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    Vendite di vino per denominazione nella GDO Italiana – aggiornamento 2021

    Con il ritorno del Vinitaly torna anche i dati e le statistiche relative alla GDO e speriamo qualche spunto di riflessione e analisi nuovo. Oggi vi propongo i dati pubblicati in collaborazione con IRI da Vinitaly che mettono in fila le denominazioni di vino per vendite. La classifica continua (a mio modo inspiegabilmente) a essere fatta in ordine di volume e non di valore, ma lasciamo stare. I dati pubblicati non sono completi come quelli del 2020 (che mi aveva fornito direttamente IRI) ma comunque mettono in luce i principali movimenti, in un mercato che ricordiamo è calato in valore del 2% per i vini non spumanti ma è comunque stato del 4% sopra al 2019 (+2% e +8% se includiamo i vini spumanti).Quattro cose sottolineerei. Primo, il Chianti continua a crescere in modo piuttosto costante, +5% anche nel 2021 sul difficile 2020, ed è con 83 milioni di euro la principale denominazione per vendite. Spicca la fortissima crescita del Vermentino (per IRI è la somma di Sardegna, Toscana e Liguria) che diventa il secondo vino per vendite in Italia con 58 milioni di euro. Terza considerazione: tutta una serie di denominazioni che erano andate bene o molto bene solo nel 2020 hanno dati negativi, come nel caso del Lambrusco, Gutturnio, Barbera e Bonarda. Ultima considerazione: il Primitivo si sta sviluppando in modo poderoso, con anche un posizionamento di prezzo molto interessante (4.8 euro per bottiglia, non distante dal Vermentino, come vedete dalla matrice qui sotto allegata). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Spagna – esportazioni di vino, aggiornamento 2021

    Le esportazioni di vino spagnole tornano nel 2021 sopra il livello pre crisi. Con 2.94 miliardi di euro e 23.9 milioni di ettolitri i dati sono del 7% superiori al 2019 e di oltre il 10% sopra il 2020. Diciamo che se confrontati ai dati che stiamo commentando relativamente a Italia e Francia, la Spagna ha avuto una ripresa meno importante. L’Italia e la Francia sono oltre il 10% sopra il livello del 2019. A pesare sulla Spagna c’è sicuramente la più forte esposizione ai vini sfusi, che rappresentano una parte importante delle esportazioni (circa il 20% del totale) e che fanno della Spagna l’esportatore mondiale di vino con il prezzo medio più basso (1.23 euro al litro, stabile rispetto al 2019).Dal punto di vista dei mercati, va sottolineato l’ottimo andamento nel Regno Unito, a differenza di quanto è capitato all’export dell’Italia. Il vino spagnolo è cresciuto del 19% rispetto al 2019 nel 2021 a 347 milioni di euro e si avvicina a diventare la principale destinazione, preceduto per il momento dalla Germania (357 milioni), dove comunque le esportazioni sono cresciute anche nel 2021 dopo un 2020 eccezionalmente positivo viste le premesse. Tra i mercati meno importanti ma degni di nota per l’andamento, va segnalato il forte incremento di esportazioni di vino spagnolo in Italia, che ha raggiunto 98 milioni di euro, un livello tra i più elevati di sempre (per 2.3 milioni di ettolitri).Se escludiamo i vini sfusi e quindi ci concentriamo sulle categorie degli imbottigliati e degli spumanti il quadro cambia leggermente. Nel vino fermo in bottiglia (1863 milioni, +9% sul 2019) la Spagna vede Regno Unito e USA come principali mercati, con di nuovo il Regno Unito in ottima salute (+21% sul 2019 a 287 milioni di euro). Va poi notato l’ottimo andamento in alcuni mercati come la Svizzera e il Belgio (quest’ultimo storicamente più rilevante per i vini spumanti). Proprio nei vini spumanti (473 milioni, +4% sul 2019) la performance del vino spagnolo è un po’ meno convincente. Diversi mercati importanti come Belgio e Germania sono ancora sotto il 2019 nel 2021, anche se la categoria viene “salvata” dall’andamento eccezionalmente positivo nel mercato americano (+13% sul 2019 a 78 milioni).Vi lascio alla consulazione delle tabelle e dei grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Italian Wine Brands – risultati 2021

    Italian Wine Brands ha riportato I primi risultati dopo la combinazione con Enoitalia qualche giorno fa. I dati 2021 sono stati presentati sia a livello consolidato (12 mesi IWB + 6 mesi Enoitalia) che a livello pro-forma (cioè tutte e due le aziende per 12 mesi) in modo da fornire una base di confronto per orientarsi di qui in avanti. Noi abbiamo fatto un ulteriore passo rivelatore, ossia abbiamo confrontato il dato “come se fossero sempre state insieme” del 2021 con lo stesso del 2020, fornito dalla medesima IWB (ma non riportato nel comunicato dei risultati 2021).Bene, l’azienda combinata chiude con ricavi di 409 milioni di euro, esattamente il doppio del 2020, ma esattamente in linea con il pro-forma 2020. Quindi possiamo dire che nel 2021 IWB non è cresciuta, per quanto la base di confronto fosse particolarmente difficile. Lo si vede bene anche dall’unica divisione rimasta uguale, quella “B2C” dove potete notare che nemmeno le vendite online sono cresciute dopo un eccezionale 2020.Le stesse considerazioni sono valide per gli altri indicatori. EBITDA e EBIT di 42 e 31 milioni sono esattamente allineati a quelli pro-forma 2020, mentre l’utile netto riportato (non quello rettificato) è 18 milioni, contro 23 milioni del 2020, a causa degli oneri non ricorrenti relativi all’operazione.Dal punto di vista finanziario, l’indebitamento sale a 108 milioni (ex IFRS16) rispetto a 0 nel 2020, influenzato ovviamente dall’acquisizione (107 milioni di euro, al netto dell’apporto di capitale) e da un forte assorbimento di capitale circolante netto (14 milioni). Il dividendo è stato limitato a 0.10 per azione per lasciare spazio all’acquisizione di Enovation brands, l’importatore americano che sarà acquistato ad aprile (circa 24 milioni di euro il prezzo, per un EBITDA aggiuntivo di 3 milioni).Ma veniamo al punto più importante: cosa succede nel 2022. Ovviamente essendo IWB quotata la questione non si risolve in qualche lapidaria frase nella relazione degli amministratori (un giorno si potrebbe anche fare un post con i peggiori bilanci delle aziende vinicole italiane…). Tornando a noi, IWB prevede forti pressioni sui costi, tra cui: un incremento di 3 centesimi per bottiglia per via del costo del vetro, un incremento di circa 2 milioni per i costi di energia elettrica (immaginiamo un ulteriore 1-2 centesimi per bottiglia) e 3-3.5 milioni per i costi aggiuntivi degli imballi e dei trasporti, per un totale di 6-7 centesimi per bottiglia soltanto nel periodo aprile-dicembre 2022. Se moltiplichiamo… 10 milioni di euro di costi in più rispetto a 400 milioni di vendite e a un margine operativo lordo di 42 milioni.La reazione è ovviamente di aumentare i prezzi. Nel segmento wholesale e HoReCA (55% delle vendite) gli aumenti di prezzo sono stati implementati in toto. Nel segmento B2C (20%) ci sarà un aumento del 6% dei prezzi di vendita. Nel segmento wholesale-private label (25%) le cose sono un po’ più complicate nel senso che per ottenere degli aumenti di prezzo è necessario allungare i contratti o cambiarne la struttura. Conclusione: la strategia di “difesa” è stata messa in campo, ma l’azienda non fornisce indicazioni reddituali sul 2022, per quanto sia il contributo di Enovation brands che le sinergie dell’operazione IWB-Enoitalia dovrebbero supportare i risultati. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Francia – esportazioni di vino – aggiornamento 2021

    A guardare I dati pubblicati da Disar qualche settimana fa sembrerebbe proprio che sia la Francia a uscire meglio dalla crisi del Covid. Le sue esportazioni 2021 sono state il 13% sopra il 2019 toccando quota 11.06 miliardi di euro, un dato migliore del +10% circa registrato dalle esportazioni italiane (che nell’anno intermedio 2020 erano però calate di meno) e del 7% degli spagnoli. A guidare la crescita è come sempre il prezzo medio di esportazione, che in questo +13% conta per ben il 10% con un prezzo medio di export di 7.6 euro al litro, quindi oltre il doppio dell’Italia (3.2 euro).A guidare fuori dalla crisi in modo così poderoso le esportazioni francesi sono chiaramente i vini di Borgogna, che già non erano calati nel 2020 restando a filo del miliardo di euro di esportazioni, ma che nel 2021 hanno messo a segno un balzo del 27% toccando quota 1.27 miliardi, in questo caso grazie a un deciso incremento dei volumi esportati a fronte di un prezzo medio di esportazione stellare di 17.8 euro al litro.Sono molto incoraggianti anche i dati dello Champagne, che nei prossimi mesi analizzeremo in maggior dettaglio. Dopo il calo del 20% nel 2020 sono cresciuti del 40%, per chiudere a 3.5 miliardi di euro, quindi il 13% sopra il 2019, in questo caso grazie ai volumi (1.3 milioni di ettolitri), mentre il prezzo medio di esportazione è rimasto stabile (rispetto al 2019) a 27.5 euro al litro.Come già succede da diversi anni i dati di Bordeaux sono un po’ meno positivi, anche se in questo caso parliamo di dettagli (+12% sul 2019).Come invece ci è spesso capitato di commentare, il “resto della Francia” è come se fosse Italia. Esportazioni 2021 di 4 miliardi di euro, il 10% sopra il 2019, con un prezzo medio di esportazione di 3.7 euro al litro, in questo caso cresciuto del 10% e quindi interamente responsabile del progresso. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Hong Kong – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    A differenza di quanto visto per il mercato cinese, in calo ulteriore nel 2021, Hong Kong ha importato più vino nel 2021 che nei due anni precedenti. Secondo i dati pubblicati da UN Comtrade, le importazioni sono rimbalzate nel 2021 a 1.15 miliardi di euro, +35% sul 2020 e, per dirla breve, a metà tra il 2018 e il 2019 come livello, per un volume importato di 390mila ettolitri. Il prezzo di importazione è clamorosamente elevato: 30 euro al litro, il livello più elevato mai toccato nella statistica (circa 24-25 euro nei 3-4 anni passati).Ora, come vedrete dai canali di importazione è difficile distinguere la nazionalità dei vini in quanto ci sono esportatori rilevanti da Singapore e dal Regno Unito. Detto questo, le importazioni dirette dalla Francia sono al massimo storico di quasi 500 milioni di euro, il che significa il 43% del totale. Non è tanto come il 46% del 2020, ma siamo di fronte a un dato in crescita del 25%, su un livello precedente che non era quasi mai calato nonostante le importazioni totali di Hong Kong siano del 18% sotto il picco precedente.L’Italia come abbiamo avuto modo di dire spesso quasi non c’è nella classifica con 30 milioni di valore importato da Hong Kong. Difficile dire quanto dei 159 milioni che arrivano dal Regno Unito o dei 105 milioni che arrivano da Singapore siano vino italiano, ma certamente siamo lontanissimi. Come noterete, invece Hong Kong è diventato un canale di sfogo per il vino australiano che ha forti dazi all’importazione imposti dalla Cina.Vi lascio alle tabelle, ricordandovi che i dati sono anche disponibili in formato scaricabile nella sezione Solonumeri dedicata ai dati del commercio estero. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Giappone – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Il Giappone è uno dei grandi mercati del vino che non si è pienamente ripreso dall’emergenza Covid. Da diversi anni è caratterizzato da un andamento strutturalmente calante dei volumi importati (scesi a 2.44 milioni di ettolitri nel 2021, il livello più basso da 10 anni a questa parte), nonostante un prezzo medio di importazione estramente elevato. Nel 2021 le importazioni sono ovviamente cresciute a 1.44 miliardi di euro, ma soltanto del 5% sul 2020 e dunque, se tradotte in Euro, siamo circa l’11% sotto il livello pre-crisi, anche a causa della svalutazione dello Yen (-5% in valuta locale).+Si tratta di un mercato dominato dai francesi e nel 2021 lo è diventato ancora di più, visto l’incremento della quota di mercato dal 55-56% pre crisi al 58% del 2021. L’Italia tiene la sua quota di mercato del 12% circa. I trend del mercato sono molto simili a quelli visti per gli USA ma anche per altri grandi piazze: i vini del vecchio mondo fanno meglio di quelli del nuovo mondo. Se la Francia è soltanto del 7% sotto il 2019 con i suoi 848 milioni e l’Italia è dell’11% sotto (170 milioni), ben peggio fanno i cileni (-29%), americani (-22%) e australiani (-17%). Soltanto la Nuova Zelanda (sempre lei) subisce un calo limitato al 6%. Il domino francese è poi ancora più evidente nel segmento degli spumanti, dove rappresenta l’83% delle importazioni, una quota quasi mai raggiunta. Qui va notato che l’Italia è veramente in una posizione di rincalzo, essendo addirittura preceduta dalla Spagna, che ha spedito 44 milioni di euro di spumanti nel 2021 contro i 35 dell’Italia.Vi ricordo che trovate le tabelle complete dei dati 2021 (e storici degli ultimi anni) nella sezione Solonumeri (Giappone – valore / volume). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Svizzera – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Anche le importazioni di vino della Svizzera ritornano su un binario di normalità nel 2021, dopo un 2020 che non aveva comunque visto un calo del mercato nel suo complesso, ma che aveva subito l’impatto del Covid soprattutto sulla fascia di vini spumanti di fascia alta (leggi: Francia). Nel complesso nel 2021 secondo UN Comtrade la Svizzera ha importato 1.25 miliardi di euro di vini, per una crescita del 15% circa sia sul 2019 che sul 2020. In volume, stiamo parlando di circa 1.9 milioni di ettolitri, +4% sul 2020 e +7% sul 2019.Dunque, se dobbiamo trarre una conclusione a livello di categorie, non notiamo andamenti molto difformi. Strutturalmente i vini fermi e quelli spumanti crescono su un arco di 5 anni a velocità simile, 5-6% all’anno in euro (e anche in valuta locale). Nel caso specifico del 2021, la Svizzera ha importato 940 milioni di euro di vino fermo, +14% sul 2020 e +17% sul 2019. In questo segmento l’Italia è davanti alla Francia (336 milioni contro 302 milioni, ma dopo diversi anni di leadership assoluta le posizioni si stanno riavvicinando). Nei vini spumanti le importazioni sono invece state 216 milioni di euro, +23% sul 2020 e +16% sul 2019. In questo segmento la Francia detiene strutturalmente il 60% del mercato, salvo imprevisti come nel 2019. E nel 2021 torna al 60% del mercato. L’Italia ha il 30-35% del mercato, quindi poco più della metà della Francia in termini assoluti (69 milioni contro 131 milioni). Ne emerge un quadro globale con la Francia che riprende la leadership dei vini importati in Svizzera con 468 milioni e il 37% del mercato. L’Italia torna al secondo posto con 441 milioni e il 35% del mercato. Come in altri mercati, la crisi ha rafforzato i leader, se ma in Svizzera ce ne fosse stato bisogno, vista l’assenza quasi totale dalla lista dei vini del nuovo mondo.Vi ricordo che trovate le tabelle complete dei dati 2021 (e storici degli ultimi anni) nella sezione Solonumeri (Svizzera – valore / volume). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2021/22

    TWE ha subito un colpo durissimo dalla chiusura del mercato cinese, che ha colpito in particolare il segmento dei vini di pregio. Nel primo semestre 2021-22 (quindi luglio-dicembre 2021) le vendite sono calate del 10% (-28% per l’area asiatica) e l’utile operativo è sceso dell’8%, rispettivamente a 1.27 miliardi e 262 milioni di dollari australiani di utile netto.Questa “discontinuità” nelle operazioni è anche stata l’occasione di cambiare il modo in cui il business viene rappresentato con una nuova segmentazione, dopo diversi anni. Questo ovviamente crea il problema delle serie storiche (che sono basate su altre suddivisioni) e quindi in questo post trovate meno grafici semplicemente perchè non ci sono i numeri del passato. La scelta è stata quella di passare dalle aree geografiche a un mix prodotto geografia: da un lato Penfolds, poi le attività americane e la terza divisione sono tutto il resto (che chiamano Treasury Premium brands (mah…). Se analizzate un po’ i dati (e vi metto una tavola presa dalla loro presentazione), vi accorgerete di quanto sono diverse queste tre divisioni. Penfolds vende a 343 dollari per cassa (da 12), i vini americani a 116 e i premium brands a 51. Penfolds ha una margine operativo del 43%, il portafoglio americano del 18% e i premium brands del 9%. Mi pare che, a parte il fastidio di dover rifare mezzo modello, la scelta sia corretta.Dunque, tornando alla strategia, TWE sta poi anche vendendo attività in America per reinvestirle nel medesimo mercato in marchi più prestigiosi e alzare il profilo. A novembre ha annunciato l’acquisizione di Frank Family Vineyards, che ha un profilo di margini quasi come Penfolds (siamo al 35-40%), per un prezzo di 315 milioni di dollari americani (432 australiani) a un multiplo EV/EBITDA di 13.2x. Aveva annunciato in precedenza la vendita di attività per 300 milioni di dollari australiani in USA che avevano un margine del 10%. L’impatto di questo “riposizionamento” si vedrà sicuramente nel secondo semestre 2021.Dal punto di vista finanziario TWE resta molto solida, con un debito di 1.2 miliardi di dollari dopo l’acquisizione, la metà del quale rappresentato da IFRS16 leases, quindi farlocco. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO