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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento agosto 2020

    Fonte: Database ISTAT COEWEB, Database commercio estero UN Comtrade. Con il sito Coeweb in manutenzione i dati ufficiali Istat sulle esportazioni sono fermi a Luglio, per quanto riguarda il dettaglio per categoria merceologica. Purtroppo il sito non è ancora tornato in linea e quindi i dati di dettaglio non sono disponibili. Grazie a UN Comtrade […] LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento luglio 2020

    I dati ISTAT sulle esportazioni appena pubblicati sono allineati alla curva del COVID, per così dire. Le esportazioni di vino di luglio sono infatti sostanzialmente allineate a quelle dello scorso anno (+1% a 601 milioni per la precisione) e contribuiscono a ridurre il gap rispetto allo scorso anno. Nei primi 6 mesi eravamo a -4.1%, adesso siamo a -3.2% sui primi 7 mesi dell’anno. Entriamo ora in un periodo di calma (i dati di agosto disponibili tra un mese) e poi sarà la stagione degli spumanti, soprattutto ottobre e novembre. Siccome sono proprio gli spumanti il punto debole di quest’anno (dopo essere stati il principale fattore di crescita per diversi anni), potremmo assistere a un peggioramento dei dati nella parte finale del 2020. In questo periodo i dati di dettaglio per paese sono molto volatili. Anche in luglio si conferma la debolezza del mercato inglese e di quello francese, entrambi legati in modo importante alle dinamiche degli spumanti. Passiamo a commentare qualche dato.

    I 601 milioni di export di luglio portano il saldo italiano a 3492 milioni di euro, -3.2% dall’inizio dell’anno, il che significa un saldo negativo di 115 milioni. Se dovessimo calcolare quanto ci vuole negli ultimi 5 mesi dell’anno per arrivare a zero diremmo +3.9%. Un andamento difficile da immaginare, soprattutto considerando la situazione in cui siamo con il virus.
    Tornando ai nostri numeri, sono andati peggio gli spumanti -7.7%, quindi perfettamente allineato al -7.6% del dato cumulato sui primi 7 mesi di 766 milioni di euro, mentre sono andati meglio i vini fermi e quelli sfusi in particolare (+11%). Per quanto riguarda la categoria dei vini imbottigliati, il dato di luglio è +3%, il che riduce il saldo dei primi 7 mesi al -2.4% per un valore di 2461 milioni di euro.
    Passando brevemente ai mercati, luglio è stato stabile in USA e +3% in Germania, mentre il Regno Unito è calato del 7%. Sono dati non troppo difformi dalle tendenze recenti. Scendendo nella lista va notato il dato svizzero molto forte (+22%) che raddrizza un po’ il dato cumulato e in senso opposto quello svedese (-14%). Ma, di nuovo, sono dati che vanno valutati alla distanza e quindi resta il concetto di fondo della debolezza del mercato inglese.
    Nel segmento degli spumanti il Prosecco mostra qualche segno di debolezza, segnando un -11% in luglio (quindi peggio del resto degli spumanti) mentre resta a -5% sui primi 7 mesi dell’anno (quindi meglio del -7.6% del totale). In questo contesto negativo sono in decisa controtendenza i dati dell’Asti spumante (+21% in luglio, +11% da inizio anno), che però contano ormai meno del 10% delle nostre esportazioni di spumante.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – primo semestre 2020

    Ritorniamo sull’export dei primi 6 mesi con due ordini di dati: 1) le esportazioni classificate secondo il metodo ATECO e suddivise per regione (di origine dell’esportatore e non di origine del vino, ricordatevi!); 2) le esportazioni per tipologia di vino, limitatamente alle tipologie che vengono rilevate, alcune anche con una declinazione regionale (ricordate: questi dati si riferiscono soltanto ai dati relativi al vino imbottigliato). I dati li conoscete bene: calano del 3.5% le esportazioni di vino in bottiglia, mentre la classificazione ATECO registra un andamento leggermente meno negativo del capitolo 2204 di ISTAT, -3.4% contro -4.1%, sempre parlando di euro. Quello che noterete è un andamento migliore per i DOC e gli IGP rispetto ai vini varietali e da tavola, in particolare per i vini bianchi DOC. Dal punto di vista dell’industria vinicola regionale il Piemonte mostra un calo più limitato di quello delle aziende venete e toscane, ma i dati migliori sono quelli registrati dalle aziende del Trentino Alto Adige, dell’Emilia Romagna e della Sicilia (tra le regioni comunque rilevanti). Passiamo ai grafici e al commento dei dati.

    Partiamo dai dati ATECO. Dato nazionale -3.4% nel semestre, le regioni “secondarie” sono in discesa del 5%, quindi più della media, le regioni “importanti” hanno cali leggermente meno marcati. Il Veneto è perfettamente in media a -3.6%, la Toscana leggermente sotto -4.2%, il Piemonte leggermente meglio -2.1%, il Trentino Alto Adige addirittura positivo, +1%. Tra i dati negativi più significativi, il calo del 18% della Lombardia salta all’occhio, oltre al -16% del Friuli Venezia Giulia. Tra i dati positivi “di peso”, vi segnalo il +3% dell’Emilia Romagna e il +7% della Sicilia.
    Nel secondo “taglio” sui vini in bottiglia il calo nazionale è molto simile a -3.5%. I DOP che sono più della metà scendono del 3.0%, gli IGT dell’1.6% mentre a perdere più quota sono i vini da tavola, -6%. Torna il segnale positivo sui bianchi DOC del Trentino Alto Adige, +7%, mentre non ci sono dati positivi tra i rossi DOP, per quanto i DOC piemontesi sono giù soltanto dell’1%. Nei vini IGT succede il contrario, meglio gli IGT rossi di quelli bianchi (+3% e -13% rispettivamente).
    Vi lascio alle tabelle.
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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2020

    Come accennavamo un paio di giorni fa, la combinazione di esposizione geografica (Regno Unito) e tipologia di consumo/posizionamento (ristorazione e bar più importanti nel mix di vendite) hanno creato delle condizioni difficili per i nostri spumanti, che sono calati dell’8% a 631 milioni di euro. Anche se i dati negativi sono negativi e basta, bisogna però considerare il contesto e anche cosa hanno fatto gli altri grandi paesi esportatori di spumanti: la Spagna è calata del 15% (rispetto a dati non eccitanti come lo sono stati i nostri nel recente passato), mentre in Francia lo Champagne ha subito un calo a dir poco fragoroso (-30%) e gli altri vini spumanti sono comunque calati dell’11%. Il nostro cavallo di battaglia, il Prosecco, resta in crescita nella maggior parte dei mercati. Il -4% del primo semestre sconta la debolezza nel Regno Unito. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni di spumante calano del 12% in giugno a 102 milioni, il che porta il saldo del primo semestre a -8% (631 milioni) e quello degli ultimi 12 mesi a 1531 milioni (-1%).
    I volumi cominciano a dare qualche segnale di cedimento (-7% in giugno) in un contesto di eccezionale positività nonostante il virus. Nei 6 mesi abbiamo esportato 1.8 milioni di ettolitri di spumante, il 3% in più dello scorso anno. Ne consegue che nel primo semestre il nostro prezzo medio di esportazione è calato del 10% a 3.45 euro.
    Dal punto di vista geografico, i nostri mercati chiave restano gli USA e il Regno Unito, che cubano il 50% delle esportazioni del primo semestre, con andamenti molto diversi: ancora in leggera crescita in America, +2%, in calo del 20% nel Regno Unito. Abbiamo poi una serie di mercati piuttosto importanti, i principali europei (Germania, Francia, Svizzera, paesi nordici, Russia) e il Giappone, dove il saldo del semestre è circa -2% (tutti insieme 197 milioni contro 201 del primo semestre 2019. Il diavolo si nasconde poi nella “coda lunga” di tutto il resto del mondo (quindi tutti quelli fuori dalla “top 10”), dove le esportazioni sono calate del 13%, da 154 a 134 milioni di euro.
    Passando alle categorie, il Prosecco cala del 4% da 458 a 440 milioni di euro nel semestre. Di questi 18 milioni, 14 milioni sono persi nel Regno Unito, da 130 a 114 milioni, dunque -11%. Il repentino indebolimento in giugno del mercato americano ha portato però anche a un -2% a fine semestre in USA, mentre restano stupefacenti i dati di vendita nel mercato francese (terzo mercato per importanza). Sono stabili le esportazioni in Germania, quarto mercato per il Prosecco.
    In chiusura una nota sui dati molto positivi dell’Asti, cresciuto dell’8% a 46 milioni di euro nel semestre, come sempre con una forte volatilità tra mercati. A questo giro, è il +150% in USA a determinare l’incremento del dato totale. “tutti gli altri spumanti DOP” sembrano ormai una categoria in via di estinzione (nel senso che resteranno Trento e Franciacorta probabilmente), con un calo del 38% nel semestre, presumibilmente assorbito dalle altre categorie.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento primo semestre 2020

    Dopo il tonfo di Maggio (-24%) le esportazioni di vino italiano riportano un ulteriore calo del 4% in giugno. Il quadro dei primi 5 mesi dunque non si aggrava ulteriormente, anche grazie a una base di confronto molto meno sfidante (giugno 2019 segno un calo dell’8%, contro il +6% di maggio). Il dato finale secondo ISTAT è di esportazioni in calo del 4.1% a 2892 milioni di euro. Due sono le aree di debolezza che si possono riscontrare in questi dati: primo, l’andamento in alcuni paesi dell’Europa continentale; secondo, i vini spumanti che dopo aver “guidato” la crescita del nostro export stanno calando più velocemente (-8%) a causa della loro maggiore esposizione al canale della ristorazione, al consumo nei bar e, geograficamente, all’area del Regno Unito. Dando un piccolo sguardo fuori dai confini, non ci dobbiamo però lamentare. Se è vero che gli spagnoli sono andati più o meno come noi, è vero anche che i francesi hanno fatto un vero e proprio buco, con un calo del 21% delle loro esportazioni, che sarà oggetto di commento in un post dei prossimi giorni. Passiamo a commentare i dati.

    Giugno chiude con un calo del 4.3% a 459 milioni di euro, che si compone di un -2.6% per il vino in bottiglia a 323 milioni, un calo del 12% dei vini spumanti a 102 milioni e un incremento dell’8% delle esportazioni di vini sfusi e altro a 35 milioni. I volumi nel mese sono stati stabili a 1.6 milioni di ettolitri, con un bilanciamento tra un incremento del 2% dei vini fermi e un calo del 7% dei vini spumanti.
    A livello semestrale come abbiamo detto il calo è quasi uguale, 4.1%, con gli spumanti in calo del 7.6% (631 milioni) e i vini fermi in bottiglia a -3.5%, 2039 milioni. Come vedete dalla tabella riassuntiva, a livello annuo il primo semestre 2020 si è “mangiato” l’incremento del secondo semestre 2019.
    Geograficamente la situazione è molto variegata, essendo guidata da differenti tempistiche di diffusione del virus ma anche diverso tipo di esposizione ai prodotti italiani. Sono dunque molto deboli mercati come il Regno Unito, la Svizzera e la Francia (-10/12%) dove i nostri spumanti sono importanti, vanno meglio paesi più esposti al “basso di gamma” come la Germania o gli USA (rispettivamente stabile e -2%), ci sono poi alcune eccezioni positive come l’Olanda (ipotizzo per nuovi canali di esportazione dall’Olanda stessa) o il Canada (+3%, il migliore tra i mercati di peso) o i paesi scandinavi, dove il virus ha attecchito con meno vigore.
    Degli spumanti parliamo in dettaglio martedì, ma è evidente a spiegare questo maggior calo sicuramente va sottolineato l’esposizione al Regno Unito (il 22% del totale contro l’8% per i vini fermi in bottiglia), il cui calo da solo spiega 4 dei quasi 8 punti di calo delle esportazioni semestrali.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento maggio 2020

    Dopo due mesi di resistenza, le esportazioni di vino hanno ceduto di schianto nel mese di maggio, segnando un calo del 24%, il che porta il saldo dei primi 5 mesi dell’anno a -4%. La curva sembra essere spostata di un paio di mesi in avanti rispetto a quella delle esportazioni totali, che hanno toccato il loro minimo (in termini di variazione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) ad aprile (-42%), cui sono seguiti un maggio a -30% e un giugno a -12%. Non è facile dire se maggio sia stato il punto di minimo per il vino, ma sicuramente non è difficile ipotizzare che anche giugno e probabilmente luglio saranno dei mesi negativi. Agosto non conta, e con settembre arriviamo alla stagione critica per gli spumanti (che per ora vanno leggermente peggio dei vini fermi in bottiglia): a quel punto sarà critico quanto il virus circolerà ancora tra noi. Per quanto riguarda questi dati, ci sono poche differenze, chi più chi meno cala. Il saldo a fine maggio mette in luce la “resistenza” di alcuni mercati come il Canada e i paesi scandinavi. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni italiane calano del 24% a 435 milioni di euro in maggio, il che porta il saldo da inizio anno a -4% (2.4 miliardi). Vini in bottiglia e spumanti sono giù del 23% e 29% rispettivamente, mentre il resto (di fatto vini sfusi) cala un po’ meno, -17%. Ciò fa allargare un pochino di più la forbice che stiamo vedendo tra i vini in bottiglia, giù del 3.7% nei primi 5 mesi dell’anno e i vini spumanti, -6.6%.
    Come abbiamo già avuto modo di constatare nei mesi scorsi, si tratta di un calo legato ai volumi, che sono giù del 25% in maggio e del 3% da inizio anno, quindi con un andamento molto simile a quello dei valori.
    Se guardiamo ai principali mercati, in maggio a peggiorare sono Stati Uniti e Germania (-24% e -22% rispettivamente), mentre il Regno Unito che era andato molto peggio nei primi mesi paradossalmente continua la sua marcia negativa con un calo del 12%, quindi uguale ai mesi precedenti.
    Nel segmento degli spumanti, l’andamento del Regno Unito è molto peggiore, -28%, e compensato a livello di mercato dal +3% sui vini fermi. Restando tra gli spumanti, noterete nella tabella riassuntiva allegata che il Prosecco viaggia su numeri leggermente meno negativi del totale della categoria (-27% e -3% per maggio e inizio anno rispettivamente), mentre sono ancora positivi (per quanto marginali) i dati dell’Asti spumante.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2020

    Le esportazioni sono un osservato speciale di questi tempi. Oggi commentiamo i dati di aprile, il momento peggiore per l’Italia nel lock down, probabilmente spostato di un mese avanti per altri mercati. Il dato di aprile è -7% per il vino, -1% per l’alimentare (ISTAT ha rivisto pesantemente i dati anche dei mesi precedenti…) e -46% per il totale dell’export nazionale. Possiamo dunque dire che le cose non stanno andando così male. Va però considerato che i dati di maggio saranno molto peggio per l’alimentare (-12% il dato preliminare) contro un ammorbidimento del calo delle esportazioni totali (-30% circa) e quindi bisognerebbe aspettarsi un peggioramento anche per il dato relativo al vino in maggio. Ma per ora restiamo su questi dati: i primi 4 mesi dell’anno chiudono a 2 miliardi di euro, +1.8%, con volumi in crescita del 3.4% a 6.9 milioni di ettolitri. Il dato è supportato dalla crescita di quasi il 6% per i due mercati chiave, USA e Germania. Ci sarebbe da immaginarsi un peggioramento soprattutto del mercato americano di qui in avanti. I dati negativi vengono dal Regno Unito, dalla Svizzera e dalla Francia.  Peggiorano i dati del vino in bottiglia, che comunque tiene un +2%, peggiorano anche gli spumanti, che chiudono i 4 mesi con un dato stabile. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le esportazioni di aprile calano del 7% a 488 milioni di euro, composto da 344 milioni di vini in bottiglia (-8%), 39 milioni di vini sfusi (+5%) e 105 milioni di vini spumanti (-7%). Il dato sui 4 mesi è ancora in crescita dell’1.8% a 1997 milioni, mentre sull’anno mobile le esportazioni crescono del 2.4% a 6470 milioni di euro.
    I volumi sono un po’ meglio dei valori. Calano del 2% nel mese, ma crescono ancora del 3.4% nei 4 mesi e del 7.6% sull’anno mobile.
    I dati mensili per mercato restano molto volatili, con peggioramenti vistosi in USA e Germania, un rimbalzo del Regno Unito e del Canada. Se allarghiamo lo sguardo ai 4 mesi, le cose vanno male nel Regno Unito (-12%), in Svizzera (-15%) e in Francia (-7%). Restano positivi in USA e Germania (+5.8% e +5.7%) e sono molto positivi in Canada (+20%) e Svezia (+24%).
    Un occhio agli spumanti, che sono stabili nei primi 4 mesi a fronte di un ottimo andamento in USA, Germania e Francia (+10/11%, per ora) a compensare il crollo del 19% nel Regno Unito che resta un mercato particolarmente pesante.
    Un occhio alla Cina, infine. I dati sono molto negativi: nei primi 4 mesi dell’anno solo 24 milioni di esportazioni rispetto a 42 milioni dello scorso anno. Il calo supera il 40%. La Cina è però il primo mercato “uscito” dal COVID… potrebbero esserci sorprese nei prossimi mesi.
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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2020

    Riprendiamo l’analisi delle esportazioni di vino con il post trimestrale dedicato agli spumanti. Come abbiamo avuto modo di commentare di recente, il segmento degli spumanti da qualche mese non è più il traino del nostro export, essenzialmente a causa della forte esposizione al mercato inglese. I dati di marzo sono stati comunque sorprendentemente positivi con […] LEGGI TUTTO