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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento agosto 2020

    Fonte: Database ISTAT COEWEB, Database commercio estero UN Comtrade. Con il sito Coeweb in manutenzione i dati ufficiali Istat sulle esportazioni sono fermi a Luglio, per quanto riguarda il dettaglio per categoria merceologica. Purtroppo il sito non è ancora tornato in linea e quindi i dati di dettaglio non sono disponibili. Grazie a UN Comtrade […] LEGGI TUTTO

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    Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2019

    Il mercato e i consumi di vino e di alcolici in Germania segue l’andamento mondiale del “bere meno ma bere meglio” e lo spostamento del modello di consumo da un prodotto collegato all’alimentazione durante i pasti al “fuori casa”. Si osserva quindi un costante calo dei consumi, recensito anche nel 2019 dal Deutsches Weininstitut GmbH. Per quanto riguarda il vino, i tedeschi nel 2019 ne hanno consumato 23.5 litri, compresi 3.4 di spumante, ormai il 5-6% in meno del picco raggiunto qualche anno fa di 25 litri. Succede più o meno la stessa cosa in termini di valore che vedete replicato qui sopra in maniera dinamica grazie a Fluorish. La spesa dei tedeschi nel 2019 per il vino è calata dell’1% a 4.5 miliardi nell’ambito di un incremento molto leggero della spesa in generale per gli alcolici, 13.5 miliardi di euro, dove a guadagnare terreno sono gli aperitivi e i superalcolici. Entrando più nel dettaglio del consumo di vino, le statistiche forniscono alcuni dati discordanti con le tendenze del passato: nel 2019 i tedeschi sono tornati sui vini rossi, che erano in calo nel mix delle loro scelte da diversi anni, soprattutto per quanto riguarda il consumo di prodotti locali. Passiamo all’analisi dei dati.

    Il consumo di vino in Germania pro-capite scende nel 2019 a 20.1 litri (20.5 nel 2018), oltre a 3.4 litri di spumante (stabile). Questo andamento calante si colloca all’interno di un trend strutturale ben definito: i consumi totali di alcolici sono in calo netto negli ultimi anni e nel 2019 sono scesi a 128 litri pro capite, con la birra per la prima volta sotto 100 litri (!).
    In termini di spesa le cose vanno decisamente meglio. La spesa dei tedeschi in alcolici raggiunge quota 13.5 miliardi di euro. In realtà si tratta di un recupero nel senso che questo livello era già stato raggiunto qualche anno fa. Per il vino si registra un livello stabile, con un calo in termini relativi (dal 33.6% al 33.1% del totale per i vini fermi, mentre gli spumanti sono stabili al 7.2-7.3%): con un -1% per i vini fermi e un +2% per gli spumanti. Va meglio nel 2019 per la birra, che compensa in pieno il calo dei volumi e cresce dell’1%, come per gli altri alcolici, nel 2019 in crescita del 2%.
    Vi allego poi i dati sulle preferenze per tipologie di vino. Nel 2019 si registra un rimbalzo nelle preferenze verso i vini rossi tedeschi che non si vede va danni e che stoppa per quest’anno il calo del vino rosso nelle preferenze generali dei tedeschi. Nel 2019, il mix è 46% rossi, 44% bianchi e 10% rosè, senza sostanziali differenze con il 2018.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    La classifica della competitività per nazione vino – dati France Agrimer 2019

    L’analisi della struttura concorrenziale del mercato del vino è stata aggiornata da France Agrimere per il 2019. Come sapete forse avendo letto le analisi precedenti si tratta di un sistema a punti (massimo 1000) in cui vengono valutate le caratteristiche strutturali produttive e macroeconomiche, la forza dei marchi, ma anche alcune caratteristiche congiunturali. Alcune delle conclusioni sono forse discutibili e la classifica è un po’ volatile, dato che alcuni punteggi variano per esempio in relazione ai livelli produttivi, ma comunque il quadro di insieme non è secondo me totalmente sbagliato. Nel grafico mobile sopra vedete come sono cambiate le posizioni negli anni. Per il 2019 la principale conclusione è che si sono rafforzati i quattro paesi dell’Europa continentale che sono la “storia” del vino: Francia, Italia, Spagna e Germania, mentre peggiora soprattutto per questioni congiunturali (e dunque non di lungo termine) la posizione del Cile. Il tutto nell’ambito di un “punteggio” globale in sostanziale miglioramento. Il 2020 sarà naturalmente tutta un’altra cosa. Per ora e per quanto riguarda l’Italia, secondo lo studio il punteggio migliora, ma unicamente per le caratteristiche strutturali produttive (potenziale produttive e caratteristiche climatiche), dove già siamo considerati i più forti, mentre siamo stabili sui fattori competitivi (dietro la Francia) e peggioriamo nei fattori puramente economici, dove siamo preceduti anche da Spagna e USA. A proposito, se vi interessa leggere lo studio originale, in lingua francese, lo trovate a questo link. Passiamo all’analisi.

    La classifica 2019 France Agrimere sulla concorrenzialità dei sistemi vinicoli mondiali continua a mettere la Francia (giustamente) davanti a tutti, in posizione rafforzata rispetto al 2018 per le conseguenze positive dell’ottima annata vinicola precedente (il 2018). Secondo lo studio Spagna e Italia sono meglio della Francia in termini di potenziale produttivo e caratteristiche pedoclimatiche, ma la Francia eccelle in termini di capacità cometitiva, forza dei marchi, filiera e ambiente economico.
    L’Italia guadagna diversi punti sul 2019, ma si tratta soprattutto di un rafforzamento congiunturale, che comunque ci mette al secondo posto come nel 2018 (mentre prima eravamo classificati, un po’ stranamente, davanti alla Francia). Comunque come dicevo, il punteggio beneficia del forte miglioramento della parte “agricola” del punteggio, mentre sulla parte competitiva e di marchi siamo fermi e su quella dell’ambiente economico andiamo indietro).
    Rispetto al 2018, continua a rafforzarsi la posizione della Germania, ora quinta forza del mercato del vino secondo France Agrimere, e del Sud Africa (ora settimo), mentre viene classificato soltanto ottavo il Cile rispetto al quarto posto del 2018. Ovviamente sono classifiche, ma lo studio comunque fa notare che il potenziale produttivo del Cile è molto legato alla disponibilità di acqua (il 50% del vigneto è irrigato) e questo potrebbe rappresentare un rischio nel futuro.
    Vi lascio ai grafici e alle tabelle.

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    Canada – consumi e mercato del vino, dati 2018/19

    Il consumo di vino in Canada del 2019 ha subito un rallentamento in relazione all’andamento del consumo di alcolici in generale, anche se guardando i dati tale conclusione si lega soprattutto alla categoria degli “altri” prodotti come i vini fortificati, che potrebbero essere stati riclassificati dall’ufficio statistico di Statistics Canada. Comunque, i dati che presentiamo oggi mostrano un mercato stabile in valore per il 2019 (a dire la verità un 2018/19) e in calo del 2.5% a volume, all’interno di un trend quinquennale di crescita del 3% annuo a valore e del 2% annuo a volume. Come da diversi anni a questa parte la “classifica” in termini di velocità di crescita vede al primo posto i vini spumanti e rosati, poi i vini bianchi e alla fine i vini rossi, che comunque rappresentano la spina dorsale del consumo di vino canadese, con una quota superiore al 50% del totale sia a volume che a valore. Infine, noterete come stia crescendo la quota dei prodotti locali canadesi proprio nella categoria dei vini rossi, a differenza di quanto accade per le altre categorie. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Il mercato del vino canadese è stabile nel 2019 a 7.46 miliardi di dollari locali, con un calo del 2% del volume consumato a 5.06 milioni di ettolitri. Il ritmo di crescita sui 5 anni resta positivo, a +3.2% a valore e +1.8% a volume.
    La categoria principale è quella dei vini rossi, che rappresentano 4 miliardi di dollari di valore e 2.6 milioni di ettolitri di consumo. Di questi, la quota canadese è in costante aumento da qualche anno, al 26.5% nel 2019, comunque sotto il livello del 40% circa raggiunto nei vini bianchi. L’andamento del consumo di vino rosso è meno positivo che per le altre categorie, con volumi stabili (da ormai qualche anno) e una crescita ormai affidata soltanto al mix.
    I vini bianchi sono invece ancora in crescita anche a volume, poco più del 2% nel 2019 e intorno al 3% annuo sui 5 anni, il che porta la dinamica a valore attorno al 3.5% per il 2019 e al 4.5% per gli ultimi 5 anni.
    Le categorie più dinamiche sono comunque quelle degli spumanti e dei vini rosati, che sono peraltro relativamente marginali, rappresentando rispettivamente il 6% e il 3% del mercato del vino canadese. Per gli spumanti, la crescita 2019 è dell’8%, quindi quasi allineata al ritmo degli anni passati, mentre per i rosati si assiste a una decisa accelerazione, +17% nel 2019 contro il +6% annuo dal 2014 a questa parte.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Produzione, superfici e valore della produzione delle IGT italiane 2016-18 – elaborazione dati ISMEA

    Faccio seguito al post della scorsa settimana sui vini DOC per pubblicare la versione relativa ai vini IGT. Come vi dicevo, si tratta di un lavoro piuttosto dispendioso ricavando i dati dall’ottimo portale fatto da ISMEA, Rete DOP-IGP, dove vengono pubblicati i dati di superfici, ettolitri certificati e imbottigliati e valore della produzione di tutte le DOC e IGT italiane (quest’ultimo immagino fatto anche prendendo spunto da alcune analisi fatte proprio sul blog). Come già anticipato nell’altro post, siccome i dati sono poco fruibili nel loro complesso e siccome ho dovuto copia-incollare una per una tutte le DOC e le IGT per poi rielaborarle, ho “tagliato” tutto quello con un valore sotto 1 milione di euro, per arrivare a censire circa 150 DOC e 25 IGT. Vi invito però ad andare sul sito di ISMEA per vedere voi stessi l’eccellente lavoro di Tiziana Sarnari e del suo team, ma anche per rendervi conto di quante DOC e IGT ci sono in Italia che sono praticamente inutilizzate, messe in piedi chissà per quale progetto e obiettivo, che rappresentano un costo per l’intero settore. Si vorrà mettere mano a questo problema? Oggi soltanto una cinquantina di DOC e IGP hanno un valore della produzione mediamente superiore a 10 milioni… e di DOC/IGP ne abbiamo in tutto ben 523…
    Quello che trovate nel post sono le classifiche di ettari denunciati, ettolitri imbottigliati e, più importante di tutti, valore della produzione delle IGT italiane per 2016, 2017, 2018, ordinate per la media dei tre anni. Mi fermo qui, lasciandovi alle tabelle allegate, che troverete tra breve anche nella sezione Solonumeri.

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    Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2019

    Dopo aver analizzato il commercio internazionale degli spumanti passiamo a quello dei vini sfusi, che mostra un andamento molto più volatile. Dopo un 2018 caratterizzato da un calo marcato dei volumi (che stimiamo a circa 38 milioni di ettolitri), nel 2019 i volumi si sono riportati sopra la soglia dei 40 milioni, verso 42 milioni […] LEGGI TUTTO

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    Produzione, superfici e valore della produzione delle DOC italiane 2016-18 – elaborazione dati ISMEA

    Quando un lavoro non sta riuscendo bene, è il caso di ricominciare a farlo daccapo. È quello che è successo con il post sul valore delle DOC italiane: con i dati Federdoc sempre più ballerini e incompleti e i dati ISMEA sui prezzi meno dettagliati di un tempo ho deciso di dare un taglio netto e rifare tutto. Per rifare tutto ho deciso di basarmi sui dati pubblicati da ISMEA, che ha messo in piedi un portale molto ben fatto, Rete DOP-IGP, dove vengono pubblicati i dati di superfici, ettolitri certificati e imbottigliati e valore della produzione di tutte le DOC e IGT italiane (quest’ultimo immagino fatto anche prendendo spunto da alcune analisi fatte proprio sul blog). Ora, siccome i dati sono poco fruibili nel loro complesso e siccome ho dovuto copia-incollare una per una tutte le DOC e le IGT per poi rielaborarle, ho “tagliato” tutto quello con un valore sotto 1 milione di euro, per arrivare a censire circa 150 DOC e 25 IGT. Vi invito però ad andare sul sito di ISMEA per vedere voi stessi l’eccellente lavoro di Tiziana Sarnari e del suo team, ma anche per rendervi conto di quante DOC e IGT ci sono in Italia che sono praticamente inutilizzate, messe in piedi chissà per quale progetto e obiettivo, che rappresentano un costo per l’intero settore. Si vorrà mettere mano a questo problema? Oggi soltanto una cinquantina di DOC e IGP hanno un valore della produzione mediamente superiore a 10 milioni… e di DOC/IGP ne abbiamo in tutto ben 523…
    Quello che trovate nel post sono le classifiche di ettari denunciati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e, più importante di tutti, valore della produzione delle DOC italiane per 2016, 2017, 2018, ordinate per la media dei tre anni. Seguirà un altro post con lo stesso lavoro per le IGT. Mi fermo qui, lasciandovi alle tabelle allegate, che troverete tra breve anche nella sezione Solonumeri.

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