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    Trentino Alto Adige – produzione di vino 2020 – dati ISTAT

    Fonte: ISTAT (dati aggiornati a ultima release)
    Secondo ISTAT, la produzione di vino in Trentino Alto Adige è stata di 1.1 milioni di ettolitri, in leggero calo rispetto al 2019. Siccome per puro caso sono riuscito a trovare una tabella con il dettaglio regionale del Ministero delle Politiche Agricole (a proposito perchè è stato fornito a Federvini che lo ha ripubblicato, mentre sul sito proprietario del MIPAAF non compare???), la produzione di vino 2020 è superiore a quella riportata da ISTAT ed è pari a 1.3 milioni di ettolitri. Comunque, qui si lavora con quello che si ha a disposizione, nella consapevolezza di trovarci di fronte a errori e inspiegabili discrepanze di dati. Mi fermo qui per non diventare offensivo. Il Trentino Alto Adige è la regione dei vini DOC per eccellenza (forse insieme al Piemonte per livello di penetrazione), con un costante incremento che secondo ISTAT ha raggiunto il 93% della produzione totale (secondo la tabella MIPAAF 83%). Passiamo ai dati che sono basati su ISTAT ma che come vedete qui sotto sono diversi da quelli del ministero…

    La produzione di vino 2020 in Trentino è stata di 1.3 milioni di ettolitri, con una preponderanza di vino bianco sul vino rosso, per un bilanciamento di circa 70/30 (74/26 secondo il MIPAAF)
    La regione ha nel corso degli anni focalizzato la produzione sui vini DOC, che sono secondo ISTAT al 93%, contro un 6% per i vini IGT e una parte residuale per i vini da tavola. Secondo il MIPAAF invece siamo su una proporzione meno spinta di 82/16/2% ma comunque i vini da tavola sono praticamente assenti nella regione.
    La superficie vitata come definita da ISTAT è stata stabile negli ultimi anni intorno a 15mila ettari, di cui 5300 nella provincia di Bolzano e 9600 nella provincia di Trento.

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    Esportazioni di vini spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2020

    Le esportazioni di spumante del primo trimestre non sono mai particolarmente significative, tanto più quest’anno in cui il COVID sta determinando delle forti oscillazioni nell’andamento di alcuni mercati. I dati che commentiamo oggi sono leggermente negativi, con una partenza d’anno a -3% per un valore esportato di 316 milioni di euro e un volume stabile a 0.9 milioni di ettolitri. Si ripropongono i temi già affrontati nei post precedenti: il calo strutturale delle esportazioni nel Regno Unito (accentuato dalle pesanti chiusure nel trimestre), la quasi stabilità del mercato americani, diventato il più importante (e lo è quasi anche nella categoria del Prosecco) e una serie di paesi che mostrano una forte volatilità sia in positivo (Belgio, Russia) che in negativo (oltre al Regno Unito, Canada e Giappone tra i primi 10 mercati per il prodotto). Continua a calare la categoria ISTAT degli spumanti DOP, che presumibilmente andrà a scomparire. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni di spumante nei primi 3 mesi del 2021 sono calate del 2.7% a 316 milioni di euro, portando il saldo sugli ultimi 12 mesi a -7.5% (1467 milioni di euro).
    Il Prosecco continua a guadagnare peso, con un andamento leggermente positivo nel trimestre (+2.2% a 229 milioni di euro) e un calo inferiore alla media sui 12 mesi (-3.8% a 1028 milioni di euro).
    Dal punto di vista geografico nel trimestre si cominciano a rivedere dei segni “più” invece che dei segni “meno”, con particolare riferimento alla Germania (+7%), alla Francia (+9%), Russia (+29%) e Belgio (+65%). Sono invece molto negativi i dati di Regno Unito, Canada e Giappone, tra il 20% il 25% e anche quelli del mercato svedese (-11%). Se può essere “consolante” si potrebbe però dire che nel primo trimestre tutto il calo dello spumante è spiegato dal Regno Unito (non è ancora così sui 12 mesi).
    Nel segmento del Prosecco tale considerazione appare ancora più evidente: se escludiamo il Regno Unito, ci troveremmo con una crescita più vicina all’8% che non al 2% riportato. Infatti il mercato inglese cala da solo del 24% a 38 milioni, il che significa una perdita di 13 milioni di euro, circa il 6% dell’esportato dell’anno scorso nei tre mesi.
    Per il Prosecco sono invece molto rassicuranti i dati di inizio anno negli Stati Uniti (+6%) in Francia (+20%) e in Belgio (raddoppio).
    Passando brevemente all’Asti, la tabella vi mostra la solita forte volatilità data dai piccoli numeri. L’Asti sta diventando sempre più americano: il 25% dell’export degli ultimi 12 mesi e il 34% del primo trimestre è andato proprio lì.

    Fonte: ISTAT (www.coeweb.istat.it)
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    Il valore della produzione di vino in Italia – dati ISTAT 2020 per regione

    Istat ha da poco aggiornato i dati sul valore aggiungo della produzione agricola. La rilevazione segnala per il 2020 un incremento dell’1% del valore della produzione agricola a 29.4 miliardi di euro. Per il vino, invece il dato (comprensivo della revisione dei dati degli anni scorsi) segnala un calo del 3.4% a 3.9 miliardi di euro. Il dato è il combinato della produzione di vino di circa 50 milioni di ettolitri e dei prezzi medi alla produzione. Se guardiamo i dati con un orizzonte temporale più lungo, diciamo 10 anni, le gerarchie si invertono e il settore vinicolo segna una dinamica ben superiore a quella del resto dell’agricoltura: 5% annuo contro +1.5%. Alcuni dati sono molto volatili, ma secondo ISTAT sono il Sud e il Nord-Est le due regioni più dinamiche nel decennio (mentre è vero il contrario per il 2020 sul 2019 in generale). Il maggior contributo a questi 3.9 miliardi viene dal Veneto, che rappresenta il 22% del valore (e il 24% dei volumi 2020, secondo i dati MIPAAF). Anche nel caso della Puglia, il contributo del valore del 12% è inferiore alla quota in ettolitri, del 18%. Per Toscana e Piemonte, ovviamente, vale il contrario. Passiamo ai dati in dettaglio nelle tabelle e grafici che seguono.

    Il valore della produzione di vino 2020 è di 3.9 miliardi di euro, in calo del 3.4% sul 2019 e del 15.6% rispetto al valore record (storico) di 4.6 miliardi del 2018, frutto della vendemmia record di oltre 54 milioni di ettolitri.
    La distanza dal picco del 2018 è particolarmente pronunciata al sud (-22%) e meno marcata al nord (11-12%). Ciò è dovuto al minor contributo di Sicilia (-31%) e Puglia (-24%).
    Secondo ISTAT nelle regioni del nord il calo è abbastanza omogeneo tra le regioni, con il Veneto a -10% rispetto al 2018 e Piemonte e Lombardia giù dell’11%.
    Nell’arco degli ultimi 10 anni sono molto positivi i dati del Veneto (+7% annuo) e dell’Emilia Romagna (+6.6%) al nord, mentre al centro-sud vanno sottolineati (tra le regioni più rilevanti) i dati positivi di Abruzzo e Puglia (+8%).
    In termini di “rilevanza” della produzione di vino sulla produzione agricola, i dati più elevati sono quelli del Friuli Venezia Giulia (34%), del Veneto (27%) e della Toscana (24%).

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento marzo 2021

    Stiamo entrando nella fase “turbolenta” dell’anno per quanto riguarda la base di confronto con lo scorso anno, caratterizzato dalle oscillazioni relative all’inizio del COVID. Il mese di marzo è stato positivo (+12%) e consente di chiudere il trimestre con un calo limitato al 4%. Il saldo sui 12 mesi è coerente con questo dato: -4.2%. Per molti osservatori, il rimbalzo delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+17% in Marzo) è un segnale di stabilizzazione di questo mercato così importante per il nostro export (il 23% delle nostre esportazioni totali). Vedremo cosa succede nei prossimi mesi. L’unica osservazione che si può fare da chi legge i numeri è che marzo era il primo mese di confronto facile per le nostre esportazioni negli USA e altri ne seguiranno, particolarmente nel secondo e nel quarto trimestre dello scorso anno, quando i cali furono a doppia cifra. La seconda considerazione da fare sul primo trimestre la suggerisce il grafico qui sopra: le esportazioni italiane continuano a fare progressi nei paesi “di seconda fascia”, intendendo quelli fuori dai primi 5, che rappresentano in totale 544 milioni dei 1445 totali e che sono cresciuti del 5% nel primo trimestre. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni in marzo sono cresciute del 12% a 609 milioni, spinte dal rimbalzo dei vini in bottiglia (+16%) dopo i dati negativi del primo bimestre. Nel trimestre le esportazioni sono quindi calate solo del 3.9% a 1445 milioni di euro, con i vini in bottiglia a -3.8%, i vini sfusi a -8.5% e i vini spumanti a -2.7%, come vedete in tabella qui sopra.
    I volume esportato nel trimestre è calato dell’8%, soprattutto nel segmento dei vini sfusi (-18%), mentre sono rimasti stabili i volumi venduti di spumante, in un periodo comunque poco significativo per la categoria.
    Gli Stati Uniti hanno importato vino per 357 milioni nel trimestre, in calo del 12% sul 2020 nonostante il rimbalzo di marzo, mentre sono quasi in pari le esportazioni in Germania (-3%). Il Regno Unito, dove il COVID ha colpito forte nel primo trimestre, è calato del 20%, con una ulteriore correzione nel mese di marzo. La Svizzera rimbalza del 10%, mentre in Canada i dati sono compatibili con quelli americani: -12%.
    Tra gli altri mercati va notato il forte incremento del Belgio (che mi costringerà a cambiare la lista da pubblicare!) e sono anche in ripresa le esportazioni in Cina: il dato annuale è di nuovo tornato sopra 100 milioni, pur restando distante dal picco di 136 milioni di euro toccato a fine 2019.
    Gli spumanti di cui parleremo nello specifico in un post tra qualche giorno sono stati particolarmente impattati dal Regno Unito nel primo trimestre, calato del 25%, mentre sono in forte miglioramento le esportazioni in Russia. Tutti i dettagli sono in tabella.

    Fonte: ISTAT
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    La produzione di vino in Italia nel 2020 – dati finali ISTAT e MIPAAF

    La domanda su quanto vino si produce in Italia non potrebbe avere risposta più compiuta di quella di oggi, visto che sono riuscito fortunosamente a mettere insieme sia i dati ISTAT (facilmente reperibili) che quelli del MIPAAF (ministero dell’agricoltura, per intenderci), che invece non sono mai riuscito a ottenere. Ma questa volta grazie a Federvini che ha pubblicato una “foto” del dettaglio regionale, ci sono anche questi dati. Quindi, mi sono domandato: perchè Federvini si e io no? Ho già mandato una PEC al ministero per ottenere i dati del passato, in modo da poter costruire una serie parallela e dare piena visibilità.
    Dopo le note speranzose veniamo alle note dolenti. I dati ISTAT e i dati MIPAAF sono piuttosto distanti. In termini assoluti non parliamo di numeri esorbitanti a livello nazionale, circa il 6%, forse anche dovuto al fatto che ISTAT ha deciso di includere anche i mosti nella produzione del vino. Più si va nel dettaglio più diventa eclatante che la produzione di regioni “non irrilevanti” nel panorama italiano come la Campania abbiano un dato MIPAAF che è la metà di quello di ISTAT. Ecco, io questa volta “mi fermo qui”. Metto le tabelle in allegato e vi auguro buona giornata!
    Ah, dimenticavo, la sezione Solonumeri è ora aggiornata con la doppia colonna “I” sta per ISTAT, “M” sta per MIPAAF.

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento febbraio 2021

    Sebbene sia rimasto un mese negativo (-4%), Febbraio ha contribuito a ridurre il forte calo di gennaio e a portare il dato dei primi 3 mesi a -13%. I dati restano molto volatili, influenzati pesantemente dalle dinamiche del COVID e dalle basi di comparazione. Va notato il buon risultato dei vini spumanti stabili nel mese e di alcuni paesi, soprattutto europei, che stanno mantenendosi su cali limitati. Il mercato nord americano resta molto negativo. Il “passo” degli ultimi 12 mesi è -5%. A partire dal prossimo mese di marzo sarà il caso di ipotizzare un confronto non più con il 2020 ma con il 2019 per cercare una base di comparazione più normale, ma è presto per parlarne. Passiamo a un’analisi più dettagliata, con tutte le tabelle nel resto del post.

    Le esportazioni di febbraio sono calate del 4.2% a 447 milioni di euro, portando il totale del bimestre a 836 milioni, -13% e a 6.17 miliardi di euro il passo sui 12 mesi, -5.1%.
    Il calo è leggermente più marcato per i volumi, scesi del 9% nel mese di febbraio e del 15% nei primi 2 mesi dell’anno (2.75 milioni di ettolitri).
    Dal punto di vista delle categorie, sta succedendo un po’ il contrario del 2020: tengono meglio gli spumanti (stabili in febbraio, -8% nei due mesi) che i vini fermi in bottiglia (-5% in febbraio, -15% nei due mesi). In questo contesto, la reattività del Prosecco (+6% in Febbraio, -3% nei primi due mesi).
    Dal punto di vista geografico, come vedete dalle tabelle la partenza d’anno è molto pesante in USA (-26% a 200 milioni di euro nel bimestre) e nel Regno Unito (-28% a 62 milioni di euro). Entrambi, però erano in maggiore difficoltà di noi in questo periodo di COVID e sono messi molto meglio di noi (o sarebbe meglio dire hanno 2-3 mesi di anticipo nelle aperture) grazie alla rapidità della vaccinazione. Sono invece meno pesanti i dati relativi alla Germania (-7%) e Svizzera (-4%), dove probabilmente il consumo del vino italiano è più legato alla distribuzione che non alla ristorazione.
    Gli spumanti come dicevamo sono in fase di stabilizzazione, ma stiamo parlando di mesi molto leggeri. Il primo test sarà a marzo con il picco pasquale. Con 185 milioni di export il calo è dell’8% ed è guidato dal -24% del Regno Unito, che da solo rappresenta la metà delle esportazioni perse in valore.

    Fonte: inumerdelvino.it su dati www.coeweb.istat.it
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento gennaio 2021

    Fonte: ISTAT
    Il 2021 è partito con un passo falso per le nostre esportazioni di vino, come ha già avuto modo di notare qualcuno leggendo i dati pubblicati venerdì mattina da ISTAT. Il calo del 22%, che di fatto rappresenta poco più di 100 milioni di euro e il 2% circa delle esportazioni annue è però collegato a una base di confronto difficile (+13% gennaio 2020) e prodotti/geografie che in qualche maniera nel 2020 si erano rivelati sorprendentemente resilienti o aiutati “artificialmente”. Stiamo parlando dei vini in bottiglia (calati soltanto dell’1% l’anno scorso) e delle vendite negli USA che hanno certamente beneficiato del fatto che i nostri amici americani si sono dimenticati di inserire il nostro vino nella lista dei dazi, mentre ci hanno infilato dentro quello francese (e non solo). Ora questi dazi sono stati sospesi e siamo probabilmente alla resa dei conti. Ad ogni modo, il grafico qui sopra di aiuta a dare un po’ di prospettiva al dato di gennaio: USA in forte correzione, Germania più stabile (nonostante il calo di gennaio) e Regno Unito in forte correzione. Passiamo ai dati.

    Gennaio chiude con 389 milioni di euro di export per 1.3 milioni di ettolitri, -20%.
    Il dato è negativo per tutte le categorie, ma mentre nel 2020 a calare di più erano stati gli spumanti nell’apertura del 2021 sono i vini fermi in bottiglia a segnare un -24% che poi “guida” il totale visto il suo peso. Per contro, gli spumanti sono stati in calo del 16% a 88 milioni, in un mese veramente poco significativo per la categoria.
    Su base annua restiamo su circa 6.2 miliardi di euro di export con un calo anno su anno del 4.7% e come dicevamo prima il dato “sconta” un confronto difficile che diventerà facile a partire da marzo (febbraio 2020 era 29 giorni, “anno bisesto anno funesto”… proverbio che ha funzionato) e facilissima in Aprile e Maggio.
    Nei vini in bottiglia, le eccezioni positive di gennaio sono il Canada (+20%) e la Danimarca, mentre gli USA sono in calo del 44%, la Germania dell’11% e il Regno Unito del 45%. Questi tre mercati che sono circa il 50% delle esportazioni di gennaio, contano per quasi il 90% delle esportazioni perse di vino fermo. Segno che fuori questi tre, gennaio è calato dell’8% nei vini in bottiglia.
    Nei vini spumanti, dati poco significativi come dicevamo. Comunque, qui i danni sono più diffusi, per così dire, visto che tra i tre mercati principali la Germania comunque cresce (+6%). Se prendiamo solo USA e UK, che sono il 50% delle esportazioni, rappresentano 10 dei 17 milioni di calo. Oltre alla Germania, eccezione positiva è la Russia. Tabella di dettaglio anche per prodotto allegata qui sotto.

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    Importazioni di vino in Italia e bilancia commerciale – aggiornamento 2020

    Fonte: ISTAT
    La bilancia commerciale del vino italiano è leggermente peggiorata nel 2020, come ci si poteva aspettare. In particolare, a fronte di una riduzione delle esportazioni di circa 142 milioni di euro, le importazioni di vino in valore sono calate soltanto di 30 milioni circa, determinando dunque un calo da 6.1 miliardi di euro a 6 miliardi del nostro surplus vinicolo. Per tutto quello che è successo è andata “di lusso”, nel senso che il deterioramento è concentrato nel segmento dei vini spumanti, dove le nostre importazioni sono calate del 14% ma in valore l’impatto del -6% del nostro export è stato molto superiore. Venendo alle importazioni, non ci sono grandi novità: abbiamo importato circa 1.8 milioni di ettolitri nel 2020, +7%, ma abbiamo speso il 9% in meno dell’anno scorso, circa 300 milioni di euro. Come da diversi anni a questa parte, i nostri due principali partner sono la Francia e la Spagna, che contano per circa 265 milioni dei 300 di cui sopra, con delle esposizioni molto diverse. Nel caso della Francia l’import è principalmente di spumanti e vini pregiati (per un valore di circa 8 euro al litro), mentre per la Spagna si tratta soprattutto di vino di bassa qualità (dato che il valore di importazione corrisponde a circa 0.50 euro per litro importato). Passiamo a commentare qualche dato.

    L’Italia ha importato 304 milioni di euro di vino nel 2020, per un volume di 1.8 milioni di ettolitri, rispettivamente -9% e +7% sul 2019. L’andamento è difforme tra il primo semestre (in calo) e il secondo semestre (in ripresa, con un valore stabile e un volume in crescita del 30% circa).
    La parte più importante del nostro export è quella dello spumante che copre circa 168 milioni del totale, in calo del 14%. Di questi 161 milioni vengono ovviamente dalla Francia e si confrontano con 180 milioni di import del 2019.
    Il resto è suddiviso abbastanza equamente tra vini in bottiglia (63 milioni di euro, di cui 31 dalla Francia, 9 dal Portogallo e 7 dalla Spagna) e vini sfusi (73 milioni, di cui una cinquantina vengono dalla Spagna e 8 dalla Francia). L’import di vini in bottiglia cala del 10%, quello del vino sfuso cresce invece del 10%.
    Arriviamo quindi ai dati generali per mercato, che vedono la Spagna come maggiore esportatore in volume con circa 1.3 milioni di ettolitri e la Francia come maggiore esportatore in valore con 200 milioni. Le posizioni si ribaltano esattamente tra le due nazioni nelle classifiche a volume (Francia seconda) e a valore (Spagna seconda).

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