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    Spagna – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2024

    Le esportazioni spagnole di vino nel primo semestre 2024 sono andate meglio di quanto ci eravamo immaginati in precedenza, mostrando un incremento del 3% sia in volume che in valore, rispettivamente a 10.8 milioni di ettolitri e 1.5 miliardi di euro. I dati sono quasi perfettamente sovrapponibili a quelli italiani (+2% volume e +3% valore) nel medesimo periodo anche se notiamo che il mix delle esportazioni spagnole è peggiorato nel periodo, con un incremento essenzialmente concentrato nella categoria dei vini sfusi (+15%), mentre si i vini fermi in bottiglia (-1%) che quelli spumanti (+1%) sono rimasti sostanzialmente invariati.
    Se ci dimentichiamo per un momento il “mix” concludiamo comunque che la Spagna nel primo semestre 2024 è andata meglio della media degli altri grandi paesi esportatori, per i quali abbiamo calcolato un volume esportato all’incirca stabile e un valore in calo del 2%, dopo un calo del 2% nel primo semestre 2023 (-5% su tutto il 2023).
    Passiamo a una breve analisi dei dati con tutte le tabelle e i grafici.

    Le esportazioni spagnole di vino nei primi 6 mesi 2024 totalizzano 1509 milioni di euro, di cui 907 di vini fermi in bottiglia (-1%), 232 milioni di spumanti (+1%) e ben 307 nelle altre categorie, con un incremento del 15%.
    In termini di volumi e andando ad analizzare i diversi mercati, ci sono grandi spostamenti all’interno del +3% riportato di 10784mila ettolitri. La Germania incrementa del 10% a 2.36 milioni di ettolitri, mentre calano del 6% quelle verso la Francia a 2.12 milioni, da sempre il principale mercato di esportazione. Tornano a crescere pesantemente le esportazioni verso l’Italia, a 1.26 milioni di ettolitri (+229%) dopo un anno il 2023 di forte calo. Scendono quelle verso il Portogallo a 800mila ettolitri, -36%.
    Se guardiamo al valore esportato per mercato, la Germania cresce del 9% a 203 milioni di euro e resta il principale mercato, seguito dagli USA a 163 milioni (-1%) e dal Regno Unito, -5% a 146 milioni di euro. La Francia è il quarto mercato per la Spagna, +2% a 136 milioni di euro.
    Nel segmento dei vini fermi in bottiglia, i primi 3 mercati, USA, Regno Unito e Germania sono tutti in calo, -1%, -9% e -3%, mentre cresce l’Olanda del 6% e poi calano sia Svizzera e Canada, -9% e -3%. Da notare una leggera ripresa della Cina, che però con 27 milioni è molto distante dai 50 milioni del semestre 2021.
    Negli spumanti, la stabilità del dato si deve al calo degli USA del 5% a 31 milioni e del Belgio, -2% a 26 milioni, oltre che della Germania, -12% a 22 milioni. Sono invece positivi i dati della Svezia, dove si nota una crescita costante negli anni, Regno Unito, Giappone, Paesi Bassi e Francia.
    Vi lascio alle tabelle di dettaglio che trovate qui sotto.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Lunelli (Ferrari)– risultati e analisi di bilancio 2023

    Le parole caute contenute nella relazione dell’anno scorso circa l’andamento del 2023 sono un buon punto di partenza per analizzare il bilancio di Lunelli. A dire il vero, l’anno si è chiuso con il risultato netto più elevato di sempre, 26 milioni di euro. Si tratta però di un risultato maturato “al di sotto dell’utile operativo”, quindi grazie al contributo dei proventi derivanti dal portafoglio di attività finanziarie. Se invece guardiamo l’andamento del “core business”, ossia gli spumanti Ferrari, Bisol, Tassoni, Surgiva e via dicendo ci troviamo davanti a un quadro meno positivo di quello del record 2022.
    Le vendite sono calate del 4% a 146 milioni di euro, l’EBITDA scende da 29 a 26 milioni di euro e l’utile operativo è influenzato anche da una svalutazione straordinaria, passando quindi da 13 a 6 milioni di euro. Leggendo il bilancio è evidente la volontà di investire nei marchi, mantenendone il posizionamento con azioni di marketing e soprattutto con la scelta di non cedere sui prezzi, eliminando anzi le promozioni. È anche evidente che il ritmo di crescita di Ferrari degli ultimi anni è forse stato troppo veloce e lo stop del 2023 (ricavi stabili) deriva non solo dalla necessità di normalizzare le scorte nella distribuzione ma dall’esigenza di far maturare i prodotti al punto giusto, senza affrettarne la vendita sul mercato. Anche l’inizio del 2024 (primo trimestre) è stato in contrazione.
    Bene, fatta questa premessa, ulteriori dettagli sui risultati consolidati e dei principali marchi sono nel resto del post.

    Le vendite calano del 4.4% a 146 milioni di euro, con un -4% per l’Italia a 118 milioni e un -6% per l’estero a 28 milioni.
    Ferrari ha un fatturato stabile di 102 milioni, con volumi in calo a circa 6 milioni di bottiglie. Le vendite di Bisol calano del 5% circa a 27.5 milioni di euro nonostante un calo dei volumi del 12%. Tassoni ha invece raggiunto il record di fatturato a 13 milioni (+8%) anche se i suoi risultati sono stati impattati dall’aumento del costo delle materie prime, per i quali era stato protetto nel 2022 dalle coperture. Surgiva ha fatturato 10 milioni, +18%, con 38 milioni di bottiglie vendute. Sono stati buoni anche i risultati delle Tenute Lunelli (6 milioni di fatturato, +10%, con 400mila bottiglie vendute).
    L’utile netto del gruppo è stato guidato dalle componenti non operative, con proventi finanziari di 17 milioni, contro i 5 del 2022, e rivalutazioni per 5 contro 1 del 2022. L’utile netto di Ferrari è stato invece in calo da 12 milioni a 9 milioni (anche influenzato dalle decisioni di finanziamento delle controllate), mentre quello di Bisol passa da un leggero utile a una perdita di 1 milione.
    A livello finanziario, il gruppo ha un debito netto di 44 milioni, in crescita rispetto ai 30, a fronte però di un portafoglio di partecipazioni di 111 milioni, di cui oltre 30 in aziende quotate in borsa. Nel corso del 2023, Lunelli ha investito 17 milioni di euro e ha pagato 6.5 milioni di dividendi ai soci, rispetto a 5 milioni pagati nel 2022.

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primi 9 mesi 2024

    Un’estate tranquilla per il mercato del vino. Le vendite trimestrali nella GDO sono cresciute dell’1.3% a 727 milioni di euro, con una leggera differenza a favore degli spumanti e molte delle tendenze già viste nei trimestri precedenti: i vini rosati che crescono più dei bianchi, a loro volta meglio dei rossi e i vini IGT meglio dei DOC. Queste “divaricazioni” che vedete nei grafici sono partite all’inizio del 2022, forse quando siamo usciti dai problemi del Covid. Una novità che sembra piano piano imporsi è invece nei vini spumanti dove la corsa del Prosecco sembra essersi esaurita verso la fine del 2023 e cominciamo a vedere un andamento più positivo per gli spumanti metodo classico. Per chiudere e per non lasciare indietro niente: si beve sempre di meno: -2% nel terzo trimestre e -1.5% nei 9 mesi dell’anno. Se confrontato con il dato 2019, quindi pre-Covid, spendiamo a fine settembre 2024 il 15% in più e beviamo il 4% in meno, per un prezzo cresciuto del 20%.
    Passiamo in rassegna nel resto del post i principali dati con tutte le tabelle riassuntive per categoria.

    Le vendite al dettaglio di vino nella GDO nel terzo trimestre crescono dell’1% a 556 milioni per i vini fermi e del 2.2% a 163 milioni per gli spumanti. Lo Champagne, categoria separata, cresce del 9% a 6 milioni di euro. Nei 9 mesi i dati sono sovrapponibili: +1.5% per il totale, +1.2% per i vini fermi e +3% per gli spumanti.
    I volumi venduti sono come dicevamo in calo. Stiamo parlando dell’1.5-2% per un volume venduto di 1.73 milioni di litri nel trimestre e 5.3 milioni di litri nei 9 mesi.
    Rosati, bianchi e rossi dicevamo, +4.6%, +2% e -1% rispettivamente in un trimestre che forse avrebbe anche favorito i vini rossi visto il clima mite di luglio e settembre. Le percentuali sono quasi perfettamente sovrapponibili a quelle dei primi 9 mesi dell’anno e su questo periodo per la prima volta si sono bevuti più bianchi e rosati che non vini rossi (io provo a compensare però ho bisogno che qualcuno mi aiuti!).
    Negli spumanti, la novità da qualche tempo è il recupero dei metodo classico, +8% nel terzo trimestre e +7% nei 9 mesi, contro il +1.5% e +2.6% rispettivamente per gli Charmat secchi. Stiamo parlando di un rapporto 1:5 tra le due categorie ma certamente è un segnale che va nella direzione contraria rispetto a quello dei vini fermi dove gli IGT crescono più dei DOC, a sottolineare una moderazione del mix dei consumi degli italiani.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2024

    Le esportazioni di vino procedono a un ritmo altalenante: dopo due mesi negativi, in luglio il dato totale segna +10%, con un anomalo incremento dei vini fermi in bottiglia a +11%. La conclusione è comunque positiva, dato che parliamo di un dato positivo del 4% dall’inizio dell’anno. Dando una sbirciatina ai dati francesi (molto peggio dei nostri nei primi sei mesi), a luglio le esportazioni sono cresciute dell’11%, per poi ritracciare con un -9% in agosto, quando però i valori in gioco sono molto diversi.
    Seppure il dato non sia rilevante in termini assoluti, va rimarcato l’andamento recente molto negativo degli spumanti DOP ex Prosecco (-13% in luglio e -4% da inizio anno, contro il +10/11% che il Prosecco continua a mostrare), mentre dal punto di vista dei maggiori mercati, possiamo ben dire che luglio è stato un mese di “inversione” delle tendenze. I mercati più deboli negli scorsi mesi sono cresciuti molto, quelli che erano andati bene sono stati meno positivi.
    Bene, numerose tabelle sono incluse nel resto del post, con ulteriori grafici.

    Le esportazioni in luglio sono cresciute del 10% a 750 milioni, portando il saldo da fine anno a 4.64 miliardi, +4%. Il dato è determinato da un incremento dei volumi del 3% a 12.67 milioni di ettolitri per i 7 mesi, e di un miglioramento dell’1% del prezzo mix a 3.66 euro al litro. Nel mese di luglio (per quello che vale) la componente prezzo è stata del 6%, quella volume del 4%.
    I vini fermi con il rimbalzo di luglio si riportano a +3% da inizio anno, interamente attribuibile ai volumi, mentre per i vini spumanti la componente volume è a +11% (3.04 milioni di ettolitri), quindi il +7% da inizio anno (1.3 miliardi) corrisponde in realtà a un peggioramento del prezzo-mix del 3%, che si nota anche sul dato del Prosecco.
    Gli USA sono a +7% alla fine dei 7 mesi per 1123 milioni, la Germania è stabile a poco meno di 700 milioni mentre il Regno Unito cresce leggermente (+2%) a 464 milioni. Nonostante il rimbalzo di luglio (+16%), la Svizzera resta negativa del 3% da inizio anno a 228 milioni. Il Canada è il quinto mercato del nostro export, +2% a 211 milioni, mentre la Francia è in calo del 5% a 186 milioni.
    Negli vini fermi, soltanto gli USA sono in crescita (+8%) mentre il dato è stabile per Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera, sempre parlando dei 7 mesi. Negli spumanti USA, Regno Unito, Germania e Francia sono i primi 4 mercati e crescono tutti tra il 5% e l’8%, mentre fa specie il boom della Russia, ormai quinto mercato con un incremento del 69% rispetto allo scorso anno. La Cina resta debole: le spedizioni furono 59 milioni nel 2023 fino a luglio, sono scese a 50 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2024.

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    Francia – esportazioni di vino – dati primo semestre 2024

    La Francia ha sofferto un pesante calo delle sue esportazioni di vino nel primo semestre, pari al 10% circa (5.46 miliardi di euro) ed essenzialmente concentrato nelle sue due principali aree vinicole, la Champagne e Bordeaux. Con una differenza tra le due denominazioni: mentre nel caso dello Champagne il calo è principalmente legato ai volumi, con una tenuta del prezzo medio (35.6 euro al litro!), che poi è il principale indicatore della “salute” del prodotto, nel caso di Bordeaux i prezzi sono calati del 7%, il che significa che la forte pressione inflazionistica vista nel 2022-23 non è stata sostenibile. Sono migliori i dati della Borgogna e del resto delle esportazioni. Possiamo quindi dire dati alla mano e guardando il grafico qui sopra che il +3% delle esportazioni italiane è in realtà un buon dato, che sarà purtroppo messo alla prova nei prossimi mesi dalla probabile pressione sui volumi. In luglio le esportazioni sono rimbalzate del 10%, limando il calo da inizio anno al 6.8%.
    Sugli ultimi 12 mesi a giugno 2024, fatte 100 le esportazioni italiane e francesi a luglio 2021, 3 anni fa, la Francia è a 111, l’Italia a 117. Visto sotto una lente diversa, le esportazioni francesi sono il 44% più alte di quelle italiane. A dicembre erano il 54% più alte, a giugno 2023 del 58%. Mediamente, dal 2010 a questa parte la Francia è stata il 55% sopra l’Italia. Siamo quindi in una buona posizione. Detto questo, passiamo a un’analisi più dettagliata con i grafici e la tabella riassuntiva.

    Le esportazioni francesi di vino calano del 10% a 5.46 miliardi di euro, con un -2.6% dei volumi a 6.33 milioni di ettolitri e un -7% del prezzo medio di export a 862 euro per ettolitro.
    Lo Champagne esporta per 1.6 miliardi di euro e cala del 17%, con un -18% del volume (460mila ettolitri) in un periodo poco significativo e una tenuta del prezzo medio.
    Bordeaux scende del 15% a 1.02 miliardi di euro, con un calo dell’8% dei volumi a 0.7 milioni di ettolitri e del 7% dei prezzi a 14.6 euro al litro.
    La Borgogna tiene botta a 725 milioni, grazie a un +2% dei volumi a 300mila ettolitri compensati da un calo del prezzo medio del 2.4% a 24.4 euro al litro.
    Infine, “tutto il resto”, forse la parte più comparabile all’Italia, cala del 3% a 2.07 miliardi di euro con volumi stabili a 4.9 milioni di ettolitri e un -3% del prezzo medio a 4.26 euro al litro.

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2024

    Le esportazioni di spumante Italiano continuano a crescere a un buon ritmo, +7%, per un valore di 1079 milioni nel primo semestre 2024, con un volume cresciuto ancora di più, +11%, ovvero 2.54 milioni di ettolitri. Si tratta ovviamente di dati relativi alla parte meno importante dell’anno per gli spumanti ma è comunque un dato positivo, soprattutto perché guidato in modo piuttosto omogeneo a livello geografico, con l’eccezione forse della Russia. Se “spacchettiamo” il miglioramento del primo semestre, circa 70 milioni di euro, 26 milioni arrivano da USA e UK, che sono il 40% del totale, altri 20 milioni vengono dal resto del mondo ex Russia, che rappresentano il 50% circa del totale e 24 milioni vengono dalla Russia. Ecco se volessimo dimenticarci della Russia, potremmo dire che la crescita invece del 7% sarebbe poco meno del 5%. Comunque, un dato tutto sommato positivo visto l’andamento negativo del trade mondiale di vino (stimiamo circa -3% sul primo semestre dell’anno). Passiamo ai commenti in dettaglio per paese e categoria di spumante, con le relative tabelle.

    Le esportazioni di spumante italiano crescono del 7% a 1079 milioni, Il Prosecco continua a “guidare” la crescita della categoria, con un dato semestrale di 826 milioni di euro e una crescita del 9%, che di fatto è tutto l’incremento della categoria. Infatti tutto il resto insieme è stabile a 253 milioni di euro.
    L’Asti spumante cala del 2% a 65 milioni di euro, con un andamento come al solito molto volatile per paese: Russia +31%, Lettonia e Regno Unito +16%, Germania -10%, Stati Uniti -25%. Russia e Lettonia insieme fanno 20 milioni, Germania, Stati Uniti e Regno Unito sono invece a 18 milioni nei primi 6 mesi dell’anno.
    Le esportazioni di spumante DOP ex Asti e Prosecco sono invece in calo più marcato, -8% a 44 milioni. Qui i dati dei principali paesi sono tutti negativi o molto negativi e sono compensati da un incremento nel resto del mondo. Per intenderci, USA, Svizzera, Giappone, Germania e Francia, quindi i 5 mercati principali che fanno il 50% del totale sono in calo del 23%, mentre il restante 50%, tutto il resto, è in crescita del 14%. Dovremmo tenere d’occhio questi dati.
    Passando al Prosecco, +9% in euro, +13% in volume, quindi abbassamento marcato (-3%) del prezzo medio di vendita. Qui la Russia ha un impatto importante, +84% a 33 milioni di euro, anche se il dato ex Russia in valore sarebbe stato comunque +7%. Che dire… sono quasi tutti segni positivi… finchè dura…

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento primo semestre 2024

    Con un secondo mese negativo in giugno (-5%), le esportazioni di vino italiano chiudono il semestre a +3%, per un valore di 3886 milioni di euro, con una crescita dei volumi del 2%, 10.6 milioni di ettolitri. Il dato positivo si giustifica soprattutto con le spedizioni al di fuori dei paesi principali (per intenderci “top-5” +2%, tutti gli altri +5%) e ovviamente dei vini spumanti sui vini fermi (spumanti +7%, vini fermi +2%). La considerazione più importante viene però guardando fuori dai nostri confini perché così facendo il dato italiano diventa molto più positivo. A fine giugno le esportazioni francesi calavano del 9.7% e tra i grandi esportatori mondiali soltanto l’Australia e gli USA nel semestre sono cresciuti di più (7% e 5% rispettivamente), la prima unicamente per la riapertura dei confini cinesi al loro prodotto. Dunque, le esportazioni sono andate bene dopotutto anche se l’uscita dal semestre con due mesi consecutivi negativi potrebbe mettere qualche dubbio relativamente a un possibile “ritardo” nel trend italiano rispetto a quello di altri paesi. Passiamo a un’analisi più dettagliata per paese e prodotto con tutti i grafici e le tabelle.

    Le esportazioni italiane di vino sono calate del 5% a giugno a 651 milioni, il che implica una chiusura di semestre a 3886 milioni, +3%. Sull’orizzonte di 12 mesi siamo a 7890 milioni, +1% su giugno 2023 e un centinaio di milioni sopra dicembre 2023.
    I vini fermi in bottiglia sono in crescita del 2% a 2.58 miliardi, i vini spumanti del 7% 1079 milioni e tutti gli altri prodotti sono in calo del 2% a 222 milioni. L’uscita del mese di giugno è negativa per tutti, -6% per i vini fermi, -2% per gli spumanti.
    I principali mercati sono sostanzialmente stabili o in leggera crescita (USA +5%, Germania +1%, Regno Unito +2%), salo la Svizzera che cala del 5% e il Canada stabile. Resta degno di nota l’incremento dell’80% delle esportazioni in Russia, che rappresentano nei 6 mesi il 3.1% del totale.
    Nel segmento del vino fermo in bottiglia sono negativi i dati della Germania (-2%), mentre sono allineati al dato globale quelli USA (+5%). Nel segmento degli spumanti, di cui parleremo nello specifico nei prossimi giorni, i dati sono positivi tra il +5% e il +8% in tutti i principali mercati (con l’eccezione della Russia +77%) e della Svizzera (-4%).
    Ultima annotazione sul prezzo-mix, che a fronte del volume in crescita del 2% è soltanto leggermente sopra (+1%) l’anno scorso. Nel semestre 3.65 euro al litro. Nel segmento dei vini fermi in bottiglia è stabile a 4.30, in quello degli spumanti è addirittura in calo del 3% a 4.25 euro. Un punto di attenzione per i prossimi mesi quando presumibilmente la spinta dei volumi verrà a mancare.

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    Guido Berlucchi – risultati 2023

    In un anno mediamente difficile per le aziende vinicole, Guido Berlucchi archivia il suo bilancio migliore di sempre. Le vendite sono cresciute del 4% nonostante un calo dei volume quantificato dall’azienda attorno al 5%, il che indica lo sforzo di spostare le vendite verso fasce di prezzo più elevate. Questo esercizio si vede molto bene, in senso positivo, sui margini e sui profitti in generale (13 milioni di EBITDA, margine al 23%), e in senso invece più negativo dal punto di vista finanziario, dato che è necessario tenere i prodotti più a lungo in maturazione e quindi investire nel magazzino. Proprio in questa differenza, utili eccellenti ma forte incremento del debito (da 32 a 53 milioni di euro), si sostanzia il bilancio 2023 di Berlucchi. Di certo, dopo gli anni pre-Covid in cui Berlucchi sembrava gestita “per la stabilità” e in qualche modo sacrificata alle operazioni finanziarie dei suoi azionisti (nel 2017-18 gli azionisti prelevarono 75 milioni di euro dall’azienda), troviamo oggi un’azienda che cresce e investe in maniera costante, senza aver subito contraccolpi dal rientro dall’era Covid. Bene, passiamo a un commento dei numeri con ulteriori grafici e tabelle.

    Le vendite sono cresciute del 4% a 54.4 milioni di euro, con un incremento del 3% in Italia a 51 milioni e del 14% all’estero a 3.4 milioni.
    I margini sono in forte miglioramento grazie al costo delle materie prime e, immaginiamo, al miglior mix di vendite, che sono scesi in maniera drastica non solo nel 2023 ma già nel 2022. Nel 2023 erano il 29% del fatturato contro il 34% del 2022 e il 40% del 2021. Per un riferimento storico l’azienda pre-Covid aveva un peso di questi costi del 30% delle vendite circa.
    Quindi i margini sono migliorati di circa 5 punti, essendo il costo del personale e i costi per i servizi essenzialmente in linea in % al fatturato. Il MOL cresce quindi a 13 milioni di euro, +29% e al 23% del fatturato, nuovo record considerato che Berlucchi girava intorno al 20% negli anni pre-Covid.
    L’utile operativo sale di conseguenza a 9.5 milioni e a livello di utile netto Berlucchi chiude a 7.1 milioni, +23%, dopo aver pagato tasse per il 28% di aliquota.
    La parte finanziaria gira “al contrario” a causa di un forte incremento del capitale circolante, con 15 miloni di crediti verso clienti aggiuntivi, 8 milioni di incremento del magazzino e investimenti piuttosto limitati ma in crescita negli ultimi 4-5 anni (siamo nel 2023 a 2.3 milioni). Ne risulta quindi un incremento del debito da 32 a 53 milioni, con un’ulteriore emissione di prestito obbligazionario (9 milioni). Come negli ultimi 4-5 anni, non sono stati pagati dividendi.

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