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    Analisi storica dei consumi di vino negli USA

    Abbiamo analizzato i dati del Wine Institute, dal 1934 al 2024, per quanto riguarda il consumo di vino pro capite (ossia “per residente”, quindi è calcolato sulla popolazione residente) e sui galloni totali sia per il vino sia per quello classificato “table wine”, ossia da tavola (sono i vini fermi ≤ 14% di titolo alcolometrico). […]
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    Indebitamento e leva delle principali aziende vinicole – dati Mediobanca 2024

    Chiudiamo la carrellata dell’analisi dei dati di Area Studi Mediobanca con l’analisi della leva finanziaria delle aziende vinicole italiane con un fatturato superiore a 100 milioni di euro. Il dato della tabella è il debito finanziario lordo, quindi senza aver dedotto l’attivo finanziario, mentre i dati sui rapporti di indebitamento (sul patrimonio netto e sul […]
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    Crimson Wine, la crisi USA si fa sentire (risultati a settembre 2025)

    Con un po’ di ritardo, scrivo su Crimson Wine, commentando i dati del 2024 ma, a questo punto, anche quelli dei nove mesi del 2025. Come sapete, se avete letto il primo post, Crimson Wine è un operatore integrato americano con circa 73 milioni di euro di fatturato nel 2024 e una buona esposizione alle […]
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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – dati Mediobanca – aggiornamento 2024

    Dopo aver affrontato il tema del fatturato e del valore aggiunto, passiamo all’analisi degli utili e del ritorno del capitale delle aziende vinicole con oltre 100 milioni di fatturato. Ne abbiamo parlato diverse volte: sebbene siano gli utili che il ritorno siano indicatori della qualità delle operazioni, forniscono indicazioni diverse. Il margine è quanto resta delle vendite, e il ritorno sul capitale è quanto rende l’investimento (contabile) nell’azienda. E proprio su quest’ultimo punto è necessario fare una puntualizzazione: acquisizioni, cambi di metodi contabili e rivalutazioni di attivi tendono a distorcere nel tempo queste misure e a renderle meno significative. In altre parole, ci si allontana dal concetto di base del rendimento del capitale investito, in quanto il capitale (ma anche l’utile) sono influenzati da fattori contabili più che operativi.

    Fatta questa lunga premessa, se guardiamo ai dati assoluti, Antinori con quasi 100 milioni di utile operativo (su un capitale investito di 2 miliardi, gonfiato dalle operazioni americane) svetta, mentre in termini relativi è Frescobaldi a avere il margine operativo più elevato, al 30%.
    Se invece guardiamo al ritorno sul capitale, il discorso è più complesso. Isolando il campione di chi ha almeno 100 milioni di capitale investito (quindi le aziende con strutture produttive importanti rispetto a quelle esclusivamente commerciali), Herita (ex Santa Margherita) è l’azienda con il ritorno più elevato, il 13% nel 2024, seguita da Argea e Frescobaldi con circa il 10%. Ci sono però Mionetto e Martini, con un capitale investito non distante da 100 milioni, che mostrano nel 2024 un ritorno sul capitale superiore al 20%.
    Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata di numeri con tutte le tabelle allegate.

    Dopo aver visto il ranking delle aziende per valore aggiunto e fatturato, guardiamo a utile operativo e utile netto. Il leader in Italia è senza dubbio Antinori, con 96 milioni di utile operativo e 68 milioni di utile netto.
    Se guardiamo al ranking dell’utile operativo, dopo vengono Herita (60 miloni), Argea (52), Frescobaldi (49) e IWB (36). Se invece includiamo oneri finanziari e tasse, allora Herita resta seconda (41) ma poi viene Frescobaldi (36) e IWB (22).
    La classifica dei margini cambia leggermente, con Frescobaldi al 30%, seguita da Antinori e Herita (24%), poi Mionetto (13%) e Argea (11%).
    Quella del ritorno sul capitale, come dicevamo, è più difficile. Se includessimo tutte le aziende, Serena Wines al 30%, Mionetto al 23% e Martini al 20% sono quelle in cima alla lista. Di queste, probabilmente, Martini e Mionetto sono quelle più rilevanti, nel senso che hanno un capitale investito sotto i 100 milioni, ma non molto lontano.
    Buona consultazione.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – dati Mediobanca – aggiornamento 2024

    Dopo aver affrontato il tema del fatturato e del valore aggiunto, passiamo all’analisi degli utili e del ritorno del capitale delle aziende vinicole con oltre 100 milioni di fatturato. Ne abbiamo parlato diverse volte: sebbene siano gli utili che il ritorno siano indicatori della qualità delle operazioni, forniscono indicazioni diverse. Il margine è quanto resta […]
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    Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2024 – fonte: Area Studi Mediobanca

    Presentiamo oggi la classifica delle 25 maggiori aziende vinicole italiane. Sono 25 perché sono quelle che “emergono” dal rapporto “Le Principali Aziende Italiane” pubblicato la scorsa settimana da Area Studi Mediobanca. Sono anche quelle che superano il taglio del rapporto, che è a 100 milioni di euro di fatturato.
    I dati che vedete nel grafico sopra danno una percezione migliore, a mio avviso, di quello che è stato il 2024. Prima di tutto, per un fatto tecnico: nelle “prime” aziende ci sono quelle che crescono e non quelle che calano uscendo dalla lista, quindi la classifica presenta quello che in inglese si chiama “survivorship bias”. In secondo luogo, perché il dato cumulato, soprattutto per il fatturato, è il risultato di pochi risultati eccellenti, parzialmente guidati dalle acquisizioni (soprattutto Antinori), e di diverse aziende che invece hanno mostrato dati in controtendenza.
    In altre parole, la matematica dice che il fatturato è cresciuto del 3% (dopo il +5%) nel 2023, ma solo la metà delle aziende ha avuto una crescita nel 2025. Invece, è andata meglio quando si guarda ai dati finanziari, visto che il valore aggiunto è migliorato del 9% sul 2023.
    Dal punto di vista delle vendite, Cantine Riunite/CIV/GIV domina incontrastata (seguita da Argea e Italian Wine Brands), mentre dal punto di vista del valore aggiunto, che è la vera classifica secondo il mio punto di vista, a dominare è Antinori, seguita comunque da Cantine Riunite/CIV/GIV.
    Bene, nel resto del post trovate tutte le tabelle e ulteriori grafici (compreso quello animato). Tutti i dati in formato “copia-incollabile” sono nella sezione Solonumeri.

    Il fatturato cumulato delle 25 principali aziende vinicole con fatturato sopra i 100 euro è cresciuto del 3% nel 2024 a 5,9 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto è balzato del 9% a 1,3 miliardi di euro.
    Dal punto di vista del fatturato, CR/CIV/GIV sono davanti a tutti con 666 milioni di euro, ma in calo dell’1% e in progresso molto limitato anche considerando 3 e 5 anni fa. Argea, invece, cresce del 4% e si conferma la seconda azienda per fatturato con 453 milioni di euro, mentre Italian Wine Brands è la terza azienda con 402 milioni, ma registra un calo del 6%. La quarta azienda è Antinori, con 395 milioni, che nel 2024 ha beneficiato del contributo dell’acquisizione americana per tutto l’anno. Chiude al quinto posto Caviro, con 385 milioni e un calo del 9%.
    La classifica secondo il valore aggiunto, che vi ricordo è la differenza tra il fatturato e gli acquisti esterni e quindi misura in qualche modo quanto è stato aggiunto in termini monetari nel processo di produzione, è come da sempre dominata da Antinori, che dei 395 milioni di fatturato ne “trattiene” 239, ossia il 60% (come vedete dal grafico). Aziende come Argea, che principalmente comprano vino sfuso e lo imbottigliano, hanno una componente di valore aggiunto rispetto al fatturato molto più limitata, intorno al 22% in questo caso, e fanno ovviamente un altro mestiere, pur vendendo vino ugualmente. La seconda azienda per valore aggiunto è comunque CR/CIV/GIV, nonostante il suo stato di cooperativa “ibrida”, mentre vengono poi Herita (Santa Margherita), Argea appunto e Frescobaldi.

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    Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2024 – fonte: Area Studi Mediobanca

    Presentiamo oggi la classifica delle 25 maggiori aziende vinicole italiane. Sono 25 perché sono quelle che “emergono” dal rapporto “Le Principali Aziende Italiane” pubblicato la scorsa settimana da Area Studi Mediobanca. Sono anche quelle che superano il taglio del rapporto, che è a 100 milioni di euro di fatturato. I dati che vedete nel grafico […]
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    Delegat Group – risultati 2025

    Delegat Group ha avuto un altro anno negativo, sia dal punto di vista dell’andamento economico, che oggi analizziamo con i dati fino a giugno, che anche borsistico, con le azioni che da inizio 2025 hanno perso il 9% (-58% negli ultimi 3 anni).
    Dopo l’introduzione dei dazi in USA, alcuni problemi logistici, il riallineamento delle scorte nella distribuzione e via dicendo, l’azienda ha chiuso l’anno a giugno 2025 con un calo dei volumi del 12% a 3.2 milioni di casse (ne aveva promessi 3.6 milioni, stabili), le vendite sono calate del 7% e l’utile netto aggiustato è sceso del 14%.
    Soprattutto, l’ambizione di medio termine è stata fortemente ridimensionata: se fino allo scorso anno si puntava a vendere 3.9 milioni di casse a tre anni di distanza, oggi si punta a 3.6 milioni, mentre per il prossimo anno fiscale l’obiettivo è vendere 3.3 milioni di casse (quindi un leggero recupero) e di realizzare un utile netto tra 50 e 55 milioni di dollari neozelandesi, che si confronta con i 51 realizzati nell’ultimo anno a giugno 2025… quindi “mantenere le posizioni” nel contesto di un’azienda che anche in un anno difficile come quello che presentiamo ha continuato a far crescere il prezzo medio di vendita e a investire pesantemente in marketing.
    Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri, con tabella e grafici.

    Le vendite di Delegat sono calate del 12% a 3.2 milioni di cassa, con un andamento particolarmente negativo in Europa (-14%) e Nord America (-12%), mentre in APAC le vendite hanno perso il 5%, ma purtroppo rappresentano soltanto 0.7 milioni di casse.
    Il fatturato ha subito un calo del 7% a 350 milioni di dollari locali (dividere per 2 per avere gli euro, quindi 175 milioni di euro), con un prezzo medio per cassa salito a 110 dollari.
    I costi di produzione sono rimasti stabili intorno al 55% del fatturato, mentre i costi di marketing sono saliti in valore assoluto e quindi passano dal 13% al 15% delle vendite, il che porta a un calo del 9% dell’EBITDA a 116 milioni e del 13% dell’EBIT a 89 milioni. Come dicevamo sopra l’utile netto scende da 60 a 51 milioni di dollari, -14%.
    Dal punto di vista finanziario, gli investimenti restano elevati a circa 60 milioni (17% delle vendite), ma grazie a un buon lavoro sul capitale circolante (sceso di 18 milioni), Delegat Group è riuscita a tagliare il debito da 360 a 330 milioni mantenendo quindi una leva stabile a 2.8 volte l’EBITDA.
    Il valore di borsa scende a 453 milioni (era 575 quando abbiamo scritto lo scorso anno), da cui si deriva un valore d’impresa di 782 milioni e un multiplo EV/EBITDA di 6.7x volte e EV/EBIT di 9 volte, che funziona anche per il prossimo anno visto la previsione “stabile”.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More