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    A Cormòns, nel Collio, le 30 vendemmie di Ronco dei Tassi

    Enrico e Matteo Coser
    C’è sul Monte Quarin, nel cuore del Collio Goriziano terra di grandi vini in Friuli Venezia Giulia, un posto magico, dove vigneti, bosco, radure si intrecciano e si compenetrano. La natura fa da protagonista, le vigne sono coltivate con passione, amore, sapienza antica uniti a tecniche colturali moderne ma estremamente rispettose dell’ambiente, il ronzio delle api che lavorano nelle arnie disposte sul limitar del bosco è l’unico lieve rumore (quasi una musica) che interrompe il silenzio.
    È Ronco dei Tassi, l’azienda che Fabio e Daniela Coser hanno fondato 31 anni fa sopra Cormòns, in località Montona, ed ora conducono con i figli Enrico e Matteo. Era il 1989 quando Fabio (noto enologo, consulente di importanti aziende) e la moglie decisero di acquistare un podere di circa 9 ettari, di cui 4 a vigneto, ai limiti del Parco naturale di Plessiva, zona di tutela ambientale ricca di flora spontanea e di numerosa fauna selvatica. La passione e il continuo impegno riposto in azienda, li ha portati a raggiungere importanti risultati e grandi soddisfazioni.
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    Sostenuti da tutto ciò, hanno acquistato nuovi vigneti con l’intento di aumentare lentamente la produzione aziendale mantenendo alto il livello qualitativo dei vini prodotti. Oggi Ronco dei Tassi – che ha tagliato felicemente il traguardo delle 30 vendemmie – si sviluppa su una superficie di 50 ettari di cui 23 a vigneto.
    “Il nome della nostra azienda deriva proprio dalla sua collocazione – spiega Enrico Coser – “Ronco” per via della disposizione dei vigneti in terrazze ben esposte, denominate appunto ronchi, “dei Tassi” perché qui vivono delle colonie di tassi che quando matura l’uva diventano ghiotti consumatori dei grappoli più dolci e ci avvisano che è il momento giusto per iniziare a coglierla.”
    Questo virtuoso rapporto fra bosco e superficie vitata, coltivata con tecniche estremamente rispettose dell’ambiente, consente di sviluppare realmente una viticultura ecosostenibile, a cui i Coser tengono assolutamente, a tutela dei loro consumatori e a garanzia di un futuro per il loro splendido territorio, che contribuiscono a preservare.
    “La nostra filosofia di produzione – spiega Enrico – si basa principalmente sulla rigorosa attenzione nella coltivazione e nei sistemi di allevamento del vigneto, con controlli qualitativi e quantitativi che ci permettono di arrivare alla trasformazione dell’uva in cantina nel modo più sano e naturale possibile. Tutto ciò ci consente di conservare nei nostri vini le caratteristiche e la qualità tipiche del frutto e del territorio da cui hanno origine.”
    La passione di tutta la famiglia, e il continuo impegno riposto con maestria in cantina, ha fatto raggiungere loro importanti risultati, tant’è che Ronco dei Tassi è oggi conosciuta per l’assoluta eccellenza dei suoi vini, pluripremiati da guide e critici italiani e stranieri. Basti ricordare che l’azienda nel suo complesso, una volta con un vino, una volta con un altro, si aggiudica da 20 anni i prestigiosi Tre Bicchieri del Gambero Rosso.  Di grande carattere e stile è il Fosarin straordinario Collio Bianco a base di Friulano, Malvasia, Pinot Bianco, portabandiera dell’azienda che non teme il tempo, molto apprezzato anche all’estero, che anche nella Guida del Gambero Rosso 2021 ha conquistato i Tre Bicchieri.
    Vini del Collio Ronco dei Tassi
    Fra i suoi estimatori, il noto critico James Suckling. Altrettanto unica la pluripremiata Malvasia, fra i 10 migliori vini italiani nella Guida 100 migliori vini d’Italia del Corriere della Sera, che Forbes Speciale Vinitaly 2019 ha inserito fra i 100 migliori vini al mondo. E’ una spiccata vocazione verso i vini bianchi quella di Ronco dei Tassi: oltre al Fosarin e alla Malvasia, produce Friulano, Ribolla Gialla, Pinot Grigio, Sauvignon. Ad essi si affiancano l’interessante (e di grande futuro) Collio Rosso Cjarandon a base di Merlot e Cabernet, e il prezioso Picolit.
    Apprezzatissimi sul mercato estero, dove viene esportato circa il 60% della produzione, li si trova in Italia nelle migliori enoteche, ma possono essere acquistati anche direttamente in azienda, dove su prenotazione è possibile fare interessanti degustazioni guidate. Vale la pena di andarci, anche per conoscere Enrico Coser e la sua straordinaria famiglia. E capire, conoscendoli, quanta passione, impegno, maestria c’è dietro un bicchiere del loro stupendo vino.
    Ronco dei Tassi
    Località Montona 19 – Cormòns (GO)
    Tel. +39 048160155 – www.roncodeitassi.it – info@roncodeitassi.it LEGGI TUTTO

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    Luca Giavi: Il mercato degli sparkling wines

    Nonostante il momento difficile per le vendite di vino, il settore degli sparkling wines sembra avere sempre una marcia in più.
    Luca Giavi, Direttore Generale del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco, ci parla dell’argomento del suo intervento al MIV, il corso in marketing internazionale del vino di WineJob, delle prospettive positive a livello internazionale della DOC Prosecco e del perché fare affidamento a dati puntuali e consultabili permette di indirizzare le scelte di mercato e ridurre il margine di errore.
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    Giacomo Tarquini: Come costruire un piano di marketing

    Un piano di marketing parte dall’analisi dei competitors e si snoda fino alla pura strategia di comunicazione del prodotto su diversi canali. Quali sono i passi che portano alla costruzione di un piano efficace?
    Giacomo Tarquini, Global Marketing Director di Duca Di Salaparuta, Florio e Corvo, ci parla del suo intervento al MIV, il corso in marketing internazionale del vino di WineJob, e del perché una case history di successo sia frutto di una pianificazione strutturata in tutti i suoi dettagli dal reparto marketing.
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    Il controllo di gestione dell’azienda vitivinicola

    Che cos’è il controllo di gestione e perché è importante applicarlo all’interno della struttura delle aziende vitivinicole?
    Il 14 e 15 Dicembre dalle 17:00 alle 19:00 approfondiremo insieme a Francesco Mangani i motivi per cui un sistema di controllo di gestione permette di avere un’immagine fedele della propria azienda e perché questo consente di individuare i punti di forza e debolezza con consapevolezza.
    Impareremo a determinare, per esempio, il costo dei singoli prodotti (dalla cantina all’imbottigliamento) e quindi a definire il margine disponibile, elemento indispensabile per gestire con molta più precisione la politica commerciale e massimizzare il risultato economico.
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    Vino, IMT: 3 milioni di euro per la promozione 2020-2021

    Oltre 3 milioni di euro di investimenti e una campagna di promozione globale a forte impatto digital. È la ricetta 2020-2021 dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che mette in campo un piano di rilancio basato su Ocm vino (più di 1,6 milioni di euro) e PSR Marche 2014/2020 – Misura 3.2 (quasi 1,5 milioni di euro) attraverso una strategia di promozione multicanale capace di oltrepassare le barriere e portare i vini marchigiani nel mondo. Oltre 150 le aziende del territorio coinvolte da entrambi i progetti, per un calendario che prevede la partecipazione a fiere ed eventi internazionali come Vinitaly e Prowein, azioni di marketing integrate sul web e sui canali più tradizionali, ma anche l’organizzazione di degustazioni e workshop riservati a operatori ed esperti, sia in modalità virtuale che in presenza.
    Tra i mercati target, Stati Uniti e Canada (che insieme assorbono quasi la metà del budget), poi Cina, Giappone, Svizzera e Russia, con l’esordio di Regno Unito e Corea del Sud. Per il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), Alberto Mazzoni: “Se consideriamo la forte crescita nei ranking della stampa specializzata internazionale, i nostri vini di punta hanno ancora ampi margini di espansione sulle piazze estere. Per questo, con il sostegno della Regione, oggi più che mai serve accelerare sull’export nei mercati di sbocco e in particolare nei Paesi terzi dove le potenzialità sono notevoli sulla fascia premium. Per esempio in Cina, con l’alta gamma data in crescita nei prossimi anni, abbiamo aumentato il plafond di quasi il 30% rispetto al budget della scorsa annualità. Un’occasione di rilancio dopo un anno nero – ha concluso Mazzoni -, vista anche la morfologia delle aziende, piccole e fortemente orientate alla qualità e che quindi hanno sofferto le chiusure dell’horeca in Italia e all’estero”.
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    E tra i top buyer per i vini marchigiani ci sono ancora gli Stati Uniti, seguiti da Germania, Svezia, Giappone e Regno Unito. Ambasciatore d’eccellenza, il Verdicchio, nelle Dop Castelli di Jesi e Matelica, con una produzione che nel 2019 ha superato i 20,7 milioni di bottiglie e che si concentra soprattutto nella zona di Ancona. Una provincia in cui, secondo Istat, anche nei primi 6 mesi del 2020 l’export ha continuato ad aumentare e rispetto al pari periodo di 3 anni fa è cresciuto di quasi il 30%. Sono in tutto 16 su 20 le Dop regionali tutelate da Imt, il maxiconsorzio di Jesi (An) che mette insieme 652 aziende associate per una rappresentanza dell’89% sull’imbottigliato della zona di riferimento, che copre la maggioranza delle esportazioni di vino marchigiane. LEGGI TUTTO

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    Prosecco Rosé DOC, Cantine Riondo lo presenta in tre diverse interpretazioni

    C’era grande aspettativa per il lancio sul mercato italiano e internazionale del Prosecco Rosé Doc, il vino che aggiungerà una nota di pregio, prestigio ed eleganza agli spumanti Prosecco Doc già apprezzati in tutto il mondo e Cantine Riondo non ha mancato l’appuntamento presentando in due linee tre diverse interpretazioni: Collezione Prosecco Rosé Extra Dry, Prosecco Rosé Cuvée 16 Extra Dry a firma Riondo e Prosecco Rosé Brut Casalforte, linea premium.
    Regolamentato dal nuovo disciplinare di produzione formulato dal comitato tecnico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Prosecco Rosé per Cantine Riondo nasce come Cuvée di uve Glera (al 90%) e Pinot Noir (al 10%) coltivate sulle colline fra le province di Vicenza e Padova che dominano la pianura padano-veneta. Qui la coltivazione della vite ha origine antiche, trovando un perfetto equilibrio fra composizione del terreno (roccia, argille rosse e terreni di origine vulcanica), altitudine che allontana la nebbia e le gelate tardive e ridotte precipitazioni annue.
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    Le uve Glera e quelle Pinot Noir vengono vinificate in parallelo seguendo protocolli studiati per individuare le masse qualitativamente più idonee all’assemblaggio. Le prime vengono pressate delicatamente ed il mosto ottenuto viene fermentato in serbatoi di acciaio alla temperatura controllata di 16°C. Per le uve Pinot Noir la vinificazione con le bucce è seguita con particolare attenzione per arrivare ad estrarre solamente il colore ed i profumi più eleganti che il vitigno sa esprimere, grazie anche ad una delicata macerazione a 22°C.
    L’equipe di enologi assembla poi in diversi blend i vini base spumante Glera e Pinot Noir, fino ad individuare il mix ideale capace di esprimere i sentori di frutta rossa e quel bouquet floreale che definiscono il profilo identitario dei nuovi nati in Cantine Riondo.
    Le cuvée vengono quindi trasferite in autoclave per una seconda lenta fermentazione seguita da un affinamento sui propri lieviti per almeno due mesi, fino a raggiungere quell’inconfondibile colore rosato e un perlage fine e resistente.
    Prosecco Rosé Casalforte, Collezione Prosecco Rosé di Riondo e Prosecco Rosé Cuvée 16 sono spumanti freschi e cremosi che al naso regalano meravigliosi profumi di rosa e viola, insieme a sentori fruttati di lamponi e fragoline di bosco tipici del Pinot Nero; il finale è un’esplosione di note succose di pesca e mela Golden, espressione dell’inconfondibile vitigno Glera. Perfetti come aperitivo e per accompagnare con stile ogni momento di festa.
    Nell’area di produzione del Prosecco la variante rosé generico era già presente, tanto che nel 2019 ne sono state prodotte 37 milioni di bottiglie. Con il nuovo disciplinare si è quindi voluto uniformare e regolamentare una produzione già presente per garantire al consumatore un prodotto di qualità e origine certificata, valorizzando al tempo stesso la qualità della Denominazione. Il Prosecco Rosé è la giusta risposta per un consumatore internazionale che esprime apprezzamento per un vino che raggiungerà nel 2022 25 milioni di ettolitri e 28/30 milioni nel 2035, secondo le previsioni formulate dal Consorzio di Tutela del Prosecco Doc.
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    Cantine Riondo SPA
    Controllata al 100% dalla cooperativa Collis Veneto Wine Group, Cantine Riondo nasce nel 2008 come società dedicata alla commercializzazione dei vini prodotti da Collis, con le uve conferite da Cantine dei Colli Berici e Cantina di Colognola ai Colli, cooperative di primo livello. Il modello organizzativo si rivela da subito vincente e porta l’azienda a raggiungere in pochi anni importanti traguardi. Distribuisce nei canali ho.re.ca e GDO in Italia e nel mondo con sei marchi che identificano diverse linee varietali della migliore produzione Doc e IGT veneta. LEGGI TUTTO

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    Cantina Bolzano: il vino che nasce ai piedi dei pendii innevati

    Nei vini di Cantina Bolzano c’è tutta la storia di persone sia di vigna sia di cantina che da decenni inseguono lo stesso obiettivo: esprimere al meglio un territorio vitivinicolo che unisce un carattere spiccatamente alpino ad influenze mediterranee. È il carattere di un vino che sembra scendere dalle montagne, quello di Cantina Bolzano, perché ancora in piena vendemmia i pendii sopra il capoluogo altoatesino iniziano ad essere spolverati dalla prima neve che pian piano trasforma il paesaggio dell’intera regione.  Con i suoi vitigni di fondovalle fino a quelli che arrivano a sfiorare i 1000 m s.l.m., dal oltre cento anni Cantina Bolzano è testimone di un territorio dove la viticultura eroica siede alla tavola dei suoi abitanti.
    Storia vitivinicola che “invecchia” come il buon vino
    Quella di Cantina Bolzano è una storia che per essere raccontata deve partire da radici che affondano in una terra, l’Alto Adige, con la più alta superficie (98%) soggetta al disciplinare della DOC. Un patrimonio preso in mano da Stefan Filippi, enologo di Cantina Bolzano ed allievo dello storico enologo Luis von Delleman con il quale già dal 1984 Filippi ha iniziato a sperimentare nuove tecniche vitivinicole pratiche sui pendii scoscesi delle colline attorno a Bolzano, confluite nella sua filosofia focalizzata sulla qualità dell’uvaggio a disposizione e sul motto “poco ma buono”. È al confine con le Alpi, in una delle città più calde d’Italia nei giorni d’estate, cullati dalle correnti fresche dei ghiacciai a pochi metri dalle cime innevate che nascono i vini di Cantina Bolzano.
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    Una cantina delle famiglie, come quelle di Hubert Mayr e Friedrich Röll i quali producono le loro uve a 1.000 metri d’altezza, dove il clima rigido è ammorbidito dai quasi 300 giorni di sole all’anno, mentre tra notte e giorno i vigneti beneficiano di un fondamentale sbalzo termico. Caratteristiche climatiche e geomorfologiche sulle quali Filippi ha costruito la sua filosofia del “Poco ma buono”, in una zona vitivinicola dove oltre alla composizione del terreno, alla densità degli impianti e alla forma di allevamento, sono le differenti altitudini rispetto al livello del mare a giocare un ruolo essenziale. “Limitiamo gli interventi sull’uva, sul mosto e sul vino allo stretto necessario, perché siamo consci che ogni operazione in più da al vino qualcosa di meno e anche perché ogni famiglia conferitrice di Cantina Bolzano così come ogni suo singolo collaboratore è il prodotto di una comunità che ha profondo rispetto per il suo prezioso territorio patrimonio UNESCO”, spiega Klaus Sparer, direttore di Cantina Bolzano.
    Produrre vino a due passi dai pendii innevati
    Con vitigni distribuiti per l’86% in zona collinare e che arrivano a superare anche il 70% di pendenza, Cantina Bolzano presta particolare attenzione nel supportare i suoi oltre duecento conferitori in ognuna delle fasi della lavorazione in vigna. “La lavorazione nei vigneti più ripidi comporta molte più ore di lavoro durante tutto l’anno, visto che le macchine speciali impiegate sui pendii operano con più lentezza, quindi, per raggiungere ogni anno una perfetta maturità dell’uva e la massima qualità nei vigneti ad altezze anche notevoli, cantina Bolzano punta a rese più basse”, spiega Filippi. Infatti, continua l’enologo di Cantina Bolzano “La condizioni di forte pendenza di molti nostri vigneti limita fortemente la meccanizzazione. Fino al 35% di pendenza si può meccanizzare molto, mentre dopo il 35% si deve passare a macchinari speciali più lenti di quelli usati in pianura e specialmente negli impianti nuovi si prova ad inerbire il vigneto (oppure effettuare la pacciamatura), per non avere degli smottamenti del terreno durante l’estate, quando i temporali – specialmente negli ultimi anni – riversano sulle colline acquazzoni importanti”, aggiunge Filippi.
    La distribuzione in altezza delle varietà di uva nei vigneti di Cantina Bolzano aiuta a spiegare l’entità dello sforzo messo in campo al fine di massimizzare non certo la resa, quanto la qualità del raccolto. Nella forbice 200-350 m. s.l.m. 84 conferitori crescono la quasi totalità delle varietà a bacca rossa vinificate da Cantina Bolzano. Tra 350 e 600 m. s.l.m. circa 90 conferitori crescono varietà come Schiava, Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot Grigio, Pinot Nero, Pinot Bianco, Kerner, Moscato Giallo, Moscato Rosa, mentre nella fascia di altezza posta tra 600 a 1000 m. s.l.m., una sessantina di conferitori si prendono cura dei vigneti coltivati a Pinot Bianco, Gewürztraminer, Müller Thurgau, Silvnaer, Riesling e Pinot Grigio.
    Il vino al tempo della neve
    E in caso di neve? In caso di nevicate sui vigneti a spalliera non succede nulla, mentre sui vigneti a pergola potrebbe succedere che la neve si depositi sul legno della vigna e con il suo peso la struttura non regga più. Per questo motivo, appena vengono completate le varie fasi della vendemmia, circa verso inizio novembre – quando già i venti freddi scendono giù dalle montagne le quali iniziano a ricoprirsi di neve – i contadini iniziano le operazioni per la riduzione dei tralci, oltre alla potatura delle vigne, molto spesso accompagnate dall’estirpo delle vigne vecchie e la preparazione del terreno per il reimpianto nell’anno a venire. In questo modo, la neve non trova più tanta superficie dove depositarsi, i vigneti possono andare in letargo e i viticoltori trovare un momento di pausa, in compagnia delle proprie famiglie e delle proprie tradizioni. LEGGI TUTTO

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    Nasce la Friuli Colli Orientali e Ramandolo Academy

    Il 2020 è sicuramente un anno che verrà ricordato per molti motivi, molti dei quali non esattamente legati al mondo del vino e decisamente non piacevoli. Il 2020 coincide anche con il 50° anniversario della Doc Friuli Colli Orientali e del Consorzio ed avrebbe previsto diverse attività ed eventi in grado di festeggiare tale ricorrenza tracciando un segno per il futuro della denominazione.
    Allo stesso tempo, a partire dalla fine del 2019 una serie di iniziative dedicate a professionisti del mondo della ristorazione stavano cominciando a prendere piede trovando crescente riscontro. Lo stop imposto dalla pandemia non ha comunque frenato le attività tecniche e di promozione che si sono adattate alle esigenze.
    Per riuscire a dare un segno concreto di continuità e di speranza e festeggiare allo stesso tempo la ricorrenza del 50° anniversario il Consorzio inaugurerà la Friuli Colli Orientali e Ramandolo Academy.
    Un luogo, dedicato alla formazione di alto livello dei professionisti, aperto tutti i giorni su prenotazione, con 35 postazioni dispencer per poter in autonomia degustare vini provenienti da tutta la denominazione con focus dedicati periodicamente e la possibilità di conoscere le differenze e le particolarità di ogni singola zona dei Colli Orientali. Con l’aiuto del grande lavoro dei tecnici del Consorzio che da oltre 13 anni raccolgono i dati stagionali nella relazione tecnica “Le Stagioni e le Uve” si potrà essere introdotti, degustando alla comprensione dei sentori specifici di ogni angolo della denominazione. Il desiderio è quello di trasformare l’Academy in una vera e propria “fabbrica” di emissari dei Colli Orientali del Friuli, permettendo a ristoratori, enotecari, sommelier, giornalisti e Winelovers di potersi specializzare profondamente divenendo poi i veri e propri promotori della denominazione una volta formati.
    L’Academy sarà dotata di una postazione multimediale con un grande schermo in grado di proiettare non solo dati e presentazioni, ma anche di potersi collegare on Line ed organizzare degustazioni a distanza per poter far conoscere i Colli Orientali in tutto il mondo, unendo quindi quello che la pandemia ha reso ormai di continuo utilizzo.
    Un luogo unico in Regione e non solo, capace di trasformare la promozione in risorsa per tutti e condividendo le conoscenze e le professionalità accumulate dalla struttura del Consorzio.
    Nel momento in cui il mondo chiude, il Consorzio Friuli Colli Orientali e Ramandolo apre una porta per il futuro della denominazione.
    Per saperne di più:

    Tags: colli orientali, colli orientali academy, ramandolo LEGGI TUTTO