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    Trentino, ad ottobre si celebra il Müller Thurgau

    Dal 15 al 17 ottobre, a Palazzo Roccabruna-Enoteca Provinciale del Trentino, la XXXIII edizione della rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna, nata per celebrare il vitigno a bacca bianca che in Trentino, e in particolar modo in Valle di Cembra, ha trovato terreno fertile per esprimersi al meglio.
    Da ogni crisi, può nascere un’opportunità. E così, il Comitato Mostra Valle di Cembra che da oltre trent’anni organizza Müller Thurgau: Vino di Montagna ha individuato nella particolare situazione attuale l’occasione per realizzare un’edizione diversa di questa storica rassegna, grazie al supporto di Trentino Marketing e al coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest.
    L’evento, nato per celebrare e far conoscere il vitigno protagonista della viticoltura eroica della Valle di Cembra attraverso degustazioni aperte al pubblico e un prestigioso concorso enologico internazionale, è slittato da inizio luglio – periodo in cui tradizionalmente si svolge – alle giornate del 15-17 ottobre. Una bella occasione per gli ospiti che parteciperanno di poter visitare il Trentino in un momento dell’anno altamente attrattivo come l’inizio dell’autunno, quando il panorama è impreziosito dalle innumerevoli sfumature di colori caratteristiche dell’autunno.
    L’appuntamento per poter degustare le diverse espressioni di questo vitigno a bacca bianca, nato a fine 800 per mano del Prof. Hermann Müller attraverso l’incrocio tra Riesling Renano e Madeleine Royal, è a Palazzo Roccabruna – Enoteca Provinciale del Trentino, messo a disposizione per l’occasione dalla CCIAA di Trento, dove da giovedì 15 a sabato 17 ottobre sarà possibile degustare tutte le etichette candidate alla XVII edizione del Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, organizzato in collaborazione con il Consorzio Vini del Trentino.
    Nonostante per quest’anno siano stati archiviati i momenti di piazza nel borgo di Cembra, dove solitamente le giornate della rassegna venivano impreziosite da concerti e varie iniziative, si suggerisce di dedicare una visita alla Valle di Cembra per ammirarne i tipici vigneti terrazzati, che si rincorrono per oltre 700 km su ardite pendenze offrendo all’ospite fin dal primo sguardo il vero significato di “viticoltura eroica”.
    L’occasione è rappresentata dal convegno aperto al pubblico organizzato per raccontare il recente inserimento della Valle nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici d’Italia. Nel corso dell’incontro, in programma per sabato 17 ottobre alle ore 10.00, verrà presentato lo studio realizzato per ottenere il prestigioso riconoscimento: un importante documento che ripercorre gli ultimi 60 anni di storia della Valle, tra storia vitivinicola e scelte politiche orientate allo sviluppo territoriale legate a questa importante filiera del territorio.

    Profilo manifestazione
    La Rassegna Internazionale Müller Thurgau: Vino di Montagna è organizzata dal Comitato Mostra Valle di Cembra, con il supporto di Trentino Marketing e il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, oltre alla collaborazione di Provincia Autonoma di Trento, APT Pinè Cembra, Comunità della Valle di Cembra, BIM dell’Adige, Comune di Cembra Lisignago, Comune di Giovo, Comune di Altavalle, Fondazione Edmund Mach, Consorzio Vini del Trentino, Istituto Tutela Grappa del Trentino, Cassa Rurale Rotaliana e Giovo, Cassa Rurale Trento-Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra, Pastificio Felicetti, Acqua Cedea.
    www.mostramullerthurgau.it
    Profilo Müller Thurgau
    Nato tra il 1882 e il 1891 dall’incrocio di Riesling renano e Madeleine Royal per mano del prof. Hermann Müller, il Müller Thurgau è un vitigno che matura al meglio in montagna e che in Valle di Cembra, territorio al riparo da montagne e boschi e caratterizzato da terreni porfirici e forte escursione termica, ha trovato il suo habitat ideale. Dalla vinificazione delle sue uve, si ottiene un vino bianco di colore giallo paglierino scarico con riflessi verdolini, una componente aromatica molto evidente, con sentori di erbe aromatiche, sambuco, frutta tropicale e agrumi. Sapido, minerale, con piacevole acidità: tipiche caratteristiche dei vini di montagna.
    Profilo Valle di Cembra
    Paesaggio rurale storico d’Italia e membro dell’”Alleanza Mondiale dei paesaggi terrazzati”, è caratterizzata da terreni porfirici e da una forte escursione termica ed è emblema nazionale ed internazionale della viticoltura eroica di montagna. Attraversata dal torrente Avisio, oltre che per i suoi vini e per le sue grappe, è conosciuta a livello mondiale per la presenza di porfido, definito “oro rosso”, e per le Piramidi di Segonzano, monumento naturale frutto dell’erosione dei fianchi dei monti.
    Tags: muller thurgau, trentino, trentino wine fest, val di cembra LEGGI TUTTO

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    Hic et Nunc: Un nuovo concetto di cantina nel Monferrato

    Hic et Nunc, giovane realtà vitivinicola di Vignale Monferrato, ha inaugurato e aperto al pubblico la sua “cantina trasparente”, una struttura unica per il panorama del Monferrato. Un luogo sognato e progettato per offrire un’esperienza immersiva, fisica e sensoriale, all’interno del territorio. Un progetto visionario, firmato dall’architetto Gianluca Erroi, dove lo “sguardo” è il protagonista. Le grandi vetrate che corrono su tutti i lati e la posizione “a raso” sui vigneti, permettono agli ospiti di gettare l’occhio sull’esterno e l’interno della produzione vitivinicola, seguendo l’intero processo di vinificazione: dal vigneto alla barricaia.
    “I lavori per la realizzazione della nostra cantina sono iniziati nel 2018 – dichiara Massimo Rosolen proprietario di Hic et Nunc – Ricavata da un “taglio” della collina e, per la maggior parte, interrata, l’edificio riduce il più possibile l’impatto paesaggistico in un territorio che l’Unesco ha riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Gli spazi, distribuiti su tre piani, si configurano come un viaggio verso il “segreto del vino”. Un luogo aperto, accogliente, di stile contemporaneo e “trasparente” grazie all’impiego di vetro e acciaio. Un luogo ideato perché il visitatore possa fare esperienza diretta del vino e del suo territorio, immergendosi nella bellezza, nella storia e nella dimensione produttiva di Hic et Nunc. Un modo nuovo di guardare al Monferrato del vino”
    Dalla terrazza con affaccio panoramico e pavimentazione in larice, destinata agli eventi aziendali e alle degustazioni all’aperto, si scende al primo piano, dove enormi vetrate al livello del vigneto fanno immergere il visitatore nella Valle della Fons Salera, tra Vignale Monferrato e Casorzo: mosaico di vigne, campi coltivati e boschi, un tempo celebre per le sue acque termali. Le vetrate corrono anche sui muri interni, aprendo lo sguardo sui reparti di vinificazione e sulla barricaia, realizzando quella “trasparenza produttiva” che è alla base della filosofia produttiva di Hic et Nunc. Fra le vigne e la barricaia è stata posizionata la sala degustazione e il wine-shop, spazi fisici e simbolici, incastonati fra l’alfa e l’omega del processo produttivo: l’origine del vino e il suo affinamento, aprendo quello che solitamente si propone come uno spazio chiuso, quasi nascosto e poco accessibile.
    Visionaria, contemporanea, esperienziale. La cantina di Hic et Nunc si pone come un nuovo un punto di riferimento per tutto il territorio: un luogo dove vigna, storia e lavoro si arricchiscono l’un l’altro e, attraverso il loro legame misterioso e inscindibile, danno origine alla meraviglia del vino.
    Per visite e prenotazioni:
    Email: info@cantina-hicetnunc.itTelefono: (+39) 0142 670165 LEGGI TUTTO

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    La cantina I Clivi si veste di rosso con il suo primo Schioppettino

    Autoctono e fragrante, originariamente contemporaneo: è il nuovo vino da uve Ribolla Nera de I Clivi, cantina tradizionalmente bianchista a cavallo del Collio e dei Colli Orientali del Friuli che nei giorni della vendemmia ha stappato la prima bottiglia del suo “Schioppettino”.
    Come accade già per tutti i vini bianchi dell’azienda vitivinicola guidata da Mario Zanusso, che nei vigneti collinari di Corno di Rosazzo e Brazzano di Cormons coltiva Ribolla gialla, Friulano, Malvasia e Verduzzo, anche per la produzione del nuovo vino rosso la scelta è caduta su un vitigno fortemente legato al territorio e capace di raccontare nel calice i tratti salienti e identitari dell’enologia friulana.
    “Lo Schioppettino, il cui nome originario è Ribolla nera, – racconta Mario Zanusso – rappresenta un pezzo di storia importante del vino friulano, di cui oggi possiamo godere grazie al prezioso lavoro di alcuni vignaioli che ne hanno evitato la scomparsa. La scelta di questo vitigno deriva dalla volontà di produrre vini capaci di rispecchiare il terroir friulano, valorizzando quel connubio tra uva, terreno e microclima non riproducibile altrove e in grado di dar vita a bottiglie dense di storia e contemporanee nel gusto”.
    Presente in Friuli Venezia Giulia fin dal Medioevo, lo Schioppettino (chiamato anche Ribolla Nera o Sclopetin) fu quasi completamente distrutto dalla fillossera, il parassita che dalla seconda metà del diciannovesimo secolo decimo le varietà vinifere d’Europa, e poi sostituito con vitigni più produttivi nel corso del Novecento, tanto da venire addirittura escluso dall’elenco delle varietà d’uva di cui era consentita la coltivazione in regione. Solo a partire dagli anni Settanta è cominciato il suo recupero, a cui è seguito un apprezzamento sempre più forte delle sue caratteristiche da parte degli amanti del vino di tutto il mondo.
    Il nuovo vino – La fermentazione e l’affinamento in acciaio, la gradazione alcolica moderata (12,5%) e la spiccata fragranza resa ancora più vibrante da una marcata mineralità rendono il Venezia Giulia Igp Schioppettino 2019 de I Clivi il fratello gemello della Ribolla gialla, di cui oltre a esserne un biotipo ne condivide la finezza aromatica e la sapidità. Al naso spiccano note di frutti rossi e spezie con richiami balsamici, mentre il sorso è croccante e fruttato, giocato su una rinfrescante piacevolezza. LEGGI TUTTO

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    Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana alla Milano Wine Week

    Top Ten Vermentino Grand Prix
    Il mondo enoico non si è mai fermato e ora ha bisogno di ripartire con il primo evento dedicato – fisico e virtuale –: la Milano Wine Week. Una piazza prestigiosa di incontro e confronto, di business e relazione, quest’anno ancor di più ampio respiro internazionale. In un contesto così sfidante non poteva mancare il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, portavoce di una “Toscana alternativa” del vino che attrae sempre più l’interesse del mercato e della critica.
    “Il lockdown ha ridisegnato le dinamiche di partecipazione alle fiere anche per il mondo del vino”, afferma Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. “Si è puntato molto sugli eventi digital, sulle degustazioni a distanza, sull’implementazione dell’e-commerce. Ma il confrontarsi quotidianamente con il proprio mercato, i propri competitor e il proprio target è per il nostro settore fondamentale. La Milano Wine Week rappresenta per noi lo strumento perfetto che mette a disposizione un contesto reale, in presenza ma in piena sicurezza, e un’amplificazione virtuale attraverso una piattaforma che ci consente di rivolgerci anche a un pubblico internazionale”.
    Il Consorzio sarà così protagonista di tre masterclass che si terranno in presenza presso Palazzo Bovara. Gli appuntamenti sono in agenda il 5 Ottobre e tratteranno focus differenti: si va dal Viaggio tra i Rossi autoctoni della Maremma Toscana, un vero e proprio itinerario per conoscere i vini rossi da vitigni autoctoni (ore 14:00). Si scoprirà così che la Toscana oltre che un territorio ricco di storia, vanta anche un’antica tradizione viticola dalla notevole biodiversità, dove non esiste solo il Sangiovese. Degustazione perfetta per palati curiosi.
    Segue alle 16 l’appuntamento dal titolo: Otto motivi per apprezzare i grandi vitigni rossi internazionali della Maremma Toscana, terra di tradizione certamente, ma dove un terzo della superficie vitata è impiantata con varietà rosse da vitigni internazionali, utilizzate poi in purezza o in blend per dare vita ai super Tuscan!  Ideale per i metodici che vogliono argomentare le scelte. Infine l’ultima masterclass è dedicata a uno dei protagonisti dell’estate 2020.
    Il fenomeno Vermentino: alla scoperta della TOP 10 del Vermentino Grand Prix 2020. Un vitigno che è diventato l’emblema dei vini bianchi della Maremma Toscana.  A Luglio si è tenuta la prima edizione del Vermentino Grand Prix e questa è l’occasione per scoprire la fantastica Top Ten dei Vermentini DOC Maremma. Appuntamento alle ore 20:45 per consentire anche il collegamento con New York dove saranno coinvolti buyer, importatori, esperti di settore e giornalisti.
    Oltre agli eventi su invito per la stampa e gli addetti ai lavori, la Maremma Toscana sarà protagonista anche con un banco d’assaggio il 7 Ottobre dalle 16 alle 20, al Babila Building – nell’omonima piazza – dedicato a professionisti del settore ma anche ai wine lovers per degustazioni in piena sicurezza, dove sarà possibile assaggiare i vini raccontati durante le masterclass.
    Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana – nato nel 2014 – conta oggi 313 aziende associate che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini – per un totale di circa 6 milioni di bottiglie prodotte all’anno. E tra i suoi obiettivi ha anche quello di promuovere la qualità dei suoi vini. Per raggiungere tale finalità seleziona anno dopo anno gli eventi più significativi per il mondo del vino. Nel 2020 la Milano Wine Week  è indubbiamente uno strumento funzionale: alla sua terza edizione torna trasformandosi in una Digital Wine Fair con un incremento di contenuti e con l’obiettivo di connettere professionisti e buyers di tutto il mondo. LEGGI TUTTO

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    Il Festival Nazionale Spumantitalia si sposta e diventa itinerante

    Il Festival Nazionale Spumantitalia si sposta e diventa itinerante
    L’obiettivo dichiarato del Festival è portare in giro per l’Italia la cultura spumantistica, per coinvolgere il maggior numero di realtà spumantistiche e i loro territori organizzandosi quest’anno a Padenghe, a due passi da Desenzano, sul Lago di Garda, dal 21 al 24 gennaio 2021 presso il Bay Luxury Resort.
    La terza edizione si propone ancora più effervescente degli anni passati all’insegna dell’ottimismo, di una positiva ripartenza, calzando l’idea che hanno tutti gli addetti ai lavori, e non solo, di una sana voglia di freschezza. Alla base di tutto c’è un ricco calendario di incontri culturali, basati su riflessioni, momenti di degustazione e approfondimenti inerenti al sistema spumantistico, attraverso quattro Talk Show, che vedranno la partecipazione di personaggi di alto profilo tecnico scientifico, composto da ricercatori, professionisti, enotecnici, giornalisti, produttori e opinion leader del settore vitivinicolo e non solo.
    A questi aspetti culturali si aggiungono ben 16 Master Class, pensate da Bubble’s Italia, aperte a tutti agli appassionati delle bollicine che avranno l’occasione di scoprire e degustare cose uniche e inusuali oltre al parterre di etichette note; Master Class il cui elenco è possibile consultare già sul sito www.spumantitalia.it
    La presenza di ben sei Maison francesi, che proporranno i loro Champagne, daranno al Festival quel tocco di internazionalizzazione a cui aspira d’arrivare l’organizzazione nei prossimi anni.
    Oltre al Master Bubble’ Lectio Magistralis History Bubble’s, del 21 gennaio, utile per approfondire, presentare e confrontare la conoscenza dell’inestimabile patrimonio spumantistico italiano, ci saranno appuntamenti che coinvolgono altre luoghi del Lago fra questi la presentazione, con degustazione di Pinot Nero Metodo Classico, di alcuni libri gialli “Noir i Giallo”, oltre a cene tematiche che hanno trovato l’entusiasmante disponibilità di diversi ristoranti gardesani di poter collaborare con il Festival per diffondere la cultura spumantistica italiana.
    Le attività si concluderanno il 24 gennaio con l’originale “Banco d’assaggio guidato” al quale saranno ammessi solo 25 vin di altrettante aziende italiane.
    Tutti gli eventi potranno essere quasi certamente seguiti anche in streaming.
    Tags: lago di Garda, spumantitalia LEGGI TUTTO

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    Vino e ristorazione: serve un nuovo patto

    “Se noi pensiamo al pranzo, e alla cena italiani troviamo questi due elementi che combaciano: il vino e il cibo. In un mondo sempre più meccanizzato, automatizzato, sappiamo che quando entriamo in un ristorante c’é una persona che fa qualcosa a mano per noi: il cuoco, lo chef. (…)”. (Luigi Cremona).
    Nella cultura italiana il connubio vino e cibo è ciò che ci rende speciali, attraenti, invidiati nel mondo. Fa parte del DNA dei popoli mediterranei, rinunciarvi (adottando stili di consumo che non ci appartengono) sarebbe un suicidio e una colossale idiozia. Da tempo però produttori e ristoratori avvertono che qualcosa non funziona più nel loro rapporto, ma un po’ per pigrizia mentale, un po’ perché sopraffatti dalle mille seccature e problematiche quotidiane non hanno mai trovato modo o tempo per rifletterci su.
    Fino ad oggi. La pandemia tuttora in corso sta costringendo tutti a rivedere modalità e tempi sia del vivere quotidiano che del proprio lavoro e delle relazioni. Vino e ristorazione non possono fare a meno l’uno dell’altra, e per quanto a volte sembri un matrimonio forzato è nell’interesse di entrambi i protagonisti farlo funzionare. O da questa crisi si esce insieme, o insieme si soccombe.
    Nei giorni scorsi, complice l’evento inaugurale della ristrutturata cantina Al Monte di Livio della famiglia Seganfreddo, a Colceresa (VI), si è tenuta un’interessante conversazione tra il direttore di Wine Meridian Fabio Piccoli e il giornalista gastronomico Luigi Cremona, durante la quale sono stati anticipati alcuni risultati di un’indagine ancora in corso, realizzata dalla testata in collaborazione con Witaly/Porzioni Cremona. L’analisi prende in considerazione due diversi punti di vista: quello dei produttori di vino e quello degli operatori del mondo della ristorazione, ai quali sono state poste domande simili.
    Il punto di vista dei produttori di vino 
    Alla domanda “Come considera attualmente il suo rapporto con il canale Horeca Italia?” il 55% degli intervistati h risposto “non soddisfacente” e dunque da modificare, il 20% “molto buono” e il 25% “accettabile”, ma sempre bisognoso di modifiche. Ciò di cui i produttori si lagnano di più sono “la concentrazione solo nei confronti di brand e denominazioni del territorio” (35%), o dei soliti brand più popolari (25%), mentre altri lamentano scarsa disponibilità ad ampliare la loro offerta, o a conoscere maggiormente le aziende. A ciò è legata un’altra criticità: la difficoltà a realizzare attività di promozione dei vini all’interno dei ristoranti. Per la maggior parte delle aziende non si tengono mai (60%), oppure raramente (25%). 
    Le cose non vanno bene nemmeno sul fronte commerciale: il 60% delle aziende ritiene che la propria rete commerciale non sia adeguata per relazionarsi al meglio con il canale Horeca.
    Cosa cambierà nel post Covid-19? Secondo il 40% dei produttori vi sarà una diversificazione dei modelli di distribuzione (online, home delivery, vendita diretta…). Altri invece pensano che vi saranno nuove relazioni commerciali con rapporti più a distanza (30%) e una maggiore richiesta di vini sostenibili (25%). Solo il 5% ritiene che si vedrà una diminuzione della vendita nel canale Horeca. 
    Il punto di vista dei ristoratori 
    Alla domanda sui criteri di selezione dei vini da proporre nel proprio locale, i ristoratori intervistati hanno risposto parlando di scelte legate alle proprie preferenze personali (30%), o ai consigli e alle proposte di distributori ed agenti (30%). Solo il 20% si fa guidare da un rapporto di conoscenza diretta dell’azienda. 
    Dall’osservatorio dell’Horeca, oggi le difficoltà principali per i clienti nella scelta del vino sono legate a prezzi dei vini troppo alti per le disponibilità attuali (25%). Pesano però anche una scarsa cultura enologica (20%), la modifiche degli stili di vita (sempre meno persone scelgono di bere vino a pranzo, per esempio) la concentrazione dei soliti brand noti (20%), la preferenza di bevande più “facili” come la birra (10%) o la difficoltà a capire il giusto abbinamento (5%).  Perciò per i ristoratori, nel post Covid-19 si consumeranno vini più economici, o più vini italiani/del territorio”, mentre il 15% pensa che si richiederanno di più vini biologici e bevande alternative. 
    Nulla di particolarmente nuovo, inaspettato, a ben vedere, a dimostrazione che si tratta di problemi che si trascinano da anni. Nodi che ora, però, bisogna iniziare a districare, insieme.
    Non importa quanta pazienza o quanto tempo ci vorranno. LEGGI TUTTO

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    Asta online di Ornellaia, $315.000 devoluti a fondazione Guggenheim di New York

    Marchese Ferdinando Frescobaldi, Giovanni Geddes & Karol Vail
    Ieri sera è stato consegnato personalmente dal Marchese Ferdinando Frescobaldi, Presidente della prestigiosa azienda bolgherese Ornellaia e da Giovanni Geddes, AD dell’omonima azienda, un assegno di $315.000 (pari a circa 267.000 euro) a Karole Vail, Direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, museo parte della Fondazione Solomon R. Guggenheim. La donazione è stata possibile grazie al progetto Ornellaia Vendemmia d’Artista 2017 “Solare” e alla vendita delle preziose bottiglie disegnate in edizione limitata dall’artista Tomás Saraceno.
    Da ormai dodici anni, Ornellaia porta avanti questo progetto di beneficenza volto a sostenere fondazioni e musei nel mondo attraverso l’unione di vino e arte. Dalla scorsa edizione, grazie alla collaborazione con il Guggenheim, il progetto ha raccolto fondi a supporto di un’iniziativa altrettanto innovativa e generosa: il programma Mind’s Eye del Solomon R. Guggenheim Museum.
    Mind’s Eye è stato creato dal dipartimento di educazione del Guggenheim proprio per regalare la gioia dell’arte anche a persone non vedenti o ipovedenti. L’arte, esattamente come la degustazione di un vino, coinvolge tutti i sensi, ed è questo filo rosso comune che ha spinto la maison bolgherese a donare il ricavato dell’annuale asta di Vendemmia d’Artista a questo programma.
    Giovanni Geddes da Filicaja, AD della tenuta bolgherese, ha dichiarato: “il grande successo che sta avendo il programma Mind’s Eye grazie anche alle nostre donazioni, oltre a riempirci di orgoglio, ci offre la possibilità di estendere lo stesso modello non solo in altri musei della fondazione Guggenheim, ma anche in altre istituzioni d’arte nel resto del mondo, facendo sì che questa eccellenza continui a guidare la programmazione museale a favore delle persone non vedenti e ipovedenti. E non solo, il nostro desiderio è di rendere accessibile l’arte a tutte le persone in giro per il mondo.”
    Al termine dell’asta, che si è svolta online dal 1 al 9 settembre ed è stata battuta da Sotheby’s, Richard Armstrong, Direttore del Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation ha dichiarato: “Grazie al continuo supporto di Ornellaia, il Guggenheim è stato in grado di offrire un maggiore accesso alla nostra programmazione e di ottenere un coinvolgimento del pubblico ancor più profondo. Esprimiamo la nostra gratitudine a Ornellaia per la loro generosità e per aver riconosciuto l’importanza di programmi come Mind’s Eye.”
     Ornellaia Vendemmia d’Artista 2017 “Solare”
    Il progetto Ornellaia Vendemmia d’Artista celebra e descrive il carattere di ogni nuova annata di Ornellaia. Ogni anno, a partire dall’uscita di Ornellaia 2006, un artista contemporaneo firma un’opera d’arte creata per la tenuta e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dal Direttore della tenuta, Axel Heinz per descrivere l’annata.
    “Solare” è il carattere individuato da Axel Heinz, per descrivere il vino nato dalla vendemmia 2017: “è stata un’annata di estremi, in cui sole e caldo hanno avuto un ruolo determinante. Adattandoci alle condizioni climatiche con pratiche più morbide e precise, abbiamo potuto dar voce a questa forte e decisa personalità dell’annata.”
    Sul filo rosso di queste parole, Tomás Saraceno ha dato la sua interpretazione di Ornellaia 2017 Solare. L’artista ha tratto ispirazione dall’alleanza tra il sole e i sistemi viventi abitati, in un invito a una pratica di cura e rinnovata attenzione per la più importante fonte di energia del nostro pianeta: il sole, appunto, rappresentato nell’evoluzione di un’eclissi. Il tema della sostenibilità è esplorato attraverso sfere fluttuanti come quelle di “PNEUMA 4.21×105”, la scultura sospesa della Salmanazar, e le speciali etichette termocromiche, che come gli ecosistemi in cui viviamo, sono sensibili al calore. LEGGI TUTTO

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    Le Armonie senza Tempo del Lugana tornano nel capoluogo meneghino

    Per la seconda volta il Consorzio Tutela Lugana Doc ha scelto il capoluogo lombardo per promuovere le “Armonie senza Tempo” del vino simbolo del basso Garda. Venerdì 18 settembre al Superstudio Più, nel cuore del design district, cinquanta vignaioli offriranno in degustazione le etichette più rappresentative della loro produzione per far scoprire ai milanesi (e non) le mille sfumature del vino Lugana, la prima DOC riconosciuta in Lombardia e una tra le primissime in Italia.
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