Chapel Down – risultati 2024
Se oggi parliamo di Chapel Down, il leader della produzione di spumanti inglesi, è perché la revisione strategica di qualche mese fa che avrebbe dovuto portare alla revoca della quotazione dalla borsa inglese non ha avuto successo. Detto in altre parole: nessuno se l’è comprata e quindi si va avanti con i soldi che ci sono cercando di tirare la cinghia perché la combinazione di investimenti in nuove vigne (122 acri nel 2024 per arrivare a oltre 1000) e l’incremento del vino in invecchiamento sta portando il debito su livelli più elevati del budget.
Ad aggravare la situazione ci troviamo a commentare un bilancio 2024 che alla cieca mai si attribuirebbe a un’azienda con una prospettiva così brillante (obiettivo: 1% del mercato dello Champagne nel 2025, ossia 3 milioni di bottiglie): le vendite sono calate del 5%, l’EBITDA si è più che dimezzato, l’utile operativo è in pareggio e si è passati da un leggero utile a una leggera perdita.
Il titolo ha sofferto nell’ultimo anno (-35%) pur riprendendosi un po’ nel 2025. Il valore di borsa è di circa 80 milioni di sterline. Le prospettive per l’anno non sono state comunicate, anche se si parla di una buona partenza d’anno.
Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.
Le vendite calano del 5% a 16.3 milioni di sterline, di cui il 2% dovuto all’uscita dal segmento degli spiriti (e un pezzettino anche dovuto al fatto che gli inglesi avevano beuto tanto per l’incoronazione di re Carlo nel 2023!!!). Chapel Down specifica che i dati sono molto migliorati nel quarto trimestre, che ha segnato un +10%. La principale ragione del calo (anche dei margini che vediamo dopo) è il forte calo della distribuzione (offtrade) che ha ridotto le scorte, -20% a 6.8 milioni, mentre le vendite nel canale ontrade (bar e ristoranti) sono cresciute del 16%, così come le vendite dirette e l’ecommerce (+13%), con le due categorie a rappresentare una buona metà del fatturato.
I margini sono in calo, anche escludendo il milione di sterline speso nella review strategica. Tra le altre ragioni, spicca un maggior peso di vini fermi nel mix di vendite, dovuta all’eccezionale volume del raccolto del 2023, insieme al fatto che nel 2024 sono stati venduti prodotti del 2022 che avevano un costo unitario molto elevato. Alla fine, il margine lordo scende dal 52% al 48%, l’EBITDA dal 32% al 15% delle vendite (con dentro costi straordinari e i costi di marketing che continuano a crescere), l’EBIT come dicevamo va a 0 e la perdita netta è di 1 milione.
Dal punto di vista finanziario, gli stock di vino salgono di 4 milioni, viene perso un altro milione nel capitale circolante, e con gli investimenti in nuove vigne (2.5 milioni), il debito sale da 1 milione a 9 milioni di sterline, cui se ne aggiungono altri 10 di affitti IFRS16. Proprio questo incremento di 8 milioni del debito è il problema di Chapel Down, visto che può contare su linee di credito piuttosto limitate (20 milioni) e quindi bisogna invertire il trend.
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