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    Vino, UIV: in attesa dei dazi, consumi tricolori chiudono 2024 in negativo negli USA (-4%)

    A dispetto dei dati export, i consumi reali di vino italiano negli Stati Uniti chiudono il 2024 in calo e i paventati dazi dell’amministrazione Trump assumono così un significato ancor più preoccupante. Lo sottolinea Unione italiana vini (Uiv) che con il suo Osservatorio ha elaborato i dati a tutto lo scorso anno di vendite nell’off e on trade statunitense del prodotto tricolore.
    Secondo l’analisi, il 2024 si è chiuso con un calo a volume nelle vendite di vino italiano negli Usa del 4,4% a fronte di un deficit generale del totale mercato a -7,2%. Pagano maggiormente – nelle rilevazioni targate Sipsource presso il retail e l’horeca a stelle e strisce – i bianchi e i rossi, entrambi a -6,4%, mentre tengono gli spumanti italiani (+1,5%) che guadagnano importanti quote di mercato sui competitor. In difficoltà le principali denominazioni, fatta eccezione per Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo.
    Trend confermati anche dalle elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen, che intercetta le vendite nella grande distribuzione e retail statunitense. Lo scorso anno il calo a volume del vino tricolore ha segnato un gap del 4,2% e del 2,5% a valore (a 2,6 miliardi di euro). In passivo i volumi acquistati della quasi totalità dei vini italiani, con picchi per il Pinot Grigio Delle Venezie (-7%) e il Lambrusco (-6%) mentre sono in controtendenza i soli bianchi siciliani (+5%), il Brunello di Montalcino (+3%) e il Prosecco (+1%), che però paga un -4% nell’ultimo trimestre. E proprio l’ultimo quarto dell’anno, quello che ricomprende le festività per il Thanksgiving e il Natale, è stato tra i peggiori, con perdite del 7% volume e del 6% valore.
    Tutto il contrario – secondo Uiv – rispetto alle rilevazioni export dei primi 11 mesi, che danno una crescita del 7% solo in piccola parte condizionata dall’exploit – imposto dai dazi – del mese di novembre. Un anticipo di mercato, quello di novembre, che ha visto la domanda di spumanti lievitare addirittura del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e che farà segnare un ulteriore record a dicembre, ma ci sarà poco da alzare i calici. LEGGI TUTTO

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    Vino, UIV: in attesa dei dazi, consumi tricolori chiudono 2024 in negativo negli USA (-4%)

    A dispetto dei dati export, i consumi reali di vino italiano negli Stati Uniti chiudono il 2024 in calo e i paventati dazi dell’amministrazione Trump assumono così un significato ancor più preoccupante. Lo sottolinea Unione italiana vini (Uiv) che con il suo Osservatorio ha elaborato i dati a tutto lo scorso anno di vendite nell’off e on trade statunitense del prodotto tricolore.
    Secondo l’analisi, il 2024 si è chiuso con un calo a volume nelle vendite di vino italiano negli Usa del 4,4% a fronte di un deficit generale del totale mercato a -7,2%. Pagano maggiormente – nelle rilevazioni targate Sipsource presso il retail e l’horeca a stelle e strisce – i bianchi e i rossi, entrambi a -6,4%, mentre tengono gli spumanti italiani (+1,5%) che guadagnano importanti quote di mercato sui competitor. In difficoltà le principali denominazioni, fatta eccezione per Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo.
    Trend confermati anche dalle elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen, che intercetta le vendite nella grande distribuzione e retail statunitense. Lo scorso anno il calo a volume del vino tricolore ha segnato un gap del 4,2% e del 2,5% a valore (a 2,6 miliardi di euro). In passivo i volumi acquistati della quasi totalità dei vini italiani, con picchi per il Pinot Grigio Delle Venezie (-7%) e il Lambrusco (-6%) mentre sono in controtendenza i soli bianchi siciliani (+5%), il Brunello di Montalcino (+3%) e il Prosecco (+1%), che però paga un -4% nell’ultimo trimestre. E proprio l’ultimo quarto dell’anno, quello che ricomprende le festività per il Thanksgiving e il Natale, è stato tra i peggiori, con perdite del 7% volume e del 6% valore.
    Tutto il contrario – secondo Uiv – rispetto alle rilevazioni export dei primi 11 mesi, che danno una crescita del 7% solo in piccola parte condizionata dall’exploit – imposto dai dazi – del mese di novembre. Un anticipo di mercato, quello di novembre, che ha visto la domanda di spumanti lievitare addirittura del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e che farà segnare un ulteriore record a dicembre, ma ci sarà poco da alzare i calici. LEGGI TUTTO

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    Verduno Pelaverga DOC: 30 anni di storia e tradizione

    Il 2025 segna un traguardo importante per il Verduno Pelaverga DOC, che festeggia i 30 anni dal riconoscimento della denominazione. Questo vino, unico nel panorama enologico piemontese, affonda le sue radici in una tradizione secolare. Il vitigno Pelaverga piccolo, coltivato nel territorio di Verduno dal XVII secolo, è il simbolo di una viticoltura che ha saputo preservare e valorizzare un patrimonio raro, grazie all’impegno dei produttori locali.

    Per celebrare questa ricorrenza, l’Associazione “Verduno è Uno” ha organizzato un fitto calendario di eventi in Italia e all’estero, con l’obiettivo di raccontare la storia, i sapori e le peculiarità di questo vino.

    Il vitigno Pelaverga

    L’origine del nome “Pelaverga” potrebbe derivare dal latino pellis virga, un riferimento a una tecnica tradizionale di maturazione dell’uva. In Piemonte esistono due varietà di questo vitigno autoctono: il Pelaverga grosso, coltivato nelle zone pedemontane del Cuneese e nel Torinese, e il Pelaverga piccolo, tipico di Verduno.

    A lungo si è pensato che il Pelaverga piccolo fosse una variante del grosso, ma studi scientifici hanno dimostrato che si tratta di una varietà distinta, con caratteristiche agronomiche e enologiche uniche.

    Il Pelaverga piccolo è un vitigno vigoroso e resistente, capace di adattarsi bene alle condizioni climatiche. Il suo germogliamento tardivo lo protegge dalle gelate primaverili, mentre la produttività è costante. Si coltiva prevalentemente a controspalliera, con grappoli medio-grandi, dalla forma conica o piramidale allungata, alati e compatti. Gli acini, piccoli e di forma sferoidale o ellissoidale, hanno una buccia di medio spessore con sfumature violette e una caratteristica pruinosità.

    Tradizionalmente vendemmiato nella prima decade di ottobre, oggi il periodo di raccolta si è anticipato alla seconda metà di settembre, in linea con l’evoluzione delle pratiche agricole e climatiche.

    Dal punto di vista enologico, il Verduno Pelaverga DOC si distingue per la sua freschezza e fragranza, con un profilo aromatico unico che unisce note speziate e fruttate.

    Un anno di eventi per celebrare il Verduno Pelaverga DOC

    Per tutto il 2025, il Verduno Pelaverga DOC sarà protagonista di una serie di iniziative che lo porteranno sui principali palcoscenici nazionali e internazionali. Tra gli appuntamenti più significativi:

    ✅ Nebbiolo Prima 2025 (23-24 gennaio, Alba) – Degustazioni dedicate ai giornalisti per far conoscere il Verduno Pelaverga DOC nel contesto dei grandi vini delle Langhe.

    ✅ Grandi Langhe 2025 (27-28 gennaio, Torino) – Brindisi inaugurale per il trentennale presso le OGR di Torino, seguito da cene tematiche nei ristoranti della città e un banco d’assaggio dedicato.

    ✅ Barolo & Friends, Stoccolma (17 febbraio) – Evento promozionale per far conoscere il Verduno Pelaverga DOC sul mercato scandinavo.

    ✅ Indigena World Tour – Houston (3 marzo) – Masterclass con Ian D’Agata, esperto di vitigni autoctoni, per approfondire le peculiarità del Verduno Pelaverga DOC.

    ✅ Incoming di sommelier internazionali (estate 2025, Verduno) – Un’esperienza immersiva con masterclass e cene tematiche per far conoscere il Pelaverga a professionisti del settore.

    ✅ Verduno Pelaverga e Contemporary Cuisine nei Paesi Bassi – Evento dedicato alla scoperta degli abbinamenti tra il Verduno Pelaverga DOC e la cucina contemporanea.

    ✅ Partecipazione ai principali eventi enologici italiani – Il Verduno Pelaverga DOC sarà presente a VINUM Alba (aprile 2025), agli eventi della Fiera del Tartufo e ad attività organizzate dalle Enoteche regionali.

    ✅ Incoming di giornalisti italiani (settembre 2025, Verduno) – Un incontro speciale con degustazione della nuova annata 2024 del Verduno Pelaverga DOC e la cerimonia di investitura degli Ambasciatori del Verduno Pelaverga DOC.

    Un anniversario che racconta un territorio

    “Il Verduno Pelaverga DOC – spiega Diego Morra, presidente dell’Associazione ‘Verduno è Uno’ – è molto più di un vino: è una storia secolare che unisce natura, tradizione e innovazione. Grazie alla tenacia dei produttori, il Pelaverga ha saputo resistere e distinguersi, diventando un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Questo trentennale è l’occasione perfetta per condividere con il mondo non solo un grande vino, ma anche un patrimonio di saperi e passioni che rende il Verduno Pelaverga DOC un ambasciatore autentico del territorio piemontese e delle Langhe.”

    Un vino dal carattere unico, un traguardo importante e una storia che continua a evolversi, nel rispetto della tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro.

    Per maggiori informazioni: www.verdunopelaverga.it LEGGI TUTTO

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    Spumante, Arancia di Ribera DOP e Bergamotto per il nuovo cocktail low alcohol “Mimosa Granriviera”

    Si arricchisce di un nuovo cocktail la gamma di Canella, casa vinicola veneziana produttrice dal 1947 di Prosecco Superiore e – sempre di più – di prodotti Ready to drink (Rtd) made in Italy di alta gamma. In rampa di lancio è il Mimosa Granriviera, un low alcohol (6% vol) frutto di un mix di vino da uve Glera e 2 produzioni tricolori: la siciliana Arancia di Ribera Dop e il Bergamotto calabrese. Dopo il pre-lancio nei giorni scorsi a Saint Barth, il Mimosa approderà da marzo presso i canali retail e horeca Usa attraverso il cobranding con l’importatore Ethica Wines. Un passo avanti considerato strategico per la Casa vinicola Canella, Marchio storico di interesse nazionale, antesignano nella produzione di Prosecco ma anche di Rtd (dal 1988) di alta qualità senza aromi artificiali, a partire dal Bellini anche in formato zero alcohol.
    “Con il raddoppio del fatturato, il 2024 è stato il nostro migliore anno di sempre – ha detto Tommaso Canella, che con il fratello Alvise rappresenta la terza generazione dell’impresa di San Donà di Piave –. Stiamo raccogliendo quanto seminato non solo grazie al Prosecco Superiore ma per effetto di un’idea che partendo dal vino si possa rappresentare l’italianità in maniera fresca, integrata e inclusiva. La nostra esperienza nel fenomeno cocktail ci insegna come sia possibile fare squadra anche con le produzioni artigianali del Belpaese: le pesche bianche del Bellini sono realizzate al 40% da noi e al 60% provengono dalla vicina Romagna, per i nostri Mimosa usiamo l’Arancia di Ribera Dop o l’Arancia rossa di Sicilia Igt, le fragole sono del Consorzio di Candonga in Basilicata, i mandarini del nostro Puccini sono quelli tardivi di Ciaculli, un presidio Slow Food nel palermitano”.
    L’approdo Usa del Mimosa Granriviera segue quelli fortunati degli altri “pronti da bere” a bassa gradazione dell’azienda: nell’ultimo anno la produzione del segmento è raddoppiata a livello globale e triplicata nel mercato a stelle e strisce, mentre anche in Italia la crescita riscontrata è in doppia cifra. Il fatturato complessivo dello scorso anno è attorno ai 25 milioni di euro, per oltre la metà grazie all’exploit Rdt. Il formato da 0,75/l è previsto in particolare nella grande distribuzione ma anche nei canali on-trade di hotel, club, centri sportivi per un prezzo medio attorno ai 15 dollari. Tra i mercati target nel breve-medio termine, sempre accompagnati da Ethica Wines, sono in listing il Canada e una quindicina di Paesi in Asia. Allo studio anche l’ingresso del Mimosa nel mercato interno, dove sarà tra l’altro rafforzata la presenza del Bellini (5% vol) anche in versione no alcohol.
    Nei 12 mesi terminanti a giugno 2024, secondo Niq i cocktail Ready to drink hanno registrato negli Usa una ulteriore crescita (+4% in valore).  A livello globale, al netto degli hard seltzer, il trend positivo secondo Iwsr proseguirà sino al 2027 al ritmo medio annuo del 5%, per un controvalore nei 10 mercati chiave di 40 miliardi di dollari. A guidare la crescita, proprio i cocktail e i long drink di qualità superiore. Anche nel Belpaese, secondo una recente indagine Niq, le bevande pronte da bere stanno guadagnando popolarità specie tra i giovani della Gen Z, con il 7% degli italiani che prevede di aumentarne il consumo. LEGGI TUTTO

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    Spumante, Arancia di Ribera DOP e Bergamotto per il nuovo cocktail low alcohol “Mimosa Granriviera”

    Si arricchisce di un nuovo cocktail la gamma di Canella, casa vinicola veneziana produttrice dal 1947 di Prosecco Superiore e – sempre di più – di prodotti Ready to drink (Rtd) made in Italy di alta gamma. In rampa di lancio è il Mimosa Granriviera, un low alcohol (6% vol) frutto di un mix di vino da uve Glera e 2 produzioni tricolori: la siciliana Arancia di Ribera Dop e il Bergamotto calabrese. Dopo il pre-lancio nei giorni scorsi a Saint Barth, il Mimosa approderà da marzo presso i canali retail e horeca Usa attraverso il cobranding con l’importatore Ethica Wines. Un passo avanti considerato strategico per la Casa vinicola Canella, Marchio storico di interesse nazionale, antesignano nella produzione di Prosecco ma anche di Rtd (dal 1988) di alta qualità senza aromi artificiali, a partire dal Bellini anche in formato zero alcohol.
    “Con il raddoppio del fatturato, il 2024 è stato il nostro migliore anno di sempre – ha detto Tommaso Canella, che con il fratello Alvise rappresenta la terza generazione dell’impresa di San Donà di Piave –. Stiamo raccogliendo quanto seminato non solo grazie al Prosecco Superiore ma per effetto di un’idea che partendo dal vino si possa rappresentare l’italianità in maniera fresca, integrata e inclusiva. La nostra esperienza nel fenomeno cocktail ci insegna come sia possibile fare squadra anche con le produzioni artigianali del Belpaese: le pesche bianche del Bellini sono realizzate al 40% da noi e al 60% provengono dalla vicina Romagna, per i nostri Mimosa usiamo l’Arancia di Ribera Dop o l’Arancia rossa di Sicilia Igt, le fragole sono del Consorzio di Candonga in Basilicata, i mandarini del nostro Puccini sono quelli tardivi di Ciaculli, un presidio Slow Food nel palermitano”.
    L’approdo Usa del Mimosa Granriviera segue quelli fortunati degli altri “pronti da bere” a bassa gradazione dell’azienda: nell’ultimo anno la produzione del segmento è raddoppiata a livello globale e triplicata nel mercato a stelle e strisce, mentre anche in Italia la crescita riscontrata è in doppia cifra. Il fatturato complessivo dello scorso anno è attorno ai 25 milioni di euro, per oltre la metà grazie all’exploit Rdt. Il formato da 0,75/l è previsto in particolare nella grande distribuzione ma anche nei canali on-trade di hotel, club, centri sportivi per un prezzo medio attorno ai 15 dollari. Tra i mercati target nel breve-medio termine, sempre accompagnati da Ethica Wines, sono in listing il Canada e una quindicina di Paesi in Asia. Allo studio anche l’ingresso del Mimosa nel mercato interno, dove sarà tra l’altro rafforzata la presenza del Bellini (5% vol) anche in versione no alcohol.
    Nei 12 mesi terminanti a giugno 2024, secondo Niq i cocktail Ready to drink hanno registrato negli Usa una ulteriore crescita (+4% in valore).  A livello globale, al netto degli hard seltzer, il trend positivo secondo Iwsr proseguirà sino al 2027 al ritmo medio annuo del 5%, per un controvalore nei 10 mercati chiave di 40 miliardi di dollari. A guidare la crescita, proprio i cocktail e i long drink di qualità superiore. Anche nel Belpaese, secondo una recente indagine Niq, le bevande pronte da bere stanno guadagnando popolarità specie tra i giovani della Gen Z, con il 7% degli italiani che prevede di aumentarne il consumo. LEGGI TUTTO

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    Lunadoro (Schenk): un 2025 da medaglia, nuova certificazione Equalitas e 4 vini premiati

    Al primo appuntamento del 2025 con Wine & Siena, la cantina Lunadoro di Valiano di Montepulciano si è presentata con una nuova medaglia al petto: la certificazione Equalitas, ottenuta dopo un lungo iter che ha visto la cantina riorganizzare, in chiave sostenibile, il proprio ciclo produttivo, economico e sociale.“La partecipazione di Lunadoro a Wine&Siena è stata anche la prima occasione dell’anno di incontrare appassionati di vino e professionisti del settore, presentare loro in anteprima le nuove annate di Nobile Lunadoro in uscita e offrire ai clienti l’opportunità di degustare vini prossimi alla disponibilità. Il riscontro è stato ottimo, in particolare per il Nobile di Montepulciano DOCG – Pagliareto Selezione Bio 2020, che negli ultimi due anni ha conquistato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, e per il fratello maggiore, il Vino Nobile di Montepulciano DOCG – Gran Pagliareto 2019”.
    Queste le parole di Adriano Annovi, AD di Lunadoro e responsabile vendite Italia di Schenk Family Italia, colosso svizzero del vino di cui fa parte la cantina, al termine della decima edizione della chermesse enogastronomica senese che si è svolta dal 24 al 27 gennaio nel complesso museale di Santa Maria della Scala, a Siena.
    Nonostante un’annata non brillante per i vini rossi, la denominazione del Nobile di Montepulciano ha mantenuto gli stessi livelli di vendite del 2023, confermando il suo posizionamento tra i rossi di Toscana più amati e riconosciuti in tutto il mondo. “In Lunadoro siamo riusciti addirittura ad incrementare i volumi di vendita nel 2024. La nostra è una cantina di piccole dimensioni, ma votata all’eccellenza. – spiega Adriano Annovi – Lunadoro è un’azienda biologica che si impegna a garantire qualità e sostenibilità, oggi rafforzata anche dall’ottenimento della certificazione Equalitas. Grazie a un lavoro tempestivo e ben organizzato, non abbiamo riscontrato significative difficoltà nella gestione della stagione. La vendemmia, seppur impegnativa, si è conclusa in modo soddisfacente, nonostante le abbondanti piogge che si sono susseguite tra maggio e giugno. L’estate, seppur caratterizzata da temperature elevate, non ha creato significative sofferenze per le uve, poiché le vigne della zona sono ben adattate a questo tipo di clima. Questi risultati – conclude – dimostrano che con impegno, attenzione alla qualità e rispetto per il territorio è possibile ottenere grandi soddisfazioni, anche in annate sfidanti.”
    I VINI LUNADORO PRESENTATI A WINE&SIENA 2025 E SPIEGATI DALL’ENOLOGO, DANIELE RESS
    Rosso di Montepulciano DOC – Prugnanello 2021
    Un vino che si pone l’obiettivo di incontrare i gusti di molti palati, la frutta fresca ci colpisce subito, al palato scorre morbido ma allo stesso tempo lineare, ci lascia con un finale sapido che ci fa venir voglia di un altro sorso.
    Nobile di Montepulciano DOCG Riserva – Quercione 2020
    Selezioniamo le uve con il miglior patrimonio polifenolico e nervo acido, vinificazione attenta all’estrazione di tutti gli elementi che dovranno accompagnare questo vino durante i suoi 48 mesi di affinamento tra legno e bottiglia. Colore Rosso Rubino intenso, al naso parte austero poi ci rivela la sua grande complessità aromatica fatta da note di frutta di piccoli frutti e frutta candita, il profumo di sottobosco accompagna qualche sentore di resina, in bocca risulta pieno e armonico, la trama tannica è spessa e morbida, note di cioccolato fondente e pepe nero ci portano ad un finale di bevuta pulito che ci invita a berne un altro sorso.
    Nobile di Montepulciano DOCG – Pagliareto Selezione Bio 2020
    Il nostro vino iconico, anche nella veste dell’annata 2020 trova le sue conferme che derivano dal terroir dell’omonimo vigneto, espressione di potenza al naso con note di frutta e confettura, in bocca la sua naturale dolcezza tannica compensa ricchezza e grande struttura, presenza del legno non troppo invasiva e note speziate che ci accompagnano nel finale vanno a impreziosire il patrimonio organolettico di questo vino.
    Vino Nobile di Montepulciano DOCG – Gran Pagliareto 2019
    La nostra selezione è la massima espressione che noi di Lunadoro vogliamo dare al Prugnolo gentile della collina di Valiano, Rosso rubino con riflessi granati, al naso è intenso con note di pesca gialla, mora e susina. Ruotando nel bicchiere si percepiscono sensazioni balsamiche e pepe nero. Il palato, caldo e avvolgente, è caratterizzato da tannini vellutati che si articolano attorno a sensazioni dolci-acide ed è reso dinamico da ritorni mentolati e progredisce in un finale netto e lunghissimo con richiami di nocciola, cacao amaro e liquirizia, impreziosito da delicate sensazioni boisee. LEGGI TUTTO

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    Lunadoro (Schenk): un 2025 da medaglia, nuova certificazione Equalitas e 4 vini premiati

    Al primo appuntamento del 2025 con Wine & Siena, la cantina Lunadoro di Valiano di Montepulciano si è presentata con una nuova medaglia al petto: la certificazione Equalitas, ottenuta dopo un lungo iter che ha visto la cantina riorganizzare, in chiave sostenibile, il proprio ciclo produttivo, economico e sociale.“La partecipazione di Lunadoro a Wine&Siena è stata anche la prima occasione dell’anno di incontrare appassionati di vino e professionisti del settore, presentare loro in anteprima le nuove annate di Nobile Lunadoro in uscita e offrire ai clienti l’opportunità di degustare vini prossimi alla disponibilità. Il riscontro è stato ottimo, in particolare per il Nobile di Montepulciano DOCG – Pagliareto Selezione Bio 2020, che negli ultimi due anni ha conquistato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, e per il fratello maggiore, il Vino Nobile di Montepulciano DOCG – Gran Pagliareto 2019”.
    Queste le parole di Adriano Annovi, AD di Lunadoro e responsabile vendite Italia di Schenk Family Italia, colosso svizzero del vino di cui fa parte la cantina, al termine della decima edizione della chermesse enogastronomica senese che si è svolta dal 24 al 27 gennaio nel complesso museale di Santa Maria della Scala, a Siena.
    Nonostante un’annata non brillante per i vini rossi, la denominazione del Nobile di Montepulciano ha mantenuto gli stessi livelli di vendite del 2023, confermando il suo posizionamento tra i rossi di Toscana più amati e riconosciuti in tutto il mondo. “In Lunadoro siamo riusciti addirittura ad incrementare i volumi di vendita nel 2024. La nostra è una cantina di piccole dimensioni, ma votata all’eccellenza. – spiega Adriano Annovi – Lunadoro è un’azienda biologica che si impegna a garantire qualità e sostenibilità, oggi rafforzata anche dall’ottenimento della certificazione Equalitas. Grazie a un lavoro tempestivo e ben organizzato, non abbiamo riscontrato significative difficoltà nella gestione della stagione. La vendemmia, seppur impegnativa, si è conclusa in modo soddisfacente, nonostante le abbondanti piogge che si sono susseguite tra maggio e giugno. L’estate, seppur caratterizzata da temperature elevate, non ha creato significative sofferenze per le uve, poiché le vigne della zona sono ben adattate a questo tipo di clima. Questi risultati – conclude – dimostrano che con impegno, attenzione alla qualità e rispetto per il territorio è possibile ottenere grandi soddisfazioni, anche in annate sfidanti.”
    I VINI LUNADORO PRESENTATI A WINE&SIENA 2025 E SPIEGATI DALL’ENOLOGO, DANIELE RESS
    Rosso di Montepulciano DOC – Prugnanello 2021
    Un vino che si pone l’obiettivo di incontrare i gusti di molti palati, la frutta fresca ci colpisce subito, al palato scorre morbido ma allo stesso tempo lineare, ci lascia con un finale sapido che ci fa venir voglia di un altro sorso.
    Nobile di Montepulciano DOCG Riserva – Quercione 2020
    Selezioniamo le uve con il miglior patrimonio polifenolico e nervo acido, vinificazione attenta all’estrazione di tutti gli elementi che dovranno accompagnare questo vino durante i suoi 48 mesi di affinamento tra legno e bottiglia. Colore Rosso Rubino intenso, al naso parte austero poi ci rivela la sua grande complessità aromatica fatta da note di frutta di piccoli frutti e frutta candita, il profumo di sottobosco accompagna qualche sentore di resina, in bocca risulta pieno e armonico, la trama tannica è spessa e morbida, note di cioccolato fondente e pepe nero ci portano ad un finale di bevuta pulito che ci invita a berne un altro sorso.
    Nobile di Montepulciano DOCG – Pagliareto Selezione Bio 2020
    Il nostro vino iconico, anche nella veste dell’annata 2020 trova le sue conferme che derivano dal terroir dell’omonimo vigneto, espressione di potenza al naso con note di frutta e confettura, in bocca la sua naturale dolcezza tannica compensa ricchezza e grande struttura, presenza del legno non troppo invasiva e note speziate che ci accompagnano nel finale vanno a impreziosire il patrimonio organolettico di questo vino.
    Vino Nobile di Montepulciano DOCG – Gran Pagliareto 2019
    La nostra selezione è la massima espressione che noi di Lunadoro vogliamo dare al Prugnolo gentile della collina di Valiano, Rosso rubino con riflessi granati, al naso è intenso con note di pesca gialla, mora e susina. Ruotando nel bicchiere si percepiscono sensazioni balsamiche e pepe nero. Il palato, caldo e avvolgente, è caratterizzato da tannini vellutati che si articolano attorno a sensazioni dolci-acide ed è reso dinamico da ritorni mentolati e progredisce in un finale netto e lunghissimo con richiami di nocciola, cacao amaro e liquirizia, impreziosito da delicate sensazioni boisee. LEGGI TUTTO

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    Amarone Opera Prima 2025 presenta l’annata 2020

    Torna anche quest’anno il tradizionale appuntamento veronese con il grande vino rosso secco da uve appassite della Valpolicella. Dal 31 gennaio al 2 febbraio presso il centrale Palazzo della Gran Guardia a Verona si avranno in passerella 74 produttori, che già da venerdì di questa settimana accoglieranno oltre un centinaio di giornalisti del settore provenienti da più di 20 Paesi diversi. Il tema della consueta conferenza è un anniversario “tecnico” (e un po’ tanto anticipato*): “Valpolicella: 100 anni tra passato e futuro della denominazione” è il focus che aprirà il palinsesto della rassegna sabato 1 febbraio alle 10.30 nella sala congressi del Palazzo. Di seguito il comunicato stampa ufficiale dell’evento. “Per il presidente Christian Marchesini: “In questa speciale edizione, Amarone Opera Prima guarda al futuro e, in particolare, ai nuovi margini di potenziale crescita della denominazione in uno scenario evolutivo accelerato, che ci impone un cambio di paradigma fondato su strategie e approcci rinnovati. Un impegno che ci vede sempre più attivi sul fronte della promozione e che le aziende stanno premiando sia in termini di partecipazione record all’evento che di adesioni al Consorzio, con 51 nuovi associati nel 2024”.Amarone Opera Prima inizia venerdì 31 gennaio con un programma riservato esclusivamente alla stampa nazionale e internazionale specializzata (su invito) che contempla due masterclass. La prima, “Amarone: iconic of fine dining in the world’s 50” guidata dall’esperto JC Viens e dedicata alla degustazione di una selezione di Amarone presenti nella carta vini dei migliori 50 ristoranti al mondo secondo la classifica annuale stilata dal mensile britannico Restaurant (Palazzo della Gran Guardia, ore 10.30). A seguire, il pranzo tristellato a cura di Giancarlo Perbellini al Teatro Filarmonico. Nel pomeriggio, invece, il MW Andrea Lonardi, anche vicepresidente del Consorzio, firma “La memoria del tempo, un viaggio tra le annate storiche di Amarone” (ore 15.00, palazzo della Gran Guardia).Sabato 1° febbraio, il focus “Valpolicella: 100 anni tra passato e futuro della denominazione” apre il palinsesto della rassegna con gli interventi di Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpolicella e di Carlo Flamini, responsabile dell’Osservatorio del vino di Unione italiana vini, moderati da Andrea Andreoli, direttore di Telenuovo. Al termine, il sipario si apre sull’inedito spettacolo teatrale di Andrea Pennacchi.Dalle 12.30 via alle degustazioni ai banchi dei 74 produttori che, dalle 16.00, accoglieranno anche gli ‘Amarone lover’. A loro e agli operatori, soprattutto della ristorazione, è riservata anche la giornata di domenica 2 febbraio (dalle 10 alle 17) che si chiuderà con l’aperitivo “Valpolicella: freschezza e creatività nel calice” a cura del Gruppo Giovani del Consorzio.”Altre info qui.*In realtà 100 anni fa (1925) in Valpolicella si costituì una associazione di produttori. Il Consorzio vero e proprio venne istituito solo nel 1963 (art.2602 Codice Civile) in virtù della legge 930 di quello stesso anno e dedicata alle “Norme per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini.” LEGGI TUTTO