I dati 2024 di Argea sono senza dubbio molto positivi. Sebbene le vendite non siano cresciute soltanto del 3.6%, di cui circa 1 punto percentuale grazie al consolidamento di Zaccagnini, i margini sono migliorati sensibilmente e il debito è calato sotto la soglia psicologica dei 100 milioni di euro, dove stava prima dell’operazione di acquisizione di MGM. Con un fatturato di 453 milioni, il gruppo è secondo in Italia dopo il conglomerato Cantine Riunite & CIV (che include GIV). L’attività del gruppo procede spedita. Nel 2024 si è finalizzata una piccola acquisizione di un marchio in Svizzera già distribuito (Enzo Bartoli) il che dovrebbe portare a un miglioramento dei margini di profitto, ed è iniziata la procedura di vendita della società distributiva russa, che sarà finalizzata nel 2025. Quest’anno Argea ha acquisito Wines Unlimited Inc., importatore USA di diverse etichette (tra cui Zaccagnini): operazione già effettuata da Herita (Santa Margherita) anni fa, che ha determinato un forte incremento dei margini sul mercato locale. Leggendo la relazione sembrerebbe di capire che l’operazione sia costata circa 40 milioni di euro. Le previsioni 2025 indicano un ulteriore miglioramento dei margini, con una strategia che menziona anche i vini No Alcohol e la strategia di premiumizzazione di Poderi dal Nespoli.
Passiamo a un’analisi più dettagliata dei dati con grafici e tabelle.
- Le vendite 2024 crescono del 3.6% a 453 milioni di euro. Come abbiamo calcolato nel bilancio 2023, l’impatto dei “12 mesi” di Zaccagnini del 2024 rispetto al periodo di consolidamento più limitato del 2023 è di circa 5 milioni, ossia l’1% del fatturato. Le vendite italiane calano dell’8% a 41 milioni, quelle estere crescono del 5% a 413 milioni. Dal 2024 Argea distingue vendite EU (ex Italia), 160 milioni, e resto del mondo, 253 milioni.
- I margini come dicevamo sono in crescita, essenzialmente grazie al minor costo degli acquisti, passati dal 68% al 65% del fatturato, mentre le spese per servizi crescono dal 13% al 14% delle vendite e il personale resta stabile intorno al 7%. L’EBITDA del 2024 raggiunge quota 69 milioni di euro, +12%, per un margine del 15% dal 14% del 2023. Come sapete l’utile operativo e l’utile netto sono fortemente influenzati dall’ammortamento dell’avviamento. Se lo “togliamo”, l’utile operativo passa da 49 a 56 milioni (dall’11.1% al 12.5% del fatturato). L’utile netto segna una perdita di 7 milioni rispetto ai 16 del 2023, ma come dicevamo appena sopra gli oltre 30 milioni di ammortamenti “farlocchi” distorcono non di poco la lettura.
- La parte finanziaria vede un debito di 97 milioni, in discesa dai 121 del 2023. Già nel 2023 avevamo espresso apprezzamento per la gestione finanziaria (debito stabile con l’acquisizione di Zaccagnini in mezzo), e quest’anno lo rifacciamo. Il magazzino scende di 10 milioni di euro, gli investimenti sono sotto controllo al 3% del fatturato, l’azienda non ha pagato dividendi e dunque i 24 milioni di generazione di cassa netta sono andati tutti a riduzione del debito e in preparazione dell’operazione di acquisizione dell’importatore americano.
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