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    Esportazioni di spumanti Italia – aggiornamento settembre 2024

    Le esportazioni italiane di spumante giungono nel periodo critico dell’anno con una buona velocità di crociera, +7/8%, come sempre trainate dal Prosecco che cresce dell’11% circa (sia sui 9 mesi che sugli ultimi 12 mesi) parzialmente compensato da un Asti stabile, dagli altri spumanti DOP ancora in calo (ma con qualche segnale di risveglio) e da un +5% per tutti gli altri prodotti della categoria. L’andamento è particolarmente incoraggiante se confrontato con lo Champagne, in calo nel medesimo periodo del 13% circa, ma anche degli spumanti spagnoli, in crescita di un più modesto 4%, sempre nei primi 9 mesi dell’anno.
    Le geografie che stanno supportando questa performance sono gli USA, in crescita del 15% nei 9 mesi e ormai di gran lunga il principale mercato (23-24% del totale) e la Russia che pur rappresentando soltanto il 5% del totale è nel corso del 2024 in crescita di oltre il 60%.
    Tutte le tabelle e ulteriori grafici nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante toccano quota 1.7 miliardi nei primi 9 mesi del 2024, con una crescita dell’8% supportata dal +16% registrato nel solo mese di Settembre.
    Il Prosecco è in crescita dell’11% nei 9 mesi a 1.3 miliardi di euro (+20% in settembre), con USA (346 milioni sui 9 mesi, +14%), Francia (terzo mercato, 95 milioni, +12%), Belgio (quinto, 58 milioni, +12%) e Russia (sesto, 50 milioni, +67%) che apportano i contributi più importanti.
    L’Asti è stabile a 111 milioni di euro, grazie al contributo di Russia (+51%) e Regno Unito (+13%, terzo mercato). Il principale mercato di esportazione è la Lettonia, che nei 9 mesi è invece calato del 9% ma rappresenta comunque un valore di 20 milioni di euro. Il secondo mercato, gli USA sono in crescita del 4% a 12 milioni di euro.
    Gli altri spumanti DOP sono ancora in calo, anche se meno marcato dei mesi precedenti, -11% per 64 milioni di euro. Pesa il forte calo della Francia (-73%), ma tutti i principali mercati sono negativi, a partire dagli USA (-19% a 11 milioni di euro). Va detto che il mese di settembre preso singolarmente è andato meglio, +11%.
    Per tutti gli altri spumanti, che trattiamo come categoria residuale, l’andamento è leggermente positivo.
    Ultima annotazione: le nostre esportazioni continuano ad essere trainate da un forte effetto volume. Nei 9 mesi, si tratta di 4 milioni di ettolitri, +11%, di cui 3 sono Prosecco (+14%). Questo significa che l’effetto prezzo-mix è negativo per circa il 3% (4.28 euro al litro nei 9 mesi). L’unica categoria con un prezzo-mix positivo (+3%) è quella degli “altri spumanti DOP”.
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento settembre 2024

    Come avrete già letto, settembre è stato un ottimo mese per le esportazioni di vino italiano, con un incremento del 13% sull’anno precedente, quando però a loro volta le esportazioni erano calate del 10%. A loro volta le esportazioni erano poi cresciute lo scorso anno dell’8% in ottobre il che porrà un confronto difficile. Ad ogni modo, l’Italia “mette via” un incremento del 5% sui 9 mesi che visto quanto succede in Francia è un risultato piuttosto positivo. Sull’arco dei 12 mesi siamo saliti sopra la soglia psicologia degli 8 miliardi di euro, succede per la prima volta nella storia delle nostre esportazioni.
    La seconda buona notizia è che comincia a vedersi un “effetto prezzo”, 7% in settembre, 3% sui primi 9 mesi dell’anno: sarà gioco forza da questa componente che dovremo cercare di crescere nei prossimi mesi (e anni). Il mercato nordamericano è particolarmente vivace per il nostro vino (USA +13% e Canada +100%) anche se come dicevo sopra la base di comparazione era facile (-15/20% per entrambi). Da notare che anche sull’arco di 12 mesi il Canada ha superato la Svizzera ed è diventato il quarto mercato per esportazioni. Come al solito con la cadenza trimestrale analizzeremo poi le esportazioni di spumante, che procedono sempre ad un passo un po’ più spedito di quelle di vino fermo. Ulteriori grafici e tutte le tabelle nel resto del post.

    Le esportazioni di settembre crescono del 13% a 734 milioni di euro, portando il saldo 2024 a 5.9 miliardi di euro, +5% e quello degli ultimi 12 mesi a 8029 milioni, +4%.
    Il vino fermo in bottiglia sui 9 mesi accelera a +4% per 3.9 miliardi, quello spumante a +8% per 1.7 miliardi di euro, mentre gli altri prodotti, principalmente vino sfuso che qui trattiamo “per differenza” calano del 2% a 0.3 miliardi di euro.
    I principali mercati europei, Germania e Regno Unito, sono stabili sui 9 mesi, mentre cala del 3% la Svizzera. Gli USA e il Canada sono invece in recupero, +8% e +17% sui 9 mesi. Difficile dire se siano mosse che anticipano possibili dazi, visto che a settembre Trump non aveva ancora vinto…
    Da notare il continuo andamento molto positivo delle esportazioni verso la Russia, +25% in settembre, +63% sui 9 mesi e +22% sugli ultimi 12 mesi.
    Nel segmento dei vini in bottiglia fermi, tutti i principali mercati europei sono leggermente calanti, fatto salvo per l’Olanda che però è un mercato principalmente di transito e non di destinazione. Come dire che il vino fermo va bene soprattutto nei mercati extraeuropei, con un incremento del 7% in USA sui 9 mesi, 17% in Canada e 5% in Giappone.
    Vi lascio alle tabelle, appuntamento martedì sera con il focus sui vini spumanti.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2024

    Agosto è ovviamente un mese interlocutorio per le esportazioni di vino, dato che toccano il loro minimo stagionale, prima della stagione chiave culminante a ottobre e novembre con le spedizioni di vini spumanti per le festività.
    L’andamento di agosto non ha cambiato le carte in tavola. L’export è calato dell’1%, riducendo leggermente la velocità di crociera del 2024 al 4% e quella degli ultimi 12 mesi al 2%.
    Una sbirciatina ai dati dei cugini francesi ci dice che sul medesimo periodo di 8 mesi, le loro esportazioni calano del 7% (7.4 miliardi di euro, contro i nostri 5.2) e che il loro mese di settembre già disponibile fa +2%, riducendo il calo sui 9 mesi al 6%. Noi commenteremo questi dati giusto prima di Natale, visto che il calendario di Coeweb Istat dice 11 dicembre 2024 per l’aggiornamento.
    Vi introduco una nuova analisi, che vedete nel grafico sopra, che vi dice quanto sono le esportazioni correnti (ultimi 12 mesi) per paese rispetto al livello pre-Covid (2019, per semplicità). Dal grafico si intuiscono due cose: che sia nel post-Covid che negli ultimi mesi il traino dell’export italiano viene da USA e Canada che sono il 15-20% sopra i livelli pre-Covid. Secondo, che comunque in entrambi i casi le nostre esportazioni sono lontane dal massimo storico raggiunto in quei paesi.
    Tutte le tabelle per prodotto sono nel resto del post, con un ulteriore commento.

    Le esportazioni italiane di vino dei primi 8 mesi del 2024 toccano i 5.18 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 4% sull’anno precedente, forti di un buon periodo estivo con luglio a +10% e agosto a -1%.
    Nello specifico i vini fermi in bottiglia sono in crescita del 3%, mentre i vini spumanti sono a +7%, in fase di accelerazione rispetto ai mesi precedenti. Gli altri prodotti (sfusi principalmente) hanno un leggero impatto negativo sul saldo, con un calo del 3%.
    Se guardiamo ai paesi, si sta riaprendo il gap tra Europa e Nord America, che non è necessariamente una buona notizia se arrivassero dei dazi dall’amministrazione Trump. Ad ogni modo, se continuiamo a guardare i dati degli 8 mesi, gli USA sono a +8% per 1.25 miliardi di euro – con il Canada a completare il quadro a +4% e 254 milioni, la Germania è a 765 milioni ed è stabile, lo stesso vale per il Regno Unito a 520 milioni, mentre la Svizzera e la Francia scendono del 3% e 5% rispettivamente.
    Infine uno sguardo ai dati degli spumanti, dove il Prosecco (+10% sui primi 8 mesi) continua a compensare la debolezza o stabilità delle altre categorie.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2024

    Le esportazioni di vino procedono a un ritmo altalenante: dopo due mesi negativi, in luglio il dato totale segna +10%, con un anomalo incremento dei vini fermi in bottiglia a +11%. La conclusione è comunque positiva, dato che parliamo di un dato positivo del 4% dall’inizio dell’anno. Dando una sbirciatina ai dati francesi (molto peggio dei nostri nei primi sei mesi), a luglio le esportazioni sono cresciute dell’11%, per poi ritracciare con un -9% in agosto, quando però i valori in gioco sono molto diversi.
    Seppure il dato non sia rilevante in termini assoluti, va rimarcato l’andamento recente molto negativo degli spumanti DOP ex Prosecco (-13% in luglio e -4% da inizio anno, contro il +10/11% che il Prosecco continua a mostrare), mentre dal punto di vista dei maggiori mercati, possiamo ben dire che luglio è stato un mese di “inversione” delle tendenze. I mercati più deboli negli scorsi mesi sono cresciuti molto, quelli che erano andati bene sono stati meno positivi.
    Bene, numerose tabelle sono incluse nel resto del post, con ulteriori grafici.

    Le esportazioni in luglio sono cresciute del 10% a 750 milioni, portando il saldo da fine anno a 4.64 miliardi, +4%. Il dato è determinato da un incremento dei volumi del 3% a 12.67 milioni di ettolitri per i 7 mesi, e di un miglioramento dell’1% del prezzo mix a 3.66 euro al litro. Nel mese di luglio (per quello che vale) la componente prezzo è stata del 6%, quella volume del 4%.
    I vini fermi con il rimbalzo di luglio si riportano a +3% da inizio anno, interamente attribuibile ai volumi, mentre per i vini spumanti la componente volume è a +11% (3.04 milioni di ettolitri), quindi il +7% da inizio anno (1.3 miliardi) corrisponde in realtà a un peggioramento del prezzo-mix del 3%, che si nota anche sul dato del Prosecco.
    Gli USA sono a +7% alla fine dei 7 mesi per 1123 milioni, la Germania è stabile a poco meno di 700 milioni mentre il Regno Unito cresce leggermente (+2%) a 464 milioni. Nonostante il rimbalzo di luglio (+16%), la Svizzera resta negativa del 3% da inizio anno a 228 milioni. Il Canada è il quinto mercato del nostro export, +2% a 211 milioni, mentre la Francia è in calo del 5% a 186 milioni.
    Negli vini fermi, soltanto gli USA sono in crescita (+8%) mentre il dato è stabile per Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera, sempre parlando dei 7 mesi. Negli spumanti USA, Regno Unito, Germania e Francia sono i primi 4 mercati e crescono tutti tra il 5% e l’8%, mentre fa specie il boom della Russia, ormai quinto mercato con un incremento del 69% rispetto allo scorso anno. La Cina resta debole: le spedizioni furono 59 milioni nel 2023 fino a luglio, sono scese a 50 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2024.

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento primo semestre 2024

    Chiudiamo l’analisi delle esportazioni di vino italiano del semestre con i dati per regione (di provenienza delle aziende) e tipologia di vino (limitatamente al vino fermo in bottiglia). Due considerazioni principali escono dall’analisi. La prima è che diversamente dal solito le esportazioni sono state trainate dai prodotti di bassa qualità, ossia vini da tavola e varietali, mentre, nell’ambito di un export cresciuto del 2% i vini DOP sono praticamente stabili, con l’eccezione in questa categoria dei vini rossi toscani, che crescono del 5%. La seconda, a livello regionale e prendendo tutto l’export incluso gli spumanti, è che il traino del Prosecco continua a spingere le aziende venete, che hanno avuto una crescita del 6% delle esportazioni, il doppio della crescita (+3%) delle esportazioni di vino nel loro complesso. In questa analisi, sono incoraggianti anche i dati dell’Emilia Romagna (+7%, forse legato all’andamento dei vini meno pregiati) e della Toscana (+4%, con un richiamo al buon andamento dei DOP rossi citato poco sopra). Non sono positivi per il secondo anno consecutivo i dati del Piemonte (-2%). Bene, nel resto del post trovate i grafici e le tabelle con tutti i dati.

    Le esportazioni italiane di vino in bottiglia sono cresciute del 2% a 2.6 miliardi di euro. I vini DOP sono praticamente stabili a 1.46 miliardi (+1%), con i rossi (+2%) leggermente meglio dei bianchi (0%), i vini IGP sono in crescita del 3% a 675 milioni, spinti dalla crescita del segmento dei bianchi (+7%) sui rossi (+1%), mentre i vini varietali (+26%, ma soltanto 33 milioni) e da tavola (+4%, 418 milioni) sono le categorie che vanno meglio. Nei vini fermi DOP in bottiglia possiamo ricostruire tre regioni: Toscana +5% a 353 milioni, Veneto +1% a 293 milioni, Trentino Alto Adige -2% a 156 milioni. Per il Piemonte abbiamo solo il riferimento dei vini rossi, in calo del 3% a 178 milioni, dopo il picco toccato nel semestre 2023.
    Se passiamo ai dati regionali per origine aziendale e per il totale esportato (3886 milioni, +3%), troviamo il Veneto sempre più rappresentativo, il 36% del totale, con una crescita del 6% a 1415 milioni. La Toscana torna a essere la seconda regione per export, con un incremento del 4% a 594 milioni, superando il Piemonte, in calo del 2% a 566 milioni. In prospettiva a 5 anni e sui dati semestrali, le gerarchie non cambiano: Veneto +32%, Toscana +25% e Piemonte +18%, nell’ambito di un incremento del 29% per l’Italia.
    Ciò significa e potete anche notarlo dai grafici che l’export di vino italiani si sta “allargando” dal punto di vista regionale, lentamente ma regolarmente.

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    I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2023

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    I dati pubblicati a luglio dal Sinab sulle superfici vitate biologiche in Italia ci presentano un quadro di stabilizzazione rispetto al recente passato. Da ormai tre anni le superfici vitate certificate in Italia sono intorno a 103mila ettari, mentre quelle in conversione sono ormai diversi anni che si aggirano intorno ai 30mila, nel 2023 esattamente quel numero. Trarre delle conclusioni non è sempre facile, dato che il dettaglio regionale presenta evidenze molto discrepanti di anno in anno. Per esempio, nel 2023 il dato totale di 133mila ettari (non abbiamo lo spaccato regionale convertite/in conversione), in calo del 2% sul 2022, o 2700 ettari circa, viene sostanzialmente dal calo di 4900 ettari in Sicilia, ancora di gran lunga la principale regione italiana nel segmento biologico, e del Veneto (-1000 ettari). In totale sono 9 le regioni in cui le superfici bio (convertite + in conversione) sono calate e 11 quelle in cui sono cresciute, 7000 ettari persi e 4300 circa guadagnati. Il totale della superficie vitata convertita e in conversione è pari al 23% circa del totale. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    102926 e 30081: sono questi i due numeri chiave della viticoltura bio 2023, che ci dicono la superficie vitata convertita a bio e quella in fase di conversione. La prima scende di 918 ettari, o l’1% rispetto al 2022, mentre la seconda cala del 5% o 1742 ettari.
    La principale regione italiana resta la Sicilia, con il 25% del totale o 33mila ettari circa, anche se nel 2023 ha perso il 13% della superficie, ossia 4863 ettari. La penetrazione della superficie bio resta comunque molto elevata al 42% contro il 23% italiano.
    La seconda regione per importanza “assoluta” è la Toscana con 23mila ettari vitati, che rappresentano il 41% della superficie regionale totale e il 18% della superficie italiana bio. Nel caso della Toscana notiamo un progresso del 3%, +714 ettari, anche se siamo sotto il picco di 25mila ettari segnalato da Sinab nel 2021.
    La terza regione è la Puglia con 20500 ettari, che sono il 29% della superficie totale regionale e il 15% circa della superficie bio italiana. Anche nel caso della Puglia il dato è positivo, +6% o +1143 ettari ed è anche il massimo storico raggiunto dalla ragione.
    Concludiamo con due parole sulla penetrazione per regione. In termini relativi alla superficie regionale, il biologico è il 53% nelle Marche, il 50% in Calabria e poi come dicevamo il 41-42% in Sicilia e Toscana. Le regioni dove è meno presente sono Veneto e Friuli Venezia Giulia (9%), Valle d’Aosta (7%), Sardegna e Liguria (9%).

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2024

    Le esportazioni di spumante Italiano continuano a crescere a un buon ritmo, +7%, per un valore di 1079 milioni nel primo semestre 2024, con un volume cresciuto ancora di più, +11%, ovvero 2.54 milioni di ettolitri. Si tratta ovviamente di dati relativi alla parte meno importante dell’anno per gli spumanti ma è comunque un dato positivo, soprattutto perché guidato in modo piuttosto omogeneo a livello geografico, con l’eccezione forse della Russia. Se “spacchettiamo” il miglioramento del primo semestre, circa 70 milioni di euro, 26 milioni arrivano da USA e UK, che sono il 40% del totale, altri 20 milioni vengono dal resto del mondo ex Russia, che rappresentano il 50% circa del totale e 24 milioni vengono dalla Russia. Ecco se volessimo dimenticarci della Russia, potremmo dire che la crescita invece del 7% sarebbe poco meno del 5%. Comunque, un dato tutto sommato positivo visto l’andamento negativo del trade mondiale di vino (stimiamo circa -3% sul primo semestre dell’anno). Passiamo ai commenti in dettaglio per paese e categoria di spumante, con le relative tabelle.

    Le esportazioni di spumante italiano crescono del 7% a 1079 milioni, Il Prosecco continua a “guidare” la crescita della categoria, con un dato semestrale di 826 milioni di euro e una crescita del 9%, che di fatto è tutto l’incremento della categoria. Infatti tutto il resto insieme è stabile a 253 milioni di euro.
    L’Asti spumante cala del 2% a 65 milioni di euro, con un andamento come al solito molto volatile per paese: Russia +31%, Lettonia e Regno Unito +16%, Germania -10%, Stati Uniti -25%. Russia e Lettonia insieme fanno 20 milioni, Germania, Stati Uniti e Regno Unito sono invece a 18 milioni nei primi 6 mesi dell’anno.
    Le esportazioni di spumante DOP ex Asti e Prosecco sono invece in calo più marcato, -8% a 44 milioni. Qui i dati dei principali paesi sono tutti negativi o molto negativi e sono compensati da un incremento nel resto del mondo. Per intenderci, USA, Svizzera, Giappone, Germania e Francia, quindi i 5 mercati principali che fanno il 50% del totale sono in calo del 23%, mentre il restante 50%, tutto il resto, è in crescita del 14%. Dovremmo tenere d’occhio questi dati.
    Passando al Prosecco, +9% in euro, +13% in volume, quindi abbassamento marcato (-3%) del prezzo medio di vendita. Qui la Russia ha un impatto importante, +84% a 33 milioni di euro, anche se il dato ex Russia in valore sarebbe stato comunque +7%. Che dire… sono quasi tutti segni positivi… finchè dura…

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento primo semestre 2024

    Con un secondo mese negativo in giugno (-5%), le esportazioni di vino italiano chiudono il semestre a +3%, per un valore di 3886 milioni di euro, con una crescita dei volumi del 2%, 10.6 milioni di ettolitri. Il dato positivo si giustifica soprattutto con le spedizioni al di fuori dei paesi principali (per intenderci “top-5” +2%, tutti gli altri +5%) e ovviamente dei vini spumanti sui vini fermi (spumanti +7%, vini fermi +2%). La considerazione più importante viene però guardando fuori dai nostri confini perché così facendo il dato italiano diventa molto più positivo. A fine giugno le esportazioni francesi calavano del 9.7% e tra i grandi esportatori mondiali soltanto l’Australia e gli USA nel semestre sono cresciuti di più (7% e 5% rispettivamente), la prima unicamente per la riapertura dei confini cinesi al loro prodotto. Dunque, le esportazioni sono andate bene dopotutto anche se l’uscita dal semestre con due mesi consecutivi negativi potrebbe mettere qualche dubbio relativamente a un possibile “ritardo” nel trend italiano rispetto a quello di altri paesi. Passiamo a un’analisi più dettagliata per paese e prodotto con tutti i grafici e le tabelle.

    Le esportazioni italiane di vino sono calate del 5% a giugno a 651 milioni, il che implica una chiusura di semestre a 3886 milioni, +3%. Sull’orizzonte di 12 mesi siamo a 7890 milioni, +1% su giugno 2023 e un centinaio di milioni sopra dicembre 2023.
    I vini fermi in bottiglia sono in crescita del 2% a 2.58 miliardi, i vini spumanti del 7% 1079 milioni e tutti gli altri prodotti sono in calo del 2% a 222 milioni. L’uscita del mese di giugno è negativa per tutti, -6% per i vini fermi, -2% per gli spumanti.
    I principali mercati sono sostanzialmente stabili o in leggera crescita (USA +5%, Germania +1%, Regno Unito +2%), salo la Svizzera che cala del 5% e il Canada stabile. Resta degno di nota l’incremento dell’80% delle esportazioni in Russia, che rappresentano nei 6 mesi il 3.1% del totale.
    Nel segmento del vino fermo in bottiglia sono negativi i dati della Germania (-2%), mentre sono allineati al dato globale quelli USA (+5%). Nel segmento degli spumanti, di cui parleremo nello specifico nei prossimi giorni, i dati sono positivi tra il +5% e il +8% in tutti i principali mercati (con l’eccezione della Russia +77%) e della Svizzera (-4%).
    Ultima annotazione sul prezzo-mix, che a fronte del volume in crescita del 2% è soltanto leggermente sopra (+1%) l’anno scorso. Nel semestre 3.65 euro al litro. Nel segmento dei vini fermi in bottiglia è stabile a 4.30, in quello degli spumanti è addirittura in calo del 3% a 4.25 euro. Un punto di attenzione per i prossimi mesi quando presumibilmente la spinta dei volumi verrà a mancare.

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