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    Esportazioni di spumanti Italia – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Anche nel 2024 gli spumanti sono stati la “forza trainante” delle esportazioni italiane di vino, mettendo a segno una crescita a valore dell’8% (contro il 5% del totale) e dell’11% a volume (contro il +2% totale). Stiamo parlando di un contributo rilevante alla crescita ma anche ai valori in termini assoluti: i 2.4 miliardi di euro esportati nel 2024 sono il 29% del totale italiano, contro il 25% di 5 anni fa. All’interno della categoria, ovviamente spicca il Prosecco, che cresce a sua volta di un paio di punti in più della categoria, +10% a valore e +14% a volume nel 2024, superando il 75% in termini di peso sul totale degli spumanti. Se volessimo guardare i dati con un occhio un po’ più critico, noteremmo un leggero rallentamento in novembre e soprattutto dicembre (anche se pesa di meno degli altri mesi) e il contributo importante di due paesi, Russia e Stati Uniti. In quest’ultimo caso va rilevato che potrebbe verificarsi un fenomeno di “spedizioni anticipate” come risposta alla temuta introduzione di dazi sulle importazioni in USA.
    Bene detto questo passiamo all’analisi dei dati in dettaglio.

    Le esportazioni di spumante italiano crescono dell’8% a 2.39 miliardi di euro nel 2024, per un volume di 5.6 milioni di ettolitri, in crescita a sua volta dell’11%.
    A controbilanciare il calo dell’Asti (-2%) e degli altri spumanti DOP (-8%) per 166 e 87 milioni rispettivamente sono state la crescita del Prosecco, +10% a 1.82 miliardi di euro e degli altri spumanti (non DOP) che sono cresciuti dell’8% a 312 milioni di euro.
    Abbiamo anche riordinato la lista dei principali mercati che vede gli USA come principale importatore dei nostri spumanti, +15% a 568 miloni, per un volume in crescita del 18% a 1.22 milioni di ettolitri. Il secondo mercato è il Regno Unito, dove spediamo 1.06 milioni di ettolitri (+7%) per un valore di 426 milioni di euro (+4%). Questi due mercati fanno quindi un miliardo di euro e il 41% del totale esportato in valore.
    Il terzo mercato è la Germania, ma è molto meno significativo, con un incremento del 4% a 151 milioni di euro, poi vengono Francia e la Russia, che è balzata da 83 a 122 milioni di euro.
    Gli altri mercati con un andamento molto positivo sono senz’altro il Canada (+19%) e l’Austria (+22%), entrambi intorno a 65-70 milioni e al loro massimo storico e, incredibile ma vero, anche l’Ucraina, +36% a 35 milioni.
    Sono invece negativi i dati della Svizzera, -7% a 78 milioni, della Lettonia (-14% a 59 milioni) e di Polonia e Svezia, giù del 7% e 4% rispettivamente. Infine, giusto per intenderci, la Cina e l’India che qualche politico ha menzionato come mercati di grande prospettiva per il vino italiano non sono tra i primi 25 mercati elencati nella tabella…

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Sono sentimenti contrastanti quelli che si provano guardando ai dati del commercio estero di vino italiano. Da un lato, i dati confortanti del passato, il 2024, in cui il nostro export è cresciuto del 5% (8.1 miliardi di euro), meglio di quanto hanno fatto i nostri principali “concorrenti”, Francia (-2%) e Spagna (+3%). Dall’altro lato, le notizie funeste degli ultimi giorni con la minaccia americana di imporre dazi giganteschi sulle importazioni di alcol dall’Europa, che aprirebbero una voragine nelle esportazioni di vini italiani e francesi, essendo il primo mercato con un peso del 22-23% del valore totale. Timori che diventano terrore quando si ascoltano le dichiarazioni di alcuni politici che sventolando l’eccellenza dei prodotti italiani si dicono fiduciosi di poter rimpiazzare le potenziali mancate esportazioni in altri paesi… non siamo riusciti a costruire una posizione decente in Cina e India negli ultimi trent’anni, non mi sembra abbiamo trovato la ricetta magica per far cambiare repentinamente le cose.
    Al di là delle polemiche, entriamo nel dettaglio dei dati. Il Nord America, USA e Canada, emergono come i più importanti contributori del buon andamento del 2024, +10% e +15% rispettivamente. Fatti due calcoli, senza di loro le esportazioni (nel resto dei paesi) sarebbero cresciute del 2.5%.
    Leggendo i dati dell’ultimo trimestre (e parlando con qualche operatore del settore) emerge anche che negli ultimi mesi (e probabilmente in gennaio e febbraio 2025) chi esporta si sia premurato di spedire più merce possibile per anticipare la potenziale introduzione dei dazi. Le esportazioni verso gli USA sono cresciute del 15% nell’ultimo trimestre. Quindi, dazi o non dazi, ci potrebbe essere un ritracciamento nel corso del 2025. Staremo a vedere.
    Nel post trovate tutte le tabelle (con i primi 25 paesi di destinazione per volume e valore), ulteriori grafici e commenti.

    È tempo di bilanci. Dunque l’Italia ha esportato 8.1 miliardi di euro di vino nel 2024, +5%. Di questi, 5.3 miliardi sono di vino fermo in bottiglia, +4%, 2.4 miliardi sono di spumante (vedremo tra qualche giorno il dettaglio), +8% e i rimanenti 0.4 miliardi sono di vino sfuso, -2%.
    I volumi esportati sono di 21.8 miliardi di ettolitri, +2%, che pongono l’Italia come il primo esportatore mondiale per il terzo anno di seguito, dopo diversi anni in cui la Spagna era davanti. 5.6m/hl sono di spumante, +11%, 12m/hl sono di vino in bottiglia, +3%, 4.2m/hl sono di vino sfuso, -9%.
    Ne consegue un prezzo medio di esportazione apparente di 3.7 euro al litro, +3%, che si confronta con i 9 euro della Francia e i circa 2 euro della Spagna.
    L’andamento per mercato lo vedete nelle tabelle e anche nell’interessante grafico in testa al post dove mettendo tutti i paesi a “100” per le loro esportazioni pre-Covid, possiamo vedere dove stanno a fine 2024: il Canada è a 131 (quindi il 31% in più del 2019), gli USA a 126, Germania e Regno Unito a 111-112, la Svizzera a 108 e via dicendo.
    Nel dettaglio del 2024, gli USA con 1.94 miliardi sono davanti a tutti e crescono del 10%, poi la Germania a 1.2 miliardi è stabile, il Regno Unito a 850 milioni, anch’esso stabile, il Canada che diventa il quarto mercato, 448 milioni e +15% a discapito della Svizzera, -2% a 411 milioni.

    Vi lascio alle tabelle.

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    USA – importazioni di vino – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Le importazioni americane di vino del 2024 sono state poco più che stabili (+1.5%, 6.6 miliardi di euro) a fronte di un cambio con l’euro rimasto invariato (in media) a 1.08. In questo contesto, perde terreno la Francia, che a causa dell’andamento negativo dei suoi spumanti resta ferma sui livelli del 2023, guadagna terreno l’Italia proprio per l’esatta ragione opposta, ossia il buon andamento degli spumanti. Bisogna dire che gli spumanti francesi vengono da due anni eccezionali, 2021 e 2022, che hanno riportato dopo diversi anni il vino francese davanti a quello italiano (per valore), quindi leggerei questi dati piuttosto come “normalizzazione” che non come crisi dei prodotti d’oltralpe. L’osservazione di questi dati porta anche a una seconda considerazione sullla Francia: il volume è stato migliore del valore, anche negli spumanti. Ciò ci segnala che le importazioni dalla Francia sono state caratterizzate da un calo dei prezzi medi, del 7% per il totale e di più del 10% per gli spumanti, dove invece il vino italiano ha tenuto (e anzi migliorato nel segmento degli spumanti).
    Dietro l’Italia si conferma come terzo esportatore in USA la Nuova Zelanda, che però perde decisamente terreno, così come il vino australiano, mentre è stato un ottimo anno per il vino spagnolo, a dire il vero dopo un 2023 molto negativo. Italia e Spagna sono i paesi più vicini al record di esportazioni in USA, che è stato il 2022, quando gli USA importarono vino per 7.3 miliardi di euro: oggi siamo sotto del 10% circa. Quindi un anno così così ma pur sempre di gran lunga il principale mercato sia per noi italiani che per i francesi.
    Il post continua con tutte le tabelle e numeri commentati in dettaglio.

    Le importazioni USA di vino nel 2024 sono state 6565 milioni di euro, +1.5% sul 2023, a fronte un cambio EUR/USD sostanzialmente invariato in media. Di questi, 4636 milioni sono di vino fermo in bottiglia, +2.7%, 287 milioni sono di vino arrivato sfuso, -13% e 1642 milioni sono vini spumanti, +1% rispetto al 2023.
    La Francia e l’Italia sono gli assoluti dominatori, cumulativamente il 70% del totale. La Francia è andata leggermente peggio ma resta leader sia nei vini fermi (+4.5% a 1526 milioni, rispetto al +5% e 1500 milioni dell’Italia) che nei vini spumanti, dove però per il secondo anno scende (-7% a 836 milioni). L’Italia si sta avvicinando nel segmento degli spumanti, visto l’incremento dell’11% a 669 milioni di euro.
    Tirando le somme, gli USA hanno importato per 2383 milioni di euro dalla Francia e per 2193 milioni dall’Italia, +0.3% e +6.5% rispettivamente.
    I volumi importati sono invece stabili a 12.26 milioni di ettolitri, di cui 3.53 arrivano dall’Italia, +6%, 2 vengono dal Canada (che però è solo il decimo nell’import a valore), 1.78 dalla Francia (+7%), 1.1 dall’Australia (-20%) e 0.9 milioni dalla Nuova Zelanda (-11%).

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    Francia – esportazioni di vino 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Grazie a un colpo di coda nel mese di dicembre (+19%), la Francia è riuscita a limitare a poco più del 2% la contrazione delle sue esportazioni di vino (11.7 miliardi di euro) che altrimenti sarebbe stata nell’ordine del 4%. La ragione di questa accelerazione finale, ben visibile nel grafico sopra, è molto legato all’anticipo delle spedizioni verso gli USA, +22% in novembre e +118% in dicembre, certamente da attribuire al timore che vengano introdotti dei dazi. Quindi meglio spedire vino oggi piuttosto che rischiare di doverci pagare delle tasse aggiuntive domani. È la stessa cosa che sta capitando al nostro export. Nel post di un paio di giorni fa notavamo che l’export verso gli USA è cresciuto in novembre del 17%, un dato piuttosto coerente con quello francese. Chiaramente, più spedizioni oggi (re-stocking) significano meno spedizioni domani (de-stocking), quindi potremmo assistere a una apertura di 2025 difficile nel mercato.
    Ritornando ai numeri, il calo registrato nel 2024 è strettamente legato allo Champagne, -8% (-334 milioni) e in misura minore al Bordeaux, -4% (-87 milioni), mentre sono tornate a crescere le esportazioni di Borgogna. Meno Champagne significa minor prezzo medio, che infatti cala del 3% a fronte di volumi stabili.
    Grafici, tabelle e ulteriori commenti nel resto del post.

    Le esportazioni francesi di vino nel 2024 hanno mostrato una leggera flessione in valore rispetto al 2023, con un calo del 2,4% a 11,66 miliardi di euro. Tuttavia, il volume è aumentato dello 0,8% a 12,78 milioni di ettolitri, invertendo il trend negativo dell’anno precedente. Il prezzo medio è sceso del 3,1% a 912 euro/hl, pur rimanendo su livelli storicamente elevati.
    Lo Champagne ha registrato la performance più debole, con un calo dell’8% in valore a 3.86 miliardi di euro e del 9,7% in volume. Il prezzo medio è quindi aumentato dell’1.9% raggiungendo 3463 euro/hl.
    I vini di Bordeaux hanno visto una diminuzione del 4% in valore e del 4.5% in volume, mentre i vini di Borgogna hanno ripreso a crescere, +9% in valore e +8% in volume.
    Tutti gli altri vini nel 2024 sono rimasti stabili a fronte di un incremento del 2.6% dei volumi e di un calo del 2.3% del prezzo medio di esportazione.
    Come dicevamo, il secondo semestre è stato meglio del primo anche grazie all’accelerazione finale, ma non è stata sufficiente a “pareggiare il confronto con l’Italia che si appresta a chiudere il 2024 con un incremento tra il 4% e il 5%.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento novembre 2024

    Novembre è stato un mese leggermente positivo per le esportazioni italiane di vino, +2%, sospinto da un altro mese positivo per gli spumanti (+8%) e da un andamento sostanzialmente stabile per i vini fermi. Sommato ai dati dei mesi precedenti si arriva a 7.5 miliardi di euro e a un incremento del 5%, con una elevata probabilità di superare la soglia degli 8 miliardi di esportazioni (attualmente siamo a 8.1 miliardi assumendo un dicembre stabile rispetto all’anno scorso).
    I dati del mese sono ovviamente difficili da interpretare: per esempio l’incremento del 17% delle esportazioni verso gli USA è già sufficiente a giustificare l’incremento totale delle esportazioni. Verrebbe da domandarsi se una parte di questo incremento possa essere determinato dai timori per l’introduzione dei dazi sulle importazioni di vino, suggerendo dunque agli importatori di “fare scorta”. Novembre è poi stato un mese di forte controtendenza in Canada, dopo tanti mesi di recupero tanto da farlo diventare il quarto mercato per il vino italiano, superando la Svizzera. I dati degli spumanti continuano a migliorare nel segno del Prosecco e nel segno dei volumi.
    Tutte le tabelle e ulteriori commenti nel resto del post.

    Le esportazioni italiane di vino crescono del 5% a 7.5 miliardi di euro nei primi 11 mesi del 2024, dopo aver incluso il dato di novembre, +2% a 775 milioni di euro.
    I volumi esportati sono stati 20.2 milioni di ettolitri, +2%, il che determina un incremento del prezzo medio di esportazioni di circa il 2% a 3.7 euro al litro.
    La categoria dei vini fermi in bottiglia cresce del 4% a 4.9 miliardi negli 11 mesi con un valore stabile a 491 milioni in novembre. La Germania e il Regno Unito si confermano mercati difficili, in calo del 2% e 5% in Novembre e dell’1% sugli 11 mesi, mentre come accennavamo sopra il Canada, +13% sugli ultimi 12 mesi ha una battuta d’arresto con un -24% in novembre.
    Nel segmento degli spumanti, +8% sia sugli 11 mesi sia in novembre spicca ovviamente il Prosecco che cresce dell’11% sugli 11 mesi e dell’8% in novembre. Ormai il 76% delle nostre esportazioni di spumante in valore (75% in volume) sono di Prosecco. L’Asti cala del 3% sugli 11 mesi a 153 milioni, gli altri spumanti DOP sono a -11% per 80 milioni mentre tutto il resto della cagegoria (non DOP quindi) cresce del 9% a 290 milioni di euro.
    Negli spumanti, gli USA crescono del 29% nel mese e del 16% da inizio anno, il Regno Unito dell’8% in novembre e del 4% da inizio anno, la Germania fa +23% nel mese e +7% da inizio gennaio. Insomma tutti i principali mercati sono in salute e, in novembre, la categoria non è stata aiutata dalla Russia, rimasta stabile.
    Appuntamento a metà marzo con i dati finali dell’anno.

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    Giappone – importazioni di vino – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    I dati di UN Comtrade sul commercio estero 2024 stanno arrivando. Iniziamo oggi con il Giappone e le sue importazioni di vino. Come sapete, il Giappone è un mercato di assoluta importanza per l’Italia e nelle importazioni mondiali di spumanti, terzo dopo USA e UK e prima della Germania. Infatti, il segmento degli spumanti rappresenta storicamente il 35-40% delle sue importazioni di vino.
    Nel 2024 le importazioni giapponesi si sono stabilizzate in volume dopo il crollo del 2023, ma sono continuate a calare in valore, anche a causa delle minori importazioni di spumanti francesi. Con 1.5 miliardi di euro, registriamo quindi un -8%. Va detto, ma lo specifichiamo meglio nel resto del post, che la discesa è concentrata in due o tre paesi, ossia Francia, USA e Germania, mentre per l’Italia, il Cile e la Spagna, le cose sono andate decisamente meglio. Piccola annotazione: la Spagna ri-supera l’Italia negli spumanti in Giappone. Come vedete sopra, i dati sono disponibili sui tabelloni di Google Sheet nella divisione Solonumeri.
    Se continuate qui, trovate tutte le tabelle riassuntive, un’analisi più approfondita dei numeri e ulteriori grafici.

    Con 1.5 miliardi di euro, le importazioni di vino giapponesi sono calate dell’8%, con un livello molto simile a quello del 2019 (1.6 miliardi). I vini fermi in bottiglia sono in calo del 5% a 861 milioni di euro, quelli spumanti sono a -13% per 600 milioni di euro.
    In termini di volume, registriamo un incremento del 3% sul 2023, a 2.4 milioni di ettolitri, ma decisamente sotto i livelli da 2.7-2.9 milioni di ettolitri dell’epoca pre-Covid.
    La Francia continua a dominare il mercato anche se perde leggermente terreno, con 871 milioni di euro di esportazioni verso il Giappone, che sono il 57% del totale (60% l’anno scorso) e un calo dell’11%. In particolare, calano del 5% i vini fermi in bottiglia a 377 milioni, e del 16% a 492 milioni di euro quelle di spumante. Le quote di mercato dello spumante restano “bulgare”: 82% nel 2024 rispetto a 85% del 2023.
    L’Italia subisce un calo del 7% negli spumanti (39 milioni) e viene superata dalla Spagna, mentre è stabile nei vini fermi in bottiglia a 152 milioni di euro. Con un piccolo contributo dei vini sfusi l’anno chiude a 196 milioni di euro, -1%, seconda nazione nel mercato giapponese del vino (non producono molto loro…) e una quota di mercato in crescita dal 12% al 13%; c’è da notare: il livello più alto da 10 anni a questa parte.
    Dopo l’Italia c’è un altro “salto”, con il Cile a 133 milioni, stabile, la Spagna che rimbalza dell’8% a 111 milioni, gli USA che calano del 12% a 109.
    Se guardiamo ai volumi guida sempre il Cile con 630mila ettolitri esportati, +2%, poi viene la Francia (-6% a 525mila), la Spagna con 454mila ettolitri e un incremento del 10% e infine l’Italia, n.4, con 437mila ettolitri e un incremento dell’8%.

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    LVMH divisione vino – risultati 2024

    La divisione vino di LVMH ha archiviato un anno orribile. Le vendite sono calate dell’11% (8% in termini organici), l’utile operativo del 35%. Siamo tornati al 2019 circa come vendite e al 2015 come utili. Il Cognac è andato molto peggio che lo Champagne, sia per perdita di fatturato (-15% rispetto a -8%), ma anche in termini di perdita di margini, tanto che nel 2024 ha guadagnato di più la divisione Champagne/vini che non quella Cognac/spiriti, sia in termini assoluti che relativi. Il secondo semestre è stato anche peggio del primo per il Cognac, un po’ meno peggio per lo Champagne. Ovviamente, i mercati asiatici sono andati peggio di tutti gli altri.
    A guardare bene i dati, LVMH ha anche tagliato gli investimenti nel 2024 rispetto al passato e gli sono esplose le scorte di prodotti, con rilevanti svalutazioni di semilavorati, immaginiamo nel segmento del Cognac.
    Le prospettive non sono buone, soprattutto considerando il tenore solitamente positivo (per quanto mai quantitativo): leggere che bisogna affrontare il 2025 con pragmatismo e attenzione non è bello. A proposito, Moet & Chandon rimpiazzerà Ferrari nelle premiazioni delle gare di formula 1.
    Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata di numeri con tutti i grafici e tabelle allegate.

    Le vendite della divisione sono calate dell’11% a 5.9 miliardi di euro, di cui 3.2 miliardi di euro di Champagne e vini, a loro volta scese dell’8%. Se restringiamo il confronto al secondo semestre, il calo del fatturato è simile, -11% a 3.05 miliardi, ma nella divisione vino e Champagne le cose sono andate un po’ meglio, -5% a 1.8 miliardi di euro.
    I volumi venduti calano del 3% nel 2024, a sottolineare il forte peggioramento anche del prezzo-mix (-8%), a 225 milioni di bottiglie. Di queste, 62 milioni sono Champagne (-7%) e 61 milioni sono vini fermi (stabili). Nel secondo semestre le vendite in volume di Champagne si sono stabilizzate, -1% a 36 milioni, mentre sono calate del 12% quelle dei vini fermi a 30 milioni di bottiglie.
    I margini sono ovviamente in forte contrazione. L’utile operativo crolla da 2.1 a 1.4 miliardi di euro in totale, -36%, con una perdita di margine di quasi 9 punti percentuali, dal 32% al 23%. La divisione Champagne e vini cala di meno, da 1.1 a 766 milioni, -30%, con un margine che passa dal 32% al 24%. Il secondo semestre è stato “drammatico”, con un calo da 1063 milioni a 579 milioni, -45%, e la divisione vino in particolare calata da 618 a 415 milioni di euro.
    Quindi, fatti due conti oggi conta più lo Champagne/vino che il Cognac/spiriti, ribaltando le gerarchie storiche.
    Abbiamo accennato sopra agli investimenti, che sono calati da 538 a 332 milioni, con una quota del 5.7% del fatturato. Va detto che gli investimenti erano stati molto elevati nel 2023… ma comunque sono sotto la media storica del 6.5% circa.

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, aggiornamento 2024

    Con un ultimo trimestre in calo del 2%, le vendite di vino al dettaglio nella GDO Italiana chiudono l’anno poco più che stabili (+0.6%) a un valore di 3.05 miliardi di euro. Questo ci dicono i dati di Circana appena ricevuti (come sempre, grazie!). A rendere particolare questo ultimo trimestre è non soltanto un dato negativo in un trimestre così pesante come l’ultimo, ma anche il fatto che sono gli spumanti a determinare la maggior parte del calo, con un -5% sul 2023 (che a sua volta era stato circa stabile sul 2022).
    Ora, è difficile dire cosa c’è dietro questo andamento, anche perchè questo ultimo trimestre 2024 è stato disseminato di ponti e festività “allargate” che possono aver tenuto lontano gli acquirenti dai supermercati (e magari vediamo un dato positivo nel primo trimestre di “ricostruzione delle scorte”). L’ombra del nuovo codice della strada però secondo me c’è, dato che è entrato in vigore il 14 dicembre, quindi prima della settimana chiave per gli acquisti natalizi.
    Vedremo, per ora concentriamoci sui dati Circana, con numerosi grafici e tutte le tabelle riassuntive nel resto del post.

    Le vendite di vino nella GDO Italiana sono calate dell’1.9% a 910 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno, a fronte di un calo dello 0.5% dei vini fermi a 648 milioni e del 5% dei vini spumanti a 240 milioni (a saldo, 23 miilioni di euro di Champagne, -5% anche loro).
    Il calo si compone di un -3% per i volumi (in questo caso abbastanza omogeneo tra le categorie) e un incremento dei prezzi dell’1%, che invece è molto più marcato nei vini fermi (+2.4%) che negli spumanti (-1.6%)..
    Il mercato 2024 chiude quindi a 3,050 milioni di euro, +0.6%, di cui 2.3 miliardi di vini fermi (+0.8%) e 692 milioni di spumanti italiani (+0.3%). Il volume venduto è pari a 7.3 milioni di ettolitri, in calo del 2% e ormai come vedete dai grafici del 5% sotto il livello pre-Covid del 2019.
    Nei vini fermi, continuano a progredire i vini IGT, +1% nel trimestre, contro i DOC e gli altri vini (-1%), mentre stranamente i bianchi (-1.5%) perdono terreno contro i rossi e i rosati (sostanzialmente stabili).
    Come avremo modo di vedere nel post sui prezzi alla produzione sono soprattutto i vini comuni a mostare un incremento di prezzo (+4%) rispetto ai vini DOC e IGT (+1-2%).
    Negli spumanti il trimestre è negativo in tutte le categorie, con gli Charmat Dolci in calo di oltre il 10% e gli altri spumanti a -3/4%.

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