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    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2020

    Fonte: inumeridelvino.it su dati UN Comtrade e OIV
    Ripropongo l’analisi del valore della produzione mondiale di vino che costruisco utilizzando i dati di produzione mondiale di vino di OIV e ISTAT e i prezzi medi di export del vino (su una media mobile triennale) dei dati doganali. Nel 2020 i due componenti del valore economico sono stati rispettivamente stabile (produzione) e in calo del 5% (prezzo medio di export). Siccome però usiamo una media mobile triennale per smussare la volatilità dei prezzi, questo “teorico” calo del 5% del valore della produzione non si percepisce, essendo compensato dall’incremento degli anni precedenti. Ad ogni modo, il dato finale è di un valore della produzione mondiale di vino calcolato ai prezzi di export di circa 82 miliardi di euro, contro 81 del 2019 e il record di 87 (secondo la nostra metologia di calcolo) del 2018, quando si verificò una vendemmia particolarmente favorevole. La Francia resta chiaramente il leader con una quota del mercato mondiale tra il 35% e il 40% (38% nel 2020), mentre l’Italia vale poco meno del 20% del mercato mondiale, per un valore della produzione di circa 15 miliardi di euro. Passiamo ad analizzare anche i dati delle altre nazioni.

    Se entriamo nel dettaglio dell’andamento dei prezzi, il dato puntuale del 2020 gioca a sfavore di tre nazioni incluse nell’analisi: Argentina (-29%), Germania (-20%) e USA (-12%). Se portato sulla media triennale, i paesi impattati sono Argentina e USA. Ricordiamo peraltro per gli Stati Uniti il dato di prezzo all’export è meno rilevante che per altri paesi vista la scarsa rilevanza delle esportazioni rispetto alla produzione nazionale.
    Ad ogni modo, guardando il risultato finale l’Italia esce bene da questa analisi dietro la Francia (31 miliardi di euro), forse più per le buone vendemmie degli ultimi anni che non per i prezzi, che ristagnano intorno a 300 euro per ettolitro dal 2018 a questa parte. Gli USA si confermano la terza forza mondiale nel vino con un valore di circa 8 miliardi di euro (che di nuovo, sottostima il valore reale) e poi viene la Spagna con 5.3 miliardi.
    Dietro questi quattro paesi c’è un salto rilevante, con un gruppo di paesi con 2-3 miliardi di euro di valore della produzione, con l’Argentina (in regresso), l’Australia (in regresso), la Germania (stabile) e il Cile (anch’esso con dati calanti).
    Diciamo che tra i paesi del nuovo mondo soltanto il Sud Africa sembra aver recuperato posizioni, grazie al progresso registrato nel prezzo medio di export. Sono invece meno positivi di quanto lo siano in termini di export in valuta locale i dati della Nuova Zelanda, la cui produzione annua ha un valore di poco più di un miliardo di euro.

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    Piemonte – produzione di vino e superfici vitate 2020 – dati ISTAT

    Fonte: ISTAT
    Nei dati produttivi del Piemonte, normalmente le cose interessanti stanno nei dettagli. Infatti, se si osservano esclusivamente i grandi numeri, anche per il 2020 diremmo che si tratta di una vendemmia quantitativamente poco sopra la norma e poco sopra il 2019, in entrambi i casi circa del 2%. Però da qualche anno a questa parte il vino piemontese si sta “spostando” ulteriormente verso la qualità, ma ancora all’interno di questa qualità si sta esponendo sempre di più verso i vini DOC rossi rispetto a quelli bianchi (che poi sono per una parte molto significativa, circa il 60%, Asti spumante e Moscato). Spero possiate apprezzarlo meglio con il grafico animato qui sopra (trovate il tasto replay). Bene, passiamo a qualche dettaglio, non prima di ricordarvi che tutti questi numeri sono a vostra disposizione in formato Google Sheet e quindi facilmente copia-incollabili nella sezione Solonumeri.

    La produzione di vino in Piemonte nel 2020 è stata di 2.57 milioni di ettolitri, secondi i dati preliminari di ISTAT. Si tratta di una vendemmia leggermente superiore alla media storica di 2.53 milioni di ettolitri e della produzione del 2019 che era perfettamente allineata. Dovessimo fare un confronto con la produzione nazionale diremmo che l’andamento anno su anno è leggermente migliore ma l’andamento rispetto alla media storica leggermente peggiore: in Italia il 2020 è stato il 9% sopra la media storica.
    Il Piemonte rappresenta soltanto il 5% della produzione di vino italiana, ma è molto più presente sui vini DOC, dove copre l’11% del totale, e soprattutto come abbiamo visto nei DOC rossi, dove arriva al 17%.
    Come vedete dai grafici, sono ormai tre anni che la produzione di vino rosso di qualità (dato che il vino IGT non esiste e quello da tavola è il 5-6% del totale) è salito da livelli di circa 1 milione di ettotri a 1.5 milioni, secondo i dati di dettaglio ISTAT. Dunque il vino DOC rosso ormai rappresenta il 57% della produzione piemontese a fronte del 37% del vino DOC bianco e del 6% di vini da tavola, anche qui principalmente rossi (4% contro 2%).
    Le superfici vitate sono riportate a 41770 ettari, contro 40990 dell’anno scorso. Su questo numero sono sempre un po’ restio a commentare dato che queste variazioni mi sembrano strane. Comunque, la base ampelografica sembra essersi da qualche anno stabilizzato dopo i cali registrati da ISTAT tra il 2012 e il 2015. Cuneo e Asti sono ovviamente le province più vitate con 14-15mila ettari, mentre sembrerebbe in recupero la zona del novarese, che comunque rappresenta una parte quantitativamente marginale (non qualitativamente) nel contesto regionale.

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    Puglia – produzione di vino e superfici vitate 2020 – dati ISTAT

    Fonte: ISTAT
    Per la terza volta consecutiva in tre anni il vino pugliese (mosto compreso) supera i 10 milioni di ettolitri secondo i dati preliminari ISTAT 2020. Si tratta di un numero largamente superiore alla media storica (7.8m/hl) che però sembra essere un dato quasi “sbagliato”. Comunque, spazzando via i dubbi, il vino pugliese è il 20% del vino italiano e addirittura il 40% di quello da tavola. Qui c’è il dato chiave, quello che ispira il grafico animato di apertura. La produzione regionale “aggiuntiva” rispetto al passato è nella categoria dei vini di bassa qualità e nel 2020 la quota di questi vini tocca il 75% della produzione totale, con un deciso balzo dei vini da tavola bianchi, che con 4.2 milioni di ettolitri stimati sono addirittura il 50% del totale italiano della categoria. Questo balzo porta anche per la prima volta nella storia recente del vino pugliese al sorpasso dei vini bianchi sui vini rossi. Bene, passiamo a qualche dettaglio, non prima di ricordarvi che tutti questi numeri sono a vostra disposizione in formato Google Sheet e quindi facilmente copia-incollabili nella sezione Solonumeri.

    La produzione di vino 2020 è stimata a 9.8 milioni di ettolitri, oltre a 0.8 milioni di mosto che porta il totale a 10.6 milioni. Il dato è sostanzialmente allineato con il 2019 ma come dicevamo sopra molto superiore alla media storica.
    La parte che si muove di più è quella dei vini bianchi e da tavola in particolare. Nel 2020, il vino bianco nel suo complesso cresce del 13% contro il calo del 12% del vino rosso e il bilanciamento storico si inverte con 5.2 m/hl contro 4.5m/hl.
    Non sono buoni nel 2020 i dati sulla produzione di vini DOC, con 0.65 m/hl la produzione cala del 3% ed è il 18% sotto la media storica. Idem per i vini IGT, che calano del 19% in produzione a 1.7 milioni di ettolitri e sono il 13% sotto la media storica.
    Il contrario succede per i vini da tavola, che raggiungono quota 7.3m/hl e sono addirittura del 74% sopra la media storica degli ultimi 10 anni, con la categoria dei bianchi che secondo ISTAT negli ultimi anni è addirittura raddoppiata, da 2.1 a 4.2 milioni di ettolitri.
    La base ampelografica pugliese è stimata in leggera crescita da ISTAT a 86570 ettari, il dato più elevato da qualche anno a questa parte. Foggia e Barletta-Andria-Trani sembrano le province dove si sono aggiunti la maggior parte dei 1200 ettari in più stimati per il 2020.
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    Sud Africa – produzione di vino e superfici vitate, aggiornamento 2019

    Fonte: SAWIS
    Il settore del vino sudafricano ha vissuto un anno decisamente strano nel 2019. I consumi interni sono calati vistosamente e così hanno fatto le esportazioni, mentre la produzione è rimasta su livelli piuttosto sostenuti, o comunque non ha seguito un andamento coerente. Si dovrebbe creare quindi una situazione di eccesso di offerta e, la crisi del 2020 potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Ad ogni modo i dati che presentiamo oggi ci indicano una produzione di circa 8.4 milioni di ettolitri per il 2019, con 3.9 milioni di consumo interno e 3.2 milioni di esportazione. Il vigneto è in calo leggero, con una crescente tendenza verso i vini bianchi. Come sapete se leggere queste pagine, il vitigno principale del paese è lo Chenin Blanc che rappresenta poco meno del 20% del totale, ma guardando i numeri è evidente che i sudafricani stanno puntando sempre più sul Sauvignon Blanc, in crescita in molte giurisdizioni. Bene, passiamo a commentare qualche numero in particolare.

    La produzione di vino 2019 del Sud Africa è stata di 8.4 milioni di ettolitri, +2% sul 2018 ma -8% rispetto alla media storica. Di questi, 5.7 milioni sono di vino bianco, +10% sul 2018 e del 3% sotto media, mentre il vino rosso ha subito un calo deciso a 2.7 milioni di ettolitri, -13% sul 2018 e 17% sotto media.
    I consumi interni sono calati anche loro del 7% nel 2019 sono stati l’8% sotto la media storica. Secondo Sawis, il calo più marcato è nei vini fortificati (-30%) mentre i vini fermi naturali sono giù del 6% circa.
    Le esportazioni sono crollate del 24% in volume nel 2019 a 3.2 milioni di ettolitri. Se sommiamo consumi e export arriviamo a 7.1 milioni di ettolitri, che lascerebbe un eccesso produttivo di oltre 1 milione di ettolitri. Come vedete dalla tabella sotto, il calo è stato molto importante per i vini rosati (-50%), mentre per bianchi e rossi siamo nell’ordine del -20%.
    I dati forse più interessanti sono quelli della base ampelografica, in costante e leggera discesa negli anni. Gli ettari vitati sono scesi da 93mila a 92mila ettari nel 2019, quindi -1% abbastanza equamente distribuito tra bianchi e rossi. Sono quasi stabili lo Chenin Blanc e lo Chardonnay, mentre cresce marginalmente il Sauvignon Blanc. Tra i rossi i cali più marcati sono relativi allo Shiraz e al Ruby Cabernet, mentre si mantiene poco sopra i 10mila ettari il Cabernet Sauvignon.
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    Veneto – produzione di vino e superfici vitate 2020 – dati ISTAT

    Fonte: banca dati ISTAT
    Il primo trimestre è generalmente il periodo più scarico per il blog dato che mancano ancora i dati del commercio mondiale dell’anno precedente e di solito non ci sono ancora i dati produttivi dell’anno precedente. Non è così quest’anno, visto che ISTAT ha messo in linea una base dati completa sulla produzione di vino che per quanto provvisoria non dovrebbe essere destinata ad avere grossi scossoni. Cominciamo quindi con i dati di produzione 2020 relativi al Veneto, la principale regione italiana con circa il 21% degli ettolitri di vino prodotti e il 14% della superficie vitata. Il Veneto rappresenta un po’ l’estremizzazione delle tendenze che abbiamo riassunto nel post nazionale: crescente sbilanciamento verso i vini bianchi (e qui lo spumante è particolarmente importante), calo di penetrazione dei vini IGT (qui solo a beneficio dei DOC e non dei vini comuni), una vendemmia 2020 più positiva di quanto non lo sia stato nel resto del paese, sia contro il 2019 che rispetto alla media storica. Passiamo quindi a un’analisi più dettagliata, ricordandovi come sempre che tutti i dati sono sin d’ora disponibili in formato “copia-incollabile” nella sezione Solonumeri.

    Il Veneto ha prodotto 10.8 m/hl di vino nel 2020, in crescita del 5% sul 2019 e il 16% sopra la media decennale. In realtà non si tratta del record storico, toccato secondo ISTAT nel 2018 con 12.9 m/hl.
    Tale produzione si sviluppa su una superficie vitata di 94mila ettari, secondo ISTAT cresciuta del 5% rispetto al 2018 (89300 ha) per una resa per ettaro invariata rispetto al 2019 di 147 quintali di uva per ettaro (110 in Italia).
    L’allargamento della forbice bianchi/rossi (giunta a un 81/19 contro il 68/32 di 10 anni fa) che vedete nel grafico animato si riscontra facilmente nel tabellone qui sopra. I vini bianchi sono stati 8.75m/hl nel 2020, +26% sulla media storica, mentre i vini rossi a 2.1m/hl sono il 13% sotto, sebbene entrambe le categorie siano in crescita del 5% sul 2019.
    Anche per DOC/IGT/Comuni vale il medesimo ragionamento. I dati sono coerenti anno su anno (tra +4% e +6%) ma ovviamente lo sbilancio tra i vini DOC, ormai il 78% del totale e i vini IGT (scesi da oltre il 35% di 10 anni fa al 18% attuale) è molto ben visibile.
    L’incrocio tra le due suddivisioni ci “spiega” come queste due tendenze si alimentano: nel segmento dei vini bianchi la produzione è per l’84% DOC e per il 13% IGT, mentre nei rossi troviamo numero più bilanciati, con il 55% DOC e 41% IGT. Quindi, più spinge il Prosecco e i vini bianchi, più il peso delle categorie qualitative si muove verso quella direzione.
    Vi allego anche i dati relativi alle province, su cui ogni tanto nutro qualche dubbio (soprattutto relativamente alle superfici vitate). Nel 2020 la produzione è cresciuta in modo importante nella provincia di Venezia (+21%), mentre le due province “chiave” per la produzione, Treviso e Verona sono a +2/3% contro il 2019.
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    Prosecco DOC – dati di produzione e vendita 2019/20

    Fonte: CONSORZIO DI TUTELA DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA PROSECCO
    Siamo al secondo appuntamento con I dati del Prosecco DOC che sono stati gentilmente forniti dal consorzio. Devo confessarvi che a fronte della dimensione del fenomeno (500 milioni di bottiglie prodotte nel 2020) il supporto informativo è molto scarno e alcuni dati sono difficili da far quadrare. Denominazioni nazionali (Conegliano per esempio) e internazionali (Cava, Champagne) producono dei rapporti annuali molto dettagliati . Ma torniamo ai nostri numeri . Secondo il consorzio l’imbottigliamento nel 2020 è cresciuto del 2.8%, dopo il 4.7% del 2019, quindi in graduale stabilizzazione. I dati consolidati del 2019 parlano di 486 milioni di bottiglie prodotte per un valore di 2.4 miliardi di euro di fatturato al consumo.
    Se prendiamo i dati pubblicati da ISTAT sulle esportazioni di prosecco totali nel 2019, quindi 1061 milioni di euro contro 921 del 2019, e gli togliamo le esportazioni 2019 di Conegliano Valdobbiadene (202 milioni contro 175 del 2018) arriviamo a 859 milioni nel 2019 contro 746 milioni nel 2019, +15%, con dentro ancora le esportazioni di Asolo Prosecco che però non dovrebbero cambiare il quadro di molto.
    Resta comunque un punto importante: il Prosecco DOC è lo spumante “internazionale” italiano insieme all’Asti, dato che il 78% delle bottiglie va all’estero (90% per l’Asti), contro il 44% del Conegliano Valdobbiadene e soltanto l’11% del Franciacorta (non ho dati sul Trento DOC purtroppo).
    Bene, passiamo a una breve analisi dei dati, coadiuvandola con qualche numero delle altre denominazioni chiave.

    Le vendite di Prosecco nel 2020 sono stimate a circa 500 milioni di bottiglie, contro 486 del 2019 (a cui poi si riferiscono tutte le statistiche prodotte dal Consorzio).
    Il consorzio stima che il 78% delle vendite 2019 è andato all’estero, quindi il 378 milioni di bottiglie per un valore al consumo di 1.9miliardi di euro (noi stimiamo circa 850 milioni di euro di esportazioni come riportate da ISTAT), contro 108 milioni di bottiglie e 530 milioni di euro per il mercato italiano. A tale proposito il consorzio ha precisato che il calcolo delle esportazioni contenuto nel rapporto include TUTTO il Prosecco (22041015 nei codici ISTAT, oltre ai vini frizzanti il frizzante da 22042106, moltiplicato per un coefficiente d’incidenza, in quanto vengono considerati tutti i frizzanti DOP).
    I dati relativi agli ettari (24450) sono gli stessi del rapporto 2018 e anche le percentuali di produzione sono simili con l’83.6% spumante, il 16.4% frizzante e lo 0.03% (?) tranquillo.
    Sul mercato italiano, si stima che il 58% sia distribuito tramite la grande distribuzione, il 32% sia distribuito nel canale Ho.Re.Ca. e solo l’1% sia in distribuzione diretta. Trovate un interessante grafico che mette in relazione la diversa distribuzione rispetto al Conegliano Valdobbiadene, decisamente più spostato su Horeca, ingrosso e vendita diretta.
    Secondo il Consorzio, le vendite estere sono per il 70% in Europa, il 24% in Nord America e per il 6% nel resto del mondo.

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    La produzione di vino in Italia nel 2020 – dati provvisori ISTAT

    Fonte: banca dati ISTAT
    Anche quest’anno ISTAT ha pubblicato nella banca dati la serie completa dei numeri sulla produzione di vino in Italia nel 2019. Anche se non è specificato che si tratta di un dato ancora stimato, dobbiamo aspettarci che questi numeri subiscano una piccola stabilizzazione nei prossimi mesi, e quindi li chiamiamo “provvisori” per il momento. In realtà non mi immagino grosse variazioni, soprattutto nella lettura dei numeri che si riassume in due o tre punti: primo, una produzione stabile rispetto al 2019 a sfiorare 50 milioni di ettolitri, più abbondante al nord che al sud; secondo, i vini bianchi prendono sempre più piede e sono ora il 57% del vino italiano, come potete ben apprezzare dal primo grafico animato; terzo, continua il calo del vini IGT, scesi nel giro di pochi anni dal 33% al 23% della produzione totale (secondo grafico animato, all’interno del post), sostituiti in parte dai vini DOC/DOCG, ma anche dai vini da tavola. A livello regionale e restando sulle regioni più importanti, vanno menzionati i buoni dati (rispetto alla media decennale) delle due regioni più importanti per il vino italiano, Veneto e Puglia, mentre sono largamente sotto la media storica (e l’anno scorso) i dati pubblicati relativamente alla Sicilia. Passiamo a un’analisi più dettagliata nel resto del post.Dimenticavo: tutti i dati sono sin d’ora disponibili nella sezione Solonumeri.

    Secondo i primi dati ISTAT la produzione di vino in Italia nel 2020 è stata stabile nel suo complesso rispetto al 2019 a 49.9 milioni di ettolitri e del 9% sopra la media decennale (45.6).
    Il dato si compone di un incremento del 2% dei vini bianchi (+18% sulla media storica) e di un calo del 3% dei vini rossi (in linea con la media), rispettivamente a 28.6 e 21.3 milioni di ettolitri.
    Dal punto di vista delle categorie qualitative, nel 2020 si assiste a un leggero spostamento verso i vini da tavola, +3% a 16.5 m/hl rispetto al calo dell’1% dei vini DOC (21.7 m/hl) e del 2% dei vini IGT (11.6 m/hl). Quando confrontati con la media degli ultimi 10 anni, i vini DOC e i vini comuni sono il 20% sopra la media, quelli IGT il 15% sotto.
    Anche se la vendemmia confrontata al 2019 vede un dato migliore al Nord che al Sud, i dati visti in base alle medie storiche sono da leggere diversamente. Infatti nel Mezzogiorno la produzione di 19.8 m/hl è in realtà del 12% sopra la media 2010-19, sebbene in calo anno su anno del 7%. Al Nord i 24.4 m/hl prodotti segnano invece un +7% sul 2019 e sono del 9% sopra la media. Quindi, resta il centro Italia dove la vendemmia 2020 è stata uguale sia al 2019 che alla media storica.
    La tabella delle regioni mette in luce forti volatilità per quelle piccole, ma anche qualche dato delle grandi balza all’occhio. Il Veneto resta la regione più produttiva (anche quella dove i bianchi con il Prosecco hanno la maggiore spinta) con 10.8 m/hl prodotti, +5% sul 2019 e ben il 16% sopra la media storica. La Puglia con 9.4 m/hl ha avuto una vendemmia stabile ma è del 40% sopra la media storica. Invece, nell’altro senso va sottolineata la bassa produzione in Sicilia (4.5 m/hl, -21% sul 2019 e il 10% sotto la media storica).
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    Germania – produzione vino e superfici vitate 2019

    Dopo un anno glorioso come lo è stato il 2018 per i volumi produttivi di vino, nel 2019 anche la Germania è rientrata nei ranghi e ha prodotto circa 8.2 milioni di ettolitri di vino, non soltanto -20% sul 2018 ma anche circa il 9% sotto la media degli ultimi anni. Continua il graduale spostamento verso i vini bianchi, visibile sia nei dati produttivi che nell’evoluzione del vigneto, del quale potete apprezzare una rappresentazione di lungo termine animata qui sopra, costruita sui dati che il German Wine Institute diligentemente pubblica (verso il mese di ottobre) sul suo sito. Il Riesling continua a guadagnare quote, ma crescono anche la produzione dei Pinot (Bianco e Grigio) e “dalle retrovie” cominciano ad apparire nelle statistiche lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc. Nei vitigni rossi, quasi tutto in calo salvo che per il Pinot Nero, che però non cresce. È il frutto del cambiamento “strutturale” del settore del vino, che vede una crescente consumo di vino bianco, più adatto ai nuovi stili di consumo e a preparazioni alimentari che sempre di più si stanno adattando a stili di vita più sedentari. Passiamo all’analisi dei dati.

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