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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2023

    Il post di oggi è relativo alla valutazione delle aziende vinicole quotate, con dati raccolti in data 20 gennaio 2023 e relativi ai multipli di valutazione per l’anno 2023 e 2024, dunque usando le stime degli analisti finanziari per i prossimi due anni. Come l’anno scorso, abbiamo “rivisto” il campione separando le aziende della Champagne, le aziende extraeuropee e quelle europee. Ciò consente di fornire una visione più omogenea visto che le aziende extraeuropee sono molto più grandi e profittevoli, con conseguente impatto (positivo) sui multipli valutativi. Ora, i dati che leggerete oggi sono sostanzialmente peggiorativi rispetto a quelli dello scorso anno. Come sapete veniamo da un anno negativo per le borse i multipli ne hanno risentito, sopratttutto per le grandi aziende internazionali. Se volessimo fare una media potremmo dire che le valutazioni sono calate del 10% circa: ad esempio, la media ponderata del multiplo EV/Vendite delle aziende internazionali è sceso da 5.6 a 5 volte, e il rapporto prezzo/utili da 22 a 20 volte circa. Per le aziende europee il tutto è meno evidente, vista la ridotta dimensione (provate a fare la somma delle capitalizzazioni di mercato…) e quindi una correlazione meno forte con il mercato. Infine, vi richiamo l’attenzione sul grafico di sopra, dovete vedere come si pongono le valutazioni sulle vendite rispetto al margine operativo atteso per il 2023: più si guadagna rispetto al fatturato, più il multiplo del fatturato sale, ovviamente. Passiamo a commentare qualche dato.Le aziende europee nel campione sono Masi, Italian Wine Brands, Advini e Schloss Wachenheim. Il multiplo medio del fatturato è 1.2, ma come vedete si tratta di una media tratta da un valore di oltre 2x per Masi e di circa 1x per le altre aziende, che hanno margini molto inferiori. Va anche sottolineato che Masi ha avuto un andamento positivo nel 2022 grazie non solo ai risultati ma anche all’ingresso nel capitale di nuovi e importanti azionisti.Le aziende extraeuropee hanno vissuto un anno meno positivo. Se prendete i valori di mercato di gennaio 2022 e quelli di oggi vedrete che sono calati per tutte le aziende salvo che per Constellation Brands (stabile) e per TWE. Quindi con utili che sono ancora previsti salire nel 2023, le valutazioni relative sono calate. In media le aziende hanno anche perso circa 1 punto percentuale di margine, a fronte delle pressioni inflazionistiche. Va notato soprattutto la forte svalutazione di Vintage Wine Estates, che ha deluso le aspettative degli investitori dopo la quotazione in borsa.I dati delle aziende della Champagne sono da prendere con le molle, soprattutto in confronto al passato, perchè assistiamo a un recupero di margini di due delle tre aziende. Questo determinava dei multipli dei profitti (P/E e EV/EBIT) gonfiati soprattutto nel passato. Se guardate al multiplo del fatturato, scende da 2.3 a 2.1, -9%, mentre il calo rispetto alla tabella dello scorso anno del multiplo dell’utile operativo (-20%, da 18 a 15 volte) è un po’ fuorviante. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento ottobre 2022

    Apriamo questo 2023 con un post un po’ particolare sulle esportazioni di vino, di cui trovate qui i dati completi a ottobre 2022. Particolare perchè ogni tanto vale la pena di fermarsi e capire dove si è rispetto agli altri. Oggi lo facciamo confrontando i tassi di crescita e i livelli di esportazione del vino rispetto al settore bevande/tabacchi in generale italiano e alle esportazioni italiane totali. I due grafici di apertura (il resto sono tabelle) vi forniscono una chiara evidenza che le esportazioni di vino non stanno crescendo tanto quanto il resto dell’export italiano. Quindi, quando diciamo che +11% sul 2021 o +20-25% rispetto al 2019 sono buoni dati diciamo una cosa vera ma solo in termini assoluti: le esportazioni italiane “di tutto” sono cresciute del di quasi il 20% sull’anno scorso e sono il 35% sopra il 2019 mentre anche nel campo più stretto di bevande/tabacco siamo il 25-30% sopra il 2019 e si cresce più velocemente anche (e soprattutto direi) negli ultimi mesi.Bene, fatta questa breve analisi passiamo ai dati. Ottobre è un mese pesante per l’export di vino. La crescita è stata del 4% sull’anno scorso, nonostante il 2021 fosse stato un mese piuttosto stabile (+2% sul 2020). Il passo sull’anno resta nell’intorno dell’11%, per un totale annuo poco superiore ai 7.8 miliardi di euro. I volumi sono calanti su base mensile ma restano stabili in ragione d’anno.Nel resto del post ulteriori commenti e tutte le tabelle aggiornate.Il mese di ottobre soffre di un andamento stabile/negativo dei vini fermi e sfusi rispettivamente, con la categoria degli spumanti che segna un eccellente +19%, che consente di mantenere il ritmo nella categoria a +22%. Sono invece scesi a +9% e +7% gli incrementi dei vini in bottiglia e dei vini sfusi nei primi 11 mesi del 2022.Dal punto di vista geografico, come sempre i dati mensili sono di difficile lettura. Diciamo che è in chiara decelerazione il mercato americano, che oggi viaggia su un ritmo annuo del 8-9% contro il +25% che aveva toccato a inizio 2022. Il mercato tedesco sta rallentanto leggermente dal +6/7% di inizio anno al +4/5% attuale, mentre resta a oltre +10% l’andamento del mercato inglese, pur con medesimi trend in rallentamento.Nel segmento degli spumanti la crescita mensile è del 19%, quella dei 10 mesi del 22% e si viaggia a +37% sopra il 2019. Ma, qui tutti i mercati vanno benissimo, compreso quello russo, che nei primi 10 mesi del 2022 cresce del 15%…Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Schloss-Wachenheim – risultati 2021/22

    Schloss Wachenheim (azienda spumantistica tedesca quotata in borsa con un valore di mercato di circa 125 milioni di euro) chiude il 2021/22 con risultati eccezionalmente positivi: vendite in crescita dell’8% a 384 milioni di euro, utile operativo +20% a sfiorare 30 milioni di euro e un utile netto di quasi 14 milioni di euro (21 prima delle minoranze), +32%. Tre punti, di cui due al di fuori di questi numeri, lasciano un po’ perplessi e ci fanno pensare che questo sia un anno “di fine ciclo”: primo, il debito non scende come dovrebbe visti i dati, anzi cresce a 64 milioni (+11) a causa del forte incremento del capitale circolante; secondo, a ottobre l’azienda ha poi dichiarato la ristrutturazione delle attività francesi (circa 7 dei 29 milioni di euro di utile operativo), con un impatto negativo di circa 4 milioni per il 2022/23; terzo, le indicazioni sugli utili 2022/23 (quindi l’anno che terminerà a settembre) sono per un fatturato stabile (più prezzi e meno volumi) ma per un utile operativo di 25-27 milioni (prima della ristrutturazione francese, altrimenti sarebbe 21-23), che è sotto il 29.2 di quest’anno e un utile netto (prima delle minoranze) di 18-20 milioni contro 21 del 2021/22. Dunque, bene ma non benissimo per questa grande azienda spumantistica che, come vedete dal grafico qui sopra, ormai genera la maggior parte dei propri profitti nell’area dell’Est Europa. Passiamo ad analizzare qualche dato in dettaglio.Le vendite toccano quota 384 milioni di euro, grazie all’incremento dell’11% in Francia (90 milioni) e del 12.5% in Est Europa (168 milioni). Dal punto di vista dei prodotti sono i vini spumanti a guidare l’incremento, anche grazie all’uscita dal periodo Covid, con un incremento del 15% a 174 milioni di euro, mentre i vini fermi sono… fermi a 108 milioni dopo essere andati in controtendenza lo scorso anno.I margini sono stabili a livello industriale al 43% ma migliorano a livello di utile operativo, raggiungendo il 7.6%, il livello più elevato degli ultimi anni. Come vedete dai grafici si tratta di un livello molto diverso tra l’Est Europa, che viaggia oltre il 10%, la Germania intorno al 3% e la Francia al 7%, dove tra l’altro nel 2022/23 sarà implementato un piano di ristrutturazione.Il debito cressce a 64 milioni, un livello comunque molto moderato (1.4 volte l’EBITDA). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Il valore dei vigneti in Italia per denominazione – dati CREA, aggiornamento 2021

    I dati pubblicati da CREA relativi agli esempi di valore dei vigneti nelle principali aree vinicole italiane sono stati in rialzo dell’1.6% circa anche nel 2021, portando dunque l’incremento totale dal 2000 a +63% (che si deduce dal nostro grafico indice di “163” riferito a gennaio 2021. Si tratta di un dato positivo, considerato che tra il 2000 e la fine del 2021 la perdita di potere di acquisto della moneta (leggi il cumulato dell’inflazione) è stato del 39% circa. Ora, il problema sarà il 2022, visto che in un solo anno “mettiamo su” il 9% di inflazione che capitalizzato sul resto porta a una svalutazione totale del 50% circa. In questo senso il 2022 potrebbe mangiarsi una bella fetta del plusvalore generato dalla proprietà dei vigneti. Ma vedremo. Per ora, analizziamo questi dati nel resto del post, ricordandovi che potete trovarli in formato scaricabile nella sezione Solonumeri Italia del blog (in fondo alla lista).Le tabelle esprimono i valore minimo e massimo presi ad esempio da CREA nel fornire un dato di valutazione dei vigneti nelle varie zone. Nella tabella i dati sono espressi in migliaia di euro.Come la “supermedia” di questi dati è circa 103mila euro nel 2021 e prendendo la media delle singole variazioni troviamo un incremento di valore dell’1.6%, allineato ai dati rilevati dal 2018 a questa parte e un po’ sopra il +1.4% medio visto mediamente negli ultimi 10 anni.I dati aggiornati rispetto all’anno scorso vedono alcuni cali di valore in zone con prezzi molto elevati in Alto Adige, oltre che nella zona del Taburno.Sono stati invece ritoccati al rialzo i valori in alcune zone del Lazio (Latina e Viterbo) e Lombardia (Valtellina e zona della Franciacorta), nella zona del Moscato in Piemonte, nell’area dell’Etna (dove gli incrementi si susseguono costantemente anno dopo anno, unico esempio in questa analisi) e nella zona di Trento, oltre che a Valdobbiadene. Sembra molto evidente l’impronta “spumantistica” nella tendenza di questi nuovi dati pubblicati da CREA.Qui sotto trovate anche aggiornata la tabella con gli “esempi” di valore massimo dei vigneti, dove potete notare che le Langhe restano l’area più valorazzata, seguita dai vigneti nell’Alto Adige e quelli di Montalcino.Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici. Buona consultazione. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Conegliano Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore – vendite e esportazioni 2021

    I dati che presentiamo oggi sono relativi al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e mostrano un forte incremento delle vendite dopo diversi anni di stabilità. In particolare, nel 2021 il consorzio ha dichiarato vendite per 105 milioni di bottiglie (di cui 103 sono spumante), in crescita del 14% sul 2020 e un valore di 621 milioni di euro, +18% rispetto al 2020. Sono dati molto positivi, soprattutto se confrontati con il pre-crisi, visto che il 2020 era stato un anno anomalo per via del Covid. Due cose sottolineerei in merito: la prima, che questi dati sono finalmente simili a quelli che produrremo tra qualche giorno per il fratello “minore” Prosecco DOC. La seconda è che la positività di questi dati emerge soprattutto dalle vendite italiane di Prosecco superiore, che sono letteralmente esplose nel corso del 2021. Oltre al recupero del canale Ho.Re.Ca., che comunque resta leggermente sotto il livello raggiunto nel 2018-19, la ragione principale del forte incremento è chiaramente nella grande distribuzione e, in valore assoluto meno rilevante, nel costante incremento della vendita diretta e dell’ecommerce. All’estero le cose vanno bene, ma non così come in Italia, soprattutto a causa di alcuni mercati “secondari” come il Benelux o il Canada. Passiamo a un’analisi dei dati:Le vendite 2021 di Prosecco Superiore sono cresciute del 14% a 104.7 milioni di bottiglie per un valore di 621 milioni di euro nel 2021 (+18%). A tale incremento contribuisce soprattutto il mercato italiano, +17% in volume e +25% in valore (volendo confrontare con il 2019, +19% e +23%).All’estero, che rappresenta il 40% dei volumi e il 36% del valore, le vendite di Prosecco Superiore sono cresciute dell’11% a volume e del 9% a valore. Se confrontate con il 2019, l’incremento è del 7% e dell’11% rispettivamente.Nei grafici e nelle tabelle trovate le suddivisioni per canale e per mercato. Nel mercato italiano, noterete un incremento molto importante nella grande distribuzione rispetto al pre-covid, mentre Horeca e grossisti sono sul livello del 2019. Internet è quasi decuplicato, non è una sorpresa, ma resta marginale (il 4% delle vendite).All’estero rimbalzano le vendite nel Regno Unito dopo il tracollo del 2020, ma restano il 20% sotto dove stavano prima. Lo stesso vale per il mercato americano, +41% ma il 18% sotto l’anno pre-COVID. Sono i paesi di lingua tedesca (Germania, Svizzera e Austria) a far crescere le esportazioni, oltre all’exploit (soprattutto in valore) del mercato scandinavo.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Constellation Brands – risultati primi 9 mesi 2022

    “Ahi! Ahi! Ahi!” verrebbe da dire guardando ai dati del terzo trimestre 2022 di Constellation Brands. Ci sono diversi motivi per giustificare il tracollo delle azioni del 5 gennaio (-10%, peraltro preceduto in dicembre da un andamento altrettanto negativo): il principale è il calo importante dei margini nell’area della birra, che si combina a una crescita del fatturato “soltanto” del 8%. Vale la pena di notare che quest’anno per la prima volta  da lungo tempo le indicazioni di andamento dell’utile per azione date a inizio anno (intorno a maggio) sono state riviste al ribasso da 11.20-11.60 dollari per azione a 11.00-11.20. Va poi notato l’andamento tutt’altro che incoraggiante dell’area vino, dove le vendite sono in calo del 7% a fronte di vendite al dettaglio a -6%, con margini ancora sotto pressione. E, infine, l’aumento della leva finanziaria legato alle operazioni di ottimizzazione del capitale (riacquisto di azioni, eliminazione di una classe di azioni con esborso di 1.5 miliardi di dollari), che portano il debito a 12 miliardi di dollari rispetto ai 10 di fine febbraio: non proprio un segnale incoraggiante quando i tassi di interesse sono in forte incremento. Bene, fatta questa lunga spiegazione, per chi è interessato dentro il post maggiori dettagli e spiegazioni.Le vendite totali del gruppo crescono del 5% nel terzo trimestre a fronte di un calo del fatturato vino del 4% (-7% se parliamo “soltanto” di vino escludendo gli spiriti) e un incremento dell’8% del fatturato della birra.La performance commerciale dell’area vino non è positiva, nonostante nel comunicato si cerchi in tutti i modi di trovare degli angoli positivi. Le vendite finali sono calate del 5.6%. Si tratta di una indicazione negativa su tutto il mercato americano, vista la dimensione del gruppo. In particolare noterete dai grafici che nel primo trimestre furono +1% e nel secondo trimestre -2%. Noterete inoltre che già nel 2021 le vendite furono negative.I margini dell’area vino sono ancora in leggero calo (dal 25.4% al 24.8%), ma sono ben peggiori quelle del gruppo inclusa la birra, che scendono dal 36% al 31%, anche se il 36% era un dato veramente “fuori dal normale”.A livello finanziario l’operazione di cancellazione delle azioni “B” del gruppo costata 1.5 miliardi di dollari (oltre che a riacquisti di azioni per un ammontare simile) determina un ribaltamento della struttura finanziaria: il patrimonio netto cala da 11.2 a 8.7 miliardi di dollari, mentre il debito sale da 10 miliardi a 12 miliardi di dollari. Il rischio finanziario dunque aumenta, sebbene la generazione di cassa del gruppo resti positiva. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Le superfici vitate bio nel mondo – dati 2019 FiBL & IFOAM

    L’area vitata mondiale bio è cresciuta nel 2019 dell’11% a 468mila ettari e rappresenta il 7% circa della superficie vitata mondiale. Il rapporto 2019 redatto da FiBL & IFOAM ha aggiornato i dati che avevamo già commentato un paio di volte sul blog. Di questi 468mila ettari, circa 17mila sono anche certificati dall’associazione Demeter, un’organizzazione non profit che si fonda su una federazione di enti certificatori locali (the Biodynamic Federation) e che certifica l’ulteriore passo verso (la dibattuta) biodinamica. Per quanto riguarda i dati, soprattutto visti in prospettiva con gli anni scorsi, dobbiamo dire che l’Italia mantiene una posizione rilevante nell’ambito bio, anche se negli ultimi anni (qui si parla fino al 2019) la superficie bio italiana si è stabilizzata poco sopra 100 mila ettari, mentre è continuata a crescere a ritmi più sostenuti sia in Spagna che in Francia. Il risultato è che al 2019, l’Italia con 109mila ettari bio è passata al terzo posto tra le nazioni bio, superata dalla Francia che è salita a 114mila e sempre dietro la Spagna a 121mila. L’Italia resta peraltro davanti a Francia (leggermente) e Spagna dal punto di vista della penetrazione della superficie vitata bio sul totale, al 16%. Cala la Cina, mentre sembrerebbe in forte progresso questo fenomeno in USA. Passiamo a commentare i dati.La superficie vitata mondiale bio cresce da 422mila a 468mila ettari tra il 2018 e il 2019, il che corrisponde a una penetrazione del 6.7% della superficie mondiale, contro il 6.1% del 2018.La classifica per nazione mostra la predominanza delle grandi nazioni produttrici europee, Spagna, Francia e Italia, con le particolarità di cui abbiamo detto sopra e una penetrazione sul vigneto totale ben superiore al 10% (intorno o oltre al 15% per Italia e Francia). In questi tre paesi continua a concentrarsi il 70-75% della superficie vitata totale.Al di fuori di queste tre nazioni preponderanti, si notano due trend interessanti: il forte progresso degli USA, ora accreditati di 27mila ettari (il 7% del totale) e il forte regresso della Cina dove la superficie è scesa a 14mila ettari (il 2% del totale) dai 20mila del 2018, a sua volta in calo dai 25mila del 2017.Come sapete se leggete il blog (altrimenti guardate qui, su numeri leggermente diversi da questi ma pienamente coerenti), nel 2020 per l’Italia c’è stato un progresso piuttosto significativo dopo qualche anno di stasi.Vi lascio alla consultazione delle tabella.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Cavit – risultati 2021/22

    Dopo il boom del 2020/21, i dati 2021/22 (chiusura Maggio) di Cavit mostrano un consolidamento delle vendite (-2%) e un calo degli acquisti di uve dai soci del 13% in euro (da qualche hanno il bilancio esprime questo dato in valore e non in volume). Si tratta comunque di un esercizio particolarmente positivo se confrontato con i dati pre-pandemia: in cumulato, Cavit ha vendite del 40% superiori e ha retrocesso ai soci il 15% in più del 2018-19. La posizione finanziaria resta molto solida, con 40 milioni di cassa netta, per un patrimonio netto (incluse le minoranze) di 110 milioni di euro. Le prospettive per il 2022-23 espresse nel bilancio sono molto prudenti: peggioramento della propensione al consumo, maggiori costi difficili da ribaltare sui prezzi, volumi in calo. Passiamo a una breve analisi dei dati.Il fatturato scende a 265 miloni di euro, -2%, con un calo netto delle vendite italiane a 64 milioni, -7% dopo il boom dell’anno precedente (48%) ma anche di quello prima (+17%) e un fatturato estero sostanzialmente stabile intorno.Dalla relazione di bilancio impariamo (per la prima volta) che il fatturato di Cavit è di 204 milioni di euro, quello di Casa Girelli 27 milioni, mentre quello di Kessler Sekt è pari a circa 20 milioni di euro.La struttura del bilancio non cambia, con circa il 9% di valore aggiunto sul fatturato e un piccolo utile (5 milioni) che riflette essenzialmente la presenza di alcune aziende non cooperative nel periodo.I soci sono stati remunerati con acquisti per 112 milioni di euro, contro 129 dello scorso anno e 95-100 milioni dei periodi precedenti e pre-crisi. É dunque abbastanza chiaro che una parte dell’incremento del fatturato è stato assorbito da acquisti esterni.La struttura finanziaria resta molto solida, con una cassa netta di 39.6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 38.3 dello scorso anno.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO