Masi – risultati 2023
Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile per Masi dal punto di vista economico: i dati, anche a causa di un confronto particolarmente difficile con l’ottimo 2022 sono in calo significativo, tanto da arrivare a un utile netto di meno di un milione di euro, mai sperimentato se non nell’anno del Covid. Non è tutto negativo però: la famiglia Boscaini ha fatto la pace con la famiglia Rosso e ha riacquistato le sue quote (ora la famiglia e ENPAIA detengono il 91% del capitale… perché restare quotati in borsa?), sono ripresi i lavori della nuova cantina di Monteleone ed è stata messa a segno l’acquisizione di una cantina in Oltrepo’ Pavese (Casa Re). Non ultimo, Masi ha introdotto una nuova bottiglia più leggera (tema che mi sta particolarmente a cuore). Tornando ai dati 2023, le difficoltà sui mercati esteri, la scarsa vendemmia 2023, la perdita di significativi contributi OGM e l’inflazione sui costi operativi (nonostante aumenti di prezzo applicati superiori al 10% in alcuni casi) hanno tutti contribuito a un calo delle vendite del dell’11% a 66.4 milioni (lo stesso livello del 2021 e del pre-Covid), un crollo dell’utile operativo passato da 9 a 3 milioni di euro (-66%) e un utile netto di 0.7 milioni di euro (4.5 nel 2022), come dicevamo mai visto così basso. Non ultimo nel 2023 l’indebitamento raddoppia da 8 a 16 milioni di euro. Dividendo 2023 dimezzato. Apertura del 2024 sulla stessa china della fine del 2023 (quindi male). Ulteriori commenti, grafici e tabelle nel resto del post per chi è interessato.
Le vendite calano dell’11% a 66.4 milioni di euro. L’Italia è stabile a 21 milioni, il resto dell’Europa scende del 10% a 22 milioni, l’America crolla del 19% a 20 milioni (Masi molto esposto al Canada) e il resto del mondo fa anche peggio, -28% ma sono solo 3 milioni. Dal punto di vista dei prodotti, i “top wines” scendono del 15% a 19 milioni, i “premium” sono giù dell’11% a 30 milioni e i vini “classici” scendono del 6% a 17 milioni. Quindi un peggioramento del mix.
A livello operativo il margine industriale si mantiene stabile al 60% (grazie agli aumenti di prezzo) e scende in valore assoluto da 45 a 40 milioni. Sebbene i costi per servizio calino, la mancanza dei contributi OCM si fa sentire e contribuisce al crollo dell’utile operativo da 8.8 a 3 milioni di euro.
I dati isolati del secondo semestre mostrano ancora meglio quanto sia stato difficile l’ultimo periodo: vendite in calo del 12% a 33 milioni, utile operativo in pareggio e perdita netta di 1 milione di euro.
A livello finanziario, come dicevamo il debito sale a 16 milioni di euro, +8 milioni dopo averne pagati 2 di dividendi. Masi ha investito 7.5 milioni, in linea con il passato, ha mantenuto il capitale circolante stabile grazie al calo dei crediti verso clienti che ha compensato un forte incremento del magazzino ma ovviamente mancando gli utili il debito è salito. A fine 2023 il rapporto con il MOL è di 2.2 volte, ma stiamo confrontato due dati e un anno “estremo”.
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