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    Suavia e i “vini di terroir”: la linea “I Luoghi”

    di Patrizia Vigolo

    Le colline del Soave si intrecciano indissolubilmente con il vitigno della Garganega e le sorelle Tessari lavorano da anni per far emergere le grandi potenzialità di questo territorio.

    La cantina Suavia nasce nel 1982 quando i genitori delle sorelle Tessari, Giovanni Tessari e la moglie Rosetta, iniziano a produrre vini da uve provenienti dai terreni della famiglia, interrompendo così il conferimento delle uve alla cantina sociale. “Un azzardo forse per gli anni ottanta, coppia giovane, figlie tutte femmine e nessun maschio per guidare un trattore, una cosa impensabile per la mentalità dell’epoca” dice una delle sorelle Tessari ma la storia ha poi dato ragione alla temerarietà di questa giovane coppia, perché tutte le sorelle entrano in azienda con energia e con grande voglia di innovare e crescere.

    sorelle Tessari

    Suavia e le sorelle Tessari, Meri, Alessandra e Valentina, nascono proprio su questi territori, in Contrada Fittà, nel cuore del Soave Classico, terra ricca di biodiversità.

    Da questo instancabile lavoro portato avanti da Alessandra, Meri e Valentina nasce la linea “I Luoghi”, una vera dichiarazione d’amore per il loro territorio, la sua tradizione e la sua profonda personalità. Un progetto che vede la luce dopo 5 anni di lavoro e che si realizza in queste 2000 bottiglie che raccontano una meticolosa ricerca in cantina e in vigna nelle zone Fittà, Castellaro e Tremenalto, località il cui terreno, esposizione e microclima le hanno da sempre rese apprezzate per la viticoltura nel contesto del Soave Classico, tanto da essere riconosciute ed inserite all’interno del disciplinare di produzione come U.G.A. (Unità Geografiche Aggiuntive)

    Questitre piccoli appezzamenti di proprietà dell’azienda ottengono sempre uve molto espressive. Per creare le 2.000 referenze le uve Garganega, varietà simbolo dell’area, sono state vinificate separatamente ma in maniera identica e il risultato sono tre vini originali e perfettamente distinguibili l’uno dall’altro.

    L’anima de “I Luoghi”

    Ogni bottiglia di questa linea è un autentico tributo ai luoghi da cui provengono le uve. La Cantina Suavia ha adottato un approccio meticoloso nella selezione dei vigneti, assecondando le peculiarità del suolo, del microclima e delle varietà di uve autoctone.

    Un’esperienza di degustazione all’interno della gamma “I Luoghi” diventa quindi un viaggio attraverso i vigneti della cantina Suavia.

    Fittà

    Questo vino proviene da un vigneto nella U.G.A. Fittà, estensione 1 ettaro a ca. 240 m slm con una esposizione sud,est. Vigne vecchie (anno di impianto 1943) che sanno regalare un vino con una intensa espressività aromatica, con note esotiche, aggrumate e floreali.

    Castellaro

    La U.G.A. Castellaro sa regalare un vino fine ed elegante. Un vigneto con una estensione di ca. 3600 mq ad una altitudine di ca. 200 m slm esposto sul versante nord della dorsale che sale verso l’abitato di Fittà, caratterizzato da un substrato di vulcaniti basaltiche alterate.

    È un vino che si caratterizza al naso con un frutto molto ricco, giallo maturo e che mostra come, a distanza di poche centinaia di metri, il terroir possa donare vini così diversi tra loro.

    Tramenalto

    In questa U.G.A. il territorio è estremamente scosceso e quasi selvaggio. Ad una altitudine più bassa rispetto alle precedenti (siamo a 80/130 m slm), il vigneto di ca. 2 ettari ha una esposizione ad ovest ed una pendenza del 25% che raggiunge in alcuni punti il 40%.

    Le uve di questo vigneto producono un vino che forse più di tutti si discosta dall’immagine che molti di noi hanno del tradizionale Soave: un vino profondo, lento nel concedersi e che ci chiede tempo per esprimersi al meglio. Al palato è fitto, complesso e porta il giusto appagamento in ogni sfumatura.

    Questo progetto delle sorelle Tessari porta sicuramente con sé un grande messaggio: parlare di “terreno vulcanico” risulta estremamente limitativo: le tre etichette della cantina Suavia mostrano la grande varietà delle espressioni del territorio del Soave. Tre vigneti, tre suoli e tre vini che nascono dalla stessa uva, con stessa matrice vulcanica del suolo ma ciascuno di loro rappresenta un unicum identitario. LEGGI TUTTO

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    Gambellara, la strada all’insegna dell’autenticità

    di Luciana Dias

    Il territorio di Gambellara sta percorrendo una significativa evoluzione grazie allo spirito di condivisione e impegno del Consorzio di Tutela Vini Gambellara, che insieme ai suoi 180 viticoltori ha puntato su un importante percorso di valorizzazione del territorio.

    Il Consorzio Gambellara è stato fondato in 1972 al fine di garantire tutela del territorio con l’obiettivo dichiarato di innalazre sempre di più la qualità dei vini e di dare all’areale la riconoscibilità che merita. A conferma di ciò, anche per salvaguardare le diverse sfaccettature dell’uva garganega, nel 2004 è stato avviato un importante progetto di zonazione che portato all’ individuazione di sei cru: Faldeo, Taibane, Monti di Mezzo, San Marco, Creari e Selva.

    La Doc Gambellara vanta anche la presenza di un Vin Santo, unico nel Veneto, mentre la DOCG Recioto di Gambellare è stata istituita nel 2008.

    La nuova generazione di produttori è sicuramente molto attenta alla tradizione, ma sta cercando di dare alla garganega una nuova veste, puntando soprattutto alla bevibilità.

    La storicità di Gambellara

    Gambellara è conosciuto per il suo suolo vulcanico formatosi 45 milioni di anni fa nel periodo eocenico. Infatti il Basalto è la roccia più presente nel territorio, interessante in questo senso è la cava geologica di basalti colonari con le sue forme esagonali davvero sorprendenti, formatasi dalla rapida solidificazione dal magma.

    La vocazione vitivinicola del territorio è storicamente comprovata dal momento che sono stati ritrovati a Montebello Vicentino i resti di una Villa Romana del I secolo d.c. con vinaia e abbondanti tracce di vinaccioli.

    Nel 1800, a Vicenza e dintorni, l’uva era già classificata secondo altitudine e esposizioni diverse dei vigneti, con una categorizzazione che oggi che può sembrare semplice, ma che evidenziava inequivocabilmente un approccio alla qualità del vino: “Vino ordinario di campagna” oppure “vino da collina fino”.

    L’Area di Gambellara è localizzata nella parte sudorientale della Lessinia, comprende 230 ettari di terreno vitato tra Doc e Docg, mentre sui terreni più collinari troviamo la zona con denominazione Classica.

    Giovanni Ponchia direttore del Consorzio Gambellara Doc

    La Garganega: l’impronta territoriale di Gambellara

    La Garganega è una delle uve più diffuse in Veneto, che a differenza di altre espressioni territoriali, sembrerebbe trovare a Gambellara il suo terroir d’elezione. Grazie a un suolo predominantemente vulcanico, presenta una sapidità e struttura quasi tannica, che rende riconoscibile il suo profilo aromatico: frutta a polpa bianca matura, pesca, albicocca, fiori bianchi e biancospino.

    La ricerca ha portato notevoli successi per la produzione del vino Gambellara, portando all’adozione di uno specifico metodo di allevamento, ovvero la pergola, introdotto già dagli Etruschi e che porta a innalzare i valori qualitativi dell’uva grazie a una minor resa, al controllo della vigoria e alla protezione dai raggi solari consentendo una maggiore ventilazione.

    Il disciplinare prevede minimo 80 % di utilizzo delle uve Garganega, anche se la maggior parte dei produttori vinifica in purezza.

    La Doc oggi conta su una produzione di 600.000 bottiglie annue, tra cui 50.000 di Vin santo, 45.000 di Recioto spumante e 10.000 di Recioto fermo e 20.000 bottiglie di Gambellara spumante.

    La famiglia Maule

    Un nuovo sguardo verso Gambellara – le cantine e i vini

    Tenuta Maule

    Situata a Selva di Montebello, la storica cantina reinterpreta il territorio grazie alla sua quinta generazione e intraprende un ambizioso progetto di rivitalizzazione delle vite, investendo in nuove tecnologie per la produzione applicando ricerche per vitigni più resistenti.

    La cantina è stata recentemente ristrutturata con un approccio ecosostenibile e con particolare attenzione all’ospitalità. Oltre alla garganega si coltivano Pinot Bianco e Durella con una impronta votata alla bevibilità

    Gambellara Classico DOC 2021

    100% Garganega

    Da vecchie vigne di 40 – 5. La raccolta è normalmente fatta ad ottobre, matura 5 mesi in vasche di acciaio con battonage. Al naso ci sono sentori di pompelmo, pera e pesca bianca, al palato un buon bilancio tra acidità e polpa, carattere persistente.

    Veneto Bianco Igt Passito di Garganega “Tarcisio” 2019

    Un bellissimo esempio di evoluzione della garganega. Il vino prende il nome dal fondatore dell’azienda Tarcisio Maule.

    Al naso presenta note di miele, caramello e una bellissima acidità che racchiude il sorso in un lungo equilibrio e retrogusto fine.

    Azienda Agricola Cavazza

    L’intraprendenza della famiglia Cavazza è sempre stata un marchio nel suo ammirevole percorso, fin dal 1928, quando Giovanni Cavazza ha investito le sue risorse in un piccolo appezzamento a Selva, e ha creato un forte legame con Gambellara e successivamente negli anni 80 anche sui Colli Berici.

    L’impegno verso il territorio oggi è raccontato dalla quarta generazione, 5 nipoti, per un’azienda a totale gestione famigliare e l’impegno verso la produzione sostenibile. Senza, naturalmente, trascurare i saperi e le tradizioni contadine.

    L’azienda continua ad evolversi verso una produzione sempre più ecosostenibile ed è infatti certificata SNPQ, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici.

    L’azienda sempre ha stretto un intimo legame con il territorio dedicandosi alla ricerca dei diversi cru presenti sul territorio.

    Bocara Gambellara Classico Doc 2022

    Garganega 100%

    Giallo paglierino scarico

    Naso: frutta polpa bianca

    Palato: Coerente con il naso, pera e ananas, tipica sapidità con equilibrata acidità, riassumendo in un sorso equilibrato e di pronta beva. Perfetto finale asciutto.

    Mattia Cavazza

    Creari Gambellara Classico Doc 2020

    Garganega 100%

    Creari è il nome storico dell’area, proveniente della zona di Gambellara, la Conca di Montebello con altitudine circa 240 m s.l.m

    2 giorni di contatto sulle bucce e fermentazione in vasche di acciaio inox.

    Aspetto: Giallo paglierino

    Naso: frutta tropicale ananas e frutta di polpa bianca matura

    Palato: Una percezione di frutta pesca bianca, biancospino, sambuco con lungo sorso finale alla mandorla.

    Capitel Recioto di Gambellara Classico 2008

    Il vino Recioto in Gambellara è un vino ottenuto dall’appassimento col sistema dei “picai” – I grappoli vengono attorcigliati con uno spago e “appiccati” al soffitto: – da qui il nome di questo curioso sistema di appassimento, chiamato dai produttori “picà” in dialetto veneto.

    La Torchiatura manuale avviene la prima settimana di febbraio, utilizzando un torchio antico di fine ‘800. Il mosto viene messo a fermentare e maturato per un anno in piccole botti da rovere da 225lt. Imbottigliamento dopo 2 anni e successivo affinamento in bottiglia.

    Aspetto: Color Ambrato

    Naso: Miele, confettura di albicocca, caramello.

    Palato: piacevole viscosità al palato, dimostra coerente con le note espresse al naso con note equilibrate acidità e lungo sorso. Persistente e suadente, chiude il sorso con richiamo ad un secondo.

    Nicola Dal Maso

    Azienda Agricola Dal Maso

    Il legame dei Dal Maso con la terra di Gambellara è radicato, oggi in azienda lavora la quarta generazione. I resultati ottenuti sono il riflesso del lavoro di ricerca, passione e rispetto delle tecniche vitivinicole antiche custodite gelosamente.

    Siamo a Montebello Vicentino, la cantina è inserita in un contesto rispettoso del paesaggio solcato da dolci colline nelle quali si insediano nella zona del Gambellara Classico, sin dall’ 1800, 8 ettari di vigneto.

    Questa storicità e la continua ricerca hanno consentito alla quarta generazione di Dal maso – Nicola, Anna e Silvia di ritrovarsi un patrimonio viticolo con vigne di 50 anni di media, andando a recuperare anche vigneti storici che rappresentano l’eccellenza territoriale.

    Dal Maso è presente anche nei Colli Berici con altri 17 ettari con la produzione delle uve autoctone Tai Rosso, insieme a Cabernet e Merlot, e dopo un recente acquisto di vigneti anche sul Monte Calvarina e sui Monti Lessini per la produzione dell’uva Durella.

    Gambellara “Ca’ Fischele” 2022

    Vino ottenuto da vecchie vigne di media 50 anni, provenienti da Selva, uno dei loro cru della zona di Gambellara Classica.

    Aspetto: Giallo Paglierino con riflessi dorati

    Naso: Frutti polpa bianca matura, accenni di sambuco, ananas e frutta esotica

    Palato: Rappresenta un lungo sorso, con note accentuate di pera e mela matura, con le note presentate al naso floreali. L’acidità bilanciata, lunga persistenza.

    Gambellara “Riva del Molino” 2020

    Vino ottenuto da differenti appezzamenti in diverse esposizioni dei cru della cantina. accompagna una lieve surmaturazione per accentuare la complessità dell’uva garganega, seguito da maturazione in vasche di acciaio e grandi botti di rovere.

    Aspetto: Giallo paglierino riflessi dorati

    Naso: Frutti tropicali, pesca matura e mandorla con una piacevole sapidità controbilanciano i sentori dell’acidità spiccata di questo vino gastronomico.

    Lunga persistenza e fine, grande capacità di invecchiamento.

    caratelli per l’affinamento del Vin Santo

    Gambellara Vin Santo 2007

    Una antica tecnica di affinamento del Vin Santo fatta mediante le botti originali, una lenta fermentazione naturale e successiva maturazione in caratelli da 50 litri di rovere e acacia per almeno 10 anni.

    Aspetto: Colore ambrato scuro

    Aromi: Frutta esotica candita, un delizioso, suadente invadere di profumi di datteri e caramello

    Palato: L’acidità rende interessante ogni sorso, accompagnato dai profumi sentiti al naso coerente, accompagnato dal gusto di caramello salato, grazie alla grande mineralità preservata dall’uva garganega. Suadente, invita a sorseggiare accompagnato da un sorso fine e longilineo e dimostra la longevità della garganega.

    Luca Framarin

    Tenuta Natalina Grandi

    Tra tante altre cantine presenti a Gambellara, Natalina Grandi ha sempre creduto nella cura della terra e in una produzione vitivinicola che rispettasse a pieno il territorio. Una visione chiara che dagli anni ’80 del secolo scorso ha portato all’acquisto di vari piccoli appezzamenti fino ad arrivare all’ apertura della cantina nel 1991.

    La proprietà crede fermamente nella coltivazione e produzione artigianale e questo si nota in tutti i processi aziendali, dalla cura dei vigneti fino all’imbottigliamento. Tutta la produzione è certificata biologica.

    La tenuta è situata a Monte di Mezzo, sono 10 gli ettari vitati con una decisa ’impronta territoriale, oggi condotti da Giovanni Framarin e dai suoi figli Luca, Lisa e Valentina.

    Luca Framarin, è anche il giovanissimo presidente del Consorzio di Tutela dei Vini di Gambellara, che ha come principale obiettivo l’idea di rafforzare l’identità della denominazione e promuovere la garganega vulcanica in Italia e all’estero, attraverso una produzione più sostenibile e consapevole.

    appassimento col sistema dei “picai”

    Gambellara Classico “Col di Mezzo” 2019

    Il vino che porta in etichetta il luogo di appartenenza, le uve sono raccolte nell’omonimo Cru di Gambellara, è caratterizzato da una vinificazione in vasche di acciaio seguita da una sosta di affinamento in botti di rovere francese per 7 mesi.

    Aspetto: colore giallo paglierino

    Naso: Note di biancospino e pesca bianca

    Palato: Mineralità spiccata, quasi sapido. Accompagna le note di pesca, mela e alcune erbe officinali, con un sorso piacevole che si racchiude con accenni di mandorla.

    Vitevis e l’impegno verso la Sostenibilità

    La cooperativa Vitevis nata nel 2015 dall’unione di tre Cantine vicentine – Cantina Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, Cantina di Gambellara e Cantina Valleogra di Malo è impegnata in garantire il minor impatto ambientale possibile.

    Il Progetto di Sostenibilità “100% Carbon Neutral” coinvolge tutti i suoi 1350 soci su un territorio di 2800 ettari totali di vigneti e su ben 5 Doc del territorio Veneto.

    Coinvolgere i soci e incrementare il numero dai soci aderenti, ora più della metà certificati (Equalitas, SQNPI )permette di strutturare linee guida comuni e mettere in rete tutte le realtà, adottando metodi all’ avanguardia come ad esempio l’agricoltura di precisione: i soci tramite una app analizzando i dati di rilevazioni meteo basate sul posizionamento dei loro vigneti potranno inserire le pratiche di irrigazioni e trattamenti necessari e potranno verificare anche la vigoria e lo stress idrico delle piante.

    Gambellara per il futuro

    Il Consorzio Gambellara, grazie alla gestione attenta del Direttore Giovanni Ponchia, è un esempio di come si possa fare rete unendo pratiche tradizionali e all’avanguardia.

    Le dolci colline di Gambellara vivono una fase di grande evoluzione: oggi sono sempre più i giovani produttori che ripristinano le pratiche di vitivinicole tramandate dai loro nonni che lasciano come segno distintivo al vino l’autenticità. Essi pur interpretando questi antichi saperi donano alla garganega una nuova veste, puntando sulla bevibilità e freschezza, uno stile che è sempre più apprezzato dai consumatori, senza dimenticare, anzi tutelando e garantendo, quell’impronta territoriale propria dei vini vulcanici. LEGGI TUTTO

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    Vendemmia 2020, tanta qualità ma si selezionano i vigneti

    Una stagione metereologica come la 2020 non si vedeva da diversi anni. Preceduta da un inverno mite e siccitoso, il germogliamento è partito con sostanziale anticipo rispetto alla stagione precedente. I mesi di aprile e maggio sono stati perturbati e piovosi, e le basse temperature registrate hanno rallentato la corsa delle viti per arrivare alla fioritura in giugno in perfetto stato. I mesi estivi hanno registrato temperature senza estremi, ventilazione e un perfetto apporto idrico che hanno portato le vigne a essere rigogliose e sane, senza attacchi di peronospora o altre malattie. Un po’ più preoccupante è l’aumento di mal dell’esca e flavescenza dorata che è però costantemente monitorata dai tecnici delle “Sentinelle del Soave” che stanno effettuando interventi puntuali ed efficaci.
    Le vigne di Garganega e Trebbiano di Soave sono quindi in ottimo stato e con un produzione nella media. La scelta del Consiglio di avere prudentemente abbassato le rese per la vendemmia 2020 arriva quindi a sottolineare una grande attenzione in vigneto, selezionando quelli migliori per la produzione del vino Soave che anche quest’anno raggiungerà i 450.000 ettolitri, in linea con le richieste del mercato. Dati incoraggianti inoltre sono quelli che vengono dagli imbottigliamenti, che stanno recuperando rispetto ai primi mesi dell’anno, segno di una maggiore fiducia e richiesta di prodotto sui mercati di elezione del Soave, in particolar modo la Germania.
    La vendemmia per le terre del Soave dunque è prevista per il 20 di settembre, solo qualche giorno di anticipo rispetto agli scorsi anni, con una garganega allungata e spargola e con le acidità che sono aiutate dalle importanti escursioni termiche che si stanno registrando e che sono ottimali per la freschezza ma anche per i profumi floreali di fiori d’acacia e camomilla del Soave.
    «Ci stiamo preparando a una vendemmia da un lato estremamente promettente, dall’altro con qualche nuvola all’orizzonte – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio – il nostro Consorzio si è dimostrato reattivo e in grado di rispondere alle problematiche che ci si sono poste davanti e siamo sicuri che saprà reagire con prontezza anche in futuro.» LEGGI TUTTO

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    La Collina dei Ciliegi: 53 ettari di enoturismo per tutti i gusti

    Cinquantatré ettari di enoturismo per una ‘vacanza-experience’ in tutta sicurezza all’insegna della natura e del gusto. È la proposta estiva firmata da Ca’ del Moro Wine Retreat, l’eco-resort dell’azienda vitivinicola La Collina dei Ciliegi (località Erbin, 500-700 metri di altitudine – Grezzana, a 17 km dal centro storico di Verona) che, in occasione della riapertura […] LEGGI TUTTO