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    Nosio – risultati e bilancio 2020/21

    Il bilancio chiuso a luglio 2021 di Nosio, controllata da Mezzacorona, mostra un fatturato stabile (-1%) e margini in marcato calo (utile operativo quasi dimezzato rispetto al 2020 e agli anni precedenti), che si riequilibra a livello di utile netto grazie a minori tasse e soprattutto oneri finanziari. Alla fine dei conti, gli azionisti di Nosio hanno potuto beneficiare di 2.7 milioni di dividendi (su un utile di 3 milioni) e le transazioni sulle 300mila azioni che compongono il capitale sociale sono state condotte a un prezzo di 336 euro, contro 333 dell’anno scorso.In realtà come dicevo in apertura i dati non sono così positivi. Le vendite in Italia sono calate del 3% a 41 milioni (dopo il record del 2020, peraltro), in Europa sono scese di ben l’11% (25 milioni), compensate da un incremento nel resto del mondo, salito del 5% a 59 milioni di euro. I margini sono stati sotto pressione per via degli acquisti (passati dal 66% al 68% del fatturato) ma anche dalla crescita dei costi per i servizi commerciali. Alla fine, come dicevamo l’EBITDA scende da 10.4 a 7.8 miloni di euro, mentre l’utile operativo chiude a 3.2 milioni, contro 5.9 milioni del 2020.La struttura finanziaria resta invariata rispetto all’anno scorso, sempre con circa 83 milioni di patrimonio netto, stabile dato che tutto l’utile viene pagato in dividendo, e un debito netto di 40 milioni circa (erano 41 nel 2020), frutto della compensazione delle maggiori dilazioni di pagamento concesse ai clienti e dei maggiori debiti verso la controllante Mezzacorona.Nulla viene detto circa l’evoluzione prevedibile della gestione, per cui chiudo qui lasciandovi a tabelle e grafici esplicativi. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    USA – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Il ritorno alla normalità riporta alla normalità anche i rapporti di forza tra il vino italiano e quello francese nel mercato americano. I dati rilasciati qualche giorno fa da UN Comtrade sulle importazioni di vino USA riportano le gerarchie indietro di due anni, forse anche con un allargamento della forbice tra Francia (+12% sul 2019) e Italia (+9% sul 2019), che pure ha avuto un andamento leggermente più sostenuto del dato globale.Il mercato americano dei vini importati resta molto appetibile, con una crescita suil biennio del 14% in valuta locale (7.4 miliardi di dollari) e dell’8% in euro (6.2 miliardi, causa svalutazione del dollaro che nel 2021 ha avuto una media di 1.18, contro il livello attuale intorno a 1.12-1.13). La crescita in realtà si concentra nel segmento dei vini spumanti, che crescono del 26% rispetto al 2019 a 1.6 miliardi di euro, mentre per i vini fermi in bottiglia il dato di 4.2 miliardi di euro è esattamente in linea con quello del 2019. In quest’ultima categoria, l’Italia mantiene saldamente la leadership con 1.4 miliardi di euro (+6% sul 2019) e va decisamente meglio della Francia (1.2 miliardi di euro ma -4% sul 2019), la quale però aveva una base di confronto molto più difficile. Sono proprio i vini spumanti che determinano la crescita delle quote di mercato francesi. Le importazioni americane di vini spumanti francesi crescono del 32% sul 2019 a 943 milioni di euro, ben più velocemente delle importazioni dei nostri spumanti, che pur crescono del 19% (539 milioni di euro), ma che quindi perdono quota di mercato.Dopo Italia e Francia, con 2.2 e 2 miliardi di euro di vini spediti in USA, c’è un vuoto immenso. Ma dopo questo vuoto c’è la Nuova Zelanda, che guadagna ulteriormente terreno, sfiorando i 500 milioni di euro. Chi ha perso con la crisi? Argentina (-9%), Australia (-19%), Cile (-5%) e Germania (-16%).Vi lascio ai grafici, ricordandovi che le tabelle complete sono disponibili nella sezione Solonumeri (USA – valore / volume).Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Sud Africa – produzione di vino e superfici vitate, aggiornamento 2020

    I dati 2020 del SudAfrica che pubblichiamo oggi sono tratti da Sawis, che pubblica un esauriente rapporto annuale. La situazione del Sud Africa a leggere questi numeri è di un crescente sbilancio tra produzione e consumo. Infatti secondo i dati la produzione anche nel 2020 è stata intorno a 9 milioni di ettolitri, mentre tra esportazioni e consumo domestico si è arrivati a 6.3 milioni di ettolitri. Ciò dovrebbe mettere pressione sui prezzi di vendita dei prodotti, che a loro volta spingono l’industria del vino a aumentare le rese a fronte di una superficie vitata che sta gradualmente calando. Si tratta di una lettura forse un po’ pessimistica della situazione, ma a ciò si aggiunge l’analisi dell’andamento delle superfici vitate per vitigno, dove si vede in modo piuttosto chiaro l’assenza di un punto di riferimento, come si trova in altri paesi. I vitigni più importanti, lo Chenin Blanc e il Cabernet Sauvignon sono entrambi stabili o in leggero calo, l’unico vitigno che cresce leggermente è il Sauvignon Blanc. Fatta questa premessa, la vendemmia 2020 è in linea alla media recente e mostra un recupero sul 2019, visibile soprattutto nel segmento dei vini rossi che erano stati molto penalizzati nel 2019. Le vendite domestiche sono state fortemente influenzate dal Covid, che a portato a un calo del consumo da 3.9 a 3.1 milioni di ettolitri, mentre si sono mantenute stabili a 3.2 milioni di ettolitri le esportazioni, anche se su un livello strutturalmente più contenuto di quello degli anni pre 2019.Buona consultazione. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Duckhorn – risultati 2021 e prevision 2022

    Fonte: Duckhorn investor relationsTorniamo oggi su Duckhorn, l’azienda americana di fine wines quotata nel 2021 sul NYSE durante il 2021 a $15 per azione e che a fine 2021 quotava intorno a $22, per una valutazione di mercato di 2.6 miliardi di dollari. L’azienda ha riportato i risultati a luglio 2021 e pubblicato il bilancio. I dati sono positivi (come c’era da immaginarsi vista la quotazione in borsa): le vendite annuali a luglio 2021 sono cresciute del 25% a 337 milioni di dollari, anche supportate dalle acquisizioni, l’EBITDA è cresciuto del 12% a 117 milioni (margine: 35%), mentre l’utile netto rettificato tocca quota 62 milioni, +27%, aiutato anche dal calo degli oneri finanziari sul minor debito, aiutato dalla quotazione in borsa.Come potete apprezzare dai grafici, il Covid ha pesantemente influenzato le vendite locali in California (sia ingrosso che ristorazione) e la parte “DTC” direct-to-consumer, a favore delle vendite all’ingrosso in altre aree.Dal punto di vista finanziario, l’azienda ha ovviamente beneficiato della quotazione, che ha portato 188 milioni di dollari di risorse fresche, delle quali 100 milioni sono state rigirate come dividendo agli azionisti. Ad ogni modo, con soltanto 14 milioni di dollari di investimenti, Duckhorn ha chiuso il 2021 con un indebitamento finanziario netto di 243 milioni, in calo dai 378 di luglio 2020, per un rapporto debito/EBITDA sceso da 3.6 a 2.1x.Duckhorn ha anche fornito alcune indicazioni sul 2022 (che terminerà a luglio). Nel mezzo della forchetta prevede 357 milioni di vendite (+6%), un EBITDA di 120 miloni (+2%), quindi con un margine in calo di altri 2 punti nel 2022 al 33% e un utile netto di 62 milioni (+2%). Le indicazioni sono state confermate dopo aver riportato i dati del primo trimestreLa valutazione in borsa resta molto ricca. Secondo i nostri calcoli e usando le previsioni 2022, al prezzo di $22.5 Duckhorn ha un multiplo EV/Vendite di 8.0x, un EV/EBITDA di 24x, EV/EBIT di 31x e un P/E di 41x. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento novembre 2021

    La chiusura d’anno è ormai in vista e le gerarchie nel mondo del vino si stanno ristabilendo. Quello che sembrava essere un grande successo del 2020 per il vino italiano, a discapito di quello francese, si sta gradualmente riassorbendo. Sono di questi giorni gli annunci che le esportazioni francesi hanno recuperato terreno nel 2021, chiudendo con un +27% sul 2020 e un incremento del 13% sul 2019. I dati che analizziamo oggi relativi all’Italia sul fine novembre non sono molto dissimili se confrontati alla normalità del 2019: +12.9% contro il 2020 nei primi 11 mesi dell’anno (6.5 miliardi di euro) e +10% se confrontati con i primi 11 mesi del 2019.I numeri che trovate nelle tabelle e grafici che seguono nel post sono ovviamente positivi. Novembre è +9% per 704 milioni di euro e +13% sui due anni, sempre al traino dei vini spumanti (+13%) e con un buon dato anche sui vini in bottiglia (+8%). Dal punto di vista geografico, rispunta un dato negativo sul Regno Unito (-8%) e anche sulla Cina (-22%) ma ovviamente sono dati talmente circoscritti che potrebbero essere delle eccezioni. Ormai, se visti rispetto ai dati del passato, soltanto due mercati tra i principali dieci sono sotto il loro precedente picco: Regno Unito e Giappone, entrambi con un divario di circa il 15%. Se invece ci confrontiamo con il dato di fine 2019, gli USA sono sopra dell’11%, la Germania è a +7%, il Regno Unito -5% (il che significa che già stava scendendo nel 2019), Svizzera e Canada sono +8% e +11% circa.Ci avviamo verso un trimestre “più tranquillo” nel senso che i prossimi tre mesi sono stagionalmente meno importanti. Il 2022 sarà il vero test, visto che la base di partenza sarà piuttosto aggressiva. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Interviste Archivi – Vinoway

    Vinoway.com 2022 © Il materiale pubblicato in questo portale è in gran parte protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza esplicita autorizzazione dell’associazione culturale e di promozione VINOWAY ITALIA | Sede legale : Via Roma, 18 Mel 32026 Borgo Valbelluna (BL) | P.iva: 01149410258 LEGGI TUTTO

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    Vintage Wine Estates (VWE) – risultati 2021 e presentazione dell’azienda

    Presento oggi Vintage Wine Estates (VWE), azienda vinicola quotata nel mercato americano da poco più di un anno con un valore di mercato attuale di circa 600 milioni di dollari di cui abbiamo accennato brevemente nell’articolo di qualche giorno fa sulla valutazione delle aziende vinicole. Per dirla breve, VWE è il 15esimo produttore di vino della California per volumi spediti e fa un po’ di tutto: vendite dirette tramite tasting rooms e ecommerce (30% delle vendite, DTC, direct-to-consumer), vendite all’ingrosso (33%, wholesale nei grafici) ma anche “B2B” (35%), cioè produrre vini per i marchi del retail, quindi principalmente “private labels”.La storia di questa azienda è ventennale e il grafico sopra preso dal prospetto di quotazione vi mostra come è stata costruita negli anni dall’imprenditore (Pat Roney) acquistando diversi marchi, con un posizionamento nel segmento “lifestyle” (quindi a occhio tra 10 e 25 dollari al dettaglio) e nel segmento “luxury”. I marchi elencati sono numerosi… nel lifestyle Layer Cake, Firesteed, Bar Dog, Middle Sister, Cherry Pie, Girl and Dragon, Cartlidge & Browne, Buried Cane, Grower’s Guild, Clayhouse, Cigar, GAZE, Buttery Bomb, Tall Dark Stranger, Carneros Creek, Corvidae, Purple Cowboy and If You See Kay; nel luxury si chiamano Girard, Clos Pegase, Laetitia Vineyard and Winery, Swanson, Kunde Family, Viansa e via dicendo. Hanno anche alcuni “digital native brands”, quindi che si vendono soltanto online. La struttura del conto economico e dello stato patrimoniale è in tabella. Diciamo che con 220 milioni di fatturato 2021 (a giugno) sono rimasti in fondo 4 milioni di dollari. Quindi margini bassi. Anche riconsiderando tutte le spese straordinarie, VWE ha un gross margin di 75 milioni di dollari (34% nel 2021, era un po’ meglio nel 2020), ma poi spende 72 milioni di spese generali e di vendita, quindi “costi operativi” e quindi resta molto poco in fondo al bilancio. Oltretutto, l’azienda è arrivata molto indebitata alla quotazione, con oltre 350 milioni di dollari di debiti su 190 milioni di fatturato 2020 (!) e nonostante l’iniezione di cassa della quotazione (attraverso un veicolo speciale, un giorno vi spiegherò…) a fine 2021 ha comunque 184 milioni di debiti, contro un EBITDA che secondo i miei calcoli è stato di 20 milioni (dichiarato, 15 milioni senza le componenti straordinarie positive).Gli obiettivi scritti nero su bianco nel prospetto parlano di un raddoppio del fatturato a 450m di dollari nell’arco di circa 5 anni, di un gross margin che passa dal 40% al 45% e di un margine EBITDA che passa dal 20% (a me sembra 10%…) al 25-30% nello stesso arco di tempo. Se così fosse ci troveremmo ovviamente davanti a una Vintage Wine Estates molto diversa da quella attuale! Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2020

    Vi ripropongo oggi l’aggiornamento delle superfici vitate biologiche al 2020, dai dati estratti dalla banca dati Sinab (se volete cimentarvi, il link è questo). I dati restano positivi e in crescita, visto che nel 2020 le superfici bio per l’uva da vino sono cresciute da 107 a 115mila ettari (i dati passati sono leggermente diversi da quelli che erano pubblicati nei rapporti Sinab degli anni scorsi), che si compone di un incremento di 9400 ettari per le superfici certificate bio e di un calo di 1500 ettari del “magazzino” di superfici in conversione.Il grafico qui sopra credo possa spiegare bene cosa sta succedendo, e cioè un graduale calo delle superfici che si stanno certificando, il che lascerebbe intendere che la crescita dovrebbe gradualmente smorzarzi per quanto non si riesce a mettere i due dati in correlazione.Questa crescita del 7% è soprattutto generata dal balzo delle superfici in Toscana, da 15mila a 19mila ettari, da sola a rappresentare più della metà dell’incremento. Tutte le regioni sono in crescita salvo due eccezioni: la Campania, che perde 88 ettari e la piccola Valle d’Aosta. In termini percentuali, le crescite più importanti sono oltre che in Toscana (+28%), Umbria (+27%), Liguria (+25%), Trentino Alto Adige (+14%), Lazio (+12%) e Sardegna (+11%).La regione con la maggior superficie vitata resta la Sicilia (30mila ettari, +1%).Vi lascio alle tabelle e ai grafici, ricordandovi che i dati aggiornati e scaricabili in formato dati sono nella sezione Solonumeri, fruibili con un semplice copia-incolla da Google Sheets. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO