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    Constellation Brands – risultati primo trimestre 2022

    Il 2022 di Constellation Brands si apre con dati allineati alle attese del mercato e previsioni sulla chiusura (Febbraio 2023) invariate rispetto a quanto detto qualche mese fa. La nostra attenzione si rivolte come sempre al segmento del vino, che continua a fare fatica, con vendite stabili nel trimestre dopo due anni di calo e, se arrivate fino in fondo, con alcuni dati sull’aumento dei costi. Come forse avrete letto nei nostri precedenti post, l’azienda ha gradualmente disinvestito nel segmento del vino di media gamma per concentrarsi sui segmenti più premium e più guidati dal marketing. Questo sta portando a uno strutturale calo dei volumi e incremento dei prezzi medi di vendita. Il segmento vino di Constellation proprio in questo primo trimestre non ha più l’impatto dei disinvestimenti e si sta stabilizzando su un fatturato annuale di circa 2 miliardi di dollari con un margine poco superiore al 20% (circa 22% negli ultimi 12 mesi).Per fare un quadro, la strategia è chiara anche negli altri due segmenti: si continua a investire nella birra (5 milliardi di dollari in capacità produttiva nel 2022-25), mentre mi pare che l’eccitazione relativa all’investimento in Canopy (droghe leggere legalizzate) sia scemato (avranno smesso di fumare?), con l’azienda canadese che ha cominciato a vedere risultati e vendite in peggioramento ancora prima di riuscire a mettere a segno un dollaro di utili.Comunque tornando a noi e al vino, il primo trimestre chiude con spedizioni di 6.8 milioni di casse, +1%, di cui 5.8 in USA -3%, un fatturato di 465 milioni di dollari, +2%, incluso 60 milioni di spiriti e un utile operativo di 91 milioni, tornato sotto il 20% dopo i buoni risultati della parte finale del 2021. A tale proposito, l’azienda ha reso noto i dati relativi all’aggravio di costi per l’inflazione e l’incremento dei costi di logistica, rispettivamente di 21 milioni (uva e vetro) e 9 milioni. Se prendiamo questi 30 milioni di dollari e li confrontiamo con il fatturato arriviamo a un impatto molto negativo sul margine dell’azienda, di circa 6 punti percentuali (dal 20% riportato sarebbe stato 26%). Segnamoci questo numero perchè ne parleremo spesso durante quest’anno.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Toscana – produzione di vino 2021 – dati ISTAT

    Nel contesto di una produzione italiana di vino vista praticamente stabile (-2%) e superiore del 10% alla media decennale, la Toscana ha riportato un risultato piuttosto negativo. Con 2.2 milioni di ettolitri il calo è nell’ordine del 15% sia contro l’anno scorso che contro la media. È un calo che secondo ISTAT coinvolge soprattutto le categorie meno critiche della produzione.In altre parole, i vini bianchi che sono un terzo, sono calati del 20-25% (rispettivamente contro 2020 e contro media), mentre per i vini rossi siamo intorno al 15% sull’anno e al 13% sulla media.Ugualmente, i vini DOC calano di meno dei vini IGT e dei vini da tavola. Con 1.5 milioni di ettolitri i DOC sono soltanto l’11% sotto media nel 2021, mentre arriviamo al -20% per gli IGT (0.5 milioni di ettolitri) e -24% per i vini da tavola (0.2 milioni di ettolitri).Vi lascio ai grafici e alle tabelle, ricordandovi che ulteriori dettagli e dati scaricabili sono nella sezione Solonumeri dedicata all’Italia (qui). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento primo semestre 2022

    Apriamo il mese di agosto con I dati IRI sulle vendite al dettaglio di vino nella grande distribuzione. Il dato chiave di questo rapporto è quello dei prezzi. Dopo diversi anni, siamo di nuovo di fronte al tema inflazione che come vedete dal grafico sopra e dalla prima tabella è diventato un componente importante nello spiegare l’andamento delle vendite. Se le vendite sono state nel trimestre in crescita dell’1% (661 milioni di euro), i volumi sono calati del 5% a 1.8 milioni di ettolitri mentre i prezzi sono cresciuti del 6% a 3.7 euro al litro. Se scorrete la tabella vi accorgerete che salvo la categoria degli spumanti metodo classico, che rappresentano una categoria marginale (1% dei volumi, 3% del valore), tutte le altre categorie e “tagli” che l’analisi ci offre mostrano un incremento di prezzo variabile tra il 4% e il 9%.Il grafico vi dice anche che si tratta di una tendenza storica, che però questa volta non deriva più dal mix delle vendite (verso i vini più pregiati). Anzi, se guardate i volumi, sono proprio i vini più cari che subiscono i maggiori cali di volume: i vini DOC calano del 9%, quelli IGT del 6% e quelli da tavola del 4%. I vini rossi, mediamente un poco più cari dei bianchi, a loro volta più cari dei rosati, hanno i volumi in calo più delle altre categorie. Probabilmente, volendo approfondire l’analisi, quel 6% di aumento dei prezzi assomiglia forse più a un 7% o 8% se consideriamo che il valore medio è “moderato” dal fatto che i consumatori sembrano aver fatto scelte più modeste in termini di qualità del prodotto.Ad oggi, il dato “rolling” sugli ultimi 12 mesi dei volumi riporta le lancette dell’orologio alla fine del 2019, prima dello scoppio della pandemia, ovvero circa 6.6 milioni di ettolitri di vendite. Il dato del fatturato per ora tiene molto vicino ai massimi storici: a fine giugno si sono venduti 2.85 miliardi di euro di vino nella GDO, circa 300 milioni di euro in più di quanto si vendeva prima dello scoppio della pandemia e circa 100 milioni in meno del massimo storico, raggiunto alla fine dell’estate 2021, di 2.97 miliardi di euro.Bene, vi lascio alla consultazione delle numerose tabelle, con l’accortezza che i dati semestrali si compongono di un primo trimestre un po’ particolare (con i prezzi in calo per intenderci) e che quindi forse il secondo trimestre è uno specchio più veritiero della situazione. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2021

    L’inflazione galoppante in Argentina ha anche nel 2021 determinato una forte svalutazione del cambio e, di conseguenza, una divergenza importante tra il valore delle esportazioni in Euro, 700 milioni (+3%) e quello in Peso 79 miliardi (+45%). Il valore totale, visto dal nostro lato è essenzialmente allineato alle medie storiche, che negli ultimi 10 anni è stato tra 680 e 740 milioni.Ci sono alcuni segnali importanti per l’export argentino nel 2021, da confermare quest’anno. Il primo è certamente la stabilizzazione in USA intorno ai 200 milioni di euro dopo diversi anni negativi. Il secondo è lo sviluppo positivo del mercato brasiliano, ormai terzo mercato dopo USA e Regno Unito (dove le esportazioni sono state stabili intorno a 110 milioni di euro, il livello più elevato mai raggiunto).I volumi sono in calo da 3.8 a 2.9 milioni di ettolitri, ma non mi fido molto di questi dati, che oscillano di anno in anno. Sono soprattutto i 600mila ettolitri che ballano tra gli “altri” paesi. Indagando, si scopre che la Spagna ha importato 400mila ettolitri in meno del 2020, mentre si sono quasi interrotti anche i flussi verso la Repubblica Ceca e l’Australia.Infine, un commento sulla struttura delle esportazioni in valore, che sono migliorate nella direzione dei vini in bottiglia. Nel 2021, le esportazioni di vino sfuso sono scese circa al 7% del valore totale delle esportazioni vinicole argentine.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Puglia – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    Proseguiamo con I dati produttivi regionali di vino con la regione Puglia, seconda in Italia dopo il Veneto per quantità prodotte. Secondo l’istituto di statistica la produzione 2021 è stata praticamente identica al 2020, a sua volta molto vicino alle due annate precedenti. Questo per dire che la Puglia ha goduto di 4 vendemmie consecutive molto ricche, tra 9.6 e 9.8 milioni di ettolitri.Restano anche molto simili secondo ISTAT le proporzioni tra questi 9.6 milioni di ettolitri 2021: i vini rossi sono il 52% e i bianchi sono il 48%, i vini da tavola sono il 70%, contro solo il 7% della produzione di vini DOC e il 23% delle IGT, anche se all’interno delle due categorie del vino di qualità si rileva un leggero spostamento verso la produzione dei vini rossi, che sono un po’ più rilevanti dei vini bianchi nell’ambito dei vini di qualità della regione.Vi allego anche la tabella sulle superfici vitate e produzione di uva regionale, dove si evince un leggero calo della superficie, da 86570 ettari a 86240, il che determina una resa di 163 quintali per ettaro, considerando i circa 14 milioni di quintali di uva prodotta. Secondo Istat, le superfici vitate a Foggia (principale provincia per il vino), Bari, e Barletta-Andria-Trani sono in leggero calo, non compensate dall’incremento nelle provincie di Brindisi e Taranto.Vi lascio alle tabelle e ai grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I canali di vendita del vino e tipologia di etichette – indagine Mediobanca 2021

    Anche quest’anno il rapport Mediobanca sul vino fornisce alcune indicazioni sui canali distributivi, che però stanno diventanto sempre più “striminzite” rispetto al passato. Ad ogni modo, il rapporto ha rivisto in modo abbastanza pesante i dati che erano stati pubblicati lo scorso anno, riportandoli più in linea con i trend storici (nonostante il Covid). Partiamo con i numeri assoluti per il 2021 (stimati): secondo il rapporto (che calcola i valori e non i volumi), il 36% delle vendite di vino sono nella GDO (come nel 2020), la ristorazione resta al 16% (era il 18% pre Covid e ancora di più in passato), i grossisti e intermediari sono al 18%, la vendita diretta all’11%, mentre le enoteche toccano il minimo storico al 6%.In questo contesto il totale delle vendite online è stimato al 2.8% fatto di due componenti: la vendita diretta via internet (1%) e le piattaforme di ecommerce (qui abbiamo cumulato quelle specializzate e le generaliste) che rappresentano l’1.8% del settore.All’estero resta invece sempre tutto in mano a distributori indipendenti, 75% del totale, il che è uno dei punti deboli del sistema vino italiano, in quanto in questo modo ha minor controllo sulla catena distributiva, si fa fatica a orientare gli investimenti di marketing e, non ultimo, si lascia una bella fetta di margine in mano ai grossisti esteri.Vi lascio ai grafici del post. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Produzione, superfici e valore della produzione delle IGT italiane – aggiornamento 2020 – elaborazione dati ISMEA

    È questo come quello precedente un “post di servizio” ma secondo me di grande valore. Ho recuperato da ISMEA i dati di produzione 2020 delle principali IGT e li ho concentrati in questo post con quattro lunghe tabelle che rendono conto degli ettari riventicati, degli ettolitri imbottigliati e del valore di produzione. Per non allungarle troppo, ho tagliato a 5-6mila ettolitri, 100 ettari e circa 1 milione di euro di valore (degli ettolitri al prezzo di origine stimato da ISMEA).Nel post metto una sola piccola elaborazione che è il valore delle prime 45 DOC italiane (dati 2020) cumulato. Queste IGT hanno espresso un valore del vino al prezzo di produzione di circa 541 milioni di euro, il 3% circa in più del 2019, che a sua volta però era sceso del 13% rispetto al 2018.Vi lascio alla consultazione del post. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino – Italia – aggiornamento aprile 2021

    Il grafico qui sopra vi spiega la morale, sempre più vera, di questo inizio 2022 per il vino italiano: se siamo arrivati fin qui è grazie al mercato americano. Ciò è ancora più vero in un mese come giugno in cui le basi di comparazione erano particolarmente difficili. Infatti, di fronte al calo del 2% delle esportazioni mensile bisogna parametrarsi all’andamento del 2021, quando marzo andò male e aprile andò bene. Nel mercato europeo salvo la Francia non ci sono segni positivi. Nei primi 4 mesi del 2022, l’unico mercato che si conferma costantemente positivo è proprio quello americano, mentre nel Regno Unito il recupero visto nei mesi scorsi sembra essersi fermato. Alla fine dei conti, il primo quadrimestre chiude a 2.3 miliardi di euro, +12% sul 2021, +18% sul 2019. Proprio il confronto con il 2019 è importante, avendo una base di comparazione omogenea (cioè pulita dai lockdown): +14% in USA, +8% in Germania, 0% nel Regno Unito. Più sotto ci sono molti mercati eccezionalmente positivi (Canada, Paesi Bassi e Francia tutti intorno al +40%) ma insieme non fanno che la metà degli USA per noi.Dal punto di vista delle categorie, come vedete dalla tabella qui sopra, restano gli spumanti a sostenere il nostro export. Contro il 2019, +34% rispetto a +18% per i vini fermi in bottiglia e -1% per tutto il resto.Non mi dilungherei molto oltre, salvo fornire qualche indicazione relativamente al blocco orientale. E cioè: la Russia dall’inizio della guerra ha importato 8 milioni di euro di vino (marzo e aprile) contro 22 milioni dello scorso anno. La Cina, pur non essendo in guerra, è passata da 42 milioni (gennaio-aprile) a 38 milioni tra il 2021 e il 2022.Dove stiamo andando? Dunque, l’evoluzione delle valute gioca a nostra favore e dovrebbe sostenere le esportazioni americane. La stagionalità resta importante almeno fino a fine giugno, quindi sono mesi importanti. Nel 2021, se confrontati al 2019, non siamo distanti dalla base di confronto di aprile. Ci potremmo quindi trovare di fronte a uno scenario di normalizzazione di questo +12% (sul 2021) dei primi 4 mesi dell’anno.Appuntamento a Ferragosto per il prossimo aggiornamento e ricordatevi delle tabelle sotto la barra verde! Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO