in

Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2020/21

Fonte: bilanci aziendali, dati in dollari australiani

Son tempi duri per TWE a causa del combinato disposto di un problema generale che ben conosciamo e di uno particolare del vino australiano, che è quello dei dazi applicati dai cinesi al prodotto da qualche mese a questa parte. Quando guardiamo il primo semestre 2020/21 (loro chiudono il bilancio a giugno) abbiamo ancora un quadro imcompleto di come sarà la situazione. Le vendite sono calate dell’8% a livello consolidato e l’utile operativo del 21% con l’Asia che rappresenta sicuramente un freno ma che comunque è pur sempre l’area con i margini in termini relativi e assoluti più importante. Nel secondo semestre (Gennaio-giugno 2021) i manager di TWE hanno già scritto chiaro e tondo che non ci si aspetta alcun contributo dall’area asiatica, nonostante il riversamento delle risorse di marketing su altre zone e il posizionamento super-lusso di TWE nell’area (vende a 250 dollari australiani per cassa, il triplo della media totale di 82). Quindi, riassumendo: se mettiamo insieme i due semestri e cerchiamo di fare un anno “solare” 2020 per TWE avremmo un fatturato di 2.5 miliardi di dollari australiani, -12%, con 32 milioni di casse, -7% e un utile operativo di 500 milioni, -33%. Se invece guardiamo a come potrebbe essere il secondo semestre, beh, non saranno lontani dai 100-150 milioni di utile operativo rispetto ai 184 dell’anno scorso che pure si era dimezzato. Quindi tempi durissimi per loro. Il titolo in borsa ha già pagato caro: viaggia ora sugli 11 dollari contro i 18 circa prima della pandemia e i circa 13 che aveva recuperato prima della funesta notizia dei dazi cinesi. Passiamo a qualche numero.

  • Le vendite del primo semestre chiuso a dicembre calano dell’8% a 1.4 miliardi di dollari con un calo in tutti i mercati di esportazione e un fatturato di 326 milioni stabile in Australia. Il maggiore calo è in Asia, dove il fatturato scende dell’8% e i volumi del 35%: a fronte di un parziale recupero durante l’estate si è abbattuto sul vino australiano la decisione cinese di applicare dazi pesantissimi (dal 107% al 212% del prezzo di import a partire da dicembre 2020). L’America resta il primo mercato per TWE, con 535 milioni e 6.6 milioni di casse, rispettivamente -12% e -5%.
  • L’andamento degli utili rispecchia molto il secondo semestre 2019/20: qui con -8% di vendite si fa -21% di utili, quando nel primo giro COVID a -16% di fatturato si fece -47%. Il maggiore contributore maggiore problema è l’Asia, che di questi 311 milioni di euro di utile operativo ne fa 127, pur in calo del 27% ma con soltanto un mese di “botta dai dazi”. Il margine asiatico, derivato dall’elevatissimo prezzo mix che abbiamo visto prima è del 38% contro il 22% medio del gruppo. Vi lascio alla tabella per analizzare gli altri trend.
  • La strategia di sviluppo 2025 intorno a tre divisioni – Penfolds, Treasury Premium Brands e Treasury Americas – rimane immutata e la struttura finanziaria con solo 1 miliardo di debito (che diventa però 400 milioni quando si tolgono gli affitti futuri capitalizzati) dovrebbe essere in grado di supportarla anche senza gli utili cinesi, almeno per il momento.
Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco


Fonte: http://feeds.feedburner.com/INumeriDelVino


Tagcloud:

Tenuta Alois Lageder: dalla DOC Alto Adige si passa all’IGT Vigneti delle Dolomiti

2021: la Vernaccia di San Gimignano parte alla grande