di rilanciare un’altra espressione della terra franciacortina, soddisfando una domanda di mercato esistente per l’estero e sollecitandone una nuova a livello nazionale. Freschezza, immediatezza e tipicità sono le peculiarità della selezione, per la quale l’Azienda ha scelto i vitigni che ritiene maggiormente rappresentativi del territorio e del suo stile, con particolare riferimento al pinot bianco. Mirabella oggi è in grado di proporne tre interpretazioni con un approccio che potrebbe definirsi “didattico”: è presente in varie percentuali nelle cuvée dei Franciacorta, è vinificato in purezza nella versione Metodo Classico Brut Nature e fermo in Palazzina.
    Per la vinificazione dei fermi Mirabella ha scelto il cemento per la prima fermentazione di entrambi e per la macerazione del pinot nero. La nuova selezione, che sostituisce completamente le precedenti produzioni di fermi dell’Azienda, porta con sé anche una svolta nel packaging. In particolare si introduce l’utilizzo del tappo a stelvin, perfettamente in linea con le caratteristiche dei vini, sia dal punto di vista organolettico che stilistico. Le uve per Maniero e Palazzina provengono da vigneti condotti a regime biologico tendenzialmente più giovani rispetto a quelli destinati ai Franciacorta, ai quali si è aggiunto nell’aprile 2020 un nuovo impianto di due ettari, uno destinato al pinot nero e l’altro al pinot bianco.
    Due vitigni che quest’anno hanno vissuto una bella stagione per qualità e quantità dei grappoli: “Le rese sono state buona, tra gli 80 e i 90 quintali per ettaro, e lo stato di salute impeccabile – ha dichiarato Alessandro Schiavi, enologo di Mirabella – La vendemmia non è stata facile in quanto a gestione dei diversi stadi di maturazione, ma abbiamo interpretato con lungimiranza gli strani andamenti meteorologici di agosto e garantito la massima operatività in vigna e in cantina, oltre a una perfetta lavorazione delle uve in pressatura”. Da una prima valutazione delle uve e dei mosti, “il pinot bianco e il pinot nero – continua Alessandro Schiavi – hanno ottenuto il massimo delle performance con bellissime acidità. In sintesi, la vendemmia 2020 si è contraddistinta per finezza, eleganza e longevità”.
    Palazzina Pinot bianco è stato prodotto in 3.500 bottiglie mentre Maniero Pinot nero in 5.000 unità. La distribuzione sarà esclusivamente nel canale Ho.re.ca., in una fascia di prezzo attorno ai 15 euro. LEGGI TUTTO

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    Assoenologi, ISMEA, UIV: nell’anno del covid-19 il vino riparte dalla vendemmia

    Una qualità delle uve buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un’annata che si preannuncia interessante. Una quantità in linea con quella dello scorso anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai come quest’anno risente della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela.
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    Vino e Jazz, al festival “Una striscia di terra feconda” debutta il Premio Cincinnato

    Joachim Florent
    Debutta nel 2020 il “Premio Cincinnato”, uno speciale riconoscimento che lega musica e vino nella 23esima edizione de “Una striscia di terra feconda”, il festival franco-italiano di jazz e musiche improvvisate che si terrà dal 5 settembre alla Casa del Jazz di Roma. La cantina di Cori, piccolo centro della provincia di Latina a soli 60 km a sud di Roma, sarà quindi protagonista di una delle novità assolute della manifestazione ideata da Paolo Damiani e Armand Meignan, che ne sono anche i direttori artistici.
    Il premio quest’anno andrà al belga Joachim Florent, giovane contrabbassista che salirà sul palco domenica 6 settembre con Residenza d’Artista 2020 “Continuum & Singularity”, una produzione originale in collaborazione con l’Institut Français Italia, Ambasciata di Francia, Midj e Siae, realizzata insieme a Anais Drago, violino, Livio Bartolo, chitarra, Francesco Fiorenzani, chitarra, e Francesca Remigi, batteria. Questa la motivazione legata all’assegnazione del premio: “Per le sue inebrianti partiture: come la musica, il vino è cultura, ricerca, emozione, piacere. Il vino è musica”
    “Crediamo molto nella capacità del vino di comunicare, andando oltre il suo valore culturale e sensoriale – commenta Giovanna Trisorio, responsabile marketing di Cincinnato e coordinatrice del progetto -, per questo siamo davvero orgogliosi di salire idealmente sul palco di un festival così importante e portare un pezzo della nostra terra, delle nostre vigne e della nostra passione in giro per il mondo attraverso il linguaggio comune della musica”.
    Un appuntamento importante per la Cincinnato e per l’intero territorio vitivinicolo laziale, idealmente rappresentato dai vini dell’azienda pontina che saranno protagonisti delle cene del festival. La manifestazione – presentata nelle scorse settimane con appuntamenti “OltreRoma” a Palestrina, Caprarola e Subiaco – si aprirà ufficialmente sabato 5 settembre con il tango, nella Casa del Jazz a Roma, grazie alla “Soirèe Tango” con protagonisti Eric Seva con “Mother of Pearl” e a seguire gli Aires Tango di Javier Girotto. Il resto del programma è ovviamente rintracciabile sul sito ufficiale del festival www.associazioneteatrodellascolto.it.
    “Il vino e la musica sono dei simboli di condivisione – ha spiegato Joachim Florent in una recente intervista (la versione integrale sul sito www.cincinnato.it). Il vino prende tutto il suo senso nel momento del convivio, allo stesso modo anche la musica è l’occasione per le persone di ritrovarsi e condividere un momento unico, non dimentichiamoci che veniamo da diversi mesi passati rinchiusi in casa senza vedere nessuno”.
    “Un invito a uscire, a godere delle gioie della vita come la musica e il vino – ha commentato il presidente della Cincinnato Nazzareno Milita –, le distanze e gli accorgimenti imposti dalla situazione non devono insomma impedirci di stare insieme, di condividere emozioni pur se distanziati fisicamente”. LEGGI TUTTO

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    Vendemmia lunga, Monte Zovo punta sulla valorizzazione dei terroir

    Una vendemmia lunga e per singolo vigneto, per valorizzare al meglio l’identità di ogni terroir e vitigno. A Monte Zovo, azienda agricola della famiglia Cottini, la vendemmia 2020 prende corpo dando risalto alle qualità che caratterizzano l’impresa con sede a Caprino Veronese (VR) e proprietaria di 140 ettari di vigneti, distribuiti nelle tre denominazioni principali della provincia di Verona: Valpolicella, Garda e Lugana.
    La raccolta, partita a fine agosto, continuerà fino a inizio novembre con la vendemmia tardiva delle uve destinate alla produzione di Calinverno. Il vino di punta della Tenuta di Caprino Veronese nasce infatti dall’intuizione del titolare Diego Cottini di sfruttare la surmaturazione delle uve, lasciandole sul tralcio fino alla comparsa delle prime brine invernali. A caratterizzare la vendemmia di Monte Zovo è inoltre il progetto di single vineyards realizzato con le etichette della linea Ispirazioni Naturali, composta oltre che da Calinverno anche da Crocevento, Oltremonte e dagli ultimi arrivati Phasianus e Wohlgemuth.
    La vendemmia per ciascun vigneto avverrà in tempi e con metodi differenti di raccolta: si partirà con il Pinot Grigio, per la produzione del Wohlgemuth, dal 20 settembre circa toccherà alle uve del Bardolino, destinate ai rosati e in particolare al Phasianus, e infine si passerà alle uve per Oltremonte Sauvignon e Crocevento Pinot Nero con la vendemmia in alta quota.
    Nella lunga vendemmia di Monte Zovo rientra anche la raccolta intorno a metà settembre per il Lugana Le Civaie e in Valpolicella per l’Amarone, mentre a inizio ottobre toccherà all’uva durella per i vini Valpolicella e Valpolicella Ripasso della Tenuta di Tregnago.
    “La produzione prevista è nella media, nella tenuta di Caprino Veronese ci aspettiamo tra gli 80 e i 100 quintali per ettaro – commenta Diego Cottini – Tutto promette bene, solo un cambiamento climatico può rovinare e mettere in pericolo la qualità delle uve. I nostri vigneti, trovandosi a nord di Verona tra i 300 e 900 metri, sono stati colpiti in modo lieve e senza riportare danni ingenti dal maltempo che ha interessato di recente alcune zone della Valpolicella e del Lugana. L’abbassamento delle temperature ha favorito piuttosto un aumento dell’escursione termica a vantaggio delle uve in fase di maturazione”.
    Monte Zovo inoltre non sta riscontrando problemi nella gestione della manodopera, a seguito delle misure sanitarie messe in campo da Italia e altri Paesi per il contenimento del Covid-19. Viste le diverse tipologie di uvaggio con differenti epoche di maturazione e di conseguenza di raccolta delle uve, l’azienda della famiglia Cottini riesce infatti a coprire l’intera vendemmia con i dipendenti interni e con quelli assunti dalle cooperative di servizi stagionali. LEGGI TUTTO

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    Castello di Cigognola: la vendemmia 2020 affrontata con l’anima della start up

    In questo 2020 Castello di Cigognola ha rinnovato e potenziato un approccio alla vendemmia all’insegna della sperimentazione e della ricerca. L’Azienda Agricola di proprietà della famiglia Moratti ha posto la massima attenzione nella scelta delle date e delle modalità di vendemmia, cominciando la raccolta a inizio agosto in Oltrepo’, territorio in cui la vendemmia anticipata è stata decisione diffusa qualche giorno più tardi.
    L’avvio è avvenuto in seguito a una valutazione della maturità tecnologica, sensoriale e della qualità delle uve pinot nero attraverso un’analisi degustativa direttamente in vigna. Il metodo è stato messo a punto grazie anche alla collaborazione con Giovanni Bigot, titolare della società Perleuve e consulente agronomo di Castello di Cigognola. In particolare è stato applicato l’Indice Bigot, metodo scientifico elaborato dallo stesso professionista per conoscere il potenziale qualitativo di ogni singolo vigneto, monitorando 9 parametri attraverso l’applicazione 4Grapes.
    A seguito degli idonei parametri di maturazione sensoriale e della previsione di un’annata calda, si è quindi scelto di procedere con una vendemmia anticipata e scalare su singoli appezzamenti, in base alle caratteristiche tecnologiche delle bacche. L’obiettivo è preservare la complessità acidica e il pH delle uve destinate alle basi spumante, a cui è concorso anche l’utilizzo di grappoli recuperati dal diradamento dei vitigni pinot nero destinati alla vinificazione in rosso.
    “Scelte audaci ma dalle fondamenta solide, assunte da una vera e propria start-up del vino che fa suo un modus operandi nel quale tecnica e creatività sono in dialogo continuo – afferma Gian Matteo Baldi, AD di Castello di Cigognola – Conoscere a fondo e maneggiare con sapienza gli strumenti del mestiere permette di ritrovare la libertà espressiva e l’unicità identitaria imbrigliate da regole e protocolli che troppo hanno ingessato il mondo enologico nel nostro Paese. Lavoriamo per recuperare la dimensione antropocentrica del fare vino, in cui l’uomo, non la meccanica, è il filtro di tutte le decisioni prese”.
    Una struttura flessibile, quindi, che si avvale di consulenti esterni esperti e competenti che collaborano con giovani professionisti in un continuo scambio ed evoluzione di visioni, conoscenze e metodi. LEGGI TUTTO

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    Concorso Enologico Nazionale: ecco i vincitori Premio Qualità Italia 2020

    La sesta edizione del concorso enologico nazionale Premio Qualità Italia, organizzato dalla Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo”, si è tenuta dal 01 al 04 Luglio 2020. A conclusione delle fasi di degustazioni e successive attività di riscontro dei risultati e controllo documentale, come previsto dal regolamento e dal MIPAAF, è stato diramato l’elenco dei vincitori del Premio Qualità Italia 2020 per le varie categorie del concorso enologico; sono stati assegnati 21 Premi Nazionali, 100 Menzioni e 28 Speciali Attestati Regionali.
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