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    Da Nord a Sud, la voce di alcuni Consorzi sulla vendemmia 2024

    E’ già tempo di vendemmia, in questo problematico 2024. Ecco allora una veloce carrellata delle situazioni vitivinicole di alcune regioni italiane. Riceviamo e rilanciamo (il grassetto è nostro, n.d.r.)ANTONIO RALLO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC SICILIA”Confermiamo le previsioni annunciate nei giorni precedenti l’avvio della vendemmia, in Sicilia la qualità delle uve è eccellente. La siccità e le temperature più elevate della media hanno generato un sostanziale anticipo dell’inizio della vendemmia. Si prospetta una notevole flessione della quantità prodotta (rispetto alla media dei 5 anni precedenti) che si attesterà sui moderati volumi dello scorso anno”.VITALIANO MACCARIO, PRESIDENTE DEL CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO“A livello quantitativo e qualitativo le aspettative per la vendemmia 2024 sono buone, non ci sono stati eventi particolarmente impattanti in quest’annata, fatto salvo un aumento della piovosità che ha intaccato tutto il Nord Italia. L’abbassamento delle temperature in corrispondenza dei mesi di fioritura ha ritardato leggermente la data di inizio vendemmia, che è prevista per le prime settimane di settembre per le uve a bacca bianca per poi passare alla raccolta di uve rosse verso la seconda metà del mese di settembre. Un ottimo risultato che possiamo confermare arrivi anche dall’oculato e corretto approccio delle nostre aziende dal punto di vista dei trattamenti fitosanitari”.MASSIMO SEPIACCI, PRESIDENTE DI UMBRIA TOP“La vendemmia 2024 in Umbria si prospetta buona per quantità e qualità. Del resto, la regione è caratterizzata da un clima continentale con influenze mediterranee: le estati calde e gli inverni freddi, insieme alle colline ben ventilate, creano condizioni ideali per la viticoltura. Sebbene le aree con terreno argilloso soffrano un po’ meno il caldo, rispetto alle aree con terreno sabbioso, la qualità delle uve sarà fortemente influenzata dalle condizioni climatiche estive, perché le piante potrebbero risentire, se dovesse continuare così, della siccità e del caldo che sta contraddistinguendo la stagione in corso. Come elemento a favore sulla resa qualitativa dell’annata in corso, lasciano sicuramente ben sperare l’assenza di elementi patogeni. Si confida quindi in qualche pioggia estiva, ma al momento non si prevede un anticipo sostanziale delle fasi di raccolta”.RAFFAELE LIBRANDI, PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA VINI DOC CIRÒ E MELISSAQuest’anno i produttori del Consorzio Cirò e Melissa sono fiduciosi per la buona riuscita della vendemmia 2024, in quanto lo stato fitosanitario dei vigneti è ottimo, non si sono sviluppate malattie che hanno intaccato il raccolto. Il lavoro di cura meticolosa portato avanti dai produttori nei mesi precedenti la raccolta per sopperire alla carenza idrica ha portato a risultati soddisfacenti.Rispetto allo scorso anno abbiamo iniziato con la vendemmia dei vitigni internazionali con un anticipo di quindici giorni, di conseguenza i grappoli sono leggermente più piccoli rispetto alla media; tuttavia, la quantità di uva è superiore al 2023 e ci aspettiamo un raccolto con alti standard qualitativi”. LEGGI TUTTO

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    Gli spumanti Trentodoc e l’effetto kokumi

    Kokumi è un termine giapponese che significa “ricco di sapore”, una caratteristica che una recente ricerca della Fondazione E.Mach (FEM) ha permesso di attribuire ai vini bianchi e agli spumanti Trentodoc. Si tratta di una nuova classe di composti naturali, finora inesplorati, che possono contribuire a modulare il sapore dei vini stessi. I risultati di questo studio sono stati presentati nei giorni scorsi a Davis, in California, nell’ambito della tredicesima edizione di “In Vino Analytica Scientia 2024”, il più importante convegno mondiale enologico che ogni due anni riunisce i migliori scienziati del settore da tutto il mondo. Quest’anno erano presenti oltre 150 delegati in rappresentanza di 15 paesi diversi.Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato ufficiale: (il grassetto è nostro, n.d.r)“Nei vini bianchi esiste un effetto “kokumi” (dal giapponese, koku – ricco e mi – sapore), ossia il vino contiene sostanze che, tramite l’interazione con una proteina recettore sensibile al calcio, sono in grado di conferire una maggiore gradevolezza al palato aumentandone il gusto percepito e la pienezza e complessità del sapore. Come si è arrivati a questa scoperta? Un team di ricercatori della FEM, in collaborazione con i colleghi delle Università di Parma e di Napoli Federico II, sono riusciti a mettere a punto un metodo per analizzare una classe di composti finora inesplorata nei vini, gli oligopeptidi. Con una nuova tecnica sviluppata nell’Unità di Metabolomica FEM, sono stati esplorati 15 campioni di Trentodoc di 5 diverse annate, quantificando ben 94 composti. Altre analisi, condotte a Parma e a Napoli, hanno confermato che questi composti sono in grado di modificare le proprietà sensoriali dei vini bianchi. Le analisi microbiologiche condotte in FEM hanno inoltre scoperto che i composti formati sono originati dai lieviti a partire dalle uve, e sono del tutto diversi rispetto a quelli che si producono fermentando altre matrici, ad esempio nel sidro o nella birra. Le analisi condotte su spumante Trentodoc riserva hanno confermato che questi stessi composti “kokumi” sono sempre presenti, in concentrazioni variabili. La qualificata platea ha accolto molto favorevolmente la nuova ipotesi esposta dal prof. Fulvio Mattivi (Fondazione Mach), cui è stato assegnato il prestigioso ruolo di avviare i lavori del convegno con la conferenza plenaria di apertura. Le scoperte esposte dal prof. Mattivi aprono la strada a future ricerche per comprendere e governare la formazione di queste sostanze naturali, capaci di impattare sul sapore del vino.Ma a Davis si è parlato anche dei problemi di invecchiamento dei vini; in particolare, sono stati esposti dalla dott.sa Silvia Carlin (Unità di Metabolomica, FEM) i risultati di una ricerca in cui si è simulato l’invecchiamento di vino spumante in condizioni “forzate” a temperature elevate, confrontando gli esiti con una conservazione naturale in una cantina professionale. La ricerca contribuisce a migliorare significativamente il potenziale predittivo dei test di invecchiamento accelerato, effettuati su vini spumanti giovani, al fine di selezionare i vini più adatti a produrre vini spumanti destinati ad un invecchiamento prolungato, le riserve. Infatti, anche sotto la pressione dei cambiamenti climatici, diventa difficile assicurarsi che una partita di vino base spumante abbia le caratteristiche per produrre uno spumante riserva, senza sviluppare nel tempo note indesiderabili, quali ad esempio le note sgradite da idrocarburi o da sapone di Marsiglia. Il metodo sviluppato in FEM è un’arma utile nel controllo di qualità, da oggi a disposizione dei produttori di vini riserva, per scegliere le partite da lavorare scartando quelle che potrebbero generare dei vini difettosi.Infine, sempre in relazione al possibile miglioramento delle tecnologie di cantina, la dott.sa Adelaide Gallo ha presentato i risultati della tesi di dottorato sviluppata presso la cantina sperimentale del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Mach, proponendo nuove soluzioni biotecnologiche utili alla stabilizzazione proteica dei vini in alternativa all’utilizzo della bentonite, con una notevole semplificazione delle pratiche di cantina; la nuova tecnologia si avvale dell’azione di enzimi endopeptidasici.” LEGGI TUTTO

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    Bottiglie di fascia media: dove costano di meno?

    Ubuy – app leader per lo shopping transfrontaliero – ha condotto di recente una ricerca che ha analizzato più di 50 Paesi produttori di vino, prendendo in esame 5 fattori: volume di produzione di vino, consumo pro capite, aree coltivate a vigneto, importazioni di vino e prezzo delle bottiglie di fascia media. Il punteggio composito è stato calcolato considerando questi cinque parametri per ogni Paese.Mettendo insieme questi fattori, la classifica vede al primo posto la Francia, con un punteggio composito di 88.09, seguita però dall’Italia (73.37). Considerato che produzione annua ed estensione dei vigneti sono fattori che cambiano abbastanza di frequente, è probabile che l’anno prossimo (se l‘indagine verrà ripetuta), il posizionamento sarà diverso.Terzo posto per la Spagna (67.65 di punteggio). Analizzando più da vicino questi risultati, vediamo come tra i primi dieci Paesi sui 50 analizzati – ovvero Francia, Italia, Spagna, Germania, Portogallo, USA, UK, Argentina, Cile, Cina – quello che offre il vino di fascia media più accessibile è l’Argentina: solo $ 4 a bottiglia. Il più caro lo troviamo negli USA ($ 15), seguita dalla Cina ($13.86) /, sia l’Argentina a offrire il vino di fascia media più accessibile: appena 4$ a bottiglia. Italia e Spagna condividono lo stesso prezzo medio a bottiglia (7,62 dollari), mentre la Germania parte da $ 6,52. Più economici i vini di fascia media del Portogallo: solo $5,44, inferiore perfino al prezzo di un vino di fascia media cileno ($5,52), mentre nel Regno Unito non si spende meno di $12 a bottiglia.I risultati dell’indagine si possono vedere qui. LEGGI TUTTO

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    “Tic-Toc – Il mondo del vino sta cambiando” : l’esperimento di Briziarelli

    “I giovani non bevono più il vino”, “No, bevono solo vini bio-qualcosa”, “No, bevono i vini di cui si parla sui social”, “Macchè, per fargli bere vino dev’essere no-alcol”. E via commentando. Insomma, la Gen Z, i Millennials, cosa bevono? Cosa gli piace?Ma perchè non chiederlo direttamente agli interessati?E’ quello che ha fatto le Cantine Briziarelli, una bella realtà vinicola di Bevagna (Umbria). Ha invitato un po’ di ragazzi e li ha lasciati giocare (diciamo così) con i vini in degustazione. Con risultati interessanti. Riportiamo dal comunicato ufficiale:“Cellulari su una mano e calici nell’altra. L’originale e primo evento-esperimento per capire se e come il mondo del vino stia cambiando, anche nei gusti, ha avuto i suoi primi effetti. Dall’Umbria, terra di vino, è partita una innovativa modalità per mettere a confronto i giovani della GenZ con le generazioni anagraficamente più “esperte” riguardo al consumo di vino.Alle Cantine Briziarelli di Bevagna si è infatti tenuta una “non” degustazione alla cieca, libera, dove gli oltre 70 partecipanti hanno potuto scegliere tra circa 30 etichette, con provenienza, tipologia e fascia di prezzo molto eterogenee, ed esprimere il loro giudizio tramite un’apposita applicazione. Quelli che alla fine sono emersi sono gusti che vanno verso vini più piacevoli, meno complessi ed impegnativi: più attenzione ai bianchi e in crescita l’apprezzamento per i rosati, con gradazioni alcoliche contenute, acidità spiccate e profumi primari ben in evidenza, prezzi rigorosamente sotto i 20 €. La preferenza insomma andava ai vini con sentori di frutta piacevoli, mai surmatura, e dove le ossidazioni e le note terziarie degli affinamenti in legno sono quasi totalmente assenti. Tra i GenZ il vino più apprezzato in assoluto (quattro a pari merito) e per ogni categoria: un Primitivo Pugliese, un Pecorino Abruzzese, un sangiovese toscano rosato, un Chianti DOCG.Tra i Millenial il vino più apprezzato in assoluto è stato un IGT Umbria Bianco, blend di Trebbiano Spoletino e Viogner, che è risultato essere anche il più apprezzato per categoria. A livello di prezzo, le valutazioni più positive hanno riguardato prodotti con prezzo retail inferiore a 20 € che la maggior parte dei partecipanti ha saputo correttamente posizionare come fascia di prezzo. Questo dato evidenzia che spesso il giudizio complessivo di un vino non è proporzionale al prezzo di mercato, e impone una riflessione ai produttori in merito a tecniche di produzione e posizionamento. Soprattutto pone un nuovo interrogativo: cosa vuol dire qualità per le nuove generazioni?Quanto alle gradazioni alcoliche, i vini con votazioni più elevate, si posizionano tra 12,5° e 13,5°. Parlando di varietà, le donne hanno dato la preferenza a vini frutto di blend tra Malvasia e Sauvignon Blanc, seguiti da quelli fatti con Trebbiano Spoletino e Viogner, e Sangiovese.Gli uomini hanno preferito il blend di Trebbiano Spoletino e Viogner, seguiti dai rossi Cabernet Sauvignon e Montepulciano.Dopo aver degustato, in modo casuale e non guidato, i partecipanti hanno risposto a un breve questionario tramite una App (realizzata da Astra srl) che consentiva di visualizzare in tempo reale il gradimento dei vari vini sullo schermo presente nella sala degustazione della cantina.“Un evento primo nel suo genere, almeno dalle esperienze che abbiamo sul territorio, che si è svolto con modalità informali e anche provocatorie – ha detto l’ amministratore delegato della Cantina, Alessandro Giannoni – Potrà essere ripetuto, visto che il campione statistico individuato, anche se significativo, non è estremamente ampio. Quindi uno dei prossimi obiettivi sarà quello di allargare in futuro l’esperimento e proseguire in questo percorso. Abbiamo voluto infatti mettere a confronto le caratteristiche di consumo di due generazioni distinte, raccogliendo così informazioni per andare a identificare dei trend suddividendoli tra le due fasce di età, perché troppo spesso si parla di consumo della Gen Z,  ma non è mai la stessa generazione che ne parla. Oggi chi esprime giudizi nel mondo enologico, appartiene per lo più a una fascia di età che a mio avviso non rispecchia i gusti delle generazioni più giovani, ed è anche questo uno dei motivi per cui i giovani tendono a consumare meno vino delle precedenti. Per noi produttori è obbligatorio ascoltare i più giovani e capire cosa si aspettano dal nostro prodotto”.Alla fine,  tipologia di vini più degustata è risultata essere dei bianchi (46% delle degustazioni totali), seguita da quella dei rossi (39%) e rosati (15%). LEGGI TUTTO

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    Fiocco …d’oro in casa Vinix: è nato Beersboard

    Conoscete Vinix? Certo che sì, dopo tutti questi anni non è certo (più) una novità questo social commerce dal basso capace di soddisfare la richiesta di risparmio degli appassionati di vino con l’esigenza di guadagno dei produttori, e senza provocare (eccessive) rivolte da parte degli intermediari di questi ultimi. Il tutto in un clima sufficientemente sciallo di generale amicizia e familiarità (che non guasta mai). Ma la’ fuori non ci sono solo wine lovers, perciò era solo questione di tempo prima che alla piattaforma dedicata ai vini (e a qualche altro prodotto artigianale accuratamente selezionato) se ne accostasse una riservata anche ai beer lovers. Ecco perciò Beersboard, un social commerce nuovo di zecca interamente dedicato alla birra artigianale, costola di Vinix (e integrato esso), ma dotato di vita propria. Beersboard non solo offre la possibilità di poter comprare in gruppo con gli amici con il sistema delle cordate con sconti scalari fino al 51% reale rispetto ai canali tradizionali – recita il comunicato stampa di lancio – ma eredita dalla piattaforma Vinix anche la parte social (pubblicazione di contenuti, amici, reactions, commenti, messaggistica) unendo le classiche funzionalità di un social network con quelle di un e-commerce innovativo, per dare vita al primo vero social commerce italiano della birra.La selezione dei birrifici artigianali parte da un primo zoccolo duro di una ventina di produttori scelti tra i migliori birrifici italiani a cui si aggiungeranno presto nuove realtà: “La selezione avviene con la medesima cura, regole e attenzioni che prestiamo per parte vino” spiega Filippo Ronco, il quarantottenne fondatore del nuovo spinoff, “non prendiamo per ora in considerazione beer-firm, ma solo birrifici dotati di propri impianti di produzione, rigorosamente entro i limiti di classificazione artigiana, scoviamo i migliori produttori di birra in giro per l’Italia e li rendiamo disponibili per l’acquisto in cordata”.Quando si presentò al grande pubblico per la prima volta (con Vinix, appunto), l’acquisto in cordata fu salutato – come spesso accade alle innovazioni – come una genialata (da un lato), un’inutile complicazione (dall’altro), o una moda che non avrebbe retto all’usura del tempo. A distanza di anni, Vinix è ancora qui, in ottima salute, e il fatto di aver addirittura figliato dimostra che quella corretta era la prima impressione: il social commerce dal basso era ed è la risposta a un modo di fare e-commerce che cerca di mettere d’accordo più esigenze anche antitetiche a volte, senza trascurare un ulteriore dettaglio (allora forse non così determinante, ma oggi decisamente vitale): l’attenzione ai costi ambientali. “ Quello dell’acquisto in cordata cè un sistema che è anche amico dell’ambiente: grazie alla collettizzazione infatti, tanti ordini di piccole dimensioni confluiscono in poche grandi spedizioni verso singoli capicordata geolocalizzati, dove poi avviene la distribuzione finale dell’ultimo miglio a cura degli stessi partecipanti. Questo contribuisce a ridurre drasticamente l’impatto da trasporto su gomma. Con questo sistema distributivo – che viaggia quasi esclusivamente su pallet – si azzerano le rotture e si evitano i voluminosi e costosi (anche in termini di riciclo) imballaggi antiurto. Un modello virtuoso che si muove al contrario rispetto ai principali player dell’e-commerce internazionale che ci stanno erroneamente portando a credere che il modello del “tutto e subito” non abbia un consistente costo economico, umano e sociale.”Il nuovo sistema è già operativo: info e contatti qui.

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    A ViniMilo 2023 intrecci di viti, vite e vini

    1990. Una coppia di coniugi – lui, Edoardo Ventimiglia, siciliano, documentarista a Roma, nipote del primo cameramen di Alfred Hitchcock, lei, Carla Benini, trentina, agronoma – dopo una vita trascorsa a fare altro, decidono per una svolta radicale. Con “un ettaro di vigneto, una casa scassata, 72 ettari di terra abbandonata per anni” gettano le basi di un’azienda vinicola, Sassotondo, in Mare.2023. in Sicilia, a Milo, dal 28 agosto al 1 settembre si festeggia ViniMilo, il più antico appuntamento dedicato ai vini della “Muntagna”. Una 43esima edizione che si annuncia particolarmente ricca e interessante, perché capace di legare ancora di più delle precedenti presente passato e futuro di uve e vini. Con l’aiuto di amici dai 4 angoli d’Italia.Riceviamo e volentieri rilanciamo: “ Alla luce delle tante storiche relazioni, anche famigliari, attivate in sinergia con molti produttori di Milo, l’az.Sassotondo si propone con il progetto “RITORNO- Un Etna Bianco Superiore per la Biodiversità Viticola” (dedicato a Edoardo Ventimiglia) la produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione di una serie limitata e numerata di bottiglie in formato magnum, stabilita anno per anno sulla base delle condizioni produttive, di Etna Bianco Superiore.L’utile di questa azione di solidarietà è destinato al sostegno delle azioni di ricerca per la salvaguardia e preservazione dei “Gioielli dell’Etna” ovvero dei vitigni storici locali a rischio estinzione.Questa attività di tutela e valorizzazione della Biodiversità Viticola dell’Etna è affidata all’associazione GRASPO, alla luce dei lavori di conservazione attivati in altri territori italiani e delle storiche azioni condivise di promozione con i tecnici dell’Associazione. Graspo provvederà, in sintonia con l’Università di Catania, ad individuare e attivare sul territorio etneo ed in particolare nel comune di Milo le competenze e le professionalità più adatte a collaborare con le Istituzioni preposte, con gli obiettivi di una valorizzazione del potenziale enologico di questi vitigni, sia in purezza che come elemento di valore insieme ad altri uvaggi già esistenti. Ogni anno VINIMILO sarà lo scenario ideale per testimoniare, vitigno dopo vitigno, il percorso fatto per la salvaguardia della Biodiversità Viticola dell’Etna”.Un progetto già attivo con l’Università di Catania e Proposta viniElisabetta Nicolosi con il gruppo di lavoro del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Università di Catania, il CREA sede di Acireale e l’IRVO ( Istituto regionale del vino e dell’olio con sede a Palermo) hanno da tempo avviato azioni di reperimento e caratterizzazione ampelografica, enologica e produttiva anche utilizzando i marcatori molecolari SSR e realizzando alcune microvinificazioni.“I vitigni gioiello dell’Etna”, detti anche “vitigni reliquia” sono piante rare, trovate nei tre diversi versanti del vulcano. Si tratta però di pochi ceppi, e quindi con alto indice di rischio di estinzione. Il lavoro di ricerca e caratterizzazione è iniziato nei primi anni del 2000, grazie all’azione dei ricercatori dell’Università di Catania e alla collaborazione di alcuni anziani viticoltori custodi. Tra i vitigni reperiti ritenuti oggi più interessanti troviamo il Terribile, lo Zzinèuru, il Virdisi, le due Madama bianca e nera, la Vispara, il Barbarossa e la Moscatella nera, oggi custoditi in un campo collezione dell’Università di Catania.Alcuni di questi vitigni per esempio sono stati ritrovatianche n ello storico vigneto in contrada Caselle dello stesso sindaco di Milo, Alfio Cosentino, dove accanto al Carricante ed alla Minnella bianca conserva gelosamente la Vispara dell’Etna. Si tratta di un vitigno che appartiene a una famiglia numerosa come quella delle Vespare, della quale fa parte anche la Visparola; quest’ultima di recente ha acquisito centralità, perchè le ultime indagini sull’origine del germoplasma viticolo italiano hanno dimostrato che nei secoli ha generato molti altri vitigni strategici (come il Sangiovese e la Vulpea) e lo stesso Carricante. Sembra che l’origine del suo nome sia dovuto al fatto che la sua ricchezza in zuccheri e la sua precocità la rendono particolarmente attraente per le vespe.Poiché per, se la ricerca non viene condivisa e diffusa, resta fine a se stessa, ecco che in questo progetto trova spazio anche un importante distributore come Proposta Vini, azienda creata da Gianpaolo Girardi e specializzata nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati od oli. E’ presente sul mercato, non solo italiano, da oltre un trentennio e rivolge una particolare attenzione ai produttori che realizzano i loro vini nel rispetto del mantenimento delle tradizioni produttive dei loro territori.Manifesto ufficiale e concreto di questa filosofia è il catalogo di proposta Vini che ogni anno diventa un affascinante viaggio alla (ri)scoperta della straordinaria ricchezza di biodiversità che caratterizza territori e aziende valorizzandoli con progetti coraggiosi e originali.Tra i più suggestivi quelli legati ai “Vini Estremi” realizzati in zone impervie a forte pendenza, o come i “Vini dell’Angelo” dedicati ai vitigni storici del Trentino, oggi coltivati e riproposti dalle aziende più sensibili al tema della biodiversità viticola. Sarà Proposta Vini a dare diffusione ai vini del progetto “Ritorno”: presentato ufficialmente all’ultimo Vinitaly, la realizzazione “liquida” del progetto, il suo primo Etna Bianco Superiore sarà in degustazione a Milo il 1 settembre. 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    Vendemmia 2023: annata difficile, ma qualità soddisfacente

    Una qualità delle uve in generale soddisfacente (ma non eccezionale), con complessive in leggero aumento rispetto al 2022 per i principali vitigni e areali produttivi (visto anche l’entrata in produzione di nuove superfici vitate), in un’annata caratterizzata da frequenti precipitazioni e da difficoltà di gestione dei vigneti a causa dello sviluppo di malattie fungine. Eventi grandinigeni particolarmente violenti hanno però causato in alcune zone perdite di prodotto.Circa l’inizio della vendemmia, a oggi si registra un ritardo di circa una settimana, perciò (in Veneto, almeno) i primi grappoli di Pinot grigio ne Chardonnay per le basi spumante non verranno staccati prima della prossima settimana. L’uva Glera del Prosecco verrà raccolta a partire dal 15 settembre seguita a ruota da Merlot (17) Corvina (20) e Garganega il 25 settembre. Queste in estrema sintesi le anticipazioni di Veneto Agricoltura, espresse durante il tradizionale focus pre-vendemmiale.Di seguito altri dati emersi durante la giornata, di cui si può trovare il resoconto completo qui.“Sempre di più – ha detto Nicola Dall’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, in apertura del focus – dovremo affrontare tematiche relative a eventi meteorologici estremi: si ripresenteranno annate siccitose come il 2022, o annate particolarmente piovose come quest’anno. Problema principale di questa annata sono state le malattie fungine, a cui i viticoltori hanno saputo rispondere bene, con ottimi risultati, grazie a trattamenti sempre più mirati e precisi. Per questo in Veneto si attendono rese produttive in leggero aumento, così come la produzione complessiva, anche per l’incremento delle superfici vitate.”I dati previsionali quanti-qualitativi della vendemmia 2023 che sono stati presentati agli operatori vitivinicoli hanno riguardato tre Paesi cardine della viticoltura europea e mondiale: Italia, Francia e Spagna, con focus particolare sul Veneto e un approfondimento sulle altre principali regioni italiane.I fattori comuni che hanno caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono stati le frequenti precipitazioni e una maggior presenza di malattie fungine, che hanno inciso certamente sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole, per un’annata che viene definita da più voci come “difficile”.Tuttavia, laddove queste problematiche sono state affrontate con professionalità ed efficacia, le rese produttive non dovrebbero subire particolari variazioni e, anzi, dovrebbero aumentare leggermente, mentre la qualità delle uve dovrebbe mantenersi su livelli buoni-ottimi.“Gli elementi che hanno caratterizzato l’annata finora sono stati l’instabilità climatica e le frequenti precipitazioni, anche a carattere grandigeno, e l’alta pressione delle malattie fungine, peronospora su tutti e in particolare nei vigneti a conduzione biologica” ha sottolineato Patrick Marcuzzo del Crea VE di Conegliano nel suo intervento, per poi entrare nel dettaglio dei dati raccolti da un panel di tecnici e agronomi delle più importanti cantine e produttori del Veneto.“Nelle aziende che applicano la difesa integrata, i danni causati dalla peronospora sono stati nell’ordine del -5/10% di perdita quantitativa, mentre nelle aziende che applicano il metodo di coltivazione biologica tali perdite sono state superiori, per lo più comprese tra il -10/20%. Superiore al 2022 anche l’incidenza di altre fitopatie come il mal dell’esca e la Botrite, mentre la Flavescenza Dorata ha avuto un incremento meno significativo. La grandine ha colpito duramente diversi areali produttivi, con perdite della produzione che hanno raggiunto anche il -20%”.Nonostante tutto, grazie a una maggiore fertilità delle gemme e un maggiore ingrossamento degli acini (grazie alla pioggia che quest’anno non è mancata, diversamente dal 2022), ci si attende un aumento delle rese produttive per la maggior parte delle varietà in tutte le province.Le previsioni di produzione perciò si aggirano sui 15,9 milioni di quintali di uva raccolta in Veneto, in crescita del +5/6%. La vendemmia invece avrà un ritardo di 5-10 giorni rispetto agli anni precedenti, a seconda delle varietà. LEGGI TUTTO

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    Dai viticoltori (altoatesini) ai viticoltori (tedeschi)

    Nelle scorse settimane un’ondata di maltempo di proporzioni e violenza inusitate ha colpito pesantemente alcune nazioni europee, provocando danni incalcolabili e decine di morti. In Germania, in particolare in Renania-Palatinato e Nordreno-Vestfalia, fiumi e torrenti sono esondati, travolgendo tutto ciò che hanno incontrato sul loro cammino. A distanza di tempo, si continua a far la conta dei disastri provocati da masse inarrestabili di fango e acqua. E nel mondo del vino scatta la macchina della solidarietà. Riceviamo e pubblichiamo: IL CONSORZIO VINI ALTO ADIGE AL FIANCO DEI VIGNAIOLI TEDESCHI COLPITI DALL’ESONDAZIONE DEL FIUME AHR“Per dare un fattivo contributo nell’affrontare l’emergenza, il Consorzio Vini Alto Adige ha supportato fin da subito l’iniziativa “SolidAHRität – Dai viticoltori per i viticoltori” a sostegno dei produttori colpiti.“Come Consorzio Vini Alto Adige abbiamo deciso di rispondere tempestivamente a questo appello pervenuto dai nostri amici tedeschi – dichiara Eduard Bernhart, Direttore del Consorzio – nella speranza che sia solo un primo gesto di solidarietà a cui seguiranno altre azioni concrete volte a dare sostegno ai molti produttori tedeschi colpiti da questa difficile situazione. Siamo orgogliosi nel riscontrare una così grande adesione da parte dei nostri soci che hanno donato un totale di 2.744 bottiglie di vino e spumante”.Stimando un valore medio di circa 65 euro per ogni cartone da 6 bottiglie donato, l’iniziativa “SolidAHRität – Dai viticoltori per i viticoltori” ha raccolto una somma potenziale pari a oltre 30.000 euro. Oltre a questa iniziativa, il Consorzio Vini Alto Adige ha dato un’ulteriore dimostrazione di intraprendenza e solidarietà nei confronti dei colleghi tedeschi.In collaborazione con il noto produttore italiano di trattori speciali da vigneto, Antonio Carraro, ha organizzato e attuato infatti un’azione di aiuto mirato per la tenuta vinicola H. J. Kreuzberg di Dernau, realtà che è stata gravemente danneggiati dall’inondazione. Per la ricostruzione, Antonio Carraro ha messo a disposizione un trattore in comodato d’uso per tutto il periodo di emergenza, mentre il Consorzio Vini Alto Adige ha donato un nuovo carrello elevatore e un argano.Entrambe le iniziative sono state sostenute dalla ditta di logistica e trasporti EMT di Caldaro, che ha inviato in Germania i cartoni di vino e i macchinari”. LEGGI TUTTO