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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento settembre 2024

    Come avrete già letto, settembre è stato un ottimo mese per le esportazioni di vino italiano, con un incremento del 13% sull’anno precedente, quando però a loro volta le esportazioni erano calate del 10%. A loro volta le esportazioni erano poi cresciute lo scorso anno dell’8% in ottobre il che porrà un confronto difficile. Ad ogni modo, l’Italia “mette via” un incremento del 5% sui 9 mesi che visto quanto succede in Francia è un risultato piuttosto positivo. Sull’arco dei 12 mesi siamo saliti sopra la soglia psicologia degli 8 miliardi di euro, succede per la prima volta nella storia delle nostre esportazioni.
    La seconda buona notizia è che comincia a vedersi un “effetto prezzo”, 7% in settembre, 3% sui primi 9 mesi dell’anno: sarà gioco forza da questa componente che dovremo cercare di crescere nei prossimi mesi (e anni). Il mercato nordamericano è particolarmente vivace per il nostro vino (USA +13% e Canada +100%) anche se come dicevo sopra la base di comparazione era facile (-15/20% per entrambi). Da notare che anche sull’arco di 12 mesi il Canada ha superato la Svizzera ed è diventato il quarto mercato per esportazioni. Come al solito con la cadenza trimestrale analizzeremo poi le esportazioni di spumante, che procedono sempre ad un passo un po’ più spedito di quelle di vino fermo. Ulteriori grafici e tutte le tabelle nel resto del post.

    Le esportazioni di settembre crescono del 13% a 734 milioni di euro, portando il saldo 2024 a 5.9 miliardi di euro, +5% e quello degli ultimi 12 mesi a 8029 milioni, +4%.
    Il vino fermo in bottiglia sui 9 mesi accelera a +4% per 3.9 miliardi, quello spumante a +8% per 1.7 miliardi di euro, mentre gli altri prodotti, principalmente vino sfuso che qui trattiamo “per differenza” calano del 2% a 0.3 miliardi di euro.
    I principali mercati europei, Germania e Regno Unito, sono stabili sui 9 mesi, mentre cala del 3% la Svizzera. Gli USA e il Canada sono invece in recupero, +8% e +17% sui 9 mesi. Difficile dire se siano mosse che anticipano possibili dazi, visto che a settembre Trump non aveva ancora vinto…
    Da notare il continuo andamento molto positivo delle esportazioni verso la Russia, +25% in settembre, +63% sui 9 mesi e +22% sugli ultimi 12 mesi.
    Nel segmento dei vini in bottiglia fermi, tutti i principali mercati europei sono leggermente calanti, fatto salvo per l’Olanda che però è un mercato principalmente di transito e non di destinazione. Come dire che il vino fermo va bene soprattutto nei mercati extraeuropei, con un incremento del 7% in USA sui 9 mesi, 17% in Canada e 5% in Giappone.
    Vi lascio alle tabelle, appuntamento martedì sera con il focus sui vini spumanti.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Francia – esportazioni di vino – dati primi 9 mesi 2024

    Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno, ma quasi per scherzo proprio in queste settimane vengono pubblicati i dati sulle esportazioni di settembre che sono piuttosto importanti. Oggi, in attesa di elaborare le tabelle ISTAT per l’Italia diamo un occhio a cosa sta succedendo in Francia con i dati di DISAR. Come sapete il contesto per l’export francese è stato molto negativo nel 2024. Diciamo che questi dati mostrano una graduale stabilizzazione ma nessuna vera ripresa. L’evoluzione estiva ha visto un luglio molto positivo (+11%), un irrilevante agosto in calo dell’8% e un dato stabile a settembre (+2%). Tutto dentro, avevamo commentato il dato semestrale a -9.7% in valore e -2.6% in volume, aggiungendo questo trimestre che ha chiuso a +2.5/3% in valore e volume arriviamo a un calo smussato del 6% a valore e (8.4 miliardi di euro) e a un quasi pareggio (-1%) per il volume (9.5 milioni di ettolitri).
    Come potete apprezzare dal grafico sopra, che mette Italia e Francia “a 100” a fine settembre 2021 per mostrare l’evoluzione comparata, anche durante i mesi estivi (manca settembre) l’Italia è andata leggermente meglio della Francia, con un’accoppiata “luglio-agosto” a +5% contro il +2.7% corrispondente per la Francia.
    Per quanto riguarda le categorie, sempre male lo Champagne (ancora in calo del 4%), in decisa ripresa nel terzo trimestre sia i vini di Bordeaux che quelli della Borgogna.
    Più dettagli con grafici e tabelle nel resto del post.

    Le esportazioni di vino francese a fine settembre toccano quota 8.36 miliardi di euro, per un calo del 5.8%, che si compone di un volume esportato giù dello 0.7% e un prezzo medio di export calato del 5% a 8.83 euro al litro.
    La principale determinate di questi dati è l’andamento dello Champagne, che resta il prodotto più importante (2.65 miliardi di euro), ma che continua a essere in calo anche nel terzo trimestre. A fine giugno l’export era a -17%, a fine settembre -12%, interamente spiegato dall’andamento negativo dei volumi (-13%) quando il prezzo medio tiene su un incredibile livello di 35 euro al litro.
    Sono migliori i dati di Bordeaux, in ripresa dell’11% nel terzo trimestre e dunque in calo un po’ meno marcato a fine settembre. Stiamo sempre parlando di -8% per 1.57 miliardi di euro, anche in questo caso principalmente legato ai volumi (-6% a 1.1 milioni di ettolitri).
    I vini di Borgogna “raddrizzano il tiro”, con un ottimo periodo estivo (+18%) e riportano il tasso di crescita al +6% nei 9 mesi (1.1 miliardi di euro) dopo il dato stabile di fine semestre.
    “Tutto il resto” è in calo del 2% a 3 miliardi di euro, con una stabilizzazione nel terzo trimestre (era a -3% a fine giugno).
    Vi lascio alla consultazione dei dati.

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    Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2023

    Eccoci all’appuntamento annuale con il post sul commercio mondiale dei vini sfusi. Cominciamo subito con le conclusioni. Se il mercato del vino è statico o in leggero calo, il mondo dei vini sfusi lo è certamente di più, sia nei volumi, che stimiamo essere intorno ai 32 milioni di ettolitri (oltre 40 preCovid), che nel valore, sceso dai 3.2-3.3 miliardi di euro degli anni immediatamente precedenti al Covid agli attuali 2.4 circa. I protagonisti di questo mercato sono gli spagnoli, con quote di mercato crescenti, al di sopra del 20% negli ultimi due anni, seguiti da Italia, Australia e Nuova Zelanda con il 12% circa ciascuno. Questi 4 paesi fanno dunque oltre la metà del totale e per arrivare ai due terzi basta aggiungere il 10% del Cile.
    Passiamo a un commento più in dettaglio con tabelle e grafici, tratti dai dati di UN Comtrade.

    In base ai dati di 93 nazioni, le esportazioni mondiali di vino sfuso sono state circa 2.4 miliardi di euro, in calo del 10% a valore rispetto al 2022 e del 7% annuo dal 2018 a questa parte.
    In volume i calcoli sono più difficili per la mancanza dei dati corretti di alcune nazioni importanti per questo prodotto, come il Cile. Se facciamo una somma dei dati presenti arriviamo a 30 milioni di ettolitri. Con un dato più sensato del Cile, siamo intorno ai 32 milioni. Ugualmente il 2022 mancava dei dati di Francia e Sud Africa, insieme intorno 3.5 milioni di ettolitri, oltre a qualcosa del Portogallo. Se quindi prendiamo un dato 2022 “completo”, saremmo arrivati a circa 34 milioni di ettolitri contro 37 del 2021 e circa 41-42 del 2019. Quindi il 2023 dovrebbe essere stato in calo del 6-7% circa, 32 contro 34.
    Dominatore assoluto è la Spagna, con 514 milioni di euro nel 2023, ossia il 21.5% del totale e 11.4 milioni di ettolitri, quindi circa il 35-36% del volume totale. Anche gli spagnoli sono in calo, del 4-5% annuo in valore e del 3% in volume.
    Ci sono poi Italiani e australiani con circa 4 milioni di ettolitri, dato stabile negli anni per l’Italia, in calo per l’Australia. I valori sono simili, 300 milioni per l’Italia (stabile sul 2022, -6% annuo sul 2018) e 280 per l’Australia (-8% sul 2022 e -6% annuo).
    Insieme c’è la Nuova Zelanda che è un po’ l’esportatore di vini sfusi di lusso, nel senso che i 296 milioni di euro di export (-13% sul 2022, ma in crescita rispetto al 2018) si confrontano con un volume di soltanto 1.1 milioni di ettolitri, il che indica un prezzo medio di esportazione quadruplo rispetto a quello italiano, che corrisponde a precise strategie di imbottigliamento nei luoghi di consumo, consentiti dai loro disciplinari.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2024

    Agosto è ovviamente un mese interlocutorio per le esportazioni di vino, dato che toccano il loro minimo stagionale, prima della stagione chiave culminante a ottobre e novembre con le spedizioni di vini spumanti per le festività.
    L’andamento di agosto non ha cambiato le carte in tavola. L’export è calato dell’1%, riducendo leggermente la velocità di crociera del 2024 al 4% e quella degli ultimi 12 mesi al 2%.
    Una sbirciatina ai dati dei cugini francesi ci dice che sul medesimo periodo di 8 mesi, le loro esportazioni calano del 7% (7.4 miliardi di euro, contro i nostri 5.2) e che il loro mese di settembre già disponibile fa +2%, riducendo il calo sui 9 mesi al 6%. Noi commenteremo questi dati giusto prima di Natale, visto che il calendario di Coeweb Istat dice 11 dicembre 2024 per l’aggiornamento.
    Vi introduco una nuova analisi, che vedete nel grafico sopra, che vi dice quanto sono le esportazioni correnti (ultimi 12 mesi) per paese rispetto al livello pre-Covid (2019, per semplicità). Dal grafico si intuiscono due cose: che sia nel post-Covid che negli ultimi mesi il traino dell’export italiano viene da USA e Canada che sono il 15-20% sopra i livelli pre-Covid. Secondo, che comunque in entrambi i casi le nostre esportazioni sono lontane dal massimo storico raggiunto in quei paesi.
    Tutte le tabelle per prodotto sono nel resto del post, con un ulteriore commento.

    Le esportazioni italiane di vino dei primi 8 mesi del 2024 toccano i 5.18 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 4% sull’anno precedente, forti di un buon periodo estivo con luglio a +10% e agosto a -1%.
    Nello specifico i vini fermi in bottiglia sono in crescita del 3%, mentre i vini spumanti sono a +7%, in fase di accelerazione rispetto ai mesi precedenti. Gli altri prodotti (sfusi principalmente) hanno un leggero impatto negativo sul saldo, con un calo del 3%.
    Se guardiamo ai paesi, si sta riaprendo il gap tra Europa e Nord America, che non è necessariamente una buona notizia se arrivassero dei dazi dall’amministrazione Trump. Ad ogni modo, se continuiamo a guardare i dati degli 8 mesi, gli USA sono a +8% per 1.25 miliardi di euro – con il Canada a completare il quadro a +4% e 254 milioni, la Germania è a 765 milioni ed è stabile, lo stesso vale per il Regno Unito a 520 milioni, mentre la Svizzera e la Francia scendono del 3% e 5% rispettivamente.
    Infine uno sguardo ai dati degli spumanti, dove il Prosecco (+10% sui primi 8 mesi) continua a compensare la debolezza o stabilità delle altre categorie.

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    I principali ecommerce italiani di vino – dati 2023

    L’ecommerce di vino ha subito un secondo anno di “ridimensionamento” delle vendite dopo il boom relativo al Covid. Le 5-6 aziende analizzate in questo post hanno subito un calo del 7-8% del fatturato nel 2023 (-12% escludendo l’exploit di Bernabei) rispetto al 2022 e hanno subito una perdita cumulata di circa 18 milioni di euro, contro i 16 del 2022, pur mettendo ricorrendo a misure molto drastiche di taglio dei costi operativi e ristrutturazione dell’attività. La strategia seguita da tutte è stata quella di cercare di limitare le perdite, anche con un incremento del margine lordo, in particolare per Vino.com che si è portata al di sopra di tutte, e con l’eccezione di Berbabei, che è il chiaro “outlier” nell’analisi, essendo l’unico con un fatturato in crescita (+24% a 28 milioni), fonte dell’espansione dell’attività in nuove nicchie ma anche di un deciso cambio di passo nei prezzi, tale da ridurre il margine sulle vendite dal 28% del 2022 (perfettamente in media con gli altri operatori) al 19% del 2023.
    Ultima annotazione prima di addentrarci nei dati, con tabelle e ulteriori grafici, due aziende hanno ricevuto ulteriori contributi dai soci nel 2023, stiamo parlando di Vino.com (4 milioni) e Tannico (10 milioni).

    Le vendite dei principali ecommerce italiani sono state mediamente in calo nel 2023, a fronte di un ulteriore processo di normalizzazione. L’unica eccezione come dicevamo è Bernabei (+24% a 28 milioni), mentre per l’ecommerce B2C di Italian Wine Brands l’andamento è stato quasi stabile a 20 milioni. L’azienda più grande si conferma Tannico, che ha perso il 7% di fatturato a 65 milioni, seguita da Berbabei appunto, poi Vino.com che ha perso il 22% a 27 milioni. Più piccoline sono Callmewine, -16% a 14 milioni e Xtrawine, -20% a 9 milioni.
    I margini lordi sulle vendite sono rimasti stabili per Tannico (30%), Callmewine (26%) e Xtrawine (26%), calano al 19% per Bernabei mentre Vino.com è andata in direzione opposta, facendo crescere il margine al 35% a discapito delle vendite.
    In questo modo Vino.com ha ridotto le perdite da 6 a 2 milioni, mentre gli altri hanno subito perdite in crescita rispetto al 2022. Unica azienda non in perdita (non sappiamo IWB) è Bernabei.
    La gestione del magazzino è migliorata per Xtrawine (dal 23% al 18% sulle vendite) e Bernabei (dal 20% al 16%), mente si sono mantenute stabili per le altre aziende. Il “best in class” in questo senso è Vino.com che lavora con un magazzino su vendite inferiore al 10%.

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    Spagna – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2024

    Le esportazioni spagnole di vino nel primo semestre 2024 sono andate meglio di quanto ci eravamo immaginati in precedenza, mostrando un incremento del 3% sia in volume che in valore, rispettivamente a 10.8 milioni di ettolitri e 1.5 miliardi di euro. I dati sono quasi perfettamente sovrapponibili a quelli italiani (+2% volume e +3% valore) nel medesimo periodo anche se notiamo che il mix delle esportazioni spagnole è peggiorato nel periodo, con un incremento essenzialmente concentrato nella categoria dei vini sfusi (+15%), mentre si i vini fermi in bottiglia (-1%) che quelli spumanti (+1%) sono rimasti sostanzialmente invariati.
    Se ci dimentichiamo per un momento il “mix” concludiamo comunque che la Spagna nel primo semestre 2024 è andata meglio della media degli altri grandi paesi esportatori, per i quali abbiamo calcolato un volume esportato all’incirca stabile e un valore in calo del 2%, dopo un calo del 2% nel primo semestre 2023 (-5% su tutto il 2023).
    Passiamo a una breve analisi dei dati con tutte le tabelle e i grafici.

    Le esportazioni spagnole di vino nei primi 6 mesi 2024 totalizzano 1509 milioni di euro, di cui 907 di vini fermi in bottiglia (-1%), 232 milioni di spumanti (+1%) e ben 307 nelle altre categorie, con un incremento del 15%.
    In termini di volumi e andando ad analizzare i diversi mercati, ci sono grandi spostamenti all’interno del +3% riportato di 10784mila ettolitri. La Germania incrementa del 10% a 2.36 milioni di ettolitri, mentre calano del 6% quelle verso la Francia a 2.12 milioni, da sempre il principale mercato di esportazione. Tornano a crescere pesantemente le esportazioni verso l’Italia, a 1.26 milioni di ettolitri (+229%) dopo un anno il 2023 di forte calo. Scendono quelle verso il Portogallo a 800mila ettolitri, -36%.
    Se guardiamo al valore esportato per mercato, la Germania cresce del 9% a 203 milioni di euro e resta il principale mercato, seguito dagli USA a 163 milioni (-1%) e dal Regno Unito, -5% a 146 milioni di euro. La Francia è il quarto mercato per la Spagna, +2% a 136 milioni di euro.
    Nel segmento dei vini fermi in bottiglia, i primi 3 mercati, USA, Regno Unito e Germania sono tutti in calo, -1%, -9% e -3%, mentre cresce l’Olanda del 6% e poi calano sia Svizzera e Canada, -9% e -3%. Da notare una leggera ripresa della Cina, che però con 27 milioni è molto distante dai 50 milioni del semestre 2021.
    Negli spumanti, la stabilità del dato si deve al calo degli USA del 5% a 31 milioni e del Belgio, -2% a 26 milioni, oltre che della Germania, -12% a 22 milioni. Sono invece positivi i dati della Svezia, dove si nota una crescita costante negli anni, Regno Unito, Giappone, Paesi Bassi e Francia.
    Vi lascio alle tabelle di dettaglio che trovate qui sotto.

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primi 9 mesi 2024

    Un’estate tranquilla per il mercato del vino. Le vendite trimestrali nella GDO sono cresciute dell’1.3% a 727 milioni di euro, con una leggera differenza a favore degli spumanti e molte delle tendenze già viste nei trimestri precedenti: i vini rosati che crescono più dei bianchi, a loro volta meglio dei rossi e i vini IGT meglio dei DOC. Queste “divaricazioni” che vedete nei grafici sono partite all’inizio del 2022, forse quando siamo usciti dai problemi del Covid. Una novità che sembra piano piano imporsi è invece nei vini spumanti dove la corsa del Prosecco sembra essersi esaurita verso la fine del 2023 e cominciamo a vedere un andamento più positivo per gli spumanti metodo classico. Per chiudere e per non lasciare indietro niente: si beve sempre di meno: -2% nel terzo trimestre e -1.5% nei 9 mesi dell’anno. Se confrontato con il dato 2019, quindi pre-Covid, spendiamo a fine settembre 2024 il 15% in più e beviamo il 4% in meno, per un prezzo cresciuto del 20%.
    Passiamo in rassegna nel resto del post i principali dati con tutte le tabelle riassuntive per categoria.

    Le vendite al dettaglio di vino nella GDO nel terzo trimestre crescono dell’1% a 556 milioni per i vini fermi e del 2.2% a 163 milioni per gli spumanti. Lo Champagne, categoria separata, cresce del 9% a 6 milioni di euro. Nei 9 mesi i dati sono sovrapponibili: +1.5% per il totale, +1.2% per i vini fermi e +3% per gli spumanti.
    I volumi venduti sono come dicevamo in calo. Stiamo parlando dell’1.5-2% per un volume venduto di 1.73 milioni di litri nel trimestre e 5.3 milioni di litri nei 9 mesi.
    Rosati, bianchi e rossi dicevamo, +4.6%, +2% e -1% rispettivamente in un trimestre che forse avrebbe anche favorito i vini rossi visto il clima mite di luglio e settembre. Le percentuali sono quasi perfettamente sovrapponibili a quelle dei primi 9 mesi dell’anno e su questo periodo per la prima volta si sono bevuti più bianchi e rosati che non vini rossi (io provo a compensare però ho bisogno che qualcuno mi aiuti!).
    Negli spumanti, la novità da qualche tempo è il recupero dei metodo classico, +8% nel terzo trimestre e +7% nei 9 mesi, contro il +1.5% e +2.6% rispettivamente per gli Charmat secchi. Stiamo parlando di un rapporto 1:5 tra le due categorie ma certamente è un segnale che va nella direzione contraria rispetto a quello dei vini fermi dove gli IGT crescono più dei DOC, a sottolineare una moderazione del mix dei consumi degli italiani.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2024

    Le esportazioni di vino procedono a un ritmo altalenante: dopo due mesi negativi, in luglio il dato totale segna +10%, con un anomalo incremento dei vini fermi in bottiglia a +11%. La conclusione è comunque positiva, dato che parliamo di un dato positivo del 4% dall’inizio dell’anno. Dando una sbirciatina ai dati francesi (molto peggio dei nostri nei primi sei mesi), a luglio le esportazioni sono cresciute dell’11%, per poi ritracciare con un -9% in agosto, quando però i valori in gioco sono molto diversi.
    Seppure il dato non sia rilevante in termini assoluti, va rimarcato l’andamento recente molto negativo degli spumanti DOP ex Prosecco (-13% in luglio e -4% da inizio anno, contro il +10/11% che il Prosecco continua a mostrare), mentre dal punto di vista dei maggiori mercati, possiamo ben dire che luglio è stato un mese di “inversione” delle tendenze. I mercati più deboli negli scorsi mesi sono cresciuti molto, quelli che erano andati bene sono stati meno positivi.
    Bene, numerose tabelle sono incluse nel resto del post, con ulteriori grafici.

    Le esportazioni in luglio sono cresciute del 10% a 750 milioni, portando il saldo da fine anno a 4.64 miliardi, +4%. Il dato è determinato da un incremento dei volumi del 3% a 12.67 milioni di ettolitri per i 7 mesi, e di un miglioramento dell’1% del prezzo mix a 3.66 euro al litro. Nel mese di luglio (per quello che vale) la componente prezzo è stata del 6%, quella volume del 4%.
    I vini fermi con il rimbalzo di luglio si riportano a +3% da inizio anno, interamente attribuibile ai volumi, mentre per i vini spumanti la componente volume è a +11% (3.04 milioni di ettolitri), quindi il +7% da inizio anno (1.3 miliardi) corrisponde in realtà a un peggioramento del prezzo-mix del 3%, che si nota anche sul dato del Prosecco.
    Gli USA sono a +7% alla fine dei 7 mesi per 1123 milioni, la Germania è stabile a poco meno di 700 milioni mentre il Regno Unito cresce leggermente (+2%) a 464 milioni. Nonostante il rimbalzo di luglio (+16%), la Svizzera resta negativa del 3% da inizio anno a 228 milioni. Il Canada è il quinto mercato del nostro export, +2% a 211 milioni, mentre la Francia è in calo del 5% a 186 milioni.
    Negli vini fermi, soltanto gli USA sono in crescita (+8%) mentre il dato è stabile per Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera, sempre parlando dei 7 mesi. Negli spumanti USA, Regno Unito, Germania e Francia sono i primi 4 mercati e crescono tutti tra il 5% e l’8%, mentre fa specie il boom della Russia, ormai quinto mercato con un incremento del 69% rispetto allo scorso anno. La Cina resta debole: le spedizioni furono 59 milioni nel 2023 fino a luglio, sono scese a 50 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2024.

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