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    Cavit – risultati 2022/23

    CAVIT ha appena pubblicato il bilancio 2022-23 (chiusura maggio) che vede un leggero incremento delle vendite (267 milioni), con risultati più bassi dello scorso anno a causa dell’incremento dei costi delle materie prime. L’incremento di fatturato viene essenzialmente dalle società controllate dalle cooperative, in quanto Cavit cooperativa flette del 2% circa rispetto allo scorso anno. Sottolineerei due o tre cose in questo bilancio: primo, l’ottimo andamento della controllata tedesca Kessler, che ha realizzato anche nel 2022-23 un fatturato in crescita del 10% a 13.1 milioni con buoni profitti (1.2 milioni di euro). Secondo, il problema di Casa Girelli, che pur essendo cresciuta molto (da 27 a 33 milioni di euro nelle vendite nel 2023) continua a subire perdite ingenti: 2.1 milioni quest’anno, 1.1 l’anno scorso, 2.3 milioni nell’anno del Covid. Cavit ha dunque deciso una “revisione strategica” che porterà nell’esercizio 2023-24 alla fusione dell’azienda (e di Cesarini Sforza) dentro Cavit e successivamente “alla dismissione delle attività e, alla luce di questo, si è già avviata una drastica razionalizzazione delle produzioni effettuate, con conseguente impatto sul fatturato generato.” Quindi, dovremmo attenderci un fatturato più basso per tutto il gruppo l’anno prossimo. Terzo punto, la remunerazione dei soci della cooperativa, di cui abbiamo soltanto il valore totale (non quello unitario, cancellato dal bilancio da Cavit qualche anno fa..) è stato di 100 milioni di euro, in netto calo (-11%) sul 2021-22 e essenzialmente ritornato sui livelli pre-Covid (+3% sul 2019-20) dopo due anni eccezionali. Ultima cosa: la posizione finanziaria netta resta positiva ma cala da 40 a 25 milioni di euro: passiamo a un breve commento dei dati con qualche ulteriore spiegazione…

    Il fattuarto consolidato di 267 milioni cresce dell’1%, con un dato stabile sull’Italia e in crescita dell’1.2% all’estero per un valore di 64 e 204 milioni rispettivamente. Come abbiamo detto Casa Girelli fa 33 milioni (da 27), GLV e Cesarini Sforza 21 milioni (stabile), Kessler 13 (da 11.9), la cooperativa 200 da 205 milioni lo scorso anno, con tutto il calo all’estero, da 160 a 155 milioni.
    Il bilancio mostra un EBITDA di 6 milioni da 6.5 dell’anno scorso e un utile netto di 4 da 5, ma come sapete per una cooperativa vale poco. Vale di più guardare a quanti soldi ha versato ai suoi soci attraverso gli acquisti: 100 milioni nel 2022-23 rispetto a 112 del 2021-22.
    Dal punto di vista finanziario, la cassa netta scende da 40 a 25 milioni di euro. A determinare tale impatto è il capitale circolante: il saldo tra magazzino, crediti verso clienti e debiti verso fornitori sale da 29 a 46 milioni di euro, determinando dunque un +17 milioni sulla linea, ulteriormente appesantito da 3 milioni sulle “altre partite di circolante” per un impatto totale di oltre 20 milioni. Gli investimenti sono scesi da oltre 7 milioni a 4 milioni circa.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2021 – Rapporto Mediobanca

    Ringrazio Mediobanca che ha reso disponibili anche per il 2023 il rapporto sul settore vinicolo, consentendoci in questa maniera di continuare la nostra analisi che ormai prosegue da diversi anni. Il 2021 è stato un anno speciale per il settore, vista la combinazione di un incremento fatturato tale da recuperare la “linea” di medio termine e un miglioramento dei margini su un livello superiore a quello del livello pre-Covid. Il clima positivo di molti mercati nell’uscita dal Covid ha più che compensato i problemi di inizio 2021. Le 255 aziende (con fatturato oltre 20 milioni di euro) hanno realizzato un fatturato di 10.7 miliardi di euro (+14% e +4.6% annuo dal 2016), un EBITDA di 1.2 miliardi di euro (+30% e +7% annuo dal 2016), per un margine dell’11% (14.5% se escludiamo le cooperative) e un utile netto di 503 milioni, +26% e +8% annuo dal 2016. Con un livello occupazionale in crescita del 3% (18800 nel 2021 per queste aziende), la produttività del lavoro migliora sensibilmente, mentre gli investimenti, seppur in crescita del 13% (500 milioni di euro) sono costanti in termini relativi a circa il 5% del fatturato. Nel 2022 suonerà una musica leggermente diversa, soprattutto per quanto riguarda i margini: infatti da qualche prima indagine appare evidente che salvo le eccezioni delle cantine molto integrate, l’inflazione avrà un impatto negativo, destinato potenzialmente a continuare anche quest’anno. Passiamo a un’analisi dei numeri. LEGGI TUTTO

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    Mezzacorona – risultati e bilancio 2019/20

    Fonte: bilancio aziendale
    I dati di bilancio 2020 di Mezzacorona (chiusura luglio) sono dal punto di vista commerciale abbastanza sovrapponibili a quelli di Nosio che abbiamo analizzato qualche giorno fa, quindi con una variazione positiva delle vendite nonostante l’impatto del COVID (che peraltro non è stato negativo per tutti, come vedremo tra qualche giorno con altri bilanci). Ovviamente siamo davanti a una cooperativa e quindi la valutazione del bilancio passa prima per la liquidazione ai soci che non per l’ultima riga del bilancio. A tale proposito nel 2020 le liquidazioni ai soci in valore assoluto sono calate leggermente (-3%), con un saldo decisamente positivo per la parte frutta (+27%), stabile per quanto riguarda gli apporti di vino e in calo del 10% circa nella porzione uve. In linea con Nosio, anche Mezzacorona ha visto invertirsi la tendenza positiva del debito (sempre calato negli ultimi anni) e ha chiuso con indebitamento netto di 113 milioni, in crescita di 11 milioni di euro. Per quanto riguarda le prospettive, gli amministratori tinteggiano un 2020/21 in positivo, nonostante la crisi, con l’attesa di incrementare i volumi e di sfruttare i benefici degli investimenti realizzati. Passiamo ai numeri allora.

    Le vendite sono salite del 3.7% a 194 milioni di euro, con andamento molto simile in tutte le aree geografiche: +3% in Italia (83 milioni, dei quali 42 attraverso Nosio), +6% nel resto d’Europa (31 milioni) e +3.5% nel resto del mondo (80 milioni). In questo contesto, anche in coerenza con le evidenze delle liquidazioni, le vendite di vino crescono del 3% mentre quelle di altri prodotti salgono dell’11% (20 milioni sui 194 totali).
    Il bilancio chiude con un utile di 1 milione, in coerenza con la logica della cooperativa, dopo aver spesato 2 milioni di tasse (in crescita dal 34% al 43% dell’utile pretasse), 2.6 milioni di oneri finanziari e circa 10 milioni di ammortamenti. Il margine operativo lordo si attesta dunque a 16.8 milioni di euro, il medesimo livello registrato lo scorso anno.
    Passiamo alla parte finanziaria. L’indebitamento sale da 102 a 113 milioni sulla base delle seguenti componenti: la gestione ha generato circa 11 milioni di euro di cassa, che sarebbe in linea con l’esercizio precedente se non fosse per le maggiori imposte pagate, mentre ad appesantire il debito è il capitale circolante che cresce di circa 9 milioni di euro in totale, di cui 5 a causa del saldo tra crediti e debiti commerciali e magazzino (il cosiddetto “trade working capital). Come anche sottolineato nella relazione, sono poi stati gli investimenti a far crescere il debito, con un impegno di 13 milioni di euro (di cui 1-2 relativo a partecipazioni finanziarie) rispetto all’esborso di 6 milioni dello scorso anno.

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    Caviro – risultati e analisi di bilancio 2020

    Fonte: bilancio aziendale Caviro ha modificato la chiusura del suo esercizio al 31 agosto, motivo per cui oggi guardiamo al bilancio 2020 (31 agosto 2020), pur avendo saltato il 2019 che è stato composto di soltanto 8 mesi. Risulta quindi impossibile confrontare i dati economici con l’anno precedente (ma lo faremo con il 2018), mentre […] LEGGI TUTTO

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    Cavit – risultati 2019/20

    Proprio nell’anno in cui il settore del vino italiano vive un anno difficile, Cavit presenta un bilancio (a maggio 2020) che cresce sotto tutte le dimensioni, grazie a due acquisizioni messe a segno negli ultimi mesi e che contribuiranno anche per il prossimo esercizio fiscale, all’interno di un più ampio accordo con la Cantina di […] LEGGI TUTTO

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    Mezzacorona – risultati e bilancio 2018/19

    A ruota rispetto ai numeri di Nosio, diamo un’occhiata anche al bilancio di Mezzacorona, questa volta consolidato. Con un fatturato di 187 milioni (in leggerissimo calo nel 2019) Mezzacorona è una delle principali realtà cooperative italiane, attiva non solo nel vino (dove acquista sia uva che vino) ma anche nel segmento delle mele e di altri prodotti agricoli.  Nel 2019 come dicevo le vendite non sono cresciute ma la cooperativa ha raggiunto il massimo storico in termini di valore dei conferimenti dei soci, che sono passati da 58 a 66 milioni di euro, sospinti dal forte incremento dei conferimenti di uva (+35% per 40 milioni di euro) determinati dalla ricchissima vendemmia 2018. Il conto economico della cooperativa come sapete è improntato a raggiungere il pareggio e dunque poco adatto a un’analisi approfondita. Come per Nosio, anche per Mezzacorona nel 2019 l’indebitamento finanziario netto è leggermente calato. Passiamo all’analisi dei dati.

    Le vendite calano dell’1% a 187 milioni di euro, con un -4% del mercato italiano a 80 milioni di euro (dopo la forte crescita degli ultimi anni), un +9% per il resto d’Europa a 29 milioni (in recupero ma non ancora al livello del passato) e un fatturato in calo dell’1% a 77 milioni di euro nel resto del mondo.
    Nel conto economico si rilevano come dicevamo un incremento dei conferimenti dei soci del 14% in valore e un +7% per il costo del personale. Il MOL di 16.6 milioni è stabile sul 2018, mentre il bilancio si chiude con un utile netto di 1.5 milioni.
    L’indebitamento finanziario netto cala da 105 a 102 milioni di euro, a fronte di investimenti cresciuti da 3.6 a 6.4 milioni di euro, un leggero incremento del capitale circolante (+2 milioni, fatto come per Nosio da un forte incremento del magazzino, +11 milioni, parzialmente compensato dall’aumento dei debiti verso i soci conferitori) e circa 1.2 milioni di euro pagati in dividendi dalle controllate ai propri soci.
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    Cantina di Soave – bilancio 2018/19

    La Cantina di Soave chiude il bilancio 2018/19 con un leggero calo delle vendite (136 milioni di euro) dopo il forte balzo messo a segno nel precedente esercizio. La dimensione della cooperativa continua a crescere, ormai forte di soci che possiedono 5740 ettari (+4%), a cui ha liquidato uve per un valore di 74 milioni […] LEGGI TUTTO