Italian Wine Brands – risultati 2023
Italian Wine Brands ha positivamente impressionato il mercato (azioni +11% dopo l’annuncio) con dei risultati 2023 di grande sostanza. Le vendite non sono cresciute (a parità di perimetro, 429 miliioni, +10% includendo le acquisizioni) ma i risparmi di costo derivanti dall’integrazione delle aziende acquisite e le riduzioni del costo dei prodotti secchi hanno consentito un incremento dell’EBITDA rettificato del 19% e dell’utile netto del 24%. Al di là delle rettifiche la bontà di questi risultati è anche evidenziata dal calo del debito da 129 a 101 milioni di euro, destinato tra l’altro a continuare al medesimo ritmo anche nel 2024. Di più, nel 2024 IWB prevede di realizzare ulteriori risparmi di costo, per un totale di 3.5-4 milioni di euro, il che rappresenterebbe una ulteriore crescita del 5-10% dell’EBITDA. I dati, se visti nell’ottica del secondo semestre mostrano un andamento più negativo nelle vendite (calcoliamo -8%, ma abbiamo qualche dubbio sulla comparabilità dei dati 2022) ma sicuramente un miglioramento quasi immutato dei margini. Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.
Le vendite di 429 milioni di euro sono rimaste stabili sul pro-forma 2022, con un incremento del 3% nella divisione wholesale a 312 milioni, un calo del 9% della divisione “distance selling” a 62 milioni (giù del 2% anche il web) e un leggero calo, -4%, per la divisione Ho.Re.Ca.
Se invece prendessimo i dati come riportati, le vendite sarebbero cresciute del 10%, da 391 a 429 milioni di euro.
Non abbiamo il dettaglio geografico completo (manca per la divisione “distance selling”), ma è la diversificazione geografica ad aiutare il gruppo. Nella divisione wholesale crescono Inghilterra e Austria, ma calano Svizzera, Germania, Belgio e Austria. Gli USA, dove IWB ha anche fatto un’acquisizione, sono a -2% in pro-forma nel 2023. L’unico mercato dove si può ricostruire il fatturato totale è l’Italia, calata dell’8% a 67 milioni di euro.
I margini sono migliorati. L’EBITDA torna al 10.3% dopo essere calato all’8.6% in proforma 2022, da 37 a 44 milioni. Restiamo sotto i livelli del pre-Covid ma bisogna considerare che l’azienda è molto cambiata, passando da 65 a 170 milioni di bottiglie vendute, con un grande balzo nella divisione all’ingrosso dove i volumi sono elevati ma i margini più contenuti. Ad ogni moldo, il 2023 chiude con un utile netto rettificato di 19 milioni contro 15 del 2022, e un utile netto riportato (quindi dopo le partite non ricorrenti) di 16.5 contro 14.2 del 2022 (sempre dati pro-forma).
L’indebitamento scende da 129 a 101 milioni (escluso il debito IFRS16 di 15 milioni). Nel 2023, l’azienda ha pagato 1 milione di dividendi ma non ha acquistato azioni proprie, e ha investito 7.6 milioni contro 9 del 2022. Il rapporto tra debito e EBITDA (questo forzatamente con dentro IFRS16) scende da 3.9 a 2.6 volte.
Come dicevamo sopra il 2024 dovrebbe essere un anno di ulteriore sviluppo, soprattutto dal punto di vista dei margini. A parità di tutto il resto con i risparmi preventivati l’EBITDA potrebbe salire a circa 48 milioni di euro.
Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO