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    La produzione di vino in Italia nel 2021 – dati provvisori ISTAT

    I più attenti di voi si accorgeranno che questi dati sono nella migliore delle ipotesi stimati. Ma certo che lo sono! Come fa l’Abruzzo a produrre per tre anni consecutivi sempre 3087mila ettolitri di vino? Suddivisi tutti nella medesima maniera?Come mai i dati del MIPAAF (il ministero dell’Agricoltura) non vengono pubblicati con il dettaglio regionale? Come mai ISTAT non chiede a MIPAAF (sono entrambi enti pubblici) i dati corretti e non li adotta nella sua serie di dati?Io queste domande me le faccio da ormai più di 15 anni, cioè da quando il blog è stato fondato e non ho risposte per voi.Ho questi dati che, volendo essere ottimisti, sono quasi tutti giusti, che dicono che la produzione di vino è stata di 50.9 milioni di ettolitri nel 2021, quindi quasi uguale al 2020, di cui 24 al nord, 5 al centro e 22 al sud. Dicono che aumenta la quota dei vini DOC, su massimi storici (45%) e aumenta ugualmente la quota dei vini bianchi (anch’ess al massmo storico, 58%, grazie al fenomeno degli spumanti).Se confrontati con la media decennali, i dati produttivi nazionali 2021 sono sopra del 10%, di cui +6% per il Nord, +20% per il Sud e -8% per il centro. A livello regionale i migliori dati rispetto alle medie storiche sembrano essere quelli del Friuli Venezia Giulia (+29%), della Puglia (+31%), del Molise (+50%) e della Sicilia (+22%). Sono sotto media soprattutto le regioni del centro Italia, come dicevamo sopra, quindi Toscana e Umbria (-15%), ma anche Calabria e Basilicata (oltre il 20%).A proposito, sono dati che ovviamente saranno soggetti a revisione. Ma una revisione l’hanno già avuta perchè al primo giro non tornavano i totali tra le categorie. Buona consultazione e aspettatevi qualche selettiva pubblicazione di dettagli regionali nelle settimane estive. Ho bisogno di riposare un po’ anche io.Per finire, tutte le serie di dati sono disponibili nella sezione Solonumeri. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Brasile – importazioni di vino 2021

    Nonostante la forte svalutazione della valuta nel 2021 (8%), le importazioni brasiliane di vino in euro sono cresciute del 9% nel 2021, dopo un 2020 a dir poco eccezionale (+15%). Il Brasile supera dunque la soglia dei 400 milioni di euro di import di vino, 421 per la precisione, per un volume importato di 1.6 milioni di ettolitri, anch’esso in crescita del 4% sul 2020.Nel 2021 sono Francia, Spagna e Argentina a guidare la classifica delle nazioni più performanti, mentre il leader di mercato, il vino cileno, segna il passo con un -1%, pur mantenendo una quota di mercato vicina al 40% per un valore esportato di 162 milioni di euro. Il Cile è anche il leader indiscusso in termini di volume, con 700mila ettolitri degli 1.6 milioni totali, quindi quasi la metà (44%). Dopo il Cile, il secondo esportatore in Brasile resta l’Argentina, che cresce del 17% a 72 miloni, poi viene il Portogallo con 67 milioni di euro (+12%). Francia e Italia sono in posizioni di rincalzo, poco sotto i 40 milioni di euro, nel 2021 un po’ più la Francia che l’Italia, anche se le posizioni si intrecciano nel corso degli anni su livelli comunque marginali nel contesto del mercato.Ciò è anche frutto del fatto che il Brasile resta un mercato “senza spumanti”, se considerate che dei 421 milioni soltanto 22 sono nella categoria che, a logica, potrebbe essere privilegiata nel mercato. Essendo però il Brasile culturalmente legato ai vini sudamericani e portoghesi, e non essendoci spumanti in questi mercati… beh ci si spiega questa particolarità. La Francia ovviamente domina con la metà di questi 22 milioni, l’Italia con 3 milioni di euro è praticamente non presente, sopravanzata anche dalla Spagna.Passando dagli euro al real brasiliano i numeri cambiano e, direi, cambieranno. Tra il 2019 e il 2021 la spesa in valuta locale per il vino è quasi raddoppiata (+83%) soprattutto a causa delle svalutazione (56%). Nel 2022 le cose potrebbero cambiare in parte, dato che attualmente la valuta sta parzialmente recuperando terreno (circa 20% ad oggi rispetto al 2021). Se i brasiliani spendessero uguale in valuta locale ciò si tradurrebbe in un ulteriore crescita, visto che si supererebbero tranquillamente i 500 milioni di euro. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I risultati delle aziende vinicole italiane (escluse cooperative) – aggiornamento Mediobanca 2020

    Dopo aver guardato I dati generali del rapporto Mediobanca ci focalizziamo oggi sul campione più importante, che è quello delle aziende italiane, quindi escluse le cooperative. Sono 152 aziende con più di 20 milioni di fatturato. I dati (completi) del 2020 indicano un calo del 3% delle vendite (quindi coerente con il campione generale, e un leggero calo dei margini di profitto, legato soprattutto al minor margine industriale (passato dal 22.9% al 22.3%) e in parte compensato dai robusti sgravi al costo del personale (sceso del 6%  in valore assoluto, nonostante un incremento dell’1% del totale degli occupati, che ha raggiunto quota 10386 addetti). Un secondo grosso aiuto viene dalla linea delle imposte, scese del 58% a fronte di un calo della base imponibile del 12%, anche in questo caso generosamente supportato dal Governo.Quindi si tratta di dati “edulcorati” dalle azioni del governo a supporto delle aziende, che in questa maniera hanno evitato di licenziare e alla fine dei conti hanno addirittura segnato un utile netto superiore a quello del 2019 (!), 337 milioni di euro contro 315. Se facessimo un calcoletto semplice semplice e mantenessimo le tasse in % uguali al 2019 e l’andamento del costo del personale come quello del numero dei lavoratori, potremmo dire che sono stati elargiti oltre 80 milioni di euro di aiuti, di cui circa 33 come minor costo del personale e 48 come minori tasse.Ora, se guardiamo al fatturato del 2021 ci accorgiamo che con questo +20% stimato da Mediobanca Research (+16% all’estero e +24% in Italia) i dati saranno certamente scintillanti, mentre probabilmente la normalizzazione (soprattutto in Italia, ma anche qualche contraccolpo alle esportazioni dovuto alla russia) e l’inflazione colpiranno i dati del 2022. Vedremo.Per intanto se torniamo sui nostri dati, le aziende hanno tagliato pesantemente gli investimenti, scesi del 12% a 241 milioni, ossia il 5% del fatturato, con una chiara evidenza che il “ciclo” abbia avuto un picco nel 2018 (6.2% del fatturato). La struttura finanziaria si è molto rafforzata, considerando che i debiti sono scesi da 1.33 miliardi a 1.2 miliardi di euro. Va invece notato che l’ondata di operazioni straordinarie che ha caratterizzato il settore ha creato una bolla di “attivi intangibili”, che sono essenzialmente legati ai prezzi delle acquisizioni e che sono andati poi a finire nel patrimonio netto. Ne risulta un incremento “artificiale” di patrimonializzazione del settore.Bene, detto questo vi lascio alle tabelle e ai grafici del post. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2020 – Rapporto Mediobanca

    Il rapporto Mediobanca sul vino è diventato negli anni un punto di riferimento per continuità delle analisi e per aver di anno in anno arricchito il documento con nuove analisi che sono poi state mantenute nel tempo. L’ultima (ma forse già c’era l’anno scorso) che ho notato è quella relativa alle aziende che commerciano vino via internet, che anche su questo blog affrontiamo da diversi anni a questa parte.Come sapete il cuore del rapporto è l’analisi dei bilanci delle aziende con oltre 20 milioni di vendite (nel 2020), che sono 251, di cui 81 cooperative, 152 aziende a controllo italiano e 18 aziende a controllo estero. Rappresentano l’85% del fatturato stimato per il 2019 del settore e sono quindi un buon quadro della situazione economica e finanziaria del settore.L’anno in analisi è il 2020, l’anno del Covid. Stiamo dunque analizzando un periodo negativo, caratterizzato dal calo del 3% delle vendite a 9.3 miliardi di euro. L’impatto di della perdita di circa 300 milioni di fatturato è stato parzialmente mitigato dalle misure di sostegno del governo, soprattutto in tema di costo del personale che è calato anche più delle vendite, -3.7% nonostante una forza lavoro cresciuta leggermente (da 17900 a 18000 persone). Ne consegue un utile operativo sceso del 15% a 511 milioni, per un margine passato dal 6.3% al 5.5%. Il governo è di nuovo protagonista nel supporto sull’ultima linea, che vede un utile netto praticamente stabile a 400 milioni di euro, grazie al dimezzamento delle imposte.Dal punto di vista finanziario ci sono cambiamenti abbastanza importanti per via delle combinazioni aziendali che ci sono state nel corso dell’anno che spingono il patrimonio netto totale da 6.7 a 8.4 miliardi, sostanzialmente attribuibile a attivi intangibili (avviamento e altre robacce contabili). I debiti del sistema vino comunque scendono da 2.7 a 2.6 miliardi di euro, per un debito su MOL stabile poco sotto tre volte.Le prospettive del 2021 sono positive. Il rapporto indica un incremento del fatturato del 14%, sostanzialmente allineato per l’Italia e per l’estero, che dovrebbe dunque più che coprire il buco del 2020 e portare il fatturato a circa 10.6 miliardi di euro. Siccome si tratta dell’85% del settore totale, significherebbe un fatturato equivalente per il sistema vino di 12.5 miliardi di euro.I post sul tema del rapporto continuano nelle prossime settimane con l’analisi dei dati delle aziende private italiane e via dicendo. Per ora vi lascio con un buon numero di grafici da guardare. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vini spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2021

    Come consideravamo qualche giorno fa, per ora sembra che inflazione e forza del dollaro americano siano ben più forti del crollo del mercato russo (marzo -40% per gli spumanti italiani) nel supportare le nostre esportazioni di vino. Le incognite restano però molte, soprattutto andando avanti nell’anno e guardando alle ricadute negative del minor potere d’acquisto sull’acquisto di prodotti, diciamo non essenziali, come possono essere gli spumanti.Detto questo, le esportazioni di spumante italiano hanno ormai passato la soglia dei 5 milioni di ettolitri sui 12 mesi terminanti a marzo 2022, e si avvicinano ai 2 miliardi di euro, 1.93 miliardi per la precisione. Nel mese di marzo, la crescita è stata del 28%, mentre sul trimestre tocca il 36% contro il 2021. Sono dati certamente positivi anche se visti nel breve termine scontano una base di comparazione facile: difatti, se confrontate con il primo trimestre 2019 le esportazioni di spumante sono in crescita “soltanto” del 33%, il che sta a indicare un 2021 non proprio positivo.Il recupero del Regno Unito è certamente il fattore più evidente degli ultimi mesi (+87% nel trimestre) e lo spazio per recuperare è molto ampio (solo +3% dal 2019 a questa parte). Altrimenti, in una tabella costellata di segni “più” mi viene naturale farvi notare il forte progresso del Canada (+66% sul 2021, +74% sul 2019), della Francia (+35% e +50% contro 2021 e 2019 rispettivamente) e del Belgio (+45% e +160%).Passando alle categorie, ovviamente l’Asti è destinato a soffrire per la crisi russa, essendo circa il 15% delle sue esportazioni diretto in quel paese e non avendo una forte esposizione americana. Per il primo trimestre, le esporrtazioni sono comunque in crescita del 26% sul 2021 a 26 milioni di euro.Il Prosecco resta il fattore trainante degli spumanti, +40% nel trimestre a 321 milioni di euro (rispetto a 428 milioni totali). Il fattore Regno Unito è molto importante nel breve termine (+93%) dato che rappresenta da solo circa 17 punti percentuali della crescita del 40%. Unico mercato negativo è quello russo, anche se per il Prosecco l’esposizione è molto limitata (circa il 3% del totale). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    l consumo di vino in Italia – dati 2021 per regione e classi di età

    Fonte: ISTATApprofondiamo oggi il commento sui consumi italiani di vino con i dati regionali e per classi di età. Da quest’anno ISTAT ha leggermente modificato le prime fasce di età che sono diventate 11-13 e 14-17 anni, mentre prima erano 11-15 e 16-17. Poco male, nel senso che i numeri sono molto bassi e mirati a rilevare la “devianza” nel consumo di vino. Ad ogni modo, come dicevamo qualche giorno fa la penetrazione del consumo di vino si è riportata sui livelli del 2019 nel 2021, con una distribuzione per fasce di età leggermente diversa al pre-crisi: meno consumatori tra gli ultra sessantenni (sarà per via delle conseguenze del Covid sulla salute delle persone?), più consumatori nelle fasce di età più giovani, con dati particolarmente positivi nella fascia 25-34 anni (molto promettente!): la penetrazione del 58% è la più elevata mai registrata. Sono su liveli molto simili i dati dei 35-44enni, mentre tra 45 e 59 anni si mantiene un livello del 61%. All’interno di questo dato totale, la forbice tra consumo giornaliero e consumo sporadico si allarga. Parlando sempre dei 25-34enni, il “uno o due bicchieri ogni giorno” tocca il minimo storico al 6.6% (lo stesso vale per la popolazione totale, 15%), mentre il consumo sporadico sale al 41% (non ancora al massimo pre-crisi del 42%).Relativamente alla distribuzione geografica, direi non ci sono particolari novità se non ribadire come gli anni scorsi che si sta verificando un incremento strutturale dei consumi nel Centro Italia (58% delle persone bevono vino), che è ormai arrivato ai livelli prossimi al nord, dove i dati del Nord Ovest sembrano miglori di quelli delle regioni del Nord Est. Sono proprio le regioni come l’Umbria (61.5%!) e le Marche (60%) a presentare i dati più elevati di penetrazione del consumo di vino.Vi lascio alla consultazione delle tabelle. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento marzo 2022

    Le esportazioni italiane di vino in marzo sono cresciue del 14% circa, su una base di confronto un pochino più difficile che febbraio, chiudendo quindi il trimestre con un incremento del 18% sul 2021 e del 19% sul “normale” 2019, che abbiamo aggiunto per dare una base di confronto più solida. Tra i due-tre fattori esterni importanti di marzo sono sicuramente la Russia, dove le esportazioni sono crollate del 60% nel mese. Il mercato russo valeva 154 milioni sui 12 mesi a febbraio, scende a 148. Il colpo secco sarà nei mesi finali dell’anno che contano doppio perchè la Russia è un mercato di spumanti. Ad ogni modo, con una Russia stabile, la crescita delle esportazioni italiane sarebbe stata del 15% e non del 14%.Il secondo fattore sicuramente importante è la forza del dollaro americano, che in media era 1.19 a marzo 2021 e 1.10 a marzo 2022 (per poi ulteriormente rivalutarsi verso 1.05-1.07 di questi giorni). Questo è certamente un fattore positivo: una rivalutazione del dollaro dell’8% si applica a quasi il 25% delle esportazioni e quindi, tutto il resto fermo, l’impatto positivo potrebbe essere di quasi 2 punti percentuali.Infine si dovrà un giorno o l’altro affrontare il tema inflazione, che non avevamo considerato per diversi anni. Certamente i dati che commenteremo nei prossimi mesi saranno gonfiati da questo aspetto, che non necessariamente implica maggiori utili per gli esportatori.Tornando ai nostri numeri le esportazioni di marzo sfiorano quota 700 milioni, +14% come dicevamo, con un recupero molto importante nel Regno Unito (che però sul trimestre 2022 rispetto al 2019 è stabile, il peggior mercato tra i grandi) e dati molto positivi per il Canada (che sul trimestre è vicino a +40% sia contro il 2021 che contro il 2019), la Francia (anche lei sul piede del +40%, un po’ meno contro il 2019) e soprattutto il Belgio, che sta scalando le posizioni tra i maggiori mercati per il vino italiano, avendo proprio questo mese superato la Svezia, diventando l’ottavo mercato.Bene, vi lascio alle tabelle. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2021

    Dopo un paio di anni di silenzio sono riapparsi i dati ISTAT sul consumo divino, annegati dentro una indagine su 20mila famiglie e sulle loro abitudini. Il focus dell’indagine è sul “vizio”, quindi bevande alcoliche, fumo, cattive abitudini alimentari (sovrappeso), ma ci sono in ogni caso i soliti dati interessanti. Il 2020 è stato un anno di “rottura” con delle evidenze diverse rispetto a quanto abbiamo commentato in altri post relativi alle vendite di vino al dettaglio. Mi spiego: il 2020 è un anno di calo della penetrazione di consumo di vino, con una accentuazione dei comportamenti di eccesso (consumo giornaliero superiore a mezzo litro) e di interruzione del trend storico di crescita del consumo sporadico, derivante dalle chiusure dei bar e ristoranti, dove questo tipo di consumo si concentrava. Di converso, il 2021 è un anno di parziale ritorno “al 2019” su questo tipo di indicatori, presumibilmente ancora parzialmente influenzati dalla non completa ripresa delle vecchie abitudini dei consumatori (e forse anche da alcuni aspetti strutturali, come la non riapertura di molti bar e ristoranti dopo la crisi).Vi suggerisco di focalizzarvi sulle tabelle e non sui grafici del post, in quanto sono più evidenti gli aspetti di cui vi accennavo sopra. Quindi, nel 2020 il consumo di vino cala dal dal 54.2% della popolazione al 53,8%, per poi riprendere un livello del 54.4% nel 2021. Il consumo sporadico, nel 2019 al 31.5% della popolazione è crollato dal 30.3% nel 2020 per tornare al 31.3% nel 2021. Se non ci fosse stato il Covid probabilmente saremmo al 32%. La tendenza alla omogeneizzazione dei generi continua: le donne bevono meno degli uomini ma il gap si riduce. Come noterete, nel 2020 c’è stato un sussulto nel consumo di vino intenso, passato dal 3.0% al 3.3% della popolazione, per tornare al 3.0% nel 2021.Nel complesso, direi che il vino “vince” (0.2% della popolazione 2021 contro 2019) contro la birra (-0.1%, al 50.4% della popolazione, quindi 4 punti sotto il vino) e le altre bevande alcoliche (-0.6% al 45.4%). Entrambe le altre due categorie sono state un po’ più colpite dal calo del consumo fuori casa, che come sappiamo bene nel 2021 non era pienamente recuperato (soprattutto nei primi mesi dell’anno).Bene, vi lascio alla consultazione delle tabelle e dei grafici. Tra qualche giorno torniamo concentrandoci sui dettagli per età e per zona geografica dei consumi. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO