Presento oggi Vintage Wine Estates (VWE), azienda vinicola quotata nel mercato americano da poco più di un anno con un valore di mercato attuale di circa 600 milioni di dollari di cui abbiamo accennato brevemente nell’articolo di qualche giorno fa sulla valutazione delle aziende vinicole. Per dirla breve, VWE è il 15esimo produttore di vino della California per volumi spediti e fa un po’ di tutto: vendite dirette tramite tasting rooms e ecommerce (30% delle vendite, DTC, direct-to-consumer), vendite all’ingrosso (33%, wholesale nei grafici) ma anche “B2B” (35%), cioè produrre vini per i marchi del retail, quindi principalmente “private labels”.
La storia di questa azienda è ventennale e il grafico sopra preso dal prospetto di quotazione vi mostra come è stata costruita negli anni dall’imprenditore (Pat Roney) acquistando diversi marchi, con un posizionamento nel segmento “lifestyle” (quindi a occhio tra 10 e 25 dollari al dettaglio) e nel segmento “luxury”. I marchi elencati sono numerosi… nel lifestyle Layer Cake, Firesteed, Bar Dog, Middle Sister, Cherry Pie, Girl and Dragon, Cartlidge & Browne, Buried Cane, Grower’s Guild, Clayhouse, Cigar, GAZE, Buttery Bomb, Tall Dark Stranger, Carneros Creek, Corvidae, Purple Cowboy and If You See Kay; nel luxury si chiamano Girard, Clos Pegase, Laetitia Vineyard and Winery, Swanson, Kunde Family, Viansa e via dicendo. Hanno anche alcuni “digital native brands”, quindi che si vendono soltanto online.
La struttura del conto economico e dello stato patrimoniale è in tabella. Diciamo che con 220 milioni di fatturato 2021 (a giugno) sono rimasti in fondo 4 milioni di dollari. Quindi margini bassi. Anche riconsiderando tutte le spese straordinarie, VWE ha un gross margin di 75 milioni di dollari (34% nel 2021, era un po’ meglio nel 2020), ma poi spende 72 milioni di spese generali e di vendita, quindi “costi operativi” e quindi resta molto poco in fondo al bilancio. Oltretutto, l’azienda è arrivata molto indebitata alla quotazione, con oltre 350 milioni di dollari di debiti su 190 milioni di fatturato 2020 (!) e nonostante l’iniezione di cassa della quotazione (attraverso un veicolo speciale, un giorno vi spiegherò…) a fine 2021 ha comunque 184 milioni di debiti, contro un EBITDA che secondo i miei calcoli è stato di 20 milioni (dichiarato, 15 milioni senza le componenti straordinarie positive).
Gli obiettivi scritti nero su bianco nel prospetto parlano di un raddoppio del fatturato a 450m di dollari nell’arco di circa 5 anni, di un gross margin che passa dal 40% al 45% e di un margine EBITDA che passa dal 20% (a me sembra 10%…) al 25-30% nello stesso arco di tempo. Se così fosse ci troveremmo ovviamente davanti a una Vintage Wine Estates molto diversa da quella attuale!
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