https://www.vinoway.com Mon, 03 Dec 2018 16:12:04 +0000 Joomla! – Open Source Content Management it-it https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/3930-chi-beve-vino-prima-dei-pasti-mangia-il-25-in-piu.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/3930-chi-beve-vino-prima-dei-pasti-mangia-il-25-in-piu.html
Per affrontare le…
Diversi soggetti si sono sottoposti al test effettuato dai ricercatori al quale è stato offerto loro un pranzo per vedere se il consumo di cibo cambiasse al consumo di alcool sia durante l’ aperitivo che durante il pranzo.
Nella prima ipotesi, i partecipanti hanno bevuto circa tre bicchieri di Cabernet Sauvignon 20 minuti prima dell’inizio del pasto mentre, nel caso di “co-ingestione”, i partecipanti hanno bevuto un bicchiere dello stesso vino durante il pasto.
E’ emerso che coloro i quali hanno bevuto il vino prima del pranzo, hanno mangiato il 25% in più rispetto alla normale porzione.
E’ il caso di prestare attenzione durante le feste se non si vuole iniziare il nuovo anno con chili in più.
Non va dimenticato, però, che il vino, in quantità moderata, ha .
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redazione@vinoway.com (Redazione di vinoway) vino e salute Wed, 17 Dec 2014 15:17:35 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1349-il-vino-e-la-gravidanza-una-vita-che-nasce-teme-l%E2%80%99alcol.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1349-il-vino-e-la-gravidanza-una-vita-che-nasce-teme-l%E2%80%99alcol.html
Il Vino è…
Proteggere la salute del bambino è una responsabilità della madre e un impegno della società, e comporta spesso delle rinunce da parte della mamma a protezione del feto.
Molte donne sono convinte, erroneamente, di consumare bevande alcoliche “moderatamente” ma poche sanno cosa si intende effettivamente per moderazione in riferimento all’organismo femminile e pochissime sono informate sulla cautela che si impone in gravidanza.
In gravidanza anche un consumo minimo di alcol può pregiudicare la salute e lo sviluppo del feto.
Nonostante l’esistenza di una precisa controindicazione che tutela la salute del bambino in Italia ancora oggi il 50-60% delle donne in gravidanza consuma bevande alcoliche (ISS).
È dimostrato che le donne che bevono abitualmente una o più volte al giorno presentano una maggior frequenza di aborti soprattutto durante il secondo trimestre di gravidanza. Ciò sarebbe imputabile ad un’azione tossica esercitata dall’alcol sul feto anche dopo assunzione di dosi modeste.
È quindi importante smettere di bere già durante il periodo in cui si programma la gravidanza. Infatti gli organi vitali, quali cuore, cervello, scheletro si formano durante i primi 10- 15 giorni dopo il concepimento. Spesso questo avviene prima di sapere che si è in gravidanza.
Uno studio congiunto, condotto dal Servizio di Statistica ed Epidemiologia dell’Azienda ULSS 9 di Treviso e dal Dipartimento Materno Infantile dell’Università di Trieste, ha dimostrato quanto segue.
L’alcol attraversa la placenta e arriva direttamente al feto ad una concentrazione praticamente equivalente a quella della madre che ha assunto la bevanda alcolica.
Il feto non è dotato di enzimi capaci di metabolizzare l’alcol e ne subisce gli effetti dannosi a livello cerebrale (generando ritardo mentale) e sui tessuti in via di formazione, interferendo sui normali processi di sviluppo fisico (provocando malformazioni), in maniera più o meno grave in funzione dei livelli di assunzione. Elevati livelli di consumo alcolico materno determinano, inoltre, carenze vitaminiche che hanno ripercussioni sullo sviluppo del nascituro.
I primi 3 mesi di gravidanza e l’ultimo trimestre sono i periodi più delicati e quelli in cui l’alcol determina i danni maggiori per il feto.
Il neonato, spesso prematuro, può presentare condizioni generali che variano dalla presentazioni di sintomi o disturbi definiti alcolici sino alla sindrome alcolica fetale, irreversibile e spesso progressiva, con:
– anomalie craniofacciali (tra cui microcefalia)
– disfunzioni del sistema nervoso centrale (iperattività, deficit di attenzione, ritardo mentale e disfunzioni dell’apprendimento)
– rallentamento della crescita
– epilessia
– scanalatura sottosviluppata fra naso ed labbro superiore
– difficoltà e scarsa abilità di socializzazione
– difficoltà di apprendimento
Difetti alla nascita alcol correlati sono assolutamente evitabili attraverso l’astensione totale del bere nel corso della gravidanza.
Se si intende programmare di avere un figlio o se si è in gravidanza la scelta migliore per la mamma e per il nascituro è di non consumare bevande alcoliche di qualunque genere.
Attualmente non si conosce la “curva del rischio” dell’esposizione all’alcol del feto, non si conosce la quantità “a rischio zero”, e dal punto di vista fisiopatologico è verosimile che questa quantità sia assimilabile allo zero. Se una donna vuole il “rischio zero” basta che dal concepimento alla fine dell’allattamento non beva alcolici: solo l’opzione “zero alcol” dà rischio zero.
Uno studio recente, condotto dall’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR di Roma, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Centro Alcologico della Regione Lazio, rivela che il vino rosso, grazie alle proprietà dei suoi composti, come i polifenoli e gli antociani, è in grado di limitare gli effetti tossici dell’alcol sul feto.
Dagli esperimenti condotti su cavie in gravidanza, sono emersi notevoli danni nell’ippocampo e nelle altre aree celebrali per i topi sottoposti a somministrazione di etanolo, mentre i danni si sono rivelati limitati e in molti casi addirittura nulli per quelli a cui è stato somministrato del vino rosso.
Sicuramente i risultati della ricerca non vogliono incoraggiare il consumo di vino durante la gravidanza e i medici rimangono molto cauti nell’autorizzare qualsiasi alcolico anche nel caso del vino rosso.
Lo studio spiegherebbe perché, nei Paesi dell’area mediterranea, dove è maggiore il consumo di vino rosso, la Sindrome Feto-Alcolica sia più rara rispetto ad altri Paesi industrializzati, dove il consumo di alcol in gravidanza si basa prevalentemente su altre bevande alcoliche.
Se una mamma beve due bicchieri di vino avrà probabilmente un piacevole senso di relax e nessun danno. Il feto invece avrà delle convulsioni, e a lungo termine gli effetti sul cervello del feto sono imprevedibili.
Sulla base di un criterio di precauzione, dal momento che le prove disponibili non consentono di stabilire un livello sicuro o non di rischio di assunzione di alcol, va ricordato che il consumo di alcol in gravidanza o durante l’allattamento deve essere assolutamente evitato.
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Fri, 07 Sep 2012 06:10:07 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1304-alcol-e-gravidanza-divieto-assoluto.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1304-alcol-e-gravidanza-divieto-assoluto.html
La bevanda più…
Intanto l’osannato elisir, il vino, fa parlare di sé dai tempi del cuneiforme. Però sono gli epidemiologi d’oltralpe a spiegare il perché giovi in risposta al French Paradox, ossia all’incidenza di malattie cardiovascolari in Francia, nonostante la dieta ricca in grassi saturi, sia pressoché pari a quella dei popoli dediti alla più salubre dieta mediterranea, imputandolo al suo consumo; ad avallarlo anche i dietologi americani che lo includono nella piramide alimentare a due bicchieri per volta, anzi, al giorno (300 ml per l’uomo e 150 ml per la donna, rispettivamente 40 e 20 gr di alcool). Ma che sia rosso per piacere! Infatti il limitarsi della formazione di coaguli e trombi è dovuta all’ alcol con l’interazione di alcune sostanze contenute in gran quantità nei vini rossi e dagli effetti antiossidanti. Un nome per tutti: il resveratrolo; si tratta di un fenolo non flavonoide contenuto solo nel rosso, che si trova anche nella buccia di uve prodotte da viti attaccate prevalentemente da Botrytis cinerea, stress idrici e virus.
Ci sono piante che ne producono quantità superiori alla vite ed è per ciò che questa fitoalexina oggi è un integratore dietetico, per quanto non se ne conoscano ancora gli effetti collaterali. Per quanto stimoli la produzione di colesterolo buono (HDL) e diminuisca l’ossidazione del colesterolo cattivo (LDL) non ce n’è abbastanza nelle quantità di vino raccomandate (bisognerebbe berne molto di più) e l’organismo tende a non trattenerlo. Insomma il vino fa bene soggettivamente e farebbe bene assumerlo nelle suddette quantità assieme a frutta e verdura. Però la salute non è solo un bene da ritrovare attraverso la scelta soggettiva di migliorare le proprie abitudini alimentari, non solo; essa un diritto che deve essere concesso al nascituro sin dalla gravidanza. Bere vino perché il resveratrolo è anche antiteratogeno è una contraddizione in termini perché contiene alcol, causa di aborto, malformazioni e della sindrome alcolica fetale. Il vino e l’alcol sono un’ingiuria alla vita nascente e al delicato concetto di essere madre.
Per il momento l’indicazione sull’effetto tossico dell’alcol è imposta, in certi paesi, solo sulle bottiglie di superalcolici, ma è necessario farlo per tutto ciò che è alcolico. Il vino nuoce alla gravidanza e all’allattamento e non bisogna sottovalutarne gli effetti solo perché il bambino abbia avuto la fortuna di nascere senza danni apparenti: turbe comportamentali, difficoltà di concentrazione e apprendimento non vengono respinte dalla placenta né disciolte dal latte materno.
Si ringrazia per la gentile concessione
mediterraneaonline.eu.
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seaswallow74@yahoo.it (Gaetano Cataldo) vino e salute Sat, 18 Aug 2012 07:00:15 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1300-vino-rosso-e-libido-femminile.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/1300-vino-rosso-e-libido-femminile.html
Terzo elemento della…
Il consumo di vino è un argomento sociale particolarmente controverso, ma è anche comune credere che possa in qualche modo migliorare la funzione erettile e aumentare la libido, rappresentando da secoli la principale fonte di massa per stimolare l’erotismo.
Ovidio, nell’Ars Amatoria, suggeriva di ricorrere al vino come alibi per compiere i primi approcci o preparare all’amore.
Oggi, il classico calice di vino rosso per “rompere il ghiaccio” ha successo soprattutto tra gli over 30 (7 italiani su 10 consumano vino). La capacità dell’alcol di suscitare desiderio, di rendere ben disposti al corteggiamento, di allontanare lo spettro di eventuali rischi o di far apparire più attraente il partner, potrebbero essere legate all’azione farmacologica dell’etanolo sul sistema nervoso centrale.
Il fascino legato a questa “leggenda” ha stimolato l’interesse di numerosi ricercatori che nel corso degli anni hanno realizzato studi volti a capire come utilizzare nel migliore dei modi la ricchezza di proprietà di questa preziosa bevanda, anche nell’amore.
I risultati delle ricerche sono molto interessanti: uno o due bicchieri al giorno di vino rosso sono associati a una maggiore salute e a un maggiore piacere sessuale. Il consumo moderato di vino rosso aumenta notevolmente il desiderio sessuale femminile. Pertanto, le proprietà del vino fanno di esso un potente afrodisiaco più di ogni altra bevanda.
Un’equipe di medici dell’Università di Firenze coordinato dal professor Nicola Mondaini, ha effettuato uno studio coinvolgendo 798 donne, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, tutte italiane, della regione del Chianti, in Toscana.
Suddivise in tre gruppi, in base al loro consumo abituale di vino rosso:
1. astemie
2. almeno un bicchiere al giorno
3. uno o due bicchieri al giorno
alle signore toscane è stato somministrato un questionario sull’indice di funzionalità sessuale femminile, un test basato su 19 domande e ricavato da un adattamento in italiano del Female Sexual Function Index (FSFI). I risultati hanno evidenziato «che il vino ha un impatto sulle funzioni sessuali femminili, migliorandone la risposta e il piacere». I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Sexual Medicine.
Il vino rosso sensibilizza e stimola il desiderio sessuale delle donne. Dopo aver bevuto un bicchiere di vino rosso, nella donna si instaura un maggior afflusso di sangue nelle zone erogene, dovuto alla presenza, nel vino rosso, di alcune sostanze che ne fanno un vasodilatatore naturale.
L’effetto positivo del vino dipende principalmente dai polifenoli, il principale dei quali è il resveratrolo. Ciò che è molto importante è la dose di vino che si ingerisce. Infatti, se il quantitativo è superiore a quanto necessario, si ottiene l’effetto opposto, cioè una repentina diminuzione del desiderio sessuale.
Quindi, nonostante la ricerca abbia evidenziato la relazione tra il consumo di vino e il miglioramento dell’attività sessuale, sono gli stessi ricercatori che invitano al buon senso: bisogna bere il giusto, senza esagerare.
Il Prof. Mondaini ha precisato, inoltre, che le donne che sanno bere del buon vino rosso sono di norma quelle che sanno fare bene l’amore e ne sanno apprezzare il piacere.
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Mon, 13 Aug 2012 23:00:00 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/849-10-buoni-consigli-per-uscire-quasi-indenni-dai-cenoni.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/849-10-buoni-consigli-per-uscire-quasi-indenni-dai-cenoni.html
Tutto l’anno si…
La convivialità e l’aspetto sociale dei pranzi natalizi fa si che in media gli italiani durante questo periodo aumentano il proprio peso di circa un paio di chili.
Se ci limitassimo a mangiare tanto durante il cenone della vigilia e il giorno di Natale il problema non ci sarebbe, invece, ci lasciamo andare da metà dicembre a metà gennaio.
Da vari studi è emerso che ingeriamo 6000 calorie solo il 24 dicembre e non va meglio i giorni successivi tra avanzi da consumare e inviti vari!!.
D’altronde è impensabile rinunciare ai tradizionali cenoni delle feste natalizie, ma è possibile “limitare i danni” provocati dalla sovralimentazione riducendo l’uso di grassi in cucina e seguendo alcuni accorgimenti.
Una serie di dieci regole sono state proposte dagli esperti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, che svolge un’indagine permanente sugli errori nutrizionali e gli stili di vita cui partecipano 2300 dietisti, medici di base, medici specialisti e pediatri, guidati da un autorevole Comitato Scientifico.
Non servono grandi rinunce, ecco le dieci regole da seguire:
1. Non far mai mancare sulla tavola natalizia abbondanti caraffe di acqua, naturale o frizzante; limitare il consumo di bibite e bevande alcoliche.
2. Se si deve preparare un soffritto, anziché usare burro od olio, è consigliabile far rosolare aglio e cipolla con vino bianco (l’alcool evapora con la cottura) o brodo sgrassato.
3. Preferire le cotture al vapore, alla piastra, alla griglia o al forno, evitando le fritture, consiglio valido per la preparazione di carne, pesce e verdure.
4. Condire utilizzando olio di oliva extravergine a crudo, dosandolo sempre con il cucchiaio anziché versandolo direttamente dalla bottiglia. Per limitare la quantità di olio necessaria, si possono utilizzare liberamente l’aceto (anche balsamico) o il limone.
5. Prediligere il pesce piuttosto che la carne, e scegliere ricette che prevedano l’utilizzo di verdure, alimenti integrali e legumi nella loro preparazione.
6. Non eccedere con i salumi, gli antipasti elaborati e i formaggi grassi, soprattutto nella preparazione dei piatti.
7. Limitare l’uso del sale per insaporire i piatti, cercando invece di esaltare il gusto naturale degli alimenti con spezie ed erbe aromatiche.
8. Al posto del dolce, si possono proporre colorate macedonie di frutta o sorbetti alla frutta a base d’acqua (senza panna né latte).
9. Non dimenticare di fare attività fisica, soprattutto aerobica, ricordando di spostarsi preferibilmente a piedi (utilizzando calzature antiscivolo se il terreno è ghiacciato!) e preferendo le scale al posto dell’ascensore.
10. È normale che durante le feste si provi il desiderio di mangiare cibi “proibiti”! Ecco una regola d’oro: meglio concedersi gli alimenti ipercalorici graditi solo durante la giornata di Natale e durante il pranzo o il cenone di Capodanno; durante tutte le altre giornate del periodo delle festività, è invece bene seguire un’alimentazione corretta, senza eccessi.
In pratica godetevi la cena del ventiquattro e il pranzo del venticinque mangiando tutto ciò che volete, cercate di mangiare lentamente facendo attenzione ad ogni sapore, la fretta e la distrazione limitano la soddisfazione, in tal modo mangerete meno e in modo naturale, senza imporvi privazioni.
Non arrivate affamati ai cenoni! Ricordate che mangiare poco e spesso promuove il dimagrimento, per quanto possa sembrare in apparenza strano, perché attiva una serie di processi metabolici che consentono di bruciare calorie.
Bevete molta acqua: bevuta prima e durante i pasti, infatti, l’acqua ha un grande effetto saziante e aiuta a non esagerare con il cibo.
Masticate a lungo e con calma, annusando e godendosi il cibo con tutti i sensi, non solo con il gusto, ma anche con la vista e l’olfatto. Ci si sazierà prima e in maniera più completa e soddisfacente, non solo perché si sarà fisicamente riempita la pancia.
Nei lauti pasti e nel pranzo di Natale non dimenticare il consumo di fibre con i legumi e la verdura magari intercalandola tra una portata e l’altra, quindi via libera a grosse insalate, lenticchie, pinzimonio di verdura cruda se possibile invece del classico pane bianco consumiamo del pane ricco in fibre ai cereali, di farro integrale, per altro più ricco di acqua del pane comune e con un maggiore potere saziante.
Dopo un pasto abbondante programmare almeno i due pasti successivi a base di riso magari del tipo integrale e di verdure, abbondando con i liquidi per favorire il processo depurativo dell’organismo.
Brindate pure, ma limitate l’alcool: arriviamo a ingerire tante calorie anche per il consumo smodato di alcolici.
Inoltre, può servire seguire, nei giorni successivi, una dieta che compensi in parte gli eccessi alimentari magari aiutandosi anche con tisane depurative e drenanti che facilitano l’eliminazione delle tossine.
Si consiglia, data anche la maggiore disponibilità di tempo nelle feste, di compiere quotidianamente un pò di movimento, come ad esempio fare delle camminate di circa un’ora di buon passo.
Se si pratica una leggera attività fisica ci si può permettere qualche peccato di gola in più senza correre il rischio di ingrassare.
Fare un pò di movimento anche solo su e giù per le scale a piedi invece di usare l’ascensore o una semplice passeggiata per dare un’occhiata alle vetrine e procedere ai vari acquisti natalizi può aiutare. Indispensabile è cercare di passeggiare almeno tutti i giorni per una mezz’oretta il che sarebbe un’abitudine da portare avanti per tutto l’anno visti i noti benefici che camminare porta da un punto di vista aerobico e psicologico.
Stare bene con il proprio fisico è sinonimo di stare bene con se stessi e questo predispone l’organismo a produrre sostanze endogene che influiscono favorevolmente sull’umore e sulla propria autostima inducendo, di conseguenza, benessere psicofisico.
Cifre da tenere a mente
Per agevolare il contenimento delle calorie ingerite può, inoltre, essere d’aiuto tenere bene a mente l’apporto energetico dei principali peccati di gola natalizi.
Ecco l’apporto energetico medio per 100 grammi dei principali dessert natalizi:
– torrone alla mandorla: 479 kcal
– torrone al cioccolato 500 kcal
– pandoro 400 kcal
– panettone 333 kcal
– cioccolato al latte con nocciole: 543 kcal
– 100 g di PAN FORTE 350 Kcal
– 100 g di PANETTONE 330 Kcal
– 100 g di PANETTONE farcito con crema alle nocciole 600 Kcal
– 100 g di PANDORO 430 Kcal
– 100 g di torrone alla mandorla 480 Kcal
– 100 g di fichi secchi 260 Kcal
– 100 g di fichi seccati e mandorlati 280 Kcal
– 100 g di noci secche 690 Kcal
– 100 g di datteri 250 Kcal
– Un flute di champagne o spumante 70 Kcal
– Una porzione di cotechino (2 fette) con le lenticchie (120 g di cotechino, 35 g di lenticchie secche, 2 cucchiaini di olio) 690 Kcal
– 100 g di lenticchie 290 Kcal
– 100 g di anguilla 240 Kcal
– Un bicchiere di vino (150m1) 100 Kcal
– Una porzione di frutta secca (3 noci o 3 fichi o 4 datteri o 10 arachidi) 120 Kcal
– 100 g di Uva 70 Kcal
E non dimenticate il capitolo alcolici. Lo spumante contiene circa 87
calorie per 100 grammi (mezzo bicchiere circa), e il conto sale di molto
se si aggiungono i superalcolici.
Non lasciate che vi rubino i sogni. Seguite il vostro cuore, accada quel che accada. J. Canfield
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Fri, 23 Dec 2011 07:00:51 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/785-le-donne-e-il-vino.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/785-le-donne-e-il-vino.html
Sono sempre più…
Nell’immaginazione collettiva la donna preferisce bere solo vini dolci, leggeri e preferibilmente bianchi, in realtà si è visto che la donna di oggi apprezza e riconosce il buon vino e, al contrario di quello che comunemente si pensa, la donna ama particolarmente i vini fermi e secchi, i vini rossi, i vini maturi e strutturati.
Molti igienisti, biologi e medici considerano il vino un efficace complemento della dieta: il vino sano e genuino è un alimento, agisce da catalizzatore dell’assorbimento dei cibi ed è un corroborante. Inoltre è immaginabile la nostra dieta mediterranea senza un bicchiere di buon vino.
L’alcool in giusta dose rappresenta un antidoto ai processi di decalcificazione senile e favorisce l’eliminazione delle scorie tossiche dai tessuti, facilita la circolazione sanguigna e contribuisce a combattere la malinconia dell’età avanzata. Ciò sarebbe dimostrato dal fatto che nella dieta dei centenari vi è la presenza costante di bevande alcoliche genuine come il vino: di qui il detto popolare “il vino è il latte dei vecchi”.
Uno studio condotto dal dott. Arthur Klatsky, epidemiologo statunitense del Kaiser Permanente Medical Care Program di Oakland (California), ha seguito circa 130.000 pazienti per 7 anni, ed ha riportato che i moderati consumatori di alcol erano più protetti contro malattie cardiovascolari rispetto agli astemi e che il vino offriva in tali patologie la maggior protezione rispetto alle altre bevande alcoliche. La sorpresa però è arrivata quando tra vino bianco e vino rosso si è scoperto che il vino bianco è più protettivo contro le malattie cardiovascolari e che le donne, moderate consumatrici di vino bianco, fra tutti sono risultate le più protette.
Il dott. Alberto Bertelli (Dipartimento di Morfologia Umana dell’Università degli Studi di Milano) commenta: “Un risultato del genere ridimensiona il ruolo del vino rosso, fino ad oggi considerato il solo a proteggere contro patologie cardiovascolari e apre la strada ad una nutrita schiera di studi di tipo sperimentale e clinico con vini bianchi di diversa provenienza, al fine di proseguire nella spiegazione di questo fenomeno”.
Una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard ha dimostrato che le donne con l’abitudine di bere uno, due bicchieri di vino al giorno hanno una vecchiaia in salute.
Lo studio condotto su 14.000 volontarie per oltre 12 anni, ha rilevato che chi beve uno o due bicchieri di alcol al giorno ha il 20% di “chance” (meno malattie e mente più elastica) in più a una buona salute di chi invece non beve.
I ricercatori della Harvard School of Public Health hanno sottolineato che non si devono fare eccessi in questo senso e che il loro studio incoraggia ad un assunzione di alcol minima ma costante nel tempo.
Il dott. Qi Sun che ha condotto lo studio ha spiegato al Daily Telegraph che: “L’importante è la regolarità con cui si consuma vino: il consumo deve essere “regolare leggero o moderato”. Per chi invece è non bevitore si raccomandano altri metodi per migliorare la propria salute come l’esercizio regolare e il mantenimento del peso forma, due fattori che sono sicuramente da associare a una buona vecchiaia molto più dell’alcol”.
Michel Contel, vicepresidente dell’Osservatorio Permanente sui giovani e l’alcol, commentando questo studio ha detto: “Questo sta a significare che i consumi veramente moderati di vino ha un’influenza realmente benefica sulla salute con particolare riferimento al profilo di salute cardiovascolare degli individui”.
Secondo i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard University che hanno analizzato i dati del Nurses’ Health Study, è merito di alcune sostanze contenute naturalmente nel vino che aiutano a metabolizzare meglio il glucosio.
Un paio di bicchieri di vino al giorno durante la mezza età possono favorire una vecchiaia più in salute per le donne.
Guardando alle abitudini alimentari delle “bevitrici” intorno ai 58 anni di età, lo studio ha scoperto che quelle che bevevano regolarmente uno o due bicchieri di vino al giorno avevano il 28 per cento di probabilità in più di essere nel gruppo delle ‘sane’.
Gli antiossidanti della buccia del vino rosso, in particolare il resveratrolo, aiutano a prevenire alcune forme di cancro, disturbi cardiocircolatori e artriti. Bere due bicchieri di vino al giorno aiuta anche a rinforzare le ossa e prevenire lesioni. Anche le cellule nervose traggono benefici dagli antiossidanti del vino aiutando a regolare malattie come il Parkinson e l’Alzheimer.
Sesso, il vino rosso aumenta il desiderio nelle donne
Merito di alcune sostanze chimiche, responsabili del maggiore afflusso di sangue nelle zone “calde” del corpo.
I ricercatori hanno analizzato 800 donne, controllando il consumo di vino rosso e sottoponendole a dei questionari che misuravano la salute e il piacere sessuale. “Ne è risultato che il vino ha un impatto sulle funzioni sessuali femminili, migliorandone la risposta e il piacere”…
Alcol e prevenzione per i giovani
Secondo l’ISTAT sono sempre più numerosi gli adolescenti che consumano alcol e tra questi, sono circa 400 mila quelli che abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici.
“L’alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un’accettazione sociale e di una popolarità legate alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa, il consumo di vino come alimento inseparabile dall’alimentazione, ma che oggi, al contrario, separa il bere dalla ritualità dei pasti, legandolo, invece, agli effetti che esso esercita sulle performance personali”. (Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) ISS).
La Coldiretti mette in evidenza un aumento pari al 15% dei giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni che frequentano corsi da sommelier, il che significa che investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni può contribuire a fermare gli abusi che negli adolescenti.
Una realtà che conferma l’efficacia della formazione poiché tra molti giovani si sta anche affermando un consumo responsabile di vino che è divenuto l’espressione di uno stile di vita “lento” attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a “stare bene con se stessi”. Il fatto che almeno il 40 % degli oltre 30 mila iscritti all’Associazione Italiana Sommelier sono giovani, dimostra che cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da contrapporre al consumo sregolato di alcol.
Occorre investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni per fermare gli abusi che negli adolescenti sono spesso provocati dal consumo di bevande alcoliche mascherate da bibite alla frutta. Bisogna invece fermare la diffusione di cocktail, superalcolici e “alcolpops”, bibite che contengono spesso vodka e rum mascherate da innocui analcolici “ready to drink”, che si presentano con una immagine accattivante di divertimento e socializzazione e favoriscono gli eccessi e il bere fino ad ubriacarsi. Un impegno in linea con il progetto comunitario “wine in moderation” che ha l’obiettivo di diffondere la cultura del buon bere senza esagerazioni, come noi di Vinoway…
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Mon, 14 Nov 2011 06:06:31 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/735-fattori-di-tolleranza-all%E2%80%99alcool.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/735-fattori-di-tolleranza-all%E2%80%99alcool.html
La quantità media…
La predisposizione genetica può essere legata non solo a singoli soggetti, ma anche ad intere popolazioni, legandosi con le abitudini alimentari delle singole zone geografiche.
Ne sono un esempio gli italiani, israeliani e russi che sembrano predisposti a tollerare maggiori quantità di alcol rispetto ad inglesi, norvegesi, finlandesi ed indiani.
E’ inoltre documentato che le popolazioni asiatiche sono scarsamente dotate dell’enzima in grado di assimilare l’alcool, tanto da accusare velocemente i sintomi di calore ed arrossamento classici di una difficoltà di metabolizzazione.
Ulteriore fattore risulta l’abitudine a bere, in grado di stimolare nell’organismo di soggetti regolari consumatori una maggiore produzione di enzimi in grado di attaccare e distruggere l’alcool più velocemente.
Altrettanto importante è la situazione di consumo. Assumere vino in concomitanza con i pasti, quindi a stomaco pieno, comporta un aumento dei tempi di metabolizzazione dell’alcool che viene assimilato gradualmente e, soprattutto, mantenendo una bassa concentrazione nel sangue.
Ecco perché, durante un pasto, la tolleranza all’alcool aumenta consentendo un consumo notevolmente maggiore rispetto alla media.
Al contrario, in situazioni a digiuno, l’assorbimento dell’alcool inizia nell’arco di 5 minuti dall’introduzione nell’organismo ed entro 15 minuti l’assorbimento arriva al 50% della dose introdotta, provocando stati di euforia e costringendo il fegato a ritmi di lavoro non ordinari, che possono portare all’ubriacatura quando la concentrazione di alcool nel sangue raggiunge livelli non tollerati.
In ultimo, un corretto stato di salute dell’organismo del bevitore assicurerà una migliore tolleranza al consumo.
E’ necessario fare una distinzione tra la funzione dissetante delle bevande analcoliche e dell’acqua ed una funzione di piacere attribuita al vino, che potremmo classificare come degustare.
La degustazione risulta quindi quell’atto di bere per il piacere di assaporare ciò che si assaggia, valutandone gli aspetti sensoriali e percependone le caratteristiche.
Saper infine gustare ciascun prodotto accompagnandolo al cibo più adatto per un armonioso connubio enogastronomico… questo vuol dire saper bere!
I “comandamenti del saper bere quotidiano”:
1.Che cosa bere?
2.Perché?
3.Quando?
4.Come?
5.Quanto
Le risposte potrebbero essere:
1.Vino rosso in particolare, perché ricco di tannini, non trascurando però il vino bianco di qualità.
2.Per il piacere, la salute ed il benessere.
3.Principalmente durante i pasti.
4.Lentamente, assaporando le sfumature.
5.Una dose moderata e continua nel tempo.
Se la dose è corretta e lo stato di salute ottimale, il bere vino è in grado di procurare piacevoli sensazioni gusto-olfattive, oltre che benessere fisiologico, mentale e farmacologico.
Secondo una tabella redatta da J. Masquelier nel 1981 il vino è:
– tranquillante;
– sedativo;
– anestetico;
– vasodilatatore;
– favorente l’assorbimento intestinale dei grassi;
– stimolante l’incremento di colesterolo buono (HDL);
– diuretico;
– energetico;
– anallergico;
– piacevole al gusto;
– non dotato di tossicità alle dosi terapeutiche;
– Ci sono alcune indicazioni e consigli che ci possono aiutare a perfezionare le nostre capacità di saper bere.
Durante l’estate è consigliato diminuire la dose abituale di vino a favore di una aumento del consumo di acqua, meglio se non durante il pasto.
Assolutamente da non praticare è la diluizione del vino in acqua.
– In caso di assunzione di antibiotici, sedativi ed anticoagulanti è bene evitare il consumo di qualsiasi bevanda alcolica, come nel caso di gravi patologie epatiche e cardiache, per evitare che dosi di alcool benefiche per soggetti sani possano causare peggioramenti in soggetti affetti da disfunzioni.
– Nel caso di occasioni che prevedono grandi consumi di vino (premettendo che non devono rappresentare una abitudine bensì un’eccezione) è consigliabile bere un caffè 10-15 minuti prima in quanto la caffeina ritarda l’assorbimento dell’alcool mantenendone una bassa concentrazione nel sangue ed aumentando la sensazione di tolleranza.
Anche gli zuccheri e le vitamine del gruppo B svolgono un’azione di rallentamento nell’assimilazione, mentre l’acido linoleico, presente nell’olio d’oliva, limita gli effetti negativi dell’alcool ingerito in dosi abbondanti.
– Cambiare vino durante il pasto non è dannoso all’organismo, soprattutto se il cambiamento è in grado di esaltare le caratteristiche chimiche ed organolettiche del piatto con cui è accompagnato, bilanciandone l’equilibrio. Si può tuttavia riscontare alcune sensazioni di giramento, dovute ad una possibile non tolleranza della tipologia di vino o elevata presenza di anidride solforosa nel prodotto.
– Infine, è consigliabile bere lentamente permettendo un moderato e graduale assorbimento dell’alcool introdotto e, la cosa più importante, ricordiamoci di bere rendendoci conto di cosa stiamo sorseggiando, perché la degustazione sia un completo piacere di tutti i sensi.
Il vino presenta un rilevante contenuto di alcool, che varia dal 5% al 18%. L’alcool, nel suo metabolismo, è in grado di produrre circa 7 kcal per 100 gr e, pertanto, un bicchiere da 150 ml ne fornisce circa 100. In una dieta ipocalorica (dimagrante) che può andare dalle 1200 alle 1700-1800 kcal giornaliere possono essere contemplate 100-200 calorie dal vino, senza alterare i rapporti tra glucidi, lipidi e proteine.
Il dott. Pietro Migliaccio, medico-nutrizionista, in una intervista ha risposto: “non ho mai abolito il vino dalle diete dimagranti, anzi l’ho sempre permesso, a condizione che delle regole che in decenni d’attività si sono dimostrate valide:
– da mezzo a due bicchieri al giorno (quantità in relazione al valore energetico complessivo della dieta) da consumarsi preferibilmente a cena;
– non berlo a digiuno, ma sempre durante o dopo il pasto;
– se ci si trova in particolari situazioni sociali berne al massimo due bicchieri, riducendone eventualmente la quantità il giorno successivo;
– non riempire né farsi riempire il bicchiere prima di averlo svuotato completamente in modo da controllare più facilmente la quantità;
– quando l’accostamento cibo-bevanda lo permette, preferire il vino rosso che si centellina meglio e che per la sua corposità è più gratificante.” concludendo che “in decenni d’attività queste regole si sono sempre dimostrate valide”.
Calcolare le calorie
Per calcolare in modo preciso quante sono le Kcal in un bicchiere di vino occorre fare un calcolo:
– Segnare il numero di gradi alcolici che è scritto sull’etichetta di un vino, (quello espresso in volume: %)
– Moltiplicare i gradi alcolici per 0,8 (peso specifico dell’alcol)
– Il risultato della moltiplicazione darà i gradi per 100 millilitri della bevanda
– Moltiplicare questo secondo valore per 7 (Kcal per grammo date dall’alcol), si ottiene così il numero di Kcal per 100 millilitri di bevanda (pari alla quantità contenuta in un bicchiere da vino)
Attenzione! Esistono però alcune controindicazioni legate ad un eccessivo consumo di vino o, meglio ancora, riguardo l’assimilazione di alcool.
A causa della vasodilatazione cutanea che si verifica dopo aver bevuto, le calorie derivanti dalla trasformazione dell’alcol vengono rapidamente disperse dal corpo sotto forma di calore. Un consumo eccessivo determina l’aumento dei depositi di grasso corporeo, con effetti ingrassanti: ecco perché nelle diete ipocaloriche o dimagranti viene proibito il consumo di vino.
Lo scrittore latino Lucio Apuleio commentava che “il primo bicchiere riguarda la sete, il secondo l’allegria, il terzo la voluttà, il quarto la pazzia”: una frase che anticipava i suggerimenti dei nutrizionisti sull’assunzione equilibrata e ottimale di bevande alcoliche, di cui andrebbero sempre verificati la gradazione e, quindi, l’apporto totale in alcool e calorie.
I forti bevitori abituali, avendo una sensazione di sazietà determinata dalle calorie introdotte con il consumo di vino, tendono a non alimentarsi a sufficienza, non ricavando dalle fonti alimentari adeguate le calorie necessarie all’attività quotidiana.
“Si potrebbe in generale affermare che la felice combinazione che si ritrova nel vino delle sensazioni di colore, profumo, aroma e sapore, che si trasmette per via nervosa alla corteccia celebrale, provoca una piacevole reazione dei centri affettivi dell’encefalo che si irradia beneficamente in tutto l’essere” (E.A. Maury, Parigi, 1983).
Con quest’affermazione si intensificava un’era di ricerca dei rapporti tra il vino e la psiche umana.
Da questa teoria derivano poi prescrizioni decisamente interessanti, come ad esempio quella di consumare Champagne contro le sensazioni di stanchezza mentale, consigliata dai medici, neanche a dirlo, francesi.
La composizione ricca di sali minerali di questo vino aiuta infatti il sistema nervoso.
In Italia possiamo tranquillamente ricorrere agli spumanti, l’importante è che siano prodotti con il metodo classico, ex champenoise, ovvero lo stesso dei grandi Champagne.
E’ poi emerso che dosi moderate di vino sono in grado di prevenire l’indebolimento cerebrale, come sperimentato presso l’Istituto di Studi sul Vino di Bordeaux.
L’azione preventiva a questa ed altre affezioni sarebbe giustificata dalla presenza di zinco, elemento importante per il mantenimento ed il miglioramento della memoria.
Nel 1997 è stato dimostrato che il vino bianco previene o attenua il morbo di Alzheimer in misura dell’80%, in base ad uno studio su 3.777 soggetti che avevano superato di 65 anni d’età.
Nel frattempo è intelligente e prudente consumare vino con moderazione ed ai pasti, ma per niente prima di mettersi alla guida di veicoli.
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Wed, 19 Oct 2011 07:47:29 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/702-poteri-terapeutici-del-vino.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/702-poteri-terapeutici-del-vino.html
Il vino un…
Attualmente in Italia il consumo maggioritario tra le bevande alcoliche è rappresentato dal vino, seguito dalla birra, soprattutto nelle fasce d’età più giovani.
Resta la bevanda sociale preferita nelle occasioni tradizionali o nella dieta personale e per questo è necessario che la sua diffusione sia accompagnata da una sana e consapevole conoscenza sulle peculiarità positive e negative di questo prodotto.
Il vino è una bevanda alcolica che fa parte delle nostre tradizioni alimentari e svolge alcuni effetti positivi per l’organismo se consumata in dosi che tengono conto della tolleranza e delle necessità energetiche giornaliere.
Col tempo si è evoluto, e solo agli inizi del ‘900 si è cominciato a prestare attenzione ad una ulteriore peculiarità di questo prodotto, ovvero le sue proprietà terapeutiche e curative, hanno cominciato a svilupparsi credenze, detti popolari ed usanze che attribuivano al vino virtù più o meno giustificate e che si sono conservate in questo secolo.
Alla fine degli anni ‘80, fu segnalata l‘esistenza di un “paradosso toscano”: tra i contadini della zona del Chianti fiorentino si registravano consumi pro capite di alcol tra i più alti mai registrati al mondo, quasi interamente sostenuti dal vino, ed al tempo stesso tassi di mortalità per cirrosi epatica tra i più bassi della Toscana ed anche dell‘Italia.
Nel 1991, un altro paradosso quello “francese”, trovò la notorietà internazionale: in una trasmissione televisiva assai popolare in USA (Sixty Minutes, CBS Television), il dr. Renaud affermò che nel Sud della Francia, nonostante un elevato consumo di grassi animali, contrariamente all‘atteso, si registrava una bassa mortalità per malattie cardiovascolari, quasi certamente da attribuire all‘elevato consumo di vino rosso.
Molti studi successivi hanno confermato un maggior effetto protettivo del vino, a parità di contenuto in alcol, ed in particolare quello rosso, rispetto alla birra ed ai liquori, soprattutto nella prevenzione delle malattie cardiache.
Nel 1979 è stato dimostrato per la prima volta che fra i vari fattori alimentari che esplicano un effetto positivo sulle coronarie, la relazione più alta è quella con un moderato consumo di vino, che riduce al 30% il rischio di cardiopatie ed ictus.
È noto che un moderato consumo di esso possa ridurre, grazie all’interazione tra vari componenti, il rischio di malattie al cuore , oltre a svolgere un effetto positivo sulla prevenzione dell’arteriosclerosi e delle patologie coronariche. L’alcool, in dosi moderate, è in grado di favorire una pulizia delle arterie abbassando il colesterolo cattivo che in eccesso si deposita sulle pareti e favorendo la diuresi, aumentando così la capacità del nostro organismo di espellere le sostanze tossiche. Azione anticolesterolemica è supportata anche dalla vitamina C presente, ovviamente, anche nella composizione chimica del vino.
Anche alcuni elementi minerali presenti nel vino hanno funzione protettiva dei vasi sanguigni e del cuore, soprattutto il magnesio, agendo come anticoagulante per la prevenzione della formazione di trombosi ed il potassio, in grado di conferire tonicità ed elasticità al cuore.
Il silicio, invece, contribuisce a dare omogeneità alle pareti delle vene e delle arterie, mentre il cromo svolge una azione di prevenzione contro l’arteriosclerosi evitando l’accumulo di colesterolo.
Influssi positivi sono poi riscontrabili anche nella composizione del sangue, dove il vino diminuisce l’aggregazione delle piastrine favorendo la fluidificazione del sangue prevenendo quindi arteriosclerosi ed infarti.
Non per niente si usa affermare che “il vino fa buon sangue“!
Le sue proprietà sembrano infatti garantire anche una maggiore protezione contro il fumo aumentando la vita media di 2-3 anni ai soggetti coinvolti in questo vizio.
Gli acidi presenti nella composizione chimica sono inoltre in grado di svolgere un’azione terapeutica e disintossicante, riducendo il tasso di urea nel sangue.
Il Ministero della Sanità afferma che bere un bicchiere di vino al giorno, in genere, non fa male alla salute. L’abuso di alcol, invece, come dimostrano molti studi epidemiologici, è associato ad un incremento della pressione arteriosa in entrambi i sessi e a prescindere dalle differenze razziali.
Oggi l’attenzione è rivolta in particolare ad alcuni antiossidanti che svolgerebbero un’azione particolarmente positiva sul corpo. In particolare il vino rosso, attraverso questi composti, è in grado di esercitare azioni favorevoli non solo alla riduzione di rischi cardiovascolari, ma anche al miglioramento del quadro lipidico, del bilancio emostatico, della pressione arteriosa, della sensibilità insulinica, del livello di colesterolo Hdl. (fonte: www.dica33.it)
L’etanolo, presente nelle bevande alcoliche e in piccola quantità anche nel vino, sembrerebbe essere correlato ad un effetto dilatatore sulle coronarie e, quindi, a una riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari.
I polifenoli, presenti anch’essi nel vino rosso, avrebbero la capacità di rimuovere i radicali liberi dal nostro organismo, responsabili dell’invecchiamento cellulare e forse dell’insorgenza da alcuni tumori.
Le caratteristiche antibatteriche del vino rosso conferirebbero le note capacità digestive.
L’azione diuretica di un organismo è molto importante per il suo corretto funzionamento e soprattutto per la fondamentale proprietà di eliminazione di scorie che potrebbero andare ad incidere sulla salubrità di altri organi, primi tra tutti il fegato ed i reni.
Il vino svolge un ruolo di rilievo sia nel favorire l’eliminazione delle urine, sia nel mantenerle relativamente povere di scorie azotate.
E’ però da sconsigliare l’assunzione di vino in casi di gravi disturbi renali.
Un corretto metabolismo degli alimenti quotidianamente introdotti con la dieta rappresenta la base di un organismo funzionale.
Il vino è in grado di aiutare le funzioni di scissione in sostanze semplici e di facilitarne l’assorbimento cellulare.
Il vino, consumato in dosi moderate, è in grado di contribuire efficacemente al mantenimento di questo equilibrio ed interviene attivamente nel metabolismo di grassi, zuccheri e proteine.
Nella composizione chimica del vino sono presenti anche le vitamine del gruppo B implicate attivamente in reazioni antiossidative del metabolismo.
Interviene anche nella stimolazione della secrezione del succo pancreatico, favorendo quindi l’assimilazione di oli e grassi.
Particolarmente rilevante è il ruolo assunto nel metabolismo degli zuccheri.
Moderate quantità di vino durante i pasti migliorano l’appetito, aumentano le attività secretive utili alla digestione e aumentano la motilità gastrica e la peristalsi intestinale.
Nella prima fase della digestione, l’alcool contenuto nel vino stimola la secrezione salivare che, grazie ad un enzima chiamato ptialina, ha l’importante compito di prima digestione del cibo ingerito e di scissione di componenti complessi, come ad esempio l’amido.
In questa fase risultano molto importanti anche le sensazioni organolettiche del vino. La sapidità e l’acidità saranno in grado di stimolare maggiormente le ghiandole salivari mentre, al contrario, sensazioni amare apportate dai tannini avranno funzione di astringenza all’interno della bocca.
Anche le sensazioni olfattive intervengono nella secrezione salivare, provocando per riflesso condizionato la famosa “acquolina”.
E’ infine dimostrato che i tannini ed i polifenoli in genere, oltre alle azioni antiossidanti, svolgono azioni protettive su alcuni tipi di lesioni ulcerose dello stomaco.
Nella seconda fase digestiva, il vino esercita importanti azioni stimolanti sull’intestino, aumentandone la capacità elastica e di assorbimento, che favorisce di riflesso una diminuzione del fenomeno di stitichezza.
Per individuare i primi esperimenti sulle azioni antisettiche dobbiamo tornare fino al 1892, quando A. Pick mise del vino in acqua contenente i vibrioni del colera e, dopo 5 minuti, la miscela risultò perfettamente potabile.
Da allora le sperimentazioni del vino su virus e batteri continuarono, coinvolgendo i microrganismi del tifo, dissenteria e colibatteri.
L’azione è imputabile agli antociani, sostanze polifenoliche che si combinano con le proteine batteriche ostacolandone la riproduzione ed esercitando una azione antibatterica. Questa caratteristica è riscontrabile soprattutto nei vini rossi, in particolare grazie al loro tipo di vinificazione con macerazione, ed in concomitanza ai primi 3-4 anni di vita, quando il vino conserva ancora un’alta percentuale di queste sostanze, che col tempo andranno svanendo precipitando.
Gli antociani sono fortemente presenti nelle bucce dell’uva a bacca rossa, tuttavia la loro assunzione diretta attraverso frutta non svolge la stessa proprietà , siccome “legati” nutrizionalmente dagli zuccheri.
Diverse altre sperimentazioni sui batteri sono state eseguite con altre sostanze contenute nel vino. Nel 1977, in Canada, i medici hanno riscontrato una forte azione antivirale del vin brûlé dovuta soprattutto alla presenza dei tannini, motivo per il quale la ricetta di questo enolito non prevede l’uso di vino bianco.
La dimostrazione avvenne mettendo a contatto il virus della poliomielite con il vino rosso e riscontrandone una completa in attivazione dopo sole 4 ore.
Sostanzialmente, citando Jacques Masquelier, potremmo dire che “grazie ai tannini e agli antociani, il vino può essere considerato un profilattico eccezionale nel campo dell’igiene alimentare” (Natural products as medicinal agents, Hippokrat, Verlag, 1981).
R. Paletti, direttore dell’Istituto di Farmacologia e Farmacoterapia all’università degli Studi di Milano, afferma che si può considerare il vino non una semplice bevanda, ma addirittura un farmaco per le proprietà di prevenzione e di terapia che possiede.
Questa affermazione è talmente realistica che in Germania è stata presa praticamente alla lettera, sviluppando un vino da vendere in farmacia.
“Il vino rafforza anche le difese organiche ed è uno strumento dietologico, sicuramente attivo nella lotta contro i tumori maligni” (L. Businco). La sua azione antivirale può essere inserita anche nella lotta all’AIDS e nel settore tumorale. Grazie alla prevenzione degli agenti antiossidanti presenti nel vino rosso le formazioni cancerogene vengono efficacemente prevenute, come riporta anche il bollettino di “The American Cancer Society”.
Non dobbiamo però dimenticare che anche il vino bianco ha effetti antibiotici grazie all’azione svolta dai leucoantociani, appartenenti alla famiglia dei polifenoli.
Accompagnare infatti le ostriche con un vino bianco fornisce un ottimo scopo di protezione antibatterica.
L’influenza dell’alcool sul sistema nervoso varia a seconda del quantitativo di etanolo in circolo nell’organismo che ha la caratteristica di interferire con i neuroni celebrali producendo sensazioni di euforia, con risvolto antidepressivo, tranquillante e causando una scomparsa delle inibizioni.
“L’alcool in piccole dosi diminuisce il sentimento di paura, l’ansia, la tensione emotiva ed accresce la capacità di reagire agli stress” (Greenberg, Yale University, USA), conclusione a cui si è arrivati registrando la conduttività elettrica dell’epidermide che rivela lo stato di ansia e nervosismo.
Effetto opposto, invece, è causato da un eccesso di alcool, in grado di causare depressione ed azione ansiolitica.
Agendo sul sistema nervoso centrale l’alcool svolge funzioni anestetiche ed analgesiche, aiutando il cervello a mantenere un umore positivo.
L’azione analgesica è fondamentale per le forme emboliche e per le infiammazioni delle arterie e degli arti inferiori, fornendo sollievo grazie all’azione vasodilatatrice dei vasi sanguigni.
Il vino è poi in grado di fornire sollievo anche dai dolori mestruali, in quanto una moderata assunzione di alcool rilassa la muscolatura dell’utero eliminando il mal di testa che generalmente accompagna il soggetto in queste fasi.
Favorendo la diuresi è poi in grado di stimolare una diminuzione della tensione premestruale.
Nel 1992 il National Institute of Alchol Abuse and Alcoholism ha realizzato una pubblicazione riportando che “bassi livelli di consumo alcolico possono ridurre lo stress, promuovendo la convivialità e produrre sensazioni di gioia e spensieratezza oltre a diminuire la tensione, l’ansia e la timidezza”.
In poche parole il vino è in grado di comportarsi come un calmante naturale, in certi casi agendo sul sistema cardiaco rallentando il ritmo del battito e producendo una sensazione di tranquillità.
Il vino risulta anche un efficace elisir di longevità esercitando nelle fasce d’età più avanzate una funzione psicologica di benessere ed armonia.
Effetti distensivi ed euforizzanti prodotti dal vino che si oppongono a stati depressivi frequenti in età avanzata, oltre a favorire l’ossigenazione celebrale con effetto antitensione.
Inoltre il vino è in grado di combattere l’ormone antidiuretico favorendo l’eliminazione delle scorie dall’organismo e di diminuire la quantità di trigliceridi e colesterolo nel sangue, favorendo una maggiore fluidità grazie a proprietà anticoagulanti.
Per ultimo ricordiamo nuovamente le proprietà antiossidanti dei polifenoli in grado di combattere l’insorgenza dei radicali liberi.
Il consumo di alcolici e, in questo caso specifico di vino, da parte di chi pratica abitualmente attività sportive è sempre stato un argomento controverso e complesso.
Attualmente il pensiero sembra propendere verso la possibilità di un consumo moderato.
Citando le affermazioni di alcuni medici sportivi e ricercatori: “…l’importanza del consumo moderato di vino da parte degli atleti intensamente sottoposti ad affaticamento e stress è confermata dalle proprietà sedative ed euforizzanti che contribuiscono il mantenimento della forza psicofisica. L’azione protettiva del sistema cardiovascolare di un consumo moderato di vino è pari a quella di un moderato esercizio fisico.” (M. R. De Jaham e J. Bordelais)
E’ stato poi appurato che il consumo moderato di vino associato ad un esercizio fisico costante aiuta l’eliminazione di colesterolo dal sangue.
E’ però importante che il vino venga assunto in dosi moderate e soprattutto lontano da sforzi fisici e gare, per permetterne il metabolismo ed evitare che l’acido lattico prodotto dalla digestione possa creare problemi fisici all’atleta.
I risultati di uno studio dei Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso, in collaborazione con i Centri europei partecipanti al progetto IMMI-DIET, hanno evidenziato che un consumo moderato di alcol aumenta la quantità di omega-3 nel sangue e nei globuli rossi.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, e sono disponibili on line.
Pare che il vino faccia meglio di altri tipi di bevande alcoliche. Questo sembra essere dovuto, oltre all’alcol, anche ad altri composti contenuti nel vino.
Romina di Giuseppe dei Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso spiega che “Gli acidi grassi omega-3, contenuti principalmente nel pesce, sono considerati protettivi per le malattie cardiache e la morte improvvisa. Nonostante i meccanismi siano ancora poco chiari, c’è qualche evidenza che il consumo moderato di alcol possa influenzare il metabolismo degli acidi grassi polinsaturi, come gli omega-3 appunto. E’ esattamente quello che emerge dalla nostra ricerca. Le persone che bevono quantità moderate di alcol, un bicchiere di vino al giorno per le donne e due per gli uomini, hanno una maggiore concentrazione di omega-3 nel plasma e nei globuli rossi, indipendentemente dalla quantità di pesce consumato”.
Michel de Lorgeril, cardiologo dell’Università di Grenoble aggiunge che “Da nostri studi precedenti sapevamo che c’è una associazione significativa tra consumo di alcol e aumento delle concentrazioni di omega-3. Tuttavia, finora non era stato possibile separare gli effetti del vino da quelli della birra o di altri liquori. Il nostro studio, basato su tre popolazioni con diverse abitudini alimentari e differenti consumi di sostanze alcoliche, ci ha permesso di esplorare più a fondo questo aspetto”.
Un corretto metabolismo degli alimenti quotidianamente introdotti con la dieta rappresenta la base di un organismo funzionale.
Il vino è in grado di aiutare le funzioni di scissione in sostanze semplici e di facilitarne l’assorbimento cellulare.
Il vino, consumato in dosi moderate, è in grado di contribuire efficacemente al mantenimento di questo equilibrio ed interviene attivamente nel metabolismo di grassi, zuccheri e proteine.
Nella composizione chimica del vino sono presenti anche le vitamine del gruppo B implicate attivamente in reazioni antiossidative del metabolismo.
Interviene anche nella stimolazione della secrezione del succo pancreatico, favorendo quindi l’assimilazione di oli e grassi.
Particolarmente rilevante è il ruolo assunto nel metabolismo degli zuccheri.
Senza dubbio la partita è ancora aperta, e nuove polemiche sui pro e contro il consumo di alcol certamente occuperanno le riviste scientifiche che si interessano di strategie di prevenzione della salute pubblica. Nel frattempo è intelligente e prudente consumare vino con moderazione ed ai pasti, ma per niente prima di mettersi alla guida di veicoli.
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Fri, 30 Sep 2011 07:31:51 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/685-la-cultura-medica-del-vino-nella-storia.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/685-la-cultura-medica-del-vino-nella-storia.html
Le prime testimonianze…
antisettico utilizzato sia per disinfettare le ferite, sia per rendere
potabile l’acqua.
Presso gli Egizi il vino, come rimedio, veniva usato essenzialmente come anestetico locale.
In epoca Romana l’uso del vino quale rimedio terapeutico, divenne assai frequente, soprattutto nella preparazione di decotti a base di erbe medicinali.
Era anche utilizzato nello svezzamento: verso un anno e mezzo il bambino veniva svezzato con briciole di pane imbevute in vino dolce aromatizzato.
La fonte più ricca e dettagliata sull’uso del vino come rimedio, è quella offerta da Galeno medico personale di Marco Aurelio, nel suo De Rimediis ove dedica un lunghissimo capitolo alla terapia con ricette a base di vino.
La medicina Occidentale fu a lungo dominata dal pensiero di Galeno e anche suoi suggerimenti terapeutici sull’uso del vino furono dogmaticamente accettati e applicati. (L’uomo e il vino, T.R. Editrice)
L’uso del vino a scopo terapeutico, in particolare nella pratica chirurgica, continuò per tutto il Medioevo.
I medici della Scuola di Bologna, che già contestavano l’opinione allora largamente diffusa che per il risanamento delle ferite fosse necessaria la suppurazione, erano convinti che una fasciatura imbevuta di vino portasse alla cicatrizzazione e alla guarigione della ferita.
Guy de Chauliac noto chirurgo del Medioevo, usava pulire le ferite del torace con lavaggi a base di vino fino a che il vino non risultasse pulito e chiaro.
Più tardi il dolore procurato dalla gamba incancrenita di Luigi XIV, il Re Sole, veniva alleviato facendo immergere la gamba in una vasca piena di vino caldo aromatizzato.
Nei secoli successivi, ancora fino alla metà dell’800, famosi clinici tedeschi consigliavano l’uso di piccole quantità di buon vino come stimolante cardiaco.
“Il vero bevitore si distingue dal bevitore corrente, dal beone, dall’ubriacone, per virtù simili a quelle che fanno riconoscere il vero signore, il gentleman, dalle persone per le quali la buona educazione e le maniere corrette sono soltanto un’incerta mano d’intonaco.
L’optimus potor (vero bevitore) sa quando fermarsi, non perché sia dissetato, ma perché l’ebbrezza raggiunta gli pare bastevole e il gradito effetto di quanto ha bevuto non ha bisogno di essere supportato da altro liquido. Bere finché si resta gentleman”. (Paolo Monelli, Il vero Bevitore, Milano, 1971)
La definizione di classificazione attribuita nel 1850 dai francesi, a seguito della devastante azione nei confronti della vite da parte della fillossera è stata: “Il vino è una soluzione idroalcolica di oltre 6000 microelementi e macroelementi, ottenuto per fermentazione alcolica totale o parziale del mosto d’uva o uva ammostata”.
Il vino contiene in una soluzione di acqua ed alcool, che rappresentano i componenti principali, e numerosissimi altri elementi, responsabili di azioni benefiche sul nostro organismo.
Il solo alcool, senza l’influenza di altri elementi, risulterebbe nella maggior parte dei casi dannoso agli organi del corpo umano.
Partendo dal presupposto che il vino non è un concentrato di alcool, ma come un armonioso composto di numerosi elementi di cui l’alcool è solo una parte, possiamo affermare che l’insieme di questi elementi rappresenta un giusto mix per un prodotto sano e soprattutto salutare se assunto in dosi moderate.
E’ quindi necessario ricordare che il vino è una soluzione idroalcolica di più di 6000 micro e macro elementi chimici, ottenuto per fermentazione alcolica totale e parziale di uva o mosto d’uva.
L’insieme di questi elementi rappresenta un fattore di protezione con rarissime controindicazioni mediche.
Nel 1997 il Comitato Regionale Europeo dell’OMS ha precisato che per normale consumo di alcool si intende l’assunzione di quattro bicchieri di vino al giorno.
La dose accreditata di riferimento risulta però mezzo litro al giorno di vini di media struttura, considerando che 80 gr di alcool corrispondono per l’OMS a poco meno di un litro di vino di con un volume alcolico del 10% o a ¾ di litro di vino con un volume del 13%.
Le dosi e le modalità variano però in base all’età e soprattutto all’individuo, scendendo fino ad una media di 2-3 bicchieri al giorno in soggetti anziani.
E’ stata creata una curva di accettabilità dell’alcool, in relazione all’età ed al sesso, (fonte Il Potere Curativo del Vino, G. Sicheri) di seguito riportata (vedere galleria immagini).
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giandokid@inwind.it (Giandomenico Losacco) vino e salute Thu, 22 Sep 2011 05:27:31 +0000 https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/504-%C3%A8-dannosa-l%E2%80%99acidita-del-vino.html https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute/item/504-%C3%A8-dannosa-l%E2%80%99acidita-del-vino.html
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