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Blanc di Neri 2018, unico Schioppettino Metodo Classico al mondo


Un Blanc de Noir dalla veste friulana, rifermentato in bottiglia secondo il metodo Champenoise. Sboccato ad aprile, Blanc di Neri 2018 è un Vino Spumante di Qualità Brut Metodo Classico che ha origine nei Colli Orientali del Friuli sugli assolati Ronchi di Torre Rosazza, fiore all’occhiello de Le Tenute del Leone Alato di Genagricola.

È uno spumante prodotto da uve Schioppettino, autoctono friulano recuperato negli anni ’80, oggi vinificato in rosso da poche cantine friulane e spumantizzato unicamente da Torre Rosazza, che ne coltiva quasi due ettari nelle zone più alte, perfette per portare a maturazione questa varietà.

La vicinanza all’Abbazia di Rosazzo, uno dei principali centri storici della viticoltura friulana, e la partecipazione di un personaggio del calibro di Walter Filiputti hanno consentito nei Colli Orientali del Friuli la rinascita di una viticoltura che salvaguardava la tradizione mittel-europea, affiancando a vitigni internazionali quelli autoctoni come il Pignolo e lo Schioppettino, vinificati secondo lo stile francese.

Lo studio dei diversi terroir, iniziato con l’avvento di Genagricola, ha permesso l’impianto di nuovi vigneti nelle zone maggiormente vocate; il continuo desiderio di esaltare il territorio dei Colli di Rosazzo attraverso l’eccellenza delle sue uve ha dato vita nel 2007 al Metodo Classico Blanc di Neri.

Blanc di Neri, un unicum a livello mondiale

Dalle prime bottiglie di spumante prodotte nel 2007, il progetto ha visto una continua evoluzione: prodotto in una tiratura limitata di 6300 bottiglie e realizzato solo nelle migliori vendemmie, Blanc di Neri è oggi è un Metodo Classico Brut di Schioppettino in purezza, arrivato con il millesimo 2018 alla sesta produzione.

Conosciuto anche come Ribolla Nera, lo Schioppettino è un’uva tardiva, con un tannino moderato e difficoltà di accumulo di colore e gradazione; il nome deriva dalla peculiarità degli acini, alla vendemmia ancora croccanti, che “scoppiano” durante la pressatura.

“Abbiamo scelto di valorizzare lo Schioppettino in chiave diversa, sfruttando le peculiarità di un’uva rossa autoctona e dalle note speziate per la spumantizzazione– spiega Giovanni Casati, Responsabile Enologo e Agronomo Genagricola – in passato la Ribolla Gialla era il nostro unico spumante, oggi abbiamo deciso di dare prestigio anche all’altra Ribolla, quella Nera, non con uno Charmat ma con un Metodo Classico dalla progressione gustativa incalzante, di grande piacevolezza. In un’ottica di miglioramento qualitativo abbiamo posticipato l’uscita di 1300 bottiglie al 2022, dall’affinamento più lungo. Le potenzialità che vediamo nello Schioppettino in versione Metodo Classico ci hanno portato ad ampliarne la superficie dedicata, negli ultimi anni raddoppiata”.

Note d’annata 2018: produzione abbondante e maturazione lunga e ottimale

Alla gelata dell’aprile 2017, e alla siccità dei mesi successivi, è seguito un inverno piovoso che ha consentito alle vigne di recuperare le energie: l’annata 2018 è stata, infatti, caratterizzata da un’ottima produzione. Nel 2018, benché dieci mesi su dodici abbiano toccato temperature più alte della media, le vigne non hanno avuto problemi di rifornimento idrico e hanno potuto esplorare il loro ciclo vegetativo in modo completo, dando una produzione abbondante in condizioni ottimali. La lunga maturazione ha garantito uve con maggior finezza ed eleganza, e un’ottima tenuta all’invecchiamento.

La sistemazione dei vigneti di Torre Rosazza in terrazze e nei Ronchi (le sommità delle alture, dalla perfetta esposizione) permettono la maturazione completa delle uve e caratterizzano il paesaggio della zona più meridionale dei Colli Orientali.  La sinergia fra il suolo di Ponca – formazione sedimentaria di marna argillosa alternata a strati di arenaria, con una bassa fertilità e una buona capacità di trattenere l’acqua – e il clima consente la piena espressività dei vitigni, grazie anche all’escursione termica presente anche durante il periodo estivo, che rende le uve più profumate, aromatiche e zuccherine.

Note di vinificazione e degustazione

Lo Schioppettino di Blanc di Neri proviene da vigneti di 20 anni, allevati a Guyot sui terrazzamenti più alti a Oleis di Manzano, intorno a Torre Rosazza.  La raccolta dell’uva avviene manualmente i primi giorni di settembre, in cassette. Una volta portate in cantina, i grappoli di Schioppettino vengono subito lavorati a bassa temperatura, con una resa limitata al 50% per ottenere un mosto bianco da un’uva nera.

Il mosto subisce una prima fermentazione alcolica e permane sui lieviti per 22 mesi. Lo spumante riempie il calice di un brillante giallo dorato impreziosito da un perlage minuto e persistente. Il profumo è decisamente intenso e suadente, con netti sentori di piccoli frutti e nuances di chiodi di garofano. Al palato sprigiona i richiami speziati tipici dell’uva Schioppettino, è pieno e deciso, dal finale lungo e molto appagante.

“Blanc di Neri è una delle chiavi di accesso più intriganti e originali per scoprire il Friuli-Venezia Giulia, da sempre terra ospitale, crocevia di viaggi e punto di incontro di persone e culture – spiega Enrico Raddi, Responsabile della Tenuta Torre Rosazza – in azienda ha preso il via quest’anno ad agosto la valorizzazione del territorio attraverso l’esperienza enoturistica, con degustazione di bianchi, rossi, spumanti e vini dolci della tradizione. Tour enogastronomici, visite alle cantine e ai vigneti continueranno anche per tutto l’autunno, per restituire anche in questa stagione il fascino culturale di un territorio in costante evoluzione”.

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Torre Rosazza, la quintessenza del Friuli. Due ampi anfiteatri di vigneti riempiono il paesaggio, guidando lo sguardo del visitatore verso l’alto, sull’originalità architettonica di Palazzo De Marchi, cuore pulsante e sede della cantina Torre Rosazza. A Oleis di Manzano, sui Colli Orientali del Friuli, le tradizioni e la cultura friulana si fondono con la tecnica e l’esperienza enologica, esprimendosi in maniera inedita nei vini dei 74 ettari della tenuta.

Le uve iconiche del Friuli, come la Ribolla gialla, il Picolit e il Friulano rivelano la loro anima vivace, interpretata in una veste fresca e contemporanea. L’impianto di nuovi vigneti nelle zone maggiormente vocate, le attente pratiche agronomiche, il suolo di Ponca e il clima particolarmente adatto alla coltivazione della vite permettono di ottenere vini eleganti e dall’altissimo livello qualitativo.

Torre Rosazza è uno dei fiori all’occhiello de Le tenute del Leone Alato, il neonato gruppo che riunisce tutte le aziende vitivinicole di Genagricola con l’obiettivo di valorizzare sul mercato i prodotti e la storia di ogni singola realtà, raccontando il carattere unico e identitario di ciascuna. Storicamente radicata nei Colli Orientali, Torre Rosazza dà particolare attenzione anche alla zona delle Grave, con i 117 ettari del nucleo Le Telizze da cui vengono prodotti sette vini monovarietali.


Fonte: https://www.bereilvino.it/feed/

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