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    Produzione, superfici e valore della produzione delle DOC italiane – aggiornamento 2020 – elaborazione dati ISMEA

    È questo un po’ un “post di servizio” ma secondo me di grande valore. Ho recuperato da ISMEA i dati di produzione 2020 di tutte le DOC importanti e li ho concentrati in questo post con quattro lunghe tabelle che rendono conto degli ettari riventicati, degli ettolitri imbottigliati, degli ettolitri certificati e del valore di produzione delle DOC italiane. Per non allungarle troppo, ho tagliato a 10mila ettolitri, 1000 ettari e 1 milione di euro di valore (degli ettolitri al prezzo di origine stimato da ISMEA) queste tabelle, ma potete trovare delle tabelle più lunghe (e copia-incollabili) nella sezione Solonumeri del blog in questa pagina.Un lavoro lungo, ma che qualcuno doveva pur fare… e quindi l’ho fatto io.Nel post metto una sola piccola elaborazione che è il valore delle prime 100 DOC italiane (dati 2020) cumulato. Queste 100 DOC hanno espresso un valore del vino al prezzo di produzione di circa 2.6 miliardi di euro, il 5% circa in meno del 2019, a sua volta il 2% in meno del 2018.Vi lascio alla consultazione delle lunghe tabelle! Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Veneto – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    Prosegiuamo l’aggiornamento estivo dei dati di produzione di vino con la regione Veneto, cioè la più importante dal punto di vista produttivo in Italia, con una superficie vitata di 94mila ettari e una resa molto importante (150 quintali di uva per ettaro circa) che le consente ormai da qualche anno di superare la soglia di 10 milioni di ettolitri di produzione. Nel 2021, secondo ISTAT sono stati 10.9 milioni, come nel 2020 e circa il 14% in più della media decennale. Si tratta del 20% circa della produzione vinicola italiana.Come potete apprezzare dai grafici, la regione è molto concentrata sui vini bianchi (leggi Prosecco) dove la produzione sta strutturalmente crescendo: nel 2021 si sono prodotti 8.9 milioni di ettolitri di vino bianco e 2 di vino rosso, rispettivamente il 23% sopra e il 13% sotto la media decennale. Infatti, quel 20% di peso sul totale nazionale, diventa il 30% se parliamo di vino bianco mentre scende al 10% se invece concentriamo l’attenzione sui vini rossi.Vini bianchi, spumanti… ci si sposta sempre di più sui vini a denominazione, che tornano nel 2021 al 76% della produzione totale, per un volume di 8.3 milioni di ettolitri, +44% sulla media storica, mentre i vini IGT con 2.2 milioni di ettolitri sono un buon 25% sotto la media storica. I vini IGT sono molto più bilanciati tra rossi e bianchi (0.9 milioni di ettolitri contro 1.2 milioni) mentre invece nel segmento DOC la predominanza dei vini bianchi è evidente (7.3 milioni di ettolitro contro 1).Nel ricordarvi che tutti i dati sono anche disponibili nella sezione Solonumeri, attirerei l’attenzione sui dati provinciali presenti nelle ultime due tabelle del post. Sono dati da prendere un po’ con le molle secondo me, soprattutto sulla superficie vitata, ma vi danno un quadro della situazione: Treviso e Verona sono i poli veneti, con 5.2 miloni e 3.0 milioni di ettolitri prodotti rispettivamente nel 2021. Secondo ISTAT per la provincia di Treviso si tratta di un incremento del 9%, mentre per Verona il dato è negativo, -15% sul 2020.Buona consultazione. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Tannico – risultati 2021

    Concedetemi la battuta: il 2021 per Tannico tende all’astringente. Fatta la battuta che si riferisce all’andamento negativo dell’attività ordinaria dell’azienda (peraltro dovuto a un evento negativo non ricorrente), il 2021 è anche l’anno in cui Tannico ha acquisito il 68% del capitale di Ventealapropriete.com per 32.6 milioni di euro, interamente finanziato dai soci con un contributo praticamente equivalente. I dati che presentiamo oggi non includono la controllata francese perchè Tannico non fa bilancio consolidato. Lo fa la capogruppo Dioniso, che a sua volta detiene la maggioranza (ma non tutto) Tannico ed è detenuta da metà da Campari e LVMH, come forse avrete letto. Attraverso questa operazione Campari ha “opportunamente” deconosolidato dai suoi conti i dati di Tannico, che avrebbero avuto un impatto leggermente negativo.Ad ogni modo, passando ai numeri del 2021 come dicevamo, non bene. Sicuramente l’ecommerce sta subendo un contraccolpo rispetto al 2020 per il ritorno alla vita normale, ma vedere un calo delle vendite del 10% sul 2020 (comunque +65% sul 2019) fa un po’ strano per un’azienda che si presume debba avere praterie davanti a se. Il problema sembra essere stato il ritardo nell’implementazione di un nuovo magazzino costato 5 milioni di euro, che ha avuto un forte impatto negativo sulle vendite dell’ultimo trimestre del 2021, chiaramente il più importante. Secondo gli amministratori ciò ha determinato un calo delle referenze da 12500 a 4500 e un corrispondente danno al fatturato. Fatturato che cala a 33.5 miloni di euro, di cui 30.2 in Italia (-12% sul 2020 e +60% sul 2019) e 3.3 milioni all’estero (qui si cresce in modo importante).I margini sono invece allinati con gli anni precedenti, se non in leggero ulteriore miglioramento per quanto riguarda il gross margin, che tocca il 29.3% del fatturato (da 27% pre crisi e 28.9% del 2020) ma cala in valore assoluto e quindi non riesce ad assorbire i costi operativi crescenti (sia contro il 2020 che contro il 2019). Si giunge dunque a un bilancio con una perdita operativa di 4.8 milioni di euro, rispetto a 1.6 milioni persi sia nel 2019 che nel 2020, cui corrisponde poi una perdita netta molto simile.Nella parte finanziaria, i soci hanno come dicevo sopra finanziato l’esborso per l’acqusizione francese, mentre la combinazione di perdite e investimenti (saliti a oltre 4 milioni di euro, se escludiamo l’acquisizione, per il nuovo magazzino) porta a un deterioramento della cassa netta dell’azienda da quasi 10 milioni a poco più di 3 milioni di euro. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Vranken Pommery – risultati 2021

    L’ottimo andamento già visto nel primo semestre (link) è continuato per tutto il 2021, consentendo a Vranken Pommery di invertire il declino delle vendite (e soprattutto degli utili) che durava ormai da diversi anni. Nel 2021 la casa spumantistica è tornata a 300 milioni di fatturato (+23% sul 2020 e +16% nell’importante secondo semestre) ma soprattutto ha raddrizzato la barra dei margini, tornando a un margine operativo lordo sulle vendite del 16% per un valore assoluto che sfiora i 50 miloni di euro, dato che non si vedeva da dieci anni a questa parte.I dati li vedete nella tabella e nei grafici: le vendite in Francia si stabilizzano a 120 milioni, in Europa il gruppo cresce a 122 milioni di vendite, ma soprattutto è il resto del mondo che fornisce la spinta decisiva, passando da poco più di 20 milioni ai 60 registrati nel 2021, forte delle nuove strategie distributive.I costi sono finalmente sotto controllo e lo è anche la situazione finanziaria. Vranken Pommery ha avuto anni di crescita combinata del magazzino ma anche del debito, in questa nuova fase post Covid entrambe le misure stanno gradualmente calando, migliorando quindi il profilo di rischio della società. Se nel 2019 il debito era 712 milioni e il magazzino 686, nel 2021 i due numeri sono inferiori e molto più vicini: 653 milioni di debito contro 645 milioni di magazzino. E nel frattempo il patrimonio netto è cresciuto di 10 milini di euro.Vi lascio alle tabelle e vi auguro un buon fine settimana. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Frescobaldi – risultati e dati di bilancio 2021

    Nel 2021 Frescobaldi riprende la sua marcia, direi su tutti i fronti. Il fatturato supera 130 milioni di euro, il 7% in più rispetto al 2019, i margini salgono su livelli record per il gruppo (37% margine operativo lordo) escludendo l’anomalia del 2020, gli investimenti riprendono con diverse operazioni sia nel Chianti che nella zona di Montepulciano e Bolgheri e, infine, anche gli azionisti dopo qualche anno di dividendi molto moderati nel 2021 hanno incassato una remunerazione superiore (incluse alcune partite che hanno a che fare con le minoranze),pur nel contesto di un ulteriore miglioramento della posizione finanziaria netta.Andando nel dettaglio dei numeri, le vendite di 130.6 milioni di euro sono spinte soprattutto dalle esportazioni, che crescono del 9% rispetto al 2019 a 83 milioni, mentre le vendite italiane di 47 milioni sono del 4.5% sopra i livelli pre-Covid.La struttura del conto economico del gruppo (sempre confrontando 2019 e 2021) vede un miglioramento di 3 punti percentuali del margine operativo lordo sulle vendite, dal 34.3% al 37.3%, per un valore assoluto che passa da 42 a 49 milioni. A tale risultato concorre soprattutto la riduzione delle spese per servizi (-4 punti percentuali) che compensa un leggero aggravio dei costi per acquisti (quasi 2 punti percentuali). Sotto il margine operativo lordo, i nuovi investimenti determinano maggiori ammortamenti ma sono compensati da minori oneri finanziari. Ancora più sotto crescono gli utili delle minoranze (il che in se è una buona notizia) e l’utile netto 2021 arriva a 23 milioni di euro rispetto a 19 del 2019. Un margine netto eccezionale (18%) anche aiutato dalla fiscalità praticamente assente (3%).Frescobaldi chiude il 2021 con quasi 28 miliioni di cassa netta, 10 miloni in più dello scorso anno. Tale risultato è determinato da un cash flow di quasi 50 milioni di euro, investimenti netti per 17 milioni (tra cui oltre 5 milioni investiti a Montepulciano e quasi 2 nel Chianti per due tenute) e come dicevamo per i dividendi agli azionisti.Le indicazioni del 2022 sono prudenti ma incoraggianti, vista la presumibile bassa esposizione del gruppo alle aree del conflitto e l’abbrivio derivante dai nuovi investimenti effettuati, parte dei quali (soprattutto in Chianti) sortiranno i suoi effetti quest’anno. Come scrivevo nel commento di Santa Margherita qualche giorno fa, il 2022 sarà un anno certamente più difficile da gestire considerando le tensioni inflazionistiche, i problemi delle catene logistiche e, non ultimo, il rapido peggioramento delle prospettive macroeconomiche. Detto questo, l’evidenza delle società operanti nel settore del lusso e delle bevande “premium”, che possono confrontarsi con Frescobaldi, indicano che la prima parte dell’anno sarà ancora particolarmente positiva. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Santa Margherita – risultati e dati di bilancio 2021

    Con Santa Margherita apriamo all’analisi delle aziende vinicole non quotate e osserviamo degli andamenti che saranno comuni a diverse aziende posizionate, diciamo così, nel segmento premium del vino. Osservando questi dati e i grafici che li accompagnano, il 2021 sembra la continuazione naturale di un percorso che dura da qualche anno e che ha visto nel 2020 una specie di inciampo. Lo stesso vale, per allargare il discorso, per diverse aziende coinvolte in settori adiacenti come gli spiriti oppure le aziende del lusso. In alcuni casi, anzi, la pandemia sembra avere in qualche modo aiutato alcune categorie di prodotti, “portando in casa” uno stile di consumo che in precedenza era prettamente riservato al “fuori casa”, come per esempio l’abitudine degli aperitivi che in qualche modo potrebbe aiutare anche il segmento degli spumanti.Fatta questa lunga premessa, i dati 2021 di Santa Margherita, confrontati con il 2019 (dimentichiamoci il 2020…), mostrano un incremento del 16% del fatturato a 221 milioni di euro, con una dinamica più marcata per le esportazioni (che stimiamo essere in crescita di poco più del 20% sul 2019) che per il mercato domestico (+7% stimato). Per quanto riguarda le principali entità legali (trovate grafico in fondo al post), nel 2021 Santa Margherita ha fatturato 117 milioni contro 106 del 2019, Ca del Bosco ha toccato quota 47 da 42 del 2019. Per i due principali marchi, la quota delle esportazioni rappresenta l’84% e il 20% rispettivamente delle vendite.A fronte di questi ottimi risultati commerciali ci sono risultati reddituali particolarmente positivi, nonostante diverse complicazioni contabili, che partono dall’ammortamento dei marchi rivalutati lo scorso anno (un noioso impatto di circa 8 milioni annui) fino alle discontinuniutà fiscali introdotte dal regime di patent box. In questo senso, il margine operativo lordo forse rappresenta la misura più corretta per definire l’andamento del 2021. Tolte le rettifiche sui crediti, Santa Margherita ha raggiunto quota 79 milioni, +44% sul 2019. Si tratta del livello più elevato di sempre sia in termini assoluti che in termini relative (36% delle vendite contro il 29% del 2019 e il precedente picco del 2016 del 34%). L’utile netto di 41 miloni raddoppia rispetto al 2019 ma non è molto distante dal 2020, anche se come dicevo sopra meglio non prenderlo a confronto.Dal punto di vista finanziario, le questioni contabili perdono di peso e i dati si riconciliano. Il 2020 era stato un anno di indebitamento netto in leggera crescita (153 milioni, +7), dopo il pagamento di circa 20 milioni di dividendi. Il 2021 invece segna un calo del debito a 126 milioni (-27 milioni), dopo il pagamento di 24 milioni di dividendi e dopo l’acquisizione per circa 6 milioni della tenuta americana Roco Winery LLC con sede a Newberg, Oregon (Usa) (fatta attraverso la controllata americana, di cui detiene il 90% del controllo, che presumbilmente sarà consolidata dal prossimo anno). Il tutto implica una generazione di cassa per gli azionisti leggermente di circa 57 milioni di euro. I rapporti di indebitamento dunque scendono a circa 1.6 volte  (debito su margine operativo lordo), dopo il temporaneo incremento degli ultimi anni a seguito delle acquisizioni, che peraltro sono ricominciate a fine 2021.In conclusione un ottimo anno per Santa Margherita, con un’apertura di 2022 ancora positiva. L’esposizione alle zone del conflitto è marginale (1.6% del fatturato) e quindi non dovrebbe creare particolari problemi. Più difficile, a opinione di chi scrive, sarà gestire i margini a venire, viste le pressioni inflazionistiche in atto e la base di confronto particolarmente sfidante. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Piemonte – produzione di vino e superfici vitate 2021 – dati ISTAT

    Anche per quest’anno cominciamo una serie di post relativi alla produzione di vino nelle principali regioni italiane, privilegiando le più importanti e quelle con i dati più stabili e verosimili (visto che ISTAT non ha ancora reso definitivi i dati). Il Piemonte è una di queste regioni, visto che storicamente abbiamo notato che i dati non sono mai cambiati in modo significativo.La regione ha una storia di produzione molto stabile, visto che calcoliamo una deviazione standard sulla media annua di produzione del 10% circa, tra le più basse in Italia. Nel 2021 la produzione è stata di 2.51 milioni di ettolitri, marginalmente sotto la media storica. La spinta verso la qualità continua, pur avendo raggiunto il 94% di vini DOC sul totale, con 2.2 milioni di ettolitri sui 2.5 totali.I vini rossi ovviamente prevalgono, ma non dobbiamo dimenticarci che la regione ha nella produzione di Asti uno dei più importanti spumanti italiani, con volumi produttivi non distanti dal Conegliano Valdobbiadene, anche se soffre di una esposizione geografica sfortunatamente orientata verso l’Est Europa.Ad ogni modo, nel 2021 i vini rossi di qualità hanno subito un calo in volume da 1.47 milioni di ettolitri a 1.39, mentre i vini bianchi sono cresciuti marginalmente da 943 a 966mila ettolitri.Terminiamo questa breve analisi con un occhio alle superfici vitate che in Piemonte sono secondo ISTAT 41870 ettari, stabili verso il 2020. Ciò determina una resa produttiva di 85 quintali per ettaro nel 2021 (-2%) a fronte di una produzione di uva stimata dall’istituto di 3.55 milioni di quintali. A tale proposito, le rese sono abbastanza omogenee tra le diverse province con il picco ad Alessandria (93q/ha) e Asti (88). Abbiamo invece la sensazione che i dati relativi alla provincia di Vercelli siano sbagliati.Per finire, tutte le serie di dati sono disponibili nella sezione Solonumeri. Per finire, tutte le serie di dati sono disponibili nella sezione Solonumeri. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I risultati delle aziende produttrici di spumante – aggiornamento Mediobanca 2020

    Delle circa 250 società di cui Mediobanca Research cumula i dati di bilancio, ce ne sono circa 50 che si occupano di spumanti, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro, quindi malcontato il 20% del totale. La pandemia ha determinato un calo di fatturato più marcato per questo sotto-campione, pari a circa il 5% (contro il 3% del totale), nonostante un leggero incremento delle esportazioni (3%) che invece sono state stabili per il totale delle aziende. Il calo del mercato italiano nel 2020 è stat invece vicino al 10% (7% per il totale) e come ben sapete gli spumanti hanno una maggiore esposizione alle vendite domestiche rispetto al totale del settore vino: il rapporto è letteralmente invertito, con Italia/Estero a 57%-43% per gli spumanti e 42%-58% per il totale.Ad ogni modo, il calo delle vendite del 2020 è stato recuperato (secondo le stime di Mediobanca) nel 2021, quando il fatturato dovrebbe essere rimbalzato di oltre il 20% per raggiungere i 2.4 miliardi di euro, per chiudere il quinquennio con una crescita di oltre il 6%.Tornando ai numeri del 2020, sottolineerei i seguenti aspetti che ho notato e che trovate anche riflessi nei grafici e nelle tabelle: 1) le aziende spumantistiche sono riuscite a far crescere i margini anche nel 2020 grazie a un forte incremento del valore aggiunto sul fatturato (dal 17.1% al 17.8%) e nonostante il contributo degli sgravi sul costo del lavoro sia meno evidente. Ne consengue un utile operativo sostanzialmente stabile sul 2019. 2) come per le altre aziende vinicole le rivalutazioni di bilancio hanno dilatato sia il patrimonio che le attività fisse. L’indebitamento scende in maniera massiccia, da 560 a 447 milioni di euro e ciò avviene a fronte di 3) un significativo calo degli investimenti già visibile nel 2019, con un valore assoluto di 96 milioni di euro contro 105 del 2019 e 134 del 2019. Il rapporto tra “iniezioni di investimenti” e “consumi di investimenti” (altresi ammortamenti) scende a 1.2, che per un settore in crescita come questo dovrebbe rappresentare un punto di minimo.Se confrontate con le aziende vinicoli totali, le aziende spumantistiche mostrano nel 2020 una divaricazione anche dei margini, ora superiori a quelle del campione globale. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO