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    Puglia – produzione di vino e superfici vitate 2024 – dati ISTAT

    La Puglia è la seconda regione italiana per quantità di produzione di vino e la prima di gran lunga quando si parla di vino rosso secondo ISTAT. La produzione di vino 2024 è stata in forte recupero (+17% a 8.1 milioni di ettolitri, rispetto al dato italiano di +13%) ma resta comunque inferiore alla media storica, che è nell’intorno degli 8.6m/hl. Come già abbiamo avuto modo di commentare nel caso del Veneto, il 2024 vede una forte crescita della categoria IGT, nel caso della Puglia vicina al +50% sia contro il 2023 che contro la media storica, fino a un livello record del 40% del totale della produzione, a discapito dei vini da tavola, con i vini DOC che crescono leggermente di peso ma restano sotto il 10% del totale. Stranamente, da qualche anno sta riprendendo quota la produzione di vino rosso (57% del totale), probabilmente grazie al grande successo nella grande distribuzione di alcuni prodotti come il Primitivo.
    Bene, nell’avvertirvi che i dati della Puglia hanno una divergenza piuttosto marcata tra la risultanza ISTAT e quella di AGEA/MASAF (15% più elevato il dato ISTAT nel 2023, incredibilmente – ossia vergognosamente – non si trova su fonti pubbliche il dato del 2024), proseguiamo l’analisi con tutti i grafici e le tabelle.
    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    La produzione di vino 2024 in Puglia è cresciuta del 17% a 8.1m/hl, pur restando il 7% sotto la media storica. I vini bianchi sono stati 3.5m/hl, +12% sul 2023 ma il 13% sotto la media storica, mentre i vini rossi a 4.6m/hl, hanno avuto un rimbalzo più marcato del 22% e sono allineati alle produzioni storiche.
    La categoria dei vini DOC, pur rimbalzando del 25% e riportandosi al 9% della produzione (era il 15% prima del 2010…) resta piuttosto marginale. Sono i vini IGT a mostrare la dinamica migliore, con una produzione di 3.3m/hl, ben sopra le medie storiche, di cui 1.3m/hl sono vini bianchi e 2m/hl sono vini rossi, rispettivamente il 38% e il 44% del totale per colore.
    Passando alla parte finale dell’analisi con le superfici vitate, noterete che ho cancellato i dati relativi alla produzione di uva e alle rese, in quanto i dati ISTAT sono ovviamente sbagliati, segnalando una produzione stabile di uva a fronte di una crescita della produzione di vino del 17%. Ad ogni modo, la superficie vitata pugliese è stimata praticamente stabile a 93.1mila ettari, con un dato piuttosto strano per Lecce (comunque marginale nel calcolo), cui mancano 1400 ettari in un colpo solo, mentre ne spuntano 1000 in provincia di Taranto…

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Veneto – produzione di vino e superfici vitate 2024 – dati ISTAT

    Siccome già capisco che nonostante le ripetute richieste non riuscirò a ottenere i dati di AGEA da ISMEA oppure i dati di produzione delle DOC, penso sia ora di rompere gli indugi e partire con le analisi regionali della produzione di vino con i dati molto dettagliati (ma stimati) forniti da ISTAT. Cominciamo con il Veneto, la regione più importante che rappresenta il 22% della produzione 2024 (e il 31% di quella di vini bianchi soltanto).
    Nell’ambito di una produzione nazionale in recupero del 13% a 48.7 milioni di ettolitri nel 2024, i vigneti veneti hanno prodotto 10.7m/hl di vino, un dato stabile rispetto al 2023. Entrambi i dati sono peraltro molto vicini alle medie del decennio precedente. Il Veneto sta diventando sempre più una regione di vini bianchi, grazie alla spinta del Prosecco, che hanno raggiunto l’83% della produzione totale, il massimo storico. Quello che va notato in questi dati, però, è un ulteriore calo della penetrazione dei vini DOC rispetto ai vini IGT: essendo la regione un forte contributore di vini di media qualità probabilmente le recenti tendenze di mercato hanno richiesto uno spostamento verso prodotti di fascia prezzo più moderata.
    Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata nel resto del post con tutte le tabelle e grafici, mentre trovate tutti i numeri in formato testo da scaricare nella sezione Solonumeri.

    Come dicevamo sopra, la produzione 2024 veneta è stabile rispetto al 2023. Se però guardiamo alla media 2014-23, il Veneto nel 2024 è a +3%, l’Italia è a -1%.
    Dei 10.7m/hl prodotti, secondo ISTAT 8.83m/hl sono di vino bianco, +3% sul 2023 e +7% sulla media storica. All’interno dei bianchi i vini DOC sono in leggero calo a 6.9m/hl mentre tutto l’incremento viene dai vini IGT che passano da 1.4 a 1.7m/hl, compensando un ulteriore uscita dai vini da tavola, 0.2m/hl.
    Nel segmento dei vini rossi la produzione scende invece dell’8% a 1.85m/hl, addirittura il 15% sotto la media storica. Nel segmento, i vini DOC scendono a 0.85m/hl e gli IGT crescono del 7% a 0.9m/hl, con un trend simile a quello dei vini bianchi dal punto di vista delle categorie.
    Proprio nelle categorie si vede questo spostamento verso l’IGT, che cresce del 18% sull’anno scorso ma resta circa il 3% sopra la media storica, essenzialmente per le produzioni molto elevate del periodo 2013-2016 incluse nella media decennale. Per i vini DOC veneti il 2024 vede un calo della produzione a 7.7m/hl, -3% ma ancora +8% sulla media storica.
    In fondo al post trovate poi i dati sulle superfici vitate e sulla produzione di uva. La superficie totale è 94600 ettari secondo ISTAT, +2%, con tutte le province in terreno positivo fatta eccezione per la Verona, in cui viene rilevato un calo del 2% a 28.05mila ettari. Treviso è la provincia con la maggior superficie, 42mila ettari e +3% sul 2023.
    Vi lascio ai grafici e alle tabelle

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento febbraio 2025

    di Marco Baccaglio
    Le esportazioni italiane si mantengono in equilibrio in febbraio (613 milioni), con un dato stabile che però nasconde un forte squilibrio geografico: da una parte gli USA hanno continuato a farsi spedire vino (+22%) in anticipazione della potenziale (e reale) introduzione di maggiori dazi, tutto il resto del mercato messo insieme è calato con la Russia osservato speciale in negativo dopo esserlo stato in positivo l’anno scorso. Volendo fare un calcolo dell’andamento al netto di questi due mercati in forte oscillazione, potremmo calcolare in calo nel “mondo ex Russia e USA” del 2.5%, da 441 a 429 milioni di euro. Osservando le diverse categorie, potremmo dire che sono gli spumanti quelli dove l’impatto americano è più marcato (+43%), considerando anche la bassa stagionalità del periodo. Due considerazioni finali: primo, allargando lo sguardo ai 12 mesi, siamo a +4% per 8.2 miliardi, senza gli USA saremmo a +1.3% (5.98 miliardi), quindi direi non male visto il periodo. Secondo, curiosando a quello che succede in Francia, sui primi 2 mesi le loro esportazioni erano in calo dell’1% a 1572 milioni, mentre nel primo trimestre sono migliorati, chiudendo con un +2%, anche loro con un febbraio peggiore di gennaio ma un rimbalzo in marzo.
    Passiamo all’analisi dei dati in dettaglio con tutti i grafici e le tabelle.

    Nel mese di febbraio 2025, le esportazioni di vino sono stabili a 613 milioni di euro, che combinato con l’incremento del 7% di gennaio porta il saldo del bimestre a +4% rispetto al 2024. Il dato annualizzato (ultimi 12 mesi) tocca quota 8.2 miliardi di euro (+4%).
    I volumi sono invece già in calo. A febbraio sono stati esportati 1.63 milioni di ettolitri, -5%, il che porta il bimestre a 3.2 milioni di ettolitri, -2%. Ne consegue un incremento del prezzo medio di esportazione, che sale a 3,75 a febbraio (+6%) e 3,76 €/litro nel bimestre (+5%)
    Il dato di febbraio è influenzato dal calo della categoria dei vini sfusi (e mosti), che scende del 10%, compensato dall’incremento del 4% a 172 milioni di euro dei vini spumanti. Sono invece stabili le esportazioni dei vini imbottigliati a 407 milioni di euro.
    Come dicevamo nell’introduzione, forti divergenze tra i diversi mercati. Gli Stati Uniti a febbraio crescono del +22% (173 milioni), addirittura accelerando leggermente rispetto a gennaio. Il dato mensile americano è compensato evidentemente da tutto il resto. Se la Germania rimane stabile (90 milioni), il Regno Unito è in calo (56 milioni, -6%), così come la Francia e la Svezia, per quanto il dato più “eclatante” sia la marcia indietro della Russia che vedete già ben visibile sul dato annuale. In Febbraio la Russia cala del 60%, il dato annuo sugli ultimi 12 mesi indica 204 milioni, ancora +11% sui 12 mesi precedenti, ma si sono già persi 27 milioni dalla fine dell’anno scorso.

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    Importazioni di vino in Italia – aggiornamento 2024

    Le importazioni italiane di vino stanno gradualmente cambiando faccia. Lo si vede molto bene anche dai dati 2024, che evidenziano un incremento dell’import del 3% a 592 milioni. Il dato dei volumi è molto forte (+45% a 3.1 milioni di ettolitri) e probabilmente fuorviante, rispetto a quello che vedo “sotto i dati”, essendo molto legato ai volumi di vino sfuso importato, che a sua volta si livella in base all’andamento delle nostre vendemmie (quando abbiamo poco vino dobbiamo importarne di più).
    Il vero fattore di cambiamento va cercato nelle importazioni di vino fermo in bottiglia, che ormai da diversi anni crescono costantemente, guidate ovviamente dai prodotti francesi. Nel 2024, abbiamo importato 129 milioni di euro di vino in bottiglia, 81 dalla Francia, 49 dal resto del mondo, Portogallo, Spagna e Germania principalmente. Come si è visto per tanti mercati, è stato invece un anno negativo per lo Champagne anche in Italia, con le importazioni di spumanti francesi calate da 350 a 300 milioni di euro. Se sommate questi 300 milioni, altri 10 di altri spumanti e i 129 dei vini in bottiglia arrivate a 440 milioni, che sono le vere importazioni di prodotto finito del nostro paese. Nel 2019 erano 264, il che ci fornisce diversi spunti di discussione!
    Nel resto del post trovate tabelle e ulteriori grafici.

    Le importazioni di vino in Italia sono cresciute del 3% a 592 milioni di euro. Di queste, 129 milioni sono di vino in bottiglia (+11%), 107 milioni sono di vino sfuso (+51%) e 312 milioni sono di vini spumanti. Il volume di vino importato è stato di 3 milioni di ettolitri.
    Il principale fornitore è la Francia, in calo del 7% a 398 milioni di euro, essenzialmente a causa della riduzione dei vini spumanti (312 milioni, -14%), mentre i vini in bottiglia crescono da 71 a 81 milioni di euro (+14%).
    La Spagna è il nostro secondo fornitore con 134 milioni di euro, +41%, essenzialmente relativi ai vini sfusi, 84 milioni, +44%.
    Tutti gli altri paesi hanno un export verso l’Italia marginale, da intorno a 10 milioni di euro in giù.
    Secondo UNComtrade, dei 3 milioni di ettolitri importato, 2.4 milioni vengono dalla Spagna, 370mila dalla Francia, 133mila dal Cile – e questa è una novità – e 25-30mila ciascuno da Portogallo, Austria e Germania.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento gennaio 2025

    Il 2025 parte benino per le esportazioni italiane di vino. Come abbiamo già commentato nei mesi precedenti i dati recenti sono fortemente influenzati dalla tempistica delle spedizioni in USA, che molti esportatori hanno anticipato in previsione dei dazi. Il dato di gennaio, +7% a 579 milioni di euro è ovviamente positivo ma include un incremento del 19% delle spedizioni in USA. Se “scorporassimo” questo contributo dalle esportazioni arriveremmo a un incremento del 3% (da 403 a 416 milioni di euro per il resto del mondo). Giusto per darvi un punto di riferimento, la Francia a gennaio 2025 ha fatto +5% nelle esportazioni, cui è seguito un calo del 9% in febbraio, dove dovremo anche considerare il numero di giorni lavorativi più basso (il 2024 era bisestile).
    Resta comunque un buon dato considerando che il mese è anche “debole” dal punto di vista del mix, visto che i vini spumanti tendono a essere poco rappresentati (+6% nel mese). I dati degli altri mercati “importanti” sono buoni con Germania, Regno Unito, Francia e Svizzera  tra 2% e +6%, il Canada a +23% e soltanto la Russia molto negativa (-54%).
    Passiamo a una breve analisi dei dati con ulteriori grafici e tutte le tabelle.

    Le esportazioni italiane di vino crescono del 7% a 579 milioni in gennaio, portando il totale annuo a 8176 milioni con un incremento del 4%. I volumi sono saliti del 2% e il totale annuo viaggia sui 21.85 milioni di ettolitri, per un prezzo mix degli ultimi 12 mesi di 3.74 euro, +3%.
    I vini imbottigliati sono cresciuti dell’8% in gennaio e portano l’anno mobile a +4% per 5.3 miliardi di euro, con un prezzo mix in miglioramento del 2%. I vini spumanti nel mese crescono del 6% (150 milioni) e il totale annuo a fine gennaio è 2396 milioni.
    Gli USA accelerano ulteriormente portandosi a +11% sugli ultimi 12 mesi, un ritmo chiaramente insostenibile, mentre sia per Germania che per il Regno Unito l’andamento di gennaio è migliore di quello dell’ultimo anno, che resta intorno a 0-1%. Il Canada resta su un ritmo molto sostenuto del +15% (anch’esso difficile da mantenere), mentre per Francia e Svizzera il dato annuale resta negativo per il 2-3%.
    Nel segmento degli spumanti il discorso si ripete, con un incremento totale di poco meno del 6%, di cui +17% per gli USA (42 milioni) e +2% per il resto del mondo (109 milioni di euro). Tutti i mercati sono positivi sull’anno mobile a gennaio salvo la Svizzera, che cala dell’8% (con un mese di gennaio anch’esso negativo).

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    Produzione di vino Italia 2024 – dati ISTAT

    ISTAT ha aggiustato i dati sulla produzione di vino 2024, che analizziamo oggi. Vi ricordo che ISTAT fornisce un dato stimato di produzione, che è differente (= più alto) di quello dichiarato dal MIPAAF (= Ministero) e redatto sulle basi delle dichiarazioni di produzione. Quale sia il dato corretto è difficile da dire, quello che è facile dire è che sul blog usiamo i dati ISTAT perchè sono disponibili, mentre non usiamo i dati MIPAAF perchè per qualche ragione a me oscura non sono condivisi pubblicamente (eppure sono un onesto contribuente).Spegniamo la polemica e accendiamo l’analisi. Secondo ISTAT la produzione è stata di 48 milioni di ettolitri, +13% sul 2023 e quasi in linea con la media decennale di 48.7. Crescono più i vini rossi dei bianchi (+16% contro +11%), anche se in prospettiva storica si produce più vino bianco e meno vino rosso (come ovvio dalle tendenze dei consumi e dal boom degli spumanti, che qui sono compresi tra i bianchi). I vini DOC erano scesi meno nel 2023 e quindi crescono meno nel 2024 e rappresentano il 46% della produzione totale. Tra le macroregioni, secondo ISTAT, il recupero più importante è stato nel Centro Italia, che ha anche la produzione più elevata rispetto alla sua media storica.L’analisi prosegue con le tabelle dettagliate e ulteriori grafici.
    L’analisi prosegue con le tabelle dettagliate e ulteriori grafici.
    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    Secondo ISTAT la produzione di vino in Italia è stata di 48.0 m/hl, +13% sul 2023 e sostanzialmente in linea con la produzione storica (2014-23).
    La produzione di vino rosso e rosato è cresciuta del 16% a 19.8 m/hl, ma resta il 7% sotto la media, mentre i vini bianchi (spumanti compresi) toccano quota 28.2 m/hl, +11% sul 2023 e +3% sulla media decennale.
    Per categoria, i vini DOC sono cresciuti dell’8% a 21.9 m/hl, quindi meno della media ma restano il 5% sopra il dato storico. I vini IGT rimbalzano del 21% sul terribile 2023 a 13.8 m/hl, anch’essi il 5% sopra la media storica. Di vini comuni ne sono stati prodotti 12.3 m/hl ben lontano dalla media storica di 14.8 m/hl.
    I dati regionali offrono diversi spunti di riflessione. Anzitutto i dati non sono molto lontani dalle medie storiche: +2% al Nord, +6% al Centro, -7% al Sud. Vi farei notare la divaricazione tra Piemonte, ancora il 10% sotto la media storica e la Toscana, tornata il 10% sopra la media storica, e il dato molto negativo rilevato per la Sicilia a 4.2 m/hl, il 20% sotto la media 2014-23. Dopo un 2023 drammatico, sembra tornata la normalità in alcune regioni come l’Abruzzo, la Campania e il Lazio (7-8% sopra media nel 2024).
    Vi lascio alle numerose tabelle e vi invito a consultare la sezione Solonumeri. Non appena i dati di MIPAAF saranno disponibili aggiornerò la tabella.

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    Esportazioni italiane di vino per tipologia e esposizione agli USA – dati 2024

    L’approfondimento di oggi sul dettaglio delle esportazioni italiane di vino 2024, come fornito da ISTAT vede gioco forza al centro dell’attenzione l’esposizione verso gli Stati Uniti, visti gli annunci sui dazi doganali aggiuntivi del 2 Aprile 2025, che sono previsti entrare in vigore il 9 Aprile. Per questo motivo oggi concentriamo il commento su questa analisi, includendo soltanto la tabella sulle esportazioni per regione (di origine delle aziende), che nel 2024 è stata abbastanza profondamente rivista (con la conseguenza che abbiamo dovuto ri-basare i dati degli anni precedenti al 2024).
    Tornando alla nostra analisi, che si riferisce ai vini in bottiglia, il grafico sopra vi fornisce un’indicazione di quanto contano gli USA sui diversi “tagli” del dato di 5.3 miliardi di euro delle esportazioni di vino in bottiglia. Su questi 5.3, gli USA sono il 25%. Ma noterete come l’esposizione per categoria dei DOP sia superiore (32% – particolarmente nei bianchi, 35%) alla media, come quella dei vini bianchi del Trentino Alto Adige (48%) o dei rossi DOP toscani (40%) e piemontesi (31%). Dall’altro lato, sembrano più protetti i rossi DOP veneti (12%).
    Bene passiamo all’analisi dettagliata con tutte le tabelle e ulteriori grafici. Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    Le esportazioni italiane di vino in bottiglia (220421) nel 2024 sono state in crescita del 4% a 5.3 miliardi di euro. Di questi, 3.1 miliardi (+5%) sono di vini DOP e 1.4 miliardi sono di vini IGT (+2%), con i restanti 0.8 miliardi principalmente rappresentati da vini da tavola (stabili).
    Le tendenze nelle sottocategorie sono piuttosto omogenee, con un andamento leggermente più positivo per i rossi nei DOP e dei bianchi negli IGP.
    Tra le categorie censite da ISTAT e più importanti, va sottolineato il +12% messo a segno dai rossi DOP toscani nel 2024 a 719 milioni di euro, la singola più importante categoria dei vini DOP (da soli il 23% del totale) e il +9% dei bianchi DOP del Veneto (a 342 milioni), che rappresentano l’11% del totale.
    In prospettiva più di medio termine, quindi diciamo 2019-2024, 5 anni, sul pre-Covid, la categoria corposa con lo sviluppo più importante è stata quella dei vini rossi piemontesi DOP, +41%, seguita dai bianchi del Trentino AA (+33%) e dai rossi di Toscana, sempre DOP (+30%). Per riferimento le esportazioni di vino in bottiglia sono a +20% in valore dal 2019 al 2024 cumulato.
    Vi allego anche la tabella in fondo sulle esportazioni per regione. I dati del 2023 nella tabella 2024 sono diversi, quindi non ho potuto far altro che “rettificare” tutto all’indietro. Probabilmente ISTAT ha spostato alcune aziende da una regione all’altra.

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    Esportazioni di spumanti Italia – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Anche nel 2024 gli spumanti sono stati la “forza trainante” delle esportazioni italiane di vino, mettendo a segno una crescita a valore dell’8% (contro il 5% del totale) e dell’11% a volume (contro il +2% totale). Stiamo parlando di un contributo rilevante alla crescita ma anche ai valori in termini assoluti: i 2.4 miliardi di euro esportati nel 2024 sono il 29% del totale italiano, contro il 25% di 5 anni fa. All’interno della categoria, ovviamente spicca il Prosecco, che cresce a sua volta di un paio di punti in più della categoria, +10% a valore e +14% a volume nel 2024, superando il 75% in termini di peso sul totale degli spumanti. Se volessimo guardare i dati con un occhio un po’ più critico, noteremmo un leggero rallentamento in novembre e soprattutto dicembre (anche se pesa di meno degli altri mesi) e il contributo importante di due paesi, Russia e Stati Uniti. In quest’ultimo caso va rilevato che potrebbe verificarsi un fenomeno di “spedizioni anticipate” come risposta alla temuta introduzione di dazi sulle importazioni in USA.
    Bene detto questo passiamo all’analisi dei dati in dettaglio.

    Le esportazioni di spumante italiano crescono dell’8% a 2.39 miliardi di euro nel 2024, per un volume di 5.6 milioni di ettolitri, in crescita a sua volta dell’11%.
    A controbilanciare il calo dell’Asti (-2%) e degli altri spumanti DOP (-8%) per 166 e 87 milioni rispettivamente sono state la crescita del Prosecco, +10% a 1.82 miliardi di euro e degli altri spumanti (non DOP) che sono cresciuti dell’8% a 312 milioni di euro.
    Abbiamo anche riordinato la lista dei principali mercati che vede gli USA come principale importatore dei nostri spumanti, +15% a 568 miloni, per un volume in crescita del 18% a 1.22 milioni di ettolitri. Il secondo mercato è il Regno Unito, dove spediamo 1.06 milioni di ettolitri (+7%) per un valore di 426 milioni di euro (+4%). Questi due mercati fanno quindi un miliardo di euro e il 41% del totale esportato in valore.
    Il terzo mercato è la Germania, ma è molto meno significativo, con un incremento del 4% a 151 milioni di euro, poi vengono Francia e la Russia, che è balzata da 83 a 122 milioni di euro.
    Gli altri mercati con un andamento molto positivo sono senz’altro il Canada (+19%) e l’Austria (+22%), entrambi intorno a 65-70 milioni e al loro massimo storico e, incredibile ma vero, anche l’Ucraina, +36% a 35 milioni.
    Sono invece negativi i dati della Svizzera, -7% a 78 milioni, della Lettonia (-14% a 59 milioni) e di Polonia e Svezia, giù del 7% e 4% rispettivamente. Infine, giusto per intenderci, la Cina e l’India che qualche politico ha menzionato come mercati di grande prospettiva per il vino italiano non sono tra i primi 25 mercati elencati nella tabella…

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