Aggiorniamo oggi i dati sulle superfici vitate biologiche mondiali, sfruttando il rapporto annuale pubblicato da FiBL & IFOAM relativo ai dati 2017. Nello studio, dove viene affrontato tutto il mondo bio (e dunque tutte le coltivazioni), si stima una superficie biologica per la vite (sia convertita che in conversione) pari 403mila ettari, cioè il 6% della superficie vitata mondiale. Per le statistiche a disposizione (non tutte le nazioni forniscono i dati completi), la parte di questi 403mila ettari già convertita è circa il 70%, mentre il 30% risulta in fase di conversione. L’Italia naturalmente ricopre una posizione molto importante, rappresenta circa un quarto della superficie mondiale 2017, praticamente allo stesso livello della Spagna. La Francia viene subito dopo, mentre piuttosto a sorpresa la Cina è il quarto paese. Comunque, la riflessione che va fatta è forse più relativa all’approccio culturale più avanzato che abbiamo nei paesi del vecchio mondo circa i temi di sostenibilità e di sfruttamento delle risorse agricole: tutti i paesi del cosiddetto “nuovo mondo” del vino come i sudamericani ma anche in qualche misura gli USA e l’Australia sono molto indietro su questo tema, con una penetrazione della superficie biologica ben al di sotto del livello medio mondiale. Passiamo ai dati.
- FiBL & IFOAM stimano 403mila ettari di superficie vitata biologica nel mondo, il 5.7% della superficie totale vitata come censita da OIV. I dati relativi al 2016 erano di 380mila ettari e il 5.3%, il che significa un progresso annuo di 23 mila ettari e dello 0.4% della superficie totale.
- Con 107mila e 105mila ettari rispettivamente la Spagna e l’Italia sono chiaramente davanti a tutti gli altri mercati. Con i 79mila ettari della Francia possiamo dire che i tre paesi chiave del vecchio mondo del vino fanno circa 290mila ettari dei 403mila totali, che diventano quasi 300mila con la Germania.
- La penetrazione in percentuale alla superficie totale è invece a livelli record in Italia (16%), naturalmente se escludiamo Belgio e Regno Unito dove i valori sono così esigui da rendere le percentuali irrilevanti. Seguono la Spagna e l’Austria con il 12% e la Francia con il 10%, poi vengono svizzeri e tedeschi con il 7%.
- E qui al 6% si ferma la media mondiale. Come dicevamo prima tutti i paesi del “nuovo mondo” vinicolo vengono dopo. Canada 5%, Australia e Nuova Zelanda 4%, USA 3%, Argentina, Cile e Sud Africa addirittura 2%. L’unico paese europeo sorprendentemente “indietro” sull’adozione delle tecniche biologiche sembra essere il Portogallo, dove soltanto il 2% della superficie è bio.
- Infine, fate attenzione al dato della Cina, che è il quarto paese per ettari, poco meno di 25mila, ma in percentuale rappresenta soltanto il 3% del suo totale.
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco