More stories

  • in

    Argentina – produzione di vino 2021 e stima 2022

    La produzione di vino in Argentina ha continuato negli ultimi anni un processo di graduale calo e negli ultimi 3-4 anni è oscillata tra 11 e 13 milioni di ettolitri, escluso il contributo dei mosti che sono mediamente intorno a 5 miloni di ettolitri. I dati che mostriamo oggi sono il dettaglio della produzione 2021 (e 2020, che avevamo saltato lo scorso anno), e una previsione fornita da OIV sulla vendemmia 2022. Più precisamente nel 2021 la produzione è stata di 12.5 milioni di ettolitri, in crescita del 15% rispetto al 2020, ma vista in prospettiva del 4-5% sotto la media del decennio precedente. Per il 2022, la previsione di OIV è di un calo a circa 11.4 milioni di ettolitri, quindi più intorno al 10% in meno rispetto alla media storica. Qualche ulteriore dettaglio nel resto del post.La produzione 2021 si completa con circa 4.2 milioni di ettolitri di mosto, il 10% sotto la media storica.L’Argentina resta una terra sostanzialmente dedicata alla produzione di vini rossi, con il Malbec in testa. La superficie vitata argentina è di circa 195mila ettari, di cui circa 45mila sono relativi al Malbec (22% del totale).I dati della produzione per colore mostrano anche questa prevalenza, con una quota di due terzi di produzione di vino rosso e del 30% circa di vino bianco. La vendemmia 2021 mostra una produzione di vino rosso soltanto il 3% sotto la media decennale, contro il -14% per i vini bianchi e circa il -10% per i vini rosati.Mendoza si conferma l’area chiave per la produzione vinicola, con quasi l’80% della produzione. Guardando al 2021 (9.8m/hl nella regione) contro i dati storici è anche l’area con la produzione più resiliente, mentre nel resto del paese il calo è stato più significativo.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Vranken Pommery – risultati primo semestre 2022

    Dopo aver visto la progressione nei risultati di Lanson, i numeri di Vranken Pommery potrebbero sembrare molto deludenti. Lo sono soltanto in parte. La progressione del fatturato è importante +20% ma come vedrete dai numeri in dettaglio nel post gli utili sono calati del 13% a livello operativo e il primo semestre (stagionalmente poco rilevante) è rimasto in perdita. C’è una spiegazione che rende i dati più confrontabili ed è che ci sono stati dei componenti positivi non ripetibili nel 2021 di 1.2 milioni e l’azienda ha speso nel 2022 0.5 milioni nel rilancio di un marchio. Se “riaggiustiamo” i nostri numeri con quel dato in effetti tutto tornerebbe ad allinearsi con un utile operativo che invece di scendere da 6.7 a 5.9 miloni di euro sarebbe salito da 5.5 a 6.4 e via discorrendo. Detto questo, resta molto deludente il fatto che i margini (aggiustati) non siano comunque in progressione (dal 5.9% al 5.7% aggiustato) per un’azienda che nel passato (remoto) ci aveva abituato a livelli di margini ben più consistenti. Vranken resta l’azienda della Champagne più indebitata tra quelle che guardiamo nel blog, con un valore del debito che nonostante il calo resta a 703 milioni a fine giugno ed eccede il valore del magazzino. Passiamo a una breve analisi dei dati.Le vendite crescono del 20% a 113 milioni di euro, grazie al recupero della Francia (+22% a 41 milioni di euro), e dei mercati extraeuropei che tornano a 25 milioni di euro (+38%) dopo essersi sostanzialmente annullati nel periodo del Covid.Come sapete, Vranken fa anche vini fermi (circa il 5% del fatturato), che in questo momento non stanno crescendo. L’andamento del primo semestre è completamente appannaggio dello Champagne che cresce del 23% a 104 milioni di euro. Per Vranken si tratta del livello più elevato da quando guardiamo all’azienda per un primo semestre dell’anno.I margini come divevamo sopra sono molto influenzati da questioni contabili e di lancio di nuovi prodotti. Diciamo che il margine del 5.3% sarebbe al 5.7%% se “normalizzato” mentre il 7% dell’anno prima dovrebbe leggersi 6%. Diciamo che i costi stanno tornando alla normalità dopo il periodo del Covid.La struttura finanziaria continua ad essere caratterizzata da un debito molto elevato, pari a 700 miloni di euro, superiore al magazzino. Negli ultimi 12 mesi il debito è sceso di 13 milioni di euro, nonostante non siano stati pagati dividendi, mentre il magazzino è calato di 22 milioni di euro. Non un buon segno.Chiudiamo con una ulteriore nota di prudenza: gli amministratori dicono che il fatturato crescerà del 5% nel 2022. Facendo i calcoli significa che nel secondo semestre il fatturato non crescerà più (anzi, matematicamente dovrebbe calare dell’1%, ma sono arrotondamenti…). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Le statistiche de “I numeri del vino” – aggiornamento 2022

    Buongiorno e benvenuti nel 2023, che vi auguro pieno di soddisfazioni.Come ogni anno, oggi è il giorno del bilancio del blog del 2022. In breve: è stato un anno orribile e non ci sono spiragli che il 2023 possa essere migliore. Le visite sono calate del 25% e le pagine viste del 20%. L’unica consolazione sarà che nel 2023 da luglio Google Analytics “smetterà” il servizio per una nuova piattaforma e quindi tutti questi numeri terribili non saranno più disponibili.Per addendrarci un minuto nel tema, vi direi semplicemente che il blog sta subendo una forte disintermediazione dai motori di ricerca (o meglio, dal motore di ricerca, ossia Google). Infatti, se guardate nelle tabelle ne trovate una dove viene spaccato il -25% delle visite tra motori (-31%) e visite dirette (+7%). Questo +7% che applica a circa 20mila visite delle 95mila totali è l’unico indicatore positivo, insieme alle pagine per visita (+8%) e alla durata media della visita (+5%).Bene, se aprite il post trovate tutta una serie di indicatori e tabelle di dettaglio.Grazie ancora del vostro supporto. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Delegat Group – risultati 2022

    I risultati di Delegat nel 2022 sono stati fortemente influenzati dalle pressioni inflazionistiche (probabilmente destinate a perdurare) e dall’incremento del costo delle materie prime legato alla sfortunata vendemmia 2021 in Nuova Zelanda (in questo caso non destinato a ripetersi nel 2022). Il quadro del bilancio chiuso a giugno 2022 indica dunque un moderato incremento delle vendite (+6% in volume, +7.5% in dollari neozelandesi), ma un calo dei margini di profitto di quasi 6 punti percentuali a livello di utile operativo, dal 33% al 27%, che ha dunque determinato un calo degli utili di poco più del 10% dopo una serie positiva che durava ininterrotta praticamente dalla crisi del 2009. Le prospettive del gruppo che celebra nel 2022 i 75 anni dalla fondazione sono rimasti i medesimi: crescere oltre le 4 milioni di casse di qui al 2025, dalle 3.36 attuali (che sarebbero potute essere di più se non fosse stato per la mancanza di uva). La valutazione del gruppo in borsa ha subito un duro colpo a alle di questi dati: la capitalizzazione di mercato è scesa da 1.4 a 1 miliardo di dollari neozelandesi (600 milioni di euro) e sono di conseguenza calati i multipli: sul dato storico di utile a giugno 2022, il gruppo tratta su un prezzo/utili di 17 volte circa, contro le oltre 20 a cui ha sempre trattato in passato. Passiamo a una breve analisi dei dati.Se le vendite non hanno subito un forte impatto dal Covid, nel 2022 il rimbalzo è stato meno eclatante di quanto ci si sarebbe potuti attendere. I volumi di vendita sono stati stabili in Europa a 1.06 milioni di casse, mentre sono cresciuti in Asia a 0.7 milioni di casse. In entrambi i mercati siamo comunque sotto i livelli pre-Covid. Sono invece cresciute ulteriorimente le spedizioni in Nord America, raggiungendo quota 1.6 milioni di casse.Il fatturato cresce leggermente più dei volumi, nonostante il cambio stabile. Si tratta quindi di un leggero incremento del prezzo per cassa da 95 a 97 dollari locali, ossia circa 4.8 euro per bottiglia.I margini calano, come abbiamo detto sopra: dal 40% al 34% a livello di EBITDA, dal 33% al 27% a livello di utile operativo. Ne deriva un utile netto che scende da 65 milioni di dollari a 58.A livello finanziario, troviamo un magazzino in forte crescita che si porta via oltre 20 milioni di euro, investimenti sempre rilevanti (37 milioni) anche se inferiori al 2021 (60) e alla previsione 2022 (59). Mettendo tutto insieme arriviamo a un debito cresciuto leggermente da 240 milioni (dato rivisto rispetto a quanto riportato nel 2021) a 250 milioni di euro per un rapporto di 2.2 volte sull’EBITDA aggiustato.Trovate infine in allegato l’interessante grafico animato relativo all’andamento del gruppo contro alcune altre cantine italiane con un profilo comparabile.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Lanson BCC – risultati primo semestre 2022

    Dopo gli eccellenti dati registrati nel 2021 e qui commentati (link), Lanson il trend di miglioramento sia dei margini che del fatturato è continuato nel primo semestre 2022, di cui analizziamo oggi i dati. Si tratta di un momento eccellente per lo Champagne (e per gli spumanti in generale, bisogna dire). A questo momento eccezionale, Lanson “aggiunge” anche un paio di ulteriori elementi: il primo è che ha fatto una cura dimagrante sui costi e si è rilanciata nei mercati internazionali; il secondo è che è storicamente molto esposta al mercato inglese e questo mercato è in recupero. I dati sono chiari: dopo il +21% del fatturato del 2021, la crescita del primo semestre è +16% (pur rapprsentando soltanto un terzo dell’anno), l’utile che nel 2021 era triplicato, nel primo semestre è ulteriormente raddoppiato. Insomma siamo di fronte a un “ritorno” di Lanson a dei risultati soddisfacenti, dopo diversi anni che si potrebbero effettivamente definire bui, almeno a guardare i numeri, e ben prima del Covid. Passiamo ad analizzare qualche dato, ricordandovi che all’interno del post c’è anche un interessante grafico animato che visualizza chiaramente il cambio di direzione della società.Le vendite del semestre crescono del 16% a 115 milioni, supportate dall’ulteriore recupero delle esportazioni (62% delle vendite), che toccano il massimo storico a 67 milioni di euro (+27%), mentre le vendite in Francia sono in crescita del 3% a 48 milioni di euro. La differenza sul pre-covid è incredibile: +8% in Francia, +90% all’estero, frutto di una strategia chiara di diversificazione geografica se pensate che nel 2016 Lanson praticamente non vendeva fuori dall’Europa.I margini sono in forte recupero, con un EBITDA che torna al 15% (12% nel 2021) e dopo diversi anni (2015-19 in particolare) in cui era sceso sotto la soglia del 10%.Ne derivano ottimi numeri che vedte in tabella e che chiudono con un utile netto di 10 milioni di euro, un dato mai visto nel primo semestre di questa azienda prima d’ora, anche supportato dal debito e costo del debito.Dal punto di vista finanziario le considerazioni sono simili. L’indebitamento era strutturalmente sopra il valore del magazzino, ora è sceso sotto (vedere grafico): 485 milioni nel primo semestre 2022, contro un magazzino di 492 milioni, dopo aver ricominciato a pagare dividendi normali (4.9 milioni) e ricomprato azioni (1.7 milioni).Le azioni ne hanno beneficiato: nel momento in cui scriviamo la quotazione è tornata ai livelli pre-Covid, con un valore di mercato di 220 milioni.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Andrew Peller – risultati 2021 (marzo 2022)

    L’andamento di Andrew Peller è stato tutt’altro che positivo nel 2021. Avevamo lasciato l’azienda alle prese con un piano di rifocalizzazione e taglio dei costi, la ritroviamo nel 2021 (e nei dati semestrali del 2022) in difficoltà per quanto riguarda i margini di profitto, calati visibilmente per l’effetto combinato delle tensioni inflazionistiche. Nell’esercizio chiuso a Marzo 2022 le vendite sono calate del 5% ma gli utili sono scesi ben di più, -40% a livello operativo e -80% a livello di utile netto per un dato finale di soli 5 milioni di dollari canadesi, rispetto ai “normali” 25-30 milioni degli anni passati. La struttura finanziaria si è dunque leggermente deteriorata, soprattutto per il calo degli utili e l’andamento borsistico ne ha decisamente risentito, con un prezzo delle azioni che si è dimezzato dai circa 10 dollari di fine 2021 al livello corrente nell’ordine di 5 dollari (per le azioni “A”), che corrisponde a un valore di mercato di circa 230 milioni di dollari canadesi. Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.Le vendite calano del 5% a 374 milioni di dollari canadesi. Secondo il management il calo è dovuto al livello molto elevato di fatturato dell’anno precedente quando i clienti (principalmente canadesi) avevano “accumulato” prodotto. Le vendite estere rimangono marginali, -14% nell’anno e rappresentano soltanto il 4% delle vendite.I costi sono stabili a livello assoluto, come risultato dei risparmi di costo e delle tensioni inflazionistiche. Comunque, 20 milioni di fatturato persi sono 20 milioni di EBITDA persi e a scendere 24 milioni di minor utile operativo, dovuto all’incremento degli ammortamenti. I 39 miloni di euro generati nel 2021 sono il livello più basso da quando guardiamo l’azienda, che chiude poi l’anno con soltanto 5 milioni di dollari di utile netto, se aggiustato per circa 7 milioni di proventi straordinari.La struttura finanziaria peggiora leggermente, a causa dell’incremento del capitale circolante (10 milioni in più), con un debito che sale da 174 a 191 milioni di dollari, per un rapporto sull’EBITDA che passa da 2.1 a 3.2 volte.L’andamento nel corso del corrente esercizio non è per nulla soddisfacente. Come vedete dagli ultimi due grafici le vendite trimestrali sono migliorate inizialmente (aprile-giugno) ma hanno di nuovo perso impeto nel secondo trimestre fiscale (luglio-settembre) e gli utiili sono ulteriormente calati.Vi lascio ai grafici e alle tabelle riassuntive. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni spumanti Italia – aggiornamento settembre 2022

    A ruota dell’aggiornamento sulle esportazioni totali vi aggiorno sui dati specifici degli spumanti, che restano molto buoni, supportati da una crescita “vera” (che di questi tempi è quella dei volumi, +8% da inizio anno), che non è in questo momento isolata al Prosecco ma che riguarda anche l’Asti e gli altri spumanti, soprattutto gli altri “DOP”. Sia ben chiaro, il Prosecco rappresenta 1.15 miliardi dei 1.55 miliardi esportati da inizio anno, quindi se si ferma quello si ferma tutto. Però è incoraggiante notare come tutte le categorie crescono tra il 4% e l’8% a volume e tra il 15% e il 25% a valore nei 9 mesi. Ci sono anche alcuni dati un po’ strani, come il forte recupero della Russia per esempio, che potrebbe non essere sostenibile, ma detto questo le cose continuano effettivamente ad andare molto bene. Augurandovi di brindare nei prossimi giorni con uno spumante italiano, passiamo ad analizzare qualche dato.Le esportazioni di spumante hanno raggiunto 2.1 miliardi di euro in valore sugli ultimi 12 mesi, con un progresso del 20% sull’anno precedente e del 32% rispetto al livello pre crisi.Nello specifico di settembre la crescita è del 20%, con un incremento dei volumi del 7%. Si tratta di una fotocopia sia del dato sui primi 9 mesi che di quello sugli ultimi 12 mesi: tutti procedono alla medesima velocità.Visti dal punto di vista geografico, settembre è un mese strano con i mercati più forti recentemente in rallentamento e altri, che invece ci si immaginerebbe in rallentamento come la Russia in recupero. Nello specifico, il dato sulla Russia sorprende non poco, +47% in Settembre, +9% sugli ultimi 12 mesi e +8% da inizio anno.Il 2022 sarà comunque ricordato come l’anno della consacrazione dei nostri prodotti in Francia, che sta crescendo del 30% ed è il quarto mercato e del Belgio, quinto mercato e in crescita di oltre il 20%. Sono dimensioni molto distanti dagli USA o dal Regno Unito, rispettivamente a 500 e 400 milioni di euro di valore esportato contro circa 100 della Francia e un po’ meno del Belgio, ma il loro contributo è importante.Se vogliamo trovare un mercato che non funziona, beh, è la Svezia, in calo dell’8% sugli ultimi 12 mesi e dell’11% nel corso del 2022. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento settembre 2022

    L’ultimo aggiornamento sulle esportazioni italiane di vino prima della fine dell’anno ci porta delle buone notizie. La ripresa dalle vacanze di settembre è stata particolarmente positiva, +13% (per quanto con volumi stabili), il che ci consente di mantenere un ritmo annuo di crescita (o recupero se volete) superiore al 10% sui 12 mesi. La riflessione di oggi è però su un altro punto: il vino italiano sta andando meglio o peggio degli altri prodotti alimentari e di consumo italiani? Provo a rispondere con un paio di analisi, che danno una risposta piuttosto interessante, e la risposta è…. NO. Lo vedete nel grafico sopra, lo potete calcolare andando sul sito Istat e scaricando le esportazioni. Nel corso dei primi 9 mesi del 2022 le esportazioni di beni di consumo italiani sono cresciute del 22%, quelle della branca alimentari/bevande/tabacco del 19%, il vino lo vedete nelle tabelle +12.8%. Allora magari ci si chiede: magari è frutto di dinamiche diverse in uscita dal Covid. La risposta è solo in parte si. Rispetto al 2019, le esportazioni degli ultimi 12 mesi di vino sono cresciute del 26%, quelle dei beni di consumo del 30% e quelle dei beni di consumo del 24%. Bene, passiamo a qualche ulteriore commento nello specifico dei dati del vino nel resto del post dove trovate anche interessanti grafici sulle esportazioni per paese (compreso il sorprendente recupero del nostro export in Russia…).Il dato di settembre è positivo (+13%) e porta il totale esportato da inizio anno a 5.8 miliardi di euro, con un volume però stabile (collegarsi ai post passati sulle esportazioni per l’analisi sull’inflazione) intorno ai 16 milioni di ettolitri (e un dato sui 12 mesi di 22).A livello generale è stupefacente (per usare un eufemismo) osservare il forte recupero delle esportazioni in Russia negli ultimi 3 mesi, che ha colmato interamente il buco creatosi in primavera. Siamo di nuovo vicini ai 150 milioni di euro di inizio anno.I dati restano altalenanti, ci sono dati negativi in qualche paese fortemente positivo in precedenza (Belgio, Olanda) che andranno verificati nei prossimi report. Chiaramente il quadro resta positivo: nessun paese tra i principali è negativo, alcuni paesi di solida tradizione vinicola (Francia, Canada) stanno dando quel “quid in più al nostro export”.Quest’anno sono certamente i paesi di lingua tedesca (Germania, Svizzera, non l’Austria) che ci rallentano, se guardiamo a prima del Covid avremmo forti spazi di recupero nel Regno Unito.Vi lascio ai numerosi grafici e tabelle che ho preparato per questo post.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO