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    Ammura: La Nuova Avventura della Famiglia Tommasi sull’Etna

    La famiglia Tommasi, storico nome dell’enologia italiana, approda in Sicilia con Ammura, la nuova tenuta situata sulle pendici dell’Etna. Acquisita nel 2022, la tenuta si trova in contrada Alboretto – Chiuse del Signore, nel comune di Linguaglossa, e si estende su 15 ettari tra proprietà diretta e terreni in affitto dalla Tenuta Chiuse del Signore di Bambara – De Luca, eredi della storica famiglia Castrogiovanni. A 570 metri di altitudine, nel cuore del Parco Naturale dell’Etna, Ammura si inserisce in un territorio di straordinario fascino, dove la forza della montagna incontra il respiro del mare.

    Ammura: Un Nome Carico di Significato

    Il nome Ammura, di origine araba, significa “bella, amata, affascinante” e rappresenta un ponte simbolico tra la Sicilia e il Veneto, due terre accomunate da un intreccio storico e culturale. Per i Siciliani, l’Etna è più di un vulcano: è una figura materna potente e imprevedibile, chiamata affettuosamente “A’ Muntagna”, simbolo di rispetto e appartenenza.

    Ispirandosi a questa identità forte e indomabile, Ammura incarna l’anima femminile del vulcano, espressa nel suo marchio evocativo che richiama l’archetipo dell’Incantatrice: una figura magnetica, custode di segreti millenari, pronta a rivelarli attraverso il vino.

    I Vini di Ammura: Espressione della Terra Vulcanica

    L’essenza di Ammura prende vita nei suoi vini, prodotti in edizione limitata:

    Ammura Etna Bianco DOC (100% Carricante – 12.500 bottiglie)

    Ammura Etna Rosso DOC (100% Nerello Mascalese – 10.300 bottiglie)

    «L’Etna è un luogo dal fascino assoluto, un equilibrio perfetto tra natura e tempo – afferma Giancarlo Tommasi, direttore tecnico di Tommasi Family Estates – Con Ammura, abbiamo scelto di abbracciare questa energia, rispettandone l’identità e trasformandola in un nuovo capitolo della nostra storia. Questa acquisizione è un tributo alla bellezza e alla complessità di uno dei territori più affascinanti d’Italia».

    Un Territorio Unico per Vini d’Eccellenza

    I vigneti di Ammura si sviluppano in un paesaggio spettacolare, dove l’Etna si staglia con imponenza e il mare all’orizzonte ne amplifica il fascino. Il suolo vulcanico, ricco di minerali, e il microclima peculiare offrono condizioni ideali per la coltivazione del Nerello Mascalese e del Carricante, protagonisti dell’Etna Rosso DOC e dell’Etna Bianco DOC.

    La tenuta ospita una cantina di 1.500 metri quadrati dedicata alla vinificazione e all’affinamento, dove rigore tecnico e passione artigianale si uniscono per dar vita a vini che esprimono in modo autentico l’essenza dell’Etna.

    Un Nuovo Capitolo nella Storia della Famiglia Tommasi

    Ammura non è solo una nuova tenuta, ma una voce che racconta la Sicilia con la sua forza e il suo mistero. L’Etna, con la sua energia inafferrabile, nutre le viti e trasmette la sua intensità in ogni sorso.

    Questo progetto nasce dalla volontà della famiglia Tommasi di esplorare nuove sfumature dell’eccellenza vitivinicola italiana, mantenendo intatta la filosofia che l’ha resa un punto di riferimento nel settore. Con Ammura, Tommasi amplia il proprio orizzonte, raggiungendo 799 ettari vitati in alcuni dei territori più prestigiosi d’Italia: dalla Valpolicella Classica a Montalcino, dal Vulture alla Lugana, e ora sull’Etna.

    Un viaggio che continua con la stessa passione, dedizione e rispetto per il territorio che da sempre contraddistinguono la famiglia Tommasi nel racconto dell’Italia attraverso il vino. More

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    Tonnino presenta il nuovo Ceuso Bianco 2023 DOC Alcamo

    La famiglia Tonnino attende la primavera con il Ceuso Bianco 2023, un vino nato nelle campagne della Sicilia Occidentale e che vuole offrire un tributo alla DOC Alcamo, rilanciando la storia di Ceuso, iconico vino frutto dell’ingegno di Giacomo Tachis negli anni ’90. Un’etichetta nata per rappresentare al meglio l’identità e l’eccellenza del territorio e che aspira a diventare il punto di riferimento per la sua produzione enologica per offrire ai consumatori un’esperienza autentica e raffinata: “con il Ceuso Bianco Alcamo DOC, abbiamo voluto creare un vino che rappresentasse al meglio la nostra terra e la nostra filosofia produttiva, basata sul rispetto della biodiversità e sull’innovazione sostenibile – racconta Antonio Tonnino – siamo orgogliosi di condividere questo nuovo traguardo della nostra produzione”. Ceuso Bianco è il frutto di un’attenta selezione di uve da soli vitigni autoctoni che da secoli raccontano la storia della viticoltura siciliana. Grazie al clima mediterraneo, ai terreni sabbiosi e calcarei e all’influenza delle brezze marine, il vino si distingue per freschezza, mineralità ed eleganza: la produzione di Ceuso bianco segue rigorosi standard qualitativi, rispettando il disciplinare della DOC Alcamo e adottando pratiche sostenibili per preservare l’integrità del territorio: “Abbiamo iniziato la nostra avventura vent’anni fa e ultimamente ci siamo concentrati per sviluppare un nuovo racconto nel territorio dove mio nonno ha dato vita a tutto questo – precisa Antonio – la viticoltura qui esiste da secoli ed i bagli come Ceuso ci ricordano la responsabilità di prendersi non solo cura di questi luoghi ma di farli conoscere”.
    Il nuovo vino che prosegue il progetto iniziato con l’acquisto di Baglio Ceuso ed il rilancio di Ceuso Rosso, etichetta leggendaria ideata dal celebre enologo Giacomo Tachis nel 1995, riprende in pieno il disciplinare di produzione dell’Alcamo DOC dove viene messo al centro il Catarratto affiancato da Grillo e Grecanico. Solo 1.200 bottiglie per questo vino che vuole diventare ambassador della quarta DOC dell’isola per ettolitri imbottigliati (dopo DOC Sicilia, DOC Marsala e DOC Etna).
    Ottenuto da una rigorosissima selezione in vigna delle uve, i mosti sono vinificati in vasche di cemento e la fermentazione viene ultimata in grandi botti di rovere francese. L’affinamento “sur lie” in botti di legno a bassissima tostatura lo rende un vino per le grandi occasioni, caratterizzato da eccezionale ampiezza e lunghezza aromatica.
    L’azienda Tonnino sarà al Vinitaly dal 6-9 aprile (Padiglione C, Vinitaly BIO, stand numero 18)
    Note sull’azienda
    L’azienda vinicola Tonnino si trova nelle campagne di Alcamo e qui sin dagli anni ’50, la famiglia Tonnino è dedita alla viticoltura sostenibile sulle colline di Alcamo e del Belìce, due zone conosciute da millenni per la generosità dei terreni e la vocazione alla vite. L’azienda per come la conosciamo oggi è stata fondata nel 2004, poi nel 2006 la prima etichetta ed infine, nel 2020, è stato acquisito e ristrutturato Baglio Ceuso: la cantina situata nelle campagne alcamesi è oggi un simbolo dell’architettura enologica siciliana. I vigneti si trovano su due aree diverse, una nella valle del Belice tra Poggioreale e Contessa Entellina e l’altra nelle campagne alcamesi. 120 ettari condotti in biologico danno vita a 150mila bottiglie. La cantina Tonnino è aderente a SOStain, un programma che ha lo scopo di certificare la sostenibilità del settore vitivinicolo regionale.
    Note storiche sull’Alcamo DOC
    Istituita nel 1972, la denominazione prende il nome dalla città di Alcamo, un centro storico nella parte occidentale dell’isola. L’origine del “Bianco di Alcamo” ha una tradizione di pregio: nella Rassegna Agricoltura Siciliana, anno IV, II edizione 1856, si legge che figura nell’elenco dei vini pregiati da pasto ed ancora nel 1887 ottenne il diploma d’onore alla Fiera Vini di Venezia. La viticoltura ha occupato sempre un posto di rilevante importanza nell’agricoltura alcamese ed il commercio ha dimostrato notevole interesse per questo vino tanto che è nata l’esigenza di estendere alle contrade dei comuni limitrofi, aventi le stesse caratteristiche pedoclimatiche la zona di produzione. Tale espansione è stata anche accompagnata da una innovazione della compagine varietale mediante l’introduzione di varietà cosmopolite e altre tipologie di vino. L’origine di questo vino ha, infine, una tradizione di pregio acquistata, in qualche secolo di vita, come dimostrano attestati di benemerenza concessi da organismi esperti e qualificati. La combinazione tra ambiente pedoclimatico la tradizione storica, le tecniche produttive e la capacità imprenditoriale permettono di ottenere le specifiche qualità delle tipologie dei vini DOC in questione, la cui rinomanza e reputazione sono consolidate.
    Il Ceuso Bianco Alcamo DOC è prodotto con uve Catarratto, Grillo e Grecanico coltivate biologicamente nelle colline di Alcamo, a un’altitudine compresa tra 200 e 450 metri sul livello del mare. Questa posizione privilegiata, caratterizzata da un microclima ideale e da una significativa escursione termica tra il giorno e la notte, permette alle uve di sviluppare aromi intensi e una spiccata freschezza. More

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    Segnali positivi per la Doc Colli Berici: internazionali e Tai Rosso trainano la crescita

    Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza, nonostante le difficoltà che sta affrontando il mercato vitivinicolo, annuncia per la Doc Colli Berici un aumento dell’imbottigliato pari al 10,3% nel 2024 rispetto al 2023. Una crescita simile non si registrava dal 2014, nello specifico si sono imposti soprattutto i vini nati da varietà a bacca rossa: tra gli internazionali il Cabernet Sauvignon ha raggiunto un +21%, mentre tra gli autoctoni si distingue il Tai Rosso. Anche i bianchi seguono un trend positivo, in particolar modo il Pinot Bianco con un +12%.“La Doc Colli Berici – dichiara Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio – sta registrando una crescita in controtendenza rispetto alle attuali dinamiche di mercato, riuscendo a comunicare e rafforzare il proprio valore. I nostri vini rossi continuano a distinguersi con incrementi significativi, superando l’andamento generale, mentre la crescita dei bianchi conferma la nostra capacità di intercettare e interpretare le preferenze del consumatore contemporaneo”.
    “L’andamento positivo della Doc Colli Berici rappresenta un ulteriore incentivo a rafforzarne l’identità e il legame con il territorio, anche attraverso l’iter di modifica del disciplinare, attualmente in fase di completamento. Tra le principali proposte, la possibilità di utilizzo della forma di allevamento a pergola su tutte le varietà in risposta agli effetti del cambiamento climatico – continua Silvio Dani, presidente del Consorzio –. Parallelamente stiamo investendo nello sviluppo di un percorso enoturistico che preveda degustazioni guidate abbinate ai prodotti Dop locali, con la possibilità di acquistare le bottiglie dei nostri soci in conto vendita presso l’enoteca”.
    In merito ai dati vendemmiali, per la Doc Colli Berici l’annata 2024 conferma il predominio delle uve a bacca rossa, che rappresentano il 73,5% del totale raccolto. Tra queste, la varietà più diffusa è il Merlot, che da sola costituisce il 37% della produzione e vede un aumento del 72% rispetto al 2023, seguito dal Cabernet Sauvignon con il 12%. Complessivamente, la vendemmia della Doc Colli Berici ha interessato 567 ettari, generando una produzione di 53.940 quintali di uva.
    Uno stato dell’arte positivo che si concretizza anche per la Doc Vicenza, caratterizzata da una stabilità produttiva e da una netta prevalenza delle uve a bacca bianca. Il numero totale di bottiglie si mantiene costante negli ultimi anni, con il Pinot Grigio che si conferma il vino più certificato e imbottigliato della denominazione, rappresentando il 51% della produzione del 2024, seguito dallo Chardonnay. In totale, la vendemmia 2024 della Doc Vicenza ha coinvolto 269 ettari, con una produzione complessiva di 33.700 quintali di uva.
    Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza ad oggi conta 28 aziende associate, di cui due cooperative, che rappresentano la quasi totalità delle denominazioni. Gli ettari rivendicati sono 584 per la Doc Colli Berici e 307 per la Doc Vicenza: dalla produzione berica si segnala che il 63% del vino imbottigliato proviene da varietà a bacca rossa, al contrario in quella vicentina le varietà bianche si impongono con un 62%. More

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    L’arte di Robert Pan incontra l’eccellenza enologica della Cantina San Michele Appiano

    La secolare arte del vino della Cantina San Michele Appiano incontra l’arte sperimentale e astratta di Robert Pan nel progetto APPIUS. Arte. Amore. Alto Adige. Nella giornata di ieri, all’interno della nuovissima cantina dedicata ad APPIUS – Cuvèe creata con la selezione delle migliori uve di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Sauvignon prodotte dai vigneti storici del Comune di Appiano – è stata svelata l’opera d’arte dell’artista bolzanino, primo passo di un progetto artistico più ampio che vuole celebrare la bellezza a tutto tondo. La presentazione ufficiale arriva al termine di un progetto studiato con cura per oltre un anno nei minimi dettagli da tutto il team di Cantina San Michele Appiano.«Per una cuvée capace di stupire l’olfatto ed il palato, volevamo creare un legame con un concetto di arte visiva altrettanto potente e affascinante. Quest’opera artistica di Robert Pan ci è sembrata fin da subito il corrispettivo perfetto dell’eleganza e del carattere di APPIUS» dichiara Klaus Pardatscher, presidente della “cantina eccellenza” dell’Alto Adige nata nel 1907, con attualmente 320 soci viticoltori che operano su 390 ettari di vigneti.
    L’OPERA DI ROBERT PAN
    L’opera di Pan, dalle dimensioni di 1,5 metri x 1,2 metri, è stata scomposta in 10 elementi unici riprodotti in etichette in vetroresina applicate su altrettanti Mathusalem (bottiglie formato 6 litri) di APPIUS 2019, firmate dall’artista e da Hans Terzer, pioniere dei grandi vini bianchi altoatesini. L’opera è stata scelta per i colori, in sintonia con l’immagine di APPIUS, e per le quattro forme astratte, che ricordano i quattro vitigni protagonisti della Cuvèe. Queste 10 esclusive bottiglie non saranno destinate alla vendita, ma verranno custodite gelosamente in Cantina e stappate solo in occasioni davvero speciali o dedicate a opere di beneficenza selezionate. A queste si aggiunge un’edizione limitata di 150 repliche formato Magnum, che saranno disponibili per l’acquisto a partire da metà aprile 2025.
    LA CANTINA DEDICATA AD APPIUS
    In un’atmosfera immersiva, con spazi e geometrie appositamente concepiti per sottolineare ed evidenziare la grandezza di questo vino e la sua evoluzione nel tempo, la nuova cantina APPIUS concretizza la tensione all’eccellenza di una realtà da oltre 110 anni dedita ad una viticoltura di qualità, i cui vini sono riconosciuti e premiati in tutto il mondo. Lungo il perimetro interno della cantina sono disposti speciali tini di acciaio color bronzo satinato dalla forma tronco-conica, appositamente individuati per garantire la più alta qualità di affinamento di APPIUS, mentre al centro trova posto una sala degustazioni illuminata da finestre zenitali, che lasciano entrare la luce naturale.
    «Fin dalle prime fasi di progettazione, nella nostra visione la cantina di APPIUS doveva essere un luogo ideale di ispirazione e contemplazione, un luogo in cui immergersi in un’esperienza sensoriale completa dedicata unicamente ad APPIUS» spiega l’enologo Jakob Gasser. «Una volta conclusa la realizzazione dell’opera, è nata l’idea di adornarla con opere d’arte che potessero tradurre la visione artistica del nostro vino più importante ma anche l’amore per il nostro lavoro e per la nostra terra, l’Alto Adige. Il linguaggio artistico astratto e sperimentale di Robert Pan, che si caratterizza per un’esplorazione del colore, della luce e della materia, ci è sembrato l’abbinamento perfetto per avviare questo progetto di unione tra arte e vino, dedicato al nostro APPIUS».
    *Robert Pan è un artista italiano noto per le sue opere astratte e sperimentali che esplorano la materia, il colore e la luce. Nato nel 1969 a Bolzano, Pan ha sviluppato un linguaggio artistico unico, caratterizzato da stratificazioni di resina, pigmenti ed altri materiali, creando superfici vibranti e profonde. More

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    Vinòforum: presentata la programmazione 2025/2026

    Grandi novità quelle emerse durante la Conferenza stampa di presentazione di Vinòforum 2025, tenutasi presso la Protomoteca dei Musei Capitolini in Campidoglio. Prima fra tutte quella che vede Vinòforum dare vita ad una Premium Edition in scena dall’8 al 14 settembre, a Piazza di Siena, nel cuore di Villa Borghese. Oltre a questo, il lancio di un programma biennale di eventi e attività che rafforzano l’identità di Roma come Capitale del Vino e del Cibo.“Novità che accrescono la forma, senza cambiare l’essenza. – dichiara Emiliano De Venuti, CEO di Vinòforum – La scelta di posizionarci a Settembre è stata fatta prendendo in considerazione il valore aggiunto che questo mese potrà portare alle strategie di ampliamento commerciale delle aziende partecipanti, proprio nel momento della vendemmia, quando il vino esprime la sua massima identità. Momento clou di questa nuova stagione non poteva che essere una location unica come quella di Piazza di Siena che ospiterà una Premium Edition senza eguali. La programmazione 2025/2026 inoltre, ci permetterà di rafforzare le sinergie già create con le istituzioni, gli enti e tutti gli importanti player del territorio, supportare le aziende vitivinicole e gastronomiche italiane e, al tempo stesso, predisporre contenuti su misura in grado di soddisfare le esigenze di operatori, stampa di settore e degli appassionati. Oltre al business, non dimentichiamo che Vinòforum ha sempre lavorato per promuovere un consumo responsabile del vino, argomento di grande attualità oggi che l’Unione Europea ha avviato un importante percorso normativo volto a ridurre il consumo dannoso dell’alcol.”
    Sulla crescita del Lazio sotto i diversi aspetti si è pronunciato anche Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario Arsial – Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio: ”Il Lazio, che vanta grandi etichette e un patrimonio enologico di assoluto valore, è una regione dove la cultura del vino è radicata, dinamica e proiettata verso il futuro. Eventi di prestigio come Vinòforum rappresentano un’opportunità strategica per le imprese del nostro territorio, consentendo loro di affermarsi su mercati sempre più competitivi e di valorizzare l’identità produttiva regionale. Roma, oltretutto, con la sua risonanza internazionale, è il palcoscenico ideale per promuovere il nostro settore vitivinicolo, intercettando buyer, operatori e un pubblico qualificato, che spesso non dedica la giusta attenzione ai vini ‘di casa’. Come Arsial, siamo impegnati a trasformare questa opportunità in un volano di crescita concreta per le nostre imprese, rafforzando la presenza del Lazio nei grandi circuiti del vino. Perché dietro ogni bottiglia c’è la storia di un territorio e il nostro merita di essere conosciuto, apprezzato e scelto.”
    Testimoni della mattinata anche Michelangelo Bruno Bossio Responsabile Attività di Valorizzazione Agricola ed Agroalimentare ARSAC – Regione Calabria, che ha raccontato come Vinòforum sia un immancabile palcoscenico di promozione per tutte quelle Regioni che hanno un’importante vocazione alla produzione vitivinicola, seguito da Francesco Guercilena, Presidente AIS Lazio partner di Vinòforum e promotore dei contenuti di formazione all’interno della manifestazione. E ancora, Elia Del Pizzo, Responsabile Progetti UNAPROL, Consorzio Olivicolo Italiano e Alessandro Scorsone, uno dei più importanti sommelier italiani e amico storico di Vinòforum. Un parterre di grande rilievo che ha visto Istituzioni e professionisti del settore insieme in un dialogo moderato da Stefano Carboni, comunicatore enogastronomico e docente all’Università di Roma Tor Vergata che ha coinvolto anche alcuni ospiti dell’incontro come Antonio Spazzafumo, Sindaco di San Benedetto del Tronto e Rossella Macchia, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Roma DOC.
    Le conclusioni sono state affidate a Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo Rifiuti di Roma Capitale, in questo caso anche delegata d’eccezione del Sindaco Gualtieri.“Vinòforum, come sempre, sarà occasione per la nostra amministrazione per promuovere incontri e approfondimenti sul percorso delle Politiche del Cibo e del Vino. Roma tra qualche giorno verrà nominata Città del Formaggio 2025 e continueremo a dare rilevanza al progetto sui vigneti urbani, che trasmettono un messaggio culturale forte, che riconnette Roma alla sua storia e alle relazioni che ha avuto con il resto del mondo. Lo scorso ottobre siamo stati premiati come miglior progetto pubblico europeo per la promozione culturale del vino e della vite e a maggio inaugureremo il primo vigneto nel parco di San Sisto. Vinòforum per noi sarà un momento per ampliare la promozione di tutte queste iniziative”
    La stagione Vinòforum 2025 si inaugura con Vinòforum Class, l’evento esclusivamente dedicato al trade che si terrà lunedì 9 giugno presso la splendida Terrazza Caffarelli. Un’occasione unica in termini di business e networking che vedrà il coinvolgimento di 300 buyer selezionati tra i più importanti della regione. Dopo la pausa estiva, si aprirà la ventiduesima edizione di Vinòforum dall’8 al 14 settembre a Piazza di Siena, nella splendida cornice di Villa Borghese.
    Si passa poi a febbraio 2026 con una nuova edizione di Vinòforum Class che condurrà dritti a settembre 2026 con la nuova edizione di Vinòforum al Circo Massimo. Una location fortunata per la manifestazione che nel 2024 ha coinvolto 80.000 visitatori, 19.650 operatori del settore coinvolti, 800 aziende e 75 chef e maestri pizzaioli e non poteva di certo mancare in questo progetto biennale. Un’ulteriore conferma per sottolineare l’importanza strategica della manifestazione in termini di valorizzazione delle migliori eccellenze tricolore, ma anche in ottica di promozione dell’offerta turistica della Capitale. More

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    Villa Corniole tra le 100 Iconic Wineries di Forbes

    Villa Corniole, rinomata cantina della Valle di Cembra, è stata riconosciuta tra le 100 Iconic Wineries di Forbes, un importante traguardo che ne celebra l’impegno nella produzione di vini di montagna d’eccellenza e il valore unico del territorio. Il prestigioso riconoscimento, ricevuto ieri a Milano, rappresenta un motivo di grande orgoglio per l’azienda, che desidera condividerlo con partner e clienti.
    Fondata dalla famiglia Pellegrini, Villa Corniole nasce da una lunga tradizione vitivinicola, con radici profonde nella coltivazione della vite in uno dei territori più estremi e affascinanti del Trentino. La cantina si distingue per la produzione di vini eleganti e autentici, frutto di un’attenta selezione delle uve e di un approccio sostenibile che valorizza il terroir montano. Tra le etichette di spicco figurano il Trento DOC, il Müller Thurgau e il Pinot Grigio, espressioni perfette della viticoltura eroica della Valle di Cembra.
    Le aziende selezionate da Cristina Mercuri Wine Club per la rivista Forbes Italia si sono distinte per il loro impegno nella sostenibilità ambientale, sociale e nella brand reputation, “confermando il ruolo centrale del Made in Italy nel panorama enologico internazionale”. Come sottolineato da Cristina Mercuri durante la presentazione, condotta insieme alla giornalista di Forbes Giulia Piscina, si tratta di realtà “memorabili e che meritano di essere celebrate”. More

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    Studio accademico sulla resilienza del settore vinicolo. Il caso MASI

    Si è tenuta oggi a Milano la presentazione della ricerca accademica “Resilienza e preparazione al prossimo ciclo di consumo globale di vino. Masi: Un caso studio originale”, a cura di Jean-Marie Cardebat, Professore di economia all’Università di Bordeaux, Direttore del Dipartimento di Ricerca ECOr, Professore affiliato all’INSEEC Grande École e Direttore della Cattedra Wines & Spirits di Parigi, e Davide Gaeta, Professore e docente di economia dell’impresa vitivinicola e dei mercati agroalimentari e competitività – Dipartimento di Management – Università degli Studi di Verona.Due Università a confronto con il mondo dell’impresa hanno presentato i risultati dello studio nato da una visione internazionale del vino e completato con la case history Masi attraverso l’intervento di Federico Girotto, AD Masi Agricola S.p.A. e Presidente e AD di Canevel Spumanti S.p.A..
    Preceduta da un’attenta analisi del contesto nazionale ed internazionale dei mercati del vino e delle possibili evoluzioni delle tendenze della domanda, lo studio accademico ha esaminato gli strumenti strategici necessari per adeguarsi ai prossimi cicli economici del settore vitivinicolo, riscontrando, per quanto riguarda l’Italia, in Masi Agricola un interessante esempio di resilienza e di capacità di competizione all’interno di situazioni che possono rivelarsi critiche in mancanza di organizzazione, struttura e diversificazione.
    La ricerca realizzata dalle due Università ha analizzato, nella prima parte, le possibili cause di flessione della domanda e i fattori di minaccia che i mercati delle diverse tipologie di vino possono attraversare in questo ciclo economico; in una seconda parte, sono riportati invece i fattori chiave di resilienza nei modelli di adattamento del mercato del vino. Infine, nella terza parte dello studio, è stato analizzato il caso di un brand leader di mercato: Masi. Brand che è stato individuato per: la facilità di accesso informativo – Masi è l’unica azienda vitivinicola italiana quotata in Borsa –; per la sua organizzazione strutturata; e per la presenza di fattori che hanno permesso all’azienda di rafforzarsi in un contesto di mercato sfidante attraverso il modello della resilienza economica e i vantaggi competitivi di Porter.
    DICHIARAZIONI A MARGINE DELLA PRESENTAZIONE:
    Jean-Marie Cardebat, Professore di economia all’Università di Bordeaux, Direttore del Dipartimento di Ricerca ECOr, Professore affiliato all’INSEEC Grande École e Direttore della Cattedra Wines & Spirits di Parigi ha dichiarato: “L’andamento ciclico dell’economia ha sempre influenzato il consumo globale di vino e il quadro attuale non fa eccezione. Se da un lato l’attuale contesto economico e geopolitico ha portato a una contrazione, la natura stessa dei cicli economici suggerisce che, mantenendo il fenomeno inflattivo sotto controllo, il 2026 potrebbe segnare l’anno di svolta con l’avvio, nel 2027, di una fase di ripresa per una nuova crescita sostenuta per il settore vitivinicolo. Ripresa che non sarà una semplice ripetizione del passato: la sociologia del consumo è cambiata, e il prossimo ciclo vedrà protagonisti nuovi trend e consumatori. La premiumisation resta una tendenza chiave, con un crescente spostamento della domanda verso la ricerca di qualità e verso segmenti di alto valore. In questo scenario, è indispensabile investire in anticipo su ciò che potrebbe costituire la base del nuovo ciclo di crescita, rafforzando i marchi e valorizzando esperienze di consumo come l’enoturismo, un settore che ha registrato uno sviluppo importante negli ultimi quindici anni, con stime superiori ai 50 miliardi di dollari per il 2025. I mercati emergenti, inoltre, potrebbero ridefinire gli equilibri globali, con un interesse in aumento per i vini rossi. È importante che il settore vitivinicolo sia in grado di individuare i segnali e anticipare i trend per poter adottare strategie lungimiranti”.
    Davide Gaeta, Professore e Docente di Economia dell’impresa vitivinicola e di Mercati Agroalimentari e Competitività – Dipartimento di Management, Università di Verona ha proseguito: “L’evoluzione dei cicli economici ha determinato la necessità di rimodulazione dell’organizzazione del business aziendale. La nostra ricerca ha individuato alcuni fattori chiave di resilienza che possono consentire alle imprese vitivinicole di consolidare la propria crescita e di sostenere le evoluzioni dei mercati internazionali quali: un modello organizzativo strutturato ed una governance solida, che consenta di crescere e di continuare a innovarsi; una gestione trasparente delle informazioni; e strategie mirate di acquisizione e diversificazione del portafoglio prodotti. Altro elemento cruciale è la capacità di adattarsi alle evoluzioni della domanda attraverso un approccio flessibile, sia nell’approvvigionamento delle uve, che nell’ampiezza della gamma prodotti. La segmentazione della distribuzione, una presenza ponderata e diversificata sui mercati internazionali permettono inoltre di mitigare i rischi e cogliere opportunità di sviluppo. Ci sono anche altri elementi che contribuiscono a rafforzare la competitività delle imprese, come l’attenzione all’identità aziendale, il marketing strategico e l’innovazione orientata alla sostenibilità. Abbiamo dunque ricercato tutti questi fattori analizzando un caso di brand leader di mercato quale Masi, e rilevato come l’azienda abbia saputo muoversi in un contesto sfidante. L’azienda ha saputo combinare tradizione e innovazione, valorizzare il proprio radicamento territoriale, adottare un sistema di monitoraggio avanzato per garantire una gestione efficiente della produzione e della distribuzione, ed implementare una strategia di crescita lungimirante. Ne è dunque emerso come Masi rappresenti un modello di resilienza capace di trasformare le sfide in opportunità di crescita sostenibili”.
    Federico Girotto, AD Masi Agricola e Presidente e AD di Canevel Spumanti ha dichiarato: “Abbiamo apprezzato molto la ricerca e siamo orgogliosi di averne fatto parte: da un lato, essa può rappresentare un contributo agli operatori del settore vitivinicolo per comprendere e acquisire consapevolezza circa i reali problemi del medesimo e dei suoi mercati di riferimento, chiudendo lo spazio a omissioni, al pessimismo e soprattutto all’illusione che tutto possa tornare a essere come prima. Dall’altro, lo studio delinea con chiarezza le caratteristiche necessarie ad affrontare efficacemente l’inevitabile percorso evolutivo dell’ecosistema aziendale, la cui necessarietà corre in parallelo ai mutamenti del settore. In Masi cerchiamo di incrementare la resilienza in diversi modi, ma soprattutto rafforzando i processi strategici di identificazione, analisi e mitigazione dei rischi, non distogliendo mai l’attenzione dalla nostra stella polare: il brand. Negli anni il gruppo Masi ha attivato diverse leve strategiche che ci hanno permesso di rispondere in anticipo all’evoluzione dei cicli economici, trasformando le sfide in opportunità. In uno sguardo complessivo, in questi dieci anni dalla quotazione, abbiamo lavorato sulla sostenibilità – con il progetto Masi Green Governance – sull’omnicanalità comunicativa e distributiva, e sul rafforzamento della Masi Wine Experience, che quest’anno darà avvio a Monteleone21, il nostro visitor center in Valpolicella che risponde alla nuova domanda del settore enoturistico. Infine, abbiamo investito nell’innovazione di prodotto, come con Fresco di Masi, la linea di vini biologici che esprime la nostra visione di autenticità, attualità e attenzione al consumatore, e nell’ampliamento del portafoglio. Ne è un esempio il recente sbarco in Oltrepò Pavese con l’acquisizione della tenuta Casa Re e il lancio dello spumante Metodo Classico Moxxé del Re, dove contiamo di replicare quanto realizzato in Valdobbiadene con Canevel Spumanti, un brand che ha continuato a crescere, anche in termini di export.
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    Val d’Oca insieme a Bella: una nuova collaborazione nel settore no alcol

    Val d’Oca, azienda di Valdobbiadene riconosciuta per l’eccellenza nella produzione di Prosecco Superiore DOCG, annuncia la partnership con Bella, brand di Mareno di Piave (Treviso) specializzato in bevande non alcoliche di qualità. Questa collaborazione segna un passo strategico per Val d’Oca, che amplia la propria offerta per rispondere a un mercato in continua evoluzione, sempre più attento a proposte innovative nel segmento no alcol.​​L’accordo prevede la distribuzione dei prodotti Bella attraverso la rete vendita di Val d’Oca, forte di una presenza consolidata sia a livello nazionale che internazionale. Grazie a questa sinergia Val d’Oca introdurrà nel proprio portfolio una selezione di bevande rinfrescanti, ideali per chi cerca alternative prive di alcol senza rinunciare a gusto e qualità.​​“Siamo entusiasti della nuova partnership con Bella – dichiara Stefano Gava, Direttore Generale –. Per noi questa azienda è sinonimo di qualità e creatività, valori che condividiamo e che ci guidano nella nostra mission di offrire prodotti eccezionali. In un momento in cui la domanda di bevande non alcoliche è in forte crescita, siamo pronti a rispondere con soluzioni che rispettano la nostra attenzione al territorio”.​​Bella, nota per la selezione accurata degli ingredienti naturali e per il focus sul benessere del consumatore, arricchirà la gamma Val d’Oca con bevande fruttate e fresche, perfette per ogni occasione. Le referenze sono già disponibili nei canali di distribuzione Val d’Oca. More