Sicily on Wine: un racconto di vino, territorio e relazione
Ci sono luoghi che sembrano fuori dal tempo, eppure ne custodiscono ogni battito. Luoghi dove la bellezza non è riparo, ma direzione. In Sicilia, tra i rilievi silenziosi dei Monti Sicani, la memoria non è solo un esercizio del ricordo: è sostanza viva delle cose, è paesaggio che respira, è gesto quotidiano. Qui, tra le pietre chiare di Chiusa Sclafani, le curve antiche di Sambuca, l’asprezza luminosa di una natura selvaggia, ogni cosa racconta chi siamo stati — e chi scegliamo ancora di essere.
Perché i paesi non muoiono solo per lo spopolamento, ma quando chi resta smette di riconoscersi nello sguardo dell’altro, quando la memoria si sfilaccia fino a diventare estranea. E invece, in questi luoghi marginali solo in apparenza, si resiste. Si tiene viva la trama sottile della bellezza vera: non quella citata distrattamente come un mantra stanco, ma quella fatta di mani che lavorano la terra, di vino che racconta un territorio, di comunità che si ritrova intorno a un rito condiviso.
Sicily on Wine nasce così, come un atto di cura. Non una celebrazione effimera, ma un tempo sospeso in cui cultura, paesaggio, lavoro e memoria si intrecciano per dire che sì, la bellezza può ancora salvarci — ma solo se sapremo, noi per primi, salvare lei.
Ed è proprio in questa visione che ha preso forma la manifestazione: dieci buyer da sette Paesi e tre continenti, ventuno produttori siciliani, oltre duecento incontri B2B, tour nelle cantine e scoperta del territorio. Numeri che raccontano un progetto concreto, ma che da soli non bastano a spiegare l’energia che si è respirata tra le navate del seicentesco Monastero dei Padri Olivetani, a Chiusa Sclafani, dove si sono svolti gli incontri e le degustazioni.
Organizzato da Sicindustria — partner di Enterprise Europe Network (EEN), la più grande rete europea a supporto delle PMI — insieme a WonderFood Communication, al Comune di Chiusa Sclafani e al Sector Group Agrifood, Sicily on Wine è stato pensato per restituire visibilità e prospettive alle piccole e medie realtà vitivinicole dell’Isola. Aziende spesso a conduzione familiare, con produzioni limitate — inferiori alle 100.000 bottiglie l’anno — che scelgono la via più lunga: quella della qualità, della sostenibilità, dei vitigni autoctoni.
Monastero dei Padri Olivetani – Chiusa Sclafani
Qui, tra un bicchiere condiviso e uno scambio di idee, le imprese siciliane hanno incontrato il mondo: buyer dal Canada alla Polonia, dalla Grecia all’India, e giornalisti di settore hanno ascoltato storie che profumano di terra e fatica, assaggiato vini che parlano con voce distinta del proprio luogo d’origine.
I giorni di Sicily on Wine sono stati anche occasione di visite aziendali, degustazioni e incontri autentici: buyer e giornalisti sono entrati nelle cantine, hanno ascoltato storie familiari, scoperto i prodotti locali, che insieme compongono un mosaico vivo di relazioni.
Sicily on Wine non è solo un evento: è un invito a tornare, a restare, a credere che la bellezza, quella vera, possa ancora essere una promessa mantenuta.
Focus sui vini
Che i vini siciliani godano oggi di ottima salute è fuori discussione. E non si tratta solo dei nomi più noti o delle grandi denominazioni: è nelle produzioni più piccole, rarefatte, spesso al di sotto delle centomila bottiglie annue, che si coglie la vitalità autentica del vino siciliano contemporaneo. Sicily on Wine ha dato voce proprio a questa realtà, mettendo in luce un panorama di altissimo livello, in particolare sul fronte dei bianchi – tra i più interessanti d’Italia e di respiro sempre più internazionale.
Tra le degustazioni che hanno lasciato il segno, spicca il Sicilia Grillo DOC “Contravénto” di TerreGarcia, un bianco dalla personalità netta, così come il sorprendente vino rosa 2024 di Serra Ferdinandea, un nero d’Avola in purezza che ribalta gli stereotipi del rosato. Non mancano le bollicine, come il Perle di Grazia di Terre di Gratia, a conferma di quanto sia ampio e dinamico il ventaglio delle interpretazioni enologiche siciliane, ma l’elenco potrebbe continuare perché tutte le cantine presenti al Monastero dei Padri Olivetani hanno presentato referenze di livello assoluto.
E poi ci sono i “geni liberi” – come Marilena Barbera, Francesco Guccione, Salvatore Tamburello – che con i loro vini sanno creare visioni e risonanze profonde. Produzioni che si sottraggono a qualsiasi standardizzazione e che ricordano cosa dovrebbe essere davvero il vino: un racconto sincero, coraggioso, capace di sorprendere. Guccione, in particolare, dimostra come un vino naturale possa essere fatto con eleganza, grazia e profondità, indicando una via alternativa e credibile rispetto a certa deriva modaiola del “naturale”.
Il segreto del nuovo Rinascimento del vino siciliano risiede anche in una fiducia crescente nelle nuove generazioni. Giovani produttori, sempre più spesso donne, stanno riportando in primo piano concetti come sostenibilità, consapevolezza ambientale e rispetto del territorio, contribuendo a una trasformazione culturale che mette al centro la qualità, ma anche l’identità.
Sicily on wine Buyer
Quella della Sicilia è una rivoluzione che affonda le radici nel passato. Negli ultimi vent’anni, infatti, si è assistito a un grande lavoro di riscoperta e valorizzazione delle varietà autoctone: sono oltre cento i vitigni selezionati e catalogati, di cui almeno una ventina con potenziale qualitativo straordinario. Se il nero d’Avola è ormai un ambasciatore internazionale, accanto a lui si affermano vitigni come il nerello mascalese e cappuccio, il frappato, l’alicante, il perricone e la nocera. Sul versante bianco brillano nomi come inzolia, carricante, grecanico, catarratto, zibibbo, malvasia di Lipari e moscato di Siracusa.
Questo straordinario patrimonio ampelografico – spesso ancora poco conosciuto – è parte integrante dell’identità culturale dell’isola, e racconta una Sicilia che non ha mai smesso di credere nella propria unicità. Chi ha scelto di rimanere, o di tornare, e di metterci la faccia, ha fatto scelte coraggiose: conversione al biologico, apertura all’enoturismo, nuovi linguaggi per comunicare il vino e il territorio.
La Sicilia si candida così a essere, oggi più che mai, una delle regioni vinicole più espressive e interessanti del mondo. Un laboratorio a cielo aperto, dove si incontrano storia e sperimentazione, paesaggio e visione. Un’Isola del Vino che guarda al futuro con radici ben salde nella propria terra.
I produttori presenti a Sicily on Wine LEGGI TUTTO