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    Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento terzo trimestre 2022

    Le vendite al dettaglio di vino nella GDO italiana sono cresciute del 3.7% a 683 milioni di euro nel terzo trimestre dell’anno. Tale andamento ha consentito di ridurre il calo registrato nei primi mesi dell’anno, che resta comunque piuttosto significativo (-3.6% per 1998 milioni di euro). Come ben sapete stiamo parlando di abitudini di acquisto passate (2020 e 2021) fortemente influenzate dallo spostamento delle abitudini di consumo dai ristoranti e bar a casa per via del Covid. È quindi utile anche guardare i dati “contro 2019” ed è per questo che tutti i grafici che vedete sono “basati 100” sul dato relativo al 2019. I dati ci dicono due o tre cose interessanti, che affrontiamo nel resto del post. La prima è sicuramente relativa ai vini rosati che hanno avuto un vero e proprio boom nell’estate 2022 dopo essere stati per diversi trimestri meno performanti dei vini bianchi e rossi. Stiamo parlando di numeri completamente diversi, ovviamente. Le vendite di vini rosati sono circa 115 milioni di euro negli ultimi 12 mesi, contro i 923 dei vini bianchi e i 1151 milioni dei vini rossi. Sono diversi anche i prezzi al litro, 3.47 euro al litro per i vini  rossi, 3.17 per i bianchi e 2.91 per i vini rosati. Però come dicvevo sopra le vendite sono circa il 14% sopra il 2019, rispetto al +10% per i vini bianchi e al +8% per i vini rossi.La seconda è che la forbice prezzo volumi si sta allargando in modo sempre più importante a causa delle tensioni inflazionistiche, anche e non siamo sui livelli di inflazione che ci sta comunicando l’ISTAT (12% l’ultimo dato di ottobre, intorno al 9-10% nei mesi scorsi). Infatti la forbice è attualmente intorno al 6% per il trimestre e intorno al 3% per i primi 9 mesi dell’anno.La terza si collega alla seconda. Esiste un effetto mix che sta emergendo, perchè IGT e vini comuni crescono del 6% contro il +1% dei vini DOC/DOCG (-1% contro -4% per i volumi), effetto molto ben visibile nel grafico qui sotto. Siccome i prezzi sono ben diversi (5.28 per i DOC/DOCG, 3.54 per gli IGT e 1.7 per i vini comuni), ovviamente il prezzo medio si schiaccia.Ultima nota per i vini spumanti: volumi stabili, prezzi in crescita del 5% e dunque +5% sul trimestre per un’ulteriore segnale che in questo segmento le cose continuano ad andare meglio che nel resto del mercato.Dati e tabelle nel resto del post.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2022

    I dati 2022 pubblicata dal New Zealand Wine mostrano la forte ripresa della produzione con la vendemmia 2022 che tocca il massimo storico a 5.3 milioni di ettolitri (media ultimi 10 anni: 3.9), con un paio di preoccupazioni relative ai consumi domestici (che calano, anche a causa di un aumento della tassazione imposto dal governo del 7% circa) e alle tensioni inflazionistiche che metteranno a dura prova i conti delle aziende (soprattutto in termini di margini percentuali di profitto). Eppure il settore continua a essere in espansione: crescono le cantine, crescono gli ettari e si focalizza la produzione sempre più sul Sauvignon Blanc ormai prossimo ai due terzi del totale e con i primi 5 vitigni che sfiorano il 95%. Poche cantine, dimensione media significativa (55 ettari medi), grandi sforzi di marketing fanno della Nuova Zelanda il punto di riferimento quando si pensa a un sistema vinicolo in crescita nel mondo, dopo che Cile, Cina e altri paesi hanno fermato il loro sviluppo. Passiamo a commentare qualche dato insieme.La Nuova Zelanda conta nel 2022 744 aziende vinicole, il doppio del 2020, con una superficie vitata di 41600 ettari, quattro volte quella del 2000 e con un valore delle uve prodotte quasi doppio.Se però guardate la tabella vi accorgerete che i “paesani” consumavano 400-500mila ettolitri di vino nel 2000 e ne consumano 423mila nel 2022 (in forte calo sul 2021 ma bisogna poi vedere se questi dati stimati saranno controllati), il che significa che il boom della produzione, passata da meno di 1 milione di ettolitri agli oltre 5 milioni (record) di quest’anno sono tutti per le esportazioni.E le esportazioni vanno decisamente bene: a giugno 2022 si erano esportati 2.7 milioni di ettolitri, con un leggero calo causato dalla scarsa produzione 2021, per un valore di 1.95 miliardi di dollari neozelandesi, il livello più alto della breve storia del vino locale. Sempre per fare un confronto sul lungo termine: 12 volte di più rispetto al 2000.La base ampelografica resta fortemente focalizzata sul Sauvignon Blanc, che fondamentalmente concentra su di se tutti i nuovi impianti. Il vitigno è coltivato su 26600 dei 41600 ettari. Dopo di lui, soltanto 5800 ettari di Pinot Nero, 3200 di Chardonnay, 2800 di Pinot Grigio, 1100 di Merlot, ma quasi tutti (salvo il Pinot Grigio) stabili e senza un grande sviluppo. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento primo semestre 2022

    Presentiamo oggi I dati semestrali di dettaglio per le esportazioni di vino del primo semestre. Come sempre due tagli, tratti da ISTAT (www.coeweb.istat.it): quello relativo alle esportazioni per regione, intendendosi con questo la sede legale dell’azienda esportatrice, e quello per tiplogie di vino, i cui “tagli regionali” sono derivati dall’origine del prodotto ma sono limitati soltanto ad alcune regioni. Passiamo a commentare i datiNel primo taglio, con un dato totale italiano a +14% (3785 milioni, ossia un dato molto vicino al semestre che guardiamo), troviamo un andamento superiore alla media per le aziende vente (1355 milioni, +19%) e toscane (624 milioni, +17%), mentre il dato delle aziende piemontesi è meno positivo, circa 600 milioni per un incremento del 5%. Se però confrontiamo il dato cumulato rispetto al 2019, +26% per l’Italia, le tre principali regioni sono molto vicine: Toscana +31%, Veneto +27%, Piemonte +25%.Nel secondo taglio le conclusioni in qualche modo si ribaltano. Qui parliamo di un totale di 2.6 miliardi di euro, che sono le esportazioni di vini fermi in bottiglia. +10% sul semestre 2021 e +22% sul semestre pre-crisi, 2019. L’andamento dei vini DOC e dei vini IGT è molto simile, +11% sul 2021 e +26%/+23% sul 2019. Quindi si conferma lo “spostamento” dai vini comuni ai vini di qualità. I vini comuni sono cresciuti solo del 5% sul 2021 e dell’11% sul 2019, sempre parlando di semestre.Se invece andiamo più nel dettaglio dei vini DOC, la categoria con l’andamento migliore resta quella dei vini rossi DOC del Piemonte, seguiti dai vini bianchi del Trentino Alto Adige, che peraltro nello specifico del semestre 2022 contro semestre 2021 crescono di più di tutti (+29% contro +16% dei rossi piemontesi). Nel confronto sul triennio 2022-2019, appare molto evidente la superiorità dei rossi piemontesi (+48%) sui rossi toscani (+27%) e sui rossi veneti (+14%), anche se ovviamente stiamo parlando di valori assoluti diversi: nel semestre 2022 181 milioni per i rossi piemontesi, 339 milioni per i rossi toscani.Vi lascio alle tabelle e ai grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Duckhorn – risultati 2022 e prevision 2023

    Sebbene I risultati siano stati allineati alle attese e alle indicazioni fornite lo scorso anno, le azioni di Duckhorn hanno subito un calo importante in occasione dei risultati 2022 (31 luglio) annunciati a fine settembre. La ragione è relativa a due aspetti. Primo, l’azienda ha fornito indicazioni piuttosto prudenti sul 2023 (luglio), caratterizzate da un incremento delle vendite del 6% (sul punto mediano) e margini in leggero calo (33.9% rispetto al 34.2% del 2022, sempre sulla mediana). Di più, l’aumento dei tassi di interessi e del costo del debito determinerà un utile 2023 tra stabile e in incremento del 5% circa. Troppo poco per un titolo che trattava a 30 volte gli utili… e così siamo passati a 20 volte, con una capitalizzazione di mercato scesa a 1.6 miliardi di dollari (nel mio file ho segnato un 2.6 miliardi di dollari quando avevo guardato i numeri 2021). In secondo luogo, credo che l’ammontare degli aggiustamenti ai dati sia diventato un po’ troppo e include anche una svalutazione di magazzino (5 milioni circa). I dati che vedete in tabella vi rendono conto dei dati aggiustati come l’EBITDA che passa da 117 a 128 milioni o l’utile netto da 62 a 71. Se li prendessimo senza gli aggiustamenti sarebbero: da 112 a 113 e da 56 a 60. Queste cose gli investitori dopo un po’ cominciano a notarle e… la valutazione paga pegno. Ma passiamo ai dati 2021 nel resto del post.Le vendite a giugno 2022 sono cresciute dell’11% a 373 milioni di dollari, sopra l’indicazione che era stata data a inizio esercizio. Anche l’EBITDA, previsto a 120 milioni (aggiustato) è poi uscito a 128 milioni anche se supportato come abbiamo visto da ben 15 milioni di riprese positive.Dal punto di vista del fatturato, aumentano le vendite in California attraverso ristoranti e dettaglianti e quelle all’ingrosso, mentre sono rimaste sorprendendemente stabili quelle dirette, che rappresentano dunque il 16% del fatturato dal 18% dell’anno scorso.Dal punto di vista finanziario, Duckhorn ha ridotto il debito da 243 a 220 milioni di dollari, senza aver distribuito dividendi e fatto acquisizioni, ma avendo pesantemente incrementato gli investimenti a 45 milioni di dollari. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Sartori – risultati e analisi di bilancio 2021

    Il piano di rilancio di Sartori dopo il riassestamento azionario e strategico di un paio di anni fa comincia a dare i suoi frutti e lo si vede nei dati 2021: le vendite sono tornate a crescere (+3%) a fronte di una riduzione piuttosto corposa dei volumi (da 21.4 a 19.9 milioni di bottiglie) destinata a continuare nel 2022 più che compensata dal mix delle vendite che si sposta verso vini più pregiati (soprattutto rossi della Valpolicella). L’obiettivo del piano delineato nel bilancio 2020 di tornare ai picchi di fatturato del passato (con margini migliori) è scritto nel bilancio quando si parla di budget (a proposito: complimenti, una delle poche aziende vinicole italiane che ha una relazione degli amministratori come si deve): 51.7 milioni di fatturato previsti, +4% sul 2021 con -6% in volume e +11% in prezzo-mix. Il dato è molto vicino al livello del 2018 di 52.6 milioni di euro.Tornando ai numeri del 2021 e al piano di rilancio, il “buono” sta nell’andamento molto positivo delle vendite domestiche, +18% a 18 milioni di euro (GDO +13%), mentre le vendite estere stentano ancora, in calo del 4% a 30 milioni di euro.  A determinare parte del calo è la decisione dell’azienda di abbandonare alcuni contratti private lable nel mercato inglese (-14% 2021), ma anche la fase di transizione del mercato americano (-4%) dopo il cambio di distribuzione e alcuni altri mercati in calo marcato (Belgio -18% e Irlanda -8%). Secondo gli amministratori, le vendite a marchio proprio rappresentano circa 30 milioni dei 49 milioni totali.Il cambio di pelle di Sartori si vede bene nel conto economico, dove lo sforzo sul miglioramento del mix e sul rilancio dell’azienda si vedono rispettivamente nella minore incidenza degli acquisti, tornati al 70% del fatturato, e del balzo dei costi del personale, +16% passando dal 7% all’8% del fatturato. Mettendo tutto insieme, l’EBITDA sale dal 4.3% al 5.7% del fatturato, da 2 a 2.8 milioni, mentre l’utile operativo subisce l’effetto degli ammortamenti derivati dalle rivalutazioni di bilancio del 2020 e quindi perde un po’ di slancio rispetto all’EBITDA, passando da 1.5 a 1.8 milioni di euro. L’utile netto di 1.1 milioni di euro contro 0.9 milioni del 2020 vede poi un leggero incremento degli oneri finanziari e dell’aliquota fiscale.La parte finanziaria vede un marcato miglioramento, con un debito che scende da 18 a 15 milioni di euro circa, dopo la spinta causata dal riassetto azionario del 2020. A contribuire a tale miglioramento sono certamente il controllo del capitale circolante (grafico allegato) e il taglio degli investimenti (solo 200mila euro contro 1 milione del 2020). Gli azionisti hanno prelevato 0.8 milioni di euro di dividendi. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Vintage Wine Estates (VWE) – risultati 2022

    Quando a febbraio 2022 vi presentavo questa azienda (post), vi avevo parlato dell’elevato indebitamento, degli obiettivi ambiziosi al 2026 (che sono ancora sul tavolo) e del fatto che i margini erano comunque bassi. Da Febbraio 2022 a oggi aggiungiamo qualche informazione che ci aiuta a spiegare il vero e proprio tracollo della sua valutazione in borsa, passata da circa 600 milioni di dollari meno di 200 attualmente. Quello che dovete sapere è soprattutto di natura legale, non tanto economica. Sì perchè l’azienda ha svalutato il magazzino di quasi 20 milioni di dollari, “impacchetando con il fiocco” questa cattiva notizia nell’ambito di un migliorato controllo delle scorte e della reportistica. Il problema è che questa svalutazione determina un ricalcolo anche dei bilanci passati e questi bilanci sono stati quelli usati per portare l’azienda in borsa. Di fronte al tracollo delle quotazioni di borsa di cui sopra, gli investitori non ci hanno pensato due volte e hanno fatto causa all’azienda per le perdite subite in borsa, che se dovessero essere risarcite potrebbero anche portare “alle aule di un tribunale”, come diceva De Andrè. Fatta questa super-premessa passiamo ai numeri. Tornando ai risultati, il fatturato viaggia (+33% a quasi 300 milioni) ma i margini molto meno (EBITDA +22% a 47 milioni), come dire che dei 73 milioni di fatturato “aggiunto” soltanto 9 si sono trasformati in EBITDA, quindi l’11%, portando a una diluizione del margine dal 17% al 16%. Siccome VWE promette un margine del 25% su 450 milioni di dollari di vendite, ovviamente gli investitori di cui sopra si sono preoccupati ancora di più. Andando giù nel prospetto trovate poi una perdita operativa, da ricondurre alla svalutazione di cui sopra e un bilancio che chiude alla fine in pareggio grazie a un contributo straordinario di oltre 20 milioni di dollari dalla rivalutazione di contratti derivati sui tassi di interesse.Ultimo pezzo: per il 2023, le vendite “organiche” quindi senza acquisizioni sono previste crescere soltanto del 4% (in mezzo alla forchetta), anche se il margine è visto progredire verso il 20%. Facendo “mente locale”al fatto che viviamo in un contesto di inflazione vicina al 10% l’obiettivo di fatturato è piuttosto cauto e, forse, visto che il margine nel 2022 è calato e non cresciuto, gli investitori non hanno dato molto credito agli obiettivi.La storia sta diventanto molto interessante, vediamo che cosa succede alla prossima puntata!Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2022

    Fonte: www.coeweb.istat.itI dati dell’export di vino entrano nel periodo estivo e con il mese di luglio “chiudono” la stagione. Come abbiamo già detto nei commenti recenti, l’inflazione sta abbastanza pesantemente inficiando il significato di questi numeri. Parliamo di +13% sui sette mesi, +11% per il mese di luglio ma cominciamo a confrontarci con volumi stabili (sette mesi) o addirittura in calo del 6% come a luglio. Un “gap” tra valori e volumi di 16-17 punti percentuali come in luglio o 14 punti come nei primi 7 mesi dell’anno è anomalo. Per dirvi, come vedete nel grafico, la media storica è tra il 3.5% e il 4%, probabilmente fatto del 2% di inflazione e del 2% di miglioramento “vero” e lo stesso grafico vi dice che sugli ultimi 12 mesi stiamo viaggiando nell’ordine del 9%.Passando all’andamento per mercato, trovate tutte le tabelle allegate con il confronto sia rispetto all’anno scorso che rispetto ai 7 mesi del 2019 fatto come dicono gli inglesi “stack” ovvero cumulato. Facendo un breve escursus dei mercati che rallentano o che accelerano si nota che la base di confronto resta determinante. Gli USA stanno rallentando ma crescono comunque di oltre il 10% sugli ultimi 12 mesi, la Germania rallenta più dolcemente e resta sul ritmo di +5% ma con volumi ormai prossimi a calare in entrambi i mercati. Accelerano soltanto i mercati dove le cose l’anno scorso non sono andate bene, come il Giappone per esempio.La Russia resta un osservato speciale: in termini di volumi dallo scoppio della guerra siamo passati da 285mila a 200mila ettolitri, ma il problema è che essendo un mercato di spumanti il bello deve ancora venire, perchè nella seconda metà dell’anno scorso i volumi erano stati 300mila ettolitri e il prezzo-mix degli spumanti essendo più elevato di quello del vino fermo potrebbe essere bloccato dalle sanzioni. Nel segmento degli spumanti la perdita non è comunque stata così forte come nel dato totale, essendo passato da 98mila ettolitri a 79mila ettolitri.Tornando ai valori nel segmento degli spumanti si nota un forte calo del mercato svedese, unico tra le nostre principali destinazioni. Nel vino in bottiglia invece non ci sono mercati particolarmente critici in questo momento, salvo ovviamente la volatilità che ci può essere in un singolo mese, oltretutto estivo.Vi lascio alle tabelle e ai grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Friuli Venezia Giulia – dati di produzione dei vini DOC (2020)

    Trovate all’interno del post le tabelle relative agli ettari rivendicati, ettolitri certificati, ettolitri imbottigliati e valore della produzione (ai prezzi di base) delle DOC più rilevanti della regione Friuli Venezia Giulia. I dati sono ricavati dalle pubblicazioni ISMEA.Ho anche inserito un paio di grafici (quelli che mi parevano più espressivi), relativi al valore della produzione e alla superficie denunciata delle principali DOC regionali.Si riferiscono agli anni 2016-2020 per le seguenti DOC (per la sola parte prodotta in regione): Prosecco, Delle Venezie, Friuli Venezia Giulia, Friuli Grave, Friuli Colli Orientali, Collio Goriziano, Friuli Isonzo, Friuli Aquileia, Lison Pramaggiore, Carso, Ramandolo, Lison, Rosazzo, Colli Orientali del Friuli e Picolit. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO