in

Analisi delle vendite e dei margini delle aziende vetrarie 2018-2022

Scrive Leonardo, lettore assiduo del blog che lavora per una azienda della zona del Prosecco: “Quando si parla di materie secche la voce di costo più importante è ovviamente il vetro che, come lei saprà, ha avuto aumenti notevoli nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Recentemente Uniione Italiana Vini ha pubblicato un comunicato stampa […] dove denuncia le speculazioni monopolistiche del settore vetro. Per fare chiarezza le chiederei la gentilezza di analizzare e confrontare i bilanci degli ultimi 4 anni delle principali aziende vetrarie: O-I, Verallia, Zignago, Vetri Speciali.” Detto e quasi fatto, direi, nel senso che mancando i bilanci 2022 delle aziende non quotato ho analizzato i risultati degli ultimi anni delle tre quotate che conosco: Verallia, Vidrala e Zignago Vetro.

Cosa emerge?

Beh, saltando alla conclusione si può dire che questi operatori hanno totalmente (Verallia) o stanno per (Vidrala e Zignago Vetro) recuperare gli aumenti dei costi energetici “in termini relativi”. I loro margini 2022-23 infatti sono ormai al livello pre-crisi in percentuale alle vendite ma su un livello di vendite fortemente inflazionato (principalmente) dagli aumenti di prezzi. Dicendola in maniera più semplice, non solo hanno “attaccato” ai prezzi di vendita l’aumento dei costi energetici ma addirittura ci hanno messo su anche il margine.

Per dare un’idea, Vidrala e Veralia sono nel 2022 a circa il 40% in più di fatturato sul 2018 e puntano a un +70% entro il 2023, mentre Zignago Vetro è già a quel livello relativo nel 2022. Quindi la spinta è stata forte.

Andando più direttamente nella questione dei margini, nel 2019 (anno migliore per il confronto in quanto il primo in cui il principio contabile IFRS16 è entrato in funzione, aiutando i margini) Vidrala era al 27% e  punta ad almeno il 25% nel 2023, Verallia era al 24% e nel 2022 è arrivata al 26% (24% nel 2023 atteso dall’azienda), mentre Zignago Vetro che partiva dal margine più alto del campione, 28% nel 2019 è scesa al 25% nel 2022 (l’azienda non ha comunicato obiettivi per il 2023).

Sembra dunque abbastanza evidente che in un ipotetico ciclo 2018-2023, ossia pre e post Covid, oppure pre e post spinta inflazionistica, le aziende del vetro siano in effetti riuscite a proteggere i loro margini e addirittura a uscire meglio di quanto non siano entrate.

Un’analisi più approfondita viene dai dati di Verallia, che fornisce un dettaglio dei fattori dei crescita del loro EBITDA. Tra il 2019, in valore assoluto sono cresciuti di 250 milioni circa, da 615 a 866 milioni di euro. Di questi, il volume di vendita ha contribuito per 20 milioni, lo spread tra prezzi di vendita e costi variabili di produzione per ben 205 milioni, mentre il resto (costi fissi, cambi e via dicendo) per i restanti 27.

Tornando all’inizio della discussione, questi pochi numeri sembrano supportare le considerazioni di Federvini, segnalate dal lettore: il prezzo è in effetti cresciuto più di quello che sarebbe stato giustificabile per l’aumento delle materie prime. Resta da capire, per l’industria del vino, il rapporto tra il costo e la criticità di questo prodotto. Ossia, se non ho la bottiglia di vetro non riesco a produrre e vendere e il costo della bottiglia di vetro è comunque una frazione magari poco rilevante del mio costo totale (diciamo soprattutto nelle aziende di vino di alta qualità). Quindi, pago quello che devo pagare e pazienza. Se così è (ma a questo mi risponderete voi), probabilmente non assisteremo a un calo dei prezzi a fronte della normalizzazione dei costi dell’energia…

Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco


Fonte: http://feeds.feedburner.com/INumeriDelVino


Tagcloud:

Vino (studio): aumentano consumatori italiani ma si beve meno

Export vino italiano: primo trimestre 2023 complicato