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    Toscana – dati di produzione dei vini DOC (2020)

    Trovate all’interno del post le tabelle relative agli ettari rivendicati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e valore della produzione (ai prezzi di base) delle DOC più rilevanti della regione Toscana. I dati sono ricavati dalle pubblicazioni ISMEA.Ho anche inserito un paio di grafici (quelli che mi parevano più espressivi), relativi al valore della produzione e alla superficie denunciata delle principali DOC regionali.Si riferiscono agli anni 2016-2020 per le seguenti DOC: Chianti, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Brunello di Montalcino, Bolgheri, Maremma Toscana, Vino Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Giminiano, Rosso di Montalcino, Rosso di Montepulciano, Bianco di Pitigliano, Montecucco, Elba, Pomino, Bolgheri Sassicaia, Cortona, Valdichiana Toscana, Barco Reale di Carmignano, Vin Santo del Chianti, Carmignano, Montecarlo, Montecucco Sangiovese, Orcia, Sant’Antimo, Val d’Arno di Sopra, Colline Lucchesi, Sovana, Montescudaio, Candia dei Colli Apuani, Terre di Pisa, Colli dell’Etruria Centrale, Monteregio di Massa Marittima, Colli di Luni, Bianco dell’Empolese, Vin Santo del Chianti Classico, San Gimignano, Ansonica Costa dell’Argentario, Moscadello di Montalcino, Parrina, Elba Aleatico Passito, Terratico di Bibbona, Valdinievole, Val di Cornia, Vin Santo di Montepulciano, Terre di Casole, Suvereto. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino – Italia – aggiornamento maggio 2022

    Le esportazioni italiane di vino procedeno un po’ a singhiozzo lungo un percorso di crescita piuttosto incorraggiante. Maggio è stato un ottimo mese, dopo un aprile sottotono. Conviene quindi sommare i numeri e guardare ai periodi cumulati ma sopratttutto anche al parametro di riferimento del 2019. Nei primi 5 mesi del 2022 le esportazioni sono state 3.07 miliardi di euro, in crescita del 14% sul 2021 e del 21% sul 2019. Quest’ultimo dato equivale al 7% circa annuo che è un dato molto positivo. A determinare l’ottimo andamento concorrono la forte spinta dei vini spumanti (+36% sui triennio, quindi in doppia cifra anche dividendo per tre) e il fortissimo sviluppo del vino italiano nei mercati dell’Europa continentale esclusa Germania, mentre il Nord America ha mantenuto un ottimo andamento (+21% in USA sul triennio, +34% in Canada).Nei vini in bottiglia il saldo contro il 2019 è +18%, supportato dal Canada (+31%), Paesi Bassi (+50%, chissà per andare dove poi…), dalla Danimarca (+21%, questi invece se lo bevono) e dal Belgio e Francia a routa del successo tra gli spumanti di cui parliamo poco sotto.Per i vini spumanti va menzionato il forte recupero dei vini spumanti nel Regno Unito nel 2022, che li riporta al medesimo livello del 2019 e il successo che stanno riscuotendo in Francia (+61% dal 2019) e Belgio (+92%), mercati ormai diventati quarto e quinto per i nostri prodotti.Vi lascio alla consultazione delle tabelle e vi auguro buone vacanze. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    USA – consumi e mercato del vino – aggiornamento 2021

    Il mercato americano del vino è tornato sulla “linea di crescita” tracciata negli scorsi anni, dopo il fosso del 2020. Questo dicono i dati che abbiamo come sempre rielaborato del Wine Institute americano, che si occupa sia di dare una dimensione al mercato nel suo complesso (secondo il loro rapporto 40.6 milioni di ettolitri di consumo per 78 miliardi di dollari di valore al dettaglio nel 2021) e a fare il punto sulla produzione e vendite dei vini californiani (21 milioni di ettolitri). Ora, questi dati sono un po’ difficili da interpretare, essendo oltretutto in aperto contrasto con quanto riportato da OIV, che pur essendo indietro di un anno, per il 2020 ha determinato in 33 milioni di ettolitri il consumo di vino in USA, mentre qui i nostri amici dicono 39 (ossia 435 milioni di casse da 9 litri).Forse il valore vero dell’analisi è quello del valore del mercato e dei trend, che pur essendo su una linea diversa sono coerenti tra loro negli anni. E su questo mi soffermerei nel commento: il mercato ha un valore al dettaglio di 78 miliardi in deciso recupero sui 67 del 2020 quando il Covid determinò un forte calo (74 miliardi nel 2019). Il secondo aspetto interessante è come si è mosso il prezzo-mix durante la crisi: si è passati dai 20 dollari al litro del 2019 ai 19 del 2021. Il che significa che il recupero non è ancora del tutto completo, considerando che il mercato americano è sempre cresciuto su questo indicatore.Se ci spostiamo ai trend di medio termine, nel 2016-21 (5 anni) il mercato è cresciuto  2.5% a volume e del 3.8% a valore. Si tratta come ci dicevamo già un paio di anni fa di un rallentamento, soprattutto in termini di crescita a valore, dato che nel decennio precedente la crescita era stata del 4.5% circa (vedere grafico in cima al post).Bene, concludo con due parole sul vino californiano, che gode di una stabilità produttiva invidiabile, ma che ha una quota di mercato sul consumo americano di vino tendenzialmente decrescente (di poco) e non ha ovviamente un mercato fiorente fuori dai confini statunitensi. E diventerà sempre più difficile, considerando la forza del dollaro… Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Callmewine – risultati 2021

    In un anno non ovvio per l’ecommerce dopo la sbronza del 2020 supportato dal lockdown, Callmewine è riuscita a crescere quasi del 40%, cominciando a impostare anche una strategia di diversificazione geografica, principalmente in Francia e Germania. Così, le vendite hanno raggiunto quota 17 milioni, circa la metà rispetto al leader di mercato Tannico (prendendo il fatturato esclusa la parte francese acquisita proprio nel 2021). A livello di gestione “industriale” Callmewine ha mantenuto un margine stabile nel 2021 contro il 2020 del 25.5%. Se vedete la serie storica nella tabella sotto noterete che il dato è coerente nel corso degli anni, per un ricarico medio del 33%.I risultati sono però in peggioramento rispetto al 2020, con un utile operativo in leggera perdita, contro il leggero utile. L’azienda si sta strutturando, soprattutto dopo l’entrata di Italmobiliare. Italmobiliare nei primi mesi del 2022 ha comperato un ulteriore 20% della società per arrivare all’80%, con un esborso di 4.5 milioni di euro che equivalgono a valutare il 100% della società 22 milioni di euro (18 milioni in termini di valore d’impresa togliendo la cassa). Ad oggi, Callmewine è detenuta per l’80% da Italmobiliare e per il 20% dal fondatore Paolo Zanetti (e famiglia).Dopo l’aumento di capitale del 2020, Callmewine non ha ricevuto ulteriori contributi da parte dei soci e finanziariamente può contare ancora su 3.8 milioni di cassa netta. Nel 2021 ha bruciato circa 800mila euro, che equivalgono sostanzialmente alla perdita (600mila) e a un leggero incremento del capitale circolante. Il magazzino di 2.2 milioni di euro resta molto snello rispetto alle vendite (17 milioni).Purtroppo nei primi tre mesi del 2022 le vendite sono calate del 16%, da 4.6 a 3.8 milioni di euro (fonte: Italmobiliare, risultati primo trimestre 2022), secondo gli amministratori a causa del mancato beneficio derivante dai lockdown. Il fatto che la società continui a investire in modo copioso (anche con campagne televisive) presumibilmente genererà ulteriori perdite. Nel caso del primo trimestre, la perdita operativa assomma a 0.6 milioni di euro, contro il dato in pareggio dell’anno precedente. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    LVMH – risultati primo semestre 2022

    Non sono solo gli eccezionali risultati che commentiamo oggi a caratterizzare il primo semestre della divisione vino e spiriti di LVMH. Il colosso francese del lusso ha anche aggiunto un altro gioiello alla corona acquistando Josep Phelps nella regione californiana di Napa, operazione per la quale purtroppo non sono stati forniti dettagli economico finanziari. Tornando ai risultati, beh, che recupero! Nel semestre le vendite della divisione sono cresciute del 23% sul 2021, con un incremento del 16% per il cognac e gli spiriti (1.8 miliardi di euro) e un +33% per i vini e gli Champagne (1.5 miliardi di euro). L’utile operativo della divisione è balzato a 1.15 miliardi di euro nel semestre, di cui 707 milioni provengono dal cognac (margine 39%) e 447 (margine 30%) sono riferiti alla divisione Champagne e vino.Il tutto avendo venduto 124 milioni di bottiglie nel periodo, il livello più elevato di sempre, +9%, con un +17% per lo Champagne a 31 milioni di bottiglie e un +15% a 29 milioni di bottiglie per gli altri vini.Nella relazione gli amministratori danno alcuni chiarimenti importanti: ovviamente le regioni più brillanti sono state l’Europa (che aveva sofferto molto per i lockdown nel 2021) e gli USA e la strategia si orienta sempre di più verso il lancio di prodotti premium, mentre comincia a vedersi qualche frase relativa alla sostenibilità. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Constellation Brands – risultati primo trimestre 2022

    Il 2022 di Constellation Brands si apre con dati allineati alle attese del mercato e previsioni sulla chiusura (Febbraio 2023) invariate rispetto a quanto detto qualche mese fa. La nostra attenzione si rivolte come sempre al segmento del vino, che continua a fare fatica, con vendite stabili nel trimestre dopo due anni di calo e, se arrivate fino in fondo, con alcuni dati sull’aumento dei costi. Come forse avrete letto nei nostri precedenti post, l’azienda ha gradualmente disinvestito nel segmento del vino di media gamma per concentrarsi sui segmenti più premium e più guidati dal marketing. Questo sta portando a uno strutturale calo dei volumi e incremento dei prezzi medi di vendita. Il segmento vino di Constellation proprio in questo primo trimestre non ha più l’impatto dei disinvestimenti e si sta stabilizzando su un fatturato annuale di circa 2 miliardi di dollari con un margine poco superiore al 20% (circa 22% negli ultimi 12 mesi).Per fare un quadro, la strategia è chiara anche negli altri due segmenti: si continua a investire nella birra (5 milliardi di dollari in capacità produttiva nel 2022-25), mentre mi pare che l’eccitazione relativa all’investimento in Canopy (droghe leggere legalizzate) sia scemato (avranno smesso di fumare?), con l’azienda canadese che ha cominciato a vedere risultati e vendite in peggioramento ancora prima di riuscire a mettere a segno un dollaro di utili.Comunque tornando a noi e al vino, il primo trimestre chiude con spedizioni di 6.8 milioni di casse, +1%, di cui 5.8 in USA -3%, un fatturato di 465 milioni di dollari, +2%, incluso 60 milioni di spiriti e un utile operativo di 91 milioni, tornato sotto il 20% dopo i buoni risultati della parte finale del 2021. A tale proposito, l’azienda ha reso noto i dati relativi all’aggravio di costi per l’inflazione e l’incremento dei costi di logistica, rispettivamente di 21 milioni (uva e vetro) e 9 milioni. Se prendiamo questi 30 milioni di dollari e li confrontiamo con il fatturato arriviamo a un impatto molto negativo sul margine dell’azienda, di circa 6 punti percentuali (dal 20% riportato sarebbe stato 26%). Segnamoci questo numero perchè ne parleremo spesso durante quest’anno.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Toscana – produzione di vino 2021 – dati ISTAT

    Nel contesto di una produzione italiana di vino vista praticamente stabile (-2%) e superiore del 10% alla media decennale, la Toscana ha riportato un risultato piuttosto negativo. Con 2.2 milioni di ettolitri il calo è nell’ordine del 15% sia contro l’anno scorso che contro la media. È un calo che secondo ISTAT coinvolge soprattutto le categorie meno critiche della produzione.In altre parole, i vini bianchi che sono un terzo, sono calati del 20-25% (rispettivamente contro 2020 e contro media), mentre per i vini rossi siamo intorno al 15% sull’anno e al 13% sulla media.Ugualmente, i vini DOC calano di meno dei vini IGT e dei vini da tavola. Con 1.5 milioni di ettolitri i DOC sono soltanto l’11% sotto media nel 2021, mentre arriviamo al -20% per gli IGT (0.5 milioni di ettolitri) e -24% per i vini da tavola (0.2 milioni di ettolitri).Vi lascio ai grafici e alle tabelle, ricordandovi che ulteriori dettagli e dati scaricabili sono nella sezione Solonumeri dedicata all’Italia (qui). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento primo semestre 2022

    Apriamo il mese di agosto con I dati IRI sulle vendite al dettaglio di vino nella grande distribuzione. Il dato chiave di questo rapporto è quello dei prezzi. Dopo diversi anni, siamo di nuovo di fronte al tema inflazione che come vedete dal grafico sopra e dalla prima tabella è diventato un componente importante nello spiegare l’andamento delle vendite. Se le vendite sono state nel trimestre in crescita dell’1% (661 milioni di euro), i volumi sono calati del 5% a 1.8 milioni di ettolitri mentre i prezzi sono cresciuti del 6% a 3.7 euro al litro. Se scorrete la tabella vi accorgerete che salvo la categoria degli spumanti metodo classico, che rappresentano una categoria marginale (1% dei volumi, 3% del valore), tutte le altre categorie e “tagli” che l’analisi ci offre mostrano un incremento di prezzo variabile tra il 4% e il 9%.Il grafico vi dice anche che si tratta di una tendenza storica, che però questa volta non deriva più dal mix delle vendite (verso i vini più pregiati). Anzi, se guardate i volumi, sono proprio i vini più cari che subiscono i maggiori cali di volume: i vini DOC calano del 9%, quelli IGT del 6% e quelli da tavola del 4%. I vini rossi, mediamente un poco più cari dei bianchi, a loro volta più cari dei rosati, hanno i volumi in calo più delle altre categorie. Probabilmente, volendo approfondire l’analisi, quel 6% di aumento dei prezzi assomiglia forse più a un 7% o 8% se consideriamo che il valore medio è “moderato” dal fatto che i consumatori sembrano aver fatto scelte più modeste in termini di qualità del prodotto.Ad oggi, il dato “rolling” sugli ultimi 12 mesi dei volumi riporta le lancette dell’orologio alla fine del 2019, prima dello scoppio della pandemia, ovvero circa 6.6 milioni di ettolitri di vendite. Il dato del fatturato per ora tiene molto vicino ai massimi storici: a fine giugno si sono venduti 2.85 miliardi di euro di vino nella GDO, circa 300 milioni di euro in più di quanto si vendeva prima dello scoppio della pandemia e circa 100 milioni in meno del massimo storico, raggiunto alla fine dell’estate 2021, di 2.97 miliardi di euro.Bene, vi lascio alla consultazione delle numerose tabelle, con l’accortezza che i dati semestrali si compongono di un primo trimestre un po’ particolare (con i prezzi in calo per intenderci) e che quindi forse il secondo trimestre è uno specchio più veritiero della situazione. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO