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    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2023

    Oggi ci occupiamo della stima del valore della produzione mondiale di vino. Il calcolo che ormai faccio da diversi anni è semplice: calcolare quanto vale la produzione di vino di un paese utilizzando il suo prezzo medio di esportazione applicato alla produzione annua. Ovviamente ci sono delle “storture” nel calcolo, derivanti dalle possibili discrepanze tra il valore medio del vino esportato rispetto a quello consumato in casa, ma ho la sensazione che non siamo molto distanti dalla verità soprattutto per quei paesi in cui le esportazioni sono molto importanti, come Francia, Italia, i paesi sudamericani. Forse un dubbio potrebbe venire per i paesi come Germania o USA per i quali l’export è “residuale”.
    Comunque, nel 2023 siamo di fronte a un anno di scarsa produzione mondiale, calata come sapete da 263 a 237 milioni di ettolitri, mentre il prezzo medio di esportazione mondiale stimiamo sia cresciuto del 10% da circa 390 a 430 euro per ettolitro (mentre per la media dei prezzi degli ultimi 3 anni siamo più intorno a +15%). Da ciò deriviamo, mediando i prezzi sugli ultimi 3 anni appunto, che il valore mondiale della produzione di vino sia vicino ai 95 miliardi di euro, mostrando negli ultimi 10 anni una crescita annua media di 2.5-3 miliardi di euro, ossia intorno al 3-4%.
    Viste le dinamiche produttive recenti, l’Italia fa una passo indietro (13 miliardi verso 16 miliardi), mentre la Francia passa da 35 a 41 miliardi, quindi 3 volte il valore della produzione italiana (in un anno particolare). L’altro paese in forte crescita sono gli USA, forti di un sostenuto incremento del prezzo di esportazione e di produzioni elevate e stabili. Per tutti gli altri paesi salvo che per il Portogallo i dati sono in calo, come potete apprezzare nel resto del post, corredato di grafici e tabelle.

    Stimiamo un valore della produzione mondiale di vino 2023 sulla base dei prezzi medi di esportazione 2021-23 di 95 miliardi di euro circa. Il dato puntuale 2023 è di 237 milioni di ettolitri di produzione, mentre i prezzi medi di esportazioni stimati sono 319 per il 2021, 392 per il 2022 e 430 euro per ettolitro nel 2023.
    La Francia con una buona produzione e un ulteriore balzo del prezzo medio di export (2023=940 euro per ettolitro) ha un valore della produzione stimato a quasi 42 miliardi di euro, mentre l’Italia con una produzione di soli 38 milioni di ettolitri e un prezzo di esportazione che nel 2023 non si è mosso (362 euro contro 360 del 2022, come vedete dal grafico animato), resta al secondo posto nel mondo ma perde da 16 a 13 miliardi di euro.
    Sono positivi i dati americani, forti di una dinamica molto forte dei prezzi di esportazione passati rapidamente da 300-350 euro per ettolitro ai 550 del 2023, per cui si può stimare un valore della produzione superiore a 11 milardi. Come vedete oltre all’Italia cala in modo marcato la Spagna, ma anche Argentina e Australia.
    In conclusione prendendo una ulteriore “media delle medie” quindi la media triennale anche del valore, la Francia rappresenta quasi il 40% del valore mondiale della produzione vinicola, contro il 17% dell’Italia, l’11% degli USA e il 5% della Spagna.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Lanson BCC – dati di bilancio 2023

    Apriamo all’analisi dei bilanci delle aziende della Champagne 2023 con Lanson. È stato un anno “a due facce”, con un primo semestre segnato dalla spinta dei volumi e un secondo semestre in chiaro arretramento. Ne risulta comunque un anno buono per la gestione operativa di Lanson, in crescita del 5% circa nonostante un calo del fatturato del 6% a 272 milioni di euro. La strategia di innalzamento qualitativo tramite maggiore invecchiamento dei prodotti si fa sentire su diversi indicatori di bilancio. Il magazzino cresce del 9%, ma si porta dietro anche un maggiore debito per finanziarlo, passato a circa 502 milioni di euro, +7%. Questo incremento (che continuerà), insieme ai tassi di interesse in crescita hanno avuto un impatto piuttosto importante sugli oneri finanziari e quindi a fine anno l’utile netto è in realtà sceso. Le attese sul futuro non sono rosee a quanto pare, in quanto gli amministratori precisano che “i risultati dell’esercizio 2023 non riflettono ancora completamente gli effetti dell’inflazione del prezzo dell’uva sul costo delle vendite, né del finanziamento della maturazione dei vini in cantina.” Passiamo all’analisi di principali dati di bilancio nel resto del post, corredato di tabelle e grafici.

    Le vendite calano del 6% a 272 milioni di euro. Il dettaglio geografico indica un forte calo nei mercati extraeuropei, con un dimezzamento delle vendite americane dopo il boom del 2021-22, tornate a 9 milioni di euro, e del 30% di quelle asiatiche, passate da 17 a 12 milioni, ugualmente dopo dati eccezionali del 2022. In Francia il fatturato cala del 6% a 126 milioni di euro. Unica regione positiva è il resto d’Europa che con un incremento del 5% tocca il suo record storico a 123 milioni di euro di fatturato.
    I margini sono in decisa espansione, soprattutto se si esclude dal 2022 diversi fattori straordinari positivi. Con un margine operativo passato dal 17% al 22% (da 50 a 59 milioni di euro), probabilmente questo sarà un anno da ricordare per Lanson, anche leggendo le parole caute sul 2024. Comunque, il miglioramento è legato al miglioramento del mix di prodotto e all’incremento generalizzato dei prezzi di vendita che più che compensano l’incremento del costo del personale e degli altri costi.
    A livello di utile netto abbiamo detto esserci stato un calo, per colpa degli oneri finanziari, passati da 5 a 10 milioni di euro e ovviamente dall’assenza di oltre 5 milioni di proventi straordinari che avevano sostenuto il 2022. L’utile netto quindi cala da 39 a 37 milioni di euro.
    Il debito finanziario netto consolidato è di 502 milioni di euro rispetto ai 467 di fine 2022. Per 434 milioni riguarda i crediti di maturazione dello stock di Champagne che rappresenta in volume quasi 4.1 anni di vendite (566 milioni di euro di valore rispetto ai 519 di fine 2022). Nel corso del 2023 l’azienda ha mantenuto un livello abbastanza alto di investimenti rispetto al passato (13 milioni di euro) e ha pagato agli azionisti quasi 9 milioni tra dividendi e riacquisto azioni (contro 17 del 2022).

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    Piemonte – produzione di vino e superfici vitate 2023 – dati ISTAT

    Pur non avendo ancora una visione chiara dei dati del ministero sulla produzione di vino per regione (come forse sapete ci sono delle differenze importanti a livello nazionale, secondo i dati ISTAT qui analizzati la produzione 2023 è stata 42.5 milioni di ettolitri, secondo il ministero 38.3), cominciamo l’analisi delle produzioni regionali di vino con i dati piemontesi.
    Il Piemonte ha avuto la sua vendemmia più povera di sempre l’anno scorso con 1.95 milioni di ettolitri di vino prodotto, per un calo del 19%, compatibile con il -21% registrato a livello nazionale ma molto peggio del resto d’Italia se vista in prospettiva storica. Infatti se vista in ottica decennale, la vendemmia 2023 è stata nella regione del 21% inferiore alla media contro il -13% italiano. I dati che guardiamo oggi non hanno particolari “segni distintivi”: ossia, la produzione delle diverse tipologie è calata in modo coerente, salvo che per i vini da tavola, che sono calati del 30% ma che in Piemonte sono una porzione minoritaria del totale. Oltretutto, il Piemonte non ha vini IGT. Passiamo a un’analisi più dettagliata con grafici e tabelle di produzione e superfici vitate, ricordandovi che tutti i dati sono disponibili in formato scaricabile nella sezione Solonumeri del blog.

    La produzione di 1.95 milioni di ettolitri si suddivide in 823mila ettolitri di vino bianco, calato del 17% e dunque leggermente meno del calo del 21% dei vini rossi che invece sono stati prodotti in 1.13 milioni di ettolitri. Il confronto con le medie storiche è invece più simile, con i bianchi sotto del 20% e i rossi sotto del 22%. A titolo di confronto in Italia i vini bianchi sono stati sotto del 6% sulla media storica e i vini rossi del 20%. Ovviamente la forte crescita dei bianchi nel nord est è una componente importante del -6% italiano dei bianchi.
    I vini DOC sono ormai il 95% della produzione, soprattutto in un anno in cui la produzione è scarsa. I 105mila ettolitri di vino da tavola sono a -28% e -54% sulla media storica.
    Guardando velocemente i dati relativi alle superfici vitate, i dati non sono di facile lettura anche per via delle forti oscillazioni confrontando i dati 2022 con quelli 2023, con un calo della superficie da 40650 a 39080 ettari. Il dato non coincide nemmeno con il dato appena rilasciato da ISTAT relativo al censimento agricolo che dice 43521 ettari.
    Vi lascio alla consultazione delle tabelle e dei grafici. LEGGI TUTTO

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    Francia – esportazioni di vino 2023

    Il 2023 è stato difficile per il vino francese nel mondo, con un andamento leggermente più negativo di quello del vino italiano (-3% contro il nostro -1%) ma soprattutto con una dinamica di graduale indebolimento nella seconda parte dell’anno continuata in gennaio 2024, quando le esportazioni sono calate di nuovo del 10%. La differenza l’hanno fatta essenzialmente i volumi (-9% contro il nostro -2%) e probabilmente il tutto va associato alla pessima vendemmia 2022 dei francesi, cui seguirà peraltro nel 2024 l’impatto della nostra scarsissima annata 2023. Ad ogni modo, le esportazioni francesi sono state 11.9 miliardi di euro per un volume esportato di 12.6 milioni di ettolitri che determinano un prezzo medio di esportazione di 944 euro per ettolitro, +7%. Questo è il secondo aspetto da sottolineare: la Francia continua a crescere in termini di prezzo, quando invece l’Italia ha negli ultimi anni sfruttato maggiormente la leva dei volumi. Andiamo nei dettagli nel resto del post.

    Le esportazioni di vino della Francia calano del 2.9% a 11.93 miliardi di euro nel 2023 ma restano largamente positive se guardiamo a un periodo più ampio (+5% annuo 2018-23).
    I volumi esportati sono in netto calo, -9% a 12.64 milioni di ettolitri nel 2023 e -2% annuo dal 2018. Il tutto viene compensato come dicevamo sopra con il forte incremento del mix esportato, anche determinato dall’eccellente andamento di Champagne e Borgogna, salito del 7% nel 2023, in linea con la media degli ultimi anni.
    Lo Champagne è stato quasi stabile in valore a 4.2 miliardi di euro di esportazioni ma ha subito un calo dell’11% dopo i dati record del 2022, raggiungendo il ragguardevole livello di 3398 euro per ettolitro esportato (+12%), ossia 34 euro al litro.
    Sono stabili anche i dati della Borgogna a 1.45 miliardi di euro, anche qui con un calo dei volumi del 7% a 580mila ettolitri e un incremento del prezzo mix del 7% a 2496 euro per ettolitro.
    A determinare il calo delle esportazioni sono stati dunque Bordeaux, -6% a 2.23 miliardi di euro (con volume a -12%) e le altre aree della Francia, che tutte insieme fanno 4.06 miliardi di euro con un calo del 5%, anche in questo caso fatto di -9% per volumi e +5% di prezzo-mix.
    Il confronto con l’Italia è in uno dei grafici allegati al post. In questi mesi l’Italia sta andando meglio della Francia ma se guardiamo ai dati degli ultimi anni dovremmo chiamarlo “recupero” nel senso che soprattutto nell’era post Covid 2021-22 la Francia aveva avuto un andamento molto migliore del nostro.

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    La produzione di vino nel mondo nel 2023 – aggiornamento OIV

    Con il forte calo dei consumi in essere e che abbiamo analizzato qualche giorno fa, il calo della produzione mondiale di vino nel 2023, rivista da OIV al ribasso a 237 milioni di ettolitri (il 10% sotto sia il 2022 che la media degli ultimi anni di 264 milioni) non è così drammatico. Certamente il primo dato che salta all’occhio è che l’Italia ha perso il primato produttivo a favore della Francia, almeno per il 2023, con 38 milioni di ettolitri contro 48 milioni, noi in discesa del 23%, la Francia in ripresa del 9% sull’anno precedente. A dire il vero l’Italia è un buona compagnia visto il forte calo a livello mondiale: la Spagna cala solo poco meno di di noi, -21% e Australia, Argentina e soprattutto Cina calano come o più dell’Italia. Dunque, un quadro a tinte fosche con l’Europa che scende a 144 milioni di ettolitri, -9/10% e il resto del mondo a 93 milioni di ettolitri e un andamento egualmente negativo. Passiamo a un breve commento dei dati che trovate anche nella sezione Solonumeri qui sopra.

    La produzione di vino mondiale nel 2023 si è attestata a 237.3 milioni di ettolitri, in calo del 10% e del 10% sotto la media storica. L’Europa scende da 161 a 144.5 milioni di ettolitri, -10%, mentre il resto del mondo passa da 102 a 93, -9%. Il calo è molto simile anche rispetto alle medie storiche visto che il 2022 era stato un anno “nella media”.
    Per l’Italia OIV prende il dato del Ministero (che i meglio informati dicono di essere) di 38.3 milioni d ettolitri, -23% sul 2022 e -20% sulla media storica, mentre la Francia dopo i pessimi dati del 2022 si è ripresa (+5% e +9% sulla media storica) e chiude a 48 milioni di ettolitri.
    Gli altri paesi in cui la produzione è stata sopra media sono il Portogallo, con 7.5 milioni di ettolitri il 14% sopra la media storica, la Romania (4.6m/hl, +13%) e gli USA, che con 24.3 milioni di ettolitri sono a +2%.
    Il resto mostra cali da moderati a forti contro le loro medie storiche. Tra i più marcati, la produzione presunta cinese di 3.2 milioni di ettolitri è il 64% sotto la media storica, quella dell’Argentina di 8.8 milioni di ettolitri è il 28% sotto e quella spagnola è il 24% sotto.
    In termini relativi, nel 2023 la Francia dunque copre il 18% della produzione mondiale, l’Italia il 15% e la Spagna l’11%. I tre paesi insieme sono dunque sotto il 50% della produzione mondiale, livello a cui storicamente si ponevano.
    L’equilibrio produzione consumo sembra dunque mantenersi e secondo OIV anche la superficie vitata continua a calare. Nell’ultima stima 2023 si parla di 7202 milioni di ettari, ossia 35mila in meno dei 7537 del 2022.

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    Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2023

    Cala la produzione, calano le esportazioni. Anche l’Argentina deve adattarsi al nuovo corso del commercio mondiale di vino, che nel 2023 ha visto uno stop dopo anni di crescita storicamente interrotti solo dal Covid. Nel 2023 i dati argentini sono particolarmente negativi con un calo del 19% a 627 milioni di euro e un calo del 25% dei volumi esportati, scesi sotto 2 milioni di ettolitri e da collegare anche con la vendemmia particolarmente negativa del 2023 (circa un terzo sotto la media storica). Con una svalutazione del cambio galoppante per via dell’iperinflazione che impera nel paese, in valuta locale in realtà le esportazioni sono quasi raddoppiate (da 106miliardi a 200 miliardi di peso), ma il tutto è poco rilevante. La geografica delle esportazioni argentine di vino continua a cambiare in linea con gli anni passati: la dipendenza dal mercato americano cala (27% nel 2023 contro il 29% del 2022 e il 40% e più di 10 anni fa), crescono i mercati adiacenti, come il Brasile passato in pochi anni al 13% delle esportazioni argentine e vicino a raggiungere il Regno Unito, che resta comunque la seconda destinazione. Commenti più dettagliati e tabelle all’interno del post.

    Le esportazioni argentine scendono a 627 milioni di euro nel 2023, -19% e -2% annuo sugli ultimi 5 anni, con i volumi che scendono del 25% a 1.94 milioni di ettolitri.
    Tutti i principali mercati sono in calo. Gli USA come dicevamo subiscono un calo del 36% del volume a 426mila ettolitri che determina una caduta del 26% delle esportazioni a 167 milioni di euro. Restano il primo mercato per l’Argentina ma guardando all’andamento degli ultimi anni i dati sono preoccupanti.
    Il secondo mercato è il Regno Unito, sceso dell’8% a 95 milioni a fronte di una riduzione del 6% dei volumi a 482mila ettolitri (primo mercato per volumi) e ha un andamento anche nel medio termine decisamente migliore di quello americano.
    Il Brasile dopo diversi anni di crescita si ferma. Nel 2023 le esportazioni calano del 2% a 82 mila ettolitri, anche se il ritmo dal 2018 è di una crescita a doppia cifra. In Brasile sono stati esportati 266mila ettolitri, -8%.
    Seguono poi Canada, Messico, Olanda, Francia, Cina e Peru, tutti con cali tra il 10% e il 30%. Tra questi, guardando al passato, il Messico è il mercato che ha l’andamento migliore, nonostante il -15% registrato nel 2023.
    Vi lascio alle tabelle.

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    ll consumo di vino in Italia – dati 2023 per regione e classi di età

    Ripartiamo con l’analisi dei consumi di vino in Italia con il dettaglio per fasce di età e aree geografiche. In verità i dati più interessanti sono sulle fasce di età e ci mostrano che la penetrazione del consumo di vino sta crescendo in Italia, soprattutto nella parte giovane della popolazione, con una forte preponderanza del consumo sporadico e un calo netto anche per le medesime fasce di età del consumo giornaliero. Lo vedete molto bene nel grafico qui sopra con la “pancia” nelle fasce giovani, per esempio nel 2023 il 50% dei 202-24enni beve vino, 10 anni prima era il 42%, lo stesso vale per tutte le fascie salvo la mezza età, per poi tornare vero nelle persone anziane (miglioramento delle condizioni di salute?). La seconda cosa interessante di questo grafico è il picco, ora nella fascia 35-44 anni, mentre nel 2013 era a 55-59 anni. Ovviamente si ragiona in un contesto di calo del consumo pro-capite di vino, essendo il consumo giornaliero (escluso qui quello eccessivo) in calo significativo per tutte le fasce di età (secondo grafico, interno al post), essendo sostituito da quello sporadico, in forte incremento nelle fasce di età intermedie (terzo grafico). Bene, per la terza considerazione vi invito a proseguire nella lettura, segnalandovi che tutti i dati sono nella sezione Solonumeri cui si accede qui sopra, ma anche in formato grafico nel post.

    La terza considerazione è relativa all’evoluzione del consumo di vino delle fasce di età che invecchiano, ossia, chi nel 2007 aveva 25-34 anni nel 2017 è nella fascia successiva e nel 2023 a metà tra questa fascia e quella dopo. Questo ci dice che i il 55.5% dei 25-34enni del 2007 bevevano vino e che erano passati al 57.5% 10 anni dopo e oggi a occhio sono al 62.2%. Ossia ci dicono che per questa fascia e per questi anni, circa 15 in totale, l’incremento della penetrazione di consumo è stato del 7% circa.
    Seguendo la stessa china, ci dicono anche che i 50enni (punto mediano 45-54) perdono circa 5 punti nella penetrazione del consumo di vino, probabilmente a causa di problemi di salute.
    Fatte queste considerazioni, le tabelle allegate mostrano il costante calo del consumo giornaliero di vino, che tocca il suo picco come sempre tra le persone anziane: nel 2023 poco meno del 25%, nel 2013 intorno al 30% della popolazione, nel 2007 intorno al 35%. Quindi i “nuovi anziani” sono meno legati al “bicchiere a pasto”.
    Infine trovate il tabellone con i consumi per regione e per tipologia di comune (attenzione che si leggono al contrario delle altre, mea culpa). Considerazioni già fate un paio di giorni fa, aumento nelle regioni del sud e delle isole, leggera contrazione nelle regioni del centro-nord, dove si beve comunque molto di più.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento febbraio 2024

    Dopo il calo del 2023, le esportazioni italiane di vino stanno registrando una buona ripresa nei primi due mesi dell’anno. Dopo il +13% di gennaio, su una base un po’ più difficile anche febbraio è stato positivo, +6% per un saldo del valore delle esportazioni a +10% nel bimestre, ossia 1.15 miliardi di euro. Oltre alla base di partenza, che peraltro diventerà ancora più facile nei mesi centrali del 2024, un paio di annotazioni vanno fatte. Primo, le esportazioni stanno crescendo soprattutto grazie al volume, cresciuto dell’8% a 3.2 milioni di ettolitri: come sappiamo l’annata 2023 è stata scarsa e questo a un certo punto diventerà un freno. Secondo, pur essendo il periodo breve e i dati ancora volatili, i dati del Regno Unito, +20%, sono eccezionalmente positivi e probabilmente non sostenibili, compensati parzialmente dal calo delle esportazioni di spumante nel mercato americano (-6%), che andrà valutato nel corso dei prossimi mesi. Fatte queste puntualizzazioni possiamo passare a un’analisi più dettagliata nel resto del post, dove trovate come al solito diverse tabelle.

    610 milioni di euro di esportazioni e 1.7 milioni di ettolitri sono i dati di febbraio, +6% per entrambe le misure. Il totale diventa 1150 milioni di euro, +10%, con un prezzo medio di esportazione a +1% e un volume a +8%.
    Crescono i prodotti a maggior valore aggiunto, ossia i vini in bottiglia, +10% nel bimestre, e spumanti, +12%, ma in entrambi i casi con un prezzo mix in calo del 2% rispetto all’anno scorso, mentre la parte residuale, principalmente vini sfusi sono stabili in valore con un incremento del 4% del prezzo medio.
    I principali mercati del nostro vino sono tutti in recupero salvo che per la Svizzera (-3% da inizio anno). Il mercato americano cresce del 6%, la Germania del 3%, del Regno Unito abbiamo detto sopra, il Canada del 13% e, al di fuori dei primi 10, anche la Cina sembra dare segnali di risveglio (+60% a gennaio e +30% a febbraio).
    Nello specifico, il mercato americano è andato molto meglio nei vini fermi (+12%), che nei vini spumanti (-6%), il mercato inglese bene in entrambi (+15% e +27%), mentre per la Germania sono i vini spumanti (+11%) a determinare la leggera crescita.
    Se ci spostiamo sui dati relativi agli ultimi 12 mesi, che sono essenzialmente stabili, gli spazi di recupero sono chiari: gli USA sono ancora a -6%, Svizzera e Canada a -2% e -4%, Svezia e Giappone a -7% e -6% rispettivamente. Invece andrà valutata la sostenibilità della crescita del Regno Unito, +9%, e della Francia, +7%, trainata dalla crescita dei nostri spumanti.

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