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    Assoenologi, ISMEA, UIV: nell’anno del covid-19 il vino riparte dalla vendemmia

    Una qualità delle uve buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un’annata che si preannuncia interessante. Una quantità in linea con quella dello scorso anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai come quest’anno risente della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela.
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    Vino e Jazz, al festival “Una striscia di terra feconda” debutta il Premio Cincinnato

    Joachim Florent
    Debutta nel 2020 il “Premio Cincinnato”, uno speciale riconoscimento che lega musica e vino nella 23esima edizione de “Una striscia di terra feconda”, il festival franco-italiano di jazz e musiche improvvisate che si terrà dal 5 settembre alla Casa del Jazz di Roma. La cantina di Cori, piccolo centro della provincia di Latina a soli 60 km a sud di Roma, sarà quindi protagonista di una delle novità assolute della manifestazione ideata da Paolo Damiani e Armand Meignan, che ne sono anche i direttori artistici.
    Il premio quest’anno andrà al belga Joachim Florent, giovane contrabbassista che salirà sul palco domenica 6 settembre con Residenza d’Artista 2020 “Continuum & Singularity”, una produzione originale in collaborazione con l’Institut Français Italia, Ambasciata di Francia, Midj e Siae, realizzata insieme a Anais Drago, violino, Livio Bartolo, chitarra, Francesco Fiorenzani, chitarra, e Francesca Remigi, batteria. Questa la motivazione legata all’assegnazione del premio: “Per le sue inebrianti partiture: come la musica, il vino è cultura, ricerca, emozione, piacere. Il vino è musica”
    “Crediamo molto nella capacità del vino di comunicare, andando oltre il suo valore culturale e sensoriale – commenta Giovanna Trisorio, responsabile marketing di Cincinnato e coordinatrice del progetto -, per questo siamo davvero orgogliosi di salire idealmente sul palco di un festival così importante e portare un pezzo della nostra terra, delle nostre vigne e della nostra passione in giro per il mondo attraverso il linguaggio comune della musica”.
    Un appuntamento importante per la Cincinnato e per l’intero territorio vitivinicolo laziale, idealmente rappresentato dai vini dell’azienda pontina che saranno protagonisti delle cene del festival. La manifestazione – presentata nelle scorse settimane con appuntamenti “OltreRoma” a Palestrina, Caprarola e Subiaco – si aprirà ufficialmente sabato 5 settembre con il tango, nella Casa del Jazz a Roma, grazie alla “Soirèe Tango” con protagonisti Eric Seva con “Mother of Pearl” e a seguire gli Aires Tango di Javier Girotto. Il resto del programma è ovviamente rintracciabile sul sito ufficiale del festival www.associazioneteatrodellascolto.it.
    “Il vino e la musica sono dei simboli di condivisione – ha spiegato Joachim Florent in una recente intervista (la versione integrale sul sito www.cincinnato.it). Il vino prende tutto il suo senso nel momento del convivio, allo stesso modo anche la musica è l’occasione per le persone di ritrovarsi e condividere un momento unico, non dimentichiamoci che veniamo da diversi mesi passati rinchiusi in casa senza vedere nessuno”.
    “Un invito a uscire, a godere delle gioie della vita come la musica e il vino – ha commentato il presidente della Cincinnato Nazzareno Milita –, le distanze e gli accorgimenti imposti dalla situazione non devono insomma impedirci di stare insieme, di condividere emozioni pur se distanziati fisicamente”. LEGGI TUTTO

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    Vendemmia lunga, Monte Zovo punta sulla valorizzazione dei terroir

    Una vendemmia lunga e per singolo vigneto, per valorizzare al meglio l’identità di ogni terroir e vitigno. A Monte Zovo, azienda agricola della famiglia Cottini, la vendemmia 2020 prende corpo dando risalto alle qualità che caratterizzano l’impresa con sede a Caprino Veronese (VR) e proprietaria di 140 ettari di vigneti, distribuiti nelle tre denominazioni principali della provincia di Verona: Valpolicella, Garda e Lugana.
    La raccolta, partita a fine agosto, continuerà fino a inizio novembre con la vendemmia tardiva delle uve destinate alla produzione di Calinverno. Il vino di punta della Tenuta di Caprino Veronese nasce infatti dall’intuizione del titolare Diego Cottini di sfruttare la surmaturazione delle uve, lasciandole sul tralcio fino alla comparsa delle prime brine invernali. A caratterizzare la vendemmia di Monte Zovo è inoltre il progetto di single vineyards realizzato con le etichette della linea Ispirazioni Naturali, composta oltre che da Calinverno anche da Crocevento, Oltremonte e dagli ultimi arrivati Phasianus e Wohlgemuth.
    La vendemmia per ciascun vigneto avverrà in tempi e con metodi differenti di raccolta: si partirà con il Pinot Grigio, per la produzione del Wohlgemuth, dal 20 settembre circa toccherà alle uve del Bardolino, destinate ai rosati e in particolare al Phasianus, e infine si passerà alle uve per Oltremonte Sauvignon e Crocevento Pinot Nero con la vendemmia in alta quota.
    Nella lunga vendemmia di Monte Zovo rientra anche la raccolta intorno a metà settembre per il Lugana Le Civaie e in Valpolicella per l’Amarone, mentre a inizio ottobre toccherà all’uva durella per i vini Valpolicella e Valpolicella Ripasso della Tenuta di Tregnago.
    “La produzione prevista è nella media, nella tenuta di Caprino Veronese ci aspettiamo tra gli 80 e i 100 quintali per ettaro – commenta Diego Cottini – Tutto promette bene, solo un cambiamento climatico può rovinare e mettere in pericolo la qualità delle uve. I nostri vigneti, trovandosi a nord di Verona tra i 300 e 900 metri, sono stati colpiti in modo lieve e senza riportare danni ingenti dal maltempo che ha interessato di recente alcune zone della Valpolicella e del Lugana. L’abbassamento delle temperature ha favorito piuttosto un aumento dell’escursione termica a vantaggio delle uve in fase di maturazione”.
    Monte Zovo inoltre non sta riscontrando problemi nella gestione della manodopera, a seguito delle misure sanitarie messe in campo da Italia e altri Paesi per il contenimento del Covid-19. Viste le diverse tipologie di uvaggio con differenti epoche di maturazione e di conseguenza di raccolta delle uve, l’azienda della famiglia Cottini riesce infatti a coprire l’intera vendemmia con i dipendenti interni e con quelli assunti dalle cooperative di servizi stagionali. LEGGI TUTTO

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    Castello di Cigognola: la vendemmia 2020 affrontata con l’anima della start up

    In questo 2020 Castello di Cigognola ha rinnovato e potenziato un approccio alla vendemmia all’insegna della sperimentazione e della ricerca. L’Azienda Agricola di proprietà della famiglia Moratti ha posto la massima attenzione nella scelta delle date e delle modalità di vendemmia, cominciando la raccolta a inizio agosto in Oltrepo’, territorio in cui la vendemmia anticipata è stata decisione diffusa qualche giorno più tardi.
    L’avvio è avvenuto in seguito a una valutazione della maturità tecnologica, sensoriale e della qualità delle uve pinot nero attraverso un’analisi degustativa direttamente in vigna. Il metodo è stato messo a punto grazie anche alla collaborazione con Giovanni Bigot, titolare della società Perleuve e consulente agronomo di Castello di Cigognola. In particolare è stato applicato l’Indice Bigot, metodo scientifico elaborato dallo stesso professionista per conoscere il potenziale qualitativo di ogni singolo vigneto, monitorando 9 parametri attraverso l’applicazione 4Grapes.
    A seguito degli idonei parametri di maturazione sensoriale e della previsione di un’annata calda, si è quindi scelto di procedere con una vendemmia anticipata e scalare su singoli appezzamenti, in base alle caratteristiche tecnologiche delle bacche. L’obiettivo è preservare la complessità acidica e il pH delle uve destinate alle basi spumante, a cui è concorso anche l’utilizzo di grappoli recuperati dal diradamento dei vitigni pinot nero destinati alla vinificazione in rosso.
    “Scelte audaci ma dalle fondamenta solide, assunte da una vera e propria start-up del vino che fa suo un modus operandi nel quale tecnica e creatività sono in dialogo continuo – afferma Gian Matteo Baldi, AD di Castello di Cigognola – Conoscere a fondo e maneggiare con sapienza gli strumenti del mestiere permette di ritrovare la libertà espressiva e l’unicità identitaria imbrigliate da regole e protocolli che troppo hanno ingessato il mondo enologico nel nostro Paese. Lavoriamo per recuperare la dimensione antropocentrica del fare vino, in cui l’uomo, non la meccanica, è il filtro di tutte le decisioni prese”.
    Una struttura flessibile, quindi, che si avvale di consulenti esterni esperti e competenti che collaborano con giovani professionisti in un continuo scambio ed evoluzione di visioni, conoscenze e metodi. LEGGI TUTTO

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    Concorso Enologico Nazionale: ecco i vincitori Premio Qualità Italia 2020

    La sesta edizione del concorso enologico nazionale Premio Qualità Italia, organizzato dalla Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo”, si è tenuta dal 01 al 04 Luglio 2020. A conclusione delle fasi di degustazioni e successive attività di riscontro dei risultati e controllo documentale, come previsto dal regolamento e dal MIPAAF, è stato diramato l’elenco dei vincitori del Premio Qualità Italia 2020 per le varie categorie del concorso enologico; sono stati assegnati 21 Premi Nazionali, 100 Menzioni e 28 Speciali Attestati Regionali.
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    L’esuberanza dell’Abruzzo Pecorino

    L’Abruzzo non è solo una terra di grandi vini rossi ma, grazie anche al vitigno pecorino – diffuso in tutta la regione “Verde d’Europa” – offre un’allettante proposta di vini bianchi perfetti per la stagione estiva e non solo. Perché non scegliere di scoprirlo proprio sul fantastico territorio che – tra enogastronomia, bellezze naturali, arte, cultura, vendemmia, eventi e sport – ti conduce dalla montagna al mare in meno di un’ora, soffermandosi magari ad ammirare anche la costa dei Trabocchi al tramonto?
    Armonico, persistente, secco, l’Abruzzo Pecorino ha tutte le caratteristiche per essere considerato un vino d’eccezione. Fresco, con un’ottima acidità̀ bilanciata da una grande potenza alcolica, si rivela il compagno ideale in particolare per piatti di pesce, formaggi ma anche carni bianche e primi con condimenti importanti. Con un colore giallo paglierino tendente al dorato, un gusto armonico e un bouquet fruttato e floreale, è caratterizzato da profumi di frutta tropicale, note agrumate e balsamiche; l’Abruzzo Pecorino deriva in realtà da un vitigno “antico” che racconta la storia e le tradizioni di una regione ricca di sapori e di aromi.
    Le sue prime tracce risalgono ai tempi di Catone il Censore (II secolo a.C.) che lo includeva tra le varietà portate in Italia durante le migrazioni greche. Con una maturazione abbastanza precoce delle uve e basse rese quantitative, è stato riscoperto in tempi recenti (dagli anni ’80/’90) per la produzione di vino di qualità, mentre prima gli si preferivano varietà più produttive. Il nome del vitigno rimane tutt’oggi un mistero, ma tra le varie ipotesi maggiore credito ha quella che lo lega alla pratica della pastorizia transumante, tipica dell’Abruzzo: pare che le pecore andassero pazze per questo tipo di uva che, maturando prima delle altre varietà regionali, era dolcissima nel periodo del loro passaggio, verso metà settembre.
    Il vitigno, per raggiungere l’eccellenza, preferisce zone fresche e forti escursioni termiche. Coltivate in tutta la regione Abruzzo, le uve pecorino conferiscono al vino caratteristiche organolettiche differenti a seconda del terreno dove sorgono le vigne e dei metodi di vinificazione e affinamento. I vini provenienti dai vigneti costieri hanno, per esempio, una grande impronta sapida mentre freschezza e acidità sono più marcate nelle proposte che provengono dai piedi della Majella e del Gran Sasso. Insomma la versatilità è uno dei punti di forza dell’Abruzzo Pecorino e sono davvero tante le proposte abruzzesi da degustare.
    Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo
    Organismo di carattere associativo senza scopo di lucro, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo è stato istituito nel 2003 con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) per svolgere funzioni di tutela, valorizzazione e di cura generale degli interessi connessi alle denominazioni da esso tutelate. Sovrintende all’adempimento della disciplina regolamentare delle denominazioni, alla formulazione di eventuali proposte di aggiornamento della stessa, e coordina il lavoro delle categorie produttive del settore ai fini della valorizzazione delle singole denominazioni.
    Il Consorzio tutela i seguenti vini a Denominazione di Origine Controllata: Montepulciano d’Abruzzo Doc, Trebbiano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Abruzzo Doc, Villamagna Doc. Tutela inoltre anche i vini a Indicazione Geografica Tipica: Colline Pescaresi Igt, Colline Teatine Igt, Colline Frentane Igt, Colli del Sangro Igt, Del Vastese o Histonium Igt, Terre di Chieti Igt, Terre Aquilane o Terre de L’Aquila Igt. LEGGI TUTTO

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    Valtidone Wine Fest Smart Edition, a settembre la rassegna del vino piacentino

    La più grande rassegna del vino piacentino andrà in scena a settembre, come di consueto in Val Tidone. Quella 2020 sarà un’edizione smart, anzi una Smart Edition, articolata su 3 fine settimana a partire dal 6 settembre. Le normative anti-Covid impongono la rimodulazione dell’evento con la massima attenzione alle disposizioni di sicurezza contro la diffusione del contagio, a cui gli organizzatori stanno attenendosi senza per questo perdere di vista l’obiettivo della rassegna: far conoscere il vino e il territorio della Val Tidone.
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    Vendemmia 2020, tanta qualità ma si selezionano i vigneti

    Una stagione metereologica come la 2020 non si vedeva da diversi anni. Preceduta da un inverno mite e siccitoso, il germogliamento è partito con sostanziale anticipo rispetto alla stagione precedente. I mesi di aprile e maggio sono stati perturbati e piovosi, e le basse temperature registrate hanno rallentato la corsa delle viti per arrivare alla fioritura in giugno in perfetto stato. I mesi estivi hanno registrato temperature senza estremi, ventilazione e un perfetto apporto idrico che hanno portato le vigne a essere rigogliose e sane, senza attacchi di peronospora o altre malattie. Un po’ più preoccupante è l’aumento di mal dell’esca e flavescenza dorata che è però costantemente monitorata dai tecnici delle “Sentinelle del Soave” che stanno effettuando interventi puntuali ed efficaci.
    Le vigne di Garganega e Trebbiano di Soave sono quindi in ottimo stato e con un produzione nella media. La scelta del Consiglio di avere prudentemente abbassato le rese per la vendemmia 2020 arriva quindi a sottolineare una grande attenzione in vigneto, selezionando quelli migliori per la produzione del vino Soave che anche quest’anno raggiungerà i 450.000 ettolitri, in linea con le richieste del mercato. Dati incoraggianti inoltre sono quelli che vengono dagli imbottigliamenti, che stanno recuperando rispetto ai primi mesi dell’anno, segno di una maggiore fiducia e richiesta di prodotto sui mercati di elezione del Soave, in particolar modo la Germania.
    La vendemmia per le terre del Soave dunque è prevista per il 20 di settembre, solo qualche giorno di anticipo rispetto agli scorsi anni, con una garganega allungata e spargola e con le acidità che sono aiutate dalle importanti escursioni termiche che si stanno registrando e che sono ottimali per la freschezza ma anche per i profumi floreali di fiori d’acacia e camomilla del Soave.
    «Ci stiamo preparando a una vendemmia da un lato estremamente promettente, dall’altro con qualche nuvola all’orizzonte – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio – il nostro Consorzio si è dimostrato reattivo e in grado di rispondere alle problematiche che ci si sono poste davanti e siamo sicuri che saprà reagire con prontezza anche in futuro.» LEGGI TUTTO