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    Naked Wines – risultati 2023/24

    Gli anni tumultuosi per Naked Wines non sono ancora finiti. Per chi di voi non la conoscesse Naked Wines è un ecommerce di vino con un modello di business un po’ particolare, atto a promuovere nuove cantine attraverso il meccanismo degli “angels” (ora circa 900mila) e delle sottoscrizioni, con circa 235 cantine (tutte alternative direi).
    Il ritorno del fondatore al timone ha fatto partire una forte cura dimagrante, con cambi di management e limite ai costi, il tutto per portare Naked Wines su una dimensione più piccola ma più sostenibile. Non si comperano più vini che magari non si vendono (e bisogna svalutare), le spese sono “cappate” a una % del fatturato e via dicendo. Quindi il risultato sono dati di vendite in calo (-18% nel 2023) destinate a scendere ancora nel 2024-25 (-7/-17% previsto), perdite nel conto economico essenzialmente dovute alle svalutazioni di magazzino e agli oneri per ristrutturare, ma una “chiusura dei rubinetti” per salvaguardare la cassa, che infatti nell’anno è cresciuta (da 10 a 19 milioni di sterline) grazie proprio alla gestione del capitale circolante.
    Dicevamo che il 2024-25 è un altro anno di purgatorio, visto che l’utile operativo è previsto di nuovo in negativo per colpa delle svalutazioni ma un altro anno di generazione di cassa (altri 10 milioni). Il mercato per ora non apprezza. L’azienda quota sulla borsa inglese a 40 milioni di sterline di valore di mercato (contro 290 milioni di vendite…).
    Qual è il problema? Oggi Naked Wines si sta ristrutturando, cosa succede quando la cura dimagrante è finita? Sarà ancora in grado di correre? Sarà questo modello di business, basato sui vini alternativi, ancora profittevole?
    Passiamo a una breve analisi dei dati.

    Le vendite sono calate del 18% a 290 milioni di sterline, di cui -23% negli USA a 129 milioni, -9% nel Regno Unito a 124 milioni e -20% in Australia a 37 milioni.
    In termini di contributo dalle tipologie di cliente, 24 milioni vengono dai nuovi clienti (su cui si perdono 23 milioni) e 267 milioni dai clienti esistenti, sui cui si fa un margine “lordo” di 65 milioni. Il tutto per un margine di contribuzione di 42 milioni, in forte calo dai 65 dell’anno scorso per colpa dei clienti esistenti. Questa “perdita” di 23 milioni si è solo in parte ribattuta in parte sull’utile operativo, calato da 17 a 5 milioni, grazie al forte taglio dei costi (peraltro esplosi negli ultimi anni!). Ci sono poi stati 17 milioni di svalutazioni e costi di ristrutturazione, che hanno portato il saldo a -12 milioni, contro -14 dell’anno precedente. Alla fine soprattutto per colpa degli oneri straordinari, il bilancio chiude con una perdita di 21 milioni (17 l’anno prima).
    La parte finanziaria va meglio. La cassa prima del debito IFRS16 cresce da 10 a 19 milioni, grazie a un calo del capitale circolante di 12 milioni, essenzialmente guidato dal magazzino, che passa da 166 a 145 milioni di euro.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Naked Wines – risultati 2022/23

    Sono in notevole ritardo on Naked Wines perchè il bilancio 2022-23 è stato rimandato ma soprattutto perché a novembre la società ha comunicato un forte peggioramento dell’attività, relativo taglio delle stime relative al 2023-24. Tutto ciò ha determinato la defenestrazione del CEO, sostituito dal fondatore e presidente dell’azienda. Già il bilancio che analizziamo oggi aveva mostrato delle crepe significative: vendite stagnanti a circa 350 milioni di sterline, forte rallentamento della crescita dei clienti esistenti (+3% contro +11% dell’anno scorso), minore investimento nell’arruolamento di nuovi clienti, significativo deterioramento del capitale circolante (aumento del magazzino) e svalutazione dell’avviamento e di parte del magazzino per circa 32 milioni di sterline. I risultati finali possono essere visti “come riportati”, con una perdita operativa di 14 milioni e una perdita netta di 17, oppure come “aggiustati” senza le partite straordinarie il che vedrebbe un utile operativo di 17 milioni contro i 2 dello scorso anno. La posizione finanziaria netta mette tutti d’accordo: la cassa scende da 40 a 10 milioni. Ma soprattutto mette tutti d’accordo l’annuncio scioccante di novembre (estratto in immagine nel post), che ha fatto saltare le carte in tavola nel consiglio di amministrazione: vendite previste in calo del 12-16% nel 2023-24 (rispetto a -8/12% precedente), con un -17% nel primo semestre chiuso a settembre, utile operativo aggiustato di 2-6 milioni rispetto a 8-12 precedente (e 17 dell’anno che commentiamo), cassa tra 0 e 15 milioni da 10-30 di prima e rispetto a 10 del 2022-23. Azioni colate a picco, l’azienda vale 26 milioni di sterline… quasi niente… qualche ulteriore commento nel resto del post.

    Le vendite sono state sostanzialmente stabili nel 2022-23 a 350 milioni più 3 milioni di altre vendite non ricorrenti, per un totale di 354 riportato. I clienti esistenti hanno fatto +3% comprese le altre vendite, ma sarebbero stati stabili altrimenti, il fatturato da nuovi clienti è calato del 20%.
    Gli USA, principale mercato, recuperano il 7% a 168 milioni, il RegnoUnito cala del 7% a 137 milioni e l’Australia è stabile da ormai un paio di anni a 46 milioni.
    Il miglioramento dei risultati “aggiustati” è essenzialmente legato al minore investimento nei nuovi clienti, che ovviamente genera perdite: erano 41 milioni nel 2021-22, sono 21 milioni nel 2022-23, e questo più che giustifica il miglioramento dell’utile operativo aggiustato da 2 a 17 milioni di euro. I costi generali sono saliti da 43 a 48 milioni e quindi hanno un impatto negativo, il margine di contribuzione dai clienti esistenti è stabile. Dai 17 milioni di utile operativo aggiusto ai 14 di perdita operativa riportata ballano come dicevamo 14 milioni di svalutazione del magazzino americano e 18 milioni di cancellazione di avviamento, entrambe “non cash” quindi senza implicazioni sulla cassa… ma si tratta di attività che scompaiono.
    La parte finanziaria è fortemente influenzata dal capitale circolante, dato che l’azienda non ha rilevanti investimenti (2 milioni). La cassa netta scende da 40 a 10 milioni, con un peggioramento del capitale circolante di oltre 30 milioni.

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    Naked Wines – risultati 2020/21

    Il modello di business di Naked Wines ha naturalmente trovato un habitat ideale nella crisi COVID, totalmente orientato all’ecommerce e anche con un prodotto forse più adatto al consumo a casa: non i brand “mainstream” ma prodotti interessanti di aziende vinicole nuove e spesso piccole. Quello che vi aspettate di vedere, e cioè una crescita tumultuosa delle vendite (68% per la precisione), c’è. Quello che forse non vi sareste aspettati è che nonostante questo balzo delle vendite… Naked Wines ancora non fa soldi… genera cassa principalmente con il capitale circolante ma ancora, a livello di profitti e perdite… siamo in perdita. Sarà pure il frutto delle perdite sui nuovi clienti, per i quali si incontra un “costo di acquisizione” già al netto del margine sulle vendite di 50 milioni di sterline, che sui 308mila nuovi clienti significa che ci hanno speso 163 sterline a testa… non poco. Comunque, è anche vero che il margine sui clienti esistenti è quasi raddoppiato e quindi se è vero che questi clienti restano a lungo connessi a Naked Wines significa che prima o poi dovranno fare i soldi. Come sempre bilancio splendidamente presentato, l’azienda in borsa ora vale 507 milioni di sterline, il che significa un multiplo di poco più di una volta il fatturato, una volta contata la cassa. Neanche tanto se i profitti veramente arriveranno… passiamo ai dati.

    Le vendite sono cresciute del 68% a 340 milioni di sterline, con un progresso del 63% delle vendite a clienti esistenti e un contributo di 56 milioni dai nuovi clienti (quasi il doppio del contributo dell’anno precedente). Dal punto di vista geografico, il fatturato cresce del 78% in USA a 162 milioni, del 66% nel Regno Unito a 133 milioni e del 42% in Australia a 46 milioni di euro.
    L’azienda è, prima degli oneri straordinari (che però ci sono sempre…) in pareggio. Questo pareggio deriva da tre componenti: il margine di contribuzione dei clienti esistenti, passato da 46 a 85 milioni di euro, la perdita sui nuovi clienti, 50 milioni come abbiamo detto (più che raddoppiati sui 23 dell’anno prima), e i costi generali fissi di 36 milioni (erano 24 nel 2020).
    Dal punto di vista finanziario, per chiudere, le cose vanno particolarmente bene, dato che il capitale circolante migliora, essendo il magazzino ben sotto controllo e crescendo la quota dei debiti verso le cantine fornitrici, mentre i clienti continuano a pagare immediatamente. La posizione finanziaria netta cresce da 55 a 85 milioni di euro e il capitale investito praticamente si annulla (18 milioni di euro).

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    Naked Wines – risultati 2019/20

    In questo inizio di weekend estivo parliamo di Naked Wines, che risorge dalle ceneri di Majestic Wine. Come forse ricorderete lo scorso anno abbiamo commentato il progetto di disfarsi della catena di negozi fisici per concentrarsi sull’ecommerce attraverso l’originale business model di Naked Wines, una specie di negozio online con abbonamento (20 sterline al mese) e con un assortimento quasi completamente alternativo acquistato nel 2015. Nella nuova configurazione Naked Wines ha un fatturato di circa 200 milioni di sterline (erano quasi 500 prima), un utile operativo in pareggio (prima ne guadagnava 15-20 all’anno) ma ha una posizione finanziaria molto migliorata (55 milioni di cassa) e cresce del 15% all’anno. Hanno fatto bene o male? Mah, a guardare l’andamento di borsa si direbbe di no. Ma ovviamente l’avvento del COVID ha cambiato completamente le carte in tavola. Naked Wines vince (crescita accelerata, costi unitari in calo per l’effetto scala), se fosse rimasta con i negozi fisici sarebbe stato un vero disastro. Secondo i dati presentati, nel mercato americano la quota online delle vendite al dettaglio di vino è cresciuta dal 5% pre-crisi al 20% del totale a metà Aprile.  Commentiamo brevemente i numeri.

    Le vendite 2019 (chiusura Marzo 2020) crescono del 14% a 203 milioni di sterline. A trainare la crescita è il mercato americano, +20% a 91 milioni (anche grazie al cambio), mentre il Regno Unito fa +11% (80 milioni) e l’Australia +3%. I clienti pre-esistenti hanno contribuito con 174 milioni di euro di vendite, quelli acquisiti nell’anno (a caro prezzo) 29 milioni di sterline.
    Va però detto che questo investimento nei nuovi clienti (che costa circa 10 milioni di sterline per fatturarne 29) ha un piano di rientro ben preciso sulla base degli acquisiti che questi clienti faranno negli anni futuri.
    A livello operativo le cose sono ovviamente cambiate in peggio, visto che pur in declino l’attività “fisica” generava margini positivi. L’attività è fondamentalmente in pareggio (1 milione di sterline in perdita, 3 milioni lo scorso anno). C’è un ulteriore aggiustamento che Naked Wine fa, togliendo il costo di acquisizione dei nuovi clienti: in questa ulteriore configurazione l’utile operativo sale a 10 milioni di sterline, il 5% dei 200 milioni di fatturato (o forse sarebbe meglio calcolarlo sul fatturato soltanto dei vecchi clienti? Ossia 174 milioni).
    La vendita dei negozi fisici ha consentito di cancellare il debito. Naked Wines ha oggi 55 milioni di sterline in cassa, contro 15 milioni di debito dello scorso anno.
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