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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2019

    Proseguiamo l’analisi dei bilanci 2019 delle aziende vinicole tratti dal rapporto Mediobanca con la parte sugli utili, sui margini e sul capitale investito e sul ritorno generato. Come per il post precedente vi presento un grafico “dinamico” che mostra l’andamento del capitale investito contabile nel settore negli ultimi 15 anni. Potete notare che la leadership di Antinori in termini di valore aggiunto, utili e margini emerge da un costante reinvestimento degli utili che ha portato il capitale investito 2019 a oltre il doppio della seconda azienda italiana, Zonin (dopo aver incamerato le tenute di famiglia nell’azienda). Antinori dunque guida queste classifiche da anni, con un valore aggiunto sul fatturato superiore al 60% (quindi “fa in casa” molto di quello che fattura) e un margine quindi superiore al 30%, contro il 23-24% di Santa Margherita e Frescobaldi, che seguono. Antinori ha un buon ritorno sul capitale ma da questo punto di vista non rappresenta il livello più elevato in Italia : il suo 10% è superato da Santa Margherita ma anche da diverse altre aziende vinicole con strutture più snelle come Martini, Botter, Villa Sandi e Enoitalia (giusto per citarne alcune).

    Come accennavamo l’altro giorno, il 2019 è stato un anno di miglioramento dei margini più che di incremento delle vendite. Il valore aggiunto totale del campione delle aziende qui esposte ha generato 1050 milioni di valore aggiunto su 4.8 miliardi di vendite, quindi con un margine del 22% circa, quando invece nel 2018 i margini unitari erano leggermente calato. Il miglioramento si è ribaltato anche sull’utile operativo, cresciuto a 384 milioni di euro, oltre il 10% rispetto all’anno precedente e con un margine che si avvicina all’8% delle vendite, il livello decisamente più elevato degli ultimi anni.
    Come vedete dalle classifiche, Antinori è largamente davanti a tutti in termini assoluti e in termini relativi alle vendite, seguita da Santa Margherita e da Frescobaldi. Nella classifica di quest’anno entra anche Farnese vini, ora recensita da MBRES.
    Vi lascio alle tabelle e alle classifiche, facendovi notare come sempre le due matrici, che mostrano il posizionamento delle aziende in termini di  margine operativo (quanto del fatturato resta come utile) contro ritorno sul capitale (quanto rende l’investimento nell’azienda) e il ritorno sul capitale rispetto al valore assoluto del capitale investito. In questa seconda tabella, che trovate subito sotto il blocco di testo verde, potete apprezzare come alcune aziende con un ritorno molto elevato in realtà hanno un capitale investito molto limitato, il che implica un risultato operativo in valore assoluto limitato.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2019 – fonte: Mediobanca

    Il 2019 sarà per qualche anno il punto di riferimento nel mondo delle aziende , di un livello di vendite e di utili a cui si tornerà gradualmente dopo la pandemia. Per questo motivo, i dati di Mediobanca Research di quest’anno resteranno per diverso tempo “importanti”. Sarà difficile fare delle classifiche veritiere nel 2020 e probabilmente anche nel 2021, quando le gerarchie note saranno pesantemente influenzate da temporanei spostamenti tra i canali di vendita e andamenti volatili dei diversi mercati. Probabilmente la classifica cambierà anche nella sua composizione:bisogna immaginare che alcune aziende si fonderanno per far fronte alla crisi.
    Tornando ai nostri dati, un paio di annotazioni e una novità. Annotazioni: i dati di CAVIRO non ci sono perchè nel 2019 hanno fatto un esercizio di 8 mesi invece che di 12 e quindi i numeri non sono rilevanti. MBRES ha invece deciso di mostrare il consolidato CR/CIV e GIV insieme, che quindi mettiamo, come anche nelle tabelle ritrovate lo spaccato delle due (la somma dei due non corrisponde al consolidato per una serie di elisioni da consolidamento).
    Novità: beh, la vedete. Ho cominciato a esplorare la possibilità di sostituire i grafici “granitici” di Excel con delle nuove app che li fanno online e li riproducono sul blog. Ci sono anche delle nuove modalità di visualizzazione qui allegate dove vedete la storia tra il 2004 e il 2019 di questi dati. Avere una serie storica profonda aiuta!
    Venendo ai dati, il 2019 come potete vedere è stato un buon anno, soprattutto dal punto di vista dei margini. Il dato generale vede un aumento delle vendite del 2% circa ma una crescita del 10% del valore aggiunto, che riflette anche il recupero dopo la decelerazione vista nel 2018 per via del costo delle materie prime. La leadership è sempre saldamente in mano a CR/CIV/GIV dal punto di vista del fatturato, ma come sapete chi scrive pensa che la classifica giusta sia quella in base al valore aggiunto: e allora il ranking vede Antinori come principale azienda, seguita da CR/CIV/GIV e da Santa Margherita. Passiamo a commentare qualche dato.

    Nel 2019 ci sono state 20 aziende con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro nel settore del vino in Italia, quasi tutte con un andamento positivo delle vendite. Tra queste, vale la pena di sottolineare il forte incremento di fatturato di Botter e di Enoitalia, entrambe nell’ordine del 10%, mentre il calo di Zonin è più dovuto alla base di confronto che non a un andamento commerciale negativo. Per CR/CIV/GIV le vendite sono state 608 milioni, in calo dell’1% rispetto al 2018, mentre Antinori ha riportato un incremento del 5% circa.
    Se invece guardiamo al valore aggiunto, i dati sono molto più positivi, con particolare riferimento ad alcune aziende come Botter e Zonin che hanno cambiato gestione e azionista nel corso degli ultimi anni. L’integrazione delle tenute agricole dentro Zonin ha portato l’azienda a essere oggi la quinta in Italia per valore aggiunto, dopo Antinori, CR/CIV/GIV, Santa Margherita e Frescobaldi. Anche Ruffino ha riportato un forte incremento del valore aggiunto e presumibilmente dovrebbe essere la “settima forza” dopo CAVIRO, di cui immaginiamo dati stabili o leggermente positivi nell’anno.
    Vi lascio ai dati e ai grafici, comprese queste belle animazioni.

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    I risultati delle aziende vinicole italiane (escluse cooperative) – aggiornamento Mediobanca 2018

    Proseguiamo l’analisi del rapporto Mediobanca concentrandoci sulle aziende vinicole, escludendo quindi le cooperative. Si tratta della parte (125 aziende) più esposta all’estero. Si tratta anche del campione dove i numeri relativi ai margini e al ritorno sul capitale hanno senso compiuto, perchè depurati dall’effetto distorcente delle cooperative. Dunque, le conclusioni non sono radicamente differenti da […] LEGGI TUTTO

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    Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2018

    Il quadro complessivo degli utili delle principali aziende vinicole italiane nel 2018 non è così positivo come quello disegnato nei giorni scorsi parlando delle vendite. I costi operativi sono aumentati più delle vendite, così come le vendite sono aumentate più del valore aggiunto. L’aumento del costo delle materie prime e la crescita degli investimenti (che […] LEGGI TUTTO