More stories

  • in

    Esportazioni di spumanti Italia – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Anche nel 2024 gli spumanti sono stati la “forza trainante” delle esportazioni italiane di vino, mettendo a segno una crescita a valore dell’8% (contro il 5% del totale) e dell’11% a volume (contro il +2% totale). Stiamo parlando di un contributo rilevante alla crescita ma anche ai valori in termini assoluti: i 2.4 miliardi di euro esportati nel 2024 sono il 29% del totale italiano, contro il 25% di 5 anni fa. All’interno della categoria, ovviamente spicca il Prosecco, che cresce a sua volta di un paio di punti in più della categoria, +10% a valore e +14% a volume nel 2024, superando il 75% in termini di peso sul totale degli spumanti. Se volessimo guardare i dati con un occhio un po’ più critico, noteremmo un leggero rallentamento in novembre e soprattutto dicembre (anche se pesa di meno degli altri mesi) e il contributo importante di due paesi, Russia e Stati Uniti. In quest’ultimo caso va rilevato che potrebbe verificarsi un fenomeno di “spedizioni anticipate” come risposta alla temuta introduzione di dazi sulle importazioni in USA.
    Bene detto questo passiamo all’analisi dei dati in dettaglio.

    Le esportazioni di spumante italiano crescono dell’8% a 2.39 miliardi di euro nel 2024, per un volume di 5.6 milioni di ettolitri, in crescita a sua volta dell’11%.
    A controbilanciare il calo dell’Asti (-2%) e degli altri spumanti DOP (-8%) per 166 e 87 milioni rispettivamente sono state la crescita del Prosecco, +10% a 1.82 miliardi di euro e degli altri spumanti (non DOP) che sono cresciuti dell’8% a 312 milioni di euro.
    Abbiamo anche riordinato la lista dei principali mercati che vede gli USA come principale importatore dei nostri spumanti, +15% a 568 miloni, per un volume in crescita del 18% a 1.22 milioni di ettolitri. Il secondo mercato è il Regno Unito, dove spediamo 1.06 milioni di ettolitri (+7%) per un valore di 426 milioni di euro (+4%). Questi due mercati fanno quindi un miliardo di euro e il 41% del totale esportato in valore.
    Il terzo mercato è la Germania, ma è molto meno significativo, con un incremento del 4% a 151 milioni di euro, poi vengono Francia e la Russia, che è balzata da 83 a 122 milioni di euro.
    Gli altri mercati con un andamento molto positivo sono senz’altro il Canada (+19%) e l’Austria (+22%), entrambi intorno a 65-70 milioni e al loro massimo storico e, incredibile ma vero, anche l’Ucraina, +36% a 35 milioni.
    Sono invece negativi i dati della Svizzera, -7% a 78 milioni, della Lettonia (-14% a 59 milioni) e di Polonia e Svezia, giù del 7% e 4% rispettivamente. Infine, giusto per intenderci, la Cina e l’India che qualche politico ha menzionato come mercati di grande prospettiva per il vino italiano non sono tra i primi 25 mercati elencati nella tabella…

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento 2024

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    Sono sentimenti contrastanti quelli che si provano guardando ai dati del commercio estero di vino italiano. Da un lato, i dati confortanti del passato, il 2024, in cui il nostro export è cresciuto del 5% (8.1 miliardi di euro), meglio di quanto hanno fatto i nostri principali “concorrenti”, Francia (-2%) e Spagna (+3%). Dall’altro lato, le notizie funeste degli ultimi giorni con la minaccia americana di imporre dazi giganteschi sulle importazioni di alcol dall’Europa, che aprirebbero una voragine nelle esportazioni di vini italiani e francesi, essendo il primo mercato con un peso del 22-23% del valore totale. Timori che diventano terrore quando si ascoltano le dichiarazioni di alcuni politici che sventolando l’eccellenza dei prodotti italiani si dicono fiduciosi di poter rimpiazzare le potenziali mancate esportazioni in altri paesi… non siamo riusciti a costruire una posizione decente in Cina e India negli ultimi trent’anni, non mi sembra abbiamo trovato la ricetta magica per far cambiare repentinamente le cose.
    Al di là delle polemiche, entriamo nel dettaglio dei dati. Il Nord America, USA e Canada, emergono come i più importanti contributori del buon andamento del 2024, +10% e +15% rispettivamente. Fatti due calcoli, senza di loro le esportazioni (nel resto dei paesi) sarebbero cresciute del 2.5%.
    Leggendo i dati dell’ultimo trimestre (e parlando con qualche operatore del settore) emerge anche che negli ultimi mesi (e probabilmente in gennaio e febbraio 2025) chi esporta si sia premurato di spedire più merce possibile per anticipare la potenziale introduzione dei dazi. Le esportazioni verso gli USA sono cresciute del 15% nell’ultimo trimestre. Quindi, dazi o non dazi, ci potrebbe essere un ritracciamento nel corso del 2025. Staremo a vedere.
    Nel post trovate tutte le tabelle (con i primi 25 paesi di destinazione per volume e valore), ulteriori grafici e commenti.

    È tempo di bilanci. Dunque l’Italia ha esportato 8.1 miliardi di euro di vino nel 2024, +5%. Di questi, 5.3 miliardi sono di vino fermo in bottiglia, +4%, 2.4 miliardi sono di spumante (vedremo tra qualche giorno il dettaglio), +8% e i rimanenti 0.4 miliardi sono di vino sfuso, -2%.
    I volumi esportati sono di 21.8 miliardi di ettolitri, +2%, che pongono l’Italia come il primo esportatore mondiale per il terzo anno di seguito, dopo diversi anni in cui la Spagna era davanti. 5.6m/hl sono di spumante, +11%, 12m/hl sono di vino in bottiglia, +3%, 4.2m/hl sono di vino sfuso, -9%.
    Ne consegue un prezzo medio di esportazione apparente di 3.7 euro al litro, +3%, che si confronta con i 9 euro della Francia e i circa 2 euro della Spagna.
    L’andamento per mercato lo vedete nelle tabelle e anche nell’interessante grafico in testa al post dove mettendo tutti i paesi a “100” per le loro esportazioni pre-Covid, possiamo vedere dove stanno a fine 2024: il Canada è a 131 (quindi il 31% in più del 2019), gli USA a 126, Germania e Regno Unito a 111-112, la Svizzera a 108 e via dicendo.
    Nel dettaglio del 2024, gli USA con 1.94 miliardi sono davanti a tutti e crescono del 10%, poi la Germania a 1.2 miliardi è stabile, il Regno Unito a 850 milioni, anch’esso stabile, il Canada che diventa il quarto mercato, 448 milioni e +15% a discapito della Svizzera, -2% a 411 milioni.

    Vi lascio alle tabelle.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Il valore della produzione di vino in Italia – dati ISTAT 2023 per regione

    I dati sulla produzione di vino 2023 sappiamo essere stati molto negativi. Con questa premessa possiamo affrontare l’analisi di oggi, che si riferisca al valore in milioni di euro a prezzi correnti di produzione (quindi con dentro l’inflazione, elevate nel 2022, ma riferito alla materia prima) della produzione di vino stimata da ISTAT sulla base di una serie di parametri (tra cui ovviamente la produzione, ma anche i prezzi, i risultati delle aziende e via dicendo).
    Principali risultati. Il 2023 è stato un anno estremamente negativo dopo un 2022 eccezionalmente positivo. Per riassumere la storia di questi dati che trovate nella tabella è utile guardare il grafico di apertura, dove notate il grande balzo del valore nel 2022, da 4.2 a 4.8 miliardi, seguito dal crollo a 4 miliardi di euro del 2023, che è il dato censito da ISTAT più recente. Quindi -18% nel 2023 sul 2023, ma anche -4% rispetto al 2021 e in linea con il dato dei 5 anni precedenti. Si tratta di un segnale ovviamente non positivo ma da considerare nell’ambito di una vendemmia negativa, come dicevamo. Tra le aree, in termini relativi il Nord Est continua a guadagnare peso, mentre nel complesso la viticoltura sta perdendo rilevanza sul totale del valore delle coltivazioni agricole, all’11% nel 2023, ma, al di là dell’eccezionalità del 2023, in declino da ormai qualche anno.
    Passiamo a un’analisi più dettagliata con ulteriori grafici e tutte le tabelle.

    Il valore aggiunto della produzione vinicola è stato di 4 miliardi di euro nel 2023, di cui ben 1.6 miliardi nel Nord-Est (-10%), 1.15 miliardi nel Sud e Isole (-24%) e circa 0.6 miliardi ciascuno nel Nord Ovest e in Centro.
    A livello regionale il Veneto domina con 900 milioni e un calo (-10%) inferiore alla media. Il Veneto è il 23% della produzione di vino a valore e (sorpresa) il 25% a volume, indicando un valore medio leggermente inferiore alla media.
    La seconda regione è la Puglia con 500 milioni e un calo del 30% (!), rappresenta il 13% del valore prodotto (16% del volume). Vengono poi Piemonte e Toscana con il 10% circa ciascuno (ma solo il 4-5% del volume, a dimostrare il loro maggior valore “unitario”) per un valore leggermente inferiore a 400 milioni di euro.
    Tra le regioni in cui ISTAT certifica un incremento del valore della produzione vinicola spiccano la Lombardia e il Trentino Alto Adige al Nord, +6% e +2% circa, mentre l’andamento più negativo è sulla costa adriatica (Abruzzo e Marche), ma anche in Campania.
    Da ultimo l’andamento del valore aggiunto della viticoltura che aveva raggiunto un massimo del 16% nel 2018, per poi cominciare un percorso di calo fino all’11% del 2023. L’andamento è negativo in tutte le macroaree del paese, anche se nel Nord Est l’azione del Prosecco ha di molto mitigato l’entità del calo.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento novembre 2024

    Novembre è stato un mese leggermente positivo per le esportazioni italiane di vino, +2%, sospinto da un altro mese positivo per gli spumanti (+8%) e da un andamento sostanzialmente stabile per i vini fermi. Sommato ai dati dei mesi precedenti si arriva a 7.5 miliardi di euro e a un incremento del 5%, con una elevata probabilità di superare la soglia degli 8 miliardi di esportazioni (attualmente siamo a 8.1 miliardi assumendo un dicembre stabile rispetto all’anno scorso).
    I dati del mese sono ovviamente difficili da interpretare: per esempio l’incremento del 17% delle esportazioni verso gli USA è già sufficiente a giustificare l’incremento totale delle esportazioni. Verrebbe da domandarsi se una parte di questo incremento possa essere determinato dai timori per l’introduzione dei dazi sulle importazioni di vino, suggerendo dunque agli importatori di “fare scorta”. Novembre è poi stato un mese di forte controtendenza in Canada, dopo tanti mesi di recupero tanto da farlo diventare il quarto mercato per il vino italiano, superando la Svizzera. I dati degli spumanti continuano a migliorare nel segno del Prosecco e nel segno dei volumi.
    Tutte le tabelle e ulteriori commenti nel resto del post.

    Le esportazioni italiane di vino crescono del 5% a 7.5 miliardi di euro nei primi 11 mesi del 2024, dopo aver incluso il dato di novembre, +2% a 775 milioni di euro.
    I volumi esportati sono stati 20.2 milioni di ettolitri, +2%, il che determina un incremento del prezzo medio di esportazioni di circa il 2% a 3.7 euro al litro.
    La categoria dei vini fermi in bottiglia cresce del 4% a 4.9 miliardi negli 11 mesi con un valore stabile a 491 milioni in novembre. La Germania e il Regno Unito si confermano mercati difficili, in calo del 2% e 5% in Novembre e dell’1% sugli 11 mesi, mentre come accennavamo sopra il Canada, +13% sugli ultimi 12 mesi ha una battuta d’arresto con un -24% in novembre.
    Nel segmento degli spumanti, +8% sia sugli 11 mesi sia in novembre spicca ovviamente il Prosecco che cresce dell’11% sugli 11 mesi e dell’8% in novembre. Ormai il 76% delle nostre esportazioni di spumante in valore (75% in volume) sono di Prosecco. L’Asti cala del 3% sugli 11 mesi a 153 milioni, gli altri spumanti DOP sono a -11% per 80 milioni mentre tutto il resto della cagegoria (non DOP quindi) cresce del 9% a 290 milioni di euro.
    Negli spumanti, gli USA crescono del 29% nel mese e del 16% da inizio anno, il Regno Unito dell’8% in novembre e del 4% da inizio anno, la Germania fa +23% nel mese e +7% da inizio gennaio. Insomma tutti i principali mercati sono in salute e, in novembre, la categoria non è stata aiutata dalla Russia, rimasta stabile.
    Appuntamento a metà marzo con i dati finali dell’anno.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Il consumo dei vino dei giovani in Italia – elaborazione su dati ISTAT 2007-2023

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    La questione del consumo di vino (e di alcol) delle nuove generazioni imperversa e per questo riguardato i dati ISTAT sulla penetrazione del consumo di vino per fasce di età, che con questo blog recensisco dal lontano 2007. Questo consente non soltanto un’analisi delle classi di età nel tempo, ma anche un’analisi parziale (su 15-20 anni) di come la penetrazione del consumo si evolve nel tempo per le stesse coorti. I dati qui analizzati arrivano all’indagine 2023, avremo una nuova serie tra breve (di solito aprile-maggio).
    Credo che le conclusioni di questa breve analisi, salvo approfondire con grafici e tabelle nel resto del post siano le seguenti: primo, non è vero (secondo i dati ISTAT) che meno giovani bevono vino – anzi l’evidenza è esattamente opposta, anche se marginalmente – , è vero probabilmente che come per tutte le altre fasce di età il modello di consumo si sposta dal consumo abituale a quello sporadico. Il tema è quanto sporadico. Secondo, è sicuramente vero che più “diventiamo grandi” più è probabile che diventiamo consumatori di vino. Non si puù confrontare la penetrazione di consumo dei 50enni con quella dei 25enni, sono due generazioni in una fase diversa.
    Tutti i dati sono nel post (e se li cercate anche nella parte Solonumeri). Un’analisi più dettagliata segue, con tutte le tabelle.

    Dunque, le tabelle che metto oggi sono due, quella della penetrazione totale di consumo di vino per età dal 2007 al 2023 (attenzione si legge dal basso all’alto, quindi il “trend” si evince salendo con l’occhio) e quella della penetrazione del consumo abituale moderato di vino (“1-2 bicchieri al giorno”).
    Se guardiamo alle fasce dei giovani, negli ultimi 2-3 anni la penetrazione di consumo di vino è tra 4 e 5 punti percentuali superiore a quella media storica. È vero che sono stati gli anni del Covid ma è anche vero che la penetrazione sul totale della popolazione è del 54.8% nel 2021-23, contro una media del 53% nel 2007-2020. Numeri alla mano, la media della fascia 18-34 anni (le ho messe insieme) è stata nel 2021-23 del 48.4% contro un dato del 44% nel periodo 2007-2020.
    Secondo, come è successo al sottoscritto non si beve vino da ragazzi (nel caso mio e di quelli che come me si avvicinano alla boa dei 60 anni, forse perché non era abbastanza buono quello in famiglia), lo si beve da adulti. L’analisi della coorte 1988-89, che nel 2007 era rilevata come “18-19” anni al 35% di penetrazione di consumo, nel 2010 ricadeva nella fascia 20-24, ossia 42%, poi nel 2018 ricadeva a metà della fascia 25-34 e la penetrazione era salita al 56%, nel 2028 (se il blog ci sarà ancora, ISTAT sicuramente) sarà nella fascia 35-44. Se però vogliamo “parametrare” il 2023, ci metteremmo a metà tra la fascia 25-34 e 35-44 e calcoleremmo quindi una media del 61%.
    Infine, vi metto la tabella e il grafico del consumo di vino abituale moderato, in questo caso scende per tutti e questo è il vero punto. Il consumo diventa sporadico, il tema è quanto sporadico e la minaccia è probabilmente per i prodotti di basso prezzo/qualità che proprio per un consumo abituale giornaliero sono stati studiati.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    I prezzi all’origine del vino – aggiornamento 2024 – dati ISMEA

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    I prezzi all’origine del vino sono cresciuti dell’11% nel 2024, contro l’1% dell’incremento dei prezzi agricoli in generale, recuperando (in parte) il calo subito nel 2023. I dati che presentiamo oggi sono la rielaborazione (ossia le media annuale) delle serie dei prezzi puntualmente aggiornati da ISMEA Mercati. Oltre a questo, nel post trovate anche la media annuale dei prezzi all’origine dei principali vini DOC e DOCG, graduatoria nella quale primeggiano i grandi vini rossi Brunello di Montalcino e Barolo, seppur con quotazioni in leggero calo rispetto allo scorso anno (soprattutto nel secondo caso).
    Guardando la tabella e soprattutto il grafico che apre il post ci sono ci si accorge che negli ultimi anni (dal 2019 in questa analisi) sono stati soprattutto i vini comuni a segnare i maggiori incrementi di prezzo, +61%, con addirittura +90% per i bianchi, mentre per i vini DOC/DOCG l’incremento cumulato nei 5 anni è inferiore al 10% e addirittura sotto il 5% per quanto riguarda i vini IGT. Ci si accorge anche che la dinamica recente dei prezzi dei vini è inferiore a quella dell’agricoltura (+20% contro +35/40%).
    Bene, fatta questa premessa, nel resto del post commentiamo tutti i dati con le tabelle riassuntive, che trovate anche nella sezione Solonumeri.

    I prezzi all’origine del vino crescono dell’11% in media nel 2024 a un valore indice di 174, ovvero il 20% in più sugli ultimi 5 anni.
    L’incremento del 2024 è principalmente legato all’incremento dei prezzi dei vini comuni, +36% nel 2024, mentre per i vini DOC/DOCG i prezzi sono rimasti stabili e per gli IGT la crescita è stata del 6%. Salvo che per i vini comuni, la dinamica dei prezzi è stata più sostenuta per i vini rossi che per i vini bianchi, un fattore strano considerando che la dinamica dei consumi si sta spostando verso i secondi.
    Ad ogni modo, fatto 100 il prezzo nel 2010, oggi i vini comuni costano alle aziende imbottigliatrici più del doppio (215) mentre i vini DOC/DOCG sono al 66% in più e quelli IGT il 50% in più, largo circa,
    Se ci muoviamo sui vini DOC/DOCG per denominazioni ci accorgiamo subito della stasi dei prezzi. Il Brunello di Montalcino cala dell’1% a 9.9 euro al litro, Barolo e Barbaresco calano del 6% (8.6 e 6.6 euro al litro rispettivamente), i vini dell’Etna sono vicino al -20%, il Nebbiolo d’Alba scende del 12% mentre il Valpolicella è a -11%.
    Anche nel segmento dei bianchi sembrano più le variazioni negative che quelle positive, anche per le denominazioni spumantistiche come Prosecco (-6%), Conegliano Valdobbiadene (-13%), con l’eccezione delle basi spumante del Trento DOC, sebbene parliamo di prezzi che sono saliti in modo importante nell’arco degli ultimi 5 anni.
    Bene, vi lascio alla consultazione delle tabelle allegate qui sotto.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    I marchi italiani del vino nella classifica Liv-Ex – aggiornamento 2024

    Edizione speciale oggi dedicate alle classifiche Liv-Ex dei grandi marchi del vino. Dopo il solito post pubblicato a inizio mese, visto il risultato particolarmente importante raggiunto dai vini italiani (22 nella classifica dei primi 100), dedichiamo un post per dare ampia visibilità ai dati sottostanti i nostri marchi.
    La presenza di 22 marchi italiani in classifica supera il record precedente di 17 toccato nel 2020, con due marchi nei primi tre, Gaja e Sassicaia al secondo e terzo posto rispettivamente. Succede in un anno negativo per il mondo del vino di lusso, con prezzi in calo anche significativo. Ne beneficiano i nostri vini, che partono da valutazioni più moderate e che sono stati nel corso del tempo protagonisti di una crescita dei prezzi meno marcata ma più costante, sebbene in media nel 2024 anch’essi hanno subito una piccola contrazione (-3% contro -6% in media per i 100 grandi marchi).
    Bene, passiamo a un’analisi più dettagliata con le tabelle dove troverete per gli ultimi 10 anni che posizione hanno ricoperto i nostri marchi, con quale prezzo medio di negoziazione e con quale performance rispetto all’anno precedente.

    Nella classifica 2024 dominano ovviamente Toscana e Piemonte, rispettivamente con 13 e 8 menzioni, la 22esima è veneta con Giuseppe Quintarelli.
    Gaja e Sassicaia sono i due marchi meglio classificati, secondo e terzo, e anche tra i più presenti nel corso degli anni. Sassicaia, insieme a Masseto, Tignallo e Ornellaia, è stato sempre presente nella classifica dal 2011 a questa parte, mediamente al 24esimo posto. Gaja è stato assente soltanto un anno, con una posizione media 33, ma nella top 10 sia nel 2023 che nel 2024.
    Dal punto di vista dei prezzi, Masseto a 6172 sterline per cassa (1240 euro per bottiglia) è il vino italiano con la quotazione più elevata, con un calo del prezzo del 7% calcolato da Liv-Ex e una posizione nella classifica generale al 26esimo posto.
    Seguono nella classifica dei prezzi Soldera Case Basse con circa 6mila sterline a cassa, Giacomo Conterno a 3569, poi Solaia a 2700. Gaja, il marchio italiano meglio classificato ha un prezzo medio per cassa di 2088 sterline.
    Anche i prezzi dei vini italiani sono calati nel 2024, come dicevamo sopra meno della media. Nel tabellone che trovate sotto vedete come si sono mossi negli anni. Nel 2024, quattro marchi hanno avuto una leggera crescita: Roagna (+3%), Stella di Campalto e Castello di Rampolla (+2%) e Gaja (+1%). In fondo alla classifica, con i cali più marcati, Bartolo Mascarello (-9%), Masseto e Giacomo Conterno (-7%).

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Il consumo di alcolici nell’Unione Europea – dati 2019 Eurostat/FranceAgriMer

    Oggi non parliamo specificatamente di vino ma di consumo di bevande alcoliche. La particolarità del post di oggi è il confronto europeo, redatto da Eurostat nel 2019 (quindi pre-Covid) e rielaborato da FranceAgriMer in un bellissimo studio che parla del consumo di bevande in Francia. Nel primo capitolo, viene messa la Francia in un contesto europeo per poi analizzare i consumi domestici, non solo di bevande alcoliche ma anche di bevande analcoliche sia fredde che calde (vedi caffè).
    Dunque, il quadro per l’Italia è in chiaro-scuro, forse più chiaro che scuro. La parte scura è che risultiamo ancora tra i paesi in cui il consumo giornaliero di bevande alcoliche riguarda il 12% della popolazione, contro il 10% della Francia per esempio e una media europea dell’8%. Se però aggiungiamo il consumo settimanale a quello giornaliero, già viaggiamo con il nostro 41% meno distanti dalla media europea del 37% e sotto la Francia, al 44%. Se poi guardiamo all’altra riva del fiume, coloro che non hanno assunto bevande alcoliche negli ultimi 12 mesi (o mai), in quel caso siamo messi meglio di quasi tutti, al 35% contro la media europea del 26% (Francia 23%). Questo delineerebbe un “rischio al ribasso” riguardo all’andamento del consumo di bevande alcoliche un po’ meno negativo che in altri mercati.
    Bene, nel resto del grafico trovate la tabella riassuntiva, i grafici di cui sopra e un ulteriore commento.

    Secondo questa elaborazione di FranceAgriMer sono i paesi scandinavi e la Turchia i paesi con le maggiori percentuali di penetrazione del consumo di bevande alcoliche: solo il 9% dei danesi, il 14% dei turchi, il 16% dei norvegesi e il 18% degli svedesi a non assumere alcol.
    Dall’altro lato, i portoghesi (21%), spagnoli (13%) e gli italiani (12%) sono i cittadini europei che ancora consumano bevande alcoliche tutti i giorni.
    Il consumo settimanale + giornaliero è forse quello più interessante, e vede invece gli olandesi al 55% e i belgi al 51% con di mezzo il Lussemburgo (leggi birra…) in cima alla lista, con la Francia e la Danimarca poco sotto.
    Secondo il rapporto in Italia ci sono il 29% di consumatori di alcol settimanali, mentre il 16% consuma una volta al mese e un altro 8% meno di una volta al mese.
    In confronto in Europa i bevitori giornalieri di bevande alcoliche erano nel 2019 l’8% della popolazione, quelli settimanali il 28%, gli sporadici mensili il 23%, quelli ancora più rari il 14%, gli astemi il 26%.
    Questo tipo di consumo più sporadico ancora (una volta al mese o meno) vede l’Italia sui valori più bassi di tutti insieme all’Olanda (24% e 22% rispettivamente) a segnalare che la tradizione (vino in Italia, birra in Olanda) sono comunque molto radicate. In questo senso la media europea è del 37%.
    Buona consultazione. Di nuovo, il rapporto completo redatto in francese lo trovate qui.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO