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DOC Trasimeno: vini da vivere

La DOC Trasimeno ha dalla sua parte due punti di forza che, se gestiti in maniera sapiente, potrebbero portare questo territorio a divenire una delle mete più ricercate a livello internazionale nell’ambito del turismo enogastronomico, più di quanto non lo sia adesso. Da una parte la bellezza romantica e struggente del Trasimeno, lago chiuso, che praticamente non dispone di immissari o emissari ma vive solo grazie alle piogge; dall’altra il vitigno Trasimeno Gamay, che qui arriva a vette qualitative elevatissime, una sorta di oro nero nel bicchiere, come è stato definito da qualcuno che grazie all’influsso del Lago ha acquisito una identità distintiva.  Il Trasimeno Gamay fa parte della famiglia della Grenache (o Garnacha, in spagnolo) ed è lo stesso vitigno da cui derivano il Cannonau sardo, la Granaccia ligure e il Tai rosso dei Colli Berici, in provincia di Vicenza. Il Trasimeno Gamay è un vitigno a bacca rossa introdotto nella zona del Trasimeno già a partire dal XVI secolo, nel periodo di dominazione spagnola nell’Italia centro-meridionale. Fin dal suo insediamento in quest’area è stato coltivato con la tecnica ad alberello, di origine francese, e non con quella a “vite maritata”, molto più comune nell’area del Trasimeno e utilizzata già dall’epoca degli etruschi. Per questo motivo prese erroneamente il nome di Gamay, vitigno francese allevato ad alberello e utilizzato per la produzione del vino Beaujolais, proveniente dall’omonima regione.

Il Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno, negli ultimi anni, anche nell’ottica della riscoperta del vitigno Gamay, ha avviato tutta una serie di attività promozionali, tra cui la prima edizione de l’Anteprima Trasimeno, appuntamento nato in collaborazione con gli altri consorzi dell’Umbria e con la Strada del Vino del Trasimeno che si è svolto a fine maggio 2022 a Castiglione del Lago. Nella due giorni castiglionese si è respirata, da parte dei vignaioli aderenti al Consorzio, una grande voglia di rilancio, persone che hanno preso coscienza delle potenzialità del proprio territorio e sentono l’urgenza di comunicarlo al mondo e se consideriamo che questo areale è praticamente un cantiere aperto, va da sé che le prospettive di crescita possano essere importanti. Se il Trasimeno Gamay, già oggi, ha un’identità netta lo stesso non si può dire per il Grechetto e per i vini rosa sia che provengano da uve Gamay, ma anche da Ciliegiolo, Sangiovese e Pinot nero, almeno per quanto degustato durante l’Anteprima. Il potenziale c’è, ma è necessario trovare un tratto distintivo, altrimenti il rischio è di fare dei vini anonimi. Va detto che i ragazzi del Trasimeno sono molto determinati e tra qualche anno ci stupiranno anche in questo senso.

L’essenza dell’Anteprima Trasimeno 2022, in definitiva, è racchiusa nelle parole del Presidente del Consorzio Emanuele Bizzi: “Il Trasimeno è da sempre una terra d’incontro e di confine ed è proprio da questi due punti che vogliamo ripartire: il vino ha radici profonde in queste terre e a testimoniarlo c’è anche uno dei reperti etruschi più importanti della zona. Stiamo parlando della Tabula Cortonensis, atto che ci tramanda la prima vendita ufficiale di un appezzamento di terreno dedicato alla vite. Per gli Etruschi il vino era una sorta di pozione magica e noi quella magia la vogliamo far continuare nel tempo grazie alla varietà e alla complessità del nostro territorio. Il lago, infatti, regala sfumature diverse ai nostri prodotti secondo la loro posizione, un intervento naturale a cui si arricchisce anche quello del terroir che regala quasi diversi cru all’interno dello stesso appezzamento di terreno. Il claim del territorio è Vini da Vivere e v’invito a scoprirlo e a dargli la vostra interpretazione. Siamo curiosi di conoscerla.”

Castiglione del Lago – Rocca del Leone

Il Territorio

La zona di produzione della DOC Trasimenocomprende per intero i Comuni di Castiglione del Lago, Magione, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno e Tuoro sul Trasimeno e parte dei Comuni di Città della Pieve, Corciano, Perugia e Piegaro.

L’area è quella attorno al Lago Trasimeno, da cui la DOC prende il nome, in provincia di Perugia, dove la coltivazione della vite ha una lunga storia. Luogo della battaglia del 217 a.C. tra i Romani e i Cartaginesi di Annibale, questa parte di territorio umbro è stata per molto tempo abitata dal popolo etrusco. È infatti a questa popolazione che si può risalire cercando le origini della viticoltura di queste zone. La conformazione delle colline, la ridotta superficie pianeggiante e soprattutto la presenza del lago hanno dato vita a un terroir che rende l’area del Trasimeno particolarmente vocata alla coltivazione della vite e dell’olivo.

Il lago è l’anima di questa terra, intorno a esso si svolgono tutte le attività principali della zona, in particolare quelle agricole e turistiche. Il vino, l’olio, i cereali e il pesce sono i prodotti principali che questo territorio offre da millenni.

La DOC

Con decreto del Presidente della Repubblica del 13 gennaio 1972viene riconosciuta la denominazione di origine controllata dei vini della DOC Trasimenoe approvato il relativo disciplinare. Le linee guida del disciplinare (la nuova versione del decreto è del 7 gennaio 1998) sono la ricerca della qualità delle uve prodotte, attraverso un elevato numero di viti per ettaro e una ridotta produzione per ceppo di vite.

L’attività del Consorzio è volta a valorizzare le produzioni storicamente presenti nella zona: Sangiovese e Trasimeno Gamay per i rossi e Grechetto per i bianchi. Le produzioni rivendicate a DOC, soprattutto negli ultimi anni, hanno riguardato questi principali vitigni con una contrazione progressiva degli internazionali presenti nel territorio dal secondo dopoguerra.

Le operazioni di vinificazione, di invecchiamento e di imbottigliamento dei vini della DOC devono essere effettuate all’interno della zona di produzione: è comunque consentito l’imbottigliamento nell’intero territorio della provincia di Perugia alle ditte che già abbiano effettuato tale operazione prima della data di pubblicazione del nuovo disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale. Nelle etichettature è consentito l’uso di indicazioni geografiche (frazioni, aree, zone e località) dalle quali effettivamente provengono le uve da cui il vino così qualificato è stato ottenuto.

Il Consorzio

Nel gennaio 1997, per volontà di alcune delle maggiori aziende della zona di produzione del vino DOC, nasce il Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno. Il simbolo inizialmente scelto riproduce il particolare di una tela del Perugino e richiama uno scorcio del lago, con il suo affascinante paesaggio. Nel 2017, però, il Consorzio si rinnova e diventa Trasimeno Consorzio Tutela Vini, modificando anche la propria immagine: il nuovo logo rappresenta il cuore blu del Trasimeno, circondato dalle verdi colline umbre. Le cantine socie del Consorziosono attualmente quindici: Berioli, Azienda Agraria Carlo e Marco Carini, Castello di Magione, Coldibetto, Duca della Corgna, Il Poggio, La Querciolana, Madrevite, Montemelino, Cantina Nofrini, Podere Marella, Poggio Santa Maria, Pucciarella, Terre del Carpine e Viandante del Cielo.  La percentuale di rappresentatività del Consorzio Trasimeno sfiora il 90 percento, per un totale di 270 ettari. Tra il 2016 e il 2020 la produzione media annua di uve appartenenti alla DOC Trasimeno è stata di 13000 quintali, mentre la produzione, in vino, si attesta sui 7600 quintali. Le bottiglie certificate dal Consorzio negli ultimi tre anni sono circa 990.000.

Di seguito i numeri di bottiglie rivendicate a DOC divise per le principali tipologie, con particolare riferimento alla tipologia DOC Trasimeno Gamay:

  • DOC Trasimeno Rosso: 100.000 bottiglie;
  • DOC Trasimeno Rosso Riserva: 10.000 bottiglie;
  • DOC Trasimeno Gamay (Trasimeno Gamay in percentuale almeno l’85%):

15.500 bottiglie;

  • DOC Trasimeno Gamay Riserva (Trasimeno Gamay in percentuale almeno l’85%): 8800 bottiglie;
  • DOC Trasimeno Grechetto: 40.000 bottiglie;
  • DOC Trasimeno Vin Santo: 10.000 bottiglie.

Il numero di bottiglie nell’area del Trasimeno prodotte invece nella tipologia rosato, sia rivendicate a DOC che a IGT, dell’IGT Umbria Rosato sono circa 30.000.

La degustazione del Trasimeno Gamay

Jacopo Cossater, con orgoglio perugino, ha precisato che una degustazione di Trasimeno Gamay con sette aziende e con annate che vanno dalla 2018 alla 2020, dieci anni fa era davvero impensabile, a testimonianza di quanto questo territorio stia vivendo una crescita importante. La produzione rimane ancora piuttosto limitata ma grazie all’attività di valorizzazione che sta facendo il Consorzio, si prevede un deciso incremento. Attualmente la superficie coltivata a Trasimeno Gamay è di 30 ettari.

Dall’assaggio delle sette referenze, il Trasimeno Gamay appare come un vino fortemente identitario che si svela lentamente ma inesorabilmente nel bicchiere, caratteristica peculiare dei vini importanti. Il lago regala sfumature diverse a seconda della posizione dei vigneti, in definitiva un vino tutto da scoprire.

Di seguito le otto referenze degustate:

  • Cantina Nofrini Rosso Principe Trasimeno Gamay DOC 2020 (bottiglie prodotte 4600)
  • Il Poggio Legamè Trasimeno Gamay DOC 2019 (bottiglie prodotte 2000)
  • Coldibetto E-trusco Trasimeno Gamay DOC 2018 (bottiglie prodotte 1000)
  • La Querciolana Camporso Trasimeno Gamay Riserva DOC 2019 (bottiglie prodotte 2500)
  • Madrevite C’osa Trasimeno Gamay Riserva DOC 2019 (bottiglie prodotte 2000)
  • Pucciarella Trasimeno Gamay Pucciarella Trasimeno Gamay DOC 2020 (bottiglie prodotte 2500)
  • Duca della Corgna Poggio Petroso Trasimeno Gamay Riserva DOC 2018 (bottiglie prodotte 3500)


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/

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