Arrivare a Menfi in una giornata di scirocco significa essere accolti da un respiro caldo che sembra arrivare da molto lontano, dal cuore del Sahara. È un vento che non si limita a sfiorare la pelle: entra nelle ossa, asciuga l’aria, rallenta i pensieri. Chi vive in Sicilia lo conosce bene: lo scirocco non è solo un fenomeno meteorologico, ma parte integrante del paesaggio, della vita quotidiana, è memoria collettiva.
Questo vento infuocato ha anche un ruolo decisivo nel disegnare il destino delle vigne. Può accelerare la maturazione dell’uva, portare calore quando serve e, se gestito con attenzione, diventare un alleato prezioso. È in questo scenario che prende forma la storia di Cantine Settesoli, nata a Menfi più di sessant’anni fa per dare voce al lavoro di centinaia di famiglie di viticoltori.
Come il vento che mescola le correnti, la cooperativa ha imparato a unire energie diverse, trasformando un territorio aspro e generoso in un racconto corale di vini che parlano la lingua viva della Sicilia.
Una comunità che diventa vino
Cantine Settesoli è molto più di una cantina: è una comunità che raccoglie 2000 soci viticoltori e coinvolge oltre 5000 famiglie nelle Terre Sicane, in provincia di Agrigento. Fondata nel 1958 dall’intuizione di 68 viticoltori, oggi rappresenta il 7% dell’intera superficie vitata della Sicilia, con 5700 ettari coltivati, di cui più di 1000 in biologico.
La sua dimensione è imponente – circa 20 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, distribuite in oltre 45 Paesi – ma non ha mai perso il legame con la terra. È grazie a questo radicamento che Settesoli riesce a custodire 35 cultivar diverse, tra vitigni autoctoni come grillo, grecanico e nero d’Avola, e varietà internazionali come chardonnay, merlot e syrah.
Una storia pionieristica
Sin dalle origini Settesoli ha fatto scelte coraggiose. Dopo la prima vendemmia nel 1965, negli anni Settanta è stata tra le prime in Sicilia a investire nell’imbottigliamento e nell’export. Negli anni Ottanta ha sperimentato vitigni internazionali, aprendo la strada allo chardonnay. Negli anni Novanta ha ampliato il proprio raggio d’azione con nuove acquisizioni e due marchi destinati a mercati differenti: Mandrarossa, per il canale Horeca, e Inycon, dedicato alla grande distribuzione internazionale.
Innovazione e sostenibilità
La spinta all’innovazione ha sempre camminato accanto a quella per la sostenibilità. Nel 2003 Settesoli è stata la prima azienda vinicola in Italia a introdurre la tracciabilità completa della filiera. Oggi conta su 11 impianti fotovoltaici che coprono il 23% del fabbisogno energetico, progetti di riciclo e materiali a basso impatto ambientale. Ha ottenuto certificazioni importanti – Vegan, VIVA e SOStain Sicilia – che ne fanno un modello di viticoltura responsabile.
Il legame con la comunità resta il cuore pulsante: il 70% delle famiglie del territorio partecipa in qualche forma al progetto, e il valore generato diventa motore di sviluppo, contrastando lo spopolamento e salvaguardando il paesaggio.
Mandrarossa: nuove rotte del vino siciliano
È in questo contesto che nasce Mandrarossa, il brand creato nel 1999 come volto più contemporaneo della cooperativa. Dedicato alla ristorazione, alle enoteche e ai wine bar, Mandrarossa è il frutto di oltre vent’anni di ricerca per mettere in dialogo varietà e terroir. Il risultato è una Sicilia che sfugge ai cliché: autentica, dinamica e capace di sorprendere.
Dal debutto a Vinitaly nel 2000 con sette etichette alla nascita di Cartagho nel 2004, fino ai Vini di Contrada del 2019 e all’approdo sull’Etna e a Pantelleria nel 2020, Mandrarossa ha costruito un percorso di continua crescita e sperimentazione.
Oggi i tre territori d’elezione – Menfi, Etna e Pantelleria – custodiscono anime diverse della Sicilia. Il cosiddetto Menfishire è un mosaico di colline che degradano verso il mare, ricco di microclimi e biodiversità. Le pendici dell’Etna, con i loro suoli vulcanici, regalano vini vibranti e minerali. Pantelleria, isola sospesa nel vento, offre lo zibibbo per il celebre Passito di Pantelleria DOC.
Tra sperimentazione e identità
Mandrarossa si distingue per il lavoro pionieristico sui suoli: cinque tipologie principali, studi sui micro-terroir e progetti di microvinificazione che hanno portato alla selezione di vigneti d’eccellenza e alla nascita di etichette uniche nel panorama siciliano. È una ricerca che non smette mai di esplorare nuove strade, mantenendo saldo il legame con il territorio.
La cantina e l’esperienza
Il legame con la sostenibilità trova la sua massima espressione nella Mandrarossa Winery, inaugurata nel 2021 a Menfi. Una cantina ecosostenibile incastonata nel paesaggio: struttura ipogea, tetto giardino, materiali naturali e spazi progettati per fondersi con la campagna e con il mare.
Qui l’enoturismo diventa esperienza immersiva. I visitatori possono scegliere tra wine tour tematici, degustazioni guidate e percorsi dedicati alle diverse linee, fino alla scoperta del vigneto didattico e della bottaia. Un luogo che racconta la Sicilia contemporanea attraverso il vino, la natura e l’ospitalità.
La gamma Mandrarossa: cinque anime di Sicilia
Mandrarossa racconta la Sicilia con una gamma di vini articolata in cinque linee, ciascuna con un carattere distinto ma unite dallo stesso spirito di ricerca e autenticità.
Cartagho
Il Nero d’Avola che è diventato il simbolo del brand. Nasce da una selezione delle migliori uve e si presenta come un rosso intenso, avvolgente, con equilibrio e rotondità. È la bottiglia che più di tutte incarna la forza e la tradizione enologica siciliana.
Storie Ritrovate
Una collezione che porta il gusto oltre Menfi, là dove la Sicilia si moltiplica in identità diverse. Ci sono i Vini di Contrada, frutto di uno studio sui suoli calcarei che ha rivelato micro-terroir unici: il Grillo Bertolino Soprano e il Nero d’Avola Terre del Sommacco ne sono l’espressione più alta. Ci sono i vini dell’Etna, Sentiero delle Gerle Bianco e Rosso, che raccontano l’energia del vulcano con i profumi del Carricante e la forza del Nerello Mascalese. E c’è Serapis, il Passito di Pantelleria, dolce e luminoso come l’isola del vento da cui proviene. Nancy Rossit firma etichette che non si limitano a vestire il vino: lo accompagnano in un viaggio poetico, fatto di colori e suggestioni.
Gli Innovativi
La linea che guarda avanti e osa, reinterpretando vitigni locali e internazionali con spirito creativo. Dal Petit Verdot in purezza del Timperosse al Sauvignon Blanc salmastro di Urra di Mare, dal Vermentino biologico di Larcéra fino allo spumante Delquanta, ottenuto da uve Chenin Blanc: sono vini che sorprendono per freschezza, energia e capacità di mostrare la Sicilia in forme nuove.
I Varietali
Qui la semplicità incontra l’autenticità. Sono vini in purezza che esprimono al meglio i vitigni, sia autoctoni che internazionali. Dal Nero d’Avola al Frappato, dal Grillo al Grecanico, fino a Chardonnay, Viognier, Fiano e Syrah: etichette immediate, fresche, pensate per raccontare la ricchezza e la varietà del patrimonio viticolo siciliano senza filtri.
Calamossa
Una linea che evoca la vitalità del mare. Bianco e Rosato frizzante, leggeri e gioiosi, che prendono il nome da un’insenatura di Menfi. Freschezza e spuma sottile li rendono il volto più spensierato e solare della collezione.
Cinque percorsi diversi, un’unica anima: quella di una Sicilia capace di reinventarsi senza perdere il legame con le proprie radici.
E come scriveva Salvatore Quasimodo in Vento a Tindari:
«Salgo vertici aerei precipizi, assorto al vento dei pini, e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria, onda di suoni e amore, e tu mi prendi da cui male mi trassi e paure d’ombre e di silenzi, rifugi di dolcezze un tempo assidue e morte d’anima.»
Un’immagine che restituisce tutta la forza del vento, della memoria e dell’anima di questa terra, la stessa che Cantine Settesoli continua a trasformare in racconto collettivo e in vino.