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    Argea acquisisce WinesU e rafforza il posizionamento negli Stati Uniti

    Argea, il principale gruppo privato italiano nel settore vitivinicolo, ha annunciato di aver firmato un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di WinesU, storico importatore statunitense specializzato in etichette italiane e francesi. Questa acquisizione strategica consentirà ad Argea di consolidare la propria posizione negli Stati Uniti, che nel 2024 si sono confermati il mercato principale del Gruppo, con un peso superiore al 30% dell’export complessivo.Fondata oltre 45 anni fa a Eddystone, Pennsylvania, da Gino Razzi con il nome di Viva Vino Imports, WinesU è un punto di riferimento nell’importazione di vini italiani e francesi per i distributori locali americani. Con un fatturato di circa 35 milioni di euro nel 2024, WinesU rappresenta un tassello chiave nella strategia di crescita di Argea, contribuendo all’incremento dei ricavi consolidati del Gruppo e rafforzandone ulteriormente la leadership sul mercato.
    Il portafoglio prodotti di WinesU comprende 7 cantine con un totale di 11 etichette. Questa operazione garantirà ad Argea un accesso diretto al mercato statunitense, rafforzandone la presenza attraverso sinergie strategiche. La presenza diretta sul mercato permetterà inoltre di cogliere le nuove opportunità offerte dai trend di consumo negli USA, ampliare il portafoglio clienti e accelerare la crescita dei propri marchi premium su un mercato in continua espansione.
    L’acquisizione di WinesU si inserisce pienamente nella strategia a lungo termine di Argea, che mira a rafforzare il presidio sui mercati esteri, garantendo al contempo un approccio integrato alla gestione della filiera e alla valorizzazione delle denominazioni italiane di eccellenza.
    “L’acquisizione di WinesU rappresenta un passo fondamentale nel percorso di crescita internazionale di Argea, confermando il ruolo strategico degli Stati Uniti, primo mercato per vendite e fatturato. Questo traguardo dimostra ancora una volta la capacità di Argea di crescere e innovare, puntando sulla valorizzazione dei nostri territori e la distribuzione delle eccellenze vitivinicole italiane in tutto il mondo. Siamo lieti di accogliere i nuovi colleghi di WinesU nella famiglia Argea ed affrontare la gestione della società all’insegna della continuità, confermando pienamente nella gestione operativa il team di persone che ha contribuito al successo del business USA in questi lunghi e prestigiosi anni” ha commentato Massimo Romani, Amministratore Delegato di Argea.
    Argea è stata supportata nell’operazione da Ernst & Young per la financial e tax due diligence, mentre l’assistenza legale è stata curata da Raines Feldman Littrell LLP.WinesU, invece, si è avvalsa della consulenza legale di Hogan Lovells US LLP.
    Argea
    Argea è un gruppo innovativo e proiettato al futuro, nato per celebrare il settore del vino italiano, le sue culture, le persone, i territori e le tecniche di produzione, valorizzando al contempo le identità e preservandole come espressione della migliore tradizione. L’azienda è il risultato di una strategia messa in atto dalla società di private equity italiana Clessidra, che ha acquisito Botter S.p.A., Mondodelvino S.p.A. e Cantina Zaccagnini, creando il più importante player privato nel settore vinicolo italiano. Argea porta nei mercati internazionali una gamma diversificata di vini italiani riconosciuti in tutto il mondo, esportando in oltre 85 paesi, con una vasta rete di vendita in mercati dove il vino italiano è da tempo apprezzato, come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e paesi scandinavi, e in aree del mondo con un crescente interesse per il vino italiano, come Cina, Corea del Sud e Canada. www.argea.com LEGGI TUTTO

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    Villa Caviciana: un’azienda agricola sostenibile nella prima tenuta del FAI

    Villa Caviciana, situata a Gradoli, in provincia di Viterbo, in un angolo di paesaggio storico rurale ancora integro, con magnifico affaccio sul lago di Bolsena e sull’Isola Bisentina, è la prima tenuta agricola del FAI: un bene tutelato e produttivo, che dimostra un principio caro al FAI, che il paesaggio si tutela e si cura coltivandolo. È stata donata nel 2022 dalla Fondazione Fritz e Mocca Metzeler: due coniugi tedeschi che, innamorati di questa terra, trent’anni fa fondarono qui una prima azienda agricola. Quella azienda oggi è affidata alla Società Agricola Villa Caviciana a r.l. che, supervisionata dal FAI, ne garantisce la gestione, a sua volta dimostrando un principio, che un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e delle persone che ci lavorano, non solo è possibile, ma è anche economicamente sostenibile.Qui si produce innanzitutto vino, grazie all’impegno di due lungimiranti imprenditori, conduttori di Caviciana Società Agricola a r.l. e amici di lungo corso: Giuseppe Scala, produttore di vino da generazioni in Calabria, e Osvaldo de Falco, imprenditore dell’economia digitale, hanno raccolto la sfida del FAI di rendere Villa Caviciana un esempio virtuoso di gestione agricola sostenibile in Italia. Per raggiungere questo obiettivo lavorano in azienda un team di giovani professionisti e la storica squadra di Villa Caviciana in campo, che da oltre vent’anni coltiva in modo naturale questo bellissimo fazzoletto di terra.
    Siamo nell’Alto Lazio, a ridosso di Toscana e Umbria, nella regione dell’antica Tuscia, termine usato dai latini per indicare la Terra degli Etruschi, che si estendeva dall’Alto Lazio alla Maremma Toscana. Villa Caviciana è nata dal sogno di Friedrich Wilhelm e Monika Metzeler, un avvocato di Düsseldorf e una collezionista d’arte, partiti per una vacanza sul Lago di Bolsena e tornati in Germania innamorati della zona. Fu così che, dal 1989, anno dopo anno, acquisirono 144 ettari di colline, campi e boschi, tra i Comuni di Grotte di Castro e Gradoli nella provincia di Viterbo, affacciati sulla sponda settentrionale del lago, davanti all’Isola Bisentina. Vennero piantumati 7.000 ulivi, pari a 35 ettari di oliveto verde argenteo, cui se ne aggiunsero altri 20 ettari di vigneto verde intenso, e tutte le sfumature dei boschi – pini, castagni, noccioli, querce e corbezzoli –, e di campi, pascoli e prati. Venne realizzata una tenuta moderna ed efficiente, precocemente biologica, con un frantoio e una cantina propri, costruiti dalle fondamenta, e dotata dei migliori macchinari oltre che di personale e degli spazi adibiti alla produzione di olio e vino, ma anche di miele, formaggi e carni, dall’allevamento, in origine, di pecore e maiali.
    Vini vulcanici, quelli di Villa Caviciana, che nascono da un terroir fatto di rocce di tufo, ricche di minerali, e da un clima particolare, con giornate soleggiate, temperature moderate e uno sbalzo termico importante tra giorno e notte. Le brezze del lago mantengono le uve fresche e prevengono muffe e malattie. Qui si coltivano varietà autoctone come l’Aleatico per vini dal sapore unico, ma anche varietà internazionali come il Merlot e il Cabernet che si sono adattate molto bene alle colline vulcaniche, seguendo pratiche agricole biologiche e con un impegno costante nella salvaguardia ambientale, delle tradizioni locali e del territorio.
    Così prende vita una linea composta da 8 vini e 2 distillati (tutti acquistabili anche sul sito web dell’azienda): l’inebriante Celestio, 100% Aleatico; l’inconfondibile Valloresia, 100% Procanico, una varietà autoctona di grande valore; il cru Rasena, 100% uve Roscetto; l’interessante rosato fermo Tojena, sempre da uve Aleatico; i due Metodo Charmat Lorenzo e Lorenzo Rosé, 100% Sangiovese; l’affascinante vino passito Maddalena, da uve Aleatico. Infine, i due spirits, lavorati nella celebre distilleria Marolo ad Alba, in Piemonte: la Grappa Bianca, prodotta con vinacce di Cabernet, e la Barrique, affinata appunto in legno.
    La cantina di Villa Caviciana è un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano per creare vini di altissima qualità: si sviluppa fino a 20 metri sottoterra, garantendo condizioni ideali per la fermentazione e l’invecchiamento del vino, con sistemi di controllo avanzati. Una struttura firmata da due importanti architetti tedeschi: all’efficienza teutonica di Friedrich, infatti, Monika aggiunse una precisa scelta di stile assoldando Bernard Korte e Wolfgang Doring, a progettare rispettivamente gli spazi verdi e gli edifici. Frutto del progetto è proprio la cantina, che presenta un’architettura minimalista dalle linee pulite e rigorose ma con felici guizzi, come la lunghissima scala che sale dal seminterrato, nonché il sofisticato recupero delle materie locali, come il tufo morbido e poroso che scalda di giallo senape la geometria delle facciate. Nelle forme si legge la ricerca di funzionalità, ma anche il desiderio di inserirsi discretamente nel territorio circostante, che è il protagonista assoluto di questo racconto: il panorama sul lago che si gode dalla cantina, incorniciato dal vigneto e da un prato ordinato, punteggiato di opere d’arte, che sfuma nell’oliveto, è un atto d’amore nei confronti del paesaggio.
    La cantina Villa Caviciana è aperta al pubblico per degustazioni e visite guidate, nonché per condividere la bellezza di questo luogo incantato. LEGGI TUTTO

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    Val d’Oca: la primavera del Wine Center tra musica, cinema e degustazioni

    La primavera porta con sé un nuovo calendario di eventi al Wine Center di Val d’Oca, pensati per unire cultura, enogastronomia e convivialità. A partire da marzo un appuntamento al mese accompagnerà i winelovers in un viaggio tra musica, cinema e degustazioni, valorizzando il territorio e i suoi prodotti d’eccellenza.​​Domenica 16 marzo alle ore 15.00 aprirà la stagione il Cinema Suonato, concerto dal vivo dedicato alle più celebri colonne sonore cinematografiche composte da Ennio Morricone, Nicola Piovani, Nino Rota e altri grandi. Il Blue Note Small Ensemble, formato da pianoforte, violino, batteria, sax/clarinetto e voce, eseguirà le melodie che hanno reso indimenticabili i capolavori del grande schermo, raccontando inoltre i curiosi aneddoti legati alla nascita di queste composizioni. A seguire i partecipanti potranno brindare con Uvaggio Storico Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. L’ingresso è a pagamento al costo di 10 euro, con prenotazione obbligatoria fino a un massimo di 50 partecipanti.​​Domenica 13 aprile, a partire dalle ore 10.00, spazio ai sapori della stagione con il Brunch di Primavera abbinato alla selezione Rive DOCG. Sarà l’occasione per degustare la linea Rive Signature nelle sue tre versioni – Extra Brut, Brut ed Extra Dry – in abbinamento a una proposta gastronomica di prodotti di stagione, curata dal catering Ape Regina di Pederobba (Treviso). Il tutto in un’atmosfera rilassata, accompagnata da un sottofondo musicale.​​Il terzo appuntamento si terrà sabato 10 maggio dalle 18.30 alle 21.30 con il ritorno di AperiDOCG, aperitivo all’insegna delle Cuveé Classiche di Val d’Oca: in assaggio il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Brut, Brut ed Extra Dry. La serata sarà arricchita da musica dal vivo della giovane band Jungle. ​​​“Non proponiamo semplici eventi, ma occasioni per immergersi nell’identità autentica di Valdobbiadene – spiega Stefano Gava, Direttore Generale –. Ogni degustazione ed esperienza del Wine Center nasce dal desiderio di far vivere il territorio in tutte le sue sfumature, creando un dialogo tra cultura, enogastronomia e paesaggio. La primavera rappresenta un momento di rinascita, e con questo calendario vogliamo celebrare la bellezza e il valore della nostra terra organizzando appuntamenti che non solo valorizzano i nostri vini ma coinvolgono attivamente i partecipanti in attività memorabili”.​​Tutte le informazioni relative agli eventi e le modalità di prenotazione saranno disponibili sul sito visit.valdoca.com/it o contattando il numero 0423 070056. LEGGI TUTTO

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    David Landini tra i 100 migliori enologi al “Master Winemaker 100” 2025 di “The Drinks Business”

    David Landini, riconosciuto per il suo contributo al sangiovese toscano, è tra i vincitori del prestigioso “Master Winemaker 100” 2025, riconoscimento annuale di The Drinks Business che premia i migliori enologi a livello globale, celebrando l’eccellenza professionale di coloro che si sono distinti per il loro lavoro innovativo e la cura del dettaglio.Landini, direttore tecnico e CEO dell’azienda toscana Villa Saletta, si è aggiudicato questo riconoscimento grazie alla capacità di coniugare tradizione e innovazione nella gestione dei vigneti e della produzione vinicola, distinguendosi per il suo sangiovese.
    Il suo lavoro, che si sviluppa all’interno di Villa Saletta a Palaia, in provincia di Pisa, non solo valorizza la qualità dei vini ma anche la bellezza e la storicità della Toscana, rendendo l’azienda una meta unica per i gli appassionati di vino e di esperienze immersive nel cuore del Chianti e delle colline pisane.
    David Landini si unisce ad altri talentuosi enologi italiani che sono stati premiati in questa edizione: Antonio Massucco di Banfi Piemonte, riconosciuto per il suo contributo alla spumantistica, e Gianfranco Gallo di Vie di Romans, simbolo dell’eccellenza nella produzione di vini bianchi, e Mirco Balliana di Andreola, per il suo lavoro con il Prosecco. L’inclusione di Landini in questo elenco esclusivo, al fianco di questi grandi nomi, è un segno della crescente affermazione di Villa Saletta nel panorama vinicolo internazionale.
    Villa Saletta è una fattoria nel cuore della campagna toscana, un luogo dove la storia e la tradizione incontrano la modernità. Di proprietà della famiglia inglese Hands, la tenuta si estende su oltre 1500 ettari, tra vigneti, uliveti, boschi, tartufaie, pioppete e antichi borghi. Nel corso degli anni, Villa Saletta ha intrapreso un ambizioso progetto di rilancio, rendendo il vino il filo conduttore di una proposta che comprende un’ospitalità d’eccellenza, con tre ville per l’accoglienza, ed agricoltura. La tenuta ospita infatti non soltanto vigneti, ma anche coltivazioni di ortaggi, erbe aromatiche, grani, tartufi, pioppete ed ulivi per la produzione di olio extravergine.
    I vigneti sono dislocati in terreni che offrono diverse esposizioni e composizioni, ottimizzando il microclima per ogni tipo di vitigno. I 40 ettari attualmente vitati sono dedicati principalmente ai vitigni storici della Toscana come il Sangiovese, ma anche a varietà internazionali che si sono rivelate particolarmente adatte al territorio, come il Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot.
    La produzione annuale di bottiglie di Villa Saletta si aggira tra le 100.000 e le 120.000 unità. Le etichette prodotte sono 980AD, Cabernet Franc in purezza, Saletta Riccardi, 100% sangiovese, Saletta Giulia Toscana, blend di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, Chianti Superiore DOCG 2018, espressione di Sangiovese e Chiave di Saletta, Sangiovese per il 50% ed il restante a base di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, Il Rosato mix di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon e Franc, e lo Spumante Rosato Metodo Classico, ottenuto da uve Sangiovese. 
    Fulcro di Villa saletta è l’antico Borgo Villa Saletta, un luogo ricco di storia e set di film famosi come La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani. Il borgo, che sta vedendo un’importante ristrutturazione, diventerà un resort a “sette stelle” dove i visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva tra passato e presente e tra natura e vino; un progetto di rinnovamento ambizioso che punta a rendere Villa Saletta una delle destinazioni più affascinanti, ed ai massimi livelli, per gli appassionati di vino e di turismo.
    Villa SalettaVia Fermi 14 – Loc Montanelli – PALAIA (PI)Tel.: +39 (0)587 628121E-mail: info@villasaletta.com LEGGI TUTTO

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    Jamin UnderWaterWines premiata agli HTSI Award del Sole 24 Ore

    Jamin UnderWaterWines, realtà pioniera nell’affinamento subacqueo di vini e distillati, si è aggiudicata il titolo di Miglior Start-Up dell’Innovazione agli HTSI Award del Sole 24 Ore. Il prestigioso riconoscimento celebra le realtà che, grazie a innovazione, creatività e visione strategica, stanno trasformando il settore del lusso, puntando su sostenibilità, artigianalità, tecnologia e nuove esperienze.

    La cerimonia si è svolta a Milano giovedì 20 aprile, con la direzione di Nicoletta Polla-Mattiot, alla guida di HTSI, affiancata da una giuria di esperti nei settori dell’economia, del digitale e del lusso. Tra i membri della commissione, Stefania Lazzaroni, Karen Nahum, Federico Silvestri e Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, che ha sottolineato l’importanza del premio in occasione dei dieci anni di HTSI:“Chiudiamo in bellezza il primo decennio di HTSI premiando le start-up più promettenti.”

    Nel presentare il riconoscimento, Federico Silvestri, direttore generale Media & Business del Gruppo 24 Ore, ha evidenziato l’unicità del progetto Jamin:“Questa realtà ha introdotto un’innovazione rivoluzionaria nel mondo del vino, affinando i vini sott’acqua e combinando rigorose analisi scientifiche per offrire un’esperienza enologica senza precedenti.”

    A ribadire il valore del progetto è stata anche Stefania Lazzaroni, CEO di Fondazione Altagamma:“L’innovazione non è solo progresso, è visione. Jamin UnderWaterWines ha sfidato le convenzioni per reinventare l’affinamento enologico sott’acqua, un processo che non solo rispetta l’ambiente, ma esalta anche le caratteristiche organolettiche dei vini. Per questo abbiamo deciso di premiarla come Miglior Start-Up dell’Innovazione.”

    Il premio è stato consegnato a Emanuele Kottakhs, fondatore di Jamin, e alla presidente Cristina Iacoucci. Nel riceverlo, Kottakhs ha ricordato il legame speciale tra l’azienda e il magazine HTSI:“Quando abbiamo parlato per la prima volta di questa tecnologia, il primo giornale a scriverne è stato proprio How To Spend It. Ricevere oggi questo riconoscimento è un’emozione unica.”

    Fondata nel 2015, Jamin UnderWaterWines è nata da un’intuizione pionieristica, sperimentando l’affinamento subacqueo nell’Area Marina Protetta di Portofino. Oggi conta 385 soci, tra cui numerosi produttori vinicoli, e gestisce cantine subacquee in tutta Italia, dalla Sicilia al Lago di Como, passando per Portofino, Bellagio e Ischia. L’azienda è diventata il punto di riferimento globale nello sviluppo di tecniche e protocolli dedicati a questo metodo di affinamento.

    Dopo il premio Miglior PMI Regione Liguria Smart Cup Plus nel 2023 e il Premio dell’Innovazione al Merano Wine Festival nel 2024, questo nuovo riconoscimento agli HTSI Award conferma il ruolo di Jamin nella scena enologica internazionale. Un successo che dimostra come sostenibilità e innovazione siano ormai elementi chiave, non solo nel settore vinicolo, ma nell’intero mondo del lusso.

    Grazie alla continua ricerca e alla collaborazione con dipartimenti universitari di prestigio, tra cui il DAGRI di Firenze, Jamin ha già sviluppato oltre 360 prodotti, aprendo nuove prospettive di mercato e creando esperienze di degustazione d’eccellenza. Con questo premio, l’azienda rafforza ulteriormente la propria posizione di leader nell’affinamento subacqueo, tracciando il futuro del luxury wine. LEGGI TUTTO

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    Il mosaico enologico de L’Altra Toscana

    Palcoscenico internazionale per la quarta edizione de L’Altra Toscana, all’interno della quale giornalisti, enotecari, ristoratori, buyer e opinion leader si sono riuniti per scoprire le Denominazioni meno note ma ricche di innovazione. Francesco Mazzei, a capo dell’Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, ha commentato con entusiasmo:

    “Siamo soddisfatti del riscontro ottenuto, a conferma dell’interesse crescente verso proposte enologiche che sanno rispondere a un mercato in costante evoluzione.”

    L’evento ha dato voce a tredici DOP e IGP, tra cui Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Cortona, Chianti Rufina, Terre di Casole, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e IGT Toscana che, insieme, rappresentano circa il 40% dell’intera produzione toscana. Dalla freschezza dei bianchi, ottenuti sia da vitigni autoctoni come il Vermentino sia da varietà internazionali, ai rossi e rosati a base di Sangiovese e ai blend arricchiti da altre varietà, ogni proposta racconta una storia di territorio e innovazione.

    “Per quanto riguarda gli assaggi, ci sono state alcune conferme, come il Syrah di Cortona, e qualche parziale delusione, in particolare nei bianchi della Maremma Toscana, mediamente buoni ma senza particolari spunti di originalità. In positivo, mi ha sorpreso il Ciliegiolo Maremma Toscana Doc, che ha saputo emergere incarnando la richiesta attuale di vini più snelli, di grande bevibilità e freschezza, rispondendo in modo impeccabile alle nuove esigenze del mercato.

    Tradizionalmente impiegato per tagli in blend a base di Sangiovese, il Ciliegiolo oggi si distingue per la sua identità forte e versatile. Su un totale di 1.200 ettari coltivati in Italia, 550 sono in Toscana, con 310 concentrati nella Maremma (provincia di Grosseto). In questa realtà, il Ciliegiolo, seppur rappresentando ancora meno dell’1% dei vigneti toscani, è il quarto vino per ettolitri imbottigliati: si contano infatti circa 400mila bottiglie prodotte all’interno della denominazione Doc Maremma Toscana, su un totale di 7 milioni.

    L’Altra Toscana si conferma come una vetrina di eccellenza e diversità, capace di valorizzare territori e produzioni che, pur essendo spesso poco conosciuti, offrono spunti innovativi e autentici. Con la prossima edizione già programmata per febbraio 2026, il percorso di valorizzazione e comunicazione intrapreso dagli organizzatori continua, mantenendo alta l’attenzione su una Toscana del vino in continua evoluzione.

    In copertina Francesco Mazzei LEGGI TUTTO

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    Donne, Vino e Innovazione: a Catania il convegno delle Donne del vino Sicilia

    Con il convegno Donne, Vino e Innovazione, l‘Associazione Donne del vino Sicilia riunirà esperti, ricercatori e professionisti del settore per discutere del ruolo delle donne nel mondo del  vino che oggi si confronta con la tecnologia. La conferenza stampa di presentazione si è tenuta a Catania presso Inside wine bar.Il convegno di Catania, in anteprima nazionale, declinerà il tema annuale dell’Associazione Nazionale Donne del Vino – quest’anno dedicato a Donne e Innovazione – e approfondirà il contributo delle donne, le strategie e le soluzioni per governare le sfide attuali del mondo del vino che derivano dall’innovazione e dalla tecnologia. Un’occasione per un confronto e dibattito che mette al centro le professionalità delle donne e la loro competenza, con l’obiettivo di evidenziare la spinta innovativa del mondo femminile.
    “Innovazione per le Donne del Vino significa supportare la ricerca, investire per sviluppare nuove tecnologie per arginare uno dei beni più preziosi: l’acqua, tutelare i territori e le comunità, dare opportunità ai giovani mediante il loro coinvolgimento in progetti di ricerca e sviluppo enologico, anche grazie alla collaborazione con università ed enti di ricerca, educare la società civile al rispetto dell’ambiente, trovare dei nuovi linguaggi di comunicazione che avvicinino i giovani al vino e al bere consapevole”- commenta Roberta Urso, presidente regionale Donne del Vino Sicilia.
    Il talk dell’1 Marzo si aprirà con il contributo di Agata Matarazzo, docente del Dipartimento Economia e Impresa UniCT, che parlerà di “La tecnologia blockchain come strumento di tutela delle eccellenze nel settore enologico”. Seguirà l’intervento della professoressa Elisabetta Nicolosi (Docente Dipartimento Agricoltura, Alimentazione, Ambiente UniCT) su “Ricerca e formazione”.
    Di cambiamenti nella comunicazione del vino e del ruolo dell’intelligenza artificiale, “Comunicare il vino: intelligenza umana e artificiale”, ne discuterà Valeria Lopis, donna del vino e giornalista. Aurora Ursino, presidente dell’Ordine Agronomi e Forestali Catania approfondirà il tema “Innovazione in agricoltura e possibili strumenti per incentivare l’innovazione tecnologica”. In chiusura, l’intervento di Francesco Reda, responsabile robotics Strano S.P.A su “La robotica e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale negli strumenti a supporto dell’agricoltura”.
    Dopo il convegno, “Le donne del vino” incontreranno ospiti e partecipanti in un brindisi conviviale presso l’Atelier- Museo di Marella Ferrera dove sarà possibile visitare la mostra guidata “A tavola con i Florio” e degustare i vini “innovativi” delle associate produttrici.
    “Sara certamente una giornata intensa e ricca di nuovi spunti di riflessione e condivisione, certamente stimolate dai luoghi che ci ospiteranno, fucine di idee ed innovazione, quali lo spazio di co-working Isola e l’atelier Museo di Mariella Ferrera, che ringrazio per la disponibilità”- conclude Roberta Urso. LEGGI TUTTO

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    I Migliori Vini Italiani 2025. Schenk Italia premiata da Luca Maroni come azienda produttrice dell’anno

    “Essere premiati da Luca Maroni come azienda produttrice dell’anno ci riempie di orgoglio e soddisfazione. Siamo una squadra che tende a concentrarsi maggiormente sul futuro piuttosto che sul passato, ma questo riconoscimento ci ha permesso di guardare indietro e ripercorrere le tappe di un lavoro che stiamo portando avanti da 15 anni e che, dal 2011 ad oggi, ha trasformato l’azienda da imbottigliatrice a produttrice di vini di alta qualità. Vini che produciamo direttamente all’interno delle nostre cantine di proprietà dislocate nei territori italiani più vocati alla viticoltura, quali: le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene dove ha sede la cantina Bacio della Luna; Montepulciano, nella toscana del Nobile che ospita la cantina Lunadoro e il Salento, dove abbiamo oltre 100 ettari coltivati a biologico delle Tenute Masso Antico.”.
    Queste le parole di Daniele Simoni, AD di Schenk Family Italia, all’indomani della premiazione di Schenk Italia come migliore azienda produttrice dell’anno durante la serata di galà organizzata per l’inaugurazione della manifestazione romana dedicata a “I Migliori Vini Italiani” di Luca Maroni, in programma dal 21 al 23 febbraio al Salone delle Fontane dell’EUR.
    Un riconoscimento che arriva dopo la triplete di Tenute Masso Antico, il marchio pugliese di proprietà di Schenk Italia, che anche quest’anno ha ottenuto da Luca Maroni il massimo punteggio, i 99 punti, per tre dei suoi vini di punta, in particolare: il Masso Antico Fiano del Salento, il Masso Antico Primitivo Rosé e il Masso Antico Primitivo del Salento da uve leggermente appassite.
    “Il premio per il miglior produttore secondo l’Indice Qualiquantitavo Totale è, a mio avviso, il più importante – sottolinea Luca Maroni, tra i più importanti critici del vino italiano e autore del rinomato “Annuario dei Migliori Vini Italiani” – pochi i players in Italia e nel mondo capaci come Schenk Italia di produrre milioni di bottiglie di sì alto indice di piacevolezza e qualità/prezzo. Chapeau!”. LEGGI TUTTO