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    Bilancio positivo per il primo anno del Gruppo Marilisa Allegrini

    A un anno dalla sua fondazione, il Gruppo Marilisa Allegrini traccia un primo bilancio più che positivo. Il consolidato registra un fatturato di 10,5 milioni di euro, in linea con le previsioni, confermando la solidità del modello di business e la capacità di adattamento alle dinamiche di un settore in continua evoluzione.

    “Il nostro risultato dei primi nove mesi non era affatto scontato, considerando le turbolenze del mercato e le molte variabili esterne che influenzano il comparto. Avviare un progetto imprenditoriale in un contesto simile è stata una sfida impegnativa, ma questi numeri dimostrano che la strada intrapresa è quella giusta. Sono orgogliosa delle nostre aziende e della fiducia che continuiamo a conquistare sia in Italia che all’estero. Dopo quarant’anni di viaggi e lavoro, vedere le mie figlie Carlotta e Caterina seguire il mio stesso percorso è una grande soddisfazione” – afferma Marilisa Allegrini, Cavaliere del Lavoro e Presidente del Gruppo.

    L’export si conferma un pilastro strategico, rappresentando il 70% del fatturato delle tre aziende di proprietà della famiglia Mastella Allegrini – Villa Della Torre a Fumane, Poggio Al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino – con una presenza consolidata in mercati chiave come Stati Uniti, Svizzera, Germania, Regno Unito e Giappone.

    Un anno di iniziative e riconoscimenti

    Il 2024, anno di nascita del Gruppo, si è distinto per un’intensa attività, con eventi di rilievo sia in Veneto che in Toscana. A Bolgheri, Poggio Al Tesoro ha partecipato alla prestigiosa Cena sul Viale dei Cipressi e ha organizzato una verticale di cinque annate del Vermentino SoloSole. Sempre a settembre, Villa Della Torre ha ospitato il pranzo dei Presidenti delle Camere basse dei Paesi del G7 e del Parlamento europeo. Sul fronte dei riconoscimenti, il Gruppo ha ottenuto prestigiosi risultati, tra cui il sesto posto nella classifica di Gentleman di febbraio 2025 per il vino “Dedicato a Walter Bolgheri Superiore DOC 2020” della cantina Poggio al Tesoro.

    Giancarlo Mastella

    Accoglienza e vino: un binomio strategico

    Marilisa Allegrini sottolinea il ruolo fondamentale dell’ospitalità nel percorso di crescita del Gruppo: “Oltre ai numeri, il nostro obiettivo è creare sinergie tra vino e accoglienza. L’Italia possiede un patrimonio straordinario di territori, cultura e know-how produttivo, e investire nella valorizzazione di questi elementi è cruciale per mantenere la nostra competitività a livello globale”.

    Marilisa Allegrini

    Investimenti nei giovani e crescita sostenibile

    Un altro fattore chiave del successo del primo anno è stato l’investimento nel capitale umano. Il Gruppo ha rafforzato la propria struttura con 16 nuove assunzioni, puntando su una squadra giovane con un’età media under 35. Questa scelta rispecchia la volontà di formare i professionisti del domani e di promuovere un ambiente di lavoro dinamico e innovativo.

    Obiettivi futuri: raddoppiare il fatturato e ampliare la produzione

    Le prospettive per i prossimi cinque anni sono ambiziose: il Gruppo punta a raddoppiare il fatturato, portando i ricavi delle tre cantine a 15 milioni di euro e incrementando il settore dell’ospitalità, che oggi rappresenta il 5% del fatturato, fino a 5 milioni di euro. Un ulteriore driver di crescita sarà l’aumento della produzione di Villa Della Torre, che porterà il Gruppo a raggiungere il milione di bottiglie.

    I nuovi progetti: il Brolo di Villa Della Torre e Peaks&Valleys

    Villa Della Torre si evolve con una produzione che valorizza il proprio Brolo, dieci ettari di vigneto racchiusi da antiche mura, con vini che rappresentano un’evoluzione consapevole dello stile classico della Valpolicella. Il Valpolicella Classico Superiore 2021 e l’Amarone della Valpolicella Classico 2020 ne sono esempi emblematici, con un’identità sempre più definita e orientata alla precisione espressiva.

    Parallelamente, il Gruppo ha lanciato il progetto Peaks&Valleys, dedicato alla valorizzazione dei territori vitivinicoli veronesi – Valpolicella, Soave e Lugana – attraverso una selezione mirata di vigneti e terroir. Il progetto prevede il lancio di quattro referenze: Valpolicella Classico Monte Lencisa DOC 2024, Lugana Selva del Vescovo DOC 2024, Soave Classico Castelcerino DOC 2024 e Soave Classico Fittà DOC 2024.

    Un’identità visiva distintiva

    I nuovi progetti sono accompagnati da un’identità visiva curata dall’agenzia NSG | Strategic Branding Communication Wine Design. Le etichette di Villa Della Torre richiamano elementi architettonici rinascimentali, mentre il logo di Peaks&Valleys rappresenta il profilo geografico di Verona. Ogni etichetta, firmata da Marilisa Allegrini, racchiude informazioni sui vigneti e sulle caratteristiche uniche dei territori di origine.

    Con un primo anno solido alle spalle e progetti ambiziosi per il futuro, il Gruppo Marilisa Allegrini si conferma una realtà dinamica e in crescita, capace di coniugare tradizione e visione strategica per affermarsi sempre più nel panorama enologico internazionale. LEGGI TUTTO

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    Lungarotti presenta il Progetto 1962

    C’è un momento nella storia di ogni azienda familiare in cui si sente il bisogno di guardarsi allo specchio. Per Lungarotti, questo momento è arrivato nel 2024. Dopo un lungo percorso di analisi interna ed esterna, è emerso un potenziale ancora in parte inespresso. È da qui che nasce il Progetto 1962 che segna l’inizio del quarto ciclo di vita dell’azienda, con l’obiettivo di tornare alle radici per raccontare una nuova contemporaneità.Lungarotti, storica realtà vitivinicola dell’Umbria, ha sempre incarnato valori profondi: famiglia, territorio, continuità. Con questo progetto, questi valori si rinnovano nella forma, ma restano saldi nella sostanza. L’Umbria – terra di mestieri antichi, paesaggi incontaminati e ritmo lento – è al centro della narrazione: non solo come luogo fisico, ma come stile di vita da trasmettere al mondo.
    Il 2024 ha rappresentato un anno di svolta. A partire da un attento lavoro di ascolto e riflessione, Lungarotti ha deciso di ridefinire la propria immagine e la propria proposta, in modo coerente con la propria storia e dialogando con il presente. Non si è trattato di un semplice restyling, ma di un cambio di passo: un’evoluzione nel pensiero, nelle persone, nella produzione e nella comunicazione.
    E’ da qui che nasce l’idea di Progetto 1962, che prende il nome dalla prima annata del Rubesco e Torre di Giano, le due etichette simbolo di Lungarotti rivisitate nella forma e nella sostanza. I nuovi Rubesco 62 e Torre di Giano 62 si distinguono per uno stile gustativo più snello, fresco, immediato e trasversale, pensato per raccontare l’Umbria e il suo carattere attraverso vini che hanno segnato la storia dell’azienda, ma perfettamente attuali.
    Il progetto si fonda su tre dimensioni stilistiche: quella gustativa, quella visiva e quella comunicativa. Vini dalla netta espressione varietale, ottenuti da vitigni resilienti al cambiamento climatico, come il Sangiovese e il Trebbiano, che vedono una raccolta leggermente anticipata ed una vinificazione la cui cura mira ad esprimere al meglio la terra d’origine. Tra le caratteristiche del processo che raccontano questa cura, le temperature di fermentazione più basse – per limitare l’estrazione – nel rosso, ed un passaggio più lungo sulle fecce fini per il bianco, per contribuire a caratterizzarne la struttura. Accompagna il cambiamento un nuovo design senza tempo, ispirato alle prime etichette degli anni ’60.  Il racconto contemporaneo unisce memoria e visione, radici e ambizione, per due prodotti destinati al canale Horeca.
    “Il Progetto 1962 è solo l’inizio di un piano strategico triennale che vuole portare nel mondo l’Umbria e il suo stile di vita lento” spiega Chiara Lungarotti, amministratore delegato dell’azienda. “Un percorso fatto di concretezza, eleganza, autenticità e legame con il territorio. Come azienda, come famiglia, come interpreti di una regione unica, sentiamo oggi il dovere e l’orgoglio di rappresentare la nostra terra nel mondo. E lo facciamo con ciò che meglio ci racconta: un vino senza tempo, capace di parlare al presente”.
    Da Torgiano al mondo: una storia di famiglia e di territorio
    Lungarotti è sinonimo di vino umbro dal 1962, ma la sua storia affonda le radici molto prima. La famiglia, stabilitasi nella Media Valle del Tevere alla fine del XVIII secolo, ha sempre avuto un legame profondo con la terra, producendo vino, olio e altre eccellenze agricole. Nel 1962, con la nascita di Rubesco e Torre di Giano, ha inizio il secondo ciclo della storia, grazie alla visione di Giorgio Lungarotti che inizia a sviluppare l’azienda sui mercati nazionali ed internazionali.
    Dopo la sua scomparsa nel 1999, la “nuova” generazione ha dato il via al terzo ciclo: reimpianto dei vigneti, ammodernamento delle cantine, apertura verso pratiche sostenibili. Nel 2024, la decisione di avviare il quarto ciclo, guardando al futuro con uno sguardo che parte da lontano, per rendere contemporaneo il brand e i suoi valori.
    La nuova visione aziendale è chiara e ambiziosa: “Rallentare la vita delle persone, portando l’Umbria e il suo stile di vita nel mondo.” Questa visione si traduce in una missione concreta: proporre vini intramontabili, territoriali, classici e rispettosi, che trasmettano uno stile di vita sano, profondo e radicato nella cultura regionale.
    Cambiare per restare se stessi
    Il rinnovamento di Lungarotti tocca ogni aspetto della vita aziendale: nuove professionalità sono entrate in azienda, affiancando la famiglia nelle diverse aree operative. Lo stile enologico evolve verso una maggiore immediatezza del sorso, freschezza e bevibilità, mantenendo eleganza e autenticità. Nel marketing e la comunicazione viene adottato un approccio più contemporaneo, emozionale e narrativo. Vengono introdotti nuovi strumenti digitali e si rafforza la cultura aziendale come comunità attiva. L’ospitalità assume una nuova dimensione con l’Enoteca della Cantina, il wine shop dove è possibile degustare e pranzare, completamente rinnovato, che affianca le altre strutture d’accoglienza di Lungarotti, dall’agriturismo Poggio alle Vigne alla ristorazione dell’Osteria del Museo, situata accanto al Museo del Vino. Anche questa trasformazione è guidata dalla volontà di trasmettere i valori umbri: concretezza, generosità, resilienza. Il Progetto 1962 rappresenta il DNA di Lungarotti in chiave contemporanea, un ponte tra passato e futuro.
    Playlist Progetto 62: https://open.spotify.com/playlist/30NAiwX6WO3NKuCKjcOt32?si=2UlwPzoURwGtPobor8L82g&pi=e-8AhyyS-qSOeJ LEGGI TUTTO

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    Pietro Colosi festeggia i suoi primi dieci anni in azienda: tra tradizione di famiglia e visione per il futuro

    Dieci anni sono passati da quel 24 aprile 2015, giorno in cui Pietro Colosi discuteva la sua tesi di laurea a San Michele all’Adige e, appena poche ore dopo, varcava ufficialmente la soglia dell’azienda di famiglia pronto a intraprendere il proprio percorso professionale nel mondo del vino. Un ingresso ufficiale che, in realtà, coronava un cammino iniziato molto tempo prima, quando da bambino trascorreva i pomeriggi in cantina al fianco del nonno Pietro e del padre Piero assorbendo la passione per la viticoltura e l’enologia.A distanza di dieci anni, Pietro celebra il suo primo importante traguardo professionale ripercorrendo i cambiamenti, gli investimenti, le scelte coraggiose intraprese dalla famiglia che hanno trasformato profondamente l’azienda negli ultimi due lustri. Il padre Piero, cuore gestionale e organizzativo dell’azienda, e il nonno Pietro, anima enologica delle prime produzioni, hanno trasmesso valori e competenze che Pietro ha saputo reinterpretare grazie agli studi e all’esperienza, portando una nuova energia in cantina. “Papà e nonno erano burberi e permalosi, ma avevano una grande voglia di trasmettermi ciò che sapevano. E’ grazie a loro se io e mia sorella Marianna abbiamo deciso di fare di questo lavoro la nostra vita e di proiettarci verso un’evoluzione che sentivamo necessaria. In questo decennio è cambiato tanto: le persone, il modo di lavorare, l’approccio alla sostenibilità e, naturalmente, i nostri vini”, racconta Pietro.
    Il primo grande cambiamento è stato il potenziamento tecnologico: in vigneto, la sostituzione completa del parco macchine ha permesso di adottare metodi di lavorazione più organici, sicuri e rispettosi dell’ambiente. In cantina, l’aggiornamento delle attrezzature e l’introduzione di nuovi standard qualitativi hanno garantito processi produttivi all’avanguardia, mantenendo intatto il legame con il sapere enologico tramandato dal nonno Pietro.
    Un altro passo fondamentale è stato l’impegno concreto sul fronte della sostenibilità: l’installazione di un impianto fotovoltaico ha reso l’azienda quasi completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, riducendo in modo significativo l’impatto ambientale e facendo della cantina Colosi una realtà green e moderna.
    Nel corso di questo decennio, è cambiata profondamente anche la squadra. L’azienda oggi si avvale di collaboratori giovani, dinamici e altamente qualificati, sia nei vigneti dell’isola di Salina, dove la cura dei filari è diventata quasi un’arte, sia in cantina, dove si lavora con grande attenzione alla qualità e al dettaglio, che in amministrazione. “Abbiamo investito sulle persone, cercando di creare un ambiente di lavoro in cui i giovani potessero crescere, formarsi e sentirsi parte integrante della nostra realtà familiare”, sottolinea Pietro.
    Anche i vini Colosi sono cambiati: Pietro e Marianna hanno dato un nuovo volto alle etichette, scegliendo uno stile grafico più fresco e contemporaneo, in grado di raccontare la storia dell’isola e della famiglia con un linguaggio visivo capace di dialogare con le nuove generazioni di appassionati. Dal punto di vista enologico, l’esperienza acquisita da Pietro durante gli studi e il suo approccio innovativo hanno portato una ventata di freschezza all’intera gamma dei prodotti; il risultato è una collezione di vini che mantiene il carattere autentico del territorio, ma con uno stile moderno ed elegante.
    Tra i progetti che più rappresentano questa nuova era aziendale ci sono Secca del Capo e Guardiano del Faro, due vini che racchiudono lo spirito e la passione della famiglia Colosi. Secca del Capo è il primo vino che Pietro ha realizzato insieme al padre Piero, un’etichetta che segna il passaggio di testimone tra le generazioni e che sintetizza perfettamente l’incontro tra tradizione e innovazione. Guardiano del Faro, invece, è un progetto ambizioso che celebra il legame profondo con l’isola di Salina, la sua natura selvaggia e la dedizione instancabile della famiglia alla propria terra. Due vini simbolo, che raccontano il cuore pulsante di un’azienda che guarda avanti, senza mai dimenticare le proprie radici.
    Guardando al futuro, l’obiettivo resta la crescita continua, senza perdere di vista i valori che hanno sempre contraddistinto la famiglia Colosi. “Papà ci ha sempre insegnato che ‘ci vuole una vita per costruire e un secondo per distruggere’. Questo principio guida ogni nostra scelta: costruire con pazienza e dedizione, un passo alla volta, come si fa con i muri che resistono al tempo”, spiega Pietro.
    La Sicilia è da oltre 80 anni teatro della produzione vinicola della famiglia Colosi, una storia che inizia in un piccolo borgo dell’entroterra, San Pier Niceto. Da allora l’azienda non si è mai fermata, anzi, le nuove generazioni hanno permesso alla Cantina di crescere e diventare una realtà solida, affermata in tutto il mondo, tanto che alla fine degli anni ’90 la famiglia ha deciso di espandersi anche sull’isola di Salina con 13 ettari di proprietà. La produzione ad oggi si attesta complessivamente intorno alle 500.000 bottiglie e si serve delle tecnologie più all’avanguardia per poter donare ai propri prodotti un profilo organolettico in pieno rispetto delle caratteristiche della loro territorialità. LEGGI TUTTO

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    Vinitaly 2025: una vetrina internazionale tra business, tendenze e nuovi consumatori

    La 57^ edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile 2025, si conferma il punto di riferimento per il settore vitivinicolo italiano con circa 4.000 aziende partecipanti e un quartiere espositivo al completo. L’evento accoglierà operatori da 140 paesi, consolidando il suo ruolo di baricentro del vino italiano a livello internazionale. Tra gli obiettivi principali, emergono la promozione, l’internazionalizzazione e l’evoluzione del settore, con un focus su nuove tendenze e strategie per affrontare un mercato in continua trasformazione.

    presentazione della 57^ edizione di Vinitaly

    L’internazionalizzazione rimane un pilastro fondamentale della manifestazione, con un piano di incoming che coinvolge 1.200 top buyer da 71 Paesi, sei in più rispetto all’anno scorso, e delegazioni importanti da Stati Uniti, Canada, Cina, Regno Unito, Brasile, India e Corea del Sud. “Vinitaly rappresenta l’aggregatore naturale del vino italiano sui principali mercati target”, ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, sottolineando l’importanza delle collaborazioni con istituzioni e operatori per rafforzare la competitività del settore.

    Tra le novità dell’edizione 2025 spiccano i focus sui vini NoLo (low e no alcohol), l’approfondimento sui RAW Wine e la nuova area dedicata all’enoturismo con il debutto di “Vinitaly Tourism”. L’evento, inoltre, si conferma un incubatore di tendenze, monitorando i cambiamenti nei consumi e le nuove abitudini dei consumatori.

    I giovani e il vino: un rapporto in evoluzione

    Un’importante ricerca dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, presentata in occasione della conferenza stampa di lancio della 57^ edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati, ribalta i luoghi comuni sul consumo di vino. Se da un lato si registra un calo generalizzato nei consumi, sono gli under 44 a rappresentare la fascia più dinamica, in Italia come negli Stati Uniti. Millennials e GenZ, lontani dall’immagine di consumatori disinteressati, considerano il vino uno status symbol e sono disposti a investire in etichette premium, seppur senza un forte legame con i brand tradizionali.

    Secondo l’analisi, negli Stati Uniti il 31% del valore complessivo delle vendite di vino è generato dai prodotti ultra premium, con il 60% degli acquisti effettuato da consumatori under 44. In Italia, il segmento di alta gamma è meno sviluppato (10% del mercato), ma anche qui i giovani giocano un ruolo chiave. Inoltre, il 56% dei giovanissimi italiani vede il vino come un “fashion statement”, il doppio rispetto ai Boomer. La socialità rimane un aspetto centrale: negli USA, 7 giovani su 10 hanno aumentato il consumo proprio per una maggiore socializzazione.

    Un altro mito sfatato riguarda la frequenza e la quantità di consumo. Contrariamente all’idea che i giovani bevano meno, il tasso di consumo abituale è simile tra le diverse generazioni, con una tendenza diffusa a bere 2-3 volte al mese. In entrambi i paesi, gli under 44 dimostrano una maggiore propensione ad aumentare il consumo rispetto agli over 44, tra i quali si osserva una flessione più marcata.

    Infine, la tendenza “sober curious”, che promuove periodi di astinenza dal consumo di alcol, è più diffusa tra i giovani, con il 60% della GenZ americana e il 46% di quella italiana disposta a sperimentare momenti “dry”, mentre tra i Boomer la percentuale si riduce sensibilmente.

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    Vinitaly 2025 con il Consorzio Morellino di Scansano: in fiera con 63 vini di Annata e Riserva

    Il Consorzio Morellino di Scansano sarà tra i protagonisti di Vinitaly 2025, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile. 42 aziende porteranno in degustazione 63 etichette nella Hall 9, Stand B17. Un’occasione unica per scoprire e approfondire tutte le espressioni del Morellino di Scansano DOCG, dalla versione Annata, fresca e immediata, alla più strutturata e complessa Riserva.Sarà inoltre l’occasione per saggiare le novità in arrivo: è stato formalmente avviato l’iter per l’introduzione della menzione “Superiore”, tipologia che andrà ad arricchire la proposta del Morellino di Scansano e che si caratterizzerà per una resa più bassa, un affinamento prolungato, una maggiore finezza e profondità, pur mantenendo una piacevolissima bevibilità, a conferma del costante percorso di valorizzazione qualitativa intrapreso dalla denominazione.
    Durante la fiera saranno presenti allo stand il Presidente Bernardo Guicciardini Calamai e il Direttore Alessio Durazzi, disponibili a incontrare operatori del settore, stampa e appassionati per approfondire presente e futuro del Morellino.
    “Per il Morellino di Scansano, Vinitaly è un appuntamento irrinunciabile, perché ci permette di consolidare la nostra posizione sul mercato italiano e, allo stesso tempo, di rafforzare la nostra presenza all’estero. Dopo il successo di Wine Paris, la nostra partecipazione a Verona è un’opportunità strategica per incontrare operatori e appassionati, raccontando l’identità e la versatilità di un vino sempre più apprezzato anche oltre i confini nazionali”. dichiara Bernardo Guicciardini Calamai, Presidente del Consorzio Tutela Morellino di Scansano. “Il Morellino infatti incarna al meglio lo spirito della Toscana più autentica e la sua crescita sui mercati internazionali, nonché il riposizionamento nella fascia medio alta del mercato interno, dimostrano il valore e il potenziale dei questo inimitabile Sangiovese della costa.”
    A Vinitaly il Consorzio, inoltre, proporrà due appuntamenti riservati alla stampa di settore, dedicati alla cucina maremmana. Lunedì 7 e martedì 8 aprile, presso lo stand del Morellino di Scansano, si terrà una degustazione del tortello maremmano, in abbinamento a Morellino di Scansano Annata DOCG, Morellino di Scansano Riserva DOCG e Vermentino Superiore DOC Maremma Toscana, realizzata in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana e l’Associazione per la Tutela e la Promozione del Tortello Maremmano.
    A guidare gli incontri saranno lo chef Massimo Bucci, lunedì 7, con la partecipazione di Andrea Biondi, direttore provinciale di Confesercenti Grosseto, e, martedì 8, gli chef Sandro Signori e Roberto Delli, vicepresidente dell’Associazione del Tortello Maremmano e titolare dell’azienda Pastai in Maremma.
    www.consorziomorellino.it LEGGI TUTTO

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    Focus sull’enoturismo lungo la Strada del Sangiovese nei giorni di Vinitaly

    Mentre in Italia continua a ritmo serrato la crescita dell’enoturismo – che secondo l’ultimo rapporto Ismea-Aite coinvolge oggi circa 13,4 milioni di persone, ossia il 64,5% dei viaggiatori – anche la Romagna, e in particolare la provincia di Ravenna, si caratterizza sempre più come meta attrattiva per chi è in cerca di esperienze enogastronomiche di qualità attraverso cui entrare in contatto diretto con prodotti d’eccellenza, la loro storia e il territorio di origine.
    Qui, grazie al progetto “Romagna a tu per tu” della Strada del Sangiovese (Strada della Romagna), si possono vivere durante tutto l’anno venticinque esperienze speciali, con vignaioli e artigiani del gusto pronti ad aprire le porte di cantine e agriturismi per ospitare degustazioni guidate, laboratori, trekking tra la natura e altre proposte emozionanti capaci di lasciare il segno. A queste opportunità, disponibili nel corso delle diverse stagioni, da tre anni a questa parte si sono aggiunti gli appuntamenti della rassegna “Sulla buona Strada”, eventi che ogni mese uniscono vini e prodotti tipici del territorio ai tesori storici, culturali e paesaggistici della provincia di Ravenna.
    Nei giorni di Vinitaly l’intera offerta enoturistica della Strada del Sangiovese sarà protagonista all’interno della rassegna “Viaggio in bottiglia”, che a Verona racconterà l’eccellenza dell’ospitalità enogastronomica italiana fatta di migliaia di luoghi affascinanti in cui la cultura del buon bere incontra tesori di storia, arte e natura. In particolare, i riflettori si accenderanno sul territorio ravennate martedì 8 aprile al Ristorante Flora, nel corso di una serata in cui la degustazione di Albana, Sangiovese, Famoso, Centesimino e Burson delle cantine presenti a Vinitaly (La Sabbiona, Poderi Morini, Stefano Ferrucci, Tenuta Uccellina e Trerè) sarà l’occasione per presentare un’accoglienza che punta su un’offerta diversificata e sul coinvolgimento dell’intero territorio.
    Tutte le esperienze enoturistiche del progetto “Romagna a tu per tu” sono disponibili sul sito della Strada del Sangiovese (https://www.stradadellaromagna.it/esperienze-emozionanti-con-romagna-a-tu-per-tu/) così come il calendario della rassegna “Sulla buona Strada” (https://www.stradadellaromagna.it/sulla-buona-strada-eventi-2025/). LEGGI TUTTO

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    Partito il concorso di pittura “Artista diVino”

    Lanciato il concorso di pittura “Artista diVino” organizzato dall’ass. Promo-Terr e dalla Tenuta Mariani, un concorso di pittura aperto a tutti gli artisti italiani e stranieri.Lo scopo di «Artista diVino» è quello di promuovere il binomio Arte e Vino, valorizzando gli artisti e le loro opere insieme al bere consapevole oltre a far  conoscere il patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del nostro territorio, insieme allo stretto rapporto del mondo enologico alla cultura.
    Il tema del concorso è ampio per non limitare la creatività artistica, infatti oltre al vino, comprende la natura del territorio versiliese, una terra tra lago, spiaggia e campagna un mix di sapori che rende il vino delle Tenute Mariani unico (in particolare le bollicine del SEGRETO uno spumante charmat ).
    Tra tutte le opere inviate (foto in formato digitale) gli organizzatori ne selezioneranno 20 entro il 26 aprile 2025, lasciando altre 10 al giudizio di un voto popolare che si svolgerà in due giornate evento programmate nei primi di maggio e di giugno, le 30 opere selezionate saranno le protagoniste di una serie di eventi di arte e di degustazione, che si svolgeranno durante l’estate.
    Gli organizzatori puntualizzano che arrivare a questo traguardo per l’artista in concorso rappresenta una tappa fondamentale perchè godrà di un anno di promozione sia con iniziative direttamente a contatto con il pubblico sia attraverso le pubblicazioni cartacee e di web.
    Un progetto, quello di “Artista diVino”, pensato per offrire il massimo risalto ad un numero consistente di artisti, che usufruiranno di una promozione che ha in programma mostre, catalogo, un sito dedicato (www.artistadivino.eu) e serate evento nelle più prestigiose location della Versilia e di Lucca.
    A fine estate, nel periodo della vendemmia, tra queste opere ne saranno scelte tre, che si aggiudicheranno le prime posizioni e saranno scelte per rappresentare, come etichette delle bottiglie, la vendemmia 2025 della Tenuta Mariani oltre ad aggiudicarsi i relativi premi in denato.
    Per gli artisti interessati al concorso è necessario richiedere il regolamento scrivendo a segreteria@promo-terr.it  o concorso@artistadivino.eu o scaricabile direttamente dal sito www.artistadivino.eu.
    Si ricorda che la data ultima per accedere al concorso è il 26 aprile 2025.
    Ulteriori informazioni sono possibili scrivendo a segreteria@promo-terr.it  o sulla pagina FB Promo-Terr associazione. LEGGI TUTTO

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    Mandrarossa scommette sulla Menfi DOC: nuova denominazione per Urra di Mare

    Consapevole del ruolo di ambasciatore del territorio, Mandrarossa – top brand di Cantine Settesoli – scommette sulla Menfi Doc e debutta a Vinitaly con l’annata 2024 di Urra di Mare, rivendicando l’etichetta non più come Doc Sicilia, ma con la denominazione menfitana. In un futuro prossimo passeranno da Sicilia Doc a Menfi Doc anche i vini Cartagho, Bertolino Soprano, Cavadiserpe, Santannella e Bonera. L’obiettivo di Mandrarossa è infatti rilanciare e valorizzare la denominazione puntando sulla forte identità territoriale ed enologica, oltre che sull’enoturismo.
    “Il territorio menfitano – spiega Giuseppe Bursi, Presidente di Cantine Settesoli – è un luogo unico, dove le condizioni per la viticoltura sono ottimali: la zona si estende fino a 440 metri di altitudine, con significative escursioni termiche e la costante presenza di brezze marine. Queste caratteristiche donano ai vini Menfi Doc di Mandrarossa una spiccata mineralità, acidità e freschezza, peculiarità che li rende immediatamente riconoscibili. Su queste colline si trovano inoltre cinque diverse tipologie di suoli: dopo un attento studio di zonazione abbiamo selezionato i terreni più vocati per ciascun vitigno, conferendo ancora più valore ai nostri prodotti. Il nostro obiettivo è dunque sottolineare il forte legame tra Mandrarossa e il suo luogo d’origine, ancora poco conosciuto e valorizzato”.
    Un’altra leva fondamentale per la promozione della Menfi Doc è l’enoturismo, asset strategico in cui Mandrarossa crede fortemente: “Qui le colline incontrano il mare, accanto ai vigneti troviamo distese di ulivi: è un paesaggio ancora incontaminato, un incantevole idillio mediterraneo. Quando accogliamo le persone nella nostra winery, raccontiamo anche di questo luogo selvaggio e di grande fascino. Promuovere il menfitano significa puntare sul turismo esperienziale: la bellezza della natura deve diventare un valore aggiunto per attrarre i visitatori e dare slancio alla denominazione. Per preservare questo patrimonio straordinario dobbiamo pensare anche al futuro, facendo fronte ai cambiamenti climatici in atto: stiamo adottando potature più corte, reti ombreggianti e valutando l’utilizzo di portainnesti resistenti, oltre che promuovendo tra i nostri soci tecniche di aridocultura”.
    Il primo vino Menfi Doc è Mandrarossa Urra di Mare, 100% Sauvignon Blanc. L’azione benefica delle brezze marine regala un vino fresco dalle delicate note vegetali, un’espressione nuova e territoriale del Sauvignon. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati brillanti, il suo profumo è intenso, con aromi di agrumi, pesca, albicocca e sentori di menta e basilico. Al palato presenta ottima armonia tra aromi di frutta e mineralità, con un finale fresco e persistente.
    Stand Vinitaly Cantine Settesoli – Mandrarossa: Padiglione 2 – Stand D39 LEGGI TUTTO