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    Treasury Wine Estates – risultati 2019/20

    TWE ha la fortuna di chiudere l’anno a giugno e quindi i numeri che presentiamo oggi non danno l’idea dell’impatto del virus sui conti, nonostante la forte esposizione dell’azienda alla Cina: le vendite sono calate “solo” del 6% e l’utile operativo del 23% con volumi a -8%. Se però restringiamo il confronto al solo secondo semestre dell’anno ci accorgiamo di una realtà ben diversa, fatta di un -16% di fatturato (che comunque non è così drammatico) ma un -59% in termini di utile operativo. Nelle due aree più importanti per il gruppo, Asia e America, TWE ha subito un calo degli utili di oltre il 50% nel semestre gennaio-giugno (il secondo per loro). In America ha però subito il “de-stocking” dei distributori, quindi ha venduto di meno di quanto hanno venduto a loro volta i loro clienti (per circa il 7%), mentre in Cina dopo cali del 50% e più in febbraio-marzo, l’attività è migliorata per chiudere con un +40% in giugno sull’anno scorso. Forte di una struttura finanziaria stabile e di un rapporto debito/EBITDA di poco superiore a 1x, TWE non cambia strategia, anzi rilancia: sta comperando vigneti in Europa (Francia, per ora) per arricchire la sua offerta di vini di “lusso” sotto il marchio Penfolds. Passiamo all’analisi dei dati.

    Le vendite 2019/20 sono scese del 6% a 2.65miliardi di dollari australiani, con un contributo positivo dei cambi del 3% circa. Il calo a cambi costanti sarebbe dunque stato del 9%, sostanzialmente dovuto al -9% dei volumi venduti, passati da 35 a 32 milioni di casse.
    Se restringiamo al secondo semestre, il calo delle vendite è del 16%.
    L’anticipo del COVID in Asia ha fatto sì che questa sia la regione più impattata del gruppo, con un calo del 29% dei volumi (-41% secondo semestre) e del 18% delle vendite (-41%). L’Americ è calata del 6% nell’anno e del 14% nel secondo semestre, causa calo dei volumi anche legati al processo di cui dicevamo sopra.
    L’utile operativo cambia un po’ dall’anno scorso causa l’implementazione del principio contabile IFRS16 che aumenta del 2-3% gli utili, distorcendo l’analisi del bilancio (suggerisco ai promotori di rimanere nell’ombra per evitare il linciaggio). Comunque, l’utile operativo cala del 23% a 492 milioni nell’anno e del 59% a 128 milioni nel solo secondo semestre. Asia e America sono le due divisioni più colpite, con un calo dell’utile operativo del 17% e 33% rispettivamente (51% e 54% nel solo secondo semestre), mentre hanno subito cali meno pesanti il mercato locale (-15% nell’anno) e l’Europa (addirittura stabile nell’anno, -21% nel secondo semestre, ma conta poco).
    Il debito finanziario (escluso quindi quello falso di IFRS16) rimane quasi stabile a 736 milioni di dollari, il che si confronta con circa 700 milioni di EBITDA, con una posizione finanziaria molto solida. Nell’anno TWE ha investito 190 milioni (160 nel 2018/19), ha venduto attività per 100 milioni (102 l’anno prima) e ha pagato dividendi per 276 milioni, contro 245 dell’anno precedente.
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    LVMH – risultati primo semestre 2020

    Con un calo del 20% delle vendite e del 23% dell’utile operativo nei primi 6 mesi del 2020, la divisione wine&spirits di LVMH è passata da essere il fanalino di coda del gruppo alla parte più resistente alla crisi. Infatti, l’interruzione dei flussi turistici ha avuto un impatto ben più devastante sulle altre divisioni di quanto non abbia avuto lo stop di bar e ristoranti per i vini, Champagne e Cognac del gruppo. Giusto per fare qualche esempio, i beni di lusso sono giù del 46% come utile operativo (parliamo di Louis Vuitton, Balenciaga, Loro Piana e via dicendo), i profumi e cosmetici, ma anche gli orologi e la gioielleria (Bulgari, Tag Heuer, Hublot) sono passati direttamente a una perdita operativa, il retail (Sephora e DFS negli aeroporti) sono in profondo rosso. Ovviamente non c’è da rallegrarsi, anche se la distribuzione globale di LVMH, con un rapido spostamento dall’Asia al Nord America delle vendite ha aiutato. In tutto questo, cognac meglio di Champagne, soprattutto dal punto di vista dei margini. Passiamo ai numeri.

    Le vendite di vino e champagne sono calate del 21% nel primo semestre 2020 a 755 milioni, a fronte di un calo del 30% dei volumi di Champagne (17 milioni di bottiglie) ma di un incremento dei volumi di vendita degli altri vini del 20% a 18 milioni di bottiglie, anche grazie alle acquisizioni di Château d’Esclans e di Château du Galoupet.
    Se mettiamo i due gruppi insieme, arriviamo a circa 36 milioni di bottiglie, -11% con un calo del prezzo medio di vendita del 10% circa.
    La divisione Cognac e spirits ha fatto leggermente meglio sul fatturato (-19% a 1230), ma la differenza tra le due sottodivisioni emerge quando si guarda all’utile operativo. Champagne e vini passano da 214 a 103 milioni di euro, quindi dal 22% al 14% di margine operativo, il cognac incredibilmente tiene sul margine al 36-37% e vede un calo degli utili quindi molto simili al calo del fatturato.
    Come sapete il primo semestre conta meno del secondo nel settore del vino e quindi sarà importante vedere come si esce dalla crisi. La strategia chiaramente non cambia, i prezzi non si tagliano ma semmai si aumentano per cercare di compensare la perdita di volumi, perchè poco di quello che produce LVMH “va a male” e anche dal punto di vista finanziario il gruppo ha la forza di supportare gli investimenti (+38% nel primo semestre a 155 milioni) e il capitale investito (calato da 16 miliardi a 14 miliardi per via della svalutazione di alcuni marchi).
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento maggio 2020

    Dopo due mesi di resistenza, le esportazioni di vino hanno ceduto di schianto nel mese di maggio, segnando un calo del 24%, il che porta il saldo dei primi 5 mesi dell’anno a -4%. La curva sembra essere spostata di un paio di mesi in avanti rispetto a quella delle esportazioni totali, che hanno toccato il loro minimo (in termini di variazione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) ad aprile (-42%), cui sono seguiti un maggio a -30% e un giugno a -12%. Non è facile dire se maggio sia stato il punto di minimo per il vino, ma sicuramente non è difficile ipotizzare che anche giugno e probabilmente luglio saranno dei mesi negativi. Agosto non conta, e con settembre arriviamo alla stagione critica per gli spumanti (che per ora vanno leggermente peggio dei vini fermi in bottiglia): a quel punto sarà critico quanto il virus circolerà ancora tra noi. Per quanto riguarda questi dati, ci sono poche differenze, chi più chi meno cala. Il saldo a fine maggio mette in luce la “resistenza” di alcuni mercati come il Canada e i paesi scandinavi. Passiamo ai dati.

    Le esportazioni italiane calano del 24% a 435 milioni di euro in maggio, il che porta il saldo da inizio anno a -4% (2.4 miliardi). Vini in bottiglia e spumanti sono giù del 23% e 29% rispettivamente, mentre il resto (di fatto vini sfusi) cala un po’ meno, -17%. Ciò fa allargare un pochino di più la forbice che stiamo vedendo tra i vini in bottiglia, giù del 3.7% nei primi 5 mesi dell’anno e i vini spumanti, -6.6%.
    Come abbiamo già avuto modo di constatare nei mesi scorsi, si tratta di un calo legato ai volumi, che sono giù del 25% in maggio e del 3% da inizio anno, quindi con un andamento molto simile a quello dei valori.
    Se guardiamo ai principali mercati, in maggio a peggiorare sono Stati Uniti e Germania (-24% e -22% rispettivamente), mentre il Regno Unito che era andato molto peggio nei primi mesi paradossalmente continua la sua marcia negativa con un calo del 12%, quindi uguale ai mesi precedenti.
    Nel segmento degli spumanti, l’andamento del Regno Unito è molto peggiore, -28%, e compensato a livello di mercato dal +3% sui vini fermi. Restando tra gli spumanti, noterete nella tabella riassuntiva allegata che il Prosecco viaggia su numeri leggermente meno negativi del totale della categoria (-27% e -3% per maggio e inizio anno rispettivamente), mentre sono ancora positivi (per quanto marginali) i dati dell’Asti spumante.
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    Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento primo semestre 2020

    La corsa ai supermercati della crisi COVID ha inciso anche sulle vendite di vino. Forse non si erano mai visti dati tanto positivi come quelli che commentiamo oggi, con il prezioso contributo di IRI. Il secondo trimestre si chiude con un +10% tondo tondo per il vino fermo e +5.5% per gli spumanti. Messi insieme fanno +9%. Come apprezzerete dai grafici sono ormai un paio di anni che l’accoppiata storica di “meno volumi e più prezzo-mix” non funziona più come prima. Soprattutto in questo primo semestre, complice il periodo che abbiamo vissuto, c’è stata una impennata dei volumi di quasi il 9% per il vino fermo e di circa l’8% per gli spumanti. È molto difficile dire quanto di questo incremento sia “sano” e non una sostituzione di consumi altrimenti fatti fuori casa. È anche difficile dire quanto di questo incremento sia legato a questo particolare momento (io per esempio ho aumentato il consumo di alcolici durante il lock-down). Resta il fatto che i dati sono positivi e che sosterranno le vendite degli operatori più esposti a questo canale distributivo, quindi con prodotti di qualità ma di una fascia di prezzo moderata. Passiamo a commentare i dati.

    Le vendite di vino nella GDO sono state di 652 milioni di euro nel secondo trimestre, +9%, con un +10% per il vino fermo e un +5.5% per gli spumanti e un -13% per lo Champagne. In termini di volumi, il trimestre chiude con 2 milioni, +10.5% (1.82 per il vino fermo, +11%).
    Il saldo del primo semestre è quindi da record, con 1.27 miliardi di euro di vendite, +8% (un dato questo allineato per vini fermi e spumanti) e quasi 4 milioni di ettolitri, +8.6%.
    Bisogna dire che questa ondata di acquisti ha riguardato un po’ tutte le categorie e tutte le tipologie. Forse l’unico dato che resta negativo è quello degli spumanti Charmat dolci che continuano a calare. I dati del trimestre degli spumanti sono anche influenzati dalla tempistica della Pasqua, più anticipata rispetto allo scorso anno.
    Se ci concentriamo sui dati semestrali, più “stabili”, troviamo una leggera preponderanza per i vini rossi, +8.5%, contro +7.5% per i vini bianchi e +6.8% per i vini rosati.
    Dal punto di vista delle tipologie, i vini IGT sono in crescita del 10%, i DOC/DOCG dell’8% e i vini da tavola del 6%. Tutti questi valori, come vedete dalle tabelle, sono proporzionalmente più elevati nel secondo trimestre, ma con le medesime gerarchie.
    Il terzo trimestre sarà un inizio di normalità, con una parte della ristorazione riaperta e la crisi economica che comincia a mordere. Per adesso vi lascio alle tabelle e ai grafici del post.
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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2020

    Le esportazioni sono un osservato speciale di questi tempi. Oggi commentiamo i dati di aprile, il momento peggiore per l’Italia nel lock down, probabilmente spostato di un mese avanti per altri mercati. Il dato di aprile è -7% per il vino, -1% per l’alimentare (ISTAT ha rivisto pesantemente i dati anche dei mesi precedenti…) e -46% per il totale dell’export nazionale. Possiamo dunque dire che le cose non stanno andando così male. Va però considerato che i dati di maggio saranno molto peggio per l’alimentare (-12% il dato preliminare) contro un ammorbidimento del calo delle esportazioni totali (-30% circa) e quindi bisognerebbe aspettarsi un peggioramento anche per il dato relativo al vino in maggio. Ma per ora restiamo su questi dati: i primi 4 mesi dell’anno chiudono a 2 miliardi di euro, +1.8%, con volumi in crescita del 3.4% a 6.9 milioni di ettolitri. Il dato è supportato dalla crescita di quasi il 6% per i due mercati chiave, USA e Germania. Ci sarebbe da immaginarsi un peggioramento soprattutto del mercato americano di qui in avanti. I dati negativi vengono dal Regno Unito, dalla Svizzera e dalla Francia.  Peggiorano i dati del vino in bottiglia, che comunque tiene un +2%, peggiorano anche gli spumanti, che chiudono i 4 mesi con un dato stabile. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le esportazioni di aprile calano del 7% a 488 milioni di euro, composto da 344 milioni di vini in bottiglia (-8%), 39 milioni di vini sfusi (+5%) e 105 milioni di vini spumanti (-7%). Il dato sui 4 mesi è ancora in crescita dell’1.8% a 1997 milioni, mentre sull’anno mobile le esportazioni crescono del 2.4% a 6470 milioni di euro.
    I volumi sono un po’ meglio dei valori. Calano del 2% nel mese, ma crescono ancora del 3.4% nei 4 mesi e del 7.6% sull’anno mobile.
    I dati mensili per mercato restano molto volatili, con peggioramenti vistosi in USA e Germania, un rimbalzo del Regno Unito e del Canada. Se allarghiamo lo sguardo ai 4 mesi, le cose vanno male nel Regno Unito (-12%), in Svizzera (-15%) e in Francia (-7%). Restano positivi in USA e Germania (+5.8% e +5.7%) e sono molto positivi in Canada (+20%) e Svezia (+24%).
    Un occhio agli spumanti, che sono stabili nei primi 4 mesi a fronte di un ottimo andamento in USA, Germania e Francia (+10/11%, per ora) a compensare il crollo del 19% nel Regno Unito che resta un mercato particolarmente pesante.
    Un occhio alla Cina, infine. I dati sono molto negativi: nei primi 4 mesi dell’anno solo 24 milioni di esportazioni rispetto a 42 milioni dello scorso anno. Il calo supera il 40%. La Cina è però il primo mercato “uscito” dal COVID… potrebbero esserci sorprese nei prossimi mesi.
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    Constellation Brands – risultati primo trimestre 2020

    Constellation Brands è una delle prime aziende che pubblica i risultati trimestrali in piena crisi COVID, essendo il suo primo trimestre un Marzo-Aprile-Maggio. Avendo il baricentro americano, ha poco più di due mesi immersi nel lockdown. I dati sono meno peggio di quello che ci si potesse immaginare, soprattutto dal punto di vista dei margini. […] LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2020

    Riprendiamo l’analisi delle esportazioni di vino con il post trimestrale dedicato agli spumanti. Come abbiamo avuto modo di commentare di recente, il segmento degli spumanti da qualche mese non è più il traino del nostro export, essenzialmente a causa della forte esposizione al mercato inglese. I dati di marzo sono stati comunque sorprendentemente positivi con […] LEGGI TUTTO

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    Esportazioni di vino italiano – aggiornamento marzo 2020

    Beh, i numeri di oggi sono veramente sorprendenti. Dopo un febbraio traballante (+1% nonostante il 29 febbraio “in aiuto”), tutti aspettavano un marzo molto difficile per le esportazioni di vino visto che l’emergenza COVID ha cominciato a impattare il nostro export. Infatti, nel mese di marzo l’Italia el suo complesso ha esportato il 13.5% in […] LEGGI TUTTO